Missioni OMI 04 2015

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Prezzo di copertina € 2,40 - aprile 2015 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, C/RM/68/2012

Attualità

Dossier

Fatti

200 anni

Luca e Gianluca rileggono la loro vocazione

La solidarietà per le missioni estere: un resoconto

La recente assemblea della Provincia oblata Mediterranea

S. Eugenio raduna i primi compagni a Aix en Provence

MISSIONI

RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA

OMI

n. 4 APRILE 2015

Sostenere la missione

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SOMMARIO MISSIONI OMI Rivista mensile di attualità fondata nel 1921 Anno 22 n.04 aprile 2015

attualità

La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250

Quella mattina in santa Maria in Campitelli

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Sacerdoti per sempre!

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di Fabio Ciardi OMI di Angelica Ciccone

EDITORE

Provincia d’Italia dei Missionari Oblati di Maria Immacolata Via Egiziaca a Pizzofalcone, 30 80132 Napoli

Monsignor Blanchet una vita in Dio e per la chiesa

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Notizie in diretta dal mondo oblato

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di Alberto Gnemmi OMI

news

REDAZIONE

Via dei Prefetti, 34 00186 Roma tel. 06 6880 3436 fax 06 6880 5031 pax1902@gmail.com

a cura di Elio Filardo OMI

DIRETTORE RESPONSABILE

Pasquale Castrilli REDAZIONE

fatti

Salvo D’Orto, Elio Filardo, Gianluca Rizzaro, Adriano Titone

Mgc news

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Rileggere insieme il cammino

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Sant’Eugeno da Mazenod Padre e pastore

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di Salvo D’Orto OMI e Pasquale Castrilli OMI

COLLABORATORI

Claudio Carleo, Giovanni Chimirri, Fabio Ciardi, Gennaro Cicchese, Angelica Ciccone, Luigi Mariano Guzzo, Thomas Harris, Luisa Miletta, Sergio Natoli, Michele Palumbo

di Louis Lougen OMI

PROGETTO GRAFICO E REALIZZAZIONE

missioni

Elisabetta Delfini STAMPA

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Lettere al direttore

Tipolitografia Abilgraph - Roma

Lettere dai missionari

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FOTOGRAFIE

Qui Thailandia, Qui Spagna

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Si ringrazia Olycom www.olycom.it UFFICIO ABBONAMENTI

Via Tuscolana, 73 00044 Frascati (Roma) tel 06 9408777 - Valentina Valenzi rivista.missioni.omi@omi.it Italia (annuale) Estero (via aerea) Di amicizia Sostenitore

19 euro 40 euro 38 euro 70 euro

Da versare su cc p n. 777003 Home Banking: IBAN IT49D0760103200000000777003 intestato a: Missioni OMI Rivista dei Missionari OMI via Tuscolana, 73 00044 Frascati (Roma) Finito di stampare marzo 2015 Reg. trib. Roma n° 564/93 Associata USPI e FESMI www.missioniomi.it www.facebook.com/missioniomi

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dossier

Rispondere

DOSSIER

agli appelli della missione

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Una panoramica sui progetti realizzati dalla Procura delle Missioni estere nel 2014 di Angelica Ciccone angelica.ciccone@gmail.com

L

a Provvidenza non conosce ostacoli. Non c’è crisi economica che tenga davanti ai progetti di Dio e anche lo scorso anno alla Procura delle Missioni lo abbiamo toccato con mano. Tante le necessità che nascono nei nostri territori di missione, a decine i bisogni che richiedono una risposta concreta. Annunciare il Vangelo spesso significa avere a cuore le esigenze di giustizia in un mondo sempre più ferito dalla povertà materiale, essere attenti alla promozione umana quando i valori sembrano sparire, far conoscere la speranza della risurrezione quando la realtà appare disperata. La Provvidenza anche in questo 2014 è stata presente con le sue abbondanti Grazie. Si è servita di decine, centinaia di benefattori e collaboratori che ci hanno sostenuto con il loro lavoro, la loro creatività, la loro disponibilità economica. Grazie ad essi siamo riusciti a dare vita e a portare avanti, ancora una volta, piccoli e grandi progetti di speranza dove gli appelli ci sono apparsi più urgenti. Ecco una panoramica sulle realizzazioni dell’ultimo anno, per ringraziare ciascuno della generosità, provando a non tralasciare nessuno.

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una foto per pensare 014_021.indd 14-15

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foto di Giovanni Chimirri, gio.chimirri@gmail.com testo di Luisa Miletta, luli89@libero.it

UNA FOTO PER PENSARE

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Si sa: il verde è il colore della tranquillità. La spiegazione scientifica di questo fenomeno risiede nel fatto che il verde viene focalizzato dal cristallino dell’occhio proprio sulla retina e quindi non richiede particolare sforzo di messa a fuoco da parte nostra. Il verde, quindi, non affatica la vista e crea un effetto calmante. Mi piace pensare che è per questo che Dio, all’atto della creazione, ha deciso di colorare di verde la natura: perché provassimo immediata serenità e pace interiore alla vista degli alberi, dei prati e delle colline. Di verde c’è bisogno per la nostra felicità. Diceva Tolstoj: “Felicità è trovarsi con la natura, vederla, parlarle”. 28

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Verde felicità 29

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MISSIONI

editoriale Pasquale Castrilli OMI pax1902@gmail.com

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La nostra generosità

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Attualità

Dossier

Fatti

200 anni

Luca e Gianluca rileggono la loro vocazione

La solidarietà per le missioni estere: un resoconto

La recente assemblea della Provincia oblata Mediterranea

S. Eugenio raduna i primi compagni a Aix en Provence

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RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA

OMI

n. 4 APRILE 2015

Sostenere la missione

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esi fa al IV Convegno missionario nazionale, uno dei gruppi di lavoro era sull’informazione missionaria. Molte persone di buona volontà incaricate dal proprio Ufficio missionario diocesano di occuparsi di comunicazione per far conoscere protagonisti della missione, eventi e progetti. Presenti anche redattori di riviste missionarie italiane. Dal primo giro di opinioni risaltava, con una certa chiarezza, che i presenti, seppur tutti impegnati nel mondo missionario, avevano visioni della missione ed esigenze decisamente differenti. Si poteva assistere ad una grande e feconda varietà di opinioni. Due posizioni mi avevano lasciato perplesso. La prima fa ritenere “superata” e “antiquata” la carta stampata. Nell’odierno mondo digitale sembrerebbe che la stampa non abbia più senso. Si dimentica, forse, che la scrittura è alla base di ogni comunicazione, sia essa radiofonica, televisiva o sulla rete Internet. I “fondamentali” vanno appresi con dedizione e risultano utili per qualunque tipo di comunicazione. La scrittura sta alla comunicazione, come la corsa sta a qualsiasi sport. Si sa che per compiere qualunque disciplina sportiva, che sia il tennis, il pugilato, il canottaggio o la pallacanestro, è necessario quello che una volta si chiamava “il

fiato”. Inoltre, come attestano parecchi studi sui mass media, i mezzi di comunicazione non si divorano a vicenda e la comunicazione digitale non annulla quella scritta. Quando fu inventata la televisione si disse che la radio sarebbe scomparsa in pochi anni. Non è stato così. In occasione di quel laboratorio ci fu un secondo punto di perplessità. Un certo giornalismo missionario sembrerebbe snobbare la presenza, sulle proprie pagine, di richieste di fondi per progetti missionari a favore dei poveri. Le riviste, si pensa, devono fare un giornalismo “nobile” dove si parla di popoli, economie, situazioni politiche e sociali. A noi sembra, invece, che sulle riviste missionarie siano legittimi, e forse necessari, articoli che illustrano come vengono impiegati i fondi raccolti con la generosità degli italiani che sono utilizzati in maniera adeguata dai missionari.. Del resto è stato sempre così. Le riviste missionarie nascevano anche per quello che oggi chiameremmo con una parola nobile il fund rising, la raccolta di fondi. A noi sembra che un buon giornalismo missionario debba raccontare l’impegno di evangelizzazione della chiesa in missione, dar voce ai poveri, presentare testimoni, aiutare le persone a finalizzare la propria generosità. Che non manca anche in tempi di crisi come il nostro. ■

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lettere al direttore

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Senza Stella Da più parti è giunta la domanda sul significato dell’opera che appare in copertina di “Romanzo d’Amore”, il libro su p. Mario Borzaga pubblicato di recente. L’opera in copertina di Mirta De Simoni Lasta (in alto) è sintesi di quel romanzo di Amore, di vita e di passione, nel senso ampio di pienezza e di dolore, che ha vissuto p. Mario. Se si chiudono per un momento gli occhi e si prova a pensare ad un colore che rispecchi l’essenza di p. Borzaga, probabilmente il primo che si materializza nella nostra mente è il rosso. Rosso come slancio vitale, rosso come tensione dinamica, rosso come passione in pienezza di amore e di dolore. Ecco quindi che Senza Stella (polimaterico su tela, 100x70 cm, anno 2012), l’opera di copertina di “Romanzo d’Amore”

diviene naturale e rara sintesi di quel romanzo di Amore che è la vita di p. Mario. Valore emotivo e simbolico del colore. Grumi di colore in gioco di luce e di ombra, sovrapposizioni di pigmento, frammenti in moto continuo. Coloreluce, gesto-materia. Reale e metaforico come l’essere umano. Racconto-metafora di sentimenti prepotenti attraverso e oltre il tempo. “Nella pittura di Mirta De Simoni Lasta - sottolinea il critico Giuseppe Calliari

- si rivela un sentire forte: passione e donazione della vita sono uno stesso slancio. Nei suoi rossi si intrecciano opposte pulsioni vitali, dramma e desiderio si colgono inseparabili, uniti in un affermativo movimento di espansione”. Mirta De Simoni Lasta è nata a Cles (Tn); vive e lavora a Volano (Tn). Ha soggiornato alla Künstlerhaus e seguito i corsi all’Accademia internazionale di Salisburgo con docenti gli artisti cinesi

Zhou Brothers. L’invito al simposio “100 anni di biennale e di cinema - la presenza della Chiesa” a cura della Conferenza episcopale italiana ha segnato l’inizio di una riflessione teorica e di una sperimentazione operativa per un rinnovamento dell’arte liturgica in chiave contemporanea e innovativa. Ha conseguito il terzo premio al concorso CEI per la chiesa di Porto Recanati con menzione particolare della giuria. Dal 1975 presenta la sua ricerca in Italia, Europa, America e Singapore. È membro dell’Unione cattolica artisti italiani, sezione di Trento. È accademico di merito dell’Accademia de “i 500” di Roma. Marlies Miorelli Trento Grazie di queste note esplicative sul dipinto che fa da copertina al libro Romanzo d’Amore che offre al lettore l’itinerario

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Sul desk del direttore umano e spirituale di p. Mario Borzaga, Missionario Oblato di Maria Immacolata, martire in Laos ne 1960. Mentre auguriamo al libro un buon successo editoriale, attendiamo con gioia, insieme ai lettori di Missioni OMI, il giorno della beatificazione di p. Borzaga.

Le Missioni al popolo in Quaresima Ho notato che molte missioni popolari si svolgono nel tempo di Quaresima. Come mai? C’è un motivo particolare? Mario Marcianise (Ce)

VOTI PERPETUI DI ALESSANDRO E MARCEL Alessandro Scaglia e Marcel Thialène Sarr, due giovani scolastici oblati, hanno celebrato la loro consacrazione definitiva a Dio. lo scorso 28 febbraio, presso la cappella delle Suore Francescane Missionarie di Maria di Grottaferrata (Rm). CAMPI ESTIVI 2015 PER GIOVANI 10-18 luglio: Vallada agordina (Bl). Referente: p. Carmine Marrone OMI (carminemarrone@omimissio.net,

Ha ragione, caro Mario. Il periodo in cui si svolgono la maggior parte delle missioni al popolo è soprattutto il tempo ‘forte’ della Quaresima. C’è una vicinanza naturale tra i contenuti della Quaresima e quelli delle missioni parrocchiali. La missione propone, infatti, un ascolto più attento e approfondito della Parola di Dio, soprattutto attraverso

tel. 0984.28179). Campo maschile. 24 luglio-5 agosto: Medjugorie e Loreto (An). Referente: p. Luca Mancini OMI (manciniluca71@gmail.com, tel. 06 9387 300), Campo maschile. 27 luglio-1 agosto: Messina-Gesso. Referente: Antonella Feniello: (antonellafeniello@virgilio.it). Campo femminile. 17-21 agosto: Pellegrinaggio a Aix en Provence. Referente: p. Antonio D’Amore OMI (antoniodamore@gmail.com, tel. 0984.28179). Giovani MGC.

i Centri d’ascolto nelle famiglie, le liturgie e le assemblee. La missione è un progetto pastorale che aiuta alla conversione dei singoli credenti e delle comunità parrocchiali. Un’altra parola chiave delle missioni al popolo

Sotto, la croce che ricorda la misione popolare a Ponza (Lt) nella Quaresima 2013

è “riconciliazione”, l’invito a rappacificarsi con Dio, con il prossimo e con la propria coscienza. Uno slogan antico, ma significativo, recitava: “Missione: rapporti nuovi con Dio e tra noi”. Nel corso della loro storia, i Missionari Oblati di Maria Immacolata italiani hanno sempre animato missioni al popolo in tutta la penisola. Ancora oggi ci sono Oblati dediti a questo ministero che, come è stato scritto, “appartiene più di ogni altro” alla congregazione oblata, perché riporta ai tempi di S. Eugenio De Mazenod, che, con i suoi primi compagni, due secoli fa, animava missioni nel sud della Francia. Romero beato Ci uniamo alla gioia di tutta la chiesa per la beatificazione di mons. Oscar Romero, l’arcivescovo salvadoregno ucciso nel 1980. La beatificazione avverrà il 23 maggio a San Salvador.

