MilanoNera - dicembre 2009

Page 1

Numero 3 | dicembre 2009 - anno II

Rivista mensile dedicata alla letteratura gialla e noir. Edizione gratuita

a pagina 6 la recensione

a pagina 9 L'intervista

a pagina 13 Il ritorno

La regola delle ombre

Staalesen: dalla Norvegia con furore

Alla corte di re Cave

Luigi Milani

Andrea Ferrari

Fabio Spaterna

COVER STORY

12 DICEMBRE Milano, ore 16:37

Una bomba esplode nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura e provoca la morte di diciassette persone e il ferimento di altre ottantotto.

1969 2009


editoriale

F Paolo Roversi

appuntamenti NEbbia gialla duemiladieci

L’aveva detto Massimo Carlotto: “Il NebbiaGialla è destinato a diventare il festival più importante in Italia, perché è in grado di legare autori e lettori in dibattiti interessanti per fare il punto sulla situazione della letteratura di genere nel nostro Paese”. E anche nel 2010 torna più ricco che mai. Il NebbiaGialla Suzzara Noir Festival, ideato e diretto dallo scrittore Paolo Roversi, nxla Bassa é diventato un’occasione per incontrare molti fra gli scrittori più interessanti del panorama giallo e noir italiano. Il 6-7 febbraio 2010 indosseranno la tipica sciarpa gialla che contraddistingue gli autori: Donato Carrisi, Davide Barilli, Valerio Varesi, Massimo Carlotto, Alfredo Colitto, Simona Mammano, Antonella Beccaria, Paolo Grugni, Paolo Roversi, Simone Sarasso, Matteo Bortolotti, Andrea Cotti, Enrico Franceschini, Stefano Tura , Roberto Mistretta, Santo Piazzese, Gaetano Savatteri, Pierluigi Nuzzi, Massimo Smith, Giulio Leoni, Marilù Oliva

14 novembre: CenaInNoir Tutti Investig-attori con Milanonera. Diventa anche tu un Collabor-attore di giustizia e aiuta l'ispettore Sebastiani a risolvere il caso, tra un piatto e l’altro. CenaInNoir, una cena con delitto in cui mangi, bevi, partecipi e scopri l'assassino. L'Ultimo Mojito: un delitto in 6 portate (e un ammazzacaffè) a cura di MilanoNeraE20. CenaInNoir è una proposta, in esclusiva

MILANO•4•NERA |

È NATALE!

La stagione d'oro del noir ine dell'anno, tempo di bilanci. Quello che sta finendo è stato per noi un anno cruciale, faticoso e, direi, memorabile: l'anno della creazione di MilanoNera Eventi, della nascita dello Spazio MilanoNera, della rinascita di questo mensile che sta riscuotendo sempre più successo; non solo nell'edizione cartacea - distribuita in diecimila copie in moltissime librerie indipendenti (la lista aggiornata la trovate sul sito) - ma anche per l'edizione elettronica (e gratuita): il numero di ottobre del nostro Mag, ad esempio, ha avuto, in un mese, più di tredicimila tra visualizzazioni e download! Così come il nostro portale risulta sempre più frequentato dopo il restyling grafico. L'impressione è che il noir, nonostante l'editoria non attraversi un buon

momento, viva la sua stagione d'oro, come dimostrano le classifiche e gli schiamazzi degli invidiosi che si inventano improbabili etichette purché si parli anche di loro. Il giallo è lungi dall'essere finito, è vivo e vegeto e riscuote sempre maggiori consensi, in tutte le sue declinazioni. Due esempi: la bellissima graphic novel UWS (Marsilio) firmata da Simone Sarasso e Daniele Rudoni in cui si ipotizza un imminente colpo di stato nel nostro paese e una certezza, piacevole, classica se volete, ma di grande spessore: il romanzo pubblicato da Giano La dama del Kashmir di Francisco Gonzàlez Ledesma un autore che è la dimostrazione di come la scrittura di genere vada ben oltre i cliché e diventi letteratura mainstream per la potenza del-

I Maestri Del Giallo

Laboratorio di scrittura dedicato agli amanti della letteratura gialla e noir.

R

PROGRAMMA DELLE LEZIONI SAB 16/01

Ore 11:00 PAOLO ROVERSI Il taccuino dello scrittore GIO 21/01

Ore 19:00 ALAN D. ALTIERI La struttura della storia SAB 23/01

Ore 11:00 MARGHERITA OGGERO Prima della scrittura

QUANDO:

da sabato 16 gennaio a giovedì 25 febbraio

SAB 13/02

dove:

Ore 11:00 ADELE MARINI Dal pezzo giornalistico al libro: il giallo d'inchiesta

Spazio MilanoNera via Galvani 24 Milano COSTO

250 euro per 18 ore di lezione CHIUSURA ISCRIZIONI

SAB 20/02

20 dicembre 2009

Ore 11:00 PATRIZIA DEBICKE Il giallo storico: dai Promessi sposi a Ildefonso Falcones

PAGAMENTO TRAMITE Bonifico bancario:

Banca popolare commercio e industria milano IT82J50480160800000000430 PER INFO & iscrizioni

francesca.colletti@mne20.com Tel. +39 0200616886 per MNE20, di DoppioSogno progetti teatrali di Sergio Scorzillo. Chi vuole uccidere Paola Tirelli? E perchè? Chi sono i veri "attori" del dramma che si consuma durante la cena? E cosa nascondono? Sei in grado di arrivare alla soluzione del caso prima dell'ispettore Sebastiani? Non è d'obbligo l'abito scuro....ma la voglia di partecipare si! In una scansione di eventi che vi coinvolgerà e che vi accompagnerà dal fatale Aperitivo al rivelatore

Il 2010, insomma, inizia con delle certezze. Con buona pace di chi si appiccica addosso da solo etichette artefatte. L'augurio per l'anno venturo, quindi, è: siate ottimisti e leggete noir perché spesso, tutto il resto, per dirla col Califfo, è noia. Mortale.

TORNA

RADESCHI IN LIBRERIA IL NUOVO ROMANZO DI

GIO 25/02

Ore 19:00 STEFANO DI MARINO Il romanzo come un film “Ammazzacaffè”, sarete chiamati a contribuire alla soluzione del caso rispondendo alle domande dell’ispettore Sebastiani. Il tutto avrà luogo presso Anadima, via Pavia 10, lunedì 14 dicembre, a partire dalle 20,30. Non mancate! Non tardate! Siete avvertiti! Un “delitto” avrà luogo…Solo per i vostri occhi! E per il vostro palato! Per info e prenotazioni

mail: anadima@tiscali.it Tel: 02 8321981 info@anadima.com

PAOLO ROVERSI «Milano è da sempre l’università del crimine e nella magica Bassa ci sono pure gli indiani padani. Paolo Roversi spicca il volo con questa tosta e malinconica storia di mala.»

