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La mortalità Covid-19 a Mirano
LA MORTALITÀ COVID-19 A MIRANO E IN ALCUNI COMUNI VENEZIANI.
UNA LEZIONE PER TUTTI DA NON DIMENTICARE.
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Non si vede ancora la fine della guerra contro l’epidemia da Covid 19, una guerra che si può vincere solo impiegando tutte le armi di cui disponiamo. Se le prime due fasi ci hanno trovati impreparati, oggi ciascuno deve fermarsi a ragionare su come la pandemia si è sviluppata nel territorio dove viviamo e poi impegnarsi, ciascuno per la sua parte, per evitare di tornare al punto di partenza.
A Mirano e in alcuni comuni una letalità maggio-
re. I dati regionali sul numero dei decessi per Covid non sono ancora consultabili ma sono già molto eloquenti le statistiche dell’ISTAT sulla mortalità generale che, nel 2020, rispetto ai cinque anni precedenti, ha avuto un notevole incremento a livello nazionale (+15,6%) e regionale (+16,8%). In alcuni comuni della provincia di Verona e di Venezia questo incremento già importante è stato superato. A Mirano nel quinquennio 2015-2019 i decessi erano in media circa 300 per anno e nel 2020 sono saliti a 392. I dati ISTAT da gennaio a novembre 2020, rispetto al quinquennio 2015-19 rilevano per Mirano un incremento del 34,5%, per Fiesso d’Artico del 66,1%, per Noale del 31,6%, per Mira del 28,8%, per Spinea del 28,4% con una media provinciale del 16,8%. Con la seconda ondata si è registrata un’impennata tra ottobre e dicembre 2020. Il confronto dei dati di questo trimestre con lo stesso periodo 2015-2019, ha rivelato per Mirano, nel mese di novembre un incremento del 90,3% e a dicembre del 132,1%, a Mira + 36,9% e +62,4%, a Chioggia +31,2% e +32,0%, a Spinea +124,3% e +70,4%, a Venezia + 66,7% e +61,5%. La freddezza dei numeri nasconde l’esperienza drammatica degli ammalati, in gran parte anziani, che hanno vissuto nella solitudine e nella sofferenza gli ultimi giorni della loro vita, senza potere essere assistiti dai loro familiari. Non sappiamo perché Mirano e pochi altri comuni siano stati colpiti dal contagio e dalla letalità più di altri. Di certo a Mirano non ha inciso solo l’età media dei cittadini che, per gli over 64 anni è del 25,9%, mentre, ad esempio a Venezia, dove l’aumento dei decessi è stato molto più contenuto, gli over 64 anni sono il 28,1%. Tra i tanti possibili fattori causali da non sottovalutare il gran numero di occasioni pubbliche di socializzazione, la “vitalità” serale della piazza, la presenza di un grande distretto scolastico etc. La maggior parte degli anziani potrebbe essere stata contagiata da familiari o, in alcuni casi, in ospedale o casa di riposo.
L’impegno del Comune per il piano vaccinale.
L’Amministrazione comunale con un’operazione di emergenza e con ingenti risorse proprie, ha restaurato il bocciodromo per avviare velocemente le vaccinazioni e dobbiamo dare atto alla maggioranza dei cittadini di Mirano di avere accettato di vaccinarsi senza remore, facendo raggiungere alla città una copertura vaccinale tra le migliori nella città metropolitana.
