Missioni OMI 10 13 parziale

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attualità

dossier

fatti

missioni

P. Gaetano Liuzzo OMI a dieci anni dalla morte

La XXVIII Giornata mondiale della gioventù in Brasile

Sulle strade del mondo Ottobre missionario e Giornata missionaria

Qui Senegal Qui Uruguay

missioni

rivista mensile di attualità missionaria

omi

Prezzo di copertina € 2,20 - ottobre 2013 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, C/RM/68/2012

n. 10 ottobre 2013

I giovani e gli OMI alla GMG brasiliana

Dai cortili di Aix ai cortili del mondo

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SOMMARIO MISSIONI OMI Rivista mensile di attualità Anno 20 n.10 ottobre 2013

attualità

La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250

Verso l’umanità abbandonata

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Per una fetta di pane

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Notizie in diretta dal mondo oblato

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di Elio Filardo OMI

EDITORE

Provincia d’Italia dei Missionari Oblati di Maria Immacolata Via Egiziaca a Pizzofalcone, 30 80132 Napoli

di Thomas Harris

news

REDAZIONE

Via dei Prefetti, 34 00186 Roma tel. 06 6880 3436 fax 06 6880 5031 pasquale.castrilli@poste.it

a cura di Elio Filardo OMI

DIRETTORE RESPONSABILE

Pasquale Castrilli

Mgc news

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Il respiro missionario della chiesa

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Sulle strade del mondo

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Lettere al direttore

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Storia di storie

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Lettere dai missionari

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Qui Uruguay, Qui Senegal

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Missione è…

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REDAZIONE

Salvo D’Orto, Elio Filardo, Gianluca Rizzaro, Adriano Titone

fatti

COLLABORATORI

Nino Bucca, Claudio Carleo, Fabio Ciardi, Gennaro Cicchese, Angelica Ciccone, Luigi Mariano Guzzo, Thomas Harris, Sergio Natoli, Luca Polello, Claudia Sarubbo, Giovanni Varuni

di Dino Tessari OMI

a cura della redazione

PROGETTO GRAFICO E REALIZZAZIONE

missioni

Elisabetta Delfini STAMPA

Tipolitografia Abilgraph Roma FOTOGRAFIE

Si ringrazia Olycom www.olycom.it UFFICIO ABBONAMENTI

Via dei Prefetti, 34 - 00186 Roma tel 06 9408777 - Valentina Valenzi rivista.missioni.omi@omi.it Italia (annuale) Estero (via aerea) Di amicizia Sostenitore

17 euro 37 euro 35 euro 65 euro

Da versare su cc p n. 777003 Home Banking: IBAN IT49D0760103200000000777003 intestato a: Missioni OMI - Rivista dei Missionari OMI via Tuscolana, 73 - 00044 Frascati (Roma) Finito di stampare settembre 2013 Reg. trib. Roma n° 564/93 Associata USPI e FESMI www.missioniomi.it www.facebook.com/missioniomi

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dossier

Al Santuario mariano di d Aparecida uno splendido programma preGMG per mille giovani accompagnati dai Missionari Oblati di Maria Immacolata

DOSSIER

testo di Pasquale Castrilli OMI foto di Giovanni Coppini koppino88@gmail.com

patrono delle giornate oblate

p. Mauricio Lefèbvre OMI

Le giornate oblate della gioventù

in Brasile

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Ad Aparecida, i giovani hanno avuto modo di conoscere la figura di p. Mauricio Lefèbvre, missionario oblato, nato a Montreal, in Canada il 6 agosto 1922. Nel 1953 fu inviato come missionario tra i minatori della Bolivia. Rapidamente si impegnò a conoscere i problemi della gente. Inviato nella capitale La Paz nel 1958,

si recò successivamente a Roma, invitato da p. Lombardi, fondatore del Movimento per un mondo migliore. Dopo essersi specializzato in sociologia rientrò in Bolivia nel 1966 dove realizzò ricerche e inchieste per la chiesa nell’ambito sociale. Fu tra i fondatori della facolta di sociologia. Nel 1971, successivamente al colpo di stato, p. Mauricio sentì ancora più pressante l’appello dei poveri. Si schierò al fianco delle persone bisognose, degli abbandonati, denunciando le strutture di oppressione e divenne voce di coloro che non erano ascoltati. Fu ucciso il 21 agosto del 1971 mentre si recava, sotto l’egida della Croce Rossa, a soccorrere una giovane ferita dai militari. P. Mauricio è stato un testimone autentico della fede e della carità. La sua persona resta per sempre nel cuore di chi lo ha conosciuto e delle generazioni successive.