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cartolina missionaria

La Roma di sant’Eugenio/3

Quella mattina in santa Maria in Campitelli Una chiesa romana particolarmente cara ai Missionari OMI che la visitano puntualmente ogni anno il 15 febbraio

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di Fabio Ciardi OMI ciardif@gmail.com

luglio 523, a Roma, nel portico della casa di santa Galla, figlia del Prefetto Simmaco, la Vergine Maria appare nella dispensa dove la santa custodisce il cibo per i poveri. Papa Giovanni I, con il popolo romano, accorre e si vede consegnare da due serafini un’icona della Madre di Dio, ora conservata nella chiesa in Campitelli e invocata come “Porto sicuro dei romani”: un’immagine piccolissima in una chiesa grandissima. Come al solito, se non è vero è

comunque una bella leggenda, da cui è scaturita una devozione vera a Maria. Piazza Campitelli è uno dei luoghi più tranquilli di Roma, tra il Portico di Ottavia e il Teatro Marcello. La grande chiesa si erge maestosa con sulla facciata possenti e alte colonne. Di fronte tre grande palazzi, con al centro quello degli Albertoni Spinola, dove nel 1800 abitava il cardinale Pacca. Su un lato della piazza l’elegante fontana, disegnata da Giacomo Della Porta nel 1589, alimentata dall’Acqua Dolce, una delle tante acque pregiate di Roma. Fu spostata dall’originaria posizione centrale nel 1679, perché, come si legge nelle cronache del tempo, quanti frequentavano la chiesa erano disturbati “per lo strepito e libero parlare che vien fatto da Servitori, Cocchieri et altri attorno ad essa Fontana nel tempo

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che la Chiesa viene officiata”. Se passi di lì in una bella giornata di sole senti l’invito a fermarti e godere l’armonia che la piazza emana.

Sant’Eugenio in attesa Gli Oblati ci vanno intenzionalmente, ogni 15 febbraio, anche quando piove e fa freddo: è una tradizione! Ricordano il lungo tempo di attesa che vi passò sant’Eugenio, aspettando che, nel palazzo di fronte, il cardinale Pacca, assieme ad altri due colleghi, dessero il loro parere sulla Regole che aveva proposto al papa: il nuovo gruppo di missionari andava approvato o no? Passò tutta la mattinata in chiesa, aspettando che lo chiamassero una volta terminata la riunione. Era a Roma da tre mesi in attesa dell’approvazione della Regola, - Roma è eterna! - aveva fatto tutta la sua parte, e ora confidava in Dio (e un po’ anche nell’amico cardinale Pacca!). «Bisogna ricordare le parole di S. Ignazio scriveva in quei giorni - il quale dice che negli affari si deve agire come se la riuscita dipendesse da noi mettendo però tutta la fiducia in Dio». «Confesso - scrive ancora - che mai come ades-

so nella mia vita avevo capito il valore dell’abbandono in Dio, mai come in questa occasione mi ero sentito invogliato a praticare questa virtù». Durante quei giorni la preghiera di sant’Eugenio si fece particolarmente intensa. «Devo confessare che non avevo mai pregato tanto, e nemmeno avevo pregato con tanta letizia interiore, frutto di una fiducia assoluta ma filiale fino a parlare con Nostro Signore, come oso pensare che l’avrei fatto se avessi avuto la fortuna di vivere quando passò su questa terra... Specialmente al momento della comunione, quando il nostro divin Salvatore è lì per darci la prova più grande di amore, ero portato ad abbandonarmi ai sentimenti che la sua divina presenza e l’immensa sua misericordia in questi istanti preziosi ispirava alla mia povera anima, sentimenti mai provati». Era già stato altre volte in quella chiesa. L’8 gennaio aveva scritto nel diario: “Ho ricevuto la benedizione nella bella chiesa di S. Maria in Campitelli, servita dai preti della Madre di Dio, dove

Confesso che mai avevo capito il valore dell’abbandono in Dio, mai come in questa occasione mi ero sentito invogliato a praticare questa virtù

si venera una immagine della Santa Vergine scolpita in una pietra di zaffiro grande un palmo [antica misura romana di lunghezza, del valore di circa 7,3 centimetri ]”. Vi tornerà a celebrare

messa il 20 marzo. Ma quel 15 febbraio 1826 era un giorno davvero speciale: quella mattinata sarebbe stata decisiva: se i cardinali avessero dato parere positivo, il papa avrebbe certamente approvato la Regola degli Oblati. Era rimasto d’accordo con l’usciere del palazzo che appena i cardinali avessero finito lo avrebbe avvertito. L’usciere se ne dimenticò, così il povero sant’Eugenio se ne rimase tranquillo ad ascoltare le sue famose nove messe. “Ebbene, devo dirlo? - annota nel diario - Mai mi sono trovato così bene in chiesa. Entrando avevo preso la decisione, deciso a pregarvi con tutto il cuore mentre i cardinali trattavano i nostri affari. Il tempo mi è sembrato breve”. Due giorni dopo giunse l’approvazione di Leone XII. Se vi capita di passare per Santa Maria in Campitelli, dopo aver pregato Maria che appare nell’abside, in una icona minuscola, quasi invisibile, ma attorniata da una bellissima folgorante raggiera d’oro e da angeli, non dimenticare di dare un saluto e di ringraziare il cardinale Pacca, il cui corpo è racchiuso in un magnifico sarcofago alla destra dell’altare. n

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attualità

Sacerdoti per sempre!

Due vocazioni al sacerdozio che si realizzano: la testimonianza della bellezza di una vita donata

di Angelica Ciccone angelica.ciccone@gmail.com

L

a gioia di una vita realizzata la vedi nello sguardo di chi, davanti ai grandi passi, sceglie di fare propria la volontà di Dio. La scorgi negli occhi degli sposi nel giorno del matrimonio, quando il cammino che li ha portati fino a lì ha avuto il sapore del Vangelo; è la stessa che traspare dallo sguardo di chi, dopo gli anni di formazione, è ordinato sacerdote. È la consapevolezza di aver aderito con la vita intera alla propria vocazione. Gianluca Rizzaro e Luca Polello sono diversi in tutto: fisico, carattere, talenti. Gianluca

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avere a cuore il futuro della

missione

A sinistra Gianluca in Senegal e Luca in una gita in montagna

è calabrese della provincia di Cosenza, geologo e grande appassionato di libri e calcio. Luca un lombardo della lomellina, fisico di talento e una bella passione per la musica. Li accomuna l’essere Missionari Oblati di Maria Immacolata e tifosi della Juve. Ma soprattutto hanno entrambi quegli occhi che esprimono la gioia per aver consegnato la propria vita a Dio attraverso l’ordinazione sacerdotale. Gianluca è stato ordinato lo scorso 6 dicembre da mons. Leonardo Bonanno, vescovo di San Marco Argentano-Scalea, nella sua parrocchia a Belvedere Marittimo (Cs). Luca due settimane dopo, il 20 dicembre, nella sua parrocchia a Robbio (Pv) da mons. Marco Arnolfo, arcivescovo di Vercelli. Entrambe le ordinazioni sono state precedute da una settimana di animazione missionaria che ha avuto bei frutti, che sono poi esplosi nelle celebrazioni e

I Missionari Oblati di Maria Immacolata vivono con gratitudine il dono delle vocazioni alla vita missionaria, frutto della generosità di giovani attratti dal carisma di Sant’Eugenio de Mazenod. La formazione di un giovane missionario dura circa otto anni e viene realizzata in parte nell’ambito della propria nazione e in parte attraverso un periodo prolungato all’estero. Durante questo tempo ci si prepara alla vita missionaria attraverso gli studi universitari, la vita comunitaria e le prime esperienze pastorali. È possibile dare un contributo

nelle feste di ordinazione che hanno raccolto centinaia di persone. Attraverso quali tappe hai capito in questi anni che Dio ti chiamava ad essere sacerdote missionario? Gianluca • Negli anni di formazione sono cresciuto nella vocazione oblata e missionaria, prendendo maggiormente coscienza dei miei limiti, ma anche dell’incredibile spinta che viene dall’esperienza comunitaria. Nell’ottobre 2012 sono partito per lo stage pastorale in Senegal, convinto di voler dedicare la mia vita a Dio come oblato e missionario ma, pur avendo compiuto gli studi per diventare sacerdote, quest’ennesima scelta non era ancora chiara nel mio cuore. Un giorno, verso la fine dello stage, ho accompagnato p. Carlo Andolfi in uno sperduto villaggio della Guinea-Bissau, distante quasi tre ore dalla comunità di Farim. Lì

economico finalizzato a sostenerne gli studi, gli spostamenti e le necessità quotidiane. È inoltre importante far fronte ai bisogni giornalieri delle diverse case di formazione che sono presenti in quasi tutte le nazioni della Provincia oblata Mediterranea (centri giovanili, prenoviziati, noviziati e scolasticati). La sfida della formazione è grande. L’avvenire della missione dipende dall’impegno che mettiamo nella formazione, sia dei giovani che dei formatori. Per informazioni è possibile contattare la Procura delle missioni estere scrivendo a: procuraomi@gmail.com oppure telefonando allo 06 6880 3436 in orario d’ufficio.

ho incontrato della gente che, insieme a noi, ha pregato il Rosario sotto l’albero più grande del villaggio. Dopo 4 anni di visite periodiche, p. Carlo si apprestava a lasciare Farim e, quindi, anche quel villaggio. Ricordo bene le sue parole: “Speriamo che qualche altro sacerdote s’incarichi di venire a trovare questa gente ogni tanto”. Ho sentito forte nel cuore la risposta: “Perché non io?”. Luca • Sono cresciuto nel contesto della vita parrocchiale del mio paese di origine. Ho iniziato ad avvicinarmi a Dio con il canto, suonando la chitarra, e giocando a calcio con i miei amici. Dall’estate del 1997 sono diventato animatore parrocchiale in oratorio, così ho incontrato quelli che sarebbero divenuti i miei più importanti amici, con i quali ho approfondito il mio percorso di fede cristiana. Di quei primi vent’anni sento una grazia

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Istantanee dei due riti di ordinazione sacerdotale a Belvedere marittimo (Cs) e Robbio (Vc)

particolare, che mi ha tenuto legato e stretto a Dio, un filo d’oro della mia vita. Gli anni successivi sono stati appassionanti per lo studio della fisica e per la vita universitaria a Pavia, ma ero alla ricerca di un qualcosa in più. Nel 2002 ho conosciuto i Missionari Oblati di Maria Immacolata a Vercelli. Si è subito creato un rapporto profondo con la comunità oblata, di cui mi colpiva l’accoglienza e la stima reciproca che esisteva tra i missionari. Gli anni della formazione sono stati un tempo di grazia, caratterizzati dal lavoro, dalla determinazione, dal quotidiano, dalle gioie, dalle opportunità, dalle sorprese; anni di ricerca, di conoscenza di me stesso, di fatica e umiltà nell’accettare di ritornare sulle scelte già fatte, di dovermi rimettere in discussione. Sono ripartito da questa mia vita di comunità, così ordinaria, e dalla periferia del mio cuore, convinto che amando il fratello come Dio ci ha amati, Lui si sarebbe manifestato.

