Rivista bimestrale dedicata alla letteratura gialla e noir. Edizione gratuita.
Numero due, luglio 2008
L’ultimo indizio Intervista all’autore Piernicola Silvis
CRONACHE URBANE DI UN FUORILEGGE Il romanzo di Christopher Goffard
La SBORNIA Un racconto di Jurij Družnikov
EVENTI Bo-noir, la terza stagione 6 luglio - 3 agosto
a pagina 7
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a pagina 15
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Faccia a faccia con il criminologo Massimo Picozzi
Quell’oscuro bisogno di uccidere M
Massimo Picozzi
assimo Picozzi complici anche Profeta (il “Killer delle carte da gioco”, con numerose, sempre eleganti, ap- cui lo stesso Picozzi ebbe un inquietante parizioni televisive in cui si distingue per scambio di sms pochi giorni prima della serietà e professionalità, è ben noto a tut- sua cattura…), da Angelo Izzo alle Bestie ti gli appassionati del giallo (quello vero, di Satana. Picozzi, nonostante questi casi quello true crime) per essere uno psichia- potrebbero facilmente suggerirlo, evita di tra forense, tra i massimi esperti in Italia cadere nel facile e volgare meccanismo dell’esibizione mediatica dell’(iper)corpo (e non solo) in criminologia. Parallelamente all’idedel reato, del macabro azione e alla conduzio- “Il delitto è sempre dettaglio fine a se stesso, per mostrarci invece ne della trasmissione di la conseguenza come spesso l’omicida Rai2 La Linea d’Omsia la prima vittima delbra, che approfondisce di una storia” la propria follia. Non è le figure di alcuni tra i più noti serial killer, ecco arrivare in libre- facile mantenere vivo l’interesse di un letria Quell’oscuro bisogno di uccidere, in cui tore già a conoscenza della “trama” e del l’autore descrive in modo lucido, ma mai “finale” della storia data la notorietà dei freddo e distaccato, nove recenti casi di casi, successo scritti a quattro mani con cronaca nera che lo hanno visto coinvolto Carlo Lucarelli, qui autore di un’elegante direttamente come consulente: dall’omi- prefazione. cidio “satanico” di Chiavenna a Michele Continua a pagina 5
nera I crimini italiani dei big del noir L’anima di Alan D. Altieri
interviste PETROS MARKARIS “Mi sento cittadino del mondo”
a pagina 3
FRANCESCO ABATE “Vi racconto il lato oscuro della Sardegna” a pagina 4
SANDRONE Dazieri La “tribù” Coloradonoir
Seconda puntata per l’antologia kult del giallo italiano
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pochi giorni dall’uscita dell’antologia Crimini Italiani (Einaudi, 2008, a cura sua, ça va sans dire) riesco a fare due parole col vero maestro della letteratura criminale. Tra il serio e il faceto, tra nomignoli e toni rilassati, si parla di New Italian Epic, alta montagna e persino di dieta. Domande a raffica, risposte taglienti.
Giancarlo De Cataldo
Continua a pagina 11
a pagina 4
GABRIELE MORONI “I miei gialli italiani irrisolti”
a pagina 6 Intervista a pagina 14
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Luglio 2008 EDITORIALE
EDITORIALE - MilanoNera: web, carta stampata e ora anche eventi culturali
Una lunga estate noir
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l tempo è volato. Sembra ieri che presentavamo al Salone di Torino l’esordio cartaceo di MilanoNera Web Press e ora eccoci nuovamente in libreria (gratis, of course) con un nuovo numero ricco
di recensioni e interviste. Negli ultimi tempi MilanoNera è cresciuta moltissimo. Il sito web registra un incremento costante di accessi ed anche i redattori della rivista aumentano a dimostrazione della grande passione che circonda il mondo giallo e noir. MilanoNera, poi, sta diventanto anche altro: un brand, una sorta di bollino di qualità per l’organizzazione di eventi come, ad esempio, il recente e fortuantissimo Milano in Bionda che si è tenuto il 21 giugno scorso con un grande successo di pubblico. Gli eventi targati MilanoNera a luglio saranno due, entrambi nella Bassa: il 6 luglio a Salsomaggiore e il 12 a No-
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Jean-Cristophe Grangé IL GIURAMENTO Garzanti, p. 682, €18,60
recensione
uc Soubeyras, poliziotto della giudiziaria, tenta il suicidio gettandosi, zavorrato, in un fiume. Viene salvato per puro miracolo, ma rimane in stato comatoso. Mathieu Durey, comandante della criminale e amico fraterno di Soubeyras, intraprende un’indagine non ufficiale in merito al gesto del collega. Non c’è solo la professione ad accomunare i due: hanno condiviso gli anni della gioventù, coltivando la vocazione religiosa negli studi ecclesiastici che li avrebbero dovuti condurre a prendere i voti. In seguito, però, delle crisi di coscienza parallele li hanno portati a compiere scelte diverse, da paladini della Fede ad alfieri della Giustizia; il tutto, però, mantenendo fermi i loro principi giovanili. È proprio alla luce di queste convinzioni che il gesto di Luc appare incomprensibile all’amico ed è da qui che Mathieu intraprende un viaggio
vellara (RE). Stiamo anche preparando una sorpresa per settembre di cui ancora non posso anticiparvi nulla. Tenete d’occhio il sito. Cosa aggiungere? In queste pagine trovate un sacco di proposte di buone letture per l’estate (con un occhio di riguardo ai piccoli editori) e interviste ad alcuni mostri sacri del genere come Giancarlo De Cataldo, Alan D. Altieri, Sandrone Dazieri, Petros Markaris e altri. Mettetevi comodi sotto l’ombrellone e leggete con calma la rivista. Poi, andate alla libreria più vicina a procurarvi i libri che avete scelto. Dopo tutto, siamo qui per dare buoni consigli di lettura, no? Paolo Roversi
negli inferi che lo porterà ad attraversare l’anima nera dell’Europa, tra esoterismo, satanismo e Vera Fede. Dire di più sarebbe peccato, perché la trama va assaporata a piccole dosi, seguendo, passo passo, il ritmo sopraffino dettato dall’autore. Grangé è l’esponente di punta del thriller nero francese e ne ricordiamo dei capolavori assoluti del genere, quali I fiumi di porpora e L’impero dei lupi. Con “Il giuramento”, lo scrittore e sceneggiatore transalpino non delude le attese del suo pubblico. C’è tutto il meglio della sua produzione: l’azione, la descrizione dettagliata delle ambientazioni e delle tecniche investigative, la giusta dose di violenza e di suspense. Il tutto con quel tocco di mistero che solo i fuoriclasse sanno imprimere. Massimo Rainer
MilanoNera web press Testata registrata presso il Tribunale di Milano N. di registrazione 253 del 17 Aprile 2008 Direttore Responsabile Paolo Roversi Redazione via Medeghino, 31 - Milano tel.02 00616886 Editore Kowalski - www.kowalski.it Sito web www.milanonera.com Mail milanonera@gmail.com Pubblicità us@kowalskieditore.it Trovi MilanoNera web press nelle migliori librerie. Se sei una libreria puoi richiedere di diventare distributore contattando: us@kowalskieditore.it Hanno collaborato a questo numero: Alessandra Anzivino, Daniela Basilico, Antonella Beccaria, Daniele Biacchessi, Annarita Briganti, Donatella Capizzi, Claudia Caramaschi, Alfredo Colitto, Francesca Colletti, Silvia Cravotta, Gabriele Dadati, Patrizia Debicke, Stefano Di Marino, Stefano Favaro, Andrea Ferrari, Fabio Fracas, Andrea Galla, Paolo Grugni, Lucia Tilde Ingrosso, Giuseppina La Ciura, Federica Marchetti, Adele Marini, Emanuele Mozzanica, Gianluigi Negri, Luca Ottolenghi, Antonio Pagliaro, Seba Pezzani, Raffaella Piccinni, Massimo Rainer, Paolo Roversi, Ambretta Sampietro, Simone Sarasso, Davide Schito, Fabio Spaterna, Giovanni Zucca.
Incontro con Victor Gischler autore de “La gabbia delle scimmie”
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Victor Gischler la gabbia delle scimmie Meridiano Zero, p. 255, € 15,00
crivendo questo libro non può non avere pensato al cinema... Infatti so che c’è già una sceneggiatura pronta. Ce ne vuole parlare? Lo sceneggiatore è Lee Goldberg, un veterano di Hollywood che ha lavorato in molti spettacoli televisivi, compreso il famoso “Detective Monk”. Io lo conosco di persona e so che ha una gran passione per le belle storie. Mi piacerebbe raccontarvi del regista che vogliono per il film, ma siccome non è stato firmato ancora niente, non voglio contribuire a spargere voci non confermate. La sceneggiatura cambia qualcosa rispetto al libro, ma il risultato è maledettamente buono! Spero che il film riesca bene e magari che attiri un po’ d’interesse anche sugli altri romanzi.
Gli echi di Tarantino sono forti nel suo libro. Concorda? Conosce i B-movies poliziotteschi italiani cui Quentin si ispira? C’è un film di Kubrick, The Killing (Rapina a mano armata, 1956), che so ha ispirato Tarantino, e mi è piaciuto molto. Non sapevo dei film italiani, ma adesso voglio assolutamente vederli. Per piacere fatemi sapere quali sono e li vado subito a noleggiare. Io sono un grande fan di Tarantino, ma lui è solo uno dei tanti che mi hanno influenzato. Mi piacerebbe poterlo incontrare e magari discutere di lavoro davanti a un bicchiere di birra. Tutto quello che fa è stupendo, e io
adoro in particolare i film Kill Bill. Mi ricordo quando cercavo di trovare un agente, dopo aver scritto La gabbia delle scimmie, e uno mi ha risposto dicendo che il romanzo assomigliava troppo a quello che fa Tarantino. Io ho pensato, ma come diavolo si fa ad assomigliare “troppo” a Tarantino? È come dire che sei “troppo” bravo... Il suo romanzo è ambientato in Florida. Finalmente noi Eurorei non l’assoceremo più soltanto a CSI Miami... Quanto si presta per un noir spietato quello stato assolato? Ho studiato all’Università della Florida, a Orlando, e così ho ambientato lì il romanzo semplicemente perchè conoscevo il posto. Inoltre tanti, troppi romanzi si svolgono nella più seducente Florida del Sud (Miami, le isole Keys, ecc.), ma non avevo mai sentito che ce ne fosse uno ambientato a Orlando che è proprio nel centro dello stato. Mi è sembrata un’ottima idea. Chi sono i suoi modelli letterari? Raymond Chandler, Kurt Vonnegut, William Faulkner, Mike Resnick, Jim Thompson, il mio amico Scott Phillips, Christopher Moore, Elmore Leonard e Hemingway. Lei ha insegnato per anni scrittura creativa. Onestamente: per diventare scrittori servono davvero questi corsi? Molto spesso gli scrittori veri hanno bisogno di un veterano per affinare il loro talento. Anche Tiger Woods ha un allenatore per mettere a punto i suoi leggendari cambi di swing. C’è qualcuno che non diventerà mai uno scrittore, qualcuno che non avrà mai bisogno di un consiglio, ma resta ancora un sacco di gente tra i due estremi...
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Luglio 2008 INTERVISTE
Incontro con Petros Markaris creatore del commissario Charitos
“Mi sento cittadino del mondo” I suoi romanzi sono tradotti in sedici lingue
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Petros Markaris
Costantinopoli è la mia città natale, lì sono nato e vissuto fino al 1960. Facevo parte della minoranza etnica greca. La mia formazione culturale è avvenuta in Austria, culturalmente mi considero di impronta tedesca. Vivo ad Atene dal 1972, quando ho deciso di voler scrivere in greco, la lingua di mia madre. Amo questa città, ma quando parlo con gli amici uso l’espressione “voi greci” perché mi sento straniero per alcuni aspetti. Sono cittadino greco, uno scrittore greco ma la mia mentalità non è greca. La Grecia è la mia patria linguistica, per il resto mi sento cittadino del mondo. Ambretta Sampietro
Amor Dekhis I LUPI DELLA NOTTE L’ancora del Mediterraneo p. 203, € 14,00
recensione
etros Markaris oltre che scrittore è autore teatrale durre il Faust di Goethe in greco; ho impiegato 5 anni e sceneggiatore cinematografico. a tradurlo, dal 1998 al 2003. Da allora non ho tradotto Ha vinto la Palma d’Oro a Cannes nel 1998 con L’eter- altro. nità e un giorno, di Theo Anghelopulos. Parla correntemente greco, turco, Che metodo usa per scrivere? tedesco, francese e inglese. Non seguo un piano preciso, “Kostas Charitos In giugno è uscita una raccolta di ho una trama in testa e cominnon mi assomiglia, racconti noir, I labirinti di Atene, cio a scrivere sulla base di questa per Bompiani. Storie di emigranti trama. Scrivo un capitolo diedi mio ha le barzellette arrivati ad Atene per lavorare nei tro l’altro. cantieri per le Olimpiadi del 2004. che racconta e il fatto Tutte le mattine prima di iniziare Non vengono rappresentati come a scrivere bevo un caffè con Chariche legge i dizionari” vittime, ma come persone che votos e gli chiedo “perché vuoi andagliono vivere una vita normale. re proprio in quel posto lì, perché Il commissario Charitos è presente nel primo racconto, vuoi interrogare proprio quella persona?”. più lungo degli altri, e nell’ultimo. Quando ho scritto Difesa a zona ho scoperto chi era Il libro era uscito in Grecia nel 2005, in seguito in Ger- l’omicida a due terzi del romanzo, non volevo che anmania con il titolo Balkan Blues e in Spagna lo scorso dasse a finire così. anno. Finora sono stati tradotti in italiano Ultime della Ma dato che le ricerche le faceva Charitos non potevo notte, Difesa a zona, Si è suicidato il Che e La lunga farci niente. estate calda del commissario Charitos, tutti pubblicati da Bompiani. Che tipo di lettore è Petros Markaris? Legge libri di autori italiani? Lei è diventato famoso per aver creato il personag- Leggo molto, ne sono molto orgoglioso perché anche gio di Kostas Charitos, della moglie Adriana e della se sono scrittore leggo da due a quattro ore al giorno. figlia Caterina. A chi si è ispirato? Detesto la tv. Kostas Charitos si è presentato a me tra il 1991 e il Tra gli autori italiani leggo Massimo Carlotto, Andrea 1993 in un periodo in cui avevo scritto la sceneggiatura Camilleri, Leonardo Sciascia. Leggo anche autori spaper una serie poliziesca tv, Anatomia per un delitto. gnoli e tedeschi. In tre anni avevo scritto le sceneggiature di 65 puntate e non ne potevo più. Quali sono gli autori italiani più popolari in Volevo smettere e la produzione mi aveva guardato Grecia? Andrea Camilleri è il più popolare, è famoso anche come un pazzo. Ho continuato ancora per qualche puntata e, mentre Massimo Carlotto, sono stati pubblicati due suoi libri scrivevo queste ultime sceneggiature, si era presenta- e sta uscendo il terzo. ta davanti a me una normale famiglia ateniese piccolo borghese composta da tre persone, padre, madre e fi- Come è considerata la letteratura gialla in Grecia? glio. La prima reazione è stata “dovete sparire, perché Per decenni la letteratura gialla in Grecia è stata comla letteratura, la tve il teatro sono già pieni di piccolo pletamente trascurata. borghesi, e io me ne sono già occupato abbastanza nella Gli autori di rispetto non avrebbero mai scritto un roserie tv”. Ma il marito era cocciuto e non se ne andava. manzo giallo. Dopo un mese ho pensato “deve essere un dentista o Nemmeno gli autori di sinistra si sono mai misurati con il giallo. un poliziotto”. Come autore, non avrei potuto scrivere molto su un Dopo che è stato pubblicato il mio primo romanzo, in dentista, così ho deciso che doveva essere un poliziotto, Grecia molti si sono chiesti come mai uno che aveva ho trovato il nome a lui e alla moglie e ho deciso che il tradotto Brecht scrivesse un giallo. Non sapevano che a Brecht piacevano molto i gialli. Solo dopo la fiera del figlio doveva essere una figlia, Caterina. La moglie assomiglia tanto a mia madre, se n’è accorta libro di Francoforte del 2001, in cui la Grecia era stata mia sorella, anche lei cucinava i pomodori al forno e ci Paese ospite, i greci, vedendo le mie foto e i miei libri tormentava quando eravamo piccoli come fa Adriana allo stand, hanno pensato che se avevo avuto successo all’estero dovevano leggere i miei libri. con il marito. Caterina assomiglia molto a mia figlia Josephine. Kostas Charitos non mi assomiglia, di mio ha le barzel- Come ha vissuto gli anni ’70 e la dittatura dei Colette che racconta e il fatto che legge i dizionari perché lonnelli? io sono anche traduttore e amo i dizionari. Kostas lo Quando ci fu il colpo di Stato ero tornato in Grecia da due anni. Se lo avessi saputo non sarei tornato. aveva ricevuto in dono dalla sua madrina. Ho visto la gente infelice e come scrittore ho sentiCome è diventato scrittore, dopo aver studiato eco- to il dovere di rimanere per cercare di fare qualcosa per aiutare. nomia? Non ho fatto politica, ho iniziato a tradurre in greco Nella vita non si sa mai se si diventa scrittori o no. Quando studiavo economia gli unici scrittori profes- Bertold Brecht. A quel tempo era molto rischioso, tuttavia i Colonnelli sionisti erano gli inglesi. non furono molto severi con me come lo furono con la musica, il cinema e il teatro. È difficile vivere di scrittura in Grecia? Non è molto comune ma io ci riesco. Lavoro anche Stranamente non si accanirono con la poesia e la letteratura. come scenografo. Traduco dal tedesco in greco, nel 2003 ho finito di tra- Quale considera la sua patria?