~ In Redazione ~

MilanoNera E20

oversi, Oggero, Altieri, Marini, Debicke e Di Marino, ci guideranno nei meandri della letteratura gialla e noir. Sei incontri di tre ore l'uno per scoprire come imparare a scrivere - e a leggere- un romanzo, a partire dalla coerenza, verosimiglianza e consequenzialità, le caratteristiche fondamentali di un buon giallo. I maestri del giallo è rivolto a tutti i lettori e aspiranti scrittori di letteratura gialla e noir. A fine laboratorio, la Casa editrice Mursia garantirà la lettura e la risposta entro un mese, di tutti i racconti e romanzi inviati dai partecipanti al corso. I migliori saranno pubblicati.

la sua narrazione. Il noir, poi, è anche aggregazione e per il prossimo anno c'è già un appuntamento immancabile da segnare sul calendario: la quarta edizione del NebbiaGialla Suzzara Noir festival che si svolgerà il week end del 6 e 7 febbraio 2010 a Suzzara (Mantova). Ospiti grandi nomi del poliziesco nostrano: da Carrisi a Carlotto, da Varesi a Leoni, da Piazzese a Colitto; una due giorni imperdibile per gli amanti del giallo e dei suoi derivati.

MILANONERA Periodico mensile, n. 3 anno II Redazione: Via Galvani 24, 20124 Milano - Tel. +39 0200616886 www.milanonera.com EDITORE MilanoNera Eventi S.R .L. www.mne20.com DIRETTORE RESPONSABILE: Paolo Roversi paolo.roversi@mne20.com

Massimo Carlotto

CAPOREDATTORE: Francesca Colletti francesca.colletti@mne20.com REDATTORI: Adele Marini adele.marini@mne20.com Fabio Spaterna fabio.spaterna@mne20.com Hanno collaborato a questo numero: Gabriele Ametrano, Matteo Cavazzon, Matteo Chiari, Andrea Ferrari, Giampietro Marfisi, Stefano di Marino, Cristina Marra, Eva Massari, Luigi Milani, Davide Schito, Corrado Ori Tanzi.

I

E

PER UN SUPERECONOMICI MURSIA

NATALE

GRANDI AUGURI

IMPAGINAZIONE E PROGETTO GRAFICO BloodyGraphX PUBBLICITà fabio.spaterna@mne20.com SERVICE E PUBBLICITà TESPI s.r.l., C.so V. Emanuele II 154 00186 Roma Tel. 06/5551390 - mail: info@tespi.it STAMPA SIEM, Via delle Industrie, 5 Fisciano (Sa) Registrazione presso il Tribunale di Milano n° 253 del 17/4/08

| Numero 3 - anno II

LOW COST

BASSO PREZZO Il noir arriva nello sfavillante Un inatteso ritorno alle atmosfere ormai mondo della pubblicità. Da leggere. di culto del noir cinematografico italiano anni Settanta. «Libero» «TTL La Stampa»

Un romanzo che non tradisce chi ama gli omicidi sulla carta e allo stesso tempo è un’autentica rivelazione per chi ha sempre considerato i gialli letteratura di serie B. «la Repubblica»

www.mursia.com


COVER STORY

Francesca Colletti

Per non dimenticare Piazza Fontana Dagli anni Settanta in poi giornalisti e scrittori hanno cercato di far luce sulla strage. Una panoramica sulle ultime uscite editoriali che tentano di ristabilire la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero (P.P.P).

M

ilano. 12 dicembre 1969, ore 16,37. Un ordigno contenente sette chili di tritolo esplose nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana, provocando la morte di diciassette persone e il ferimento di altre ottantotto. Una seconda bomba, rinvenuta inesplosa nella sede milanese della Banca Commerciale Italiana, in piazza della Scala, dopo i rilievi fu fatta brillare. Pochi minuti più tardi ne scoppiò un'altra, ma a Roma, nel passaggio sotterraneo che collegava l'entrata di via Veneto con quella di via di San Basilio della Banca Nazionale del Lavoro, ferendo tredici persone. Altre due bombe esplosero, tra le 17:20 e le 17:30, davanti all'Altare della Patria e all'ingresso del museo del Risorgimento, in piazza Venezia, ferendone quattro. 12 dicembre 1969: il Dies Irae, come lo ha definito Giorgio Boatti. Cin-

dello Stato, 2008). Dopo quarant'anni anni, tra pista rossa e pista nera, la strage di Piazza Fontana è rimasta impunita. Il 3 maggio 2005 sono stati assolti definitivamente gli ultimi indagati. Franco Freda e Giovanni Ventura, neofascisti, accusati di esserre stati gli esecutori materiali, vengono assolti per insufficienza di prove in tre processi (1981, 1984, 1985) e infine dichiarati non più imputabili nel processo del 1999 grazie alle assoluzioni ottenute. Delfo Zorzi, neofascista, imputato anche della strage di Piazza della Loggia, a Brescia, nel 1990 ammette di aver piazzato la bomba nella banca milanese ma riesce a fuggire in Giappone. Nel '74 ne acquisisce la cittadinanza e cambia il nome in aken-cròiz (croce uncinata) , cosa che che gli regala l'impunità perché non può essere estradato. Per cercare di far luce, non giustizia perché questo compito spetta alla Ma-

a cura di d. cambiaso e a. marenzana Crimini di piombo, Laurum, 351 pagine, €12,00

40 anni di libri • F. e G. Bellini, Il segreto della Repubblica (Selene, 2005) • L. Pinelli, Una storia quasi soltanto mia (Feltrinelli, 2009) • D. Biacchessi, Il paese della vergogna (Chiarelettere, 2007) • F. Zinni, Piazza Fontana: nessuno è Stato (Maingraf, 2007) • C. Lucarelli, Piazza Fontana (Einaudi, 2007 con dvd) • M. Pace, Piazza Fontana, L’inchiesta: parla Giannettini (Armando Curcio, 2008)

guarda dal finestrino senza vedere nulla". Così lo immagina Daniele Cambiaso nel racconto Il sangue e l'oro, racchiuso nell'antologia Crimini di piombo. Un'indagine durata vent'anni, quella del giornalista Paolo Cucchiarelli che, ne Il segreto di Piazza Fontana, mette in relazione elementi inediti, indispensabili per comprendere la reale dinamica dell'attentato e per identificare i mandanti gli esecutori. Tra materiale fotografico e sei interviste a giudici, ex terroristi e dirigenti di servizi segreti coperti, l'autore cerca di rispondere alla domanda: perché lo Stato ha celebrato undici processi per quella strage, senza riuscire a indicare un solo colpevole, nonostante siano finite alla sbarra oltre quaranta persone? Perché un commissario, il capo della squadra mobile Pasquale Juliano, è stato processato con l'accusa di aver costruito le prove contro i terroristi, lui, l'unico poliziot-

giorgio boatti Piazza Fontana - 12 dicembre 1969: il giorno dell'innocenza perduta, Einaudi, 434 pagine, €14,50

paolo cucchiarelli Il segreto di piazza Fontana, Ponte alle grazie, 704 pagine, €19,80

a. beccaria e s. mammano Attentato imminente, Stampa alternativa, 211 pagine, €14,00

que attentati terroristici nel pomeriggio dello stesso giorno, concentrati in un lasso di tempo di 53 minuti, cinque azioni che rappresentano l'avvio di una strategia volta a incrinare le basi dello Stato democratico per consentire svolte autoritarie. In totale 378 le vittime del terrorismo, ma più in generale della violenza politica che ha attraversato l'Italia da quel 12 dicembre, fino al 2003, secondo il volume Per le vittime del terrorismo nell'Italia repubblicana (Istituto Zecca Poligrafica