La sola vaccinazione non basta con la variante
Delta! Secondo i recentissimi dati dei “Centers for Disease Controls” americani, la variante Delta, altamente contagiosa, risulta più trasmissibile del comune raffreddore e dell’influenza stagionale, paragonabile solo al virus della varicella. La carica virale di questa variante può essere fino a mille volte superiore al virus di Wuhan e la stessa persona è in grado di contagiare tutti quelli con cui viene a contatto. Essendo sempre possibile che le persone immunizzate possano trasmettere l’infezione alle persone non vaccinate, è necessario che anche i vaccinati continuino ad indossare le mascherine, perché “solo l’uso universale delle mascherine può ridurre la trasmissione della variante Delta”. Il rischio di ricovero e morte è certamente maggiore per le persone di età più avanzata. Anche i soggetti vaccinati, specie se in condizioni di fragilità per malattie associate e con sistema immunitario compromesso, possono ammalarsi anche se con sintomi meno gravi. Si sta ragionando se proporre a questi ultimi soggetti un terzo richiamo. Le recenti misure governative e il Green pass. L’adozione diffusa del Green pass garantisce ai soggetti vaccinati libertà di movimento in condizioni di sicurezza per tutte le attività sociali e produttive. Per il distretto scolastico, oltre le norme nazionali verrà posta attenzione ai percorsi da e verso la scuola potenziando i mezzi di trasporto pubblici, alle mascherine, alla distanza di sicurezza e all’igiene delle mani e degli ambienti. Fortunatamente i vaccini evitano ancora una malattia grave e la morte, ma la protezione contro l’infezione si sta attenuando e se non si realizzerà la vaccinazione di tutta la popolazione, prima o poi emergerà un’ulteriore variante che resiste al vaccino e che ci costringerà a ripartire daccapo.
La guerra contro la pandemia come una guerra
mondiale. E’ strano che, pur avendo noi gli strumenti tecnologici e organizzativi per vincere questa guerra, vi è una considerevole fetta di popolazione che, più o meno consapevolmente, fa di tutto per prolungarla, con tutte le conseguenze di morte e sofferenza, mentre la variante Delta sta costringendo tutti i paesi a prendere decisioni rapide per non ripetere gli stessi errori del passato.
Anche per noi Miranesi è il momento della re-
sponsabilità! A Mirano ancora più che altrove, occorre riflettere su quanto è successo tra novembre 2020 e gennaio 2021 per non ripetere l’esperienza. Stavolta potrebbe toccare a noi o ai nostri cari. E’ dunque necessario che tutti si vaccinino e che anche i vaccinati non pensino di essere fuori dal gioco e si impegnino invece a rispettare rigorosamente le norme sull’uso della mascherina, sul distanziamento, sull’igiene personale e degli ambienti. Anche i giovani non possono sfuggire alla loro responsabilità nel rispetto delle stesse norme per non favorire, indirettamente, nuovi contagi letali per i soggetti anziani più fragili, finora sopravvissuti, spesso amici o familiari.
Gabriele Petrolito
Assessore Politiche sociali, Sanità e Volontariato
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L’ASSOCIAZIONE VOLONTARI OSPEDALIERI A.V.O. OLTRE LA PANDEMIA.
CORONAVIRUS: CASTIGO OPPURE OPPORTUNITÀ?
L’Avo, dopo aver capito che l’attuale pandemia è destinata a ritirarsi e a nascondersi temporaneamente, ma che ritornerà presto in tempi successivi come il raffreddore, l’influenza, e le patologie del settore respiratorio, chiama a raccolta i volontari. Purtroppo i coronavirus non possono modificare la propria carta di identità e la loro genetica. Possiedono un involucro provvisto di 19 spike (H) e 11 neuroamidasi (N) e quindi possiedono un campo di varianti, praticamente infinito. Siamo in guerra senza soluzioni di continuità e dobbiamo aggiornare il nostro intervento come cittadini e come volontari. E’ evidente, quindi, che il volontariato non può, in questo momento rinunciare alla sua vocazione e deve continuare a svolgere il suo ruolo di fronte alla fragilità della persona, ai limiti della comunità e delle strutture sanitarie: non può venir meno la presenza e l’apporto dei volontari per portare coraggio e solidarietà a chi è nel bisogno e fatica a vedere la luce oltre il tunnel. Con vera soddisfazione, negli ultimi mesi, abbiamo avuto l’opportunità di constatare come i nostri volontari siano pronti alla ripartenza, secondo le modalità e i tempi che i responsabili della sanità vorranno indicare; siamo disponibili e presenti, in questa emergenza per offrire collaborazione presso gli Hub vaccinali. Continuiamo a mettere a disposizione biancheria intima per ricoverati indigenti, e al più presto completeremo la donazione, nei reparti dell’ospedale di Mirano, di televisori. Quando sarà arrivato il tempo di “tutti liberi”, i volontari si ripresenteranno più consapevoli, più motivati, perché la pandemia ha cancellato ogni dubbio sull’importanza del ruolo dei cittadini, che offrono il proprio tempo libero a favore dei “fratelli” più deboli. Il nostro volontariato non è un optional riempitivo, ma rappresenta la tessera di un mosaico che si integra nella società civile. Più responsabile, più informata, più disponibile, l’Avo resta sempre in prima fila.