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alah è Algerino. Un tragico evento, il brutale assassinio della moglie, lo costringe ad abbandonare il paese natale, flagellato da una guerra di potere interna: l’ombra del fondamentalismo minaccia la libertà di ogni cittadino che si oppone. Nella speranza di rifarsi una vita si trasferisce in Italia. A Firenze gli viene offerta la possibilità di riscattarsi. Entra infatti a far parte di una squadra speciale multietnica che combatte il terrorismo. Il passato però ritorna nel suo presente. Un’indagine riguardante una serie di delitti, avvenuti nel quartiere islamico della capoluogo toscano, lo riportano nuovamente nel suo Paese. E in Algeria scoprirà una verità alquanto scomoda, che lascerà un segno indelebile nella sua vita. Un libro che riesce a farci riflettere sulle problematiche legate all’immigrazione, un tema scottante e attuale anche in Italia. Una ricerca stilistica e linguistica degne di nota, che avvicinano il lettore a due mondi lontani eppure ormai così vicini, quasi a voler immaginare un’integrazione per lo meno sulla carta. Emanuele Mozzanica
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Luglio 2008 INTERVISTE
MilanoNera incontra Francesco Abate, autore di Così si dice, recentemente pubblicato da Einaudi
“Vi racconto il lato oscuro della Sardegna” S
La “tribù” di Sandrone Dazieri
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l progetto Tribù di Colorado Noir parte da un capitolo scritto da te. Di cosa parla? Il mio capitolo mostrava una donna, presumibilmente rapita o comunque costretta in una stanza chiusa, che cercava di capire che cosa stesse succedendo intorno a sé. Descriveva i suoi carcerieri attraverso i suoni e gli odori, perché era bendata. Poteva essere chiunque, dicevo, ma chi è venuto dopo di me ha deciso che fosse la sorella di una poliziotta, rapita per vendetta, mentre la poliziotta cerca di salvarla.
Che cos’è un romanzo a millemani, perché l’avete definito così? La definizione è di Maurizio Totti, ma è piaciuta a tutti. È un po’ l’estensione del concetto di “libro scritto a quattro mani”, perché vorremmo fossero moltissimi a partecipare. Quanto è importante lo scouting di nuovi talenti per la letteratura gialla e noir contemporanea? Lo scouting è fondamentale in tutta l’editoria, non solo per il giallo e il noir. Molti esordienti sono bravi, ma mancano di quel qualcosa che li differenzi da chi è venuto prima di loro. E trovare quel qualcosa in più è il compito di chi lavora in una casa editrice come editor o scout.
Francesco Abate
Abate e il futuro: continuerai a denunciare storie scomode o rincorri nuovi spunti di riflessione e ispirazione? Sì sempre, le storie scomode mi affascinano e mi fanno prudere le mani. Ma per renderle più fresche, e se vogliamo appetibili, bisogna cercare costantemente nuova ispirazione. Vorrei, come ho fatto sino ad ora, seguire due piste. Una di matrice più investigativa ben avviata grazie al lavoro in tandem con il mio maestro, Massimo Carlotto, e per ora approdata nella creazione del romanzo Mi fido di te, ma soprattutto del suo protagonista, Gigi Vianello. Con Massimo siamo già al lavoro per il ritorno di Vianello. Un’altra invece legata a quella produzione che per ora mi ha fatto scrivere libri come I ragazzi di città e Ultima di campionato dove sulla graticola è finita la nostra società. Alessandra Anzivino
Philippe Doumenc LO STRANO CASO DI EMMA BOVARY Castelvecchi, p. 224 , € 16,50
recensione
e state per partire per la Sardegna infilate nel vovisata o neppure verificata. stro bagaglio Così si dice di Francesco Abate. È un’accusa, non livorosa, semmai carica di humour, a Non vi aspettate una paziente e ordinata raccolta dei chi ha venduto e svenduto questa fantastica professioluoghi in o out, avrete invece un ritratto veritiero e ne che per fortuna trova ancora molti esempi di onestà, tragicomico delle coste più amate daprofessionalità e rigore. Anche se il gli italiani, un’indagine appassionante modello in ascesa, che fa da cattivo sulla frenetica evoluzione del malaffare esempio, è l’altro. “Così si dice nell’Isola. Abate non è nuovo al romanzo d’inchie- è anche lo specchio Quali sono i principi cardine sta, già Il Cattivo cronista aveva tracciadi una buona indagine giornanon solo to la via con una graffiante esposizione listica? del giornalismo dei tic e delle manie sarde. La fondatezza e quindi la veridiciIn Così si dice, però, si calano gli assi venduto ma anche tà delle fonti, un ampio spettro di e una robusta struttura veritiera fa da analisi e quindi la pluralità delle sfondo ad una scanzonata e coraggiosa di quello cialtrone.” opinioni e delle visioni. rinascita del protagonista: Rudy SapoPer questo bisogna mettersi in balrito, giornalista di nera. lo, scavare, sudare, non stare certo seduti in una scrivania di redazione attendendo la veliNel tuo libro Così si dice la redazione del quotidiana di un ufficio stampa o ciò che ti serve già precotto, no al quale appartiene il protagonista è una specie il solito portavoce di turno che sarà sempre pronto a di girone dell’inferno, il mestiere di cronista è pevenderti una verità di parte, magari non disonesta ma santemente messo in discussione, è un richiamo ad comunque di parte. una crisi dei Media? L’indagine giornalistica è come un puzzle, per renderla Sì. Nel giornale dove lavora Rudy Saporito accade il completa devi avere tutte le tessere del mosaico. peggio che possa verificarsi nella redazione di un giornale ma in generale di una testata d’informazione. Sardegna e malaffare: i tuoi personaggi sono legaTutto è asservito al sistema, le verità che vengono scotissimi alla loro terra, ma ne scorgono anche il mardellate sono funzionali agli impianti di potere, agli ciume nascosto, Rudy Saporito abbandonerebbe la interessi delle lobby o bene che vada ai capricci dei Sardegna? singoli giornalisti. Dai grandi favori alle piccole marRudy Saporito non abbandonerebbe mai la Sardegna chette. perché è lo stagno dove sguazza meglio ed è pesce Un giornale, quello di Rudy, dove si confeziona un grande fra piccoli pesci. prodotto utile al (pre)potente di turno ma mai al lettoFare il salto, lasciare il rassicurante stagno isolano, sire. Dove la verità è sempre e solo funzionale ai gruppi gnificherebbe confrontarsi in mare aperto con nuovi dominanti. predatori ben più grossi e quindi ben più pericolosi. Però Così si dice è anche lo specchio non solo del giorRudy conosce la geografia dei suoi luoghi, chi la nalismo venduto ma anche di quello cialtrone. Quello popola, le leggi che la regolano, quindi si sente al votato al pettegolezzo, alla notizia futile, gonfiata, trasicuro.
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Sandrone Dazieri
Lo scopo finale immagino sia la pubblicazione del romanzo: in che collana visto che a quanto ne so la ColoradoNoir è stata chiusa. Perché? La Colorado Noir è viva e lotta insieme a noi. Semplicemente, dopo due anni di collaborazione con la casa editrice Mondadori il rapporto si è interrotto e adesso viaggia sulle proprie gambe. Info su: www.coloradonoir.it
orse l’unica vera libertà è quella permessa agli scrittori che possono persino rimaneggiare le trame e i personaggi altrui, talvolta anche saccheggiando gli inarrivabili classici. La creatività non ha confini e se, invece di una storia originale, viene voglia di raccontare un epilogo diverso per un romanzo celebre oppure di proseguire la vicenda di un romanzo compiuto, nessuno può impedirlo. La storia che imbastisce Philippe Doumenc inizia quando quella di Flaubert si conclude: nel marzo del 1846 Emma Bovary, innamorata delle passioni, adultera, consumata dalle sue illusioni, si dà la morte con l’arsenico. Poi tutto prende un’altra piega e lo stile flaubertiano si intreccia con il ritmo del giallo: morente, la stessa Emma rivela che ad avvelenarla è stato un misterioso assassino. Così da Rouen giungono il commissario Delévoye e il suo assistente Remi che hanno il compito di indagare sulla sconvolgente rivelazione. Tutti sospettano di tutti e, tra imprevisti e colpi di scena, la vicenda si conclude in modo inaspettato. Il romanzo, ben congegnato, dà una versione completamente rovesciata di quelle scritta da Flaubert e non ne scalfisce il mito. Cameo dell’autore al funerale di Emma. Federica Marchetti
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Luglio 2008 INTERVISTE
Faccia a faccia con il criminologo Massimo Picozzi
“L’omicida è la prima vittima”
In libreria il suo nuovo libro “Quell’oscuro bisogno di uccidere”
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li non esiste il raptus. Il delitto è sempre assimo Picozzi complici anche la conseguenza di una storia. numerose, sempre eleganti, apparizioni televisive in cui si distingue L’opinione pubblica si scandalizza daper serietà e professionalità, è ben noto vanti a casi come quello di Ferdinana tutti gli appassionati del giallo (quello do Carretta, che uccide la famiglia e vero, quello true crime) per essere uno dopo pochi anni è giudicato guarito psichiatra forense, tra i massimi esperti e rilasciato con addirittura la casa dei in Italia (e non solo) in criminologia. genitori in eredità; c’è a suo avviso Parallelamente all’ideazione e alla conqualcosa che non va nella macchina duzione della trasmissione di Rai2 La della Giustizia? Linea d’Ombra, che approfondisce le C’è molto che non figure di alcuni tra i va, ma non si può fare più noti serial killer, “Un movente, un di tutta un’erba un ecco arrivare in libreria fascio. Quell’oscuro bisogno di bisogno per il Prendiamo proprio il uccidere, in cui l’autore delitto c’è sempre, caso di Carretta. descrive in modo luAl momento in cui ha cido, ma mai freddo e sia che il guadagno ucciso era gravemente distaccato, nove recenti malato, non in grado casi di cronaca nera che sia materiale o di comprendere ciò lo hanno visto coinvolpsicologico. (...) che faceva. to direttamente come consulente: dall’omici- Il delitto è sempre Questo anche perché non era mai stato cudio “satanico” di Chiala conseguenza di rato. venna a Michele ProfeChe poi anni di manita (il “Killer delle carte una storia” comio criminale, con da gioco”, con cui lo le terapie opportune, stesso Picozzi ebbe un possano averlo recuperato, non mi stuinquietante scambio di sms pochi giorni pisce. Piuttosto ci sono altri soggetti, prima della sua cattura…), da Angelo psicopatici lucidi come Angelo Izzo, Izzo alle Bestie di Satana. come Maurizio Minghella che hanno Picozzi, nonostante questi casi potrebbeavuto la possibilità di uscire dal carcere ro facilmente suggerirlo, evita di cadere in regime di semilibertà. E in semilibernel facile e volgare meccanismo dell’esità hanno ripreso a uccidere. bizione mediatica dell’(iper)corpo del reato, del macabro dettaglio fine a se Più in generale, si sente di associarsi al stesso, per mostrarci invece come spesso coro, ormai unanime, delle richieste l’omicida sia la prima vittima della proriassumibili nella formula di “certezpria follia. za della pena”? Non è facile mantenere vivo l’interesse La certezza della pena è una regola imdi un lettore già a conoscenza della “traprescindibile. ma” e del “finale” della storia data la noMa dobbiamo evitare di farne uno slotorietà dei casi, eppure Picozzi ci riesce gan populistico e vuoto di significato. benissimo, con uno stile essenziale, diDove sono le strutture penitenziarie in retto, in sintonia con i precedenti lavori cui rinchiudere i criminali condannati? di successo scritti a quattro mani con Dove sono gli agenti di custodia che deCarlo Lucarelli, qui autore di un’eleganvono occuparsi di loro? te prefazione. Professore, è possibile comprendere il bisogno di uccidere? Da sempre i criminologi si sono interrogati sull’esistenza del crimine assoluto, quello sanzionato in ogni epoca e cultura. Si potrebbe pensare all’omicidio, se non fosse che in alcune situazioni, come la guerra, non solo è tollerato, ma addirittura premiato. In ogni caso l’omicidio rimane il più grave tra i crimini, qualcosa di intollerabile, in quanto va a colpire il bene assoluto, la vita stessa. Per questo ci è impossibile non cercare una motivazione. E un movente, un “bisogno” c’è sempre, che il guadagno sia materiale o psicologico. Per chi si occupa di menti crimina-
Nel suo libro, il profilo di diversi criminali ne evidenzia la malattia mentale, mentre al contrario non c’è nessuna giustificazione per i cosiddetti sani di mente. Il male, dunque, esiste? Il male esiste, ed è il male che sta dietro la maggior parte dei delitti efferati di cui mi sono occupato, non la follia. I malati di mente sono più spesso le vittime, piuttosto che gli autori di reati. Ma naturalmente questo non fa notizia. Che tipo di letture ama Massimo Picozzi? Confesso la passione per il giallo e il noir in tutte le sfumature, dal legal thriller al delitto della camera chiusa, al romanzo costruito su criminologi, profiler e serial killer.