MILANO•6•NERA |

gistratura, soprattutto negli ultimi anni si sono scritti dossier, articoli, saggi, a partire da Una finestra sulla strage (Feltrinelli), il primo libro sull'argomento scritto nel 1971 da Camilla Cederna. Piazza Fontana. 12 dicembre 1969: il Giorno dell'innocenza perduta del giornalista Giorgio Boatti è forse il più completo volume sulla strage. Pubblicato nel 1993 per Feltrinelli, la nuova edizione del 2009 edita da Einaudi, è dedicata "a tutti coloro che si sono ricordati di non di-

menticare". Un volume che ricostruisce la vicenda politica e giudiziaria a partire dalle vite spezzate dalla bomba, quelle 17 felicità smarrite a cui è stata negata la verità, per arrivare all'epilogo degli evanuerunt dies, dei giorni fuggiti via. Così com'è fuggito via l'uomo che ha messo la bomba. Chissà cosa pensava in quei minuti. "L'unica persona che conosce la verità, quella figura alta e silenziosa, dall'impermeabile chiaro e leggermente impolverato che nessuno nota mentre

to che nel 1969 tentò di bloccare la cellula neofascista veneta? Simona Mammano e Antonella Beccaria, in Attentato imminente, ricostruiscono la vicenda personale e giudiziaria di Juliano, l'uomo che ha messo dieci anni per dimostrare la sua innocenza, l'uomo che poteva evitare la Strage di Piazza Fontana. Ci sono tornata in quella piazza, un "luogo di operosi incontri civili". C'è una targa in memoria del sacrificio delle 17 vittime innocenti, deposta nel primo decennale dell'attentato. Ci sono tornata in una giornata di sole, lontana anni luce da quel venerdì pomeriggio, in cerca dell'ispirazione e di una verità, una verità, che è stato detto, rende liberi.

| Numero 3 - anno II


recensioni

recensioni

C'era una volta l’intercettazione

come rapinare una banca svizzera

Antonio Ingroia Stampa alternativa , p. 180, € 11,20

Andrea Fazioli Guanda, p. 350, € 17.00

S

arà la pietra tombale sulla giustizia: così l’Associazione Nazionale Magistrati ha definito il disegno di legge sulle intercettazioni se dovesse essere approvato anche dal senato. E io non credo che sia un’esagerazione. Con queste parole il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, amico e stretto collaboratore di Paolo Borsellino, ha introdotto la presentazione del suo libro allo spazio MilanoNera E20 presso la libreria Mursia, a Milano. Poi, per chiarire meglio il pensiero caso mai ce ne fosse stato bisogno, ha aggiunto: «Senza le intercettazioni, che dopo l’approvazione del disegno di legge saranno possibili solo in presenza di evidenti indizi di colpevolezza, non avremo più giustizia come sinonimo di uguaglianza. Se questo provvedimento verrà approvato dal Senato e diventerà legge, sarà l’ultimo tassello di un disegno lucido che parte da lontano e vuole arrivare lontano per stabilire il principio di disuguaglianza dei cittadini di fronte alla legge...» Proprio per spiegare il ddl che fra poche settimane riprenderà il suo iter e potrebbe diventare legge prima di Natale, il procuratore Ingroia, uno degli uomini più a rischio di attentato in questo Paese, prende i lettori per mano e con parole comprensibili a tutti li conduce nelle aule delle procure perché possano capire come e perché a un certo punto si sia deciso di intercettare, come, grazie alle nuove tecnologie, le intercettazioni telefoniche e ambientali si siano evolute e quali risultati si siano ottenuti nell’ambito della lotta alla criminalità organizzata, alle maxitruffe, ai reati riguardanti la pubblica amministrazione eccetera. Il magistrato non si limita a dare informazioni, ma inserisce le intercettazioni dentro episodi reali e situazioni nelle quali si è imbattuto nel corso delle sue indagini antimafia, a cominciare da quelle che ha condotto al fianco di Paolo Borsellino, fino alla recente riapertura dell’inchiesta sulla strage di via d’Amelio dopo le recenti dichiarazioni di Massimo Ciancimino e dei pentiti. E così, di caso in caso, di argomento in argomento, Antonio Ingroia che, non dimentichiamolo, vive sotto scorta, fa chiarezza sull’importanza di questo vitale strumento d’indagine, smentisce una per una tutte le bufale fatte circolare da chi ha interesse a che il ddl venga presto approvato senza modifiche sostanziali rispetto al testo originario e spiega quali devastanti effetti avrebbe sulla sicurezza dei cittadini e sulla giustizia una volta che fosse approvato. Non servono parole per dare un’idea del contenuto di questo libro che si legge d’un fiato e lascia increduli. A dire tutto quello che c’è da dire ha pensato lo stesso autore nel suo intervento allo spazio MilanoNeraE20, visibile su YouTube. “C’era una volta l’intercettazione” 1, 2 e 3. Adele Marini

MILANO•8•NERA |

U

na banca svizzera. Una donna in pericolo. Un ex ladro dedicatosi al giardinaggio. Questi i principali ingredienti del nuovo romanzo di Andrea Fazioli, nuovo talento del giallo italiano (anche se

lui e’ svizzero...). Nel verde e sereno Canton Ticino, terra di montagne innevate e banche imbottite di denaro (pulito e sporco), un’eterogenea compagnia di persone oneste si vede coinvolta dal guru della rapina Jean Salviati nello svaligiare una filiale di un istituto di credito. Non sarà di sicuro una passeggiata, ma Salviati deve avere quei soldi per liberare la sua bella figlia Lina, dedita ai vizi del gioco e al debito facile. Con uno stile di scrittura asciutto ed essenziale, Fazioli regala grande ritmo a tutta la storia. I personaggi coinvolti nel progetto rapina sono delineati psicologicamente in maniera soddisfacente e tutto il romanzo e’ un crescendo fino al momento culminante della rapina, dove trucchi presi in prestito dal fumetto Diabolik e colpi di scena a ripetizione regalano suspense e tensione. Un unico appunto riguarda la troppo netta distinzione tra buoni e cattivi del romanzo: anche se i buoni sono quelli che compiono la rapina! Giampietro Marfisi La calma del più forte Veit Heinichen E/O, p. 296, € 18,00 Traduttore S. Montis

U

Un romanzo di confine che racconta la caduta di un confine, quello tra Italia e Slovenia. L’ispettrice Giuseppina Cardareto viene aggredita da un cane da combattimento mentre è in bici sul Carso. Idealisti militanti ricoprono il territorio di manifesti con la scritta “Istria libera – Dalmazia nostra”. Goran Duke Newman ama il jazz di Ellington, è un genio dell’alta finanza e colleziona opere d’arte e dischi. Ha una madre eccentrica e un figlio costretto su una sedia a rotelle. Ha una giovane compagna e qualche nemico. Il suo volto compare sui manifesti dei militanti accompagnato da un chiaro messaggio: “Meglio morto che vivo”. Il cadavere di un uomo viene trovato nei pressi della stazione di Trieste, ed altri se ne aggiungeranno. Traffici di cocaina, armi, combattimenti clandestini di cani drogati e incattiviti i pronti a sbranare per un boccone di carne. E soldi. Milioni di euro che vengono manovrati dalla mafia della finanza in attività illegali. Tasselli da ricomporre, piste da bat-

tere e la crisi economica mondiale sullo sfondo. Al commissario Proteo Laurenti spetta il compito di indagare su fatti che riconducono a uno stesso, feroce destino. Eva Massari Carriera criminale di Clelia C.

