I POLLICINO illustrato da Wolfango

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mOlliche


mOlliche a cura di Tiziana Roversi

i POLLICINO Charles Perrault e dai fratelli Grimm Wolfango

raccontati da illustrati da

Direzione editoriale: Roberto Mugavero Grafica e impaginazione: Alessandro Battara © 2016 Minerva Soluzioni Editoriali srl, Bologna Proprietà artistica e letteraria riservata per tutti i Paesi. Ogni riproduzione, anche parziale, è vietata. ISBN 978-88-7381-846-5

edizioni MINERVA Via Due Ponti, 2 - 40050 Argelato (BO) Tel. 051.6630557 - Fax 051.897420 www.minervaedizioni.com info@minervaedizioni.com


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Pollicino di

Charles Perrault e dei fratelli Grimm

illustrati da Wolfango a cura di Tiziana

MINERVA

Roversi



Pollicino

di Charles Perrault


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’erano una volta un taglialegna e una taglialegna con sette figli, tutti maschi: il maggiore non aveva che dieci anni, il minore sette, perché per tre volte erano nati dei gemelli. Erano poverissimi e i sette bambini erano tutti troppo piccoli per guadagnarsi il pane. L’ultimo nato, poi, veniva su delicato e non parlava mai e la sua bontà veniva scambiata per stupidaggine. Il ragazzino era minuto, quando venne al mondo misurava appena quanto il pollice di una mano, per questo fu chiamato Pollicino. Capitò un’annata maledetta e la carestia fu così spaventosa che i poveri sposi decisero di abbandonare i loro figli. Una sera che i bambini erano a letto, il taglialegna, con la voce spezzata dal dolore, disse alla moglie: - Non riusciamo più a sfamare i nostri figli e io non voglio vedermeli morire di fame sotto gli occhi, per questo sono deciso ad abbandonarli nel bosco, domani. Ce ne andremo mentre loro saranno intenti a raccogliere la legna e non se ne accorgeranno. - Ah – gridò la moglie – potresti, proprio tu, abbandonare nel bosco le tue creature?

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l marito aveva un bel dire e ridire della loro miseria, ma lei non poteva acconsentire. Era povera, ma era madre. Tuttavia, immaginando la disperazione che avrebbe provato se li avesse visti morire di fame, finì col rassegnarsi e andò a letto piangendo. Pollicino aveva sentito tutti i loro discorsi: avendo capito che parlavano di cose importanti, si era alzato e in punta di piedi era sgattaiolato sotto lo sgabello del padre per ascoltare senza essere visto. Tornato a letto, non chiuse occhio tutta la notte pensando al da farsi. Si alzò prestissimo, andò sulla riva di un ruscello e lì si riempì le tasche di sassolini bianchi, poi, chiotto chiotto, tornò a casa. Più tardi il boscaiolo e la sua famiglia partirono, ma Pollicino non disse nulla ai suoi fratelli di quello che sapeva. Entrarono in una foresta fitta e scura, dove a dieci passi di distanza non ci si vedeva l’un con l’altro.

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