Chi sono a suo avviso gli scrittori in grado di descrivere meglio la mente criminale? E quali sono i romanzi che consiglierebbe agli appassionati del crimine? Simenon rimane maestro insuperato quando si tratta di raccontare come l’uomo comune può diventare un assassino, come eventi all’apparenza banali mettano in moto meccanismi che avanzano in modo ineluttabile verso il dramma finale. Jeffrey Deaver ha inventato con Lincoln Rhyme e Amalia Sachs una delle coppie più azzeccate del moderno thriller. Poi Michael Connelly, e il suo Harry Bosch che somiglia a Marlowe e Spade. Una citazione d’onore al mio amico e socio Carlo Lucarelli. Il suo ultimo romanzo L’ottava vibrazione è splendido, l’ho visto nascere e crescere in questi anni in cui io e Carlo abbiamo lavorato insieme. C’è stato un caso al quale ha lavorato che, data la sua efferatezza, sarebbe potuto uscire dalla fantasia di uno scrittore? Trovo la realtà delle cose che conosco troppo cruda, banale e priva di speranze per essere tradotta in un romanzo. Penso che nessuno reggerebbe pagine
Massimo Picozzi
di angoscia senza senso. Magari qualche spunto si. Penso a Michele Profeta, il serial killer di Padova. Ma solo qualche spunto. Fabio Spaterna
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Luglio 2008 RECENsioni
ino Cacucci è uno dei migliori narratori italiani. Possiede uno stile fluido ed efficace. I suoi personaggi corrono lungo le strade delle Americhe. Sono eroi e ribelli. Lottano per affermare una verità, contro profonde ingiustizie: le enormi disparità tra una minoranza di nazioni ricche e una maggioranza di Paesi poveri e sottosviluppati, dove la fame significa ancora sopravvivenza. Da almeno vent’anni, dal bellissimo Outland Rock, Cacucci raccoglie storie spesso dimenticate. Lo fa per amore e rabbia, Come un vero sognatore che non perde di vista la sua vera funzione: un osservatore attento alle cose del mondo. Nel libro Cacucci raccoglie appunti, reportage, ritratti e un inedito. E descrive profili di isole e paesi italiani come fossero paesaggi messicani che si delineano lungo strade panamericane, quelle che l’autore percorre da molti anni. Racconta dei mutamenti sociali di Bologna, la sua città, così diversa da quella conosciuta nel ’77, tra indiani metropolitani, vecchi partigiani, osterie di fuori porta ora trasformate in locali alla moda, linea dura sulla sicurezza. Tra le pagine di Un po’ per amore e un po’ per rabbia ritroviamo i guasti della società civile e politica, gli squilibri e i paradossi italiani, le ferite mai rimarginate della nostra storia contemporanea. E quei sogni infranti nel sangue e nella violenza. Cacucci ha scritto un buon libro da leggere con calma, magari in vacanza, ritrovando il gusto della narrazione, dove ogni parola resta fissata nel tempo, a futura memoria. Daniele Biachessi
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ersilia, 1967. L’ex colonnello dei Carabinieri Bruno Arcieri, una vita nei Servizi Segreti, si trova improvvisamente catapultato nel passato da due avvenimenti a prima vista assolutamente scollegati tra loro: il casuale incontro con Tom, un vecchio trombettista jazz e la scoperta di alcune lettere scritte da un vecchio amore, in cui si parla di una famiglia ebrea sterminata durante la guerra, dopo essere stata venduta alle SS da una spia mai catturata. Ma davvero questi due fatti non c’entrano niente l’uno con l’altro? Quanto è stato realmente casuale l’incontro di Arcieri con la “musica nera” di Tom? E che ruolo hanno le misteriose donne vestite di nero che ogni sera scrutano il mare da un pontile? A questo ultimo romanzo di Leonardo Gori non manca davvero nulla per essere uno di quei thriller che ti tengono sulla corda fino all’ultima pagina. Nessun personaggio è quello che sembra e anche le situazioni all’apparenza più scontate nascondono il possibile colpo di scena. Anche l’intreccio, sebbene il tema della guerra e del periodo fascista abbia ispirato parecchi libri, risulta essere convincente e mai banale, complesso quanto basta per non perderne il filo. Un romanzo, certo, frutto di invenzione. Eppure dopo averlo letto non si può fare a meno di riflettere su un periodo, quello tra l’Armistizio e la Liberazione, a mio avviso ancora più buio della stessa dittatura, in cui molti criminali hanno approfittato della situazione di confusione non solo per ripulire la propria immagine, ma addirittura per arricchirsi alle spalle di quelli che combattevano davvero per gli ideali e hanno reso il nostro Paese libero. Davide Schito
Wu Ming 4 Stella del mattino Einaudi, p. 391 € 16,80
recensione
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Leonardo Gori Musica nera Hobby & Work , p. 329, € 18,00
recensione
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Pino Cacucci Un po’ per amore e un po’ per rabbia Feltrinelli, p. 409, € 19,00
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ifficile non pensare a Q leggendo l’ultima fatica di Federico Guglielmi, a.k.a. Wu Ming 4. Sul sito dei Wu Ming c’è scritto che si tratta dell’autentico “romanzo ponte” tra i libri collettivi della Foundation e quelli solisti. Per come la vedo io, Stella del mattino è una delle opere migliori che siano uscite dalla fucina bolognese. Sulla carta sarebbe il tipico romanzo con cui il sottoscritto, noirista impenitente, avrebbe poco a che spartire: in ballo ci sono, nella Oxford anni Venti, Lawrence d’Arabia, poeti del calibro di Robert Graves e persino l’umanista sognatore che di lì a qualche anno s’inventerà Il signore degli anelli (avete capito bene: Tolkien è uno dei tre protagonisti). Di primo acchito, un Harry Potter per ragazzoni cresciutelli. E invece: col cavolo… Stella del mattino vi trasporta in posti lontani, a far la guerra con la dinamite e i cammelli. Stella del mattino vi racconta la storia di un uomo spezzato, trasformato in tutto ciò che non è mai voluto essere: un eroe. Stella del mattino è uno squarcio sanguinante sulla guerra di trincea e sulla miglior letteratura del secolo. Stella del mattino sa di pioggia e deserto, di tabacco da pipa e birra a poco prezzo. Stella del mattino è il miglior romanzo d’avventura dell’anno. Dici cotica… Simone Sarasso
I gialli italiani irrisolti di Gabriele Moroni
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e storie criminali fanno inorridire ma affascinano. Soprattutto se sono vere. E allora tanto vale farle uscire dalle cronache, sempre troppo scarne per la vorace curiosità dei lettori, per trasportarle nei libri. Giusto per poterci scrivere a sazietà ricostruendo episodi, riportando alla luce dettagli, azzardando soluzioni. È la voglia di raccontare di più che ha mosso l’editore Mursia a dare vita a una nuova collana noir. Niente fiction, solo giornalismo e a dirigerla un grande cronista di nera come Gabriele Moroni, inviato speciale de Il Giorno. Intitolata Gialli italiani irrisolti, la collana è partita con un libro firmato dallo stesso Moroni e intitolato Per denaro e per amore, misteri lombardi, omicidi senza colpevoli: una piccola antologia dell’orrore in cui sono ricostruiti dieci casi giudiziari fra i più crudeli ed efferati della nostra storia criminale, tutti rigorosamente ir-
risolti. Morti spaventosamente violente, avvenute a distanza di molti anni ma legate da elementi comuni. Quali? Ce lo spiega lo stesso Gabriele Moroni.
lega, è lo iato esistente fra le vittime, tutte limpide, cristalline, e la ferocia con cui sono state massacrate. Roberto Klinger era un grande clinico noto anche per la sua Perché proprio queste storie? straordinaria umanità, CorigliaPerché sono casi che hanno Gabriele Moroni no, un bravo ragazzo. Di Lidia colpito la mia immaginazione e Macchi, ragazza senza ombre, che per ragioni diverse hanno cessato di essere ho conosciuto la splendida famiglia... Se l’orcronaca nera per diventare storia. Saghe atroci rore ha colpito persone così, chi può consideche non sarebbe giusto lasciar sprofondare nel rarsi al sicuro? buio della memoria. Sono tutti casi insoluti. Ti sei fatto un’idea Cosa hanno in comune? di chi potrebbero essere gli assassini? Il fatto che le vittime sono tutte persone per Credo che la maggior parte di questi omicibene finite in modo atroce. Lidia Macchi, di sia maturata nella cerchia amicale e famiSimonetta Ferrero, Laura Bigoni, il professor liare. Sono esempi dell’amicizia, della fiducia, Klinger, Salvatore Corigliano… Quello che dell’affetto e dell’amore traditi. colpisce e che lega queste vicende, e che le Da giornalista a scrittore. Cosa ti ha spinto:
la voglia di raccontare di più, di aggiungere particolari? Una volta chiesero a Gary Cooper come si giudicasse in quanto attore. “Ma io non sono un attore”, rispose, “sono me stesso.” Questa risposta mi si adatta: io non sono diventato uno scrittore, sono rimasto un cronista con la differenza che scrivendo libri non sono pressato dall’impellenza e posso approfondire. Un cronista che si occupa di delitti mostruosi maturati in ambienti insospettabili ha ancora voglia di conoscere gente? La curiosità per la gente resta la molla principale per chi fa il mio mestiere. È certo però che la cronaca, con il suo vizio di mescolare persone splendide che vivono talvolta in dimensioni eroiche e personaggi abietti, resta una grande maestra di saggezza e di prudenza. Adele Marini
L’amore non è un miraggio. L’autore rivelazione Luis Leante ci parla del deserto: quello del Sahara, e quello che c’è in ognuno di noi. Il percorso di rinascita di una donna che vuole ritrovarsi, per tornare a vivere.
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Luglio 2008 FRESCHI DI STAMPA
Millennium atto secondo. In attesa del terzo.
Stieg Larsson la RAGAZZA che giocava con il fuoco Marsilio, p. 754, € 19,50
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no dei casi letterari dell’anno è senza dubbio rappresentato da Stieg Larsson. Lo scrittore svedese, morto all’improvviso a causa di un attacco cardiaco nel 2004, è autore
della ormai famosa Millennium Trilogy, di cui Uomini che odiano le donne (Marsilio), rappresenta il primo volume. Anche in Italia, come in tutto il resto del mondo, il romanzo ha ottenuto un improvviso e inaspettato successo di critica e pubblico. Marsilio pubblica ora per tutti i fans italiani di Larsson, La ragazza che giocava con il fuoco, secondo e attesissimo episodio di questa trilogia che nei progetti dell’autore avrebbe dovuto essere composta da una serie di dieci volumi. L’opera di Larsson ha una singolare storia editoriale: Uomini che odiano le donne, uscito dopo la morte dell’autore, ha venduto oltre 2,3 milioni di copie in Svezia ed è stato tradotto in venticinque lingue. In Francia, grazie al passaparola, la trilogia ha conquistato oltre un milione di lettori in meno di un paio d’anni. In Danimarca, il terzo volume è il libro con la più alta tiratura dopo la Bibbia, mentre gli Stati Uniti ne hanno acquistato i diritti per 210mila dollari. Senza contare la trasposizione cinematografica e televisiva attualmente in fase di lavorazione. Questo clamoroso caso editoriale internazionale deve la sua fortuna all’invenzione dei suoi due protagonisti, Blomkvist e Salander. Da un lato, incontriamo l’affascinante giornalista Mikael “Kalle” Blomkvist, che è l’evidente al-
ter ego dell’autore. Nella realtà, infatti Larsson fu il fondatore della rivista Expo, nata con l’intento di difendere la democrazia e la libertà di parola contro i movimenti razzisti, antisemiti, e di estrema destra. Nella finzione letteraria, il protagonista della trilogia è il fondatore di Millennium, una pubblicazione che si occupa di smascherare gli imbrogli e i casi di frode finanziari del Paese. Dall’altro lato, il vero colpo di genio da parte dell’autore sta nell’aver inventato la figura di Lisbeth Salander. L’hacker venticinquenne, sociopatica e bisessuale, nata dalla personale reinterpretazione da parte dell’autore del personaggio di Pippi Calzelunghe, di cui Larsson si professava fervente ammiratore e di cui si trovano numerosi e divertenti riferimenti in questo secondo episodio. Se in Uomini che odiano le donne il punto intorno a cui tutto ruotava era rappresentato da Mikael, ne La ragazza che giocava con il fuoco è proprio intorno a Lisbeth che si sviluppa tutta la storia. Qui il lettore impara a conoscere meglio la protagonista femminile della trilogia. Per raccontare il suo presente l’autore è infatti costretto a parlare del suo passato, torbido e pieno di inconfessabili segreti. La personalità di Lisbeth dipende totalmente dal suo vissuto, che in questa storia ritorna
prepotentemente, coinvolgendo Mikael in un’avventura che lo vedrà nel ruolo del primo e fedele alleato della giovane hacker. Se nell’episodio iniziale era lui a essere salvato da Lisbeth, in questo caso le parti si invertono. Sullo sfondo del paesaggio svedese delineato magistralmente dall’autore, i due protagonisti si muovono affiancati da un consistente numero di personaggi secondari che non sono semplici comparse, ma agiscono e influenzano pesantemente l’azione. Quando tre di loro vengono inspiegabilmente assassinati, Lisbeth viene accusata di essere l’artefice della loro morte. Da quel momento in poi la storia si sviluppa attraverso diversi piani narrativi raccontati grazie ai differenti punti di vista dei personaggi. La costante fuga di Lisbeth e la sua indefessa ricerca da parte di Mikael creano un irresistibile intreccio, la cui sapiente struttura narrativa rende affascinanti e scorrevoli le oltre 750 pagine del libro, che conducono il lettore a un epilogo poco realistico ma di sicura efficacia capace di gettare le basi per l’ultimo atto della storia di Mikael e Lisbeth. Daniela Basilico
Piernicola Silvis torna in libreria con il suo secondo libro. L’abbiamo intervistato.
“Questo romanzo mi ha succhiato l’anima” L’
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ultimo indizio è un libro verità che racconta come le forze dell’ordine sono arrivate alla cattura di Giuseppe “Piddu” Madonia, il numero due di Cosa Nostra, ma è anche una storia personale che parla di solitudine, del ruolo della famiglia e di molto altro ancora. Una scelta coraggiosa… Se per coraggiosa intendi il tipo di esito che nella storia hanno le vicende familiari, devo dire che forse, sì, è stata coraggiosa perché non è stato facile guardare dentro la mia famiglia e scavare per trovare le difficoltà nella vita di coppia, che poi credo tutti abbiano più o meno. Aggiungendo l’intreccio introspettivo volevo raggiungere tre differenti risultati: il primo era di scrivere un romanzo che non potesse essere incasellato esclusivamente nel genere poliziesco. Poi volevo mostrare la vera faccia dei poliziotti: persone come le altre e non improbabili “machos sciupafemmine” o “sfigati commissari di
una certa età”. Infine volevo vincere una scommessa con me stesso.