Qual è l’esperienza più significativa che hai vissuto in occasione della tua ordinazione? Gianluca • La prima è che la grazia di Dio, in occasioni del genere, va ben al di là dell’evento in sé e della nostra comprensione. Ho ricevuto tanti piccoli doni da parte di Dio, che hanno coinvolto non solo me, ma le persone che mi stavano intorno, i miei genitori e mia sorella, innanzitutto. Spesso mi ritrovavo a sorridere quando qualcuno mi diceva: “Visto che bella coincidenza?”. Ho imparato che in casi del genere le coincidenze non esistono. Per fare un esempio social, che va tanto di moda, io li considero dei grandi I like di Dio alle foto della mia vita. La seconda cosa è che le persone sono disponibilissime a fare il bene, l’importante è che ci sia qualcuno che le provochi a farlo. Ho chiesto aiuto a tante persone per l’organizzazione e in cambio ho ricevuto più di quanto chiesto, oltre alla gratitudine di tanti che mi ringraziavano per aver concesso loro di partecipare, in qualche modo, alla festa. Luca • La settimana che ha preceduto la mia ordinazione, vissuta come tempo di preparazione per tutta la parroc-

Si è subito creato un rapporto con la comunità oblata, mi colpiva l’accoglienza e la stima che esisteva tra i missionari

chia di Robbio, è stata significativa. Ho vissuto quei giorni come un tempo di missione, “fuori” da me stesso, dalle mie preoccupazioni, per dedicarmi alle persone che incontravo: sentivo che il cuore di quei giorni fosse annunciare alla gente che Gesù è presente nella nostra vita, che ancora ci parla. Ho capito che per le mani di un sacerdote passano tante storie, tante vite, e che mettersi al servizio dei bambini del catechismo, degli adulti impegnati in parrocchia, dei giovani in Oratorio,

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attualità

degli amici e di chi ha condiviso una parte del mio cammino, era la mia vocazione. L’esperienza più bella è stata vedere che quei giorni di festa non erano per me, che io non ero il centro: il centro è stato Gesù che ha parlato. Ho visto che lo spirito di tante persone si è acceso: ancora una volta Dio ci ha sorpreso! Se dovessi scegliere tre parole per descrivere ciò che hai capito della tua vocazione? Gianluca • Scelgo tre parole che iniziano per “A”: amare, accogliere, andare. Amare gli altri, accogliere gli altri, andare verso gli altri. Perché amando gli altri, amo Gesù, perché accogliendo gli altri accolgo Gesù, perché andando verso gli altri, posso incontrarli e aiutarli ad incontrare Gesù. Sento che la mia vocazione è essenzialmente per gli altri, un’altra parola che inizia per “A”, quindi sono quattro! Luca • oblazione: la mia motivazione nel chiedere il sacerdozio si fonda pro-

prio sul mio essere Oblato, sul significato profondo di essere un uomo che si è donato a Dio, per intercessione di Maria, chiamato ad essere sacerdote, come missionario Oblato di Maria Immacolata. servizio: il sacerdozio è un servizio specifico nella comunità cristiana, per fare di Cristo il centro della comunità. Mi sento chiamato a vivere questo servizio, che significa offerta della propria vita, offerta di amore fraterno e mediazione: essere strumento tra gli uomini e Dio, essere ministro di misericordia. quotidiano: la sfida di tutti i giorni sarà quella di ricordare di essere uno strumento di Cristo, unico mediatore della salvezza. Quali paure può vivere un giovane che sente la chiamata alla vita sacerdotale e come affrontarle? Gianluca • La paura maggiore è dover cambiare i propri piani. O, peggio, dover fare dei piani che non mi sembrano in consonanza con quello che dice la cosiddetta società, per poi accorger-

si che i piani, in realtà, sono di Dio e non sono i miei. Arriva però un momento in cui uno deve avere il coraggio di chiedersi se sia o meno felice. La consapevolezza di esserlo ti dà la forza di affrontare qualsiasi cosa e anche di contagiare gli altri, in qualche caso fino a far loro cambiare idea. Luca • C’è la paura ad affidarsi, timorosi di rimanere derubati della propria felicità, c’è la paura a decidersi, ad afferrare la vita, c’è la paura a guardarsi dentro, a riconoscere la propria storia, la paura e la difficoltà nel confrontarsi con Dio e con i propri fratelli di cammino, la paura di essere insoddisfatti. Diventa fondamentale saper discernere con una guida spirituale ciò che Dio compie, sapendo condividere la propria vita con gli altri, facendo scelte con “in mano” il Vangelo, donandosi senza timore agli altri. Sicuramente essere accompagnati da una comunità e vivere il Vangelo nel quotidiano sono state le due chiavi di volta della mia vita. n

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attualità

Monsignor Blanchet

una vita in Dio e per la chiesa

di Alberto Gnemmi OMI alberto.gnemmi@omi.it

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una messa per

ricordare

Si è celebrata ad Aosta il 9 NOVEMBRE 2014, nella parrocchia oblata del Santuario di Maria SS. Immacolata, la messa del 40° anniversario della morte di mons. Maturino Blanchet. A presiedere la funzione domenicale delle 10:30 è stato p. Alberto Gnemmi, superiore provinciale dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, che ha tratteggiato, durante l’omelia, l’entusiasmante figura del vescovo oblato pubblicata in queste pagine. Davanti all’altare, di fronte ad un’assemblea parrocchiale numerosa e partecipe, è stata messa in risalto una storica fotografia di mons. Blanchet, che di norma si trova sulla sua tomba situata all’interno della stessa chiesa. Alla messa, concelebrata dalla comunità oblata

di Aosta, hanno preso parte i 23 futuri cresimandi che hanno rinnovato la loro professione di fede. Alcuni giornali locali hanno dato risalto all’evento. (AC)

A novembre si è celebrato il 40° anniversario della morte del vescovo oblato. Il ricordo della sua vita e del suo magistero

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a vissuto con una fede granitica la sua esistenza, amando senza riserve la chiesa e servendola, da sacerdote e vescovo, in uno spirito di assoluta obbedienza e povertà evangeliche. Questo, in sintesi, potrebbe essere il ritratto di mons. Maturino Blanchet, valdostano fino alle midolla, religioso dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, vescovo di Aosta dal 1946 al 1968. Era nato nella piccola frazione di Chevrot, comune di Gressan a pochi chilometri da Aosta, il 3 marzo 1892 da Pietro e Carolina Celesia. La famiglia, contadina come tutte quelle del contado, viveva la fede cristiana in un contesto sociale profondamente religioso. Maturino respira questo clima di fede, dove la pratica eucaristica, la devozio-

ne mariana e la pietà popolare nutrita dalla venerazione e dal culto per i santi scandiscono la vita delle famiglie in un tutt’uno con la realtà civile. Il lavoro agricolo della gente del borgo influenza la sua personalità, consolidando in lui uno spirito di sacrificio e concretezza che lo aiuteranno ad affrontare le tante responsabilità che la vita gli riserverà.

Verso il sacerdozio Nel 1904, a dodici anni, entra nel Seminario minore di Aosta e nel 1911 decide di entrare nella congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, che ha la sede del noviziato della Provincia oblata francese del Midi presso il Priorato di Saint-Pierre. Si consacra a Dio il 29 settembre 1912 e

subito dopo, per la prima volta, lascia l’amata Valle per iniziare gli studi teologici in vista del sacerdozio nello scolasticato a Torino. Trascorre lì un anno ed ecco che lo Scolasticato trova una nuova sede a S. Giorgio Canavese (To). Qui, per altri due anni, Maturino prega e studia duramente. Per il giovane Blanchet sembra avvicinarsi la meta dell’ordinazione, quando lo scoppio della Prima guerra mondiale viene ad interrompere il suo naturale cammino formativo. Con la “grande guerra”, Maturino è arruolato come “soldato addetto all’Ospedale di campo 058053, magazzino sanitario” ad Udine, dal novembre 1915 al settembre 1919. Quando rientra nella comunità di S. Giorgio Canavese per riprendere il cammino interrotto, è un uomo ma-

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In alto mons. Blanchet con papa Giovanni XXIII. In basso ad Aosta con due Oblati e laici dinanzi alla chiesa parrocchiale non ancora ultimata

turo, alla soglia dei trent’anni, con un bagaglio di esperienze che gli permettono di affrontare le scelte successive senza tentennamenti. Fa la professione perpetua il 18 ottobre 1920 ed è ordinato diacono e sacerdote, rispettivamente il 26 e 29 giugno 1921, nella cappella dello scolasticato, da mons. Agostino Dontenwill, supe-

riore generale della congregazione. La cosiddetta prima obbedienza lo trattiene nella casa formativa di S. Giorgio, chiamato al ministero della predicazione e, poco dopo, con l’incarico di economo della comunità.

Prime responsabilità Il 17 febbraio 1925 nasce la Provincia d’Italia e le tappe della vita del giovane Blanchet evolvono con l’assunzione di responsabilità sempre più stringenti. Nel 1930 è nominato superiore dello scolasticato e, il 18 aprile 1934, superiore provinciale d’Italia. Durante il suo sessennio di governo (1934 -1940),

che esercita presso la sede provinciale di Napoli, vengono aperte le case di Atessa (Ch) e Aosta, rispondendo per quest’ultima all’appello di mons. Francesco Imberti, che voleva affidare ai Missionari Oblati la cura pastorale delle tante famiglie di immigrati, per lo più di origine veneta e calabrese, del nuovo quartiere operaio della Cogne nella periferia a nord della città. Nel 1940, conclusosi il mandato di provinciale, restando membro della comunità di Napoli, riceve l’incarico per la predicazione itinerante e di assistente dell’Azione cattolica. Tre anni dopo, nel gennaio 1943, il provinciale, p. Luigi Rossetti, lo nomina superiore della comunità di Pescara, dove gli Oblati svolgono il loro ministero apostolico tra le povere famiglie di pescatori del quartiere di Porta Nuova. Inizia con entusiasmo questa nuova fase della sua vita missionaria, ma la guerra condiziona ancora la vita di p. Blanchet. Nella seconda parte del 1943, Pescara subisce una serie di devastanti bombardamenti aerei. In Storia della Provincia d’Italia di p. Giorgio Cosentino, si legge: “I nostri padri furono tra gli ultimi a sfollare: il p. Blanchet si recò dapprima a Penne, dove l’attendevano nuove prove e poi riuscì a portarsi in salvo ad Aosta”. Da qui svolge di fatto le funzioni di viceprovinciale, trovandosi il provinciale a Napoli, nella parte di territorio italiano controllato dalle truppe Alleate.

Nomina episcopale All’inizio del 1946 rientra a Pescara, ma il 18 febbraio è nominato da papa Pio XII, vescovo di Aosta. Quali i motivi della scelta del papa? Di certo la necessità di individuare un ecclesiastico di origini valdostane, ma di sentimenti fortemente italiani, che, oltre a possedere i requisiti del pastore d’anime e di governo, permettesse il superamento delle tensioni politiche

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attualità

che, coinvolgendo lo stesso clero della diocesi, vedevano contrapposti autonomisti, ma con sentimenti italiani, e separatisti, che rivendicavano l’indipendenza della Valle dallo stato italiano. È consacrato vescovo a Roma il 3 marzo nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, dal cardinale oblato Rodrigue Villeneuve. Nella stessa mattinata viene ricevuto in udienza da Pio XII che gli fa dono di una croce pettorale. Il motto episcopale che ha scelto comunica la sua spiritualità mariana e la sua appartenenza religiosa alla congregazione dei Missionari OMI, che ha come patrona la Vergine Maria: Trahe nos Immaculata. L’episcopato di mons. Blanchet, lungo i suoi ventidue anni e sette mesi, si caratterizza sotto il profilo eminentemente pastorale e spirituale. L’uomo è riservato, timido, ma deciso nell’esercizio del suo ministero pastorale, che assolve senza incertezze, affrontando persone e situazioni con la retta coscienza di compiere la volontà di Dio. Lo distingue, come scriverà di lui al momento della morte p. Antonio Dibenedetto, suo segretario particolare dal 1960 al 1968, “la sua fede forte, la sua pietà profonda, il suo amore verso Dio e l’Immacolata, la fedeltà indiscussa alla Chiesa, la sottomissione incessante alla volontà di Dio”. Così come lo sostiene una trasparente umiltà, che si coglie nella ritrosia ad apparire, nel rifiuto esplicito ad essere festeggiato, anche se formidabili risultavano le sue battute di spirito e i suoi commenti umoristici, talvolta anche pungenti. L’amore per alcuni grandi santi mistici lo spingevano a ricercare con tutte le forze il progresso nella via della perfezione evangelica. Mons. Ovidio Lari, suo successore ad Aosta, così lo ricordava, a dieci anni dalla morte: “In lui si ammirava l’uomo della preghiera, il ministro della Parola, il difensore scrupoloso delle virtù sa-

Una coscienza libera e fedele

cerdotali, il vescovo zelante, paziente e sofferente”.