L. Bernardi, G. Lobacarro Bd, p. 96, € 9,00

C

onsuma rabbia, sesso, vendetta e volontà di potenza. Clelia C. costruisce sui sentimenti la sua carriera criminale nella Napoli della camorra. “Spalle larghe, fianchi stretti, caviglie grosse. Parevo un uomo”, così si descrive. Un uomo spietato, ma anche femme fatale con caparbietà e determinazione tutte femminili. Colpisce come un pugno, rapido e agile, il racconto a fumetti Carriera Criminale di Clelia C. L’ascesa, opera di Luigi Bernardi e della disegnatrice Grazia Lobaccaro. Una piccola e potente saga criminale, un racconto per istantanee scandito dall’educazione criminale, a colpi di omicidi, di una giovanissima napoletana, che fonde noir e testimonianza civile. La camorra raccontata da dentro con la voce e il corpo di una giovane cattiva che sogna di cambiare la propria vita non già fuggendo la violenza, ma diventando lei stessa padrona di una Napoli-Gomorra, disegnata al minuto dalla Lobaccaro. Una città che, come spiega la protagonista: “mi era sempre sembrata volgare. Sarei stata più volgare di lei, tanto abietta da schiacciarla”. Abolite le categorie del bene-male resta una donna con la sua rabbia e il suo sogno di potere, “nuova benzina da bruciare”. Matteo Chiari JR William Gaddis Alet, p. 928, € 34,00 Traduttore V. Mantovani

S

ponsorizzato come un must have della letteratura postmoderna americana finalmente disponibile in italiano a 30 anni dalla pubblicazione originale, JR è un libro strano:un lavoro mastodontico e spregiudicato sia per stile che per contenuto. Nel contesto di spartizione dell'eredità in una famiglia alto borghese spunta il trascurato Jr: un undicenne che, capiti i meccanismi perversi del libero mercato, sfrutta i vuoti di regolamentazione per creare un impero finanziario basato su discussioni con i broker dal telefono a gettoni della scuola e movimenti di denaro assurdi ma possibili come vendere le posate della marina all'esercito. Il crack finanziario di questi giorni ha reso visibile a tutti quello che è descritto in questo libro: “il denaro è un credito, il trucco è fare in modo che i soldi degli altri lavorino per te”, i movimenti di capitale creano ricchezza

virtuale, le perdite fanno tornare il denaro alla realtà tangibile della cartamoneta. Critica feroce e ironica del sistema capitalistico e della società del consumo in una forma sperimentale fatta di soli dialoghi che rende difficile una lettura che sembra un origliare di nascosto a discussioni che non dovremmo sentire. Matteo Cavazzon LA REGOLA DELLE OMBRE Giulio Leoni Mondadori, p. 415, € 19,00

C

on La Regola delle ombre Giulio Leoni, uno degli scrittori italiani più tradotti all’estero, autore tra l'altro dell’acclamato ciclo di thriller storici con Dante Alighieri come protagonista, abbandona il Sommo Vate per adottare un nuovo personaggio, Pico della Mirandola. In uno scenario oscuro e misterioso, dalla Firenze dei Medici alla Città Eterna dei Borgia, l'autore tesse con divertita abilità le fila di una trama avvincente, tratteggiata con lingua e stile narrativo adeguati al periodo storico e all'ambientazione. Colpiscono infatti la ricercatezza del lessico adottato e l'accurata verosimiglianza di personaggi e situazioni: caratteristiche che credo sono diretta testimonianza del divertimento che Giulio Leoni deve aver provato ambientando un thriller in un periodo storico tra i più affascinanti della nostra storia. Non solo: pur rifuggendo da noiosi intellettualismi, l'opera si presta bene a più livelli di lettura. Se da un lato la vicenda narrata è di per sé godibilissima e quasi cinematografica, non è difficile traslare ai giorni nostri alcuni riferimenti e giudizi espressi dal grande umanista e filosofo detective. In più, torno a sottolineare la qualità della scrittura, caratteristica ahimè spesso negletta da molta moderna letteratura di successo. Luigi Milani Il tartufo e la polvere Stefano Quaglia Marcos y Marcos, p. 224, € 12,00

S

ui gradini del sagrato del Duomo di Milano è rinvenuto il cadavere di un uomo. La vittima è Bosko Sadik, macedone, agente di commercio. L’arma del delitto: un tartufo bianco in gola, lo ha soffocato. Incaricato delle indagini è Gianni Arnaboldi, commissario di polizia non ancora quarantenne ma con una discreta carriera alle spalle. In missione a Cassinasco, sulle Langhe, dove la vittima viveva e lavorava per una ditta di confezioni e vendita di tartufi, Arnaboldi collabora con i colleghi della benemerita e riscopre i piaceri della tavola e i ritmi e paesaggi della piccola località collinare. L’indagine, che si svolge “a capofitto e a stomaco appesantito”, riguarda anche la sparizione di una

| Numero 3 - anno II

cagnetta da tartufo. Intorno al redditizio commercio di tartufi, l’autore crea una trama che coinvolge diversi personaggi, vittime o colpevoli di vari crimini: evasione fiscale, frode alimentare, prostituzione, furto. La scrittura di Quaglia ora ironica ora malinconica punta a svelare gusti e particolarità del suo investigatore con riferimenti e paragoni cinematografici, televisivi, calcistici e letterari. Cristina Marra Le radici del noir Pasquale Pede Fond. Rossellini, p. 260, € 25,00

I

n principio, almeno per l’autore, fu Il Taccuino di Sherlock Holmes: “una folgorazione. Catturato dal fascino del segugio di Baker Street, capii che il poliziesco sarebbe stata la mia droga”. Con queste parole Pede, spiega le radici del suo amore per il noir. In un momento in cui questo termine è talmente diffuso da risultare inflazionato, in cui i quasi tutti i best sellers hanno il crisma del giallo e numerose case editrici si fregiano di collane ad esso dedicate mentre prima si “poteva al massimo cercare un omnibus Mondadori”, Pede fa il punto della situazione. Le radici del noir è uno splendido saggio, una prospettiva generale sulla letteratura noir dalle sue origini storiche, sociali e culturali a quelle letterarie. Il noir in tutte le sue declinazioni raccontato attraverso i protagonisti, padri nobili e nomi eccellenti come “il dandy, padre di tutti” Hammett o il “fascista, rozzo, sadico, misogino, razzista” Spillane. L’utile appendice, dedicata agli incontournables, gli imprescindibili, i noir da portare su un’isola deserta, e a quelli ingiustamente dimenticati, fa de Le radici del noir un saggio accurato ma non didascalico, impeccabile ed elegante, ottimo come strenna natalizia. Francesca Colletti REPETITA Marilù Oliva Perdisa, p. 175, € 14,00