Mentre sviluppavi l’idea di questo romanzo abbiamo avuto più volte occasione di discuterne i principali aspetti e soprattutto le Quale scommessa? scelte narrative. Non era – e non è – una stoSono sempre stato convinto che anche una ria facile da scrivere soprattutto perché toccava – e tocca – un periodo storia introspettiva può essere narrata con i ritmi di un thrilstorico nel quale sembrava ler. Dopo la prima stesura del che con la morte di Falcone e romanzo, la casa editrice mi ha Borsellino fossero crollate le comunicato, testualmente: “il ultime speranze di un intero plot poliziesco è perfetto ma le Stato. Quanto è stato difficile per te rievocare quei ricordi e vicende familiari sono mosce. Complicale”. A quel punto io renderli vivi per noi lettori? ho risposto: “Ma non è succesL’ultimo indizio è un romanso niente di eclatante, in quel zo che mi ha succhiato l’anima. Vedi, io sono poliziotto periodo, in famiglia”. E loro: “Inventati qualcosa”. E io l’ho nel profondo del mio essere. Amo la giustizia. Avrei potufatto con la stessa dinamica del thriller. Che poi io ci sia o Piernicola Silvis to fare l’avvocato con mio meno riuscito, non tocca a me L’ultimo indizio padre, che aveva due studi dirlo. legali, ma ho preferito pasFazi, p. 275, € 17,00
sare dall’altra parte della barricata sognando il trionfo della giustizia. Ecco lo spirito di questo romanzo: mostrare poliziotti seri professionisti e non eroi isterici da fiction tv. Spesso ho penato per tirare fuori le mie sensazioni e i ricordi più intimi. Nel libro sono presenti i nomi reali di molti uomini che hanno fatto la storia del “riscatto Italiano” contro Cosa Nostra. Da Antonio Manganelli, attuale Capo della Polizia, al tuo collega Gilberto Caldarozzi fino al Questore di Caserta Carmelo Casabona e molti altri… Sono grandi uomini. Manganelli è un mito, per noi poliziotti. Io poi, che lo conosco personalmente e ci ho lavorato insieme, sono orgoglioso di aver averne avuto la possibilità. Anche Caldarozzi è un grande collega. Falcone, Borsellino e tutti gli altri servitori dello stato hanno reso grande questa nostra Italia e a loro va il nostro tributo di affetto. Fabio Fracas
LE OSCURE VERITÀ DEL PASSATO Michael Koryta
“Personaggi dal fascino ipnotico si aggirano nelle strade di Cleveland al ritmo di una narrazione incalzante.” The Washington Post
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Luglio 2008 RECENSIONI
Taxi blues
recensione
Steve Hockensmith SHERLOCK HOLMES, MONTANA Hobby & Work, p. 313, € 18.00
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a Polizia non credeva che il tassista non sapesse nulla di quelle tre pallottole conficcate nel corpo del cliente. Sembra l’inizio di un giallo, invece è la realtà che si prende una rivincita sulla fantasia. Sembra immaginata questa storia che ha per protagonista tre pallottole e un panino. La moglie l’ha messo a dieta. Gli conta le calorie, una dittatura alimentare fondata su un indice di cibi proibiti, che fanno male! Carne, scatolette, burro, merendine chimiche avvolte nella plastica, cioccolatini: via tutto! Quel giorno però avevano un accordo, dentro il panino integrale lui avrebbe potuto mettere tutto ciò che voleva, attingendo liberamente dalla lista dei cibi consentiti: maccheroni, aveva pensato in un primo momento, alla fine si gettò sulla cosa più grassa della “wife list”. Formaggio, “solo fresco”. Roba da chiedere il divorzio! Fu così che si fece prendere la mano: la sua pausa pranzo prese l’aspetto di una valigia su cui devi sederti per riuscire a chiuderla. A mezzogiorno, mentre sta per addentare il boccone proibito un uomo sale di scatto sul suo taxi, ha il respiro affannoso ed è talmente
pallido che sembra di marmo, sanguina: “Mi porti all’ospedale più vicino”. Niente panico! il tassista si getta il panino in tasca e parte a razzo. Sente l’odore del sangue mischiarsi a quello del formaggio. I poliziotti li ha sempre visti con la divisa in ordine ma questo indossa scarpe da ginnastica, ha la faccia butterata e sembra un criminale anche se tutti lo chiamano “dottore”. “Quindi gli avevano già sparato quando è salito sul suo taxi. Quell’uomo aveva appena fatto una rapina, un taxi sembra un ottimo palo”. Il tassista è stanco, ha fame, non ha mangiato niente tutto il giorno, se fosse un film chiederebbe un avvocato, e invece chiede un panino. “Qui non facciamo panini!” “Non c’è problema, ho il mio pranzo”; estrae il panino dalla tasca, si rivolge al commissario, ha la bocca piena, mangia soddisfatto, sembra Bud Spencer: “Ma le sembra normale che uno che partecipa a una rapina pianifichi anche la colazione al sacco?”
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e pure Joe Lansdale si scomoda per dire che questo è un libro divertentissimo, ci sarà un motivo. Ce ne sono tanti, in realtà. A cominciare dall’improbabile accostamento della scomoda figura di Holmes al selvaggio West. Tranquilli: il fantasma del più noto investigatore della storia è solo evocato. Niente sfide a pistolettate tra il goffo Watson e Wild Bill Hickok,
Raoul Precht Senza tracce, muto, come affonda una nave Foschi, p. 253, € 10,50
recensione
di Raffaella Piccinni
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teve, corpulento detective con qualche problema di salute, viene incaricato da una soubrette argentina di scoprire il perché di alcuni strani comportamenti del padre. L’indagine si incrocia con il racconto in prima persona di Helmer, infermiere omosessuale che collabora con l’organizzazione svizzera specializzata in eutanasia cui, si scopre poi, si è rivolto il padre della ragazza. Ov-
Gennaro De Stefano L’UOMO DI COGNE Aliberti editori, p. 256, € 15,00
recensione
Racconti di una scrittrice taxista
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l 21 maggio 2008 la Prima Sezione penale della Corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna a sedici anni di reclusione pronunciata dalla Corte di Appello contro Annamaria Franzoni, accusata di aver massacrato il proprio figlio Samuele il 30 gennaio 2002. Ora, in questo Paese, dove le condanne definitive sono più rare delle banconote da trenta euro, una sentenza passata in giudicato avrebbe dovuto mettere la parola fine a una vicenda più simile a un legal-thriller di John Grisham che a un caso giudiziario.
niente tazze di tè al saloon. Il romanzo in questione è un western ed è un giallo in cui si fondono abilmente gli stilemi dei due generi e la voglia di divertire. Due fratelli più diversi di quanto lo possano essere Holmes e Watson. Big Red e Old Red. Nell’aspro Montana del 1893, l’età aurea del West, nel mezzo della guerra degli allevatori, ovvero i petrolieri dell’epoca. La bella trama finisce per essere un elemento quasi secondario, sommersa com’è da una miriade di situazioni paradossali, battute buffissime e dialoghi arguti.
La deduzione sherlockiana non manca. Solo che al posto dei mozziconi di sigaretta, nelle praterie sono le cacche delle vacche a fornire preziose informazioni. E meno male che qualcuno non ha dato all’edizione italiana un titolo tipo La lunga pistola di Holmes oppure Sfiga all’OK Corrall. Io la tentazione l’avrei avuta. Qualcuno sarebbe insorto e qualcun altro si sarebbe rivoltato nella tomba. Se non altro per lesa maestà. Holmes è pur sempre Holmes, che di nome faccia Sherlock oppure John. Seba Pezzani
viamente emergeranno terribili verità risalenti all’epoca della dittatura militare argentina. Il libretto – duecento pagine – è scritto benissimo, senza una sbavatura, popolato da personaggi delineati con sensibilità e maestria, scorrevole ma denso; le situazioni sono avvincenti e non banali. Non manca niente, insomma, salvo un intreccio degno di questo nome. Precht mira alto – anche il titolo “ importante” è una citazione da Marina Cveateva, poetessa russa morta suicida nel 1941 – e si ispira chiaramente a Durrenmatt ma, mentre i romanzi brevi dello svizzero sono gioielli per-
fettamente calibrati, qui l’eccesso di sintesi rende la storia semplicemente “troppo poca”, sia per quantità che per complessità. La sensazione di trovarsi davanti a bozzetti che avrebbero richiesto ulteriore sviluppo è acuita dalla scarsa originalità dei contesti: l’Argentina dei desaparecidos, l’algida Svizzera dell’eutanasia. Non che del poeta debba essere sempre il fin la maraviglia, tuttavia da uno scrittore così bravo ci si aspetterebbe un “qualcosa in più” – più pagine, più avvenimenti, più “massa”. Il coraggio, insomma, di dar vita a un vero romanzo. Donatella Capizzi
E invece no: il collegio difensivo ha già annunciato che chiederà la revisione del processo. Dunque aspettiamoci un Cogne-bis e nel frattempo godiamoci l’ennesimo libro che vorrebbe svelare la sola verità possibile su quello che accadde sei anni fa nella villetta - Mulino Bianco di Montroz. Il titolo di questo instant book, L’uomo di Cogne, ne svela già il contenuto: secondo l’autore, a uccidere Samuele non fu sua madre in preda alla sindrome di Medea, ma un banale maniaco. Un insospettabile, ben conosciuto a Cogne che, come uno stalker da manuale di criminologia, avrebbe aspettato, appostato nell’ombra, il momento opportuno per entrare nella camera da letto dei Lorenzi e impossessarsi della biancheria intima
di Annamaria, oggetto dei suoi turpi desideri. Purtroppo quel mattino nel lettone c’era Samuele che lo avrebbe visto e riconosciuto. Innocentista della prima ora, Gennaro De Stefano, che sulla tragedia di Cogne ha scritto anche il librointervista La verità (Piemme, 2006), ha riversato in quest’opera tutti i suoi dubbi sull’operato dei magistrati, dei periti, dei difensori e di chiunque per sei anni, con tenacia e passione, abbia speso tempo, denaro ed energie per scoprire la verità sul delitto riuscendo, a suo giudizio, solo a inchiodare un’innocente, mentre la soluzione del caso era (e sarebbe tutt’ora) sotto gli occhi di tutti. Adele Marini
Perché resistere all’evoluzione?
Il cambiamento. Meglio resistere o prenderne atto? Scalzare le proprie certezze può rendere indolore il passaggio. Baricco osserva la nascita di una nuova civiltà, attraverso gli occhi di quella precedente.
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Luglio 2008 RECENSIONI
I like IT
recensioni in bianco
Libri che mi piacciono per motivi assolutamente soggettivi
di Paolo Roversi
Alfredo Colitto Duri di cuore Perdisa, p. 128, € 9,00
Alfredo Colitto è un amico, ma sopratutto è un bravo scrittore. Il suo Duri di cuore è un noir da leggere in un fiato. Due ore senza pensieri racchiusi in una storia dove c’è tutto: il cattivo spietato, la bella da salvare, l’eroe con qualche lato oscuro. Insomma, basta parlare: leggetelo e non rimarrete delusi. Martin Cruz Smith Il fantasma di Stalin Mondadori, p. 345, € 19,00
In questa estate calda un po’ di neve e freddo della Russia profonda non può farvi male. Il fantasma di Stalin è un romanzo che non delude, seguito ideale del bellissimo Gorky Park. C’è l’atmosfera, quella malinconia di fondo, il mistero da svelare. Martin Cruz Smith è uno che ci sa fare, punto. Piero Colaprico, Pietro Valpreda Le indagini del maresciallo Binda Rizzoli, p. 442, € 19,00
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Prima che un’orda famelica di scribacchini si mettesse in
testa che il giallo è un genere alla portata di tutti, c’erano Colaprico e Valpreda con i loro romanzi e le loro storie. Su MilanoNera, quindi, non potevo non segnalare questa raccolta dei loro romanzi in cui si respira Milano e la si racconta attraverso gli occhi e il dialetto del maresciallo Binda. Nan Aurousseau Dello stesso autore E/O, p. 129, € 14,00
Lo so: il titolo è quello che è ma il libro non è male. Ai corsi di scrittura creativa una delle prime regole che insegnano è che non si può utilizzare un protagonista che sia uno scrittore. È un conflitto d’interessi. Non si fa. Aurousseau cade nel tranello ma vince la scommessa. Il suo primo noir non mi aveva entusiasmato, questo invece l’ho letto d’un fiato. Storia avvincente (anche se in un paio d’occasioni sbrodola), scritta in maniera onesta. Aspetto l’autore al prossimo romanzo perché con questo stile e la sua storia personale (sette anni di galera per rapina a mano armata) potrebbe diventare il Bunker francese. Davide Faraldi Generazione Erasmus Aliberti, p. 172, € 15,00
Non siamo di fronte a un capolavoro ma a un libro scritto col cuore, sincero. Racconta la mia generazione, la stessa di tanti ragazzi che se ne sono andati all’estero con
una borsa di studio Erasmus. Partono e quando (o se) tornano non sono più gli stessi. Dei disadattati. Posso dirlo perché è successo anche a me e anche a Davide Faraldi, autore di questo romanzo. Ma c’è di più: con Davide abbiamo bevuto parecchie birre insieme, lì sulla Promenade des Anglais a Nizza dove tutti e due facevamo finta di studiare. Sono passati dieci anni da allora. Dentro è rimasta la nostalgia di quegli anni e lui l’ha raccontata fedelmente in questo libro: un po’ Moccia (eh purtroppo sì) e un po’ Holden. Ma che non potete perdere se anche voi fate parte della generazione Erasmus... Guillermo Fadanelli L’ altra faccia di Rock Hudson Tropea, p. 127, € 12,50
Il Messico (senza nuvole) di un giovane autore: morboso, incestuoso, cattivo quanto basta. J.A. Konrath BLOODY MARY Alacran, p. 352, € 15,00
Chiudo segnalandovi la seconda avventura di Jacqueline “Jack” Daniels. Solito humor di Konrath, una storia leggera da leggere sorseggiando un cocktail, un Bloody Mary ad esempio, per poi continuare, se non l’avete già letto, con la prima avventura il cui titolo è anch’esso etilico (e che io da bravo bukowskiano non posso che apprezzare) Whiskey Sour.
Andrea De Carlo
Andrea De Carlo Durante Bompiani, p. 440, € 18,00 Un romanzo avvolgente il cui titolo asseconda una visione presente e fugace del tempo. Un protagonista per eccellenza senza possesso e senza menzogna che porta in superficie sogni, desideri e paure, come un fascio di luce che devasta e illumina anime al neon. Attraverso gli occhi di Durante il mondo scorre come se la discrepanza tra forma e contenuto, tra essere e non essere diminuisse nel suo sviluppo e nella sua contrapposizione. Una musica senza suoni, una fotografia senza colori corrodono le vite dei personaggi. E anche il mondo marchigiano, aspro, compatto e poco conosciuto, sembra imprimere alla storia una forza che riesce a scuotere, come se De Carlo volesse indicarci una via non facile ma più autentica del viaggio. Il titolo Durante indica una transizione continua, perchè questa scelta? Mi piaceva che il protagonista del mio romanzo avesse un nome italiano nobile e antico che è anche un avverbio di tempo. Corrisponde al suo carattere intensamente concentrato sul presente, senza nostalgie per il passato né programmi per il futuro. Poiché Durante è il fulcro della storia, era inevitabile che il romanzo avesse il suo nome. Si parla di fragilità, ma come forza, crede che ci sia bisogno di tornare alla fragilità? Credo che la vera forza sia più bella nella flessibilità che nella rigidità, nel-
la capacità di spostare il proprio peso che nel restare immobili in un punto. A volte poi si confonde la sensibilità con la fragilità, ed è un errore grossolano. Anche con questo libro vuole che restino delle domande e delle riflessioni aperte? Sì, l’ultima pagina dell’ultimo capitolo lascia al lettore con gli interrogativi che fino a quel momento ho condiviso con lui. Per esempio sul senso ultimo di fare quello che facciamo, sul rapporto tra i nostri sogni e la realtà. Sulla discrepanza tra chi vorremmo essere e chi siamo, tra quello che cerchiamo e quello che abbiamo, sulla direzione in cui sta andando il mondo. Claudia Caramaschi
Mauro Covacich Prima di sparire Einaudi, p. 284, € 16,00 Ormai non ce la fa più nessuno. Questo è un dato (quasi) di fatto: (quasi) nessuno riesce a intessere una relazione matura, e dunque duratura, con l’altro, fino alla fine. Ed è anche l’assunto che muove il sesto romanzo del triestino Mauro Covacich, alle prese con gli acciacchi sia fisici sia emotivi del giro di boa dei quarant’anni. La trama scorre su due binari paralleli, due narrazioni speculari che vedono protagoniste due coppie in crisi: l’artista maratoneta Dario Rensich e sua moglie Maura, che lo tradisce con Sandro, un uomo dal presente incerto e quindi conturbante. L’altro “trio” è composto dallo scrittore quarantenne Mauro, la moglie Anna e l’amante Susanna, che lo intrappola con il suo fascino puerile. Orchestrando abilmente finzione narrativa e cronaca quotidiana, Covacich si trasforma in un libro aperto e ci confessa il suo amore mentre scivola inesorabilmente verso il passato in un vortice di dolore puro, scavando fin nelle viscere di un tema eterno che merita sempre di essere raccontato e scoperto. Luca Ottolenghi
Luca Evangelisti
Mai più paura di volare Come vincere per sempre la fobia dell’aereo
Dal più grande esperto italiano, finalmente un libro che sconfigge per sempre la paura di volare. Leggere per credere!