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una foto per pensare

UNA FOTO PER PENSARE

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Colori 28 missioni omi · 10/11_13

Sospesi in un volo leggero, scrutati dallo sguardo che vince i confini del reale, ritrovano nell'abb raccio tra terra e cielo, il riflesso di una tinta mai vista.

foto Alessandro Milella, alessandro.milella@alice.it testo Claudia Sarubbo, claudia.sarubbo@yahoo.it

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editoriale di Pasquale Castrilli OMI pasquale.castrilli@poste.it

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omi

Intramontabile F

attualità

dossier

fatti

missioni

P. Gaetano Liuzzo OMI a dieci anni dalla morte

La XXVIII Giornata mondiale della gioventù in Brasile

Sulle strade del mondo Ottobre missionario e Giornata missionaria

Qui Senegal Qui Uruguay

missioni

rivista mensile di attualità missionaria

omi

Prezzo di copertina € 2,20 - ottobre 2013 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, C/RM/68/2012

n. 10 ottobre 2013

I giovani e gli OMI alla GMG brasiliana

Dai cortili di Aix ai cortili del mondo

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u l’aggettivo scelto da Albino Luciani, papa Giovanni Paolo I, per descrivere l’amore di Dio, in quel famoso discorso del 10 settembre 1978 nel quale spiegò, con sconcertante semplicità, che Dio ama come un padre, ma anche come una madre. Suscitò meraviglia e scalpore quell’idea, ripresa da molti dopo di lui, laddove si erano sempre dati a Dio dei connotati piuttosto maschili. Consegnare un volto materno all’amore di Dio significa che il suo è un amore continuo, costante e inattaccabile, che la giornata di Dio non conosce la notte. L’azione missionaria della chiesa ha sempre avuto come obiettivo l’annuncio di tale amore all’umanità, soprattutto a quella più sofferente e indigente. I missionari si sono spesi e consumati, a volte con il sacrificio della vita stessa, perché questo annuncio arrivasse ai cuori e alle intelligenze delle creature di ogni latitudine. In questo mese di ottobre, il mese missionario, quell’aggettivo risuona in tutta la sua verità. La chiesa ricorda il mondo missionario, ricorda soprattutto a sé stessa che esiste anzitutto perché gli esseri umani possano beneficiare a piene mani dell’amore salvifico di Dio (Lumen Gentium, 2 e 48). Se smarrisce questa finalità, smarrisce la sua identità. Lo slogan “Sulle

strade del mondo” scelto per l’ottobre missionario 2013 e per la giornata missionaria mondiale, che si celebra il 20 ottobre, sottolinea una ricerca costante che Dio fa dell’uomo, ponendosi come interlocutore amorevole e amichevole, sui suoi innumerevoli sentieri di vita. Anche la XXVIII Giornata mondiale della gioventù, svoltasi a Rio de Janeiro lo scorso mese di luglio, è stata, per i giovani che hanno partecipato, un tempo per lasciarsi toccare personalmente da questo amore “intramontabile”. Dalla voce e dal modo di porsi e di comunicare di papa Francesco alle famiglie che hanno ospitato i giovani nelle loro case, dai volontari ai discorsi ufficiali, dai gadget distribuiti ai partecipanti alla spiaggia di Copacabana attrezzata alla perfezione. Tutte manifestazioni di considerazione e interesse verso l’universo giovanile che, per una settimana, è stato al centro dell’attenzione mondiale. TV2000, la televisione della Conferenza episcopale italiana, ha trasmesso ore e ore di diretta dell’evento, e conseguenti repliche, raccogliendo lusinghieri dati di ascolto e gradimento. Dio, insomma, sembra non stancarsi di amare, nonostante tutto. La dimensione missionaria nella chiesa ci ricorda continuamente questa verità. n

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MISSIONI

lettere al direttore

GIUSEPPE CELLUCCI O.M.I.

Giuseppe Cellucci sacerdote missionario o.m.i.

ngeli, tempera su tavola del 1541 (part.)

IL CONVENTO DI VALLASPRA

nvento di Vallaspra parlassero… si onianza di quanti, pur nell’asprezza e con semplicità e genuinità vi hanno spirituale. e documentate del libro scorre un e, come se sgorgasse dalle stesse pietre. i diversi capitoli si può udire il suono il canto degli uccelli nel bosco. E con , intuire l’invito alla preghiera che, prina, si percepisce come un desiderio

IL CONVENTO DI VALLASPRA ORIGINE E SVILUPPO, FEDE E DEVOZIONE, DEL CONVENTO FRANCESCANO SANTA MARIA DEGLI ANGELI DETTO DI SAN PASQUALE IN ATESSA (CHIETI) DAGLI INIZI AI NOSTRI GIORNI.

OMI

La Storia si sviluppa negli avvenimenti ed episodi, come espressione di idee che s’incarnano nelle generazioni di ogni epoca. Inoltre la storia cresce e si manifesta nelle correnti e forme culturali che, nei diversi luoghi geografici, esprimono i sentimenti e lo spirito di ogni popolo. La presenza sul territorio di luoghi religiosi – come il convento di Vallaspra (1408) – legati e soggetti agli avvenimenti storici umani, è chiaramente un punto di riferimento per chi vuole conoscere e capire il perché delle cose e il loro modo di manifestarsi. Una dinamica che si ripete in ogni Presenza religiosa che, lungo i secoli, vive e cresce in un ambiente geografico. Proprio la storia plurisecolare del convento di Vallaspra, dalle origini ai nostri giorni, raccolta e raccontata in questo libro vuole essere un esempio concreto di questa intenzione. Ma non solo. Rappresenta anche l’inizio di una serie storica culturale religiosa che, nel tempo, potrebbe divulgare altri racconti sulle presenze conventuali e monastiche che, in diverse epoche, hanno lasciato un segno nella storia locale e concreta di un popolo.

cciamo Banca con Braccia Cuore e Mente

Si intitola Il Convento di Vallaspra. Origine e sviluppo, fede e devozione, del convento francescano Santa Maria degli Angeli detto di S. Pasquale in Atessa (Chieti) dagli inizi ai nostri giorni la recente fatica letteraria di p. Giuseppe Cellucci OMI. Il libro, frutto di un grande lavoro sulle fonti, racconta la storia della presenza dei Missionari Oblati di Maria Immacolata ad Atessa (Ch). La casa nasceva per la predicazione missionaria in Abruzzo e nel Centro Italia. Con il tempo il Convento di S. Pasquale diveniva anche casa per ritiri e vacanze. Gli OMI vi hanno risieduto fino al 1998. La presentazione ‘ufficiale’ del libro è avvenuta ad Atessa il 24 agosto.