La presidente Cinzia Marella
“CHICANE” NEI CENTRI ABITATI: SICUREZZA O PERICOLO?
Lungo le strade del Comune di Mirano l’amministrazione ha posizionato numerose chicane con l’obiettivo di ridurre la velocità del traffico di attraversamento. Se, probabilmente lungo strade con passaggio ridotto, l’intervento può anche essere un valido accorgimento, lo stesso non vale per le strade dove al traffico dei residenti si somma un enorme traffico di attraversamento. Anche a Vetrego sono stati posizionati questi restringimenti della strada rendendo la via principale a senso unico alternato. Subito è apparso evidente a tutti i residenti che la riduzione a senso unico alternato delle due corsie nel centro della frazione, anziché aumentare la sicurezza, rappresenta un costante rischio di potenziale incidente stradale. Gli automobilisti di attraversamento, proprio per scongiurare la sosta, si cimentano in manovre molto pericolose per occupare per primi l’unica corsia di transito e non cedere il passaggio. Questi restringimenti mettono in grosse difficoltà anche i ciclisti ed i motociclisti, generalmente gli utenti più deboli della strada. In centro abitato a Vetrego un ulteriore elemento di pericolosità di queste opere deriva anche dal fatto che ostruiscono gli accessi alle abitazioni civili adiacenti e i residenti delle stesse riferiscono che ad ogni spostamento mettono a rischio la loro incolumità. Il giudizio dei cittadini, dopo questo periodo di sperimentazione di tali restringimenti che avrebbero dovuto proteggerli, è decisamente negativo, così come emerso anche da diversi incontri tra i residenti. La prospettiva della stagione invernale con visibilità ridotta della nebbia aumenta ulteriormente le preoccupazioni. La richiesta è pertanto quella di ripristinare il normale doppio senso di circolazione ed intervenire invece sulla causa del problema, ossia il traffico di attraversamento dei centri abitati, che questa amministrazione comunale si è sempre rifiutata di affrontare e risolvere. La frazione di Vetrego, dalla realizzazione della nuova strada regionale 15 a nord della ferrovia, aspetta ancora la sistemazione e messa in sicurezza dell’intersezione con via Vetrego che rappresenta la via d’uscita est della frazione verso tutti i servizi del capoluogo. Altra pericolosità è rappresentata dalla mancata attivazione del semaforo per l’uscita dei residenti dalla laterale di Via Vetrego nel tratto tra la rotonda autostradale e la rotonda con l’inizio di Via Porara. Purtroppo, a prescindere dalle cerimonie dell’amministrazione comunale, non è ancora stato perfezionato l’accordo per il passaggio di proprietà della strada alla Città Metropolitana di Venezia che prevede la gestione del semaforo a carico del Comune di Mirano In tutti questi casi i disagi derivanti dall’inerzia dell’attuale amministrazione comunale ricadono pesantemente sui cittadini di Mirano e delle frazioni in particolare: occorre passare dalle promesse ai fatti dal momento che i disagi, con il trascorre del tempo, sono diventati insopportabili.
Giorgio Babato
EMERGENZA SANITARIA E… MANCANZA DI MEDICI!
“In Veneto già nel 2019, prima del Covid, hanno abbandonato le corsie degli ospedali 465 camici bianchi su 7825 (il 6%) per carichi di lavoro eccessivi. Il taglio del personale e la carenza di specialisti hanno creato organici sempre più ridotti, rendendo insostenibile il carico di lavoro”. “Il Sindacato Nazionale Autonomo Medici del Veneto entra in stato di agitazione per la grave carenza di medici di medicina primaria e altre criticità”. Questi sono soltanto due titoli dei molti articoli apparsi recentemente sulla stampa contenenti dichiarazioni allarmanti dei sindacati dei medici.
