Missioni OMI 10 2014

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attualità

dossier

fatti

missioni

Uruguay. Una speranza nel secolarismo

Missioni al popolo. Annunciare Cristo in Italia

Le biblioteche popolari a dorso d’asino

Qui Uruguay Qui Congo

MISSIONI

RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA

OMI

Prezzo di copertina € 2,20 - ottobre 2014 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, C/RM/68/2012

n. 10 OTTOBRE 2014

Periferia,

cuore della missione OTTOBRE MISSIONARIO 2014

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SOMMARIO MISSIONI OMI Rivista mensile di attualità fondata nel 1921 Anno 21 n.10 ottobre 2014

attualità 6

Partire dagli ultimi

La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250

a cura della redazione

EDITORE

Uruguay, un paese di cultura atea

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Notizie in diretta dal mondo oblato

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di Piero Gheddo PIME, Zenit

Provincia d’Italia dei Missionari Oblati di Maria Immacolata Via Egiziaca a Pizzofalcone, 30 80132 Napoli

news

REDAZIONE

Via dei Prefetti, 34 00186 Roma tel. 06 6880 3436 fax 06 6880 5031 pax1902@gmail.com

a cura di Elio Filardo OMI

Mgc news

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Asini, portatori di cultura

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Mario, amico di tanti

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Lettere al direttore

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Tipolitografia Abilgraph - Roma

Lettere dai missionari

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FOTOGRAFIE

Qui Ciad, Qui Uruguay

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DIRETTORE RESPONSABILE

Pasquale Castrilli REDAZIONE

fatti

Salvo D’Orto, Elio Filardo, Gianluca Rizzaro, Adriano Titone COLLABORATORI

Alfonso Bartolotta, Claudio Carleo, Anna Cerro, Fabio Ciardi, Gennaro Cicchese, Angelica Ciccone, Luigi Mariano Guzzo, Thomas Harris, Sergio Natoli, Michele Palumbo

di Generoso D’Agnese

di Pasquale Castrilli OMI

PROGETTO GRAFICO E REALIZZAZIONE

missioni

Elisabetta Delfini STAMPA

Si ringrazia Olycom www.olycom.it UFFICIO ABBONAMENTI

Via Tuscolana, 73 00044 Frascati (Roma) tel 06 9408777 - Valentina Valenzi rivista.missioni.omi@omi.it Italia (annuale) Estero (via aerea) Di amicizia Sostenitore

17 euro 37 euro 35 euro 65 euro

Da versare su cc p n. 777003 Home Banking: IBAN IT49D0760103200000000777003 intestato a: Missioni OMI Rivista dei Missionari OMI via Tuscolana, 73 00044 Frascati (Roma) Finito di stampare settembre 2014 Reg. trib. Roma n° 564/93 Associata USPI e FESMI www.missioniomi.it www.facebook.com/missioniomi

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dossier

a sua

madre

Se non vi dessi mie notizie, mamma carissima, forse stareste in preoccupazione; perciò vi scrivo due righe per dirvi che siamo giunti in porto in ottime condizioni di salute. Siamo oltremodo contenti dell’inizio della missione (alla

Missioni al popolo 2014 14 MISSIONI OMI · 10_2014

Le immagini di alcune missioni animate da Missionari Oblati di Maria Immacolata, giovani e adulti della famiglia oblata nel corso di quest’anno

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e Missioni popolari, le Missioni giovanili, sono sempre un forte tempo di annuncio e di rinnovamento. Uno strumento di evangelizzazione che appartiene forse più di ogni altro alla tradizione dei Missionari OMI che dai tempi di S. Eugenio de Mazenod animano missioni al popolo. In Italia da un secolo gli OMI organizzano progetti missionari sul territorio nazionale. In queste pagine una sorta di album fotografico di quattro missioni delle quali sono arrivate in redazione informazioni e foto.

periferia di Marsiglia). Continuate a pregare perché il bene si compia e tutti traggano profitto da una grazia così preziosa come quella offerta agli abitanti di questa cittadina. Ma poiché è necessario che io vi tratti un po’ come mamma, non dimenticherò di dirvi che mangiamo dell’ottimo pesce e non ci manca nulla per ciò che riguarda il corpo. Eugenio de Mazenod, 6 novembre 1821

DOSSIER

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Polaveno (Bs) All’inizio di quest’anno, la comunità missionaria di Passirano (Bs) ha organizzato delle Missioni popolari a Polaveno, un territorio di circa 2.600 abitanti della provincia di Brescia, suddiviso in quattro unità pastorali. Il 5 marzo, mercoledì delle Ceneri, cominciava la missione a S. Giovanni di Polaveno alla quale ho avuto la gioia di partecipare. Da questa missione mi sono rimaste nel cuore tante esperienze, volti, e sopratutto tanta gioia. L’esperienza più forte che faccio sempre durante le missioni è lasciarmi evan-

POLAVENO

a cura della redazione illustrazioni courtesy Elizabeth Wang http://www.radiantlight.org.uk

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una foto per pensare 014_021.indd 14-15

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UNA FOTO PER PENSARE

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Sali, scendi, inizia, finisci. Alti, bassi, giorni sì e giorni no. Disperazione e pianto, gioia e poesia. Generosità ed egoismo, bontà e crudeltà. Il nostro animo è un abisso insondabile, un intrigo di stanze luminose o spoglie, rimbombanti di canti melodiosi o dalle pareti rigate di lacrime. Tutto ci matura, ci fa crescere, ci prepara ad essere quella meraviglia presente da sempre nelle pieghe dell’eternità. Niente paura quando si avverte l’uno o l’altro movimento, perché da questi meandri si ricava molto: la compassione e l’amore per noi e per gli altri. Saranno questi sentimenti a farci capire la passione di Dio per noi creature, a farci percepire, noi e quelli in cammino sulla stessa strada, come figli attesi in Cielo.

foto di Alfonso Bartolotta OMI, albartem@yahoo.fr testo di Anna Cerro, annacerro@gmail.com

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I meandri

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MISSIONI

editoriale Pasquale Castrilli OMI pax1902@gmail.com

W Ottobre missionario 2014 “Periferie cuore della missione”

a i f a r g o e la g A

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Prezzo di copertina € 2,20 - ottobre 2014 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, C/RM/68/2012

n. 10 OTTOBRE 2014

Periferia,

cuore della missione OTTOBRE MISSIONARIO 2014

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OMI

scuola in Italia si studia poco la geografia. I programmi ministeriali prevedono che i bambini di terza, quarta e quinta elementare continuino a studiare solamente l’Italia, il suo territorio, l’economia, le sue città, le regioni e via dicendo. Provate a chiedere ad un ragazzo delle scuole medie dove si trova la Thailandia o qual è la capitale del’Uruguay e vi troverete davanti a bocche mute o a grossolani errori. Eppure la geografia era materia di studio seria. Si partiva dall’Italia e, passando dal continente europeo, ci si apriva alla conoscenza dei continenti e del mondo. I ghiacci perenni dei poli, le foreste equatoriali, i monsoni distruttivi dell’Oriente… Spesso tra ragazzi si giocava a chi riconosceva per primo la bandiera di una nazione oppure ci si mostrava eruditi sull’incredibile nome della capitale della Mongolia: Ulan Bator. Consideriamo una perdita di conoscenza e cultura questo basso livello di conoscenze geografiche. Il ripiegamento su sé stessi, sia a livello individuale che civile, non ha condotto a crescite di alcun tipo. L’ignoranza è madre di stereotipi, pregiudizi, generalizzazioni e intolleranze. Conoscere le abitudini e le culture è esperienza ricca e feconda che aiuta a crescere e a relativizzare, a capire che il Pianeta è proprietà e patrimonio di tut-

ti. E poi la geografia è una materia che si presta alla curiosità alla conoscenza di ambienti e fenomeni inaspettati e a volte originali. Il mondo missionario assicura ancora un po’ alla nostra Italia quella buona dose di mondialità, di apertura e di conseguente solidarietà che fa di una nazione un popolo civile. È per questo che l’Ottobre missionario è sempre più necessario. Valica le frontiere della chiesa cattolica nazionale per mostrarsi come autentico servizio all’intera società italiana. Quest’anno si propone all’attenzione, alla preghiera e alla solidarietà delle comunità e dei singoli, il tema delle “periferie” tanto caro a papa Francesco. Nelle periferie ci sono risorse e ricchezze inaspettate di cui i missionari sono spesso testimoni diretti. Condividendo la vita dei poveri, annunciando loro la Buona Notizia di Cristo Redentore, affiancandoli con percorsi e progetti che valorizzano le risorse locali, essi contribuiscono a creare un mondo più giusto e più equo dove i valori, le persone e le relazioni contano più del denaro e degli investimenti. In Italia la passione missionaria e l’interesse per la missione alle genti, come si diceva un tempo, non si è spenta, ma è sicuramente diminuita. Che sia anche a causa della minore attenzione all’insegnamento della geografia? ■

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lettere al direttore

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Tre date per il centenario 13 ottobre 2013, 14/16, febbraio 2014; 25 maggio 2014. Date che rimarranno nella storia della casa oblata di S. Giorgio Canavese (To), sede per molti anni dello Studentato filosofico-teologico dei Missionari Oblati di Maria Immacolata. Le tre date ricordano il centenario dell’arrivo dei Missionari OMI a S. Giorgio. Il 1° luglio 1913, infatti, lo studentato fu trasferito da Torino, dove rimase per due anni, a S. Giorgio. Domenica 13 ottobre hanno avuto inizio i festeggiamenti: preceduti da una settimana di preparazione alla quale hanno partecipato mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, già vescovo di Ivrea e il nostro vescovo mons. Alessandro Staccioli. L’attuale vescovo di Ivrea,

mons. Edoardo Cerrato, ha presieduto la solenne concelebrazione nella chiesa parrocchiale di S. Giorgio con la partecipazione di alcuni Oblati e sacerdoti diocesani. Erano presenti il nostro vicario generale, p. Paolo Archiati, e p. Alberto Gnemmi, attuale provinciale. Il secondo momento, il 14, 15 e 16 febbraio con la presenza dei nostri scolastici di Vermicino e dei loro formatori che si sono incontrati con la popolazione di S. Giorgio, con i ragazzi dell’oratorio dando la loro testimonianza. Dulcis in fundo, si sono incontrati con i seminaristi di Ivrea in un fraterno e costruttivo

dialogo. Domenica 25 maggio abbiamo concluso i festeggiamenti. Erano presenti il nostro superiore generale, p. Louis Lougen, e il superiore provinciale, p. Gnemmi. Prima della celebrazione eucaristica, p. Lougen ha incontrato il gruppo missionario di S. Giorgio rivolgendo parole di incoraggiamento e ringraziamento, non soltanto per l’interessamento alle nostre missioni e ai missionari, ma anche per il sostegno dato ala formazione di due scolastici. Momento commovente è stato quando ci ha mostrato il crocifisso del Fondatore invitandoci a pregare per poi passarlo, perché

ognuno potesse baciarlo. Alle ore 17 nel cortile davanti al monumento del nostro Fondatore c’è stata la solenne concelebrazione presieduta dal superiore generale. Erano presenti mons. Staccioli, don Luca Meinardi arciprete di S. Giorgio, i padri della comunità e p. Vincenzo Sgambato che festeggiava il 50° di sacerdozio insieme a p. Mario Lombardi. Per l’occasione la popolazione di S. Giorgio è salita al convento. La liturgia è stata animata dalla corale della parrocchia. Al termine della celebrazione è stato distribuito uno scritto con una breve storia della casa di S. Giorgio. Mario Amadeo OMI

