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CHIARA FRANCHI
FUNZIONA SOLO SE BRILLI Prefazione di Paolo Borzacchiello
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Al mio piccolo saltapicchio Alessandro. Ricordati di brillare sempre.
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PREFAZIONE di Paolo Borzacchiello
Potrebbe bastare il titolo, a ben guardare. «Funziona solo se brilli» è una frase di potenza straordinaria, una frase che apre mondi e che ci dovrebbe orientare a considerazioni sensate e profonde, soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo, in cui sempre più spesso cerchiamo all’esterno barlumi di luce dimenticandoci che la fonte della vera luce è sempre e solo dentro di noi. «Sii luce a te stesso», diceva il Buddha con la stessa semplicità con cui Chiara (credo di averla appena paragonata a Siddharta, fra l’altro) ci dice che «funziona solo se brilli». Questo libro, leggero e profondo al tempo stesso, personale e universale, parla di questo: nessun vestito ti farà star meglio, se tu non brilli e non sei capace di brillare per tuo conto. Nessun ristorante stellato gratificherà il tuo palato, se la tua testa e il tuo cuore sono offuscati da pensieri che tolgono luce invece di portarla. E nessuna vacanza, per quanto vissuta in luoghi lontani, ti permetterà di fuggire dalla responsabilità del tuo benessere. Per quanto tu possa scappare, infatti, i tuoi problemi irrisolti saranno sempre di fronte a te. Per quanto tu possa circondarti di palliativi più o meno lussuosi, devi sapere che si tratta sempre, e pur sempre, di palliativi. E che cosa fa un palliativo? Dal punto di vista biochimico, un palliativo produce dopamina, il neurotrasmettitore della ricompensa, che dà un immediato senso di benessere ma che, poi, lascia la voglia di volerne ancora, e di volerne sempre di più. Fino al momento in cui il Re diventa nudo, e allora scopri che i palliativi smettono di funzionare,
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perché anche ampi dosaggi di dopamina, se il cuore è triste, servono a poco. O a nulla. Funziona solo se brilli tratta di molti argomenti, fra i quali uno a me assai caro, la “dissonanza cognitiva”, ovvero quel fenomeno per cui noi abbiamo il potere di agire sul nostro umore e sul nostro livello di benessere adottando posture mentali, corporee e linguistiche adatte allo scopo. Quando Chiara mi ha chiesto, durante un corso di formazione, di partecipare a questo progetto, ho accettato con entusiasmo, perché conosco bene il potere della dissonanza linguistica: scegliere le parole non in base al modo in cui stiamo ma in base al modo in cui vorremmo stare. Si tratta di un atto salvifico straordinario, forse dell’atto salvifico per eccellenza, perché ci offre il potere di determinare concretamente la miglior condizione per noi stessi e per le persone che ci circondano. Perché la verità è questa: non possiamo sempre essere brillanti, la vita ci offre costantemente l’opportunità di continui saliscendi, forse per metterci alla prova o forse, semplicemente, perché è così che vanno le cose. Sta di fatto che non possiamo brillare sempre, ma possiamo sempre trovare la via per farlo. Possiamo sempre trovare il modo di ritrovare la luce, per quanto profondo sia il pozzo nel quale crediamo (crediamo) di esser caduti. Trovo che questo libro sia uno strumento prezioso di crescita personale perché, in modo lieve e divertente, grazie anche alla voce di personaggi straordinari, l’Autrice ci accompagna alla scoperta di un modo genuino e semplice per affrontare le peripezie del quotidiano: leggendo le pagine in cui lei si racconta e in cui tutti coloro che ha intervistato si raccontano, mi sono sentito un po’ meno solo, vedendo che, alla fine, tutti noi abbiamo il nostro viaggio da compiere e che questo viaggio è costellato delle stesse tappe. Veniamo sfidati da situazioni inat-
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tese, ci sentiamo abbattuti, ci rifiutiamo all’inizio di guardar le cose come stanno, decidiamo infine di fare la nostra parte, cadiamo ancora, troviamo qualcuno che ci offre un aiuto, andiamo avanti e vinciamo. Ebbene, in questo viaggio eroico, Funziona solo se brilli è lo strumento che ci permette di andare avanti e di raggiungere la nostra meta, quale che sia. È un po’ come la spada magica nella roccia, che Chiara ha estratto per noi e che ora ci porge affinché possiamo battagliare con vigore ed energia i nostri draghi e i nostri demoni interiori, fino alla scoperta meravigliosa che i demoni sono tali solo finché noi ci ostiniamo a chiamarli in questo modo. Questo è quanto: leggi questo libro come ti pare, seguendo l’ordine dei capitoli proposti o saltabeccando da un capitolo all’altro. Dopo tutto, il maestro compare quando l’allievo è pronto e io, pur adottando nel mio lavoro e nella mia vita un approccio molto razionale e scientifico, ho imparato – grazie anche al mio alter ego letterario Leonard Want – che a volte l’unico modo per andare avanti è lasciarsi andare e che l’unico modo per vedere davvero è chiudere gli occhi.
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INTRODUZIONE
Le persone spesso si dimenticano di essere felici. E, per questo, fanno cose poco felici: si divertono poco, apprezzano poco le meraviglie che la vita quotidianamente ci offre, vivono nell’attesa di momenti migliori per fare quelle cose che renderebbero quei momenti… migliori. Una scena meravigliosa di un film che ho tanto amato (Sideways. In viaggio con Jack), vede i due protagonisti seduti in veranda a parlare di vini. Lui, ad un certo punto, per impressionare lei, le dice di avere in cantina una pregiata bottiglia di Chablis, di un’annata ricercata e speciale. Lei lo guarda stupita e, dopo avergli fatto notare che lasciar troppo invecchiare un vino del genere potrebbe pregiudicarne la qualità, gli chiede: «Che cosa aspetti a berti quella bottiglia?». Lui la guarda e, melanconico, risponde: «Aspetto un’occasione speciale». Al che, lei, ancor più stupita, con candore assoluto, replica: «Bere una bottiglia di Chablis di quell’annata… è un’occasione speciale». E il segreto della vita, e uno dei segreti di questo libro, è proprio tutto qui. Aspettiamo di essere dell’umore giusto per fare cose speciali, dimenticandoci del fatto che nessuna cosa è speciale, se non siamo dell’umore giusto. E che l’umore giusto arriva anche quando facciamo cose speciali. Sembra paradossale, eppure è così. Ti è mai capitato di acquistare un abito firmato, costosissimo, portarlo a casa, indossarlo e non sentire nessuna emozione? Ancora, di
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andare a cena in un ristorante prestigiosissimo, persino stellato, mangiare ma non sentire alcun sapore? Magari chissà, di andare in una meravigliosa città, diciamo Parigi, girare per le strade e non sentire il reale trasporto che quella esperienza meriterebbe? Ecco se almeno una volta hai sentito tutto questo, se almeno una volta ti sei chiesto perché quell’esperienza non ha funzionato e perché non sei stato capace di brillare, allora quello che devi fare ora è fermarti. Smetterla di vagabondare e chiederti cosa fare perché la luce arrivi a te. Ci sono stati momenti della mia vita in cui il sole era sparito. Ricordo il periodo più importante in assoluto, l’anno in cui tutto è cambiato e non è mai più stato come prima, in cui ovunque guardassi vedevo incertezza e ombra. Ovunque rivolgessi la mia attenzione non c’erano sicurezze perché tutto era in divenire e nulla era certo, comunque mi affannassi per trovare una soluzione, una pronta e giusta non la trovavo. È stato durante quella estate, in un passato piuttosto recente, che ho capito che dovevo imparare a brillare anche se la luce se ne era andata. Brillare se c’è luce è un atto splendido e allo stesso tempo di facile applicazione. Il punto vero è essere capaci di farlo in mezzo al buio: immagina di diventare così bravo da riuscire a farlo anche nel cuore di una caverna. È questo quello che ho imparato a fare e che voglio insegnarti in questo percorso. Se un giorno dovessi trovarti in quella caverna quello che devi fare è iniziare a risplendere. Come? In quella situazione, e in tutte le altre volte della mia vita in cui qualcosa non andava come volevo, quello che ho fatto, anziché chiudermi in una stanza a piangere (cosa che ho pensato di fare molte volte, e questo devi saperlo), è stato iniziare a fare ogni genere di atto di deliberato splendore. Ho iniziato usando parole luminose per descrivere le cose, qualsiasi cosa, e ho smesso di lamentarmi, parlando invece di
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quello che funzionava, sebbene in quel momento fosse molto sfidante farlo. Mi sono concentrata sui miei progetti di vita, lavorativi e personali, lavorando su azioni utili affinché potessero realizzarsi. Ho smesso completamente di parlare di ciò che non andava, meno ne parli più piccolo diventa il problema; ho al contrario enfatizzato il buono che, per quanto in quel periodo fosse minuscolo, è diventato grande prima con le parole e poi con i gesti fatti che lo hanno reso tale. Perché il focus sul bello porta azioni mirate che ti fanno ottenere ciò che vuoi. Se lo fai con consapevolezza puoi ottenere esattamente quello che vuoi. In quel momento l’istinto mi avrebbe portato verso la trascuratezza e l’abbandono, e invece ogni giorno era un momento buono per vestirsi a festa: abiti belli e belle scarpe, trucco e luce sulla pelle, capelli profumati e schiena diritta, ho obbligato il mio corpo a vestirsi all’opposto rispetto a quello che mi chiedeva e l’ho obbligato a tenere una postura contraria a quella che mi suggeriva. Sono stata letteralmente incongruente rispetto a quello che istintivamente avrei fatto se avessi assecondato quel momento poco luminoso. Ho, con estrema consapevolezza, obbligato il mio corpo e la mia mente ad essere felici. Durante questo viaggio che faremo insieme ti insegnerò a fare la stessa cosa. Ci sono strumenti che ho imparato a usare sulla mia pelle che ti insegnano a uscire da un momento poco luminoso, ci sono tanti mezzi, non ne esiste uno che funzioni più di un altro, dipende da te e dipende dal contesto: quello che è certo è che più strumenti hai e maggiore è la possibilità di brillare se già non lo stai facendo. Se il buio prova ad avvicinarsi tu ridi, canta, respira a pieni polmoni, circondati di belle persone che ami e che ti amano, fai una camminata all’alba in riva al mare o in un parco verde in città, fatti un massaggio rilassante e profondo, metti le scarpe che hai indossato in un momento speciale e scintillante, regala sorrisi a chi incontri per la tua strada, sii generoso con il
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prossimo, prenota un viaggio in un luogo magico, apri il tuo petto e le tue spalle, leggi un libro buono. Questo e altre mille cose puoi fare per ritrovare il bello se lo hai momentaneamente meno a fuoco, o per renderlo ancora più vivo se è già davanti ai tuoi occhi. In qualunque di queste situazioni tu ti trovi, quello che fa la differenza è la consapevolezza. Se capisco cosa mi sta accadendo posso intervenire, se sono all’oscuro di tutto questo lo subisco. Due delle condizioni più importanti affinché un cervello sia felice sono: avere massima consapevolezza e passare immediatamente dopo all’azione. Se sai cosa può accadere, e se soprattutto sai dove cercare, allora tutto andrà bene. Da anni lavoro nel mondo del fashion. Per quindici anni mi sono interrogata quotidianamente per capire cosa fa brillare gli occhi di una donna ogni mattina quando si sveglia. Cosa muove ogni azione che quotidianamente facciamo quando scegliamo un abito, prenotiamo un ristorante o decidiamo un viaggio. Ti dico che non ci saranno abiti firmati di Gucci o hotel cinque stelle a Saint Tropez che ti renderanno splendente, se prima la brillantezza non l’avrai trovata in te. Non ci saranno momenti entusiasmanti di vita in società, se prima non avrai imparato a godere di te stesso sul tuo divano di casa, magari sotto una coperta di cachemire e sorseggiando un bicchiere di buon vino. Sì, solo per te, solo ed esclusivamente con te. Devi prima imparare a bastarti e ad amarti. Poi arriverà l’amore e lo splendore. Le cornici sono meravigliose e ti insegnerò a costruirne di spettacolari ma, solo se imparerai a dipingere prima il quadro, occupandoti della scelta dei colori e delle sfumature, della profondità e delle luci, be’ sì, solo allora la cornice aggiungerà bellezza. Si aggiungerà, perché sappi che senza il quadro sarà solo una bella cornice e al centro vedrai solo un buco. I quadri d’autore li puoi anche appoggiare sul
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pavimento, saranno comunque meravigliosi e la cornice li renderà ancora più splendenti e brillanti. Per tanto tempo mi sono dedicata solo alle cornici dimenticandomi del quadro. Ho cominciato a brillare davvero quando ho capito che non esistono oggetti costosi al mondo che possano donarti la luce se prima non impari a bastarti, se prima non sei capace di brillare comunque e a prescindere, anche vestita di niente. Ricordati che se non ti ami, se non ti piaci, nessun vestito o nessun luogo ti faranno brillare. Brillare è un atto cosciente. Se già brilli, indossare una scarpa costosa ti dà luce ulteriore, ma brilli a prescindere, qualsiasi capo tu abbia indosso. Anche una maglietta bianca. Se invece non brilli, una scarpa preziosa, una borsa iconica, una esperienza di viaggio, una cena in un luogo speciale o un gioiello, diventano esercizi consapevoli di brillio. Esercizi che, perpetrati, ti regalano la luce e lo splendore. Ho costruito questo libro pensando a una guida allo splendore e al bello. Uno strumento che ti insegni, passo dopo passo, a brillare, a ritrovare la tua capacità di brillare o a brillare ancora più intensamente. In questo viaggio saremo accompagnati dalle voci di 9 personaggi che hanno trovato, ciascuno a modo suo, il sistema di brillare anche quando le cose non girano come dovrebbero. Persone autentiche, che ho incontrato e alle quali ho chiesto come facciano: per capire, per imparare. Ho scelto di parlare di 9 argomenti, che puoi affrontare nell’ordine che preferisci. Puoi usare questo libro come vuoi, dipende da te. Anche questa cosa, come praticamente quasi tutto il resto, dipende da te e dalle scelte che decidi di compiere. Da qualsiasi scelta. Compresa questa.
I LIMITI DEL MIO LINGUAGGIO SONO I LIMITI DEL MIO MONDO. Ludwig Wittgenstein