Il grido di allarme lanciato a fine giugno scorso anche dall’ Assemblea Provinciale della FIMMG - FEDERAZIONE ITALIANA MEDICI DI MEDICINA GENERALE di Venezia evidenzia che in Veneto le zone carenti di medici di famiglia superano il 40%.
Queste informazioni, alla luce in particolare dell’emergenza sanitaria mondiale che non ha risparmiato il nostro territorio, impongono una seria e non più rinviabile riflessione sulla necessità di investire in modo strutturale sulla sanità pubblica, prima che sia troppo tardi. Il rischio da scongiurare è quello di cadere nelle mani della sanità privata e delle società finanziarie il cui obiettivo principale non è la salute pubblica ma il profitto privato. Come già espresso pubblicamente in passato, occorre invertire i continui tagli alla sanità pubblica prevedendo un piano di assunzioni necessario a garantire organici e carichi di lavoro sostenibili per il personale sanitario ospedaliero da combinare con una adeguata politica di rinforzo della medicina territoriale, binomio fondamentale per garantire ai cittadini Veneti le cure adeguate. La politica nazionale e quella regionale, in particolare dopo l’emergenza sanitaria, non hanno più alibi: o intervengono tempestivamente oppure falliscono la loro missione di salvaguardia e valorizzazione della sanità pubblica mettendo a forte rischio la tutela della salute dei cittadini.
Giorgio Babato
Cimiteri di Mirano, luoghi dedicati alla memoria lasciati incolti Anche quest’anno alcuni cimiteri del Comune di Mirano, in particolare quello del capoluogo, versano in una situazione inaccettabile per l’altezza raggiunta dall’erba incolta al punto da superare e nascondere le lapidi dei defunti. Tanta trascuratezza dei luoghi di particolare delicatezza, dedicati alla memoria dei propri cari, giustifica certamente le numerose manifestazioni di indignazione e protesta dei cittadini. Di fronte ad eventi assolutamente prevedibili come la crescita dell’erba in estate, che si ripetono sistematicamente ogni anno, non è possibile farsi trovare impreparati. E’ evidente che anche quest’anno qualcosa non ha funzionato sia nella gestione della programmazione, sia nella fase di controllo della ditta che ha in gestione il decoro dei nostri cimiteri. Inoltre, è imbarazzante per il sottoscritto e per la lista “Insieme per il bene comune” che rappresento, dover riproporre per l’ennesima volta, anche questa estate come negli anni scorsi, la stessa richiesta di intervento all’amministrazione comunale. Appare evidente che l’analisi dei fatti è fondamentale per rimuovere definitivamente le cause dell’accaduto, per questo con la presente si chiede all’amministrazione comunale e alla Sindaca di riferire in Consiglio Comunale: - sulle cause che hanno determinato il ripetersi del degenerare della situazione; - sugli accordi in atto con Veritas per chiarire se ci sono state inadempienze ovvero se occorre integrare le convenzioni in essere.