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20 anni per ascoltare, amare, annunciare La comunità AMMI “Testimonianza” di Catanzaro ha compiuto 20 anni. Da allora è al servizio dei poveri e della chiesa e s’impegna all’ascolto della Parola, all’amore per i fratelli, soprattutto gli ultimi, all’annuncio del vangelo. Sabato 28 e domenica 29 giugno 2014, Sant’Andrea Apostolo dello Jonio (Cz) ha fatto da sede per i festeggiamenti ed ha ospitato, presso la Villa della Fraternità, i membri del Consiglio nazionale AMMI; una rappresentanza delle comunità AMMI di Taranto, Messina e Roma; gli Oblati p. Angelo

Capuano, p. Roberto Bassu, p. David Lopez, p. Giovanni Fustaino, p. Carmine Marrone, p. Carlo Mattei; gli amici provenienti da Cosenza, Praia a mare e Cetraro. Il sabato pomeriggio è stato dedicato ad un momento di festa insieme ai bambini della scuola primaria di Badolato (Cz), le associazioni di mutuo aiuto familiare “Coloriamo l’arcobaleno” di Polistena (Rc) e A.Fa. Di. di Soverato (Cz). Si tratta di associazioni di famiglie e di una scuola che intraprendono percorsi di inclusione didattica. E’ importante rafforzare la rete di sensibilità a livello locale, mentre ci si occupa anche di realtà lontane

come il progetto scolastico per i bambini diversamente abili della Romania. La festa ha reso protagonisti gli stessi ospiti. Fondamentale è stato il contributo dei ragazzi dell’MGC con il “Circo Oblato” e di Liliana ed Alfredo, dell’AMMI di Messina, che hanno curato i giochi di prestigio. In serata, presso il teatro parrocchiale è stato proiettato un video che raccontava la vita di questi 20 anni ed infine un concerto di musica country/folk offerto dalle band The Crazy Wagons e Walking Trees di Polistena. Nell’occasione è stato lanciato un appello a quanti vorrebbero impegnarsi a sostenere il progetto scolastico in Romania.

L’offerta all’ingresso del teatro, il piccolo mercatino allestito da alcune mamme, la pesca missionaria, serviranno a sostenere le attività dei Missionari OMI in Romania e aiutare anche con un corso di formazione i docenti di Pitesti impegnati con alunni diversamente abili. Domenica mattina si è tenuto un incontro con l’intervento del presidente nazionale dell’AMMI, Stefano Dominici, seguito da un momento di condivisione in gruppi ed infine la messa, dove 13 nuovi associati hanno presentato all’altare il loro impegno. Sono Anna Maria di Cetraro; Stefania e Claudia di Praia a Mare; Franca, Loredana, Francesca e Lionello di Cosenza; Monica e Vincenzo, Katia e Salvatore di Catanzaro; Sabina e Maria Caterina di Badolato. Mimma Piroso

La missione su Youtube Una videopresentazione del messaggio di papa Francesco per l’88ma Giornata missionaria mondiale. La si trova cliccando www. youtube.com/watch?v =2hgQIVK89gg&feature =em-uploademail

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cartolina missionaria

Una fiammella arde a

Hong Kong R

di Fabio Ciardi OMI ciardif@gmail.com

icordo l’emozione di quando atterrai ad Hong Kong la prima volta, l’8 giugno 1991. A mano a mano che l’aereo si avvicinava mi vedevo venire incontro ad una ad una le verdi intatte isole che si affollano sempre più ravvicinate tra di loro, fino alla 236ma: Hong Kong. L’aereo allora scendeva proprio in centro città, planando in mezzo ai grattacieli. I collegamenti mi riportano a Kowloon nella casa degli Oblati, al quinto piano del college Notre Dame. È domenica. La grande sala della scuola si trasforma in chiesa. Si succedono messe in cinese, inglese, filippino. Quest’ultima è nel pomeriggio, ma fin dal primo mattino i filippini invadono casa e scuola e vi si accampano per tutta la giornata: cucinano, cantano, si tagliano i capelli, conversano tra di loro, si aiutano... La pastorale tra gli immigrati è uno dei principali ministeri degli Oblati in Hong Kong.

In alto, immigrate filippine alla messa domenicale nella scuola degli Oblati. A sinistra, p. John Waterspoon OMI a Temple Street e p . John King OMI

A casa p. Peter King mi racconta la sua lunga storia e dalla sua fuga, 70 anni fa, dalla Cina comunista. Lasciò Shanghai su un barcone fino a Hong Kong, dove fu ricacciato assieme agli altri come clandestino. Trovò asilo a Macao. Per tre mesi visse in un corridoio del seminario, poi le Filippine dove divenne prete. Iniziò a lavorare in una diocesi del Sud, fino a quando domandò di diventare Oblato. È sempre rimasto un “ribelle”, un prete controcorrente. Mi racconta di suo cugino, tenuto in prigione per trent’anni e poi nominato vescovo di Shanghai dal

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hong kong

La Legge fondamentale di HONG KONG SI BASA SULLA LEGGE INGLESE e quindi, in generale, gode di un alto livello di libertà civili. Il governo di Hong Kong rispetta, in generale, i diritti umani dei cittadini, anche se rimangono aperte alcune questioni fondamentali. Vi sono preoccupazioni per quanto riguarda la libertà di riunione, che è limitata da un’ordinanza pubblica. La polizia è stata talvolta accusata di usare una mano pesante nei confronti di manifestanti. Per quanto riguarda IL DIRITTO ALLA PRIVACY, una certa sorveglianza RIMANE LA PRINCIPALE PREOCCUPAZIONE.

in pillole

La censura di Internet ad Hong Kong opera sotto i diversi principi e le regole della Cina continentale. NOME UFFICIALE

LINGUA UFFICIALE FORMA DI GOVERNO DIPENDENZA SUPERFICIE TOTALE LE ACQUE

HONG KONG SPECIAL ADMINISTRATIVE REGION OF THE PEOPLE’S REPUBLIC OF CHINA CINESE, INGLESE REGIONE AMMINISTRATIVA SPECIALE CINA 1.104 KM² 4,6 %

Hong Kong governo cinese; è morto pochi giorni prima, riconciliato con la Chiesa di Roma, dalla quale non aveva mai voluto essere staccato: “Il governo - amava ripetere - mi considera troppo vicino al Vaticano e il Vaticano troppo vicino al governo”. Voleva sfatare il detto: “Un cristiano in più, un cinese in meno”. P. Peter continua a ripetere: «La nostra Chiesa è proprio come quella che voleva Gesù? Nelle Filippine si sono costruire grandi chiese con i soldi venuti dall’America e dall’Europa… Gesù ha mai costruito chiese? Anche qui a Hong Kong una volta che si sono costruite le chiese e le grandi opere si è soddisfatti. Ma la Chiesa è un’altra cosa, è il popolo di Dio, la famiglia unita dei figli di Dio… è questa che bisogna costruire!» Si festeggiano i 40 anni di sacerdozio di p. John Waterspoon. Vive in un quartiere povero, dove abitano drogati, spacciatori, prostitute… La strada principale, Temple street, è piena di vita. Sulla piccola porta dell’edificio nel quale p. John vive, si alternano stabilmente, una dopo l’altra, donne di strada. Quella che troviamo quando

arriviamo ci saluta cordialmente. «È la mia guardia del corpo», mi dice p. John sorridendo. Alle porte degli appartamenti, davanti ad altarini con le immagini degli antenati, bruciano bastoncini d’incenso. Il suo piccolo appartamento è stato abusivamente diviso tra quattro inquilini. Lui occupa una stanza piccola, ed è tutta la sua casa. Lì riceve i poveri, i tossicodipendenti, li invita alla sua mensa. Arrivato dall’Australia nel 1985 aveva iniziato a visitare i prigionieri vietnamiti, poi quelli nelle prigioni di Lantau dove allora gli Oblati avevano una parrocchia. Gli anni più belli li ha passati in Cina continentale, a Zhaoqing, lavorando con i bambini disabili. Espulso dalla Cina, dal 2009 svolge a tempo pieno il ministero di cappellano delle carceri a Hong Kong. Visita regolarmente le carceri maschili e i reparti carcerari degli ospedali, dove quasi la metà dei detenuti sono immigrati dalla Cina,

ma anche da Africa, Asia e America latina. «Prima di entrare ricordo le parole di Gesù: “Ero in carcere e mi avete visitato…” e chiedo la benedizione dello Spirito Santo». Stringe la mano a tutti, dà la benedizione di Gesù. «Sono pochissimi i cristiani, ma parlo ugualmente a tutti di Gesù. Ho preparato un libretto molto semplice, in cinese, inglese, spagnolo e vietnamita, con alcuni episodi evangelici e dei disegni. Presto sarà stampato in hundi, indonesiano, tagalog, urdu. Ai musulmani che me lo chiedono fornisco copie del Corano e di altri libri che mi procuro alla moschea. Quest’anno il giovedì santo ho lavato i piedi a 100 carcerati». In questo immenso mondo cinese gli Oblati mantengono viva la fiammella del Vangelo. Cos’è una fiammella per un miliardo e mezzo di persone? Quante ne potrà illuminare? Intanto quella piccola fiammella resta accesa. n

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attualità

Partire dagli ultimi Presentazione del tema della Giornata missionaria mondiale 2014

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a parola “periferie” ricorre frequentemente nel magistero di papa Francesco, che si è presentato come “venuto dalla fine del mondo” e che ci spinge continuamente a “uscire”, a creare nelle comunità le condizioni per favorire l’“inclusione”. Lui stesso non poteva che richiamare tutta la chiesa a raggiungere le “periferie esistenziali”: dimenticati, esclusi, stranieri, umanità insomma ai “margini” della nostra vita (ma possiamo considerarci “noi” centro?). Nel tema della prossima Giornata missionaria mondiale è contenuta una duplice “provocazione” per le nostre chiese locali: accogliere l’invito a uscire dal nostro modo di pensare e vivere, per essere chiesa attratta dai “lontani della terra”, per riscoprire il “cuore” della missionarietà, che è la gioia sperimentata dal missionario mentre evangelizza, sapendo che annunciando Gesù, tutti sono arricchiti e resi testimoni della gioia del Vangelo (= lieta notizia).