«Il futuro per me è tenere il tempo» Jean Philippe S. ha 11 anni e sa esattamente qual è stato il suo primo ricordo. Un ricordo nato già con una colonna sonora. Aveva 4 anni e suo padre stava ascoltando della musica. «Cosa è quel suono?» chiede. E il padre gli spiega che si tratta di una chitarra e di un tamburo. Me lo racconta facendomi immergere nella meraviglia di quando si scopre se stessi per la prima volta. Nato a Palermo da genitori mauriziani, Jean Philippe ha sempre amato la musica. Fin da quando era molto piccolo si divertiva a vedere che suono facevano le sue mani sul tavolo, sul muro,

sul banco di scuola. «A cosa pensi?» gli chiedeva la maestra. «Non pensavo a niente. Avevo sempre una musica in testa e mi divertivo a tenere il tempo». Oggi il tempo lo dà a tutta la corale Arcobaleno di Popoli il suo gruppo di musicisti un po’ particolare. Li ha conosciuti nel 2008, quando in chiesa ascolta una signora suonare l’organo. Accanto un tamburo. Senza pensarci due volte si alza e comincia a suonare. La chiesa è Santa Maria dei Miracoli, a piazza Marina. «La casa di tutti i popoli», mi spiega, «dove si celebrano messe in italiano, francese e inglese. Che segue gente di ogni parte del mondo». Lì p. Sergio Natoli porta avanti

il progetto Arcobaleno dei popoli per superare le barriere culturali e a favorire l’integrazione. Jean Philippe suona il djembè ed è il più piccolo di un gruppo di circa cinquanta persone che esegue i canti tradizionali di diversi Paesi e in diverse lingue. Quando gli chiedo perché ama suonare mi risponde che sentire il ritmo della musica lo rende felice. Tutto ha un ritmo. La pioggia che cade sulla strada, i passi di corsa, il battere del cuore. E il tempo, il ritmo del mondo, è per tutti lo stesso. Per questo ci si riesce a immedesimare e a emozionare anche ascoltando canzoni di cui

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MAURITIUS IN PILLOLE

Mauritius (in italiano più correttamente nota come Maurizio) è una nazione insulare nell’Oceano Indiano sud-occidentale, a circa 900 km a est del Madagascar; geograficamente è considerata parte del continente africano. Oltre all’isola principale, la Repubblica comprende anche le isole di Saint Brandon e Rodrigues e le isole Agalega. Il territorio competente alla Repubblica di Mauritius fa parte delle Isole Mascarene, assieme all’isola francese di Riunione, situata 200 km a sud-ovest. Le due lingue ufficiali sono l’inglese e il francese, con il francese che rappresenta la lingua più diffusa benché la Francia abbia perso il controllo dell’isola quasi 200 anni fa. Gli abitanti usano spesso anche un idioma creolo basato principalmente sul francese, con influssi derivanti dall’inglese, dal portoghese dal malgascio e dall’hindi. La cultura di Mauritius riflette i suoi diversi trascorsi coloniali e la natura cosmopolita della sua società. In città, come la capitale Port Louis, si trovano, a poca distanza, moschee, chiese cristiane, pagode e un cimitero ebraico; durante l’anno si alternano feste religiose corrispondenti a diversi culti, come la Divali (la “festa delle luci”) e la Cavedee induiste, il Natale cristiano e l’Id al-fitr islamica.

Mauritius

non si capiscono le parole. «Grazie ai miei compagni di musica riesco a conoscere tanti mondi diversi - il Ghana, le Filippine, lo Sri Lanka, l’Ecuador - e capisco che siamo tutti uguali». Si ferma, mi guarda e chiede: «Tu lo sai che io non sono italiano?» lo dice come se stesse rivelando un segreto. «Per essere italiano devo aspettare di diventare grande, diciotto anni. E non è giusto. Perché io sono nato qua. E qua faccio il musicista». Non ha paura del futuro Jean Philippe, i bambini non hanno mai paura del futuro. Perché è convinto che tutto migliorerà. Quest’anno andrà per la prima volta all’isola Mauritius. Suonerà lì con i suoi cugini e ascolterà molta musica. Poi, dice, al ritorno la insegnerà ai suoi amici. È l’inizio del suo sogno: portare a Palermo musicisti e strumenti differenti e fare una grande orchestra. Per insegnare, grazie alla musica, come è bello imparare dagli altri. E scoprire che tutti seguiamo lo stesso ritmo, lo stesso tempo. «Vorrei che i bambini che come me nascono in Italia siano cittadini italiani» Allì Traina, Palermo allitraina@gmail.com

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attualità

Verso l’umanità

abbandonata

Il decennio delle morte di p. Gaetano Liuzzo OMI ci offre l’occasione per riflettere sulla consacrazione secolare. Nostra intervista a Andreina Gambardella di Elio Filardo OMI eliofilardo@omimissio.net