Giorgio Babato
Lista “Insieme per il bene comune”
UNA VITTORIA DI PARTE DELLA POLITICA E DELLA FINANZA, UNA SCONFITTA PER LA “NATURA” DELL’ESSERE UMANO
Sgomberiamo subito il campo da qualsiasi dubbio sulla convinzione che tutte le forme di discriminazione per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità devono essere contrastati con ferma determinazione. Tali comportamenti irrispettosi ed oltraggiosi, commessi fortunatamente da una minoranza esigua di persone, che purtroppo contraddistingue tutti gli ambiti della società, non rappresenta certamente la generalità dei comportamenti della società contemporanea. Ciò premesso è doveroso sottolineare che l’essere umano è certamente la creazione più perfetta esistente al mondo sia per la sua dimensione biologica che comprende il corpo, il patrimonio genetico e l'organismo con tutte le sue funzionalità, sia per la sua dimensione psicologica comprendente i processi cognitivi, affettivi e spirituali. Da questa breve descrizione è possibile apprezzare la complessità e straordinarietà della vita umana la cui esistenza non può prescindere ed essere disgiunta dalla salvaguardia e tutela del contesto ambientale. Fortunatamente per il pianeta terra è maturata la convinzione della necessità di adottare comportamenti garanti di uno sviluppo sostenibile, compatibile con la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali per le generazioni future. Se tuttavia per l’ambiente è maturata questa ferma consapevolezza di preservare gli “equilibri naturali” anteponendoli alle logiche economiche e finanziarie al punto da mettere la “green economy” al primo posto delle politiche delle amministrazioni locali, nazionali ed internazionali, così non avviene purtroppo per l’essere umano quotidianamente oggetto di atti e scelte contrari ai suoi processi biologici naturali, sui quali si fonda la conservazione del genere umano e la salvaguardia delle generazioni future. Il tutto senza che a difesa dell’imputato, ossia il genere umano nella sua naturale integrità, si schierino i più importanti “attori sociali”. Pur ribadendo ulteriormente che la delicatezza e la riservatezza delle situazioni individuali non possono assolutamente essere oggetto di giudizi e critiche altrui, è altresì innegabile che la famiglia tradizionale, cellula fondamentale della società capace di generare e storicamente preposta a crescere ed educare la vita umana, sia quotidianamente oggetto di attacchi e delegittimazioni. Il padre e la madre oggi non sono più riconosciuti elementi vitali, al punto da disconoscerne il ruolo che riguarda il destino dell’uomo e dell’universo, sostituendoli con genitore 1 e genitore 2. Ai minorenni, invece di proporre una corretta ed adeguata educazione sessuale, si diffonde la convinzione della banalità dell’atto del concepimento suggerendo liberamente la pratica della contraccezione. L’AIFA ha infatti abolito anche per le minorenni l’obbligo di ricetta per la contraccezione di emergenza fino a cinque giorni dopo il rapporto. L’articolo 5 della Legge n. 194 del 1978 che prevederebbe, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna, l’adozione delle possibili soluzioni per aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza promuovendo ogni opportuno intervento atto a sostenerla sia durante la gravidanza sia dopo il parto, non viene purtroppo sufficientemente attuato. Il tutto, in una società caratterizzata dal “gelo demografico” con un tasso di natalità dell’Italia tra i più bassi al mondo. La ricchezza delle attitudini, delle propensioni e delle sensibilità che contraddistinguono l’essere donna o uomo vengono messe in discussione dalla cultura gender predicata già ai bambini, espropriando in questo modo i genitori del “dovere e diritto di educare i propri figli” riconosciuto dalla Costituzione per attribuirlo alle istituzioni scolastiche secondo direttive di Stato. Per non parlare della possibilità di ricorre alla pratica dell’utero in affitto a pagamento, pubblicizzata nei mezzi di comunicazione con “contratti tutto incluso”, “tentativi illimitati con garanzia”, “contratti base” o “contratti vip con selezione del sesso” che trasforma l’evento straordinario della gravidanza di una donna in un processo produttivo standardizzato da catena di montaggio, stranamente senza l’indignazione di nessun movimento femminista. Un mercato del bebè, con tanto di prezzi, offerte speciali e pacchetti all inclusive che si fonda prevalentemente sullo sfruttamento di mamme in prestito in stato di bisogno a beneficio di altri più facoltosi. La determinazione all’introduzione dell’eutanasia per decidere “la fine della vita”. Fortunatamente è ancora concessa la libertà di espressione dei propri convincimenti ed idee e per questo ritengo che, in una società in cui tutto sa di eco, verde, bio, vegan, sostenibile, solidale e resiliente, la finanza che domina, la politica a tutti i livelli, anche comunale, e la società stessa abbiano certamente grosse responsabilità nel negare all’uomo la “sostenibilità naturale” invocata invece a livello internazionale per il pianeta che prevede il rispetto e il mantenimento di tutti processi naturali.