N

on cercate l’assassino. Lorenzo Cerè si presenta subito per quello che è. Un individuo disperato in cerca delle ragioni di una furia che non riesce e non può dominare. O forse non vuole? Chi lo vorrebbe con un passato così? Ma qualcosa lo spinge a scavare. Non solo perché è un amante della Storia. Ha già scartato dodici psichiatri. La tredicesima, indicata con formale precisione come Malaspina Marcella, forse, può riservargli delle sorprese. Magari non lo aiuterà a guarire, e resterà avviluppata anche lei in uno strano rapporto che sicuramente valica la barriera deontologica. Un romanzo o, se vogliamo, un giallo dell’animo perché, malgrado i delitti, la ricostruzione di mente e azioni

dicembre 2009 |

di un essere efferato che rispecchia un po’ tutti i serial killer, la vicenda di Lorenzo Cerè e di Malaspina Marcella è un’indagine su zone private della natura degli Umani. L’analisi del loro rapporto è complessa, mescola psicanalisi, Storia, ricerche su motivazioni e pulsioni di molti serial killer della realtà. Tutto amalgamato da una scrittura che da un emblematico incipit sino a un finale così forte da smuoverti dentro più di qualsiasi delitto rivela nell’autrice una molteplicità di interessi e la capacità di trovare il linguaggio adatto per situazioni di volta in volta estreme o liriche che non è casuale e solletica in attesa delle sue prossime prove. Già, perché, anche se dalle sedute psicanalitiche di Lorenzo e Marcella scaturisce un thriller (e anche una storia d’amore con caratteristiche piacevolmente anomale) ci si domanda cosa racconterà Marilù la prossima volta. La capacità di stimolare curiosità riguardo alle prossime opere è al contempo il più bel giallo e la miglior prova di sé che un autore possa regalare al lettore. Leggete e rileggete (per cogliere le sfumature che l’ansia di vedere ‘come va a finire’, tipica del giallofilo, può mascherare dietro la sequenza degli avvenimenti) Repetita senza pregiudizi. Non cercate l’assassino, troverete la scrittrice. Stefano Di Marino MILANO MUTA Andrea Ferrari Eclissi, p. 270, €12.00

D

i casi di infedeltà coniugale l’investigatore privato Brandelli ne ha sicuramente risolti molti. Ma quello che gli capita tra capo e collo sembra troppo anche per lui. Un attempato ometto, infatti, sostiene di aver avuto le prove da un sedicente mago di Ponte Lambro che la sua amata dolce metà sia in realtà un’adultera. Niente di strano per un cornuto come lui, se non fosse che la sciura in questione è morta ormai da due anni! Brandelli comincia ad indagare, distratto come sempre dal difficile rapporto con se stesso, con la sua donna e con la sua amata/odiata Dama Grigia. Inoltre, dopo un anno di silenzio, il Pisa, migliore amico nonché socio non ufficiale, torna da Londra, e Brandelli si accorgerà troppo tardi che la sicurezza dell’amico in realtà nasconde più di un segreto. Questo terzo romanzo scava ancora più a fondo nel personaggio dell’introspettivo ma risoluto investigatore. Oltre al tema del rapporto con la città di Milano, e in particolare con le periferie, emerge un’analisi sull’amicizia che prima d’ora Brandelli non aveva mai dovuto affrontare. Si è sempre fidato ciecamente del Pisa, ma questa volta dovrà interrogarsi non solo sulla vera identità dell’amico, ma anche e soprattutto su se stesso. Davide Schito

La stagione dei suicidi Ugo Mazzotta Todaro, p. 281, € 16,00

C

astel di Seta. Un paese piccolo, tranquillo, dimora di famiglie borghesi dal comportamento irreprensibile. Una comunità scossa da due suicidi, a pochi giorni l’uno dall’altro. Troppo pochi. Si tratta di una donna che in paese nessuno ha mai visto, e di un vagabondo abilissimo nel disegnare, in pochi tratti, tutto ciò che colpisce la sua attenzione. Si tratta davvero di suicidio? Due vite

diverse, apparentemente slegate. Il commissario Prisco ha delle sensazioni strane, pensa che quelle due persone siano accomunate non solo dalla stessa sorte, ma anche da un passato comune. Ficcherà il naso nella scomoda vita privata di un integerrimo assessore comunale, e si intrufolerà nei meandri di un lussuoso ristorante. E improvvisamente i buoni cittadini saranno meno buoni, meno corretti, avranno voglia di sporcarsi un po’. Un caso difficile per Prisco, che insieme al mistero delle morti, dovrà far luce anche sull’inquietudine che lo attanaglia, e che nemmeno le passeggiate tra gli amati monti abruzzesi riusciranno a dissolvere. Eva Massari

IL COMMENTO

Sull’inutilità delle etichette

C

ontinuiamo così, facciamoci del male. Se Nanni Moretti non avesse già detto questa frase sarebbe proprio il caso di inventarla. Facciamoci male, parliamo di letteratura come se fossimo al supermercato e vediamo chi è più bravo a tirar fuori dal cilindro una nuova etichetta o addirittura un nuovo genere letterario. È un vizio sadomaso che sempre più dilaga tra quegli autori che sentono crollare sotto i piedi la vendita dei propri capolavori. Allora, dopo una notte insonne, scrivono e, come dei licantropi alla luna, ululano ai quattro venti l’importanza critica della loro scoperta. In meno di due anni, seguendo le fasi alterne dell’astro, siamo entrati nell’epoca del Post, del New e del verde ma non troppo. Generalmente queste definizioni vivono per poche settimane, pochi mesi, e poi si scollano dai prodotti: il tempo necessario per alzare un polverone mediatico e vendere un centinaio di volumi in più. Sicuramente siamo in una fase letteraria transitoria, un’evoluzione impazzita del mercato editoriale che crea una super produzione quotidiana, ma non per questo l’invenzione di un’etichetta salverà il mondo dei libri. La tendenza di alzare la voce e promuovere i propri romanzi come esotici esemplari di generi mai visti è un atteggiamento nefasto. Evidenzia come la letteratura e i suoi protagonisti siano mescolati sempre più con il marketing e la vendita, perdendo coscienza del proprio ruolo. L’etichetta è simbolo del mercato, indica ai lettori il corridoio per l’acquisto, non la qualità letteraria. C’è realmente bisogno di inventare un nuovo genere letterario? No, non esiste l’esigenza se si parte dal presupposto che la buona letteratura è solo buona letteratura. Ogni autore ha le proprie peculiarità e ogni sua crea-

zione ha delle caratteristiche mutevoli: la critica ha creato dei generi letterari sulla base di teorie generali, che evidenziano l’espressione dei testi e aiutano l’analisi. Le etichette (perchè le nuove invenzioni non sono neanche lontanamente dei generi letterari) sono frutto di un’enfasi editoriale, la stessa che il buon commerciante applica ai propri prodotti per convincere l’acquirente. Non continuiamo così, non facciamoci del male. Gabriele Ametrano

| MILANO•9•NERA


L'INTERVISTA

Andrea Ferrari

white side

Staalesen: dalla Norvegia con furore

Il lato candido di MilanoNera Pane e tempesta Stefano Benni Feltrinelli, p. 256, € 16,00

L'Iperborea inaugura con Gunnar Staalesen la collana Ombre: gialli raffinati, dallo stile inconfondibile e una sottile, pungente ironia. MilanoNera lo ha incontrato. Dai suoi libri sono stati tratti due film e una serie televisiva di grande successo.