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Luglio 2008
Michael Harvey CHICAGO WAY Mondadori, p. 330, €18,60
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ard Boiled “puro e duro” nella tradizione di Chandler. Per chi lamentava la latitanza del detective privato ecco un esordio convincente e ottimamente ritmato. Michael Kelly racconta in prima persona con il cinismo disincantato e un po’ romantico tipici del genere “le notti oscure di Chicago”. Un vecchio collega, un dimenticato caso di stupro, legami con un serial killer nel braccio della morte. Ma soprattutto una sfilata di dark lady ben caratterizzate, intriganti, con i loro segreti nascosti e un fascino ineludibile. Ma l’amico muore ed emerge una catena di delitti legati a prove scientifiche che rivelano una “impossibile” realtà. Sin dalla cover accattivante, decisamente anni ‘40, il romanzo del produttore della celebre serie tv Cold Case sui delitti irrisolti promette un piacevole tuffo nel passato. Lo svolgimento, però, è nervoso, scandito da dialoghi, colpi di scena, una certa dose di violenza e un bel finale. Prodotto di consumo, certo, ma si tratta di un thriller eseguito con competenza e conoscenza delle regole del gioco, tanto che, alcune, vengono appositamente stravolte. In un panorama narrativo dove questo genere di giallo “all’americana” sembra ridursi a pochi esemplari (i romanzi di Steve Monroe ambientati guardacaso a Chicago, editi da Einaudi) arriva paradossalmente come una ventata fresca tra tante patologhe forensi e poliziotte più “casalinghe disperate” che detective. Uno di quei romanzi da consumarsi con un buon whisky e un sigaro, in poco più di una serata. Avercene... Stefano Di Marino
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recensione
onsiderato come il capolavoro di Raymond Chandler, Il lungo addio è un romanzo noir malinconico e struggente, colmo di disillusione, come il suo protagonista, il detective privato Philip Marlowe. L’incontro casuale tra l’investigatore e Terry Lennox, un ubriaco all’ultimo stadio alle porte di un esclusivo locale, dà il via a una vicenda tipicamente hard boiled, perfettamente costruita, ricca di personaggi dai tratti forti e decisi. Il romanzo è ambientato in una Los An-
geles soffocata dal caldo, ventre molle di ricchi borghesi dediti all’alcool, sempre a un passo dall’autodistruzione e all’autocommiserazione. Marlowe si muove – e noi con lui – in questa palude, rimanendo saldo a valori cui nessuno sembra più credere, alla continua ricerca di una verità scomoda e pericolosa, tra gangster, femmes fatales e poliziotti sempre a un passo dalla corruzione. Il tutto scandito con una scrittura brillante, dal tono tipicamente noir, di cui Chandler è maestro, con dialoghi al vetriolo, ironia mordace e senza scrupoli, e una malinconia disillusa davvero appagante. Un’opera ancora attuale, da leggere senza riserve. Seguendo Marlowe fino al lungo, triste, e insospettabile addio che chiude la vicenda. Andrea Galla
Mario Consani Foto di gruppo da Piazza Fontana Melampo Editore, p. 171, € 14,00
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in errore chi sostiene che sulla strage di piazza Fontana, avvenuto a Milano il 12 dicembre 1969, non si conosce la verità e non sarà mai possibile conoscerla. Almeno in parte. Perché dopo quasi quarant’anni e dieci processi, malgrado le assoluzioni, quanto meno una parte di quella verità la si può comprendere ed essa viene ricostruita in questo libro, Foto di gruppo da Piazza Fontana, in cui Mario Consani, giornalista milanese, mette insieme atti giudiziari e li incrocia a dichiarazioni e interviste per dimostrare che una serie di frammenti chiari esiste. Frammenti che peraltro non sono marginali né scarsi. E, proprio come se fosse un album fotografico, Consani articola il suo racconto creando capitoli che sembrano immagini e passa in rassegna tratti biografici di eversori, politici, magistrati, imputati, sospetti innocenti, agenti dei servizi segreti e delle forze dell’ordine per ricostruire un periodo storico che con l’attentato alla Banca Nazionale dell’Agricoltura ha inaugurato la strategia della tensione. Altro pregio del libro è la sintesi: non si perde in complicati intrecci giudiziari, paragrafi brevi per riportare il succedersi degli eventi, guadagnandone in efficacia. Antonella Beccaria
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Raymond Chandler Il lungo addio Feltrinelli, p. 320, € 8,00
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RECENSIONI Cornell Woolrich Giallo a tempo di swing Feltrinelli, p. 233, € 15,00
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ornell Woolrich è stato un gigante della scrittura, noir e non solo. Da un suo racconto Hitchcock ha preso spunto per La finestra sul cortile. A lui si sono ispirati anche Truffaut e Fassbinder. Americano, classe 1903, ebbe un’esistenza tormentata. Omosessuale quando non andava di moda, confidò: «Scrivo solo perché vorrei restare vivo ancora per un po’, dopo essermene andato». A oltre cent’anni dalla sua nascita, è più vivo che mai. L’anniversario è stato celebrato negli Usa con una raccolta di suoi racconti usciti negli anni Trenta e Quaranta, poi pubblicati in Italia da Feltrinelli. Dopo New York Blues (2006) è ora la volta di Giallo a tempo di swing. Il destino e la colpa, i sospetti e le bugie, gli sbirri corrotti e le donne perdute. Questo e ben altro in sei racconti perfetti: inquietanti, poetici, imprevedibili e modernissimi. A dispetto dell’incedere dispettoso del destino, Woolrich concede ai suoi personaggi (e ai suoi lettori) quella speranza di felicità che a lui fu negata. A chi apprezzerà i racconti, consiglio poi la lettura dei romanzi, in cui Woolrich dà il meglio del suo genio. Meritano in particolare la serie “in nero” e Si parte alle sei. Lucia Tilde Ingrosso
Christopher Goffard CRONACHE URBANE DI UN FUORILEGGE Newton Compton, p. 352, € 9,90
L’
unico modo per descrivere la feccia della società è armarsi di pazienza e fare un giro nei bassifondi in cui questa si raduna, si organizza e si lecca le ferite. Christopher Goffard lo fa da anni nel suo lavoro di giornalista di nera a Los Angeles, e questo romanzo rappresenta uno spaccato fedele della sua esperienza, oltre che una critica pungente all’esasperato manicheismo caratteristico del sistema americano. I protagonisti, infatti, sono dei mostri consapevoli ognuno con una tara che lo perseguita dalla nascita e che lo ha condotto all’oblio del fallimento. La California e l’Orange County in particolare non sono mai state così livide, così pullulanti di delinquenti e così reali. Benny, il protagonista, è un informatore della polizia ex tossicodipendente con qualche detenzione alle spalle e una moglie grassa e tirannica che lo soffoca con le sue continue lamentele. Lavora come lavapiatti e beve fino a tardi in una bettola, dove si rifugia in compagnia di altri relitti della sua caratura. L’arrivo di Gus Miller, corpulento veterano del Vietnam ormai in disarmo, sconvolge la “pacifica” esistenza di Benny trascinandolo sempre più a fondo, fino a condurlo di fronte alla corte suprema con l’accusa di essere un killer al soldo di una importante famiglia dello stato. Con un metro narrativo alla Soliti sospetti, Benny racconta la sua verità al triste e disilluso avvocato d’ufficio dipingendo un quadro grottesco e visionario. In questo scenario Benny è il cattivo perfetto, dipinto ad arte da anni di sballottamento fra carceri e meta-anfetamine ed è convenienza di tutti che reciti fino in fondo il ruolo assegnatogli. Andrea Ferrari
LORENZO BECCATI
IL MISTERO DEGLI INCURABILI Genova, anno Domini 1589. Uno sfuggente assassino semina morte tra i carruggi e dentro le mura dell’ospedale dei folli. Una nuova intricata indagine per Pimain, il guaritore di maiali.
“Una delle figure più originali spuntate ultimamente nell’affollata confraternita dei detective di carta.” Giorgio Boatti, il manifesto
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Luglio 2008 RECENSIONI
Seconda puntata per l’antologia kult che raggruppa i big del noir di casa nostra
“Il giallo italiano torna a rassicurare” Ce lo spiega Giancarlo De Cataldo in questa intervista esclusiva CRIMINI 2 cover.qxd
pochi giorni dall’uscita dell’antologia Crimini Italiani (Einaudi, 2008, a cura sua, ça va sans dire) riesco a fare due parole col vero maestro della letteratura criminale. Tra il serio e il faceto, tra nomignoli e toni rilassati, si parla di New Italian Epic, alta montagna e persino di dieta. Domande a raffica, risposte taglienti.
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l noir è a una CARLOTTO CAROFIGLIO svolta. MoltisDAZIERI DE CATALDO DE SILVA sime le voci auFALETTI FOIS LUCARELLI L’Italia sotto i nostri occhi. Non fa nulla per nascondersi. L’Italia delle scorciatoie. E dei suoi miti corrotti. MACCHIAVELLI SIMI WU MING L’arricchimento individuale. Il disprezzo del lavoro. torevoli, presenti Il crimine che paga. La cocaina. Gli scrittori osservano, e raccontano tutto. Raccontano un Paese «nero». anche in questa In undici, straordinari racconti inediti. preziosa antologia, che si sono espresse nelle ultime settimane sul destino let• terario del giallo poliziesco, sul suo compito d’analisi sociale e culturale, e ovviamente sulla sua “inflazione” a spesedi CRIMINI di una qualità Dopo il successo appuntamento non sempre garantita al lettore.il nuovo Dibattito acceso e vivo con i migliori scrittori noir italiani che ha deciso di dare delle linee guida al lettore per capiuomini, e quindi anche di questo mi assumo ogni responsabi� 19,80 re cosa valga veramente la pena raccontare, senza lasciarsi lità. Che vuoi che ti dica? È un po’ un a questione di feeling, abbagliare da improbabili paladini della giustizia o geni un po’ di professionismo, molto di comunanza e rapidità negli del male. scambi... se avessi avuto carta bianca, avrei realizzato un volume Lo dice chiaramente De Cataldo nelle sue note introdutalto il doppio, perché di scrittori bravi e interessanti esclusi ce ne tive “Il crimine italiano appare sempre più un affare di sono, eccome. Ma spero che alla fine, in un ipotetico giudizio, gente comune”. Dove si sviluppi il crimine ormai non ha la bilancia finisca col pendere dalla nostra parte... su una cosa più molta importanza, l’Italia secondo i nostri autori è avsola siamo rimasti irremovibili: abbiamo deciso di completare viluppata da una comune rete di malaffare che va oltre le il giro d’Italia del crimine occupandoci delle regioni e città non peculiarità regionali ed è paradossalmente alla base della trattate da Crimini. Ma a parte questo, ogni scrittore è libero di nostra unità culturale. scrivere quello che gli pare. E i temi si raccolgono alla fine, non Procacciarsi nel minor tempo possibile un po’ di cocaina si impongono prima. o farci qualche quattrino vendendola, salvarsi precipitosamente dai propri loschi affari sognando un’altra vita: queAncora su Crimini Italiani. Domanda imsti i temi essenziali che animano le storie, da nord a sud, pertinente e curiosetta, te lo dico subito. Il senza respiro, con malavitosi sempre meno riconoscibili tuo racconto, Neve sporca, è ambientato a perché fortemente contaminati con le istituzioni e con le Courmayeur. La stessa Courmayeur in cui manie di grandezza di poveracci all’ultimo stadio di frusei stato incoronato, nel giro di pochi anni, strazione quotidiana. Sono dei “cattivi” incapaci, pasticindiscusso signore del noir vincendo il presticioni e ignoranti gli italiani, molto simili nel linguaggio gioso Premio Scerbanenco e la sua edizione alle intercettazioni che leggono ogni giorno sui giornali, Super (quella riservata ai precedenti vincitori sciocchi esecutori, che una volta obbedivano a una macdel titolo). La doppia “incoronazione” c’enchinazione criminale più sistematica e organizzata ora tra qualcosa con la scelta della location per il sono cellule impazzite, pronte a tradire e ad ammazzare racconto o si tratta di pura casualità? solo per qualche soldo in più. No, nessun caso... La storia è ambientata a In questi racconti è onnipresente la cocaina, la droga che, Courmayeur per omaggio e tributo a una cacome dice De Cataldo, ti consente di stare al passo con la pitale del noir italiano... per riconoscenza allo schizofrenia della società, che tutto rende possibile. Scerbanenco... e perché è un posto emblematiC’è anche qualche eroe, un poliziotto idealista qui e lì, o co di tante contraddizioni italiane: pensa che agiscono dei comsemplicemente qualche emarginato che cerca il suo riscatmercialisti bastardi, un ex-galeotto eroe, ragazzi sbandati, un to. Viene da chiedersi con serietà chi possa essere, a questo carabiniere locale molto più saggio del segugio antidroga inviato punto, il vero emarginato, viste le basi morali e culturada Roma e tanta, tanta neve. In tutti i sensi. li della società che opera la selezione. Un grande viaggio dentro la realtà, dunque, in compagnia d’autori che non Nelle mani giuste si chiude alla vigilia del primo governo vi deluderanno, perché le loro storie pur ammantate di Berlusconi. Scialoja scompare e nessuno sa che fine ha fatstraordinaria e coinvolgente mistificazione letteraria, scato. Questo, narrativamente, lascia una porta aperta. Da fan turiscono dalle cronache odierne, dai giornali che tutti sfegatato ti chiedo se hai intenzione di proseguire la saga e di leggiamo. La vera maestria di questi autori è riuscire a faraggiungere un terzo capitolo al dittico. Credo che molti dei ci sorridere e riflettere con amarezza, mettendoci davanti tuoi lettori sarebbero curiosi (io lo sono prepotentemente) di all’evidenza che il nostro vicino di casa potrebbe essere un tuo sguardo sul presente (1994-2008, guarda caso i quinmolto, molto pericoloso. dici anni che vedono nascere e definirsi il New Italian Epic). Altro elemento su cui porre l’accento è la forte connotaC’è qualche speranza per noi aficionados assetati di pagine? zione di sfruttamento e criticità che vivono le donne in Vuoi la sincerità o la diplomazia, giovane turco? Diplomaticaquesta società malata, si scava nella loro fragilità, ci si immente direi che ci sto pensando. padronisce delle loro zone d’ombra per annientarle. Sinceramente ti dico: no, sto lavorando a una cosa completaDifficile fare brevi compendi per ogni autore, tutti i racmente diversa. Il presente, se proprio ci tieni a saperlo, ma con conti meriterebbero una breve recensione individuale perdentro un po’ di futuro... ché sono storie compiute e assolute, recintate nella formula del racconto breve. Splendidi a mio vedere i racconti di Ultima domanda, inevitabile. Nell’immediato, che bolle in Carlotto, Fois e di De Cataldo, fortemente caratterizzati pentola? da una critica impietosa al luogo, a un ambiente culturale Un réportage dall’India e un graphic novel con Giuseppe Paregionale spezzato negli equilibri e sempre più destinato a lumbo per Rizzoli. Una spy-story scritta a quattro mani con il diventare una bolgia di piccoli meschini interessi di crimiregista e sceneggiatore Mimmo Rafele. E una sana e (poco) ronali di serie B. busta dieta. Alessandra Anzivino Simone Sarasso
“Crimini Italiani è un’antologia più matura e consapevole, che fotografa il nostro modo di vedere l’Italia di oggi”
Dalla pubblicazione di Crimini (Einaudi, 2004), la prima antologia “nera” che hai curato, all’uscita del recente Crimini Italiani (Einuadi, 2008) sono passati quattro anni. Come è cambiato il modo di rapportarsi dei maggiori narratori italiani alla crime-novel? E come è mutato (se è mutato) il tuo approccio alla “regia” di queste opere corali? Il giallo italiano, ha ragione Carlotto, è tornato a rassicurare e a immergerci in un’atmosfera anni Cinquanta, un po’ da fiction. Il noir è ormai una formula per dire che stiamo parlando di tutt’altro, ma usiamo ancora la chiave criminale per comprendere questo altro (o almeno per cercare di intaccarne la complessità). Crimini Italiani è un’antologia più matura e consapevole, che fotografa il nostro modo di vedere l’Italia di oggi: chi con nostalgia, chi con rabbia, chi cercando la fuga nel delirio, chi aggrappandosi all’illusione che qualche eroe vagabondo e solitario, a questo sporco mondo, esista ancora. La regia ha segnato due défaillance perché ho perso, per mia colpa, Camilleri e Ammaniti, e me ne rammarico... scherzi a parte, non sono stato capace di convincerli a darmi un altro racconto, e dunque mea culpa. Ma abbiamo nuovi e formidabili acquisti, ancora una volta tutti
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Giorgio Faletti, nato ad Asti, già comico, poi autore e interprete musicale, si è imposto come popolarissimo narratore a partire da Io uccido, vero e proprio caso editoriale (con piú di tre milioni di copie vendute), seguito da altri due romanzi di notevole successo e, nel 2008, dalla raccolta Pochi inutili nascondigli.