Giorgio Babato
Lista “Insieme per il bene comune”
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AGGIORNAMENTO SUI LAVORI NEI CIMITERI
Come consigliere delegato, ritengo utile riepilogare la situazione dei lavori nei sei cimiteri di Mirano (capoluogo, Ballò, Campocroce, Scaltenigo, Vetrego, Zianigo), che sono sempre in ordine, curati e adeguati alle esigenze della comunità grazie al notevole impegno sia finanziario che del personale tecnico comunale. In particolare nel cimitero del capoluogo di recente si sono conclusi due importanti interventi avviati dall’Amministrazione comunale tra il 2020 e il 2021. Lo scorso luglio è terminata la ristruttu08 razione del blocco loculi monumentale nel nucleo più antico del cimitero. Sono state settembre 2019 eseguite opere di consolidamento strutturale, il rifacimento della copertura e la messa in sicurezza della gradinata e di loculi e ossari. Un ulteriore finanziamento del 2020 ha permesso di realizzare il viale di accesso all'edificio monumentale in porfido e la formazione di nuove linee per le acque meteoriche e le luci votive a servizio dei campi adiacenti nonché la messa a dimore delle alberature. L’investimento complessivo è stato di 384.804,00 euro. A breve i familiari dei defunti potranno accedere a quest’area che è stata interdetta al pubblico sin dall’anno 2009 per ragioni di pubblica incolumità, a causa di fessurazioni e di cedimenti strutturali. Il progetto di restauro del fabbricato era pronto fin dal 2010 ma i vincoli di bilancio posti dal Patto di stabilità negli anni successivi hanno ritardato il finanziamento dei lavori. Nel 2019 la Giunta ha approvato e finanziato il progetto esecutivo aggiornato, con alcune opere architettoniche aggiuntive per consentire anche l’accessibilità al manufatto in sicurezza. Ciò ha permesso un articolato intervento sulla struttura del fabbricato, sottoposto a vincolo della Soprintendenza. Rimarranno temporaneamente installate delle opere provvisionali sulla facciata principale, al fine della salvaguardia degli utenti ed a protezione del manufatto, che potranno essere dismesse in un futuro intervento di restauro decorativo delle parti lapidee della facciata. Nel Giar-
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Fiorenzo Rosteghin
www.miranomagazine.it Consigliere comunale delegato al monitoraggio dei servizi cimiteriali
Camminando sulle terre CENNI STORICI SULLA CHIESA del nostro comune E LA PARROCCHIA DI MIRANO
Non uso il termine territorio che ha a che fare col verbo latino TERRĒRE: incutere timore e quindi si riferisce a campi ben delimitati e resi inaccessibili, tramite gli spaventapasseri, da consolidati confini. Sembrano storie di altri tempi. Invece sono ancora storie attuali perché nel nostro comune l’agricoltura continua a costituire una fonte importante economica e culturale e ne è testimonianza il successo di cui gode la Festa dell’agricoltura che si svolge ogni anno tra agosto e settembre. Il termine terra mi ricorda costantemente che non è solo il suolo che calpestiamo, con l’imperativo categorico di non consumarne più, ma la madre terra, come la chiamavano gli antichi, che ci nutre, ci sostenta, ci procura benessere con la bellezza dei suoi paesaggi. Abbiamo il dovere di lasciarla in eredità, assieme all’aria, ai nostri nipoti nelle migliori condizioni possibili. Il movimento giovanile globale suscitato da Greta Thunberg ci richiama alle nostre responsabilità. Ci sono, nel nostro comune, associazioni che questa cura la dimostrano con continue attività volontarie di prevenzione e difesa dell’ambiente. Ma qui vorrei soffermarmi, come camminatrice, sulle varie iniziative che nei molti centri di cui Mirano è costituita, annualmente portano sempre più persone a scoprire angoli bellissimi, scorci quasi incontaminati e ad incontrarsi, parlare, conoscersi. Accanto alla tradizionale Marcia verde in ottobre che annovera molti anni di esperienza e che, in virtù di una sana competizione sportiva, invita tutti ad una bella