A

dieci anni dalla morte di padre Liuzzo rivolgiamo qualche domanda ad Andreina Gambardella su colui che, in relazione alle Cooperatrici Oblate Missionarie dell’Immacolata (COMI), si autodefiniva “canale del carisma di S. Eugenio”. Andreina, presidente dell’Istituto dal 2004, ha vissuto la vocazione oblata secolare principalmente all’estero. Ha trascorso diciotto anni di missione in Uruguay lavorando come medico alla periferia di Montevideo, al Cerro, inizialmente presso un ambulatorio degli Oblati,

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a

Grande

MISSIONARIO OBLATO di Maria Immacolata e fondatore storico dell’Istituto delle Cooperatrici Oblate Missionarie dell’Immacolata (COMI), p. Gaetano Liuzzo nasce il 18 DICEMBRE 1911 a Tortorici (Me). Dopo i voti perpetui nel 1932 fu ordinato sacerdote il 7 luglio del 1935. Profondo conoscitore delle missioni oblate, trasmette in modo contagioso questa passione mediante la “propaganda missionaria” visitando seminari e parrocchie di tutta Italia. Incontra moltissimi giovani e tanti seminaristi, animati da questo entusiasmo, entreranno nella congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata. DAL 1948 AL 1973 si occupa dell’animazione del laicato oblato come direttore nazionale dell’Associazione Missionaria di Maria Immacolata (AMMI), della cura e della stesura dei relativi periodici: “Semaforo AMMI”, “Voce di Maria” - divenuta nel

divulgatore

poi dalle suore Teresiane di Enrico de Ossò, in una cooperativa medica, ed in altri ambulatori di quartiere. Padre Liuzzo come intendeva la secolarità oblata? Fin dalla nascita la caratteristica del nostro Istituto credo sia stata proprio incarnare il carisma oblato al femminile e in forma secolare. P. Liuzzo ha sempre insistito su questo aspetto, anche con espressioni forti, come “niente monacalismo”. Contemporaneamente, e direi con maggiore intensità, desiderava che la nostra consacrazione fosse pienamente oblata, cioè “da missionaria, consacrata, secolare, piena di carità e di spirito mariano”. La sua costante sottolineatura del nostro “dover essere” intendeva rimandarci a quanto ci veniva affidato e cioè alla necessità di raggiungere, in quanto laiche, quella parte di umanità più lontana, che non poteva essere avvicinata dagli Oblati o dai sacerdoti in generale. Ciò che ha acceso e sostiene l’entusiasmo delle COMI è la forza del carisma di S. Eugenio. A tale dono che

1959 “Missioni OMI”- e l’inserto “Il Cuore Immacolato di Maria”. Durante questo periodo alcune giovani zelatrici dell’AMMI gli rivolgono una richiesta insolita: “vogliamo essere come gli Oblati”. Contemporaneamente p. Léo Deschâtelets, superiore generale OMI, auspicava che dei laici esprimessero il desiderio di vivere l’ideale degli Oblati e di cooperare con loro nelle opere della chiesa. Così, il 22 agosto 1951, festa del Cuore Immacolato di Maria, nella basilica dell’Annunziata a Firenze, 18 zelatrici si consacrano nel segno di Maria e del suo “sì”. P. Liuzzo seguirà il cammino di questo nuovo gruppo che nel tempo diventerà l’Istituto Secolare delle Cooperatrici Oblate Missionarie dell’Immacolata (COMI). In tarda età, per sopravvenuti motivi di salute, viene trasferito a S. Giorgio Canavese (To), dove è accudito ed accompagnato dagli Oblati della comunità locale. Si spegne il 14 NOVEMBRE 2003.

Missionaria, consacrata, secolare, piena di carità e di spirito mariano

(fonte: Polzelli R., Fraternità e ardore missionario, promanuscripto 2005)

ci è stato consegnato è associata la ricerca delle realtà più lontane e abbandonate, l’impegno per gli ultimi ed un grande amore alla chiesa. Sono questi gli aspetti che devono trasparire nelle scelte concrete. Padre Liuzzo parlava di “incendio mariano”. Che cosa voleva dire concretamente? Per una COMI la propagazione di questo “incendio” comincia proprio dal vivere Maria e, per dirla secondo quanto la nostra peculiarità richiede, “come nuove Maria di Nazaret”. Un “incendio” di questo tipo scoppia quando si vive secondo lo stile mariano, con le sfumature tipiche degli atteggiamenti e delle virtù di Maria, con l’attenzione di chi sa stare accanto alla persona, per accoglierla nella sua umanità, aiutandola a riscoprire Dio.. L’“incendio” è la passione missionaria che spinge verso i più lontani e quelle realtà del mondo dove l’annuncio del Vangelo non è ancora giunto. Credo che ogni COMI, proprio perché inserita in ambienti sociali e professionali diversi, può essere artefice

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attualità

Per una fetta di

PANE

Una fetta di pane. Si trova su tutte le nostre tavole. Ne sentiamo la mancanza quando ci dimentichiamo di comprarlo. Lo diamo per scontato quando è affettato e pronto per deliziarci durante il pasto. Eppure il pane ha un significato profondo testo e foto di Thomas Harris thomasharris78@gmail.com