Einaudi. Stile libero Big
Marcello Fois, nato a Nuoro, vive a Bologna, ma attinge da sempre alle tradizioni sarde per alimentare il suo universo narrativo. Tra i suoi libri, tradotti in molte lingue, va ricordato in particolare il recente e pluripremiato Memoria del vuoto (Einaudi).
Carlo Lucarelli è considerato universalmente il «punto di svolta» del romanzo noir italiano, a partire almeno da Almost Blue. I suoi libri sono stati oggetto di riduzioni per il piccolo e il grande schermo, e alla grande popolarità di scrittore si affianca quella di conduttore della piú seguita e originale trasmissione televisiva sui casi insoluti e i lati misteriosi della cronaca e della storia. Nel 2008 ha pubblicato L’ottava vibrazione (Einaudi), romanzo di ampio respiro epico, apprezzatissimo da critici e lettori. Loriano Macchiavelli, nato a Vergato, deve la sua fama al personaggio di Sarti Antonio, con il quale ha creato un vero e proprio modello per la narrativa noir italiana, e ai numerosi, divertentissimi romanzi scritti insieme a Francesco Guccini. Le storie di Sarti Antonio sono in corso di ripubblicazione per Einaudi, con crescente successo. Giampaolo Simi, nato a Viareggio, è una vera e propria rivelazione della nuova narrativa italiana, grazie alla sua capacità di unire moduli noir, gusto della suspense e un’analisi spesso impietosa della realtà contemporanea. Il suo ultimo libro, pubblicato da Einaudi, è il romanzo Rosa elettrica.
Wu Ming aveva già dimostrato la sua vocazione al noir con il racconto pubblicato nell’antologia The Dark Side, e la conferma in pieno, ulteriormente maturata, nel contributo a Crimini italiani. Il romanzo piú recente del collettivo Wu Ming è l’epico, fluviale Manituana (Einaudi). Progetto grafico di Riccardo Falcinelli.
A cura di Giancarlo De Cataldo
Giancarlo De Cataldo insegue nella Neve sporca di Courmayeur un tesoretto che accende i sogni di tutti quelli che lo intravedono. Tranne uno. Massimo Carlotto fa squarciare all’ispettore Giulio Campagna la cortina del Little Dream per rivelarci la ferocia dietro il sogno del Nord-Est. Gianrico Carofiglio cerca nella periferia di Bari La doppia vita di Natalia Blum e trova una realtà del tutto imprevista. Un uomo scende dal treno ad Asti: tutto è normale, nulla è normale nelle agghiaccianti simmetrie di Per conto terzi di Giorgio Faletti, governate dalla vendetta. L’industria del porno emerge dietro la scomparsa di una ragazza in Sesso Sui Sassi, nella Matera di Sandrone Dazieri. Un chirurgo, una anestesista, un amore forse sbagliato, una richiesta difficile da esaudire e da rifiutare: e Campobasso diventa teatro del piú inquieto racconto di Diego De Silva: Non è vero. Luce del Nord risplende nella Genova del contrabbando di Giampaolo Simi. Che cosa c’entra il leggendario Sarti Antonio, sergente – in Il confine del crimine di Loriano Macchiavelli – con Suv e «altre bestie del tipo»? Torna un’altra vecchia conoscenza di Crimini, il Curreli di Dove? di Marcello Fois, in un commissariato altoatesino «che sembra una clinica svizzera». A «Gambianise» la vera indagine sulla morte di Momodou, immigrato, è condotta in un vertiginoso meccanismo alla rovescia da Wu Ming. Niente di personale, verrebbe da dire alla fine, con il protagonista di Carlo Lucarelli: un killer improbabile nell’aspetto e micidiale nell’azione, che vede minacciato il suo onesto lavoro di criminale italiano… Niente di personale, è tutto vero. ISBN 978-88-06-19002-6
9 788806 190026
CRIMINI ITALIANI EINAUDI
EINAUDI
Il saggio di Roberto Bui (WM1) sul New Italian Epic ha finalmente dato forma teorica al lavoro di una generazione di scrittori che ha stravolto il modo di narrare del Bel Paese. Tu, che di questa generazione sei uno degli esponenti illustri, all’epica ci sei arrivato tardi, con Romanzo Criminale prima e poi col superbo Nelle mani giuste. Come si è evoluta la tua scrittura in questo senso? Quando e perché hai sentito la necessità di dare un respiro diverso alle tue storie criminali? Com’è nata l’esigenza (per citare un tuo articolo recentemente apparso su Repubblica) di “sporcarsi le mani”, di narrare il marcio del paese, di andare alle radici del lato oscuro della nostra storia recente? L’idea di Romanzo Criminale, in germe, risale al 1996. Scrissi un capitolo – che poi nel romanzo divenne “Il Funerale del Dandi” – e lo pubblicai sullo Straniero, la rivista diretta da Goffredo Fofi. Il libro fu dunque frutto di una lunga gestazione, visto che uscì nel 2002. L’evoluzione della scrittura è un dato comune a tutti gli scrittori più o meno citati da Roberto Bui (e anche da me). Si inizia con un genere, si prendono le misure dei suoi limiti, se ne estrae il succo, e poi lo si distilla innestandolo, come una feconda contaminazione, in altri generi. “Epico” è un racconto corale, a suo modo eroico, che vede la centralità del rapporto fra l’individuo e la storia del proprio tempo (o anche di quello passato, ma comunque in relazione con l’individuo). Da questo punto di vista, esiste in Italia una grande tradizione, che ha attraversato il Risorgimento, la letteratura postunitaria, la letteratura dell’Italia Umbertina, poi il Fascismo (almeno sino a Silone e Alvaro), la Resistenza e il boom (da Calvino, a Moravia, a Bianciardi, a Pasolini). Poi, dopo la morte di Pasolini, tutto si è fermato, in apparenza, solo in apparenza. L’epica è trasmigrata nel genere, è stata scacciata dal salotto buono. Termini come intellettuale o impegno sono diventati odiosi, lo scrivano postmoderno è diventato esperto di moda, di sport, di vini e cocktail, s’è seduto al bar della Pace di Roma (o all’equivalente di San Babila o di Brera o di San Petronio) e ha cominciato a teorizzare, con molta ironia e un grande cinismo di fondo, sul proprio ombelico. Intanto, l’Italia sta marcendo sotto gli occhi di tutti. E questo non può lasciarci indifferenti, non credi?
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CRIMINI ITALIANI
A
21-05-2008
AA.VV. Crimini italiani Einaudi Stile Libero, p. 538, € 19,80
STILE LIBERO
BIG
Al nuovo appuntamento come l’antologia che i m no per offrire al loro pu Spaziando dal Piemonte Carlotto, al Sud di Carof mettono a nudo l’Italia d lati piú oscuri e l’anima
Massimo Carlotto è na Ha pubblicato per Eina fido di te, scritto con to dal pubblico italian gio dell’Alligatore, al c crimine proprio come già noto ai lettori di Cri tura. Il suo ultimo rom stiani di Allah.
Gianrico Carofiglio, bare tore, ha inventato il pop vocato Guido Guerrieri, televisiva di successo. dubbio, pubblicato da S
Sandrone Dazieri, crem stigatore dotato di do naturale talento comic dura e vissuta, che tien cità verso la vita e di mille mestieri diversi.
Giancarlo De Cataldo è Scrittore e giudice, auto spartiacque nella narra le mani giuste, ha pub Onora il padre. Nel 200 di Crimini.
Diego De Silva, napol chiave di interpretazio li, unendo alla capacit vista etico. Il suo ultim niente (Einaudi), ha ot critica e pubblico.
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Luglio 2008 RECENSIONI
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n tempi di rinascente xenofobia e lotta alla diversità, questo è un libro che spinge a riflettere sulla realtà.
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Giorgio Faletti Pochi inutili nascondigli Baldini Castoldi Dalai p. 376, € 17,90
U
n paio di anni fa avevo sentito Giorgio Faletti raccontare che prima di pubblicare Io uccido aveva scritto alcuni racconti che erano rimasti nel cassetto per molti anni. Forse in Pochi inutili nascondigli qualcuno appartiene a quel periodo. Una gomma che cancella muri case e persone in mano a un cartoonist di successo straziato nell’anima da un tradimento, un gruppo di anziani che riecheggia Amici miei alle prese con il mistero di una signora tedesca un tempo bellissima e del mari-
Si tratta del romanzo La via oscura di Robert R. McCammon, pubblicato a fine inverno da Gargoyle Books, che si inquadra all’interno della letteratura horror d’oltreoceano, ma i temi che affronta sono più che mai concreti: differenze etniche, estremismo religioso, telepredicazione, confronto con stili e credenze minoritari sono i cardini attorno a cui ruota
la narrazione. Se c’è chi credesse poi che le pagine di questo libro contengano descrizioni fastidiose o raccapriccianti perché appartiene al più estremo dei generi del mistero, si dovrà ricredere: da un lato, infatti, McCammon dosa con sapienza l’orrore che inserisce; dall’altro le cronache dei giornali degli ultimi mesi hanno fornito esempi di ben più becera
natura che non hanno nemmeno l’attenuante della fantasia di uno scrittore. Insomma, come accade per Joe R. Lansdale con La notte del drive-in, anche qui si ritrova una lettura della quotidianità, un ritratto efficace di una società che sembra non conoscere differenze, almeno a livello geografico, quando si tratta di odio. Antonella Beccaria
to, un tram senza autista che si perde nel nulla con a bordo un perfido professore, le pietre del “Campo Duro” che si scagliano da sole e uccidono chi non è in sintonia con la campagna del Monferrato, un mostro sentimentale che vive nascosto in un lago e difende una giovane donna, zio e nipotina alla ricerca di un divo tv scomparso in Giamaica e un uomo lupo su un set cinematografico sono i “temi” trattati. Quasi tutti i protagonisti sono persone cupe, solitarie e tristi per natura o per grandi dolori, accomunate dall’angoscia che si trasforma in crudeltà. La scrittura è semplice, diretta, quasi colloquiale, facilmente comprensibile condita da alcune battute da cabaret che sono forse il segreto del grande successo di vendita. Il genere è noir-surreale, le vicende così come sono narrate possono accadere solo sulla carta. Ambretta Sampietro
Vittorio Paganini Corioni Edizioni di Latta, p. 370, € 15,00
liberato dai NOCS nel 1989. Ora Paganini torna in libreria con Corioni, storia di una faida calabrese all’interno della ‘ndrangheta. L’esecuzione del capo del clan Tabacco, da parte dei fratelli avversari Nico e Giuseppe Geraci, rischia di aprire una nuova lunga scia di sangue. Per cui, a dare la caccia ai due killer, viene chiamato il comandante dei NOCS Sergio Corsi. Una storia tesa, cupa, in un ambiente fortemente omertoso, e con un finale sorprendente. Una storia scritta con mano esperta e precisa, ispirata a fatti realmente accaduti diciotto anni fa ma che spiega come la Calabria di ieri sia purtroppo identica a quella di oggi. P.Gr.
appuntamenti 29 giugno - 7 settembre 2008
recensione
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Robert R. McCammon La via oscura Gargoyle Books p. 488, € 16,50
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er chi non lo sapesse, Vittorio Paganini è l’ex comandante dei NOCS (Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza), ovvero un gruppo speciale della Polizia di Stato addestrato per portare a termine operazioni ad alto rischio, come la liberazione di ostaggi o le irruzioni in ogni ambiente per la cattura di criminali e terroristi. Lasciato l’incarico, Paganini si è dedicato alla scrittura esordendo nel 2004 con Il sequestro (Premio Tedeschi), storia del rapimento dell’industriale fiorentino Dante Belardinelli,
Giallisti in divisa a tavola
Scrittori in città - Tolentino Cultura 2008 Reading, concerti, degustazioni e interviste d’autore. A cura di Alessia Scarpeccio e Associazione culturale “Idee in Circolo” di Tolentino. Reading e letture di Genny Ceresani e Laura Cannara.
6 luglio 2008
Salsomaggiore (PR), ore 18.00. Presentazione della rivista MilanoNera. Nei gazebo del centro cittadino con scrittori e giornalisti della testata.
12 luglio 2008
Novellara (RE), ore 21.30 presso Libreria Aliberti. Serata noir e presentazione di MilanoNera. Con Valerio Varesi, Paolo Roversi e Cristiano Governa.