L

a fama del nord come terra di grandi noiristi e giallisti in generale é molto aumentata negli ultimi tempi, come vivi tu che in realtà sei a tutti gli effetti uno dei più importanti scrittori di noir scandinavi ed europei questa improvvisa esplosione mediatica e come la motivi e quali sono i tuoi punti di riferimento? Debbo essere onesto e dire che sono abbastanza importante in Norvegia e in alcuni paesi europei tipo Danimarca, Francia, Grecia e da adesso speriamo in Italia. Quattro dei miei romanzi su Varg Veum sono stati tradotti in Inglese, ma sono stati pubblicati nella sola Gran Bretagna. Comunque, la storia del noir e delle crime novels in generale è assai lunga in Scandinavia e parte dalla metà del diciannovesimo secolo. Io penso che noi scrittori di noir Scandinavi sia che proveniamo dalla Norvegia sia dalla Danimarca sia dalla Svezia – e dobbiamo includere anche l’Islanda – scriviamo per così dire nel solco di una grande tradizione. A partire da Sjöwall & Wahlöö con i loro dieci romanzi su Martin Beck e la polizia criminale di Stoccolma nel periodo che va dal 1965 al 1975 c’è sempre stata negli anni a seguire una buona attenzione internazionale per gli autori del grande nord. Per la generazione di scrittori di cui io faccio parte, quelli che hanno iniziato negli anni settanta, Sjöwall & Wahlöö hanno rappresentato una sicura fonte d'ispirazione. Personalmente sono stato certamente influenzato da Raymond Chandler, quello che molti autori considerano lo Shakespeare del noir e della crime novel in generale, ma un’altra voce che mi ha interessato molto è quella di Ross Macdonald, uno dei primi seguaci di Chandler con le sue storie di Lew Archer. La Norvegia e la Scandinavia nell'immaginario italiano sono tutt'ora viste come una grande regione in cui tutto è sotto controllo e dove il male non è tendenzialmente di casa. Nei tuoi romanzi invece il male (anche solo quello di vivere) è uno dei protagonisti. Come dovrebbero accogliere la società che tu racconti i lettori italiani? Innanzitutto credo che non si dovrebbe mai prestare fede al cento per cento a quanto viene scritto in un noir. Nei miei romanzi con Varg Veum come protagonista ci sono sicuramente aspetti della Norvegia molto crudi che un qualunque visitatore o turista non incontrerà mai durante un soggiorno. Certamente anche noi abbiamo tossicodipendenti, una certa criminalità organizzata, corruzione e così via, ma è altrettanto certo che vista nella sua complessità la Norvegia è da considerarsi un paese sicuro e accogliente (molto di più della Svezia, che una nazione più grande e con una criminalità organizzata molto più strutturata). Io non credo nel male in senso stretto; ciò di cui Varg Veum si occupa, molto spesso lascia trasparire che

MIL ANO•10 •NER A |

E

Sono stato influenzato da Chandler, quello che molti considerano lo Shakespeare del noir e della crime novel in generale

anche i colpevoli sono vittime di traumi subiti nell’infanzia, delle loro condizioni di vita e delle persone con cui sono cresciute. Varg Veum è stato, ma è tuttora, un assistente sociale e si pone sempre dalla parte del più debole come in Satelliti della morte in cui si schiera al fianco di Janegutt (il ragazzo attorno al quale si sviluppa l’intera vicenda. ndr). Potresti raccontarci qualche cosa sulla prossima avventura di Varg Veum? Ho appena terminato il primo capitolo del quindicesimo episodio della saga di Varg Veum. E’ davvero troppo presto per raccontare qualcosa di preciso in merito, ma credo che si occuperà di energia eolica e dei problemi dell’ecologia. La sua compagna Karin Bjørge (che in Italia non è ancora apparsa ndr) correrà molti pericoli durante lo svilupparsi della vicenda. Per ora non posso dire di più, dato che anche io non ho ancora tutto chiaro.

IL DIRETTORE EDITORIALE di Bompiani, autrice e regista Elisabetta Sgarbi

La Bompiani compie 80 anni: intervista a Elisabetta Sgarbi 1929-2009, la casa editrice fondata da Valentino Bompiani compie gli anni. Scelte editoriali innovative e di alta qualità confermate dal direttore editoriale Elisabetta Sgarbi.

LA RECENSIONE

S

satelliti della morte

Gunnar Staalesen Iperborea, p.379, € 16,50 Traduttore M. V. D'Avino

atelliti della morte, il primo libro di Gunnar Staalesen tradotto in Italia, ma in realtà il penultimo di una serie composta di circa quindici titoli lascia semplicemente a bocca aperta. Un romanzo dove tutto funziona a pennello. Un personaggio che pur calzando i canoni cari all'hard boiled tradizionale di Chandleriana memoria, lascia trasparire un'umanità propria e soprattutto un background particolare e tutto sommato decisamente nordico. Varg Veum, ex operatore dei servizi sociali (assistenza minori) e investigatore privato per vocazione, accentra in sé tutte le speranze disilluse di una società che pur essendo indicata da tutta l'Europa come modello, nasconde fra le sue pieghe meno note storie di ordinaria sofferenza e incredibile crudeltà. Il nostro lupo solitario si aggira per tutta la Norvegia, con la malinconia quale unica compagna di viaggio e il senso di giustizia che lo pervade lo condurrà ineluttabilmente alla sconfitta. In una vicenda che si dipana nel corso di un ventennio nella quale troveranno spazio sia la critica sociale sia l'opposizione al facile pietismo per i reietti, l’autore cerca una personale chiave di lettura alla dipendenza funesta degli individui dall'ambiente in cui sono nati e cresciuti e dove torneranno comunque a razzolare, come polli scossi in giro per l'aia.

| Numero 3 - anno II

C

om’è nata e cresciuta questa casa editrice?

La Bompiani è senz'altro una pietra miliare nella storia dell'editoria italiana, innanzitutto per le scelte programmatiche. Fin dall'inizio, l'attenzione si è concentrata sulla narrativa e saggistica di qualità, italiana e straniera.

Nel corso degli anni sono cambiati i contesti sociali ed economici. Anche il mondo culturale si è avviato alla globalizzazione. Com’è cambiata la casa editrice? Sono cambiati gli scenari, ma lo spirito della Bompiani si è mantenuto intatto. Negli ultimi tempi, si è continuato a puntare risolutamente sulla qualità e, contemporaneamente, sull'impatto popolare di una narrativa matura, anche in sintonia con le nuove esigenze di un mercato allargato, globalizzato e delle nuove strategie di comunicazione messe a punto con l'ingresso sulla scena

dicembre 2009 |

di Internet e degli strumenti informatici. Gli ottant’anni di Bompiani sono diventati un evento... Le celebrazioni si sono svolte tra l'8 e il 17 novembre, fra proiezioni di film allo Spazio Oberdan di Milano e incontri alla Sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera. Serate importanti, perché è in esse che si è svolta la presentazione del numero speciale di Panta dedicato appunto agli ottant'anni della casa editrice; poi un particolare omaggio a Leonardo Sciascia, e per finire, la presentazione del catalogo storico Bompiani. Abbiamo avuto numerosi ospiti, come Hanif Kureishi, Umberto Eco, Sandro Veronesi, Andrea De Carlo, e anche due altri omaggi: a Patricia Highsmith, con proiezioni di film tratti dal ciclo di Mr Ripley, e ad Alberto Moravia, di cui verrà preso in considerazione il rapporto con il cinema, da lui, come è noto, profondamente amato. Insomma, una grande festa. Cristina Marra

ccolo, il Bar Sport è tornato. Oggi lo si può trovare aperto a Montelfo, il più pazzesco paesino arroccato il quella scrausa terra che solitamente chiamiamo Italia. Vi siedono il Nonno Stregone e la Mannara, Simona Bellosguardo, Trincone Carogna, Tramutone e i fratelli Sgomberati. E con loro un’interminabile fila di uomini, donne e animali con una potenza grottesca addosso da “metti un tigre nel motore”. È tornato Stefano Benni e Pane e tempesta è il suo nuovo circo. Quel piccolo mondo antico che fa a cazzotti coi tempi moderni. E sono cazzotti che fanno anche male. È sì perché se è vero che si ride col nuovo microcosmo benniano ( e si ride tanto, a crepapelle, si ride di una risata croccante e liberatoria), è altrettanto evidente quanto gli attori di quest’universo fantastico rimbalzino contro il muro della modernità e oggi si ritrovino portatori di una malinconia che s’abbraccia alla commozione per non diventare tristezza. Sorpassati dal mondo, l’esercito civile di Montelfo in lotta contro la cementificazione ha solo le sue storie e le proprie astruse contromosse. Un mondo è finito. Combattere a mani nude contro l’atomica, però che soddisfazione! Corrado Ori Tanzi Che la festa cominci Niccolò Ammaniti Einaudi, p. 328, € 18,00