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ell’antico Egitto, lungo il Nilo, gli egizi scelsero di coltivare il frumento e le serve avevano il compito di schiacciare i chicchi nel mortaio per poi separare con il setaccio la parte nutritiva dal guscio. I chicchi venivano macinati tra due pietre per ottenere la farina. Veniva mescolata con l’acqua, impastata e poi cotta su pietre. Gli egizi inventarono anche il forno a legna e scoprirono la lievitazione. La leggenda dice che una serva per sbaglio versò della birra sull’impasto. Per non farsi scoprire lo lavorò a fondo e poi lo infornò. La pagnotta uscì dal forno molto più gonfia, croccante e buona rispetto a tutte le altre. Era considerato talmente importante che venne aggiunto agli oggetti più preziosi che venivano seppelliti nelle tombe dei defunti, affinché il loro spirito non soffrisse la fame. Mi piace pensare che ancora oggi sia così! Il pane resta l’alimento fondamentale per eccellenza. Nella preparazione non è cambiato granché. Ci sono le macchine che impastano grandi quantità di acqua e farina per permettere una

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dossier

Al Santuario mariano di d Aparecida uno splendido programma preGMG per mille giovani accompagnati dai Missionari Oblati di Maria Immacolata testo di Pasquale Castrilli OMI foto di Giovanni Coppini koppino88@gmail.com

Le giornate oblate della giovent霉

in Brasile

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patrono delle giornate oblate

p. Mauricio Lefèbvre OMI Ad Aparecida, i giovani hanno avuto modo di conoscere la figura di p. Mauricio Lefèbvre, missionario oblato, nato a Montreal, in Canada il 6 agosto 1922. Nel 1953 fu inviato come missionario tra i minatori della Bolivia. Rapidamente si impegnò a conoscere i problemi della gente. Inviato nella capitale La Paz nel 1958,

e

si recò successivamente a Roma, invitato da p. Lombardi, fondatore del Movimento per un mondo migliore. Dopo essersi specializzato in sociologia rientrò in Bolivia nel 1966 dove realizzò ricerche e inchieste per la chiesa nell’ambito sociale. Fu tra i fondatori della facolta di sociologia. Nel 1971, successivamente al colpo di stato, p. Mauricio sentì ancora più pressante l’appello dei poveri. Si schierò al fianco delle persone bisognose, degli abbandonati, denunciando le strutture di oppressione e divenne voce di coloro che non erano ascoltati. Fu ucciso il 21 agosto del 1971 mentre si recava, sotto l’egida della Croce Rossa, a soccorrere una giovane ferita dai militari. P. Mauricio è stato un testimone autentico della fede e della carità. La sua persona resta per sempre nel cuore di chi lo ha conosciuto e delle generazioni successive.

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leber in portoghese, Giovanny in spagnolo, Loravana, in francese e Diana in inglese danno il benvenuto ai mille giovani provenienti da 29 nazioni del mondo. Con loro una settantina di missionari Oblati di Maria Immacolata. Siamo al santuario brasiliano di Aparecida, inizia il programma oblato che precede la XXVIII Giornata mondiale della Gioventù (GMG) di Rio de Janeiro. Ufficialmente questa è la quarta volta che i giovani del mondo oblato si radunano insieme prima di una GMG, dopo Hünfeld nel 2005 in occasione della GMG a Colonia, Melbourne nel 2008 in occasione della GMG a Sydney e Malaga nel 2011 in occasione della GMG a Madrid. A noi piace, però, considerarla come la sesta volta, includendo anche le ‘giornate oblate’ a Pescara nel 2000 prima della GMG a Roma e quelle a Montreal, in Canada, nel 2002.

Le giornate oblate Canti, testimonianze, preghiera, catechesi, incontri di condivisione per gruppi linguistici. Questi gli ingredienti del programma offerto ai giovani dal 19 al 22 luglio, nel santuario più importante del Brasile che qualche giorno dopo, il 24 luglio, avrebbe avuto la gradita visita di papa Francesco. I

giovani hanno ascoltato con attenzione l’intervento di p. Louis Lougen, superiore generale dei Missionari OMI, che ha fatto da linea portante di tutto l’incontro (vedi altro articolo). Ma sono stati tanti i momenti importanti. La celebrazione eucaristica presieduta da mons. Buti Tlhagale, arcivescovo oblato di Johannesburg, il

DAI CORTILI DI AIX AL M UN INTERVENTO PUNTUALE E RICCO DI SPUNTI QUELLO OFFERTI AI GIOVANI ALLA GMG DI APARECIDA DA P. LOUIS LOUGEN, SUPERIORE GENERALE DEI MISSIONARI OMI. ANCHE P. WILHELM STECKLING, SUO PREDECESSORE, HA CONSEGNATO AI PARTECIPANTI UN TESTO DI RIFLESSIONE Gli interventi, che di seguito sintetizziamo, prendono come immagine ispiratrice il

passaggio dai cortili di Aix en Provence, città francese dove visse S. Eugenio de Mazenod fondando i Missionari OMI, ai cortili del mondo intero. LOUGEN: GIOVANI E OBLATI, MISSIONARI INSIEME Nella prima parte, intitolata L’ESPERIENZA DI EUGENIO CON CRISTO, p. Lougen si è domandato quali furono i tratti salienti di questa esperienza di incontro con Cristo evidenziando il vuoto della vita di Eugenio, l’apertura del suo cuore a Dio,