26 agosto 2008
Nell’ambito di Parolario, Como, ore 21.00. Nuovo Cinema Booktrailer con Francesco Carofiglio, Paolo Bianchi, Paolo Roversi, Lorenzo Beccati, Gaia Amaducci, Domenico Moretti e Vincenzo Latronico. Coordina Alessio Brunialti. Info su www.parolario.it
V
icequestori, marescialli, commissari, poliziotti: a Mangia come scrivi lo scrittore si è presentato, questa volta, “in divisa”. La cena letteraria che una volta al mese va “in scena” alla trattoria Il cigno nero di Montechiarugolo ha ospitato in giugno il vicequestore di Verona (Trevisi), il maresciallo della Guardia di finanza di Reggio Emilia (Marcialis), il commissario della Digos di Asti (Blini), un poliziotto di Piacenza (Matrone). Fedeli alla “ricetta” di Mangia come scrivi – una cena, tre scrittori per tre minuti (di reading), nove opere d’artista – hanno portato a Montechiarugolo i loro libri. Che sono stati
presentati nella “solita” maniera insolita: nessun autore ha parlato di sé, ma ciascuno ha curato una breve lettura, omaggiando il lavoro del collega vicino e intervallando le portate del menu della trattoria (accompagnate dalle bollicine della cantina astigiana Contratto). L’artista che ha esposto nove suoi quadri, Matrone, era già stato ospite della rassegna nel febbraio 2007 nelle vesti di scrittore (ha pubblicato tra gli altri Erba alta e Il mio nome è Tarzan Soraia per Frassinelli). La staffetta tra scrittori ha visto Blini leggere Trevisi (Fogli di via. Racconti di un vice questore, Emi), Trevisi leggere Marcialis (Io & Davide, Piemme), Marcialis leggere Blini (Il creativo, Ennepilibri). Dopo la pausa estiva, la rassegna organizzata e condotta dal giornalista Gianluigi Negri tornerà, sempre un giovedì al mese, dal prossimo 25 settembre. Tra gli appuntamenti in programma, “Nel blues dipinto di blues”, “Aspettando Halloween”, “Lo scrittore sale in cattedra”. Gianluigi Negri
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Luglio 2008 RECENSIONI
per fare un booktrailer ci vuole un buon libro
on la diffusione dei booktrailer, filmati promozionali di un libro, l’editoria sta vivendo una nuova fase. La pubblicità tradizionale, un premio importante e il passaparola
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Francesco Recami Il correttore di bozze Sellerio, p. 184, € 12,00
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trano libro Il correttore di bozze di Recami, a tratti splendido a tratti irritante. Cominci a leggere e dici: non è possibile. Sembra una storia insulsa, un giallo da quattro soldi, per di più pieno di refusi. Lucilla, casalinga anni novanta con la Scenic, è adescata da un gigolò. La trama gialla comincia così e va avanti scialba, troppo scialba. Poi inizi a capire. Quello che stai leggendo è un libro nel libro: è il manoscritto che il correttore di bozze sta, appunto, correggendo in bozze. Così, pagina dopo pagina, il giallo perde importanza, di fatto non c’è più, ed emerge la figura del correttore: kafkiano, solitario, in lotta con
parole ed editori, lapis, evidenziatori e vocabolari. Il correttore di bozze diventa la storia di un’ossessione, romanzo claustrofobico e, in alcune parti, bellissimo. Un romanzo che parla di scrittura con fuoco ristrettissimo: di accenti gravi al posto sbagliato, di refusi, di parole straniere scritte male. Il correttore di bozze è anche un romanzodenuncia del mondo editoriale, soprattutto giallo/noir (pazienza se lo pubblica un editore che sul giallo ha costruito il suo successo). È romanzo di grandi ambizioni, secondo me non pienamente raggiunte. A tratti, Recami si lascia prendere la mano e i giochi linguistici finiscono per annoiare. Un libro comunque da leggere, anche se rappresenta un notevole passo indietro rispetto allo splendido L’errore di Platini. Antonio Pagliaro
Rete e la tecnologia digitale con booktrailer low cost nei casi migliori di valore artistico. Come effetto collaterale ne girano anche di orrendi. I grandi editori per ora investono sui nomi di punta. La Mondadori ha commissionato il video di Niccolò Ammaniti dopo lo Strega 2007. Il booktrailer si è rivelato particolarmente adatto a tradurre in immagini romanzi gialli/noir. In Italia il primo filmato è stato prodotto nel 2005 da Marsilio per il noir Baciami Giuda di Will Baer. Tra i video più cliccati in YouTube e invitati alle manifestazioni letterarie quelli di Simone Sarasso, Susana Fortes, Teresa Moure, Lee Child,
Noah Charney La donna del collezionista Longanesi, p. 333, €17,60
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C
ben gestito determinano notevoli incrementi delle vendite ma c’è una parte di lettori che non legge i giornali e non va alle presentazioni. Entra nel megastore e compra il sensazionale best seller annunciato. Poi si lamenta che il sensazionale best seller faccia schifo. Se chiedi perché lo abbia scelto la risposta è sempre la stessa. È quello che ho trovato. I lettori hanno voglia di prodotti innovativi. Navigano in Internet, vanno o vivono all’estero per un periodo (generazione Erasmus), si confrontano con americani, tedeschi, francesi. Non sono solo i giovani, è una tribù trasversale. A loro si rivolgono i piccoli editori sfruttando la
U
n romanzo d’esordio centrato, un godibilissimo affresco culturale a tinte gialle. Charney esibisce la sua grande esperienza artistica, intrigando il lettore. Un’annunciazione di Caravaggio scompare a Roma, un prezioso dipinto di Malevic non è più nella cassaforte dei curatori dell’artista a Parigi, un professore emerito viene prelevato durante una lezione alla National Gallery… Gabriel Coffin famoso esperto, collezionista e conoscitore dell’attuale
Richard Montanari, Peter James e il nostro Paolo Roversi. Fuori dal giallo/noir troviamo i filmati da Tiziano Terzani, Loretta Napoleoni, Gianrico e Francesco Carofiglio, Paolo Bianchi, Marco Buticchi, Paolo Colagrande, Lidia Ravera, Wu Ming, Mario Desiati, Joshua Ferris, Max Pezzali e molti altri. È presto per dire se questo strumento crei successo e quindi ricchezza. Intanto serve a sperimentare linguaggi, attrarre più lettori, svelare talenti narrativi e cinematografici. Di certo non danneggia le vendite. Purché alla base ci sia un buon libro. Annarita Briganti
architettura organizzativa dei furti d’arte, darà appoggio all’indagine dei carabinieri italiani. La contropartita sarà l’uscita di prigione di un ladro d’arte su commissione, Vallombroso. In realtà Vallombroso è la sua donna e regalerà il titolo alla versione italiana del libro (Ladro d’arte nell’originale). La serie di furti prosegue con un altro Malevic e un ignoto quadro suprematista, battuti entrambi alla casa d’aste Christie’s. A Parigi si muove alla Conan Doyle/Agata Christie un ispettore goloso e a Londra un segugio di Scotland Yard, che richiama il Maigret di Simenon. Cosa accumuna una madonna con un quadro astratto tutto bianco? In un carosello affascinante e movimentato inseguiremo la refurtiva, ma i colpi di scena abbondano, nulla è come pare e ogni dipinto può celarne un altro… Patrizia Debicke
Bo-noir, al via la terza stagione
recensione
John Michael Greer Dizionario enciclopedico dei misteri e dei segreti Mondadori, 2008, p. 690, € 26,00
D
a dove vengono le idee? Chiedetelo a uno scrittore e vi guarderà stranito. Le idee sono dovunque. Un articolo di giornale, la scena di un film, un quadro, una frase rubata a una conversazione. O un libro. Siete autori di thriller, in cerca dell’idea per una trama piena di misteri per bissare il successo di Dan Brown. Aprite a caso il Dizionario dei misteri e dei segreti: p. 274, Illuminati di Avignone, “Rito massonico di breve vita fondato in Francia...” (in
Bo-Noir torna anche quest’anno ed è ufficiale il programma dell’edizione 2008, organizzata da Riccardo Marchesini e Antonella Beccaria. Qui a fianco date delle serate e argomenti che si susseguiranno dal 6 luglio al 3 agosto prossimi. Al momento siamo in attesa delle conferme degli ultimi ospiti e via via verranno messi online i nomi di chi sarà presente a discutere con noi e con il pubblico. Stiamo preparando anche video e contributi speciali che andranno a completare le serate: pure in questo caso tutto verrà pubblicato su queste pagine virtuali e sul nostro spazio su MySpace. info su: www.giostrafilm.it/bonoir/
realtà, sono da secoli attivi in segreto per tutelare la verità su...); p. 483, Rapimento Morgan, “La sera del 12 settembre 1826, tre mesi prima della pubblicazione del suo libro che svelava i segreti dei primi tre gradi della Massoneria, William Morgan scomparve dalla prigione comunale di Canandaigua, nello stato di New York. [...] Di lui non si ebbero più notizie”. Promettente. E il Reclutamento retrospettivo? E i Regni sotterranei? Opera di uno studioso inglese appassionato di società segrete e storia nascosta, questo volume cerca di fare chiarezza in un ambito disciplinare a dir poco caotico e inquinato, unendo la chiarezza del saggio con la leggibilità di un romanzo che narra non una, ma mille storie. Tutte misteriose. Giovanni Zucca
• Paura a Bologna - Storie di rapimenti bolognesi Domenica 6 Luglio 2008 - h. 21,15 Piazza Verdi, Bologna • Da Mamma Ebe a Vanna Marchi: gli imbrogli dell’occulto Domenica 13 Luglio 2008 - h. 21,15 Piazza Verdi, Bologna • Da CSI alla realtà: le investigazioni scientifiche in Italia Domenica 20 Luglio 2008 - h. 21,15 Piazza Verdi, Bologna • Romagna mia, Romagna in noir Domenica 27 Luglio 2008 - h. 21,15 Piazza Verdi, Bologna • Fratelli di sangue: la banda della Uno bianca Domenica 3 Agosto 2008 - h. 21,15 Piazza Verdi, Bologna
Stephen King Duma Key Sperling&Kupfer, p. 743, € 19,90
recensione
B
o-noir è la prima rassegna dedicata alla letteratura e alla cronaca nera. Iniziata a Bologna nell’estate 2006 ha ottenuto un grandissimo seguito. Nel corso degli appuntamenti che vengono proposti dal vivo scrittori, giornalisti ed esperti ripercorrono le tappe fondamentali di alcuni dei più inquietanti delitti che hanno macchiato il nostro Paese.
D
uma Key è una delle keys americane nel magnifico paesaggio della Florida. Sembra che quest’isola abbia un potere nascosto che non tutti però riescono a sentire, ma solamente chi ha subito qualche menomazione fisica. È così che Edgar Freemantle approda su quest’isola dopo una vita trascorsa come costruttore edile di successo bruscamente interrotta da un brutale incidente in cantiere. Su quest’isola Edgar riscopre la sua passione fanciullesca per la pittura e viene alla luce un talento meraviglioso che neppure lui stesso sapeva di possedere. Merito dell’isola e dei suoi poteri eccezionali. Il talento non è però a
buon mercato, l’isola (o lo spirito che aleggia in essa) chiede come ricompensa un tributo di sangue. Edgar pagherà quindi a caro prezzo la bellezza dei suoi dipinti. Fino a quando deciderà di averne avuto abbastanza e deciderà di contrastare questo potere... Ogni tanto King esce dal Maine e fa bene: la scrittura risulta più fresca e le immagini più varie. Nel libro si parla di pittura e di quadri e l’accostamento tra la scrittura e la pittura in questo caso non è una forzatura: in molte occasioni la penna di King si trasforma in un pennello e la forza dello scritto è tale che sembra di vedere le scene in diretta mentre stanno accadendo. Il fedele lettore non rimarrà deluso da questo libro. Verrebbe da dire “il solito King” se questo non fosse una garanzia di qualità e adreanalina. Stefano Favaro
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Luglio 2008 RECENSIONI
(che parla di una guerra futura... presente?), che in Magdeburg (ambientato in una guerra passata... o forse fin troppo presente anch’essa), il vero Nemico (N maiuscola) si trova dentro di noi. Come direttore del Giallo Mondadori stai riscoprendo gli autori italiani. Scelta coraggiosa o incoscienza? Nè l’una nè l’altra. Se si tratta di scelta coraggiosa, è giĂ stata fatta dai grandi che mi hanno preceduto: Alberto Tedeschi, Oreste del Buono, Laura Grimaldi, Gianfranco Orsi & Lia Volpatti. Tutti loro hanno pubblicato autori italiani. Se si tratta d’incoscienza, ciò potrebbe implicare che gli autori italiani sono dei cani. Nulla di piĂš sbagliato. Alan D. Altieri La qualitĂ e la validitĂ della narrazione non hanno ei passato dalla “Trilogia di Magdeburgâ€? a un bandiera: autori validi possono essere finnici come libro di racconti Armageddon. Da una trilogia pakistani come anche italiani. Questo non solamente titanica a testi molto brevi. Come vedi questa prooggi, e di certo non solamente nel Giallo. gressione? In Italia ci sono moltissimi autori validi. L’importanOgni storia è diversa da ogni altra. Di conseguenza è te, ritengo, è dare loro la possibilitĂ di trovare uno diverso lo spazio necessario a raccontarla. Magdeburg spazio. In termini strettamente statistici, non dimenè un progetto concepito per quel genere di lunghezza. tichiamo che il Giallo Mondadori tira il triplo della Per contro, per narrare ciò che volevo in Armagedmedia dei libri da libreria e vende da due a tre volte don, sono stati sufficienti due tanto. I libri della Mondaminaccia è debito. O forse era “promessaâ€?? romanzi brevi e tre racconti. dori Ogni Edicola SONO libri a AniASTORI BORTOLOTTI CACCIATORE CAPPI COATA COLITTO COLOMBO me Nere prometteva di tracciare una mappa del lato COTTI CURTONI FORTE GENNA GRUGNI LAMA LIPPI LOMBARDI MAGGI La termatica comune è: come tuttioscuro: gli c’èeffetti. Il fatto che riuscita in pieno. Anime Nere Reloaded miMARCIALIS NARCISO TANI TEODORANI VALLARINO ZARINI & NOVELLI naccia di esplorare il fondo del baratro degli incubi. può finire un “ciclo degli uovengano venduti nel chiosco In un ritorno auspicato e temuto, agognato e liberatorio, la tematica della crudeltà è il fulcro della anche di queminiâ€?, “cicloâ€? inteso nel senso all’angolo o nell’edicola sta seconda, esplosiva antologia, estensione naturale piĂš lato possibile. Armagedstazione nulla e nulla della prima. Ventidue toglie autori determinati a colpire sotto la cintura con un pugno di ferro munito di rostri. don peraltro dovrebbe essere cambia. Ventidue racconti al massimo di giri della catarsi maledetta. Anime Nere Reloaded è una nuova, temeraria il primo volume di una serie esplorazione della tenebra umana e culturale, sociale e politica, del nostro tempo. Dalla Anime scuola all’inferno TEA Libri volta a riproporre Ăˆ appena uscita alla viabilitĂ da incubo, dalla famiglia che uccide altutta la mia produzione di roNerela societĂ reload. Anche quicome tutin metastasi, dal terrorismo norma al sadismo come commercio, dalla premeditazione delmanzi brevi e racconti. ti italiani: tu cosĂŹ amante la sofferenza alla ineluttabilitĂ del dolore. Tremate, tremate, lesarai Anime Nere son tornate! dell’America mica diC’è davvero un pubblico di ventato campanilista fino ANIME NERE lettori interessato ai racconal midollo? RELOADED ti di un singolo autore? 602 Come sopra: abbiamo molRitengo senz’altro di sĂŹ. La tissimi autori validi. Inoltre, a cur a di A la n D. A l ti er i proposta narrativa antologinon tutto quello che ci arrica è antica e solida quanto la va “dall’Americaâ€? (virgoletproposta del romanzo. Ogni te d’obbligo) è oro colato. editore continua a pubblicarAnzi... Anime Nere (2007) ne: sia mono-autore, che multi-autore a tema. Ritene Anime Nere Reloaded (2008) formano un “corpusâ€? go che il racconto sia un ottimo formato per offrire al narrativo di ben quaranta racconti per una foliazione lettore un quadro ancora piĂš esauriente dell’immagisuperiore alle novecento pagine. Un record. Ad autori nario e della produzione sia di uno specifico autore di primo piano – Evangelisti, Dazieri, Genna, Tani, che di un gruppo di autori. Montanari, Salvatori, Di marino – si affiancano solidi professionisti – Forte, Lama, Cappi, Narciso, MarBen Yurick, protagonista del primo racconto, Phocialis – e inaspettati esordienti – Maggi, Parazzoli, enix, è un immortale. Eroe o vittima? Lombardi, Coata. La doppietta di Anime Nere è una Immortale è un termine ingombrante. Preferisco veproposta antologica al massimo del culturalmente dere Ben Yurick come “qualcuno che non può moriprovocatorio e del policamente scorretto. reâ€?. Questa potrebbe suonare come una sottigliezza, Niente ipocrisie buoniste e sovrabbondanza di colpi ma a mio parere è una differenza molto significativa. bassissimi. Ritengo anche che un concetto come “l’immortalita’â€? E giusto per provocare sull’AmeriKa che ti piace tansia troppo arcano per potere essere compreso dalla to: we ain’t taking no prisoners! mente umana. Come ci insegna il grande Milan Kundera nel suo capolavoro intitolato appunto L’ImmortaNegli States hai trascorso parecchi anni come scelitĂ , rimanere in circolazione per sempre non fornisce neggiatore a Hollywood. Da esperto: come sta il affatto risposte, pone solamente problemi piĂš grossi. cinema italiano? In questi termini, Ben Yurick non è un eroe, ma non Direi che il cinema italiano stia come il cinema in geè necessariamente nemmeno una vittima. Ăˆ qualcuno nerale. Quindi ecco, proprio secondo un’antica masche cerca di fare i conti con l’impossibile. sima di Hollywood, le cinque fasi della realizzazione di un film e/o serie tv: 1) pazzo entusiasmo; 2) totale In molti tuoi libri parli di guerre. Come mai? disperazione; 3) ricerca del colpevole; 4) punizione Nulla come la guerra fa deflagrare il conflitto. Con gli dell’innocente; 5) promozione dell’incompetente. altri e con noi stessi. In questi termini, sia in Kondor Paolo Roversi