Nel museo della Chiesa della B.V. della Salute a Venezia si conserva una lapide romana rinvenuta a Mirano, che testimonia l’esistenza di Mirano fin dai primi secoli dell’Era Cristiana. Lo testimoniano anche le denominazioni dei luoghi di tutta questa zona. Mirano è una pieve antica sorta sulla Via Decumana, oggi “Desman”, e il parroco di allora si chiamava “Pievano-Priore” perché la Chiesa di Mirano, fu, fin dal principio, la Chiesa matrice di tutte le Chiese e Cappelle sorte nella zona. Fin dal secolo X Mirano, ecclesiasticamente, appartiene alla sede vescovile di Treviso. Infatti in una Bolla del Papa Eugenio III, in data 3 maggio 1152, diretta al Vescovo camminata, ci sono, da anni, l’Andar per di Treviso di nome Bonifacio, la Pieve di erbe a Zianigo in maggio, la corse sportiMirano con i suoi beni, passò sotto la giu- va Lusore Running a Scaltenigo in mezrisdizione del Vescovo di Treviso. Tre seco- zo alla natura circostante a settembre, le li dopo, in data 14 maggio 1477, con Bolla camminate sul Muson, sia colle modalità del Papa Sisto IV, in seguito a richiesta del del Nordic walking, sia con la partecipaPriore Padre Lanzi, parroco di S. Martino zione al Progetto Belvedere che tende a ridi Venezia, il priorato di S. Michele di Mi- scoprire e congiungere tutti i comuni che rano venne incorporato al convento della lungo questo fiume si dispiegano. Madonna dell’Orto, congregazione di S. Concludo col ricordare la più recente Giorgio in Alga. Nel 1501 venne costruita la Passeggiata dei sapori che a metà luglio Cappella attigua alla Chiesa parrocchiale, ha interessato le terre di Ballò, rivelatesi tuttora esistente e chiamata “scolatta” eret- ricche di vegetazione, di campi coltivati ta in onore di S. Mattia. Nel 1532 la Chiesa e di imprese agro-alimentari pregevoli e di San Michele di mirano fu consacrata da ospitali.Mons. Nicolò Ormaneto, Vescovo di Pado- Agli organizzatori di tutti gli eventi, che va. Nel 1578 fu costruito l’altare di S. Giro- ho succintamente nominato rimandando lamo con il dipinto attribuito al Tintoretto, ai calendari mensili prodotti dall’URP ma che la critica moderna attribuisce a Pa- per un elenco puntuale, vanno il plauso e olo Fiammingo. Nel 1635 la storia parla di la riconoscenza di noi fortunati cittadini. una Visita Pastorale del Vescovo di Treviso accolto festosamente per la strada dai soldati del Pretore. Trentatrè anni dopo, cioè nel 1668, c’è un cambio radicale nell’amministrazione parrocchiale. Il Papa Clemente IX, con Bolla Apostolica soppresse la Congregazione di S. Giorgio in Alga e, di conseguenza, il Monastero della Madonna dell’Orto con tutti i suoi beni, compreso il beneficio parrocchiale di Mirano furono messi all’asta dalla repubblica di Venezia, e tutto fu acquistato dal priore del Convento di San Nicolò della Lattuga di Venezia, P. Pietro Ferrari il quale costruì l’attuale Canonica nel 1669. Nel 1669 si iniziò la costruzione dell’attuale Chiesa parrocchiale che venne consacrata nel 1696, tredici anni dopo. Nel 1769 i Francescani Minori di S. Nicolò lasciano la Parrocchia di Mirano consegnandola alla diocesi di Treviso, riservandosi però il diritto della nomina dei Parroci. Da questa epoca incominciano così a reggere la Parrocchia i sacerdoti secolari (non “frati”). I Parroci religiosi, in tutti, furono 14 e i Parroci, sacerdoti secolari, fino all’attuale Mons. Giuseppe Conte, sono stati 12. Nel 1771 la Chiesa venne dichiarata “Arcipretale” dal Vescovo di Treviso Paolo Franco Giustiniani. L’edificio attuale è formato da un’unica navata con un imponente e fastoso presbiterio dove domina la maestosa opera marmorea dell’Altar Maggior, che, con i due Arcangeli presenta un imponente tempio di Dio che raccoglie il Tabernacolo.