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dossier

le parole di

Nell’udienza generale di mercoledì 4 settembre, a Roma, la prima dopo la pausa estiva, papa Francesco ha raccontato la ‘sua GMG’. I suoi ricordi, ma soprattutto ciò che lo ha colpito e interpellato. Prima di tutto ha ringraziato il Signore, perché «è Lui che ha guidato tutto con la sua Provvidenza». «Per me, che vengo dalle Americhe, è stato un bel regalo!» ha detto, ringraziando anche Nostra Signora Aparecida, la cui venerata immagine era sempre presente sul palco della GMG. «Sono stato molto contento di questo», ha affermato il papa, «perché Nostra Signora Aparecida Nella foto papa Francesco è molto importante per in uno dei tanti momenti che dedica ai fedeli la storia della Chiesa in

papa francesco

Brasile, ma anche per tutta l’America Latina». Il papa ha anche detto «l’accoglienza delle famiglie brasiliane e delle parrocchie è stata una delle caratteristiche più belle di questa GMG». Riportiamo alcuni brani dei discorsi di papa Bergoglio pronunciati a fine luglio che ci sono sembrati particolarmente significativi e hanno trovato ascolto e accoglienza profonda nel cuore dei partecipanti. «Qui, come in tutto il Brasile, ci sono tanti giovani. Eh giovani! Voi, cari giovani, avete una particolare sensibilità contro le ingiustizie, ma spesso siete delusi da fatti che parlano di corruzione, da persone che, invece di cercare il bene comune, cercano il proprio interesse. Anche a voi e a tutti ripeto: non scoraggiatevi mai, non perdete la fiducia, non lasciate che si spenga la speranza. La realtà

L MONDO INTERO il confronto con un sacerdote e la frequentazione della chiesa, il sentirsi toccato dalla misericordia di Dio, la dedizione totale al Signore e alla missione. Il superiore generale ha poi suggerito ai giovani alcuni strumenti per aprirsi all’amore incondizionato di Dio, radice e fondamento della nostra vita e motivazione della nostra missione: 1) chiedere a Dio la grazia di un rapporto più profondo con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; parlare con S. Eugenio, chiedendogli di aiutarci ad approfondire questo rapporto; 2) prendere una frase del Vangelo o le letture della domenica e mantenerle nella mente, nel cuore e sulle labbra per tutta la settimana; 3) partecipare all’Eucaristia centro della nostra fede ed energia per la missione; 4)

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news

Notizie in diretta dal mondo oblato messaggi e notizie dalle missioni a cura di Elio Filardo OMI eliofilardo@omimissio.net

Stati Uniti

Missio, un’app per smartphone

L

e notizie pubblicate in cinque lingue sul sito news.va sono disponibili su una app per smartphone, chiamata Missio, che si può scaricare gratuitamente. Il servizio è stato inaugurato da papa Francesco durante l’udienza con i direttori nazionali delle Pontificie Opere Missionarie e con il personale dell’Agenzia Fides, il 17 maggio scorso in Vaticano. Papa Francesco ha cliccato su un iPad, lanciando l’applicazione, realizzata da p. Andrew Small OMI, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie negli Stati Uniti. L’app Missio contiene foto, filmati e omelie del papa e notizie della chiesa diffuse in otto lingue dall’Agenzia Fides. «Santo Padre, vogliamo mettere il Vangelo nella tasca di ogni giovane del mondo», ha detto p. Small al papa, che ha toccato un pulsante su cui era scritto evangelizantur, che in latino significa “siano evangelizzati”. Nel primo giorno di vita, l’app è stata scaricata da 1.140 persone in 27 paesi diversi. «Il nostro fine è aiutare la gente a guardare il mondo attraverso gli occhi della fede», ha spiegato p. Small. L’applicazione può essere scaricata gratuitamente su iTunes App Store e su Google Play. È disponibile in otto lingue: inglese, spagnolo, italiano, tedesco, francese, portoghese, cinese e arabo. (fonte: fides.org)

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mgc news

Non credo ai miei occhi P

otranno mai 53 ragazze essere ospitate in una casa che ne contiene solo 34? Questa era la domanda che albergava nel cuore ansioso di alcuni Missionari Oblati di Maria Immacolata a Messina. In effetti, da un punto di vista strettamente umano, la questione era ragionevole. Ma che vuoi che sia questo di fronte alle risorse che Dio ci mette a disposizione attraverso amici, conoscenti e benefattori che ci hanno aiutato a dare una comoda sistemazione a tutte le ragazze che, dall’1 al 6 agosto, hanno vissuto l’esperienza del Campo femminile nazionale. Eravamo davvero in tante, provenienti da Firenze, Roma, Aversa (Ce), Nocera Superiore (Sa), Taranto, Cosenza, Messina e Palermo e tutte insieme abbiamo riscoperto la bellezza e il valore di essere donne. Siamo partite dall’esperienza di Maria fino ad arrivare alle donne dei nostri giorni, attraverso testimonianze ed esperienze. Le tematiche che abbiamo affrontato sono state “la bellezza che ci salva”, “costruttrici di bellezza”, “il fascino del provvisorio”, “il fascino della fedeltà”. In tanti hanno dato il loro contributo: Lilli Bruno, Maria Proietto, Esmeralda De Maria, Liliana Siracusano, Cinzia Bruno, Angela e Paolo Gatto, p. Francesco Volpintesta, p. Antonio D’Amore, p. Francesco Lugarà e fr. Marcello Togna. In tanti della Famiglia oblata si sono resi disponibili per aiutare negli spostamenti, per animare la messa, per stare semplicemente insieme. Non sono mancate la visita alla Faro, per ascoltare le esperienze dei tossicodipendenti e condividere con loro un momento di preghiera e di fraternità, e una mattinata in spiaggia. Un momento importante del Campo è stata la liturgia penitenziale che ci ha permesso di sperimentare il passaggio dal buio alla luce, vissuto attraverso il Vangelo del “cieco nato”. n dipingere significa esternare quello che hanno dentro, questo mi ha ricordato che è quello che faccio io quando suono. Mi porto, soprattutto, un piccolo episodio per me significativo: durante le