I

n un’intervista Ammaniti ricorda la sua Villa Ada: un posto pericoloso, pieno di “drogati e ricchioni”, come diceva la nonna. Degli antichi fasti della meravigliosa villa settecentesca c’è rimasto poco o nulla: l’incuria dell’amministrazione capitolina l’ha resa decadente e sporca. E allora, perché non immaginare che un megalomane palazzinaro decida di acquistarla per riportarla in auge e che organizzi, per inaugurare la villa, il party del secolo? Scrittori ggiovani e satanisti frustati, veline in cerca di gloria accompagnate da calciatori ignoranti, attricette di film per la tv e cantanti tossicodipendenti redenti, editori mossi dal profitto e medici cocainomani. Un parterre cafonal, per dirla alla D’Agostino, in cui letteratura, potere, denaro e sesso si mescolano fino a diventare un melting pot disgustoso, esagerato e volgare, rappresentativo della contemporaneità. Divertente e brioso ma traballante nella seconda parte: l’improbabile svolta sovietica appare assurda. L’impressione è che Ammaniti si sia davvero divertito a scrivere, e di conseguenza ci abbia fatto sorridere, ma di un sorriso amaro, così come l’umanità che ci racconta. Peccato però

che dell’autore de L’ultimo capodanno dell’umanità, quello delle atmosfere irriverenti e accattivanti, resta soltanto uno scrittore ggiovane, che ricorda un po’ il protagonista Fabrizio Cifa, molto più interessato al clamore attorno al romanzo che al romanzo stesso. Più Che la festa cominci, the show must go on. Francesca Colletti One fifth avenue Candance Bushnell Piemme, p. 495, € 20,00

D

New York. Nevrotica e chiassosa, travolgente e impietosa. La città dell’indifferenza dove tutti si muovono incuranti del prossimo. Ma non a One fifth, l’elegante edificio art déco che svetta sulla quinta strada, dimora dell’high society newyorkese. Un alveare di lusso dove s’incrociano le storie degli inquilini, inclini all’osservazione frenetica delle mosse altrui. E’ così soprattutto per Mindy Gooch, che col marito, scrittore da 7mila copie vendute, occupa il piano basso, un tempo adibito a ripostiglio. Con lo sguardo all’insù spia le vite patinate di Schiffer Diamond, una splendida attrice ritornata da poco in città, di Enid Merle, autrice della rubrica di pettegolezzi tanto temuta quanto letta. Del cinquantenne Philip Oakland che intrattiene una relazione con una ragazza di trent’anni più giovane, che in attesa di diventare la nuova Carrie Bradshow si tiene impegnata spendendo migliaia di dollari da Marc Jacobs. Poi ancora Annalisa e Paul Rice, la coppia di nuovi ricchi che ha occupato l’attico del palazzo, in un’ascesa immobiliare e sociale portando lo scompiglio nel palazzo. Dall’autrice di Sex and the city una storia brillante che racconta luci e ombre della città più paranoica del mondo. Eva Massari

Il cuore che si ferma è il battito delle ali di un'anima che forse se ne va per morire d'amore. ALDA MERINI 1931 - 2009

| MIL ANO•11•NER A


L'INTERVISTA NOIR

N

ick, quali sono state le tue ispirazioni letterarie per la stesura di questo libro? Principalmente due. Innanzitutto lo Scum Manifesto di Valerie Solanas, la donna che sparò ad Andy Warhol. In questo libro, per me meraviglioso, lei parla dell’esperienza della maschilità, considerando giustamente noi uomini come dei predatori sessuali (SCUM sta per Society for Cutting Up Men, ndr). Un’altra ispirazione sono stati i Vangeli di San Marco, un testo episodico e ossessionato dalla morte, così come il protagonista del mio romanzo, Bunny Munro. Come mai questo titolo che, svelando in parte il finale, forse potrebbe scoraggiare qualche lettore? In origine avevo pensato a Sex Maniac come titolo, poiché si tratta del racconto del viaggio di un maniaco sessuale. Poi ho deciso di cambiare perché questo mi sembrava il titolo giusto, in quanto il libro parla essenzialmente di morte. Nel suo viaggio il protagonista non è solo, ma è accompagnato dal figlio, Bunny Junior. Cosa ci puoi dire del piccolo co-protagonista? Io ho quattro figli, di cui uno di nove anni, la stessa età di Bunny Junior. Credo che descrivere le emozioni di un bambino di questa età sia impossibile, se non si è padre e non lo si è vissuto sulla propria pelle. Il concetto fondamentale è che a nove anni il proprio padre è ancora visto come un Dio, gli si vuole bene incondizionatamente, così come succede a Bunny Junior. Cosa ci puoi dire dell’inquietante personaggio del padre del protagonista, Bunny Senior? Credo che Bunny sia stato picchiato da suo padre da bambino, e che queste violenze abbiano cambiato per sempre la sua vita.Bunny infatti non ha la capacità di essere in sintonia né con il padre né con suo figlio, in particolare non riesce ad essere una figura paterna decente. A Bunny Munro non è mai stata insegnata l’inti-

Fabio Spaterna

Alla corte di re Nick Cave

Il re è tornato a scrivere. Vent'anni dopo il primo romanzo, E l'asina vide l'angelo, è uscito La morte di Bunny Munro (Feltrinelli), scritto con stile impeccabile e ironia rigorosamente nera.

mità con qualcuno, e la colpa va di certo attribuita al padre. In coda al libro ringrazi John Hilcock, con cui hai lavorato per il film The Proposition. Ti è servito di ispirazione? E’ stato proprio John a chiedermi di scrivere una storia di questo tipo, che all’inizio doveva essere una sceneggiatura e solo successivamente si è tramu-

tata in romanzo. Il regista mi ha chiesto di parlare di un commesso viaggiatore, a me sinceramente interessava poco un personaggio di questo tipo, così ho aggiunto i temi della famiglia e del sesso, due argomenti che vanno benissimo a noi rockstar, che in fondo non siamo altro che maniaci sessuali… A differenza del tuo primo romanzo, And the ass saw the angel, la re-