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Soffermiamoci sul termine “periferia” per assimilare quale stile viene richiamato con questo tema: la periferia è il cuore della missione della chiesa, è il cuore di ciò che vibra, ciò che raccoglie i desideri e le scelte dell’uomo, infatti chi pone il suo cuore nelle periferie è uno che esce continuamente dalle sue sicurezze e s’incammina verso l’altro che vive lontano da sé… Dio ci spinge a uscire da noi stessi per incontrare, nel volto dei fratelli, il suo stesso volto: “Ciò che avete fatto a uno di questi piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). Dio s’identifica coi miei fratelli… il cuore paterno di Dio vuole abitare tra gli ultimi… Andare / Uscire verso gli ultimi (poveri e peccatori) per i cristiani non vuol dire solo andare verso i fratelli e le sorelle, ma scoprire che Dio è già qui, Lui accanto all’umanità. Se le “peri-

Chi pone il cuore nelle periferie è uno che esce dalle sue sicurezze e si incammina verso l’altro che vive lontano da sè ferie” sono il “luogo” dove si converte la chiesa, andare verso le periferie (e abitarvi da poveri in mezzo ai poveri)

Il grande continente asiatico è una delle principali frontiere della missione. Nella foto di sinistra, fedeli ad un santuario in Sri Lanka. In alto, una comunità cristiana in Indonesia

significa far risuonare l’annuncio del Regno che libera dall’attaccamento disordinato nei confronti delle ricchezze… Nella settimana di formazione di Assisi, a fine agosto 2013, meditando il passo di Atti degli apostoli 3,4, è stato fatto notare che la guarigione dello storpio presso la porta del Tempio, è una immagine chiara del dinamismo che qui vogliamo illustrare: Gesù ordina all’uomo storpio: “Alzati, mettiti nel mezzo” (la periferia diventa il centro della scena, mentre Gesù si colloca in secondo piano). Gesù vuole che tutti guardino con benevolenza e con mise-

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SACERDOTI E SEMINARISTI NEL MONDO

200.000 150.000

sacerdoti seminaristi

100.000 50.000 0 AFRICA AMERICA

ASIA

EUROPA OCEANIA

AIUTI DISTRIBUITI NEL 2013 DALLE PONTIFICIE OPERE MISSIONARIE ALLE “CHIESE DI MISSIONE“ IN DOLLARI

19.486.508 ■ 348.176 ■ 5.762.790 ■ 90.929 ■ 353.044 ■ 49.269.867 ■ 3.997.792 ■ 23.827.390 ■ 482.861 ■ 2.708.695 ■ 11.804.980 ■ 756.300 ■ 7.718.700 ■ 87.500 ■ 282.300 ■ TOTALE 80.561.355 5.102.268 37.308.880

17,5%

660.653 3.344.039

Pontificia Opera di S. Pietro Apostolo per la formazione di seminaristi, novizi e novizie Pontificia Opera Propagazione della Fede per la costruzione e il mantenimento di opere pastorali. Sostegno a radio e tivù, stampa cattolica formazione dei catechisti laici. Fornitura mezzi di trasporto ai missionari, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose, alle suore, ai catechisti Pontificia Opera Infanzia Missionaria per l’assistenza sanitaria, l’educazione scolastica e la formazione cristiana dei bambini

I CATTOLICI NELLA POPOLAZIONE MONDIALE

SONO STATI INOLTRE DISTRIBUITI ALTRI 20.213.783 DOLLARI PER • assistenza ai Vescovi delle giovani Chiese; • contributo alla Congregazione per le Chiese Orientali e alla Pontificia Commissione per l’America Latina; • borse di studio per la formazione specialistica di sacerdoti, religiosi e suore.

TOTALE GENERALE 147.190.978 DOLLARI ricordia quell’uomo, perché in modo fraterno si comprenda che la malattia lo ha “spinto fuori”, lo ha costretto a vivere ai margini… Potrebbe sembrare in controtendenza questo tema rispetto al titolo del prossimo Convegno Missionario Nazionale di Sacrofano: “Al-

zati e va’ a Ninive, la grande città”. In realtà il suggerimento è vedere nella “grande città” e nella vita della “gente di Ninive” le periferie, o comunque un luogo di molteplici povertà materiali e spirituali, dove moltissimi uomini e donne “non sanno distinguere la destra dalla sinistra”. Al numero 127 dell’Evangelii Gaudium, papa Francesco

scrive, parlando della predicazione (e Giona si è dimostrato profeta efficace verso quelli di Ninive): “C’è una forma di predicazione che compete a tutti noi come impegno quotidiano. Si tratta di portare il Vangelo alle persone con cui ciascuno ha a che fare, tanto ai vicini quanto agli sconosciuti. È la predicazione informale che si può realizzare

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attualità

messaggio per 88ma

giornata missionaria

durante una conversazione ed è anche quella che attua un missionario quando visita una casa”. L’esortazione apostolica Evangelii Gaudium (traducibile sia in “la gioia del vangelo” ma anche “la gioia di evangelizzare”) ci guiderà sicuramente nell’itinerario di questi anni, ed i sussidi che vengono proposti da Missio (www.missioitalia. it), contribuiranno a sviluppare ciò che la preghiera preparata per la Giornata missionaria mondiale, contiene come

enunciato: “Il Signore ci aiuti a uscire dalle nostre certezze per incontrare chi sembra ‘lontano’; lo Spirito ci richiami a essere Luce del mondo alla periferia di ogni uomo, dove le tenebre impediscono ai nostri fratelli di essere pienamente uomini; il Padre ci renda misericordiosi e, commuovendoci per i fratelli più poveri, ci renda dono per tutti”. ■ (dal sussidio per l’Ottobre missionario 2014, www.missiootalia.it)

La celebrazione della Giornata missionaria mondiale è un momento privilegiato in cui tutti i fedeli sono chiamati a pregare, ma anche a compiere gesti concreti, a sostegno delle chiese nei territori di missione. In un momento storico in cui in diverse parti del pianeta i cristiani sono perseguitati, la Giornata missionaria mondiale assume una valenza ancora più forte. Alle scene di violenza e di morte a cui assistiamo, fa da contraltare l’icona evangelica scelta nel suo messaggio da papa Francesco (Lc 10,21-23), in cui Gesù esulta di gioia nello Spirito Santo accogliendo i discepoli che tornano da un’azione missionaria di particolare successo. La gioia di Gesù è però diversa da quella dei discepoli, è superiore, perché non tiene conto dei risultati del lavoro missionario, ma dell’infinito amore del Padre riservato a ciascuno dei suoi. E a ciascuno di noi. Dobbiamo lasciarci “afferrare sempre più dall’amore di Gesù e marcare dal fuoco della passione per il Regno di Dio, per essere portatori della gioia del Vangelo”. Viviamo così, segnati da questa gioia e vedremo sorgere nuove vocazioni al sacerdozio, alla vita consacrata e anche vocazioni laicali alla missione. La gioia del Vangelo diventerà patrimonio dell’intera umanità e la chiesa , nata “in uscita”, diventerà una casa per molti e una madre per tutti i popoli. Gianluca Rìzzaro OMI

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attualità

Uruguay,

un paese di cultura atea

È il primo paese in Sud America che, dopo aver depenalizzato l’aborto e approvato il matrimonio omosessuale, ha liberalizzato la droga di Piero Gheddo PIME Zenit

U

no dei peggiori mali fisici, psichici e sociali che oggi affliggono i popoli è la droga, tutte le droghe, che aumentano artificialmente le potenzialità psichiche e fisiche dell’uomo, ma ne distruggono il sistema neuro-vegetativo. La lotta contro la droga e gli spacciatori è una delle priorità di tutti i governi. L’Uruguay è il primo governo della storia a liberalizzare le “droghe leggere”. Il presidente, Josè Mujica, ha spiegato perché approva questa riforma: il proibizionismo e la lotta senza quartiere a livello mondiale contro il commercio delle droghe non sono riusciti a estirpare questo “vizio sociale”. Occorre combattere le droghe le-

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uruguay

In Uruguay non esiste una religione ufficiale; Chiesa e Stato sono ufficialmente separati ed è garantita la libertà religiosa. Secondo uno studio condotto nel 2008 dall’Instituto Nacional de Estadística, il CATTOLICESIMO è la religione prevalente (45,7% della popolazione); seguono i cristiani non cattolici (9,0%), gli animisti e gli umbandisti (i seguaci di una religione afro-brasiliana) e gli ebrei (0,4%). Gli osservatori politici considerano l’Uruguay il paese più laico delle Americhe. Dopo l’indipendenza, le idee anticlericali, si sono rafforzate. Nel 1907 fu legalizzato il divorzio e nel 1909 l’istruzione religiosa fu bandita dalle

in pillole

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scuole statali. Il processo di separazione fra Stato e Chiesa fu accelerato sotto il governo di José Batlle y Ordóñez (1903 - 1911) e si concluse nel 1917 con l’emanazione dell’attuale costituzione. NOME UFFICIALE LINGUE UFFICIALI ALTRE LINGUE CAPITALE FORMA DI GOVERNO INDIPENDENZA INGRESSO NELL’ONU SUPERFICIE TOTALE

REPÚBLICA ORIENTAL DEL URUGUAY SPAGNOLO PORTOGHESE MONTEVIDEO REPUBBLICA PRESIDENZIALE DAL BRASILE 25 AGOSTO 1825 18 DICEMBRE 1945 176.215 KM2

Un po’ di storia

Montevideo

galizzandone l’uso e statalizzando la distribuzione regolamentata di “droghe leggere”. Alle persone con più di 18 anni sono permesse al massimo 40 sigarette di marijuana al mese, i consumatori che superano tale quantità saranno costretti a sottoporsi a trattamento riabilitativo. La nuova legge è approvata solo dal 38% e condannata dal 62% degli uruguayani, ma la riforma è stata varata con 50 voti a favore su un totale di 96 seggi dalla Camera dei deputati. L’opposizione ha tentato di ostacolare questa operazione, ma il Frente Amplio, coalizione di sinistra al governo, ha approvato il disegno di legge; al Senato i filogovernativi hanno la maggioranza. Lo stato “assumerà il controllo e la regolamentazione” dell’intero ciclo produttivo della cannabis, dall’importazione dei semi delle piante fino alla commercializzazione della mari-

Lo stato “assumerà il controllo e la regolamentazione” dell’intero ciclo produttivo della cannabis juana, che verrà venduta al consumatore in farmacia. Così l’Uruguay, dopo aver depenalizzato l’aborto e approvato, primo fra i paesi latino-americani, il matrimonio fra i gay, è il primo paese al mondo che liberalizza la droga, in modo più ampio di quanto hanno fatto Olanda e California.