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ANIME NERE RELOADED
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ART DIRECTOR : GIACOMO CALLO PR O G E T TO G R A F I C O : WA N DA L AV I Z Z A R I IN COPERTINA : EL ABOR A ZIONE DA FOTO Š MAR A BRIONI
recensione
L’autore ha appena pubblicato “Armageddon� per Tea
C’
è molto da imparare da questo giovane autore newyorchese. Nick Mamatas riesce a dipingere una satira feroce del suo Paese e delle sue fisime post-11 settembre con una delicatezza e un’ironia che farebbero invidia al miglior Aristofane (con il quale infatti i paragoni si sprecano, insieme a quelli con Kurt Vonnegut). Mica facile. In Under my roof, incomprensibilmente tradotto con Come mio padre ha dichiarato guerra all’America, racconta la tragicomica vicenda di un americano tipo che costrui-
AA.VV. Bugs Edizioni BD, p. 266, â‚Ź 16,00
recensione
L’anima nera di Alan D. Altieri
Nick Mamatas Come mio padre ha dichiarato guerra all’America Cargo, p. 173, ₏ 13,50
Q
uesta antologia raccoglie dieci storie che hanno a che fare con gli insetti, la razza piĂš numerosa del mondo animale (oltre un milione di specie conosciute) e con i ragni, che non sono insetti, ma fanno lo stesso accapponare la pelle. Ciascuno scrittore ha trattato il tema a modo suo, creando una interessante varietĂ di stili e storie. Abbiamo l’ironia graffiante e schizoide di Dazieri, il cui protagonista serve da modello a uno sciame che replica forme e comportamenti umani, e la crudeltĂ degli scorpioni giganti di Alan D. Altieri, combattuti da una squadra di contractors altamente specializzati in una scenografia da incubo tecnologico. Stefano Di Marino racconta la storia disperata di un killer all’ultimo “tiroâ€? che affronta la magia yoruba nei quartieri piĂš degradati di Milano, mentre Die-
ANNA MARIA FASSIO I giorni del Minotauro Frilli, p. 237, â‚Ź 10,50
recensione
Incontro con il direttore del Giallo Mondadori
C’
è qualcosa di feroce in questo romanzo che inizia da una fine, dalla morte della sua protagonista. Vera Malan è una scrittrice di successo, ormai anziana vive nella sua villa a Belvedere, un piccolo paese di provincia, il luogo ideale dove districare un mistero. Ăˆ sola Vera, le uniche persone che ha intorno sono i domestici che le fanno compagnia, come Vanessa, una giovane adolescente inquieta. Vera ha dedicato la sua vita al successo, amata dai lettori, odiata dalla figlia, una donna fragile e frustrata,
sce una bomba atomica utilizzando scarti di discarica e qualche informazione pescata da Internet e la piazza dentro un nano da giardino, usandola come deterrente per chiunque voglia invadere il suo territorio, lo stato indipendente di Weinbergia (praticamente la sua casa e il terreno intorno). A raccontare le avventure degli squilibrati abitanti di questo buffo microcosmo, il principe Herbert, dodicenne con il dono di saper leggere il pensiero altrui e molta piĂš saggezza degli adulti che lo circondano, a partire dai suoi genitori. Non serve troppo sforzo per trovare le critiche ai media, alla politica estera statunitense, al consumismo e alla paura del “nemico musulmanoâ€? tra vicende che potrebbero accadere in un futuro neanche troppo lontano. Silvia Cravotta
go Cajelli ci presenta una donna intrappolata in un terrario pieno di scolopendre. E ancora, in ordine sparso, troviamo gli scarafaggi grossi come gatti di Barbara di Gregorio, le zanzare di Matteo B. Bianchi, una storia d’amore tra formiche di Alberto Schiavone, i ragni guerrieri di Roberto Recchioni, l’inquietante collezionista di farfalle di Enrico Remmert e persino l’Uomo Fuco, un supereroe degli anni Quaranta redivivo nell’esilarante racconto di Gianluca Morozzi. Un ulteriore bonus sono le brevi e spumeggianti presentazioni dei racconti scritte dal curatore Tito Faraci e alcune formiche (stampate, ovviamente) incluse a caso tra le pagine. E forse perchÊ la casa editrice di questa antologia è specializzata in fumetti d’autore, forse perchÊ alcuni degli autori sono sceneggiatori di fumetti, quasi tutti i racconti si portano dietro una cifra fumettistica che li rende originali e godibili. Insomma, un libro davvero brulicante di vita‌ Alfredo Colitto
segnata dal passato di tossicodipendenza e dai ricoveri psichiatrici, piĂš violenti di un pugno nello stomaco. Ricoveri voluti dalla madre quando la figlia viene ritrovata mezza nuda in un appartamento squallido, “fatta come un coccoâ€?, cosĂŹ dicono i suoi due bambini, ai quali la donna non ha risparmiato la scena. La figlia in manicomio, i nipoti con la domestica, Vera viaggia, lavora, scrive. Una vita intensa che l’editore vuole raccontare in una biografia che affida alla nipote. La realtĂ però non è mai quella che sembra. Cercare nei ricordi rimossi sarĂ come scavare nel cestino dei rifiuti, dov’è nascosto, insieme al dolore di questa famiglia, il mistero di un delitto irrisolto. Raffaella Piccinni
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Luglio 2008 RACCONTI D’autore
Di Jurij Družnikov
I
l portone d’ingresso cigolò delicatamente: voleva dire che era arrivato il papà. La mamma si alzò di scatto, e mentre si stava ancora infilando la vestaglia, corse in corridoio. Pet’ka si rigirò sul fianco per addormentarsi, ma suo padre parlava a voce alta, così si mise ad ascoltare. Il papà stava spiegando alla mamma, in parole sconnesse, che dopo la discussione della tesi di Val’ka si erano presi una leggera sbornia. Pet’ka sapeva perché il papà aveva vuotato subito il sacco. Faceva così anche lui: se confessi tu per primo, si può evitare una scenata della mamma. A giudicare da come il papà ciondolava in corridoio, e poi da come se la rideva in bagno e camminava sorreggendosi alle pareti, Pet’ka capì subito che la sbornia non era stata per niente leggera. «Ti faccio un tè o un caffè?» gli chiese la mamma. «Un tè e un caffè!» accettò entusiasta il papà. «Mescolati o uno alla volta?» Quando si arrabbia, la mamma diventa pungente. Pet’ka l’aveva sperimentato più di una volta. La mamma sospirò in maniera plateale, andò in cucina e il papà, in cal-
recensione
Robert Hültner UN’INDAGINE SENZA IMPORTANZA Del Vecchio p. 192, € 15,00
“
www.kowalski.it
Le Alpi Bavaresi sono un luogo ricco di Storia e di storie, molte di queste sono tenute nascoste perché possono far paura. Io ho deciso di raccontarle perché esse appartengono al popolo”. Così Robert Hültner, intervenendo alla Fiera del Libro di Torino, spiega le motivazioni che l’hanno portato a
che dico sul serio, non scherzare». «Ma dai, cerca di capire!» iniziò a parlare lui. «Non potevo mica non andarci, dopo che Val’ka mi aveva invitato. Oggi ha discusso la tesi lui, domani toccherà a me. E chi mi scriverà il giudizio? Val’ka. Hanno invitato anche il professor Serčugin. Non ti immagini come mi ha abbracciato. Mi fa: “Carissimo, bisogna proprio che prendi il dottorato anche tu. Subito!”. E quando mi da del “tu”, è una faccenda seria». «E tu a lui?» «Cosa vuol dire, io a lui?» «Cosa mi dici del fatto che prima non ti badava nemmeno?» «Appunto! Prima che ci sborniassimo insieme, non si accorgeva neanche di me, ma adesso…» «D’accordo per il dottorato. Ma perché prendersi una sbornia anche dopo il lavoro?» «Per forza!» sbottò il papà. «Quando si porta a termine con successo un ciclo produttivo, come si fa a non ubriacarsi?! Cos’è, hai qualcosa contro il progresso della tecnica? La tensione emti… emtitiva… puah! La tensione emotiva deve essere scaricata. Non c’è nessun altro momento in cui ci si sente così uniti con i colleghi. Non c’è niente da fare: è il Ventesimo secolo. Le persone non comunicano tra loro, e una sbornia le avvicina».
narrare le avventure dell’Ispettore Kajetan. Pubblicato in Germania nel 1993, Un’indagine senza importanza racconta le storie segrete custodite dagli abitanti di un piccolo paese che si fondono con la Storia, quella della Germania degli anni Venti. Anche a Walching, nascosto tra le Alpi bavaresi, le ferite della Prima Guerra Mondiale e del periodo immediatamente successivo non sono ancora sanate e la serenità stenta a tornare. Qui una giovane viene trovata morta in una fattoria e tutto lascia pensare che i colpevoli siano tre vagabondi. Ma lo scrupoloso ed esperto ispettore Kajetan, dai metodi investi-
gativi progressisti, non si ferma davanti alle apparenze di un caso senza importanza, e scopre un quadro complesso di relazioni tra eventi e persone. Hültner, con eleganza descrittiva, attraverso dialoghi ben costruiti, dipinge un vivido quadro del paese e dei suoi protagonisti, delle tradizioni e degli avvenimenti locali della regione patria del nazionalsocialismo. Per comprendere il quadro storico degli eventi che fanno da cornice al romanzo, in appendice c’è un’utile e dettagliata nota al testo curata dalla traduttrice Paola del Zoppo. Francesca Colletti
«In certi casi le avvicina, in altri le allontana» osservò la mamma. «Scusa. Ho capito cosa intendi. Guarda nel frigorifero, magari c’è rimasto qualcosa, riempi i bicchieri così ci avviciniamo». «Fai piano, o sveglierai di nuovo il bambino!» La mamma chiuse meglio la porta. Di cosa parlarono poi, Pet’ka non riuscì a sentirlo. Steso sul suo letto, pensava a come fosse tutto così complicato. La mamma aveva ragione, ma anche il papà... La mattina dopo, per poco Pet’ka non fece tardi a scuola. «Il grande scienziato Newton» spiegava l’anziana insegnante «scoprì, ragazzi, la legge della gravitazione universale, grazie alla quale gli uomini possono andare alla conquista dello spazio. Chi sa cos’è successo dopo questa scoperta di Newton?» «Una sbornia!» gridò entusiasta Pet’ka. La maestra aggrottò le sopracciglia. «Una sbor-ni-a?» domandò. «E cioè?» In classe si sollevò una foresta di mani. L’anziana maestra, confusa, pensò che aveva fatto male a non frequentare i corsi di aggiornamento. «Diccelo tu, Petja» disse. Così Petja si mise a spiegare per filo e per segno che cos’è una sbornia.
Rufus Gillmore Il letto d’ebano Polillo, p. 318, € 13,40
recensione
La sbornia
zini, entrò nella stanza di Pet’ka. «Dormi già?» «Così prenderai freddo» gli fece notare Pet’ka. «Non preoccuparti! Come ti vanno le cose?» Pet’ka si mise a sedere sul letto. «Quali cose?» «Shhh…» il papà gli tappò la bocca con il palmo della mano. «La mamma ci sentirà. Dai, fammi vedere il diario!» «Adesso?!» rispose sorpreso Pet’ka. «Subito!» Ma subito comparve la mamma. Lei vede anche attraverso i muri. «Sei fuori di testa? È l’una di notte! Il bambino dorme già da un pezzo». «E infatti cosa gli ho detto io: dormi! Ma lui: “Dai papà, posso farti vedere il diario?”» E fece l’occhiolino a Pet’ka. La mamma trascinò il papà in cucina e iniziò a strigliarlo ben bene: «Quanto durerà ancora questa storia? Torni a casa tardi, praticamente mi tocca allevare Pet’ka da sola. Mi sono stancata di aspettarti e stare in pensiero. Tutti i giorni una sbornia. E adesso ti metti pure a svegliare il bambino. Già che si deve alzare presto per andare a scuola». Il papà taceva e beveva il suo tè con il caffè. Poi si mise a fare il buffone. Ma la mamma si arrabbiò: «Guarda
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illmore (1869-1935) appartiene alla Van Dine School. Per questo suo Il letto d’ebano ha mutuato, infatti, da Van Dine il formidabile quartetto degli investigatori, la vittima che nasce e muore come la Canarina e l’assassino dalla mente diabolica degno di La fine dei Greene. Ma i debiti finiscono qui (per fortuna). È questione di atmosfera e di colore. Griffin
Jurij Družnikov (Mosca, 1933-Davis, California, 2008) è stato uno dei più importanti scrittori russi del Novecento, unico nella capacità di gestire grandi architetture narrative (si veda Angeli sulla punta di uno spillo, romanzo steso tra 1969 e 1979) come in quella di condensare storie straordinarie nelle poche pagine di un racconto (come avviene nella recente raccolta Là non è qua, 2005). Scrittore sarcastico, politico, intento a svelare le piccinerie di regime in Russia finendo epurato, ma anche di non perdonare nulla all’edonismo statunitense dopo essersi rifugiato oltreoceano, è stato candidato al Nobel per la Letteratura nel 2001. L’ultimo romanzo scritto prima di morire, il suo capolavoro, è Il primo giorno del resto della mia vita ed è uscito in anteprima mondiale in Italia presso Barbera Editore, la casa editrice che sta poco a poco traducendo tutti i titoli. Il racconto La sbornia, rappresentativo della verve narrativa di Družnikov, compare su MilanoNera proprio per gentile concessione di Barbera. Gabriele Dadati
Scott, il detective amateur, non ha l’aplomb di Vance anche perché i sei possibili assassini sono solo dei parvenu (gigolò, ex pugili, fanatici religiosi, politici corrotti e ladri) che parlano il linguaggio della violenza e del business. Dorothy Vroom, la fanciulla in pericolo (d’arresto), non è un’eterea wasp, ma una bruna procace che sparge sensualità a piene mani. E dopo 300 pagine ad alta tensione, quando Scott, accanto al letto d’ebano, secondo la prassi del Giallo classico, smaschera l’assassino, anche il lettore più smaliziato è colto di sorpresa. Non è anche questo il segno del capolavoro? Giuseppina La Ciura
“Come King, Straub e Koontz prima di lei, Langan è un’autrice destinata a rimanere a lungo sulla scena letteraria.” Dark Scribe Magazine
VIRUS Sarah Langan
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Abbiamo appena aperto 23,8 milioni di nuovi negozi.
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Nota: 23,8 milioni è il numero di computer connessi a internet in Italia (dati Nielsen, ottobre 2007).
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