ligione è completamente assente. Quali sono le differenze tra queste due opere? La principale differenza è che sono passati vent’anni. In questo periodo sono molto cambiato come persona, la concezione di Dio resta invece molto importante nei testi delle mie canzoni. Domanda a risposta secca: sei religioso? No, non sono religioso ma credo sia importante e giusto porsi delle domande. Credo in Dio in maniera dubbiosa, sono convinto che le cose siano pericolose se prive di dubbi. Tuttavia in Australia ho avuto un’educazione religiosa, ho cantato in chiesa per tre o quattro anni, e conosco molto bene la Bibbia. Mi piacciono le storie della Bibbia narrata, ma per me non sono una guida. Nel tuo libro ci sono molti riferimenti musicali, ma a cantanti che c’entrano molto poco con il tuo genere musicale come Avril Lavigne e Kylie Minogue. Se è vero che quando si scrive c’è sempre qualcosa di autobiografico, dobbiamo aspettarci un cambiamento di stile nel prossimo disco con i Bad Seeds? (Ride, ndr) Beh, io non sono Bunny Munro, o almeno non del tutto. Il libro è fiction, e poi al protagonista non interessano le canzoni, quanto i videoclip dove si vedono queste cantanti… Io sono molto amico di Kylie (i due hanno duettato qualche anno fa nella splendida Where the wild roses grow, ndr), è per caso anche amica tua? (Ride ancora, ndr) Per quanto riguarda Avril Lavigne, considerata il tesorino del Canada, per me era simpatico metterla al centro delle fantasie sessuali di Bunny, che essendo un predatore sessuale è ovvio si interessi a lei. Tornando alla musica, ultimamente ascolto prevalentemente musica jazz, in particolare Miles Davis. Purtroppo non sono amico di Kylie Minogue, ma sei sicuro che non se la sia presa per tutti i riferimenti espliciti nel libro? Sono suo amico da anni, ma è anche vero che sono due anni che non la vedo… sai, lei viaggia su un’altra stratosfera. Le ho comunque mandato il libro, scusandomi per il suo ruolo. La sua è una referenza comica, e oltretutto credo che Kylie si debba prendere le sue responsabilità per avere indossato, nel video di Spinning Around, quegli hot pants dorati che tanto fanno impazzire Bunny. D’altronde i tabloid inglesi ci hanno marciato per mesi su quei pantaloncini, e Bunny è il tipico prodotto dei media. Che differenza c’è tra scrivere canzoni e produrre un romanzo? E’ difficile per me scrivere canzoni, è come partorire, come voler far passare un cocomero attraverso una piccola apertura: doloroso e sanguinante. Scrivere un libro invece per me è puro piacere, l’ho fatto velocemente e in tutta tranquillità. L’ho scritto a mano, su dei blocchi. Che progetti hai per il futuro? Sto terminando il secondo disco del mio progetto parallelo ai Bad Seeds, “Grinderman”. Inoltre ci sono mogli da tenere felici, figli da crescere… sono sicuramente molto indaffarato!

| Numero 3 - anno II

L'Editore

da venti a dieci

Lorenzo Fazio: la verità a ChiareLettere

C’

è nell’aria voglia di verità. Il pensiero unico nazionale non basta più. Le notizie ufficiali non convincono. Il lungo sonno delle coscienze e della ragione comincia a scivolare cautamente verso il risveglio. Se questo sta accadendo, lo si deve a chi la verità la va a cercare là dove si nasconde: nei faldoni sepolti dentro gli archivi giudiziari, nella memoria di chi sa, di chi ha visto, di chi ricorda e soprattutto nella logica che scaturisce dalla sequenza dei fatti. E’ da qui che nasce l’interesse per i libri-inchiesta, pubblicati da case editrici coraggiose come Chiarelettere, diventata un vero e proprio fenomeno editoriale. Per annusare l’aria e capire se i cittadini preferiscono la verità vera a quella dei tg, abbiamo incontrato Lorenzo Fazio, l’agguerrito editore della casa editrice milanese che sta diventando di culto grazie alla pubblicazione di libri che sono spesso la naturale continuazione di inchieste giudiziarie mai partite, affossate, silurate, volutamente dimenticate.

Dottor Fazio, i vostri libri sono vere e proprie deflagrazioni. Penso a Vaticano Spa, Il regalo di Berlusconi, L’agenda rossa di Paolo Borsellino... Cosa l’ha spinta a pubblicarli? Mi ha spinto la passione, la vera molla di questo mestiere così particolare, antico ma votato a guardare al futuro, alla realtà che cambia. Una passione che viene dal professionista che lavora nel campo dell’editoria da venticinque anni, e dal cittadino che non ci sta ad accettare che l’Italia possa precipitare così in basso, tradendo gli ideali di tante persone che hanno anche sacrificato la vita. Quando faccio un libro non mi domando a chi potrà giovare o chi potrà danneggiare. Lo faccio e basta. Perché penso che contenga un pezzetto di verità, ovviamente documentata, da far conoscere. Parliamo di L’agenda rossa di Paolo Borsellino: la prima edizione è uscita nel 2007. Si aspettava che le rivelazioni di Massimo Ciancimino e del pentito Spatuzza ne confermassero il contenuto? A volte basta leggere le carte dei processi, le testimonianze, usando la memoria e mettendo insieme i pezzi di un puzzle che è lì, a disposizione di tutti ma che nessuno vede. Quanto sta venendo alla luce oggi conferma quello che avevano scritto due anni fa gli autori e cioè che in via D’Amelio c’erano persone mai identificate... Stiamo arrivando ai piani alti della politica: alla mafia bianca, quella che non spara ma fa sparare. Visto il successo dei libri d’inchiesta, quali sono gli argomenti che interessano di più? Non tutti vendono e non basta l’attualità a rendere appetibile un saggio. Più

Tre domande a...

l’argomento è circostanziato e localizzato e più è difficile raggiungere un pubblico vasto. Ma se un dato problema (può essere gli stipendi dei manager in La paga dei padroni o il caso della Liguria in Il partito del cemento) diventa modello interpretativo e acquista significato politico (in senso generale), allora il libro va. I più venduti finora sono Vaticano spa e Se li conosci li eviti. Quali, riescono a smuovere le coscienze? Da soli i libri non ce la fanno a smuovere le coscienze e vanno aiutati, sostenuti da altri mezzi. Pensiamo al web soprattutto, che è uno spazio usato dai giovani. L’effetto di rimbalzo di un messaggio sui blog di Chiarelettere (www.chiarelettere.it) è efficace e costa poco. Come si difendono i personaggi attaccati dai vostri libri-dossier? Spesso usano la denuncia legale senza avere un reale motivo a loro difesa. I documenti sono indiscutibili, ma magari un aggettivo, una frase possono diventare oggetto di una contesa legale. Conosciamo i rischi e cerchiamo di tutelarci sotto ogni punto di vista, anche confrontandoci con gli autori. In Italia si legge davvero poco? I dati sulla lettura in Italia continuano a essere preoccupanti. Più della metà degli italiani non legge neanche un libro all’anno, e questo è grave per un paese che vuole recitare un ruolo importante in Europa e nel mondo, anche se il dato generale andrebbe analizzato tenendo conto delle varie realtà geografiche Una domanda provocatoria: lei si sente un bolscevico? No, non sono un comunista non lo sono mai stato neanche ai tempi del PCI. Credo però nell’impegno civile, nel ruolo degli intellettuali e degli editori, che è fondamentale per una democrazia come la nostra, così opaca e piena di ombre e segreti.

Adele Marini

marco vichi Racconta il tuo ultimo lavoro in 20 parole Un bimbo sparisce nel nulla, il commissario Bordelli indaga disperatamente, a sommergere l’ultima speranza arriva l’alluvione, ma il commissario persevera. Illustra il tuo personaggio principale in 15 parole Un uomo solitario, malinconico, ex comandante del San Marco, amareggiato da un’Italia che lo delude. Un’anteprima del tuo prossimo lavoro in 10 parole La storia triste di un contabile, si chiama Mario Rossi.

a cura di Francesca Colletti



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.