La storia di questo piccolo paese sudamericano spiega, almeno in parte, questo primato poco appetibile. Vi sono stato nel 1992, invitato ad un congresso delle chiese latino-americane. Dall’inizio del Novecento fino a dopo la seconda guerra mondiale, l’Uruguay era definito “la Svizzera del Sudamerica” e “il paradiso degli emigranti”. Un paese di solida democrazia, senza analfabeti, economicamente prospero, con leggi sociali molto avanzate. Oggi è un popolo deluso, precipitato in basso nella classifica del reddito pro capite, dopo aver occupato i primi posti. Come per la vicina Argentina, la prosperità dell’Uruguay era basata sulle esportazioni di grano, prodotti della pastorizia e carne di manzo. Dal 1950 in avanti è scoppiata la crisi di questi prodotti, perché Stati Uniti ed Europa hanno cominciato ad essere autosufficienti, tagliando le importazioni. Lo “stato sociale” uruguayano è crollato, aprendo la strada alla guerriglia dei “tupamaros” e ad una crudele dittatura militare (1973-1985). Oggi il paese sta riprendendosi, ma nel 1992 ho viaggiato, accompagnato dai missionari italiani OMI (Oblati di Maria Immacolata) fino a Rivera, Tacuarembo,

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Paso de los Toros, Cardona, Mercedes e Punta del Este, per incontrare missionari italiani e ovunque mi hanno detto che il paese non ha ancora trovato una via autonoma allo sviluppo e attraversa una crisi d’identità, che è anche quella delle ideologie dominanti dall’indipendenza ad oggi: l’ateismo e il socialismo. Va ricordato che l’Uruguay, esteso due terzi dell’Italia con soli 3,5

milioni di abitanti (il 50% dei quali vivono a Montevideo), è una sconfinata prateria a perdita d’occhio (la “pampa”), con acque e terre fertili ma quasi disabitata. L’Uruguay è nato nel 1828 come stato cuscinetto fra Argentina e Brasile (cioè fra spagnoli e portoghesi) con soli 60mila abitanti, che alla fine del secolo erano già 600mila per i molti immigrati dall’Europa spesso

scampati alle repressioni delle monarchie europee e della restaurazione dopo la Rivoluzione francese: carbonari, socialisti, repubblicani, radicali, rivoluzionari di ogni genere avevano fatto dell’Uruguay il loro rifugio, fra i quali anche Giuseppe Garibaldi. Questo spiega l’irrequietezza politica del paese, tormentato da numerose guerre civili, e il suo radicalismo progressista

Alcuni cambiamenti un unico cammino La presenza della congregazione oblata conta al momento in Uruguay 10 Oblati, di cui 7 sono italiani, un paraguaiano e 2 uruguaiani (abbiamo anche una scolastico che si trova a Vermicino, Roma). Siamo organizzati in 2 comunità, una al Cerro di Montevideo con parrocchia e centri educativi e l’altra nel dipartimento di San José con due parrocchie, una a Ciudad del Plata e l’altra a Libertad. Queste aree sono densamente popolate con realtà a volte molto povere e con esigenze elevate, come l’area metropolitana di Montevideo, altre invece sono di gente operaia, piccoli commercianti e anche contadini. Stiamo continuando il cammino comunitario cercando ogni settimana di avere un giorno per stare insieme. È il “lunedì oblato”, giorno in cui condividiamo la nostra vita, gioie, desideri, speranze missionarie. Un lunedì è riservato al ritiro mensile, uno per la formazione e gli altri due per intrattenerci e programmare-valutare. Quest’anno è stato ‘speciale’, perché abbiamo avuto la

presenza di due scolastici nell’anno di stage, uno dall’Italia e uno dal Messico, questo ha arricchito l’internazionalità. Le priorità della delegazione, oltre a cercare di approfondire la vita comunitaria, sono: la missione con i giovani, la missione “mar adentro” (tutto il lavoro che coinvolge la parte missionaria propriamente detta) e la missione in parrocchia (essere oblati nel ministero parrocchiale). Un’altra novità alla quale stiamo puntando è avere una presenza diversa che sia completamente missionaria. Una diocesi ci ha chiesto questo servizio, e ciò è stato quanto mai provvidenziale. Stiamo valutando questa proposta senza impoverire la nostra vita in comune. Lo scorso 3 luglio il superiore generale ha destinato alla delegazione dell’Uruguay due giovani Oblati indiani, p. Augustine Velankanni e p. Raj Mark Antony. A inizio 2015 è atteso anche l’arrivo di p. Giuseppe Calderone dall’Italia. La missione continua! Jorge Albergati OMI

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attualità

e anticlericale.All’inizio del Novecento il presidente José Ordònez fonda uno stato politicamente democratico e socialmente avanzato: abolizione della pena di morte (1905), insegnamento e assistenza sanitaria gratuiti, pensione sociale ai nullatenenti sopra i 60 anni, legge sul divorzio favorevole alla donna, il “Codice dei diritti dei lavoratori” (1920) che era considerato un modello dai paesi europei dopo la prima guerra mondiale.

Ateismo e anticlericalismo La povertà del popolo uruguayano che più mi ha colpito è quella spirituale. L’ateismo e l’anticlericalismo dominano la cultura e le istituzioni. L’Uruguay è il solo paese dell’America latina nel quale un buon numero di persone non sanno che il 25 dicembre si celebra il Natale di Gesù Cristo. Infatti nel calendario nazionale, nelle TV e giornali, il Natale è segnato come la fiesta de los niños, la Pasqua è la fiesta del turismo, l’8 dicembre el dia de la playa (il giorno cui inizia la stagione balneare). Dal 1919 il governo ha abolito i nomi religiosi di città e paesi: Santa Isabel è diventata Paso de los Toros (sebbene gli abitanti continuino a chiamarsi Isabeliti), San José è Primero de Mayo; nei giornali Dio si scrive dio, con la

minuscola, la costituzione proibisce tutti i segni religiosi in luogo pubblico. La chiesa è stata pesantemente penalizzata e oggi la maggioranza della popolazione è senza assistenza religiosa, specie nelle campagne, per mancanza di sacerdoti. Nel 1992 a Montevideo la pratica religiosa, secondo dati ufficiali, era dello 0,5%, però nel censimento del 2011 il 54% degli uruguayani si dichiarano cattolici e il 26% atei. Da più d’un secolo le forze culturali e politiche dominanti hanno lanciato campagne per creare l’”uomo nuovo” attraverso l’ateismo, insegnato nelle scuole, e il socialismo: “Con la ragione e senza dio avremo un uomo felice” dice uno slogan tradizionale. Fin dall’Ottocento l’Uruguay è stato un paese dominato dalla massoneria. P. Quinto Regazzoni, dei Dehoniani, mi dice: “Sono in Uruguay da 13 anni e ho visto il fallimento del razionalismo e della modernità senza Dio. Qui la religione è veramente esclusa dalla vita sociale, politica, culturale, scolastica e si vede fin troppo. Lo dimostrano le famiglie disunite: sette matrimoni su dieci finiscono nel divorzio, l’Uruguay ha la più alta percentuale di suicidi in America latina, dove in genere il popolo è cordiale, gioioso, ride facilmente, mentre in Uruguay c’è freddezza. Il paese è

demograficamente depresso dall’inizio del Novecento, solo la massiccia immigrazione dall’Europa ha fatto crescere di poco la popolazione”. I Dehoniani hanno a Montevideo un santuario della Madonna, frequentato da un buon numero di pellegrini. Mi dicevano che una notte hanno visto un’auto di lusso fermarsi davanti alla Grotta di Lourdes e scendere un uomo e una donna che si inginocchiano. Un padre va a vedere e si trova davanti ad una delle più alte personalità dello Stato, che gli dice: “Per favore non dica a nessuno che mi ha visto qui. Siamo venuti per chiedere alla Madonna una grande grazia per nostro figlio. Se si venisse a sapere, la mia carriera politica sarebbe finita”. Questo è quel che ho visto nel 1992, quando la situazione religiosa stava già cambiando in meglio, anche grazie ai due coraggiosi viaggi compiuti da Giovanni Paolo II nel 1987 e nel 1988. Mi dicono che oggi la situazione religiosa è migliorata. Ma a me basta quel che ho visto nel 1992, per giudicare come si riduce un paese e un popolo di immigrati, figli o nipoti di immigrati (il 40% di italiani!), in maggioranza formato da cattolici battezzati, con scarsa assistenza religiosa e con cultura e politica nazionale dichiaratamente atee e anticlericali. n

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a sua

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Se non vi dessi mie notizie, mamma carissima, forse stareste in preoccupazione; perciò vi scrivo due righe per dirvi che siamo giunti in porto in ottime condizioni di salute. Siamo oltremodo contenti dell’inizio della missione (alla

Le immagini di alcune missioni animate da Missionari Oblati di Maria Immacolata, giovani e adulti della famiglia oblata nel corso di quest’anno

L

e Missioni popolari, le Missioni giovanili, sono sempre un forte tempo di annuncio e di rinnovamento. Uno strumento di evangelizzazione che appartiene forse più di ogni altro alla tradizione dei Missionari OMI che dai tempi di S. Eugenio de Mazenod animano missioni al popolo. In Italia da un secolo gli OMI organizzano progetti missionari sul territorio nazionale. In queste pagine una sorta di album fotografico di quattro missioni delle quali sono arrivate in redazione informazioni e foto.

periferia di Marsiglia). Continuate a pregare perché il bene si compia e tutti traggano profitto da una grazia così preziosa come quella offerta agli abitanti di questa cittadina. Ma poiché è necessario che io vi tratti un po’ come mamma, non dimenticherò di dirvi che mangiamo dell’ottimo pesce e non ci manca nulla per ciò che riguarda il corpo. Eugenio de Mazenod, 6 novembre 1821

Polaveno (Bs) All’inizio di quest’anno, la comunità missionaria di Passirano (Bs) ha organizzato delle Missioni popolari a Polaveno, un territorio di circa 2.600 abitanti della provincia di Brescia, suddiviso in quattro unità pastorali. Il 5 marzo, mercoledì delle Ceneri, cominciava la missione a S. Giovanni di Polaveno alla quale ho avuto la gioia di partecipare. Da questa missione mi sono rimaste nel cuore tante esperienze, volti, e sopratutto tanta gioia. L’esperienza più forte che faccio sempre durante le missioni è lasciarmi evan-

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a cura della redazione illustrazioni courtesy Elizabeth Wang http://www.radiantlight.org.uk

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O POLAVEN

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gelizzare dalle persone che incontro. Un giorno, visitando un ammalato, gli dicevo che dobbiamo ringraziare il Signore per ogni volta che ci svegliamo al mattino

e vediamo il sole. La sua risposta mi ha fatto riflettere: ”Anche quando ci sono le nuvole”. La vita non è sempre piena di sole, ma Gesù ci ama sempre, “anche quando ci sono le nuvole”. Lucian Bosoi OMI

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a padre

SQUILLACE L.

tempier Abbiamo chiuso la missione di La Ciotat, tra le più stancanti finora predicate. Non vi do particolari: le benedizioni sono state abbondanti; ma avremmo avuto bisogno di almeno altri quattro confessori, la cui mancanza ha molto nociuto. Monsignor Arcivescovo è venuto per amministrare la cresima ed ha assistito all’erezione della croce, una cerimonia magnifica. Il tempo è stato sempre buono, tranne quando non ne abbiamo avuto più bisogno. Eugenio de Mazenod, 28 dicembre 1821

SQUILLAC E L.