Al Concilio Vaticano II Dal 1962 al 1965, partecipa al Concilio Vaticano II, consapevole che un tempo nuovo è arrivato. Si dimette dalla sede episcopale, in sintonia con le indicazioni canoniche, il 15 ottobre 1968. Si ritira nel Priorato di Saint-Pierre, dove, quasi sessant’anni prima, era entrato per iniziare il suo cammino come religioso. Prega, legge, accoglie le confidenze di sacerdoti e fedeli che lo vanno a visitare e, cosa non secondaria, continua a vangare il suo piccolo orto, come sempre aveva fatto, lui uomo della terra, nel giardino dell’episcopio. Si spegne, dopo un breve periodo di malattia, nella mattinata di martedì, 9 novembre 1974, all’età di 82 anni e otto mesi. I funerali si svolgono il 12 novembre nella cattedrale di Aosta; presiede la liturgia eucaristica il card. Michele Pellegrino, arcivesco-

“Intendo vivere e morire perfettamente fedele a tutto ciò che insegna la santa Chiesa cattolica. Intendo vivere e morire nella più assoluta fedeltà ed obbedienza al Sommo Pontefice e a tutti i miei Superiori nei quali sempre mi sono sforzato di vedere Dio. Domando perdono a Dio di tutte le colpe e le negligenze, di tutte le lentezze e le omissioni di cui sono stato colpevole negli anni della mia alleanza spirituale con la Chiesa di Aosta. Se, contro la mia volontà, sono stato causa di sofferenza per qualche sacerdote o fedele della mia diocesi, ne provo dispiacere e gli presento umilmente le mie scuse. Nello stesso tempo dichiaro che non ho alcun risentimento verso nessuno. La mia coscienza non mi rimprovera di aver mancato mai al mio dovere e al mio amore verso la grande Patria, l’Italia, e verso la piccola Patria, la mia Valle d’Aosta”. Dal testamento spirituale di mons. Maturino Blanchet

vo di Torino, con altri sei vescovi, alla presenza di circa duecento sacerdoti e di una grande folla. Sabato 13 novembre, la salma viene tumulata nella chiesa della parrocchia dell’Immacolata ad Aosta, sotto la grande statua della Vergine. Per chi l’ha conosciuto e per la vita della chiesa valdostana resta la sua limpida testimonianza di uomo di Dio, di umile servo del vangelo e della chiesa. n

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Rispondere agli appelli della missione Una panoramica sui progetti realizzati dalla Procura delle Missioni estere nel 2014 di Angelica Ciccone angelica.ciccone@gmail.com

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a Provvidenza non conosce ostacoli. Non c’è crisi economica che tenga davanti ai progetti di Dio e anche lo scorso anno alla Procura delle Missioni lo abbiamo toccato con mano. Tante le necessità che nascono nei nostri territori di missione, a decine i bisogni che richiedono una risposta concreta. Annunciare il Vangelo spesso significa avere a cuore le esigenze di giustizia in un mondo sempre più ferito dalla povertà materiale, essere attenti alla promozione umana quando i valori sembrano sparire, far conoscere la speranza della risurrezione quando la realtà appare disperata. La Provvidenza anche in questo 2014 è stata presente con le sue abbondanti Grazie. Si è servita di decine, centinaia di benefattori e collaboratori che ci hanno sostenuto con il loro lavoro, la loro creatività, la loro disponibilità economica. Grazie ad essi siamo riusciti a dare vita e a portare avanti, ancora una volta, piccoli e grandi progetti di speranza dove gli appelli ci sono apparsi più urgenti. Ecco una panoramica sulle realizzazioni dell’ultimo anno, per ringraziare ciascuno della generosità, provando a non tralasciare nessuno.

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I PROGETTI IN CORSO, ANNO 2014/2015 Pozzi d’acqua

SENEGAL E GUINEA BISSAU Dotare di pozzi diversi villaggi per l’uso diretto delle famiglie, dei dispensari e degli orti gestiti dai gruppi di donne.

2.500-3.000 euro per un pozzo

Promuovere la salute L’acqua e il cibo sono bisogni primari dell’uomo. Appare scontato, ma è sempre sorprendentemente triste scoprire che ci sono luoghi nel mondo (e non pochi) in cui si deve lavorare per garantire accesso all’acqua potabile e ad un’alimentazione sana che siano alla base di una vita dignitosa, così come assicurare la possibilità di cure mediche efficaci. I progetti nel campo della salute sono attivi perlopiù nelle nostre

Talitakum

URUGUAY Sostenere la gestione del politecnico Talitakum, luogo di formazione professionale per i ragazzi della periferia di Montevideo.

90.000 euro l’anno (attrezzature, materiali didattici, stipendi docenti)

missioni del continente africano. Nel Sahara Occidentale, grazie al contributo sostanziale dell’Ong spagnola Amistad y Colaboración Oblata (AMYCO), continua il sostegno alla missione e alle opere di carità. In particolare il centro per disabili di Dakhla, per il quale lo scorso anno avevamo contribuito alla formazione di una fisioterapista. Grandi sforzi sono stati riversati in favore della missione in Guinea Bissau, dove a situazioni di

Orto di Thiarenguène

SENEGAL Creare un orto di 6 ettari per l’autofinanziamento, la cui gestione viene divisa in 3 parti equivalenti tra la missione di Koungheul, la delegazione degli Oblati e gli abitanti dei villaggi della zona. Avvio del progetto: 18.400 euro (recinzione); 3.500 euro (piantagione del frutteto)

estrema povertà - il Paese è ancora oggi uno dei più poveri del mondo - si è in questi mesi aggiunta anche la paura per l’epidemia di ebola che si è concentrata solo in alcune zone confinanti. Il grosso impegno degli anni passati per la costruzione di 13 dispensari, con la collaborazione della Comunità montana dei Castelli romani e prenestini, si traduce ora in un quotidiano lavoro di gestione e formazione del personale che richiede anche un costante

L’ATTIVITÀ A 360° DELLA PROCURA DE IL LAVORO MISSIONARIO NEI TERRITORI DELLA PROVINCIA MEDITERRANEA di Adriano Titone OMI titonomi@gmail.com L’animazione missionaria della Provincia mediterranea, con riferimento esplicito alle missioni estere, è uno dei filoni importanti dell’attività della Procura. Dall’unificazione, uno dei temi di animazione è stato proprio far conoscere tutte le nostre missioni. E

diventa sempre più normale e gradito che in Italia si parli delle missioni del SAHARA OCCIDENTALE e del VENEZUELA, e in SPAGNA di SENEGAL e GUINEA BISSAU, di ROMANIA e URUGUAY. La collaborazione ItaliaSpagna per l’animazione missionaria si fa sempre più regolare e fruttuosa. Con le due parrocchie oblate di Aluche e Diego de León a Madrid, stiamo realizzando dei progetti in Africa. A Pozuelo, nei pressi di Madrid, che i lettori certamente conoscono, perché sede dell’antico scolasticato oblato di Spagna, il luogo dove avevano vissuto i martiri oblati

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impiego di risorse finanziarie. Parallelamente ai dispensari continua il sostegno, grazie a diversi benefattori, al centro nutrizionale Casa Emanuele di Farim. Alcuni mesi fa i nostri amici di Passirano (Bs) sono andati sul posto a montare un’infermeria prefabbricata accanto al centro nutrizionale. Il viaggio missionario in Guinea Bissau della scorsa estate, inoltre, è stata l’occasione per raccogliere ingenti contributi per queste opere, frutto della genero-

sità di tanti amici e familiari dei partecipanti al viaggio. In concomitanza con le iniziative legate al viaggio missionario è stato lanciato il nuovo progetto L’acqua è salute, che prevede la costruzione di 8 pozzi in altrettanti villaggi attorno a Farim. L’Associazione Missionaria Maria Immacolata (AMMI) nazionale, insieme ad altri benefattori, ha aderito al progetto con numerose iniziative. L’idea è quella di acquistare gli strumenti necessari per

scavare e armare pozzi d’acqua, costituendo un’equipe locale in grado di realizzare i pozzi che saranno utilizzati direttamente dalle famiglie, dai dispensari e dai gruppi di donne che gestiscono i numerosi orti nei diversi villaggi. Sempre allo scopo di garantire l’accesso all’acqua potabile, anche in Senegal sono stati realizzati 3 pozzi nella zona di Temento, con il contributo della comunità oblata di Santa Maria Capua Vetere (Ce), della parrocchia

Hernán Piñera

RA DELLE MISSIONI ESTERE spagnoli beatificati il 17 dicembre 2011, un gruppo di giovani si è raccolto attorno al tema missionario avviando una sorta di gemellaggio con il centro Talitakum di Montevideo. Anche nella zona sud della Spagna, a Malaga e Cadiz, si comincia gradualmente. LA PROCURA NEL TERRITORIO SPAGNOLO Due oblati assicurano in Spagna il riferimento ufficiale della Procura: p. Ismael García Moreno, per l’animazione missionaria e il coordinamento e p. Rafael Martín Villanueva, vice-economo provinciale per gli aspetti economici. Insieme a loro stiamo facendo passi progressivi per assicurare anche

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I PROGETTI IN CORSO, ANNO 2014/2015 Campi ecumenici

Adozioni a distanza

5.000 euro l’anno

324 euro l’anno per ciascuna adozione

ROMANIA Organizzare week-end e campi-scuola di formazione umana ed ecumenica per ragazzi cattolici e ortodossi dai 7 ai 18 anni.

del SS. Crocifisso di Roma e gli amici di Smile for two di Somma Vesuviana (Na). Questi contributi hanno superato le cifre previste e, con i soldi avanzati, si prevede la costruzione di un quarto pozzo nei prossimi mesi. Abbiamo anche raccolto i fondi per la realizzazione di un pozzo accanto al polo educativo di Koumpentoum, che, tuttavia, non sarà realizzato nell’immediato, ma in un periodo lontano dalla stagione delle piogge, in modo da poter sca-

MISSIONI ESTERE DEI MISSIONARI OBLATI DI MARIA IMMACOLATA Sostenere l’educazione scolastica di bambini e ragazzi che frequentano le scuole fondate dalle missioni, in genere presenti nelle periferie dove non arriva il servizio scolastico nazionale.

vare a fondo nella falda e assicurare in maniera prolungata l’accesso all’acqua. Per questo ringraziamo, tra gli altri, la parrocchia del Sacro Cuore di Randazzo (Ct), il gruppo missionario di Villabate (Pa) e la famiglia oblata di Vercelli.

Garantire l’educazione «Educare è un atto d’amore», diceva papa Francesco poco più di un anno fa (13 febbraio 2014). Dunque lo è anche

in Spagna il servizio della Procura nelle diverse sue articolazioni. Come per altri aspetti della vita della Provincia, anche per questo, cerchiamo il modo migliore per vivere nell’unità dell’unica Provincia mediterranea e dunque un’unica Procura, ma nella distinzione dei territori. Alcune di queste realtà sono avviate in continuità con il passato e nello slancio di novità che l’unificazione permette. Recentemente abbiamo coinvolto a Madrid un gruppo di laici, già vicini agli Oblati, e avviato un’équipe che sta programmando i prossimi sviluppi. UN DATO RILEVANTE È LA PRESENZA DEI LAICI nell’animazione missionaria. Non sono solo i destinatari di tale animazione, ma veri partners. Spesso le visite del procuratore nelle zone sono richieste

dare a tutti la possibilità di accedervi in modo semplice ed efficace. Perché un popolo abbia le capacità e gli strumenti per crescere e prendere in mano il proprio sviluppo è importante garantire a ciascuno un’istruzione e una cultura. Per questo diversi progetti sono stati orientati, in questi anni, alla promozione dell’educazione scolastica e non solo. Primo fra tutti il polo educativo di Koumpentoum, in Senegal, per il quale siamo riusciti a raggiun-

e organizzate proprio dai laici, in comunione con le comunità oblate vicine, per incontri con gli stessi gruppi missionari o per interventi a largo in occasione di attività o manifestazioni da loro organizzate. Tra i laici, l’AMMI è certamente uno dei partners significativi. IL CONVEGNO MISSIONARIO che ogni anno la Procura organizza è un luogo privilegiato per far crescere e qualificare questa collaborazione tra Oblati, consacrati e laici che genericamente chiamiamo “amici della missioni OMI”. Il convegno, che dura un fine settimana, conosce una partecipazione abbastanza qualificata: una quarantina di persone rappresentative di varie realtà con le quali la collaborazione è regolare. Già da due anni il convegno missionario della Procura ha visto la

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gere nel 2014 la copertura economica per completarne la costruzione. Tanti i gruppi di collaboratori e benefattori per questo progetto, tra gli altri il gruppo missionario di Rosignano Solvay (Li) e l’AMMI nazionale, che negli ultimi anni hanno lavorato costantemente per aiutarci a mettere insieme la somma di quasi 100mila euro da destinare a questo complesso scolastico, dotato di tutti i servizi necessari, che è tuttora in costruzione in diverse sue parti. In Gui-

nea Bissau, invece, il 2014 ha portato ulteriori passi avanti per le scuole di Farim e Mansaba, che sono state dotate dei banchi, ma soprattutto per la scuola di Sandjal, che, oltre ai banchi, ha visto la realizzazione del tetto, grazie all’aiuto, tra gli altri, del gruppo missionario di Patti (Me), del Colegio S. Gema di Madrid e della famiglia oblata di Cosenza. Il politecnico Talitakum, alla periferia di Montevideo, in Uruguay, procede spedito da quasi otto anni nel-

partecipazione di alcuni laici dalla Spagna. CHE TIPO DI ANIMAZIONE MISSIONARIA PER LA PROVINCIA E CON QUALI MEZZI? La missione ad gentes compiuta nelle delegazioni e missioni della nostra Provincia è molto apprezzata dalle chiese locali e dalla gente che serviamo all’estero. Parliamo di un’opera di evangelizzazione molto diversificata da un paese all’altro, per estensione dei territori e per situazioni socio-culturali e religiose. Parliamo altresì di tante opere in favore dei più poveri in settori di primaria importanza quali l’educazione, la salute, l’approvvigionamento idrico. Si tratta di un talento prezioso anche per la gente di Italia e Spagna. Laddove invece, in un modo o nell’altro facciamo conoscere qualcosa della missione ad gentes della Provincia, riscontriamo un notevole interesse.

la formazione professionale dei giovani che vivono in situazioni socio-economiche disagiate. Sono circa 60 i ragazzi e le ragazze che attualmente frequentano la scuola, divisi nei diversi laboratori di elettricità, cucina, fabbro ferraio, informatica e confezionamento di abiti. Il sostegno, giunto da più benefattori, è fondamentale poiché la gestione della scuola richiede quasi 90mila euro ogni anno. Tra i progetti educativi è importante sottolineare anche l’impegno dei

Quando, poi, riusciamo a proporre luoghi e modalità di coinvolgimento, questo interesse si traduce in un impegno concreto di condivisione. Obiettivo dell’animazione missionaria è, quindi, sostenere lo spirito e l’attività missionaria che si vive qui da noi. Sostenere le comunità oblate che lo chiedono, i vari gruppi missionari nei territori italiano e spagnolo, singole famiglie o persone che sono veri e propri testimoni e animatori missionari nel loro ambiente. I MEZZI UTILIZZATI PER QUESTO SERVIZIO DI SOSTEGNO SONO: • LE VISITE concordate alle comunità e ai gruppi missionari o alle persone, durante le quali si presentano inizialmente le nostre missioni e le attività a favore dei poveri. Le visite successive,

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Missionari Oblati in Romania nell’organizzazione e realizzazione di campi ecumenici destinati a ragazzi dai 7 ai 18 anni di religione cattolica e ortodossa. Ogni anno è uno sforzo notevole creare le occasioni di crescita umana e relazionale per aiutare questi giovani a crescere nell’ecumenismo.

Sostenere la promozione umana Ai settori di intervento descritti finora è importante aggiungere alcuni pro-

getti che hanno richiesto particolare attenzione. Primo fra tutti l’ambito delle adozioni a distanza, che rimangono un valido e fondamentale aiuto per centinaia di bambini e per le loro famiglie. Sono stati circa 1.090 i bambini sostenuti nel corso del 2014, in Senegal, Guinea Bissau, Uruguay, Romania e Thailandia. Ad essi i tanti benefattori, tramite la Procura, sono riusciti a garantire un contributo importante per i loro studi e per le difficoltà socio-economiche delle fa-

presentano l’aggiornamento audiovisivo sulla vita e le attività soprattutto di quella missione specifica con la quale si sta collaborando e si rendiconta circa la realizzazione di eventuali progetti; • L’ASSISTENZA regolare via telefono o altri mezzi di comunicazione. Invio di materiale di animazione stampato o digitale, informazioni sulle adozioni, informazioni sull’evoluzione dei progetti. • LA LETTERA CIRCOLARE periodica che raggiunge i benefattori, o in formato cartaceo, o via e-mail, dando notizie sulla missione e dando riscontro personalizzato dell’avvenuta ricezione delle ultime donazioni effettuate. Sono almeno 1200 gli indirizzi regolarmente raggiunti. • IL SITO WEB DELLA PROCURA E FACEBOOK sono mezzi di animazione sui quali stiamo investendo in modo

miglie. Non riusciamo mai a rispondere a tutte le richieste di sostegno che arrivano ogni anno, per cui cerchiamo di incentivare coloro che ne hanno la possibilità a farsi partecipi di questo importante progetto. In Senegal quest’anno è stato completato il foyer di Ngueniene, una sala polivalente con annesso ufficio e deposito caritas, finanziato dall’iniziativa Passeggiando con Daniela in Senegal di Mauro Molinari. Vogliamo anche ricordare il contributo dato nel 2014 al grosso la-

particolare. Una persona competente, interna alla Famiglia oblata, è stata assunta per riprogrammare e allestire il sito e per aggiornarlo regolarmente. Abbiamo eco positiva dell’utilità di tale mezzo per l’animazione missionaria. Progressivamente sarà possibile seguire direttamente sul sito l’evoluzione dei progetti in realizzazione, quanto ci arriva dalle erogazioni liberali e verso quali destinazioni, fino a pubblicare il bilancio sociale della nostra ONLUS che si chiama “Amici delle Missioni OMI - Casa Betania ONLUS”. • CREARE RETE TRA SINGOLI, GRUPPI MISSIONARI E COMUNITÀ OBLATE NELLE ZONE è uno dei servizi che la Procura può rendere senza nulla togliere alla spontaneità delle iniziative di tante persone e gruppi (animati da motivazioni e disponibilità diverse). .

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Non riusciamo mai a rispondere a tutte le richieste di sostegno che arrivano ogni anno, per cui cerchiamo di incentivare coloro che ne hanno la possibilità a farsi partecipi di questo importante progetto

voro fatto da p. Pippo Mammana nella diocesi di Zacapa, in Guatemala, con il suo apostolato nelle favelas. Ultimo, ma non per importanza, il sostegno dato alla Casa di Anna, in Corea del Sud, il “grande” centro per i senzatetto, frutto del lavoro di p. Vincenzo Bordo, che comprende, oltre ad una mensa per i pasti, alcune case- famiglia per ragazzi di strada. Abbiamo contribuito “adottando” per un anno una delle signore che con amore e sacrificio si prendono cura quotidianamente di questi ragazzi.

Rispondere alle diverse necessità Attraverso queste righe siamo riusciti a dare una piccola idea del grande lavoro portato avanti in quest’ultimo anno. Non dimentichiamo gli appelli di tipo ecclesiale, per la costruzione di luoghi di culto, che hanno visto la costruzione della cappella Guedj Jouly, nella missione di Ngueniene (Senegal), costruita con parte dell’eredità donata dalla signora Irma Rozza, e la cappella di Ehidj, nella missione di Elinkine

L’animazione missionaria crea relazioni, perché la relazione è, forse, la finalità più importante della missione stessa. • LE VISITE ALLE FAMIGLIE DEI MISSIONARI ALL’ESTERO sono una bella espressione della fraternità oblata. Genitori, fratelli e sorelle, sono così coinvolti nella missione dei familiari oblati all’estero e spesso le loro case sono veri e propri centri missionari. • OFFERTA DELLE PREROGATIVE DELLA ONLUS PER L’INVIO DI CONTAINER che alcuni dei nostri amici preparano e spediscono con l’invio di materiale pesante per la costruzione di scuole, dispensari o altro. In questo settore la comunità di Passirano (Bs) con i laici della zona e di Milano fa un grande lavoro. Altri sono preparati dai nostri missionari in vacanza

(Senegal), che sarà inaugurata a maggio, finanziata dalla parrocchia oblata Diego de Leon di Madrid. È stato costruttivo, nel 2014, vedere come anche diversi momenti di gioia e festa potessero essere fruttuosi per le missioni. È il caso dell’oblazione perpetua degli scolastici Gianluca Rizzaro e Luca Polello, attraverso la quale è stata finanziata la formazione missionaria in Senegal e quella degli adolescenti di Talitakum in Uruguay, così come alcune coppie di sposi che hanno deciso di contribuire, attraverso il loro matrimonio, a dei progetti specifici. Ci sarebbe solo da aggiungere il piccolo sostegno che siamo riusciti a dare, attraverso la ridistribuzione degli utili dell’anno precedente, alla missione del Venezuela, alla delegazione in Ucraina, alle comunità di formazione di Marino Laziale e Vermicino, al fondo per la prima formazione e la formazione continua delle delegazioni e missioni e a questa rivista. Ci auguriamo di continuare su questa strada a lavorare per i poveri e per costruire il Regno di Dio già qui e ora. n

con la collaborazione di familiari e amici delle diocesi di provenienza. In più la Procura offre le prerogative della ONLUS per le pratiche amministrative e doganali. Favorisce anche lo scambio di informazione per approfittare al massimo di tali spedizioni a favore delle missioni interessate. • I L VIAGGIO MISSIONARIO che annualmente organizziamo, costituisce una ricca esperienza di conoscenza di una missione specifica e di servizio per alcune settimane. Attorno alle persone e alle comunità coinvolte per il viaggio, si crea ogni anno una rete di relazioni che stimolano la solidarietà. Laddove il viaggio è preparato in intesa con le comunità oblate locali, le persone coinvolte nel viaggio diventano una risorsa per l’animazione missionaria in zona.

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Notizie in diretta dal mondo oblato

messaggi Francia e notizie Oblati polacchi in ritiro a Aix dalle missioni al 16 al 22 gennaio la maggior parte dei superiori della

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provincia oblata polacca hanno partecipato al ritiro annuale svoltosi a Aix-en-Provence. Il tema Aix, la nostra Terra Santa Santa, è stato trattato con l’aiuto di p. Krzysztof Zielenda, attuale responsabile della comunità internazionale che risiede nel luogo dove si sono riuniti i primi Oblati insieme a S. Eugenio. Anche se il consiglio provinciale della provincia di Polonia aveva già fatto un ritiro ad Aix e qualche anno fa c’era stata “un’esperienza de Mazenod” di un mese in polacco, questo tipo di ritiro si è tenuto per la prima volta e molti dei partecipanti non erano mai stati in questo luogo così significativo per gli Oblati. La ristrutturazione dei locali sul Cours Mirabeau ha reso la casa molto accogliente con buoni spazi per l’alloggio e le riunioni. Inoltre la nuova comunità internazionale garantisce agli ospiti un clima di pace e di pace fraternità. Le mattinate del ritiro sono state dedicate agli interventi del predicatore, mentre di pomeriggio, come avviene di solito ad Aix, il gruppo ha

a cura di Elio Filardo OMI eliofilardo@omimissio.net

Spagna

Il Centro giovanile di Marino a Pozuelo Dal 13 al 18 febbraio la comunità di Pozuelo, nei presso di Madrid, ha ospitato i 5 giovani del Centro giovanile di Marino laziale (Roma) accompagnati da p. Luca Mancini. Sono stati giorni caratterizzati da un clima di semplicità e gioia che hanno contribuito a far crescere la comunione e la fraternità tra le due ‘comunità gemelle’ della

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INDONESIA Kaliori, un santuario accogliente

visitato i luoghi legati alla vita di S. Eugenio. Le serate sono state riservate alle riunioni. Gli Oblati hanno celebrato insieme la messa domenicale nella chiesa della missione e il momento culminante del ritiro è stata l’Eucaristia conclusiva sulla tomba del fondatore a Marsiglia. Il giorno precedente, il gruppo aveva visitato la Basilica di Notre Dame de la Garde e aveva celebrato messa al Calvaire, la prima casa oblata a Marsiglia. (fonte: omiworld.org)

Provincia mediterranea. Per la comunità di Marino è stato importante conoscere la realtà oblata spagnola visitando le comunità degli Oblati e delle Oblate nella zona di Madrid. La presenza e la testimonianza di vita dei giovani italiani, offerta soprattutto ad altri giovani, ha portato a Madrid una ventata di freschezza e novità. Si rafforza, così, la speranza che un giorno i giovani spagnoli possano trovare il coraggio di vivere un periodo prolungato di formazione cristiana e discernimento vocazionale nella comunità di Pozuelo (fonte: nosotrosomi.blogspot.com)

25 anni fa le colline di Kaliori erano deserte. Non c’era nulla, nemmeno l’acqua. Tuttavia gli operai che hanno costruito il santuario mariano hanno continuato a scavare e alla fine hanno trovato l’acqua per impastare il cemento necessario alla costruzione della grotta. Quando i lavori sono finiti, la sorgente ha smesso di scorrere. Questo fatto è stato considerato come un miracolo, un segno del favore e della benedizione di Dio per la costruzione del santuario mariano di Kaliori. Il santuario di Kaliori, situato nel centro di Java, accoglie i pellegrini per l’Eucaristia e la preghiera nella spaziosa grotta. Altri momenti come la Via Crucis, il rosario e la visita alle tombe di vescovi e sacerdoti, sono preziose occasioni di preghiera. Inoltre i pellegrini possono anche fare un ritiro e sostare in campeggio sul terreno del santuario. Chi lo desidera può visitare la casa degli anziani affidata alle suore Figlie di Maria e Giuseppe. Questo santuario nasce dall’iniziativa di alcuni cattolici che volevano avere un luogo di

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Spagna

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Prima oblazione di due giovani

A

gata Kasprzak e Lidia Quirós il 21 febbraio scorso sono diventate Oblate di Maria Immacolata. Hanno fatto la loro prima oblazione nella parrocchia di Santa Maria del Silencio, a Madrid accompagnate dalle loro famiglie e da sacerdoti diocesani, Oblati, amici e vicini di casa. Nel corso di una semplice celebrazione di famiglia è risuonata con forza la Parola di Dio mostrando che la chiamata alla vita religiosa è un’enorme tesoro. In alcuni momenti è stata fatta la traduzione in polacco per favorire la partecipazione anche della famiglia di Agata. La cerimonia religiosa è stata seguita dalla condivisione fraterna di una gustosa cena. (fonte: nosotrosomi.blogspot.com)

Contro le povertà a San Leandro

V

enerdì 6 febbraio la parrocchia San Leandro di Madrid ha aderito alla campagna Manos Unidas contro la fame con la tradizionale cena della fame. Hanno partecipato persone di tutte le età per riflettere, pregare e mangiare insieme. Sono stati presentati il tema di quest’anno “Lottiamo contro la fame, aderisci?”, lo spot della campagna e il progetto al quale aderisce anche la parrocchia di San Leandro per la realizzazione di un dispensario ad Haiti. Le riflessioni dei gruppi sono state esposte a tutti i partecipanti insieme alle proposte con le quali s’intende combattere la povertà nel quotidiano. Man mano che esse erano menzionate, veniva cancellata una forma di povertà disegnata su un pannello. Infine è arrivato il momento della cena. I partecipanti si sono accontentati di un pugno di riso e di un bicchiere d’acqua, consegnando successivamente un’offerta a Manos Unidas. (fonte: nosotrosomi.blogspot.com)

preghiera mariana per i fedeli della parrocchia di Purwokerto, Timur. Il parroco, don Patrick McAnally, ha integrato questa proposta nel piano pastorale della parrocchia ed in seguito il santuario è diventato diocesano. Con il sostegno dei parrocchiani, don Patrick e altri Oblati, i padri Charles Burrows e John Casey, hanno comprato alcuni ettari di terreno e il 15 agosto 1988 è stata benedetta la prima pietra. L’8 dicembre 1989 il vescovo di Purwokerto ha inaugurato il santuario e lo ha affidato alla Oblati della provincia Indonesiana. Da allora gli Oblati forniscono fedelmente un servizio ai pellegrini e agli altri visitatori. La statua della Madonna presente nel santuario è stata benedetta da papa Giovanni Paolo II. Col passare degli anni si è ritenuto necessario rinnovare e ingrandire il santuario per ospitare le migliaia di pellegrini provenienti da tutto il paese. Il comitato di ristrutturazione ha cominciato a lavorare nel 2012 per la costruzione di una nuova grotta molto più grande e capace di contenere più di cento persone. Il santuario in questi 25 anni è stato una benedizione per la gente. Questa regione, un tempo arida e desolata, è ormai un luogo verdeggiante dove regna la pace. Entusiasta di questa trasformazione, il vescovo ha definito questo luogo “il Santuario di Maria, che con la sua fede, consola i suoi figli”. Il santuario è una risorsa anche per i poveri che lì vendono cibo e souvenir. (fonte: omiworld.org)

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UNA PASQUA

MISSIONARIA Ogni gruppo MGC, nelle varie zone d’Italia, si è preparato a vivere la settimana santa e la Pasqua per incontrare personalmente e comunitariamente Gesù, il Risorto. Dall’incontro con un povero alla stazione di Firenze, all’uovo di Pasqua MGC a Roma. Dalla tre-giorni nella Settimana santa a Taranto al ritiro di Quaresima a Cosenza con una forte testimonianza dall’Amazzonia.

Firenze La stazione di Santa Maria Novella, anche alla vigilia di Pasqua, è sempre la stessa. Corse ai binari, code alle biglietterie, baci, pianti e saluti festosi. Ma mentre le ruote dei trolley corrono veloci e i megafoni annunciano un ritardo, in un angolo qualcuno si prepara un modesto banchetto. G. è alla soglia dei 66 anni e molti di questi li ha vissuti in strada. La stazione di Firenze è una delle sue case e in un certo modo è affezionato a questi binari. «Ho un’ernia e un problema intestinale, in ospedale non mi hanno risolto nulla. Ma vado avanti». La vita sulle banchine non è facile, ma G. non vuole cambiarla. «Non ci penso neanche ad andare nei centri d’accoglienza. Sapete che

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succede? Ti rubano tutto. Ti svegli la mattina e non trovi più lo zaino, devi legarti le mutande al collo per non fartele rubare. Mi sono spariti tre cellulari in questo modo, come la tessera per mangiare alla mensa della Caritas, i documenti…». «Domani sarà Pasqua, cercherò di prendere due messe. Così mi danno anche qualcosa. Ho fatto la denuncia, almeno posso ritirare la pensione anche se mi hanno rubato tutti i documenti, ma non sono molti soldi, è difficile farseli bastare». Lo sguardo che accompagna le sue parole, rivolto al suolo, è colmo d’amarezza, ma sotto allo sporco giubbotto arancione si nasconde, fra i tormenti di una vita senza sicurezze, un cuore grande. «Dobbiamo aiutarci a vicenda. Porterò questi vostri panini alla mia amica, non ha niente, devo darle una mano. A me ci pensa Nostro Signore, l’ha sempre fatto». L’anno scorso abbiamo voluto vivere la Pasqua da coppia missionaria. Semplicemente incontrando il prossimo con un panino, uno sguardo, una parola. E quello che lui ha donato a noi è stato il segno più grande. Andrea Cuminatto Eleonora Burroni Roma In occasione della Pasqua i ragazzi del MGC della zona romana ogni anno organizzano una riffa di beneficenza. Il ricavato è destinato al finanziamento delle attività promosse dal movimento stesso a livello locale. Il premio in palio è un buonissimo uovo di pasqua al cioccolato con il logo

dell’MGC in glassa di zucchero preparato da una pasticceria romana. I partecipanti alla riffa di beneficenza sono per lo più giovani ai quali è rivolta particolare attenzione durante tutto l’anno tramite il coinvolgimento nelle attività di zona. Luisa Miletta Campania Il più straordinario evento per ogni cristiano, la Pasqua, è tra le esperienze che maggiormente attira l’attenzione. Ci siamo chiesti, come gli scorsi anni e fin dall’inizio della Quaresima, che tipo di forma dare all’attesa. Il segno dell’imposizione delle ceneri, quale possibilità di rinascita spirituale, ha rappresentato una chiamata, per noi giovani del movimento, ad assumere l’atteggiamento di cercare sempre di morire ai nostri egoismi, a ciò che è vecchio, per tornare a sperimentare più fortemente la gioia di essere cristiani. È questo l’atteggiamento con il quale ci affacciamo alla Pasqua. Ciascuna a suo modo, le varie zone della Campania

hanno organizzato i momenti del Triduo con l’animazione dell’adorazione del giovedì santo e la partecipazione alla Via Crucis. Marco Cicchella Taranto Ogni anno in occasione del Triduo pasquale noi ragazzi dell’ MGC, insieme ai laici dell’Associazione Missionaria Maria Immacolata (AMMI) e al gruppo scout della parrocchia, organizziamo la tre-giorni di Pasqua. Questa proposta è aperta a chiunque fra i giovani del nostro quartiere voglia partecipare, soprattutto ai ragazzi dell’ultimo anno di cresima che hanno l’opportunità di vivere un’esperienza cristiana insieme ad altre realtà giovanili. Questo ci dà la possibilità di avere con noi due scolastici oblati che ci aiutano a vivere al meglio i contenuti della tre-giorni grazie alla loro presenza ed esperienza, ai temi che approfondiscono e alle meditazioni del mattino. Noi ragazzi siamo impegnati come animatori dei gruppi di comunione e della liturgia del Triduo, in tutte le funzioni religiose che vengono celebrate, ma soprattutto ci

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evidenza da papa Francesco nel messaggio per la Quaresima, ed a sentirci partecipi delle sofferenze dei fratelli con un cuore aperto e pronto a far spazio ai bisogni del prossimo. Saverio Sapia

proponiamo di stringere legami forti, animati dalla passione per Gesù, con tutti i ragazzi che accogliamo. Il tema che ogni anno scegliamo viene sviluppato in tre sottotemi: il servizio per il giovedì, il sacrificio per il venerdì, l’uomo nuovo e la figura di Maria per il sabato. Sono diverse le attività che ci permettono di vivere la Pasqua: la comunione e i laboratori sui temi dei gruppi di vita, la celebrazione e la Veglia del giovedì; l’adorazione della Croce, grazie alla quale sette di noi portano il Crocifisso in processione, il deserto e la Via Crucis per le vie del nostro quartiere, il venerdì; la comunione finale sulle esperienze e la conclusiva veglia di Pasqua di sabato. Raffaele Laneve Cosenza Intenso è il cammino verso la Pasqua per l’MGC calabrese, che ha vissuto una missione giovanile a Celico (Cs) ed è in preparazione per un’altra a Vadue (Cs). In questo calendario si è incastrata anche la giornata della Famiglia oblata, il 15 febbraio, che si è

svolta presso il convento del Santissimo Crocifisso, a Cosenza. È stata anche l’occasione per svolgere il ritiro di preparazione alla Quaresima. La giornata, dal titolo Come Lui anche noi, è iniziata con una riflessione sul tema dell’accoglienza, seguita da un momento di meditazione personale e da un breve spazio di condivisione in gruppi. La giornata è proseguita con la testimonianza di Deyanet Garzon Figueroa, operatrice sociale in Amazzonia che lavora al fianco dei popoli indigeni che subiscono lo sfruttamento delle risorse naturali e l’espropriazione delle loro terre. Nel suo intenso racconto è stato evidente come i problemi apparentemente distanti di quella terra riguardino la nostra realtà quotidiana, poiché i problemi ambientali dell’Amazzonia si riverberano sull’intero globo. La narrazione delle sofferenze dei popoli del Sudamerica e degli sforzi da parte della sua comunità nella costruzione di percorsi di riscatto dalla povertà e dall’emarginazione è un invito a fuggire dal rischio della “globalizzazione dell’indifferenza”, messo in

Messina In Quaresima si prova a fare spazio dentro di sé, a rinascere, ad essere cristiani migliori. Per farlo, è importante, tra le altre cose, intensificare la preghiera. L’MGC di Messina quest’anno ha avuto l’opportunità di curare particolarmente questo aspetto, con due appuntamenti. Nel primo, il 24 febbraio, un momento di preghiera comunitaria, cui erano stati invitati giovanissimi e adulti; è stato dedicato particolare spazio all’opportunità che questo tempo di conversione offre a ciascuno. Il secondo si è inserito nella cornice del Vicariato Sud della città di Messina. Quest’anno è stato chiesto a tutti i giovani del vicariato di organizzare una Via Crucis. Abbiamo vissuto questo momento martedì 17 marzo e ciascun gruppo si è occupato di animare la meditazione di una stazione. A noi è stata assegnata l’ottava: abbiamo scelto la lettura biblica, i canti, abbiamo preparato tre orazioni e una meditazione. È stato un momento in cui abbiamo messo alla prova noi stessi, nel tentativo di aiutare tutti a pregare e nella ferma convinzione che vivere in comunione tra noi e con le altre realtà del territorio sia strumento utile per avvicinarci sempre più a Dio. Domenico Pellegrino

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una foto per pensare

Si sa: il verde è il colore della tranquillità. La spiegazione scientifica di questo fenomeno risiede nel fatto che il verde viene focalizzato dal cristallino dell’occhio proprio sulla retina e quindi non richiede particolare sforzo di messa a fuoco da parte nostra. Il verde, quindi, non affatica la vista e crea un effetto calmante. Mi piace pensare che è per questo che Dio, all’atto della creazione, ha deciso di colorare di verde la natura: perché provassimo immediata serenità e pace interiore alla vista degli alberi, dei prati e delle colline. Di verde c’è bisogno per la nostra felicità. Diceva Tolstoj: “Felicità è trovarsi con la natura, vederla, parlarle”. 28 MISSIONI OMI · 04_15

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foto di Giovanni Chimirri, gio.chimirri@gmail.com testo di Luisa Miletta, luli89@libero.it

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Rileggere insieme

il cammino I lavori dell’Assemblea 2015 della Provincia mediterranea dei Missionari Oblati di Maria Immacolata di Salvo D’Orto OMI e Pasquale Castrilli OMI

È

la terza volta che “Il Carmelo” la casa dei padri carmelitani di Sassone di Ciampino (Rm), accoglie i Missionari Oblati di Maria Immacolata per un’assemblea provinciale. E’ avvenuto nel 2010, nel 2012 e dal 10 al 13 febbraio di quest’anno. Questa volta con una novità importante. Si trattava, infatti, della prima Assemblea della Provincia mediterranea, nata dell’unificazione delle Province oblate di Spagna e Italia. A partire dal

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provincia OMI

mediterranea

L’assemblea ha inteso fare il punto su questi anni e rilanciare il cammino per un’incisività missionaria ancora più forte

21 maggio 2012, questa nuova unità oblata, che abbraccia ben otto nazioni diverse, ha fatto i primi passi accompagnati da p. Alberto Gnemmi, allora eletto superiore provinciale e un consiglio di Oblati italiani e spagnoli. L’assemblea di febbraio ha inteso fare il punto su questi anni trascorsi insieme e, anche, rilanciare il cammino per un’integrazione e un’incisività missionaria ancora più forti. Tra i passi realizzati in questi anni, spiccano alcuni trasferimenti di Oblati tra territori appartenenti alle diverse ex province (3 Oblati italiani in Spagna, uno spagnolo in Italia, un Oblato dalla Romania in Venezuela, uno dal Senegal in Spagna), l’unificazione dell’economia, avendo adottato una stessa modalità di gestione a partire dal 1° gennaio 2014 e un lavoro comune nell’ambito della

QUALCHE DATO NUMERICO Dalla relazione di p. Alberto Gnemmi deduciamo alcuni dati numerici sulla Provincia mediterranea. I membri appartenenti alla provincia sono attualmente 256 (26 scolastici, 15 Oblati fratelli, 213 sacerdoti e 2 vescovi emeriti). Per quanto riguarda la distribuzione sui territori segnaliamo 129 OMI in Italia, 36 in Spagna, 3 in Romania, 2 in Marocco, 8 in Venezuela, 4 a Lourdes. In Senegal ci sono attualmente 57 Oblati (37 sacerdoti, 4 fratelli, 14 scolastici, 1 novizio, 1 scolastico in stage dal Brasile), in Uruguay sono 14 (12 sacerdoti, 1 fratello, 1 scolastico). Per quanto riguarda l’età media degli Oblati, in Italia è di 63,4 anni, in Spagna di 66,4 anni. Le comunità oblata con età media più giovane, tra le 21 italiane, togliendo le due case di formazione, sono Cosenza con 53 anni e S. Prisco (Ce) con 53, 6 anni. Quelle più anziane S. Giorgio Canavese (To) con 80, 1 anni di età media e S. Maria a Vico (Ce) con 78,3 anni. Delle 5 comunità sul territorio spagnolo, la più giovane è Pozuelo (Madrid) con 47,2 anni di età media, la più anziana Diego de Leon (Madrid) con 80,8 anni.

formazione continua e della pastorale giovanile.

I partecipanti I delegati, tra cui una decina di laici e consacrate appartenenti alla Famiglia oblata, sono stati complessivamente 83 provenienti da Italia, Spagna, Romania, Senegal, Guinea Bissau, Marocco (Sahara), Venezuela e Uruguay:

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Foto di gruppo insieme a p. Louis Lougen, superiore generale OMI

una porzione significativa di mondo oblato! Sono queste, infatti, le nazioni dove sono presenti gli OMI che appartengono giuridicamente alla Provincia mediterranea. Una grande varietà di situazioni in cui vivere la stessa missione oblata: dal contesto secolarizzato dell’Europa occidentale e in alcuni contesti dell’America latina, alle giovani chiese africane e al dialogo tra le fedi nell’est del’Europa. Un clima di condivisione e spazi di preghiera comunitaria hanno favorito l’ascolto reciproco Tra i partecipanti mons. Ramiro Díaz, già vicario apostolico dell’attuale diocesi di Machiques in Venezuela, p. Ray Warren, superiore provinciale della provincia angloirlandese, p. Chicho Rois, consigliere generale, che ha tenuto le meditazioni mattutine sul tema della povertà. L’11 febbraio è stato presente anche p. Louis Lougen, superiore generale, per la celebrazione eucaristica. Numerose le persone che

hanno contribuito al buon andamento dei lavori assembleari: il moderatore, p. Roberto Sartor, i traduttori, p. Edward Carolan e lo scolastico Aurelio Ayala, il segretario dell’assemblea, p. David López.

Gli interventi Nelle assemblee provinciali è consuetudine che il superiore provinciale presenti una relazione sullo stato della situazione, sulle novità, le sfide e gli eventuali punti da cambiare. Nella sua relazione p. Alberto Gnemmi ha inteso fornire “un quadro complessivo della Provincia” definendo l’assemblea come un tempo di “conversazione e dialogo sulle cose nostre… di famiglia”. “Vogliamo leggere insieme il cammino fatto in questi tre anni come Provincia mediterranea. - affermava - Innanzitutto, per conoscerci e comprenderci meglio; secondariamente, per sentirci sospinti a continuare con convinta passione a coltivare la nostra unità fraterna e a sentirci coinvolti nel dare linfa al carisma”. Nella prima parte, dopo aver inserito il cammino

della provincia nel cammino attuale della chiesa, p. Gnemmi ha fornito la situazione numerica della provincia (alcuni dati sono riportanti a pag. 31). Ha poi parlato dell’unificazione giuridica che ha condotto alla nascita della nuova Provincia oblata mediterranea, per proseguire parlando di “priorità e aspetti problematici”. Nella terza parte si è soffermato sul Triennio oblato che sta conducendo la congregazione alla celebrazione del duecentesimo anniversario nel 2016. Nella quarta e ultima parte ha parlato dell’”Europa oblata e della Congregazione”. Durante l’incontro romano hanno avuto spazio anche gli interventi di p. Bruno Favero per il Senegal e la Guinea Bissau, p. Jorge Albergati per l’Uruguay, p. Elio Filardo per la Romania, p. Valére Eko per il Sahara occidentale (Marocco). Tra i dati emersi segnaliamo l’apertura di due nuove missioni in Guinea Bissau e Uruguay. Anche p. Salvo D’Orto in qualità di economo provinciale ha presentato una relazione unitamente a p. Rafael Martín. Spazio è stato dedicato alla Procura delle

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Il tema del Capitolo generale OMI 2016 Mi ha mandato ad evangelizzare i poveri - I poveri mi hanno evangelizzato è il tema proposto alla congregazione oblata per il prossimo Capitolo generale del 2016. Questa traccia, insieme alle parole di Gesù, “Voi siete il sale della terra e la luce del mondo” (Mt 5, 13-16), e a quelle di S. Eugenio de Mazenod, “non lasciare nulla di intentato per estendere il regno del Salvatore”, accompagneranno la congregazione durante il periodo di preparazione al Capitolo. La famiglia religiosa sente il bisogno di ritornare alle radici oblate in occasione della celebrazione dei primi 200 anni di vita. È importante, quindi, approfondire l’identità oblata alla luce della missione e in relazione ai poveri di oggi. I rapidi cambiamenti nel pianeta hanno un forte impatto sull’evangelizzazione, sul tono della testimonianza, che non può essere disgiunta dall’amore per la persona di Gesù Cristo. In quanto religiosi, gli Oblati hanno un’eredità da conciliare con i nuovi appelli espressi dal grido dei poveri di oggi.

Il lavoro di stesura dei tre direttori è stato frutto di una consultazione degli Oblati missioni estere con p. Adriano Titone e alla rivista Missioni OMI. Sono stati anche presentati all’Assemblea tre documenti, già inviati in precedenza a tutti, che, una volta approvati dal superiore generale, costituiranno il modo di funzionare della Provincia nei prossimi anni: il Direttorio amministrativo. presentato dai padri Ismael García e David López, il Direttorio della formazione presentato dai padri Gennaro Rosato e Giuseppe Rubino e il Direttorio dei beni temporali e del-

le finanze, presentato dai padri Salvo D’Orto e Rafael Martín. La sfida è rappresentata dalla ricerca di una modalità che, pur comune, sappia integrare le diverse sensibilità culturali all’interno della Provincia. Il lavoro di stesura dei tre direttori, è stato frutto di una consultazione degli Oblati realizzata nell’ultimo anno. Con la discussione in assemblea, è stato effettuato l’ultimo passaggio prima del varo del superiore provinciale in consiglio e l’invio al superiore generale.

Impressioni conclusive Nell’ultima ora del convegno, molti dei partecipanti hanno preso la parola per esprimere impressioni e commenti sui giorni di lavoro. Alcuni hanno avuto l’impressione di un’assemblea molto informativa e poco decisionale, ma generali sono state le impressioni positive e costruttive. Si guarda con speranza al futuro, si accolgono gli appelli ad una vita religiosa autentica per una rinnovata missione. n

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fatti

Sant’Eugenio de Mazenod

Padre e pastore Il superiore generale dei Missionari OMI presenta il libro di p. Dino Tessari OMI sulla figura del fondatore e vescovo di Marsiglia di Louis Lougen OMI

U

n santo di due secoli fa ha ancora qualcosa da dire agli uomini e alle donne di oggi, soprattutto ai giovani e alle giovani? Se la domanda si fa più specifica, e riguarda Eugenio de Mazenod, la risposta è sicuramente positiva. Lo sarebbe forse per ogni santo, ma per lui posso affermarlo con certezza. La riprova è che ci sono migliaia di uomini e donne, di giovani e ragazze, in ogni parte del mondo, attratti dal suo ideale di vita, dal suo amore appassionato per Gesù e per Maria, dalla sua dedizione incondizionata alla chiesa e all’annuncio del Vangelo; migliaia di persone che ne condividono le scelte, lo seguono e come lui si pongono a servizio della missione. La sua vita si legge come un romanzo perché l’ha messa nelle mani di un “regista” che ha saputo guidarlo in un’av-

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SANT’EUGENIO DE MAZENOD. PADRE E PASTORE, edito dall’editrice VELAR di Gorle (Bg) ha visto la luce lo scorso 8 dicembre. Il testo è arricchito da numerose immagini su sant’Eugenio e sui luoghi chiave della sua vita: la Provenza, la città natale Aix-en-Provence e Marsiglia. «Chi lo leggerà si farà un’idea precisa sulla persona, sugli ideali e sulla santità del fondatore dei Missionari Oblati di Maria Immacolata», dice l’autore p. Dino Tessari OMI. «La prefazione di p. Lougen - continua p. Dino - è una pagina molto bella che presenta l’attualità di sant’ Eugenio». Il libro è stato scritto alla fine del primo anno di preparazione al 200° anniversario della fondazione degli Oblati che cadrà il 25 gennaio 2016. La copertina presenta l’immagine di Eugenio, giovane vescovo, con sullo sfondo la “Chiesa della missione” a Aix-en- Provence, dove nacque la sua famiglia religiosa. Per richiedere il libro ci si può rivolgere alla Casa provinciale dei Missionari OMI (via Tuscolana 73, 00044 Frascati, Roma) o si può scrivere all’autore all’indirizzo: Missionari OMI, via Tacconi 6, 40139 € 8,00 Bologna.

DINO TESSARI

SANT’EUGENIO DE MAZENOD

SANT’EUGENIO DE MAZENOD

importante

DINO TESSARI

un uomo

ISBN 978-88-6671-070-7

Padre e Pastore

9 788866 710707

ventura senza precedenti. Ci sono tutti gli elementi per creare un capolavoro ed in effetti il risultato è un’opera d’arte: la santità! Affronta una rivoluzione, l’esilio da una nazione all’altra, vicende familiari drammatiche che vedono naufragare il matrimonio dei genitori, una giovinezza brillante e insieme inquieta e insoddisfatta, l’incontro con imperatori e papi, con ragazzi di strada e pescivendole, la sfida di rinnovare una società smarrita e di offrire il suo contributo allo sviluppo di una grande città come Marsiglia, l’apertura delle frontiere fino agli estremi confini della terra.

Affidarsi a Dio Affidandosi ad un “regista” creativo come lo Spirito Santo si è reso disponibile a percorsi inediti, che mai egli avrebbe sognato e che lo porteranno ad esperienze intense: l’incontro con un Cristo vivo, con il quale intesserà

un rapporto personalissimo, l’incontro con persone che gli diventeranno amiche e verso le quali non temerà di mostrare tutto l’affetto, ma anche lo scontro con situazioni difficili, sofferenze e delusioni. Tutto colpa di quel cuore grande, di quell’amore veemente che non gli rende niente indifferente e tutto gli fa vivere con passione. Com’è lontana da Eugenio quella caricatura di una santità che si presenta tutta composta, scontata, distaccata dai drammi della vita, dalle sue gioie e dalle sue passioni. Non gli mancavano le doti per diventare qualcuno, per riuscire nella vita: bell’aspetto, educazione nobiliare, sensibilità, acutezza d’intelligenza, intuizione. Cos’è che ha fatto della sua vita un capolavoro? Penso sia stato, come ho appena accennato, la temerarietà di affidarsi a Dio perché lo conducesse per la via giusta. Ed ecco le sorprese. lui, così determinato, si con-

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Un po’ di numeri Quanti sono i Missionari Oblati di Maria Immacolata nel mondo? Quali sono le nazioni dove sono più numerosi? A queste e altre domande rispondono le statistiche che puntualmente vengono pubblicate a gennaio dalla Casa generalizia oblata di Roma. Nel mese di gennaio 2014 i Missionari OMI nel mondo erano 3.792: 831 in Africa, 450 in America latina, 771 in Asia e Oceania, 718 negli Stati Uniti e Canada, 986 in Europa, 36 nell’Amministrazione generale. La congregazione oblata conta 2 cardinali, 47 vescovi, 1 Prefetto apostolico, 2.885 sacerdoti, 333 fratelli, 524 scolastici. Per quanto riguarda le nazioni dove gli OMI sono più numerosi si possono menzionare il CongoKinshasa (150 Oblati), Haiti (131 Oblati), Sri Lanka (234), il Canada (443), la Polonia (301). Nel 2014 sono morti 107 Oblati, 55 sono state le ordinazioni sacerdotali.

traddice continuamente: quando, ad esempio, comunica a colui che sarà il suo primo compagno il progetto della comunità sognata, gli assicura che non faranno i voti, perché saranno legati soltanto dalla più tenera carità e poi nel giro di poco tempo, non soltanto inserisce i tre voti classici di obbedienza, castità e povertà, ma ne propone un quarto, quello di perseveranza. La stessa incoerenza si evidenzia quando decide il piano d’azione: non usciranno dalla loro regione, la Provenza e non passano due anni e gli Oblati sono

Celebrazione nella cappella dei Missionari OMI a Pozuelo (Madrid). A fianco, il giovane Eugenio de Mazenod

già presenti sulle Alpi per poi migrare, a partire dal 1841, nel mondo intero. E di esempi simili è costellata la sua vita. Egli si mostra assolutamente infedele alle proprie idee, ma fedele ai progetti di Dio. E qui sta la sua grandezza. Egli comprende che il progetto che gli si apre dinanzi è ben più grande di quello che egli può immaginare, per questo si arrende a Dio ed è pronto a lasciarsi guidare da lui con docilità, pronto anche a cambiare rotta se Dio glielo fa capire. Non si preoccupa di “salvare la faccia” davanti agli altri. Non si ostina ad essere fedele a quello che ha capito fino a quel momento. Vuole essere fedele all’agire di Dio, anche quando sembra contraddittorio. I mistici a riguardo hanno usato un’immagine suggestiva: siamo su un barca che spingiamo a forza di remi e andiamo avanti a fatica. Non sarebbe meglio tirare i remi in barca, spiegare la vela e lasciarsi condurre dal vento dello Spirito? Allora lo Spirito sarà libero di compiere l’opera sua e di condurci per vie che solo Lui conosce. Non è

debolezza psicologica, incapacità decisionale o essere vittime passive delle manipolazioni. È coraggio! Il coraggio di fidarsi di Dio, di credere che le sue vie non sono le nostre vie. Il coraggio di abbandonarsi alla avventura sempre nuova e imprevedibile di seguire Gesù, il coraggio di credere al Vangelo e il coraggio di mettere tutta la vita interamente nelle mani di Dio. Mi sembra questo uno dei più grandi insegnamenti di sant’Eugenio de Mazenod, soprattutto per i giovani cui questo libro è destinato, un libro scritto da un oblato, p. Dino Tessari, contagiato dalla stessa passione di sant’Eugenio, capace di contagiare a sua volta tanti altri. n

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lettere dai missionari

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Giustizia e sviluppo Quando in Africa si dice “giustizia”, si parla di “sviluppo”. “giustizia per i poveri” è un termine che significa molto poco, se non è accompagnato da modi tangibili che permettano alle persone svantaggiate di aiutare sé stesse a uscire dalla povertà. Nella missione oblata in Zimbabwe stiamo lavorando su una questione di giustizia molto importante. Lo scorso giugno, il dott. Brendan Ratcliffe, un medico venuto dalla provincia angloirlandese, per tre mesi si è messo a disposizione della missione S. Luca, per portare avanti un programma di prevenzione della malnutrizione. Ha coordinato 22 laboratori in 22 comunità di quella missione. Ha fornito alle comunità metodi per cucinare nel periodo della mietitura, avere cibo a sufficienza durante la

stagione secca o quando c’è mancanza di cibo. Ha inoltre lanciato un programma per valutare il numero di bambini malnutriti o a rischio. La comunità stessa ha creato orti comuni per i mesi di siccità. Nel frattempo, in risposta ai loro bisogni, gli Oblati della provincia anglo-irlandese, attraverso il Programma di Sviluppo, stanno finanziando cinque pozzi in cinque comunità, dove neonati e bambini sono più a rischio di malnutrizione. Il dr. Brendan è stato di grande aiuto per gli ospedali della provincia di Matabeleland. Il direttore ha chiesto il suo aiuto per riparare alcuni

strumenti per l’anestesia che erano inutilizzati da anni, a causa della mancanza di competenze tecniche per ripararli. Infatti, nell’Ospedale provinciale di Tsholotsho ci sono stati numerosi decessi durante le operazioni. Il dott. Brendan ha recuperato così vari strumenti, sia all’Ospedale provinciale di Tsholotsho che a quello provinciale di S. Luca. La riparazione di queste macchine può fare la differenza tra la vita e la morte. Giustizia per i poveri è, e deve essere, una ricerca che porta la gente a crescere e a sviluppare una mentalità creativa e intuitiva. La soluzione inizia anzitutto cambiando l’approccio al

problema. Questo medico ha cercato di aiutare le persone ad aiutare se stesse attraverso la partecipazione all’istruzione. Dopo aver aiutato le persone ad uscire dalla povertà, lo scopo del prossimo passo dovrebbe essere: condurli alla fede in Cristo e alla chiesa. La nostra assistenza ai poveri non è il lavoro di una Ong, ma deve condurli a Cristo. È questa l’evangelizzazione! Charles Rensburg OMI Lupane, Zimbabwe

Impressioni in Italia Ho trascorso un paio di mesi in Italia e ho potuto visitare comunità e parrocchie, e sono rimasto impressionato dall’impegno

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e dai frutti che un occhio estraneo non manca di notare. Ho visto comunità che hanno una radicale vocazione missionaria, comunità parrocchiali che sono un segno di vita nuova in un contesto difficile, ho incontrato persone, compresi i nostri padri, che lavorano con perseveranza in ambienti indifferenti se non ostili. Ringrazio per tutto questo, ringrazio per come mi avete accolto nelle vostre comunità, nelle vostre parrocchie e nelle vostre famiglie. L’unico rammarico è che non ho

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potuto visitare tutti... la prossima volta! Domenico Rodighiero OMI Bangkok, Thailandia

Con i poveri di La Morita Nella parrocchia sant’Eugenio ho celebrato il funerale di un bambino di due anni, morto in un incidente domestico. La mamma aveva lasciato i tre figli soli in casa; si sono arrampicati sulla stufa che si è rovesciata. Qui non ci sono asili. Normalmente in Messico le famiglie sono

legate tra loro, ma oltre alla crisi generale della famiglia, in zona di confine, molti vengono dall’interno del paese e sono lontani dal loro stile di vita tradizionale. Lo stesso giorno, ho celebrato il funerale di una donna di 35 anni morta di leucemia. Il gran numero di giovani affetti da tumore avrà a che fare con l’uso di pesticidi e gli impianti chimici? Un altro prete ha celebrato per un uomo di 38 anni, morto di meningite. La qualità dell’assistenza sanitaria non è paragonabile a quella praticata a San Diego, in California, dove i giovani non muoiono di meningite. A novembre, sono bruciate 38 case. Il fuoco si è diffuso rapidamente, ma i vigili del fuoco sono arrivati dopo un’ora. L’insediamento

era situato su una collina, fuori mano, senza idranti; i pompieri hanno dovuto trasportare l’acqua. La scorsa primavera, a causa della siccità, molte case sono bruciate. Un uomo è rimasto gravemente ferito dall’esplosione di un serbatoio. A luglio molte altre capanne sono state distrutte da incendi. In caso di emergenza, forniamo cibo, coperte, vestiti… Cerchiamo di aiutare la gente nella ricostruzione, grazie anche alla solidarietà di amici americani. Ci è mancata tanto la pioggia! A dicembre è arrivata, ma troppa; alle 5 del mattino, ci siamo trovati in un fiume di fango, ma fortunatamente, senza conseguenze. Nick Harding OMI La Morita, Messico

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lettere dai missionari

MISSIONI Nato nel 2508

Qui Thailandia di Claudio Bertuccio OMI cbertomi@truemail.co.th

Qui Spagna di Tino Migliaccio OMI tinomigliaccio@gmail.com

Talitakum Pozuelo Più di un anno fa é nato il gruppo giovani “Talitakum Pozuelo” per sostenere il progetto oblato “Centro educativo Talitakum” che, in Uruguay, offre, a ragazzi tra i

Ero arrivato da qualche mese in Thailandia e studiavo la lingua. Un giorno la mia insegnante, mentre facevamo pratica sui numeri, mi domanda il mio anno di nascita. Rispondo con sicurezza: “il 1965!”. Lei mi guarda sorpresa e mi dice: “non scherzare!”. Devo riconoscere che rimasi deluso. È vero che agli asiatici, noi occidentali sembriamo più vecchi, ma non pensavo di sembrare così, visto che non avevo ancora 30 anni. Quella risposta mi aveva lasciato confuso. L’insegnante, con altrettanta gentilezza, mi

13 e i 17 anni, la possibilità di imparare una professione per inserirsi nella società. L’idea fu di Mercedes Ossorio, professoressa al “Colegio Cluny” di Pozuelo, che conosce gli Oblati da tempo e che aveva intuito in alcuni alunni un’inquietudine

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spiegò che sembravo troppo giovane per essere nato nel 1965, visto che avrei dovuto avere più di 500 anni. Vedendo la mia confusione e sorpresa mi ricordò che eravamo nel gennaio del 2537! Ma a quel punto il sorpreso ero io: credevo di essere nel 1994. Dopo

missionaria. Propose loro di entrare in contatto con gli Oblati e conoscere alcuni progetti missionari. La provvidenza volle che in quel periodo p. Adriano Titone si trovasse nella comunità oblata di Pozuelo per presentare la Procura

qualche chiarimento ho scoperto che in Thailandia non si usa l’era cristiana, ma quella buddista. Pertanto… ero davvero nato nel 2508, senza neanche saperlo! Davvero tutto è relativo. Con un aereo avevo fatto un salto nel futuro di oltre 500 anni! Anche questo fa parte della fatica missionaria di affrontare lo shock culturale, ma devo riconoscere che non è la parte più difficile.

delle missioni. Furono presenti anche Mercedes e i giovani che si sentirono interpellati in particolare dal progetto “Talitakum”. Da quell’incontro decisero di chiamarsi con lo stesso nome. Sono attualmente una dozzina di ragazzi. Hanno un coro ed ogni domenica animano la messa che celebriamo nella cappella di Pozuelo. Due domeniche al mese ci incontriamo per un momento di formazione e condivisione. In alcuni momenti raccogliamo fondi per l’Uruguay. Il 23 novembre scorso abbiamo festeggiato il primo anno del gruppo.

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200 anni

,

In cammino verso i 200 anni dalla nascita dei

Missionari OMI

Sant’Eugenio raduna i suoi compagni L’obiettivo è evidenziare i nostri valori comuni e quelli di ciascuno, coscienti che il lavoro in gruppo è molto più efficace di quello individuale. «Se volete andare in fretta, lavorate da soli! Ma se volete andare lontano, lavorate insieme», dice la saggezza africana.

Vivere come fratelli Di fronte a questo immenso compito, riunì intorno a sé alcuni sacerdoti animati dallo stesso zelo ardente per i più abbandonati. Li trascinò a “vivere insieme come fratelli” e a “imitare le virtù e gli esempi del nostro Salvatore Gesù

CONDIVISIONE Come entrare interamente nella «visione carismatica» di sant’Eugenio, in modo che ognuno possa contare sulla cooperazione dell’altro, nella realizzazione della sua vocazione apostolica? La nostra vita, il nostro ministero, la nostra comunità possano attirare alla congregazione nuovi membri per proseguire la missione che il Signore ci ha affidato di andare ad annunciare il Regno.

IMPEGNO Andare ‘due a due’ implica un accordo sul cammino da percorrere, sugli obiettivi da raggiungere. Prima di intraprendere un servizio o prima di partire per una missione, qualunque essa sia, ho bisogno di condividere con gli altri il mio progetto e chiedere le loro preghiere e il loro sostegno.

LA PAROLA DI DIO

L’invio dei settantadue

200 ANNI Missionari Oblati

di Maria Immacolata

1816-2016

Luca 10, 1-2 Cristo, dedicandosi soprattutto alla predicazione della Parola di Dio ai poveri”. In seguito li spinse ad impegnarsi definitivamente nell’opera delle missioni legandosi con i voti religiosi. Poco dopo accolse nella sua famiglia anche dei Fratelli, come veri figli. Furono queste le origini della Congregazione dei Missionari Oblati della Santissima e Immacolata Vergine Maria. Tra il 1815 e il 1816, il primo gruppo di missionari decide di seguire Gesù con lo stesso entusiasmo e la stessa determinazione radicale degli Apostoli, continuare, come loro, l’annuncio del Vangelo. «Tutto dipende dal cominciar bene - scrive Eugenio a p. Tempier nella sua lettera del 9 ottobre 1815 -. Ci vuole unanimità perfetta di intenti, una stessa buona volontà, uno stesso disinteresse, in una parola una stessa abnegazione». Nel suo Mémoire justificatif, Eugenio scrive: «Mi occorrevano compagni votati a questo, che fossero capaci di penetrare nell’ispirazione che mi veniva dal Signore» (Rambert, I, p. 164). Al centro c’era l’ispirazione del Signore, comunicata ai suoi compagni, in modo che il cuore e gli spiriti di ciascuno potesse-

ro essere uniti in uno stesso ideale, una stessa missione. Il modo di realizzare questo era fondare una comunità specifica con alcune persone che avrebbero vissuto insieme, nella gioia e nell’amore reciproco: «La felicità ci aspetta in questa santa Società che avrà un cuor solo e un’anima sola» (a p. Tempier, 9 ottobre 1815). ■

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Damosso, P.

Romanzo D’Amore. Mario Borzaga San Paolo 2014, 15 euro

«Chi è Mario Borzaga? È la domanda che mi sono posto prima di scrivere questo libro. Come spiegare una profondità d’animo di cui non riesco a percepire il fondo, che cammina in parallelo alla leggerezza di un giovane bello, intelligente, pieno di vita, martire prima di compiere 28 anni, in un angolo sperduto di foresta in Laos, e mai più ritrovato? Una vita - quella di Mario Borzaga - sceneggiata come un romanzo, che lui stesso definisce Romanzo d’Amore». Paolo Damosso

DOVE Nelle librerie Paoline e in tutte le librerie.

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Gianfranco Ravasi (Merate, 1942), cardinale, è presidente del Pontificio consiglio per la cultura dal 2007. Biblista di fama mondiale, è stato Prefetto della Biblioteca Ambrosiana e docente di Sacra Scrittura alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale a Milano. Ha promosso la Fondazione Cortile dei Gentili, forum internazionale per il dialogo tra credenti e non credenti. Cura una rubrica biblica nella trasmissione Frontiere dello Spirito su Canale5 e collabora con diversi giornali tra i quali Il Sole 24 Ore, Avvenire e l’Espresso.

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