preghiere, se ascoltavi bene, si potevano sentire tutti accenti diversi. Nonostante fossimo di diversi posti, ci ritrovavamo tutti intorno a Gesù”. Lucia

È stata la mia prima esperienza tutta al femminile, con temi che hanno centrato l’obiettivo. Ci è stato chiesto di scrivere su un bigliettino cosa ci aspettassimo da questo campo ed io ho scritto che mi sarei aspettata di trovare qualcosa che mi facesse fare un altro passo in avanti nel cammino di fede. E così è stato. Dobbiamo tirar fuori la nostra vera identità, quella che rappresenta l’amore di Dio per ciascuna di noi. Manuela Quello che mi porto dietro è la visita alla Faro. Mentre gli uomini di questa comunità raccontavano la loro storia, le loro difficoltà, ho pensato alle loro famiglie, alle loro mogli, a come poteva essere difficile per loro convivere con questa situazione, portare avanti da sole una famiglia, ma soprattutto pensavo alla loro forza. Un tema che ho sentito mio è stato il tema sul “fascino del provvisorio”, perché so che non mi è facile portare a termine le scelte che faccio. Inoltre, porterò con me l’esperienza di Paolo e Angela, il coraggio di fare scelte per il bene della famiglia. Silvia

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fatti

Il respiro missionario

della chiesa Nei seminari della Sicilia una formazione che guarda all’evangelizzazione

I

n quasi tutte le cattedrali di Sicilia ho trovato scritto su lapidi ben in vista il essaggio di papa Pio XII: Il mio saluto alla Sicilia culla di civiltà, ricca di memorabili eventi storici, feconda di tanti doni di natura, madre e ispiratrice di alti ingegni e di spiriti eletti, la cui popolazione buona ed espansiva come il mite clima di quell’isola incantevole, ha saputo essere al tempo stesso nel corso dei secoli forte come le sue rocce, ardente nella difesa delle sue giuste libertà come il fuoco dei suoi vulcani. In queste parole vedo lo spirito vivo che anima il cuore di ogni buon siciliano che vedo accarezzato dallo sguardo mite e meraviglioso del Cristo Pantocrator (onnipotente) della cattedrale di Cefalù, sguardo che si ripete al duomo di Monreale e nella cappella palatina di Palermo.

Cuore missionario

di Dino Tessari OMI

Nel mio giro in Sicilia sono stato colpito da due realtà che mi hanno allargato il cuore e che mi hanno aiutato ad amare... Anzitutto la meravigliosa presenza dei rettori e dei formatori negli incontri che ho svolto nei vari seminari. Solo in Sicilia li ho visti tutti presenti, interessa-

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le diocesi

siciliane Acireale Agrigento Caltagirone Caltanisetta Catania Cefalù Mazara del Vallo Messina Monreale Nicosia Noto Palermo Patti Piana degli Albanesi Piazza Armerina Ragusa Siracusa Trapani

Superficie kmq 665 3.041 1.551 1.120 1.332 1.718 1374 1.848 1.509 368 1.338 1.366 1.648 430 2.003 1.029 1.341 1.089

Abitanti 211.686 454.001 151.363 166.193 736.333 114.174 229.789 599.491 193.413 88.600 204.100 931.650 161.491 29.980 245.298 220.693 300.770 204.455

Parrocchie 111 194 57 69 155 53 70 243 113 41 98 178 84 15 75 71 76 94

Sacerdoti secolari 141 255 91 119 271 79 81 259 106 69 91 233 135 30 103 102 125 81

Sacertdoti regolari 42 50 10 37 227 29 30 196 34 6 29 270 10 3 46 32 51 45

Diaconi permanenti 8 12 8 1 19 8 1 20 2 0 13 28 0 3 8 8 4 5

Fonte www.chiesedisicilia.org

ti, desiderosi di meglio conoscere la missione di Gesù e della sua chiesa e di domandarsi cosa fare per la formazione missionaria dei seminaristi e, devo lodarli, perché solo con un cuore autenticamente missionario possono formare sacerdoti che siano di Cristo, a totale servizio della chiesa e pronti a inculcare una vera passione per l’evangelizzazione che è il segno più autentico della fede che abbiamo ricevuto e che dobbiamo trasmettere. La seconda è stata il numero dei seminaristi (tra teologi e giovani dell’anno propedeutico circa 230) e soprattutto la qualità. Normalmente entrano in seminario dopo le scuole superiori o l’università con un buon bagaglio culturale e con una esperienza pastorale e spirituale vissuta profondamente con i sacerdoti delle loro parrocchie. Sono perciò più maturi, liberi, sorridenti, più recettivi e capaci di vera fraternità. A un seminarista di Palermo che mi chiedeva l’età, perché meravigliato del mio entusiasmo missionario ho risposto: «La