SQUILLACE L. Squillace lido (Cz) Questa missione è stata una esperienza di grazia e di luce. Ere arrivato a Squillace e mi sentivo povero, fisicamente stanco e con la paura di non riuscire a donare nulla, ma con il desiderio nel cuore di fare bene, anche perché era la mia prima missione da oblato. Mi sono buttato a capofitto senza risparmiarmi, affrontando e superando la timidezza di andare negli esercizi commerciali per incontrare la gente. Dovevamo decidere se entrare o no in un Ufficio bancario, perché avevamo paura di disturbare troppo, ma poi ci siamo detti “perché no!?!”. Così siamo entrati, ci hanno accolto, abbiamo pregato insieme e per 5 minuti tutto si è fermato. È

stato un momento davvero forte! Tutti aspettavano i missionari, dai più piccoli agli anziani. Nei Centri di ascolto emergevano tante domande, anche di contestazione: la Parola di Dio spinge a parlare di te, cosa a volte non facile. Per non parlare dell’incontro di sabato pomeriggio con un centinaio tra ragazzi e bambini. Armati di coraggio, un bel fiocco colorato al collo e un naso rosso… è stato un incontro bellissimo Una delle luci che mi porto da questa missione è vedere Dio all’opera in me e nella gente, era Lui che mi ha trasformato, ero uno strumento nelle sue mani Mi hanno colpito anche le visite alle famiglie, ma soprattutto il contatto con la sofferenza. Le diverse volte in

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MARANO V.

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tempier Non si potrà mai esprimere adeguatamente l’importanza ed enumerare i frutti di questa missione: per me e per i nostri missionari è stata la più basilare che abbiamo fatto. Termineremo il lavoro l’anno prossimo quando potremo annunziare che avrà luogo in tutta la vallata. Se il vescovo di Digne approva l’idea il bene che faremo sarà incalcolabile.

cui ho accolto le confidenze delle persone, in particolare dei giovani, quasi come una confessione, mi hanno fatto capire che tutti abbiamo bisogno di Cristo per salvarci. Questo mi ha dato un’altra grande luce sulla bellezza del ministero sacerdotale. Il sacerdozio è qualcosa da poter donare alle persone, perché risparmiarmi? Giovanni Giordano OMI

Marano Vicentino (Vi) Marano Vicentino, il paese del famoso mais, ottimo per la polenta. Diecimila persone abitano il paese che coincide con la parrocchia. Gente serena ed accogliente che ben presto si lascia coinvolgere dal vento della missione. I bambini sono stati certamente uno dei richiami principali per tutti. Giorno dopo giorno, il passaggio in chiesa, prima di andare a scuola, coinvolgeva un numero maggiore di bambini e con loro di genitori e nonni, che li accompagnavano. La vivace animazione della gioiosa Laura, una dei missionari, accompagnata dalle note di p. Ettore Andrich e gli interventi flash di p. Nino Sangani e p. Adriano hanno lanciato messaggi di vangelo che hanno raggiunto le famiglie oltre che i bimbi

stessi. E poi nella giornata, alla “Casa del giovani” e, bella e grande struttura parrocchiale a servizio delle nuove generazioni, si sono succeduti gi incontri per i ragazzi, le scuole medie al pomeriggio, gli adolescenti e i giovani la sera. Con questi è stato prezioso aver presentato il vangelo senza riduzioni e aggiustamenti, se pur con tanta carità. Significativa la partecipazione di un gran numero di laici che, provenienti da più parti del Veneto, hanno assicurato lo svolgimento di più di trenta centri d’ascolto nei quartieri. Le

Eugenio de Mazenod, 20 maggio 1822

celebrazioni della seconda settimana hanno saputo raccogliere la comunità ‘in unum’. Sono state nel contempo celebrazioni culmine dell’esperienza della missione e nuovo annuncio di parole-chiave del vangelo quali la misericordia di Dio Padre e la fraternità riconciliata in Gesù. Adriano Titone OMI

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I giovani mi hanno fatto capire che tutti abbiamo bisogno di Cristo per salvarci. Una grande luce sulla bellezza del ministero sacerdotale

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CERISANO

NO CERISA Cerisano (Cs) Cerisano, comune alle porte di Cosenza. Una comunità bella, vivace, con tanti giovani, ma anche diverse problematiche. Il parroco ci chiede una missione e ci dice anche di farla con una certa urgenza. Come fare? I programmi sono definiti. Eppure sentiamo che quella di don Vivien non è solo la richiesta di un amico, ma l’appello dello Spirito che ci chiede di non restare chiusi nei nostri schemi. Nasce

così l’esperienza della mini-missione a Cerisano. Quattro giorni di evangelizzazione condotta da due Oblati e un’equipe di una cinquantina di giovani missionari che hanno invaso il paese con le loro magliette colorate e hanno visitato in due giorni più di 400 giovani tra i 15 e i 25 anni. La missione doveva essere un laboratorio. Pensavamo a uno slogan che dicesse il bisogno di uscire fuori…e di rimanerci. Abbiamo letto il Vangelo nel quale Gesù chiama

Lazzaro ad uscire fuori dal suo sepolcro. Gesù ci aspetta fuori! “Ti aspetto fuori!” Lo slogan, che sembra una minaccia, nasce da questo passo del Vangelo e dall’appello che abbiamo sentito ad andare fuori di noi! Con i ragazzi di Cerisano creiamo un profilo facebook denominato “Ti aspetto fuori”, senza ulteriori dettagli. Si mandano le richieste di amicizia ai giovani del paese. La curiosità cresce. Tre giorni prima della missione, in un’incursio-

UN “TUTOR” PER LE MISSIONI? Negli ultimi 10 anni ho avuto varie opportunità di accompagnare il cammino di preparazione, lo svolgimento e la valutazione di missioni popolari e giovanili non direttamente animate da noi Missionari Oblati di Maria Immacolata. Mi è stata richiesta un sorta di compagnia, di supervisione e, perché no, di incoraggiamento, per alcuni progetti missionari. Sono state occasioni per conoscere diocesi, parrocchie, movimenti, congregazioni… con la passione per l’evangelizzazione. A fine 2006 ricevo una mail da don Tonino Ladisa, allora rettore del seminario regionale di Molfetta,

in Puglia. Mi dice che il seminario ha intenzione di iniziare un progetto di missioni giovanili da svolgere in varie diocesi della regione. Mi reco due volte a Molfetta per incontrare lo staff formativo del seminario come anche i seminaristi del triennio, parlo della missione e dei suoi strumenti. Inizia a prendere forma un progetto che ogni anno vede impegnata, a fine settembre, una bella squadra di seminaristi che animano la missione per i giovani nelle parrocchie principali di una diocesi pugliese. Ricevo anche tre inviti a convegni per illustrare le missioni popolari e giovanili. Nel 2007 al convegno CISM “Con i giovani sulla strada di Emmaus”

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CERISANO

ne notturna, tappezziamo il paese con 3000 volantini con la solita scritta: “Ti aspetto fuori!”. Qualcuno si preoccupa, alcuni pensano a una lista civica o ad un nuovo bar. L’effetto è raggiunto! La missione, deve essere fatta tutta fuori! All’aperto, nel corso chiuso al traffico, la fiaccolata e la messa iniziale, all’aperto la festa e il nutella party. Luoghi di incontro, non le sale parrocchiali, ma i tre bar del corso. È lì che facciamo la serata dei focus.

Tre incontri di mezz’ora sui temi della fede, della gioia e della missionarietà, con al cuore un’esperienza di vita, fatti a un’ora l’uno dall’altro. I proprietari dei bar accettano…e la strada, i luoghi dei giovani si trasformano in luoghi di annuncio esplicito del Vangelo. Non ci saremmo mai aspettati una tale partecipazione. Dopo essere andati, bisogna però portare anche all’incontro più esplicito con Cristo. Il sabato sera piove, ma la chiesa è aperta con l’Eucarestia esposta. L’atmosfera è suggestiva. E i giovani missionari escono con gli ombrelli e vanno nei bar, questa volta per invitare i loro nuovi amici in chiesa, per una preghiera o anche per confessarsi. E questa volta…vengono. In tanti! Fino all’una continuiamo a confessare, in una gioia che cresce. La domenica mattina la messa conclusiva è piena di giovani. Tanti da mesi, da anni, non si accostavano ai sacramenti. E ora sono lì, con un’esperienza vissuta, un incontro fatto. In noi, nei giovani che con noi hanno pensato e condiviso questa esperienza di missione, la consapevolezza, sempre nuova, della

e successivamente a Roma dove incontro una sessantina di giovani religiosi di varie congregazioni domenicane. Nel gennaio 2010 è invece la volta dei Missionari del Preziosissimo Sangue. A marzo 2010 mi reco in Sardegna. La diocesi di Ales-Terralba vuole iniziare un progetto diocesano di missioni per i giovani. Incontro il vescovo, mons. Giovanni Dettori, i responsabili della pastorale giovanile, i sacerdoti, iniziamo un percorso di preparazione. Più recentemente mi raggiungono i padri agostiniani che hanno pensato ad un progetto missionario in tre parrocchie a loro affidate, a Milano, Roma e Benevento. «È un po’ che non

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courtès Tutto procede nel migliore dei modi: la missione non solo ha prodotto i suoi effetti ordinari, ma denota disposizioni eccellenti. Molte missioni erano state predicate, ma ciò non ha impedito di incontrarci con persone in gran numero che non se n’erano curate minimamente: 25, 30, 40 anni[ed. senza confessarsi] è pane quotidiano. Eugenio de Mazenod, 9 dicembre 1822

bellezza di essere missionari e di non stancarsi mai di percorrere le strade delle periferie esistenziali e geografiche attorno a noi, scoprendo la presenza viva di Cristo in noi e tra noi. Carmine Marrone OMI

facciamo missioni, potresti darci una mano?», mi dicono. Mi reco varie volte alla parrocchia S. Rita, a Tor Bella Monaca, Roma. Pensiamo ad una missione nella periferia di una metropoli, a come formare i missionari. Viene stilato il programma della missione che si svolge proprio in questo mese di ottobre. Nella maggior parte di questi incontri mi hanno accompagnato giovani o scolastici oblati che hanno presentato la loro testimonianza missionaria, sempre molto apprezzata. Pasquale Castrilli OMI

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news

In diretta dal mondo oblato

messaggi Sri Lanka e notizie Centro oblato attaccato da monaci buddisti dalle missioni n gruppo di monaci buddisti radicali, il 4 agosto scorso ha fatto a cura di Elio Filardo OMI eliofilardo@omimissio.net

U

irruzione nei locali del Centro per la società e la religione (CSR) a Colombo dove erano riuniti pacificamente missionari, preti, suore, laici, attivisti per i diritti umani, avvocati e rappresentanti di alcune ambasciate. L’incontro, convocato dall’organizzazione per i diritti umani Right to Life, aveva lo scopo di onorare le vittime della guerra, ma poco dopo un’ora dall’inizio è stato interrotto. La polizia, pur essendo stata sollecitata ad intervenire, si è limitata ad assistere agli abusi dei monaci nei locali del CSR notoriamente apprezzato da tutte le parti politiche e dalle varie confessioni religiose come luogo di promozione di democrazia e di pace. Il Centro, fondato da p. Tissa Balasuriya omi, ed attualmente diretto da un altro Oblato, p. Stephen Ashok, sempre in prima linea nella difesa della giustizia sociale, ha promosso costantemente la riconciliazione all’interno del Paese.

RD Congo

I laici si associano alla spiritualità degli Oblati

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omenica 13 luglio 22 laici, uomini e donne, membri dell’Associazione Missionaria Maria Immacolata (AMMI), si sono impegnati a vivere la fede cristiana secondo il carisma di S. Eugenio de Mazenod. Accompagnati dal loro assistente spirituale, p. Augustin Mulele, sono inseriti nelle diocesi Idiofa e Kikwit, della provincia di Bandundu, e nelle parrocchie affidate agli Oblati nell’arcidiocesi di Kinshasa. Il superiore provinciale, p. Abel Nsolo Omi, ha presieduto la messa nella chiesa di St. Éloi Kinshasa-Barumbu nel corso della quale i laici hanno espresso la volontà di vivere secondo la spiritualità oblata. P. Gilberto Piñón, assistente generale, incaricato della missione e dei laici associati, ha donato una medaglia di S.Eugenio de Mazenod ed ha ufficialmente consegnato lo statuto dell’associazione alla giornalista Désiré Baere che, eletta presidente per la RD del Congo, ha promesso fedeltà alla dottrina della chiesa durante l’assemblea generale tenutasi due giorni prima allo scolasticato S. Eugenio de Mazenod di Kinshasa-Kintambo. P. Piñón in un suo intervento ha proposto una rilettura della storia dei protagonisti dell’evangelizzazione nella chiesa ed ha detto che è venuto “il momento dei laici”. (fonte: omiworld.org)

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SPAGNA

SINTONIZZATI

Per difendere questi valori p. Rohan Silva, superiore provinciale a Colombo, in un comunicato stampa ha dichiarato che i “responsabili del CSR condannano fermamente l’intrusione illegale nei suoi locali e domandano, in termini inequivocabili, alle autorità legali di agire secondo la legge del Paese verso coloro che operano contro i suoi principi, indipendentemente dal loro stato sociale”.

La vita ed il sacrificio dei beati Dal 5 al 13 luglio si è svolto a La Vecilla un campo giovabile al quale hanno partecipato ragazzi da Madrid, Malaga e Cadiz accompagnati dagli animatori, da quattro Oblati a due Oblate. “Sintonizate”, un titolo ispirato ai programmi televisivi, in poco più di una settimana ha aiutato i partecipanti, di età compresa tra i 9 ed i 22 anni, a “sintonizzare” la vita sulle frequenze di una comunità missionaria in cui Gesù è il centro. Lo stile è stato pratico passando per dinamiche e giochi di gruppo. Non sono mancati momenti di preghiera, di riflessione personale, le occasioni tipiche della vacanza come le escursioni lungo i fiumi ed una gita di un giorno a Leòn per uscire dal campo e mettersi alla prova nel mondo. Due giovani italiani del Movimento giovanile Costruire hanno partecipato al campo per vivere un’esperienza di comunione e di conoscenza reciproca delle realtà giovanili degli Oblati in Italia Spagna.

(fonte: omi.it)

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news

Stati Uniti d’America Chiusura di un santuario

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li Oblati partono ed il Santuario di Nostra Signora delle Grazie, da loro avviato 66 anni fa a Colebrook, nel New Hampshire, chiude. Ripensando all’inizio di questo servizio, fr. Richard P. Coté, ha scritto: “Nell’autunno del 1948, sono arrivato al noviziato di Colebrook per iniziare i miei studi e la formazione come Oblato. In quel periodo, i novizi stavano costruendo un santuario all’aperto dedicato alla Madonna, in riconoscimento delle innumerevoli benedizioni che aveva concesso alla nostra Congregazione. Il nuovo santuario fu presto dedicato alla Madonna delle Grazie nel corso di una celebrazione presieduta dal vescovo di Manchester, NH”. Nel 1976 i motociclisti hanno iniziato a frequentare il Santuario per la benedizione annuale delle loro moto. Hanno dato tempo, energie e denaro per la crescita del santuario. Nel 1986 hanno offerto una statua intitolata “motociclisti in preghiera”. Nel 1991 hanno commemorato il personale militare degli Stati Uniti che aveva partecipato all’operazione Tempesta del deserto ed in seguito, nell’autunno dello stesso anno, avevano costruito una torre di 7 metri in cima alla quale è stata posta da una croce. Il 24 marzo 2014, i padri William Antone e James Taggart hanno inviato quasi un migliaio di lettere in varie parti degli

Stati Uniti e del Canada, spiegando cosa stava per accadere e per esprimere la grande ammirazione nei confronti di coloro che hanno sostenuto e visitato il santuario. Nel 2014 il santuario ha vissuto una stagione accorciata che ha avuto inizio con la festa della mamma, l’11 maggio, e si è conclusa il 1° luglio. P. Henri Delisle, l’unico Oblato rimasto sul posto, ha garantito la celebrazione quotidiana della messa fino al giorno della partenza. La benedizione delle moto si è svolta domenica 29 giugno e l’ultima messa di ringraziamento è stata celebrata nel santuario domenica 13 luglio. (fonte: omiworld.org)

FRANCIA - Più del 22% dei pellegrinaggi organizzati a Lourdes sono italiani Sono accolti spiritualmente dai cappellani, Missionari Oblati di Maria Immacolata: Nicola Ventriglia, coordinatore, Palmiro Delalio, confessore ed accompagnatore dei seminaristi italiani e Roberto Villa, responsabile aggiunto del Servizio Giovani. I tre cappellani animano l’Angelus, ogni giorno alle 11.55, e, alle 18.00, il rosario trasmesso dalla Grotta, su TV Lourdes e TV 2000. Molti pellegrini scrivono loro dicendo: “Cari padri, fate parte della famiglia!”. “La conversione comincia sempre dalla confessione, vissuta come una grazia”, spiega p. Nicola Ventriglia che al santuario assicura anche la formazione spirituale degli hospitalier italiani. P. Nicola si sente come il dottor Dozous, all’epoca della 17ma apparizione: “Non ho visto la Vergine, ma la vedo in ciascuno”. Conclude: “Lourdes è la grazia del Vangelo!” (fonte: lourdes-france.org)

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ROMANIA 2014 UN VIAGGIO INTERNAZIONALE

È stata un’esperienza internazionale, quella vissuta l’estate scorsa in Romania da tre giovani del Movimento giovanile Costruire (MGC): Antonella Francavilla ed Emily Scarpelli dalla Calabria, Andrea Cuminatto dalla Toscana. Non solo per essere stati tre settimane in missione all’estero, ma anche per averlo fatto assieme a giovani legati al carisma oblato di altri Paesi europei. Italia, Spagna, Francia e Repubblica Ceca si sono incontrate, nella veste di nove giovani, nella comunità rumena di Mărăcineni (Argeş), vicino a Pitesti, dal 14 luglio all’1 agosto. P. Pasquale Castrilli ci ha accompagnati in quest’esperienza, e lo stesso hanno fatto p. Tino Migliaccio dalla Spagna e p. Alfonso Bartolotta dalla Francia. La missione è stata divisa in 4 momenti. La prima settimana è stata di ambientazione e conoscenza reciproca. Mons. Cornel Damian, vescovo ausiliare di Bucarest ci ha dato il mandato ufficiale e i 4 oblati della comunità - p. Sante Ronchi, p. Elio Filardo, p. Damian Cimpoesu e p. Lucian Bosoi - ci hanno accolti a braccia aperte nella casa in cui tanti del movimento sono passati nel corso degli anni. In questa settimana abbiamo avuto occasione di animare i pomeriggi dei bambini che, dal paese e dalle campagne circostanti, venivano al “Monastero Sant’Eugenio” (il nome della comunità) per fare merenda e divertirsi insieme. La seconda settimana è stata il clou dell’esperienza, con il campo estivo per i giovanissimi, che ci ha messo di fronte a una gioventù apparentemente identica alla nostra, ma nel profondo così diversa da sconvolgerci. Alla fine del campo, ognuno di noi è stato ospitato per due giorni da diversi ragazzi che vi avevano partecipato, le cui famiglie si sono rese disponibili a farci vivere quest’esperienza di intercultura. Infine, gli ultimi giorni ci sono serviti per fare una valutazione del progetto. Andrea Cuminatto

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È stata un’esperienza davvero forte. È stato interessante conoscere queste persone di altri paesi. I giovani rumeni erano amichevoli ed è stato veramente bello stare con loro, nonostante il gap linguistico fra di noi. E ora so quant’è bello celebrare la messa in lingua madre! Jakub (Repubblica Ceca) L’esperienza in Romania è stata indimenticabile! Dal primo minuto sono stata riempita da molti sentimenti: paura, illusione, affetto, amicizia e allegria per poter condividere la fede in uno stesso Signore che è sempre l’origine, il centro e il fine del nostro quotidiano. In poche ore, noi giovani che arrivavamo da diverse parti d’Europa e che ci incontravamo per la prima volta a Mˇarˇacineni, abbiamo formato un gruppo capace di lavorare, riflettere, pregare e divertirsi insieme. Ognuno ha dato quello

che aveva nel cuore... un cuore che adora muoversi! We love to move! E che si è mosso durante due settimane con giovani delle zone più vicine alla comunità oblata, alla quale sono davvero grata. È stato un vero regalo del Signore ogni secondo vissuto con i giovani, con alcune delle loro famiglie e con la famiglia oblata europea che va crescendo in fede, unità e voglia di donarsi. Lorena (Spagna) Riassumo con tre parole l’esperienza in Romania. 1. INTERNAZIONALITÀ. È stato il clima che ha caratterizzato questo viaggio. Noi animatori, provenivamo da quattro nazioni dell’Europa in una terra straniera. La prima settimana è stata essenziale per creare relazioni tra noi e renderci conto come persone cosi diverse erano presenti in Romania grazie all’incontro personale con lo

stesso Dio. Tanti sono stati i momenti di comunione tra noi, ma il più bello era celebrare messa in tutte le lingue e innalzare il canto del Padre Nostro ognuno nella propria. Questo ci veniva spontaneo dirlo sottovoce per non sovrapporci, un grande gesto di umiltà nell’accoglierci e donarci. 2. SEMPLICITÀ. Il campo vero è proprio con i giovani del posto è stato scandito da varie attività, compiuto senza difficoltà e con la collaborazione dei giovanissimi rumeni. Adolescenti, simili nelle problematiche e dinamiche, ai ragazzi della loro età d’Italia, ma con una maggiore semplicità di cuore e disponibilità. 3. SI. Il mio “sì” al cammino di fede cristiano cattolico. Quando abbiamo vissuto nelle famiglie che ci hanno ospitato, ho fatto parte di un tipico nucleo familiare con difetti e allo stesso tempo con sforzi nell’amarsi reciprocamente. È risaltata subito, però, la contraddizione di una

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fede ancora piena di superstizione e false verità e non potevo che ringraziare Dio per la grazia che mi ha accompagnato in tutti i miei anni permettendomi di conoscere la Via, la Verità e la Vita. Lo slogan del campo era I like to move... io aggiungo with God. Antonella (Italia) Questa per me è stata una vacanza dell’anima di cui avevo bisogno. La Romania è una terra strana, ma amabile seppur piena di contraddizioni. Nelle città convivono palazzi comunisti e ville di ultima generazione. Alcune famiglie riescono a stento ad arrivare a fine mese. Concluso il campo ognuno di noi doveva andare con la sua “nuova famiglia”. Questo, mi preoccupava tantissimo, non sapevo che cosa dire o fare, non volevo essere un peso, ma per qualche meccanismo di Dio tutto è filato molto liscio, nella famiglia

sono stata benissimo: hanno fatto di tutto per farmi sentire a mio agio, seppur nei loro modi bizzarri, e nonostante il padre di famiglia fosse un prete ortodosso, col quale mi sono scontrata in numerosi discorsi. Nella comunità oblata mi sono sentita a casa e a fine esperienza è stata una vera fatica tornare in Italia. Emily (Italia) Dopo quest’esperienza posso davvero urlare I love to move! Se già di per sé amo viaggiare, farlo in questo modo è sicuramente uno dei modi più belli. Sono tornato a casa innamorato del mondo rumeno. L’entusiasmo e la forza d’animo dei ragazzi con cui abbiamo passato questi giorni è ciò che mi ha sconvolto di più. Il loro dire “sì” a ogni proposta, senza paura di mettersi in gioco, dalle attività ai lavori in giardino… come i loro coetanei italiani non avrebbero mai fatto.

Non puoi non commuoverti quando una ragazza di 14 anni - che porta avanti da sola una famiglia disastrata - sceglie il tuo crocifisso come “oggetto da portare in viaggio” durante un’attività, spiegando: He can help me (“Può aiutarmi”). O quando scopri che una delle ragazze che più danno vita al campo, sempre con una risata pronta, non ha mai conosciuto suo padre e ti racconta nei dettagli il giorno in cui, a 3 anni, sua madre l’ha abbandonata per sempre. Le piccole difficoltà di ogni giorno sembrano barzellette davanti a chi passa davvero una giovinezza difficile, e l’esempio che ho preso da questi ragazzi è grande. Questa esperienza, a livello europeo, di un gruppo di giovani legati agli Oblati, si è rivelato un successo e mi sento già pronto a contribuire perché la gioventù oblata d’Europa si unisca sempre più spesso nella missione che è alla base del nostro carisma. Andrea (Italia)

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una foto per pensare

Sali, scendi, inizia, finisci. Alti, bassi, giorni sì e giorni no. Disperazione e pianto, gioia e poesia. Generosità ed egoismo, bontà e crudeltà. Il nostro animo è un abisso insondabile, un intrigo di stanze luminose o spoglie, rimbombanti di canti melodiosi o dalle pareti rigate di lacrime. Tutto ci matura, ci fa crescere, ci prepara ad essere quella meraviglia presente da sempre nelle pieghe dell’eternità. Niente paura quando si avverte l’uno o l’altro movimento, perché da questi meandri si ricava molto: la compassione e l’amore per noi e per gli altri. Saranno questi sentimenti a farci capire la passione di Dio per noi creature, a farci percepire, noi e quelli in cammino sulla stessa strada, come figli attesi in Cielo.

foto di Alfonso Bartolotta OMI, albartem@yahoo.fr testo di Anna Cerro, annacerro@gmail.com

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I meandri

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fatti

Asini

portatori di cultura

Gli “eroi” dell’alfabetizzazione hanno le orecchie lunghe. In molte zone rurali del mondo, libri e Internet arrivano sul dorso dei muli di Generoso D’Agnese gedag@email.it

M

eriterebbero premi importanti, forse il premio Nobel della letteratura e della pace. Meriterebbero di finire nei sussidiari. Ma nessuno si ricorderà di loro e nessuno darà loro medaglie. A loro basta un po’ di biada e qualche carota, oltre all’affetto dei padroni. Sono asini (e muli) che la storia la fanno invece conoscere, portandola sulla loro groppa sotto forma di libri. Sono gli asini delle librerie ambulanti e sono indissolubilmente legati ai loro “eroi” umani: uomini che hanno scelto di dedicare la vita alla diffusione del li-

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aiutare

$ 2 un libro di storia della lingua in dono per un bambino. $ 5 un dizionario amarico-inglese per bambini etiopi $ 21 aiuto a una scuola locale $ 500 un educatore etiope con una borsa di studio per la formazione di competenze librarie $ 750 acquisto di libri di storia della lingua etiopica e materiali di necessità per una biblioteca $ 3500 un anno di stipendio per un gestore di libreria etiope $ 15.000 realiazzazione di una libreria completamente funzionale con centinaio di libri WWW.ETHIOPIAREADS.ORG

si può

bro tra i villaggi sperduti dell’Africa e dell’America, permettendo a migliaia di bambini di accedere al Sapere e alle Storie, alla lettura e alle immagini, al Mondo senza frontiere racchiuso tra le righe della scrittura.

Le biblioteche ambulanti Si chiamano Luis Soriano, Christina Vieras, Yohannes Gebregeorgis, Obadiah Moyo, Thobani Gasela e da anni si dedicano alle biblioteche ambulanti per i bambini di Etiopia, Zimbabwe e Colombia. Ma si chiamano anche Alfa, Beto, Helena, Canela Chiquito, Cenizo e sono gli asinelli e i muli che da anni portano sulla loro groppa o trainano su carretti centinaia di libri. In Zimbabwe il Programma per le biblioteche rurali e lo sviluppo (RLRDP) da venti anni distribuisce libri e materiale scolastico ai bambini delle scuole rurali. Anni fa il governo ha smesso infatti di fornire libri alle scuole sparse nei villaggi e il trasporto librario, affidato ai somarelli, ha permesso di ribaltare una situazione negativa. Oggi lo Zimbabwe, grazie al programma ideato da Obadiah Moyo e affidato a librai ambulanti, come Thobani Gasela, è il Paese africano con il più alto tasso di alfabetizzazione. Il 92% dei bambini nel 2010 sapeva leggere e scrivere grazie agli umili animali di fatica che proprio in Africa vantano il loro progenitori. I libri vengono caricati su carretti e

portati nei villaggi dove ad attenderli ci sono bambini e adulti affamati di novità. Nel paese che fino al 1980 era conosciuto come Rhodesia, dove la prevalenza dell’HIV (virus dell’AIDS) tra la popolazione è tra le più elevate al mondo, questa iniziativa fornisce anche informazione e testi dedicati alla prevenzione della malattia. E sui carretti sono comparsi anche postazioni “Internet and phone” alimentate da pannelli solari. «Da quando il governo non invia libri nelle scuole, le librerie mobili - spiega il bibliotecario Thobani Gasela - sono state e rimangono, per ora, l’unico modo di accedere alla lettura e al miglioramento dell’alfabetizzazione nei villaggi rurali nell’area di Bulawayo».

Libri in territori difficili Migliaia di chilometri a Nord, in Etiopia la lettura fa rima con Yohannes Gebregeorgis, ideatore della biblioteca mobile che distribuisce sapere tra i villaggi dell’area di Awassa. Libri che raccontano favole classiche della letteratura internazionale per bambini, ma anche storie ambientate in Etiopia. Ex rifugiato politico, Gebregeorgis ha vissuto per 11 anni a San Francisco svolgendo l’attività di bibliotecario. Tornato in patria nel 1998, decise di provare a realizzare un sogno: aprire biblioteche per i bambini in un territorio devastato dalla guerra e dagli

Luis ama leggere, ma ben presto la sua casa in Colombia è così piena di libri che c’è a malapena spazio per la famiglia. Cosa fare? Ecco la soluzione perfetta: una libreria itinerante! Acquista due asini - Alfa e Beto - e viaggia con loro in tutto il paese, portando i libri e la lettura ai bambini nei villaggi lontani. Biblioburro è un libro di Jeanette Winter edito da Lectorum Pubns: puoi acquistarlo su hoepli.it o lafeltrinelli.it

eventi naturali. Aiutato dalla scrittrice Jane Kurtz e da altri volontari, fondò Ethiopia reads un’organizzazione non profit che tenta di ovviare all’assenza di biblioteche in un Paese che detiene uno dei tassi di alfabetizzazione più bassi del mondo. «Il 60% dei ragazzi con più di 15 anni - precisa il promo-

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tore - non sa leggere e nelle regioni più arretrate si contano classi con 180 alunni. Il 99% delle scuole non dispone di una biblioteca». Aiutato dai fondi della chiesa presbiteriana del Wisconsin, dall’associazione Room to Read di San Francisco e dall’organizzazione olandese Biblionef, Gebregeorgis ha dato vita alla Donkey mobile library affidando agli asinelli (animale che in Etiopia si trova dappertutto) il trasporto della cultura e l’ingresso nel mondo della lettura. L’ex profugo, conscio della difficoltà di trovare libri scritti in amharico, ha inoltre tradotto le favole più conosciute in questa lingua per permettere ai bambini di avvicinarsi al mondo dei libri. Oggi la EBCEF (Libri di Etiopia per Bambini e Fondazione per l’Istruzione) ha aperto biblioteche anche ad Addis Abeba permettendo ai ragazzi poveri di accedere ai volumi ed è anche una casa editrice che pubblica in lingua amhara libri che poi vengono trasportati nei carretti e accolti con incredibile festosità dai bambini dei villaggi che attendono con ansia i “loro” libri.

Africa e America latina sono i continenti dove si sono sviluppate maggiormente le biblioteche ambulanti

Sui sentieri di montagna Al grido di Bibilomu-u-u-u-las, decine e decine di bambini accorrono dalle capanne della valle di Momboy (area di Trujillo) in Venezuela, per afferrare con incontenibile gioia i libri trasportati dagli infaticabili Chiquito e Cenizo. In questo angolo di Sudamerica sono proprio i muli a percorrere, insieme ai bibliotecari itineranti, gli impervi sentieri di montagna per raggiungere i bambini di sperduti villaggi. Il progetto è nato nella piccola Università Valle di Momboy, tenacissima paladina della lettura in un territorio andino particolarmente impermeabile alla penetrazione culturale. Coordinati da Christina Vieras e da Roberto Ramirez, gli universitari non si sono limitati alla diffusione di testi cartacei, ma portano sul dorso dei “cyber muli” e “cine muli” anche computer e video-proiet-

tori. «Abbiamo installato vari modem per il wireless sotto le piante di banano - spiega Roberto Ramirez - e questo permette di poter avere collegamenti Internet e di insegnare agli abitanti dei villaggi l’uso della posta elettronica oltre a permettere loro di vedere film e documentari e accedere alle varie fonti di informazioni». E sono sempre bambini quelli che in Colombia accolgono con carote e carezze gli asini del biblioburro fondato da Luis Humberto Soriano Bohorquez. Nella regione di Nueva Granada, Luis è considerato un vero e proprio angelo dei libri. E nonostante l’amputazione di parte della gamba sinistra (a causa di un incidente avvenuto proprio durante uno dei suoi numerosi viaggi sul dorso degli asini) continua a promuovere l’alfabetizzazione nei villaggi delle Ande colombiane. Nato a La Gloria, Soriano aveva scelto l’insegnamento come professione, ma nel 2000 ha dato vita al proprio sogno: portare i libri laddove era impossibile realizzare biblioteche. Una zona impervia, devastata da terroristi e trafficanti e povera di

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tutto dove i libri non rappresentavano la prima necessità di sopravvivenza per gli abitanti e i bambini. Ma dove ai più piccoli veniva strappata anche la possibilità di dissetare la sete di conoscenza e l’ingresso nel mondo della fantasia. L’insegnante decise di tentare di cambiare il triste stato delle cose e partì con la sua asina Alfa (cui dopo alcuni anni si è aggiunto il compagno Beto) sistemando ai lati del basto due valigie cariche di libri. Due volte a settimana, partendo da La Gloria, Soriano percorreva per 8 ore la strada che lo conduceva nei villaggi per permettere ai bambini di custodire tra le proprie mani volumi considerati veri e propri tesori, e per insegnare loro le basi della cultura. In 12 anni, Soriano è riuscito a salvare dall’analfabetismo 4.000 bambini (e spesso anche le loro famiglie) e grazie all’aiuto proveniente da associazioni e semplici cittadini che da tutto il mondo hanno inviato libri e soldi, l’insegnante ha dato vita con le proprie mani ad un edificio adibito a prima biblioteca stabile della regione. «Attraverso Biblioburro - spiega Luis Soriano

- stiamo combattendo l’ignoranza contadina. Quando istruiamo un bambino con l’uso della biblioteca, gli insegniamo i propri diritti e doveri, e l’impegno. Stiamo facendo crescere i colombiani del futuro, bambini che tra 15 anni saranno i nostri intellettuali».

Quando istruiamo un bambino, gli insegniamo i propri diritti e doveri, e l’impegno Oggi Biblioburro è una fondazione riconosciuta dal governo ed è diventato il soggetto di un documentario che

E dire che la parola “asino” in italiano è sinonimo di ignoranza e lentezza nell’apprendimento… Un deciso riscatto

ha fatto conoscere in tutto il mondo la tenacia dell’insegnante di La Gloria. Il suo posto, sul dorso degli asinelli, è stato preso da Óscar España, un ex alunno che ha sposato la causa dell’alfabetizzazione nei villaggi di Nueva Granada, mentre Soriano già pensa a un nuovo progetto: l’alfabetizzazione informatica per i ragazzi della regione, con l’insegnamento dei primi rudimenti dell’uso dei computer e delle telecamere. Ma non abbandonerà mai l’idea della lettura dei libri ai bambini. «La nostra fondazione - precisa ancora Soriano - ha aperto sedi in Sierra Nevada e nella zona di Magdalena, a Bonquimake, Atanquez e Kankurua. Il nostro progetto ha stretto amicizia con altre associazioni e anche a New York abbiamo in attività una nostra volontaria che ogni 15 giorni legge racconti e fiabe ai bambini di famiglie indigenti». n

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fatti

Mario,

amico di tanti

Lo scorso maggio, a Trento, l’incontro annuale dell’associazione “Amici di p. Mario Borzaga” di Pasquale Castrilli OMI pax1902@gmail.com

L

ucia accoglie tutti. Sorride, dà il benvenuto, distribuisce Raggi di luce. Testi scelti dal Diario di un uomo felice, un bel libretto pubblicato nel 2013 dai Missionari Oblati di Maria Immacolata di Passirano (Bs) che contiene, catalogate per voce, frasi significative di suo fratello p. Mario Borzaga, oblato tragicamente scomparso in Laos nella primavera del 1960. Siamo alla Bolghera di Trento, quartiere sud della città dove è nato e cresciuto questo missionario del quale è stata introdotta la causa di beatificazione. È in un caldo pomeriggio di maggio che si svolge l’incontro annuale degli “Amici di p. Mario Borzaga”.

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Mario

Borzaga

“Davvero un’altra giornata è passata: passata come un lampo, con quella disperata speranza di poter vivere una giornata migliore all’indomani. Ma all’indomani ancora si rimpiangono i giorni passati anche se, quando li abbiamo vissuti, non vedevamo l’ora che passassero. Così siamo fatti noi e così è fatta la nostra vita”. 9 marzo 1959

Vientiane

Una vita vissuta in donazione a Dio e ai poveri del Laos, la difficoltà dell’apprendimento della lingua, le fittissima pagine di diario dove annotava con dovizia di particolari i suoi stati d’animo, ma anche il lavoro missionario, il desiderio più volte espresso di smettere di fumare, ma soprattutto il suo cammino interiore di apostolo completamente donato a Dio e ai fratelli. Fino alla morte, avvenuta probabilmente tra fine aprile e inizio maggio del 1960, insieme al catechista Paolo Xyooj, vittime di un’imboscata mentre si recavano a visitare un villaggio.

L’assemblea del 9 maggio Tredici anni fa nasceva a Trento, nella parrocchia S. Antonio, l’associazione “Amici di p. Mario Borzaga” che raccoglie tante persone: parrocchiani, amici della famiglia Borzaga, sacerdoti diocesani di Trento dello stesso

corso di Mario. Ogni anno l’associazione si incontra, in genere nel mese di maggio, per fare il punto sulla causa di beatificazione, per dare un resoconto economico della destinazione delle offerte raccolte nel corso dell’anno, e soprattutto per approfondire i numerosi aspetti della vita e della spiritualità di p. Mario. Così è stato anche il 9 maggio di quest’anno. Ci sono stati vari interventi moderati da Beatrice Cappelletti. Dopo l’introduzione del parroco, don Renzo Caserotti, che ha fatto riferimento al primo martire cristiano, santo Stefano, il tesoriere dell’associazione, Renzo Coram, ha informato sullo stato economico e ha raccontato dei canali utilizzati per far arrivare le offerte raccolte direttamente in Laos, a favore soprattutto di bambini, ragazzi e giovani. P. Angelo Pelis OMI che segue a Roma la causa di beatificazione dei “martiri sorridenti”, come ama

Kiukatiam (Laos), 1960. P. Mario è il 1° a destra. Il catechista Xyooj è il 5° da destra

definirli, ha raccontato di alcuni favori ottenuti di recente tramite l’intercessione di p. Mario ed ha aggiornato sull’iter della causa, invitando i presenti a pregare e a far conoscere la figura di Mario.

Gli altri interventi Di seguito una ricca conferenza del prof. Alberto Conci che già nel 2013 aveva intrattenuto i presenti sulla personalità e sulla spiritualità di p. Mario. Conci, laureato in filosofia e in teologia presso l’università di Innsbruck, ha offerto ai presenti una sapiente lettura del martirio cristiano. Parlando, poi, della vita e del martirio in p. Mario ha messo più volte in parallelo alcuni testi di p. Borzaga, che racchiudono forti esperienze spirituali, con brani di S. Teresina di Lisieux e di Hetty Hillesum. C’è stato poi uno spazio per dire come la nostra rivista, Missioni

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Tre impegni L’associazione “Amici di Padre Mario” nasce all’inizio del 2001 su iniziativa di un piccolo gruppo di parrocchiani, quando, a distanza di 40 anni dalla scomparsa di p. Mario Borzaga, affiorano le prime notizie sicure della sua morte assieme al suo giovane catechista ad opera di guerriglieri laotiani. L’associazione si dà uno statuto l’11 maggio 2001 impegnando i soci a sostenere un’attività che è anzitutto di tipo spirituale: lo studio della figura di p. Mario e del modello di vita spirituale che egli propone, sono preminenti rispetto al sostegno materiale ed economico da garantire all’ associazione. Il primo obiettivo degli “Amici di p. Mario” è diffondere il messaggio spirituale di questo giