L'ALLEGRO NAUFRAGIO

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l’allegro naufragio

Gennaro Malgieri

Giornalista e scrittore, Gennaro Malgieri è autore di una ventina di saggi e di quattro raccolte di poesie. Ha fondato nel 1997 la rivista di cultura politica Percorsi ed ha diretto i quotidiani Secolo d’Italia (1994-2004) e L’Indipendente (2005-2006). Parlamentare per tre legislature, ha fatto parte di diversi organismi rappresentativi internazionali. È stato Consigliere d’amministrazione della Rai. Scrive editoriali per giornali e periodici. Si è occupato del pensiero del Novecento con saggi su Costamagna, Rocco, Schmitt, Spengler, Evola, la Rivoluzione conservatrice. Ha ideato e curato le raccolte dei saggi Ideario italiano (Il Minotauro, 2001) e Conservatori (Il Minotauro, 2006). Tra gli ultimi volumi pubblicati, Una certa idea della destra (Editoriale Pantheon, 2004), Conversazioni sulla destra (Rubbettino, 2005), Le macerie della politica (Rubbettino, 2007), Lessico inattuale. Un conservatore davanti al pensiero unico (Minerva edizioni, 2013), Conservatori europei del Novecento. Un’antologia (Pagine-I libri del Borghese, 2014).

Gennaro Malgieri

l’allegro naufragio La scomposizione del centrodestra e la crisi del bipolarismo

Minerva Edizioni

In cinque anni, dal 2008 al 2013, il centrodestra è andato in frantumi ed il bipolarismo, nato da consapevoli ed irresponsabili “fusioni a freddo” dall’una e dall’alta parte dello schieramento politico, si è liquefatto per l’incapacità dei soggetti di costruire alternative politiche praticabili. In particolare, il Popolo della libertà, affrettatamente e superficialmente messo in piedi, prescindendo da una necessaria elaborazione culturale che avrebbe dovuto giustificarlo e sostenerlo, dopo aver trionfalmente vinto le elezioni politiche, si è perduto nella giungla dei conflitti interni fino a spaccarsi con la scissione del 2010. Di fronte alla crisi economica, poi, le incomprensioni in seno al governo sono esplose, mentre si sono fatti evidenti gli eccessivi personalismi che hanno paralizzato il partito privandolo di iniziativa. Nel novembre 2011, davanti al disfacimento della maggioranza e sotto l’incalzare degli eventi internazionali che provavano, tra l’altro, l’affievolimento della sovranità nazionale italiana, Silvio Berlusconi è stato praticamente costretto a dimettersi e a lasciare il posto ai tecnocrati guidati da Mario Monti. Il fallimento del partito unico del centrodestra e la connessa crisi del bipolarismo viene analizzata, puntualmente e con crudezza, da Gennaro Malgieri che, tra l’altro, ravvisa i limiti oggettivi di una operazione la cui fragilità era evidente fin dalle premesse dalle quali nasceva. Tra gli effetti collaterali devastanti prodotti dall’ambizione di dare una casa comune agli italiani “non di sinistra”, senza avere approntato gli strumenti affinché si concretizzasse, vi è stata la distruzione della destra politica che era uno dei pilastri di una costruzione che avrebbe dovuto avere basi più solide. Al contrario, allegramente, l’avventura, pur caldeggiata da tanti ben prima del cosiddetto “discorso del predellino”, si è trasformata in una tragedia politica della quale, ancora oggi, nessuno si assume la responsabilità. Ed è per questo che il centrodestra scomposto difficilmente tornerà ad essere un soggetto unitario.

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