gioia è il cuore del cristiano e soprattutto del prete e del consacrato. Non vi è nulla di più necessario della gioia della nostra fede che diventa vita e testimonianza. Per questo la gioia è la prima condizione del rinnovamento della chiesa e della evangelizzazione del mondo». Ad uno che mi ha chiesto le mie impressioni sui seminaristi della Sicilia ho poi detto, ricevendo un applauso prolungato: «Conservatevi sempre uniti a Gesù, umili, semplici e contenti cercando di non far entrare in voi qualsiasi forma di superbia e di permalosità che rovinano la vostra personalità umana e cristiana, che impediscono l’esplosione del vostro entusiasmo e che non vi aiutano ad avere un cuore bello come quello di Gesù». Così hanno fatto i grandi santi della Sicilia e i grandi missionari. Mi piace ricordare alcuni nostri straordinari missionari OMI. della Sicilia: p. Giuseppe Di Marco missionario in Transvaal, Sudafrica, tra i sesuto e gli zulu nei piccoli villaggi e nelle grandi mi-

Sotto, i seminaristi di Piazza Armerina e Siracusa

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fatti

Sulle strade

del mondo

Una sintesi del messaggio del Papa per la Giornata missionaria mondiale del 20 ottobre e una carrellata di notizie dai continenti

N

ell’Anno della fede, la chiesa è chiamata a trovare nuova consapevolezza della sua presenza e della sua missione del mondo. La missionarietà deve diventare una dimensione paradigmatica della nostra vita, perché la missione non è solo una questione geografica, ma tocca prima di tutto il cuore di ogni uomo e di ogni donna. Sono solo alcuni degli input che si trovano nel messaggio per la Giornata missionaria mondiale 2013. Oltre a sottolineare come la dimensione ecclesiale sia alla base dell’annuncio del Vangelo (non si può annunciare Cristo senza la chiesa) il papa cita la Verbum Domini di Benedetto XVI per ridire con forza che lo slancio missionario è un segno chiaro della maturità di una

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lettere dai missionari

MISSIONI

OMI

Ricordando padre Piergiorgio Ho conosciuto p. Piergiorgio Piras in una missione nel sud Italia: ricordo che mi colpirono la sua vicinanza ai poveri e il suo coraggio nell’annunzio di Cristo. In seguito ho condiviso con lui varie esperienze qui in Uruguay. P. Piergiorgio aveva doni e difetti, come tutti. Che fenomeno curioso che ci succede: quando (teoricamente) siamo vivi ci fissiamo soprattutto sui difetti e quando

Grazie da tutti noi Anche la grande famiglia di Missioni OMI desidera ricordare p. Piergiorgio Piras, morto lo scorso 22 luglio. E ringraziarlo per gli anni di lavoro nella redazione della nostra rivista. Nei suoi articoli vibrava l’anelito per l’evangelizzazione dei poveri e per la costruzione di un mondo giusto e onesto.

(teoricamente) siamo morti ci fissiamo solo sui doni. Forse sarebbe meglio essere più autentici in entrambi i casi. Quando è arrivata la notizia della sua morte l’abbiamo etichettata subito come una “brutta notizia”. È così? È morto p. Piergiorgio? Mi sembra che ci stiamo sbagliando. La relazione dei cristiani con la morte, e in generale della persona umana, è ancora immatura e superficiale. I cristiani sono, per definizione, gli amanti della vita, i figli della Pasqua, i fratelli del Risorto. Tutto bene. Fino a quando (teoricamente) muore una persona amata, un amico. Nel migliore dei casi si piange, si ha la faccia triste, ci rassegniamo, nel peggiore dei casi subentra la disperazione. Siamo in un grande errore ci direbbe Gesù: p. Piergiorgio non è morto, dorme. È quello che ha detto ai genitori della giovane del vangelo (Mt 9, 24; Mc 5, 39; Lc 8, 52). La morte è un’illusione, la morte non esiste. Dov’è la “sorella morte” di S. Francesco? Forse la nostra assurda paura alla morte, e la necessità compulsiva della società di esorcizzarla, viene dalla convinzione che

P. Piergiorgio Piras OMI nel deserto del Sahara. A sinistra, amministra un battesimo nel 1992

la morte è reale, che tutto finisce. Illusione. Tutto si svolge nel seno della vita. Tutto si sviluppa dentro Dio stesso. La morte è un apparenza che ci rivela qualcosa di più profondo. Non per niente i primi cristiani chiamavano la morte “sogno” e la stessa parola “cimitero” significa “dormitorio”, “luogo di coloro che dormono”. P. Piergiorgio non è morto. Solo la forma passeggera e esteriore se n’è andata, come se ne va il fiore del campo, come se ne va la luna e cede il passo al sole, come se ne va l’inverno ed entra la primavera. È il ciclo della vita, di ciò che vediamo superficialmente. È la legge dell’apparenza, la realtà è un’altra. L’essenziale rimane. P. Piergiorgio rimane, perché da sempre vive in Dio.

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LE NOSTRE COMUNITÀ,

ITALIA

S.PRISCO

MISSIONARI OMI Viale Rimembranza 3 81054 S. Prisco (Ce) tel. 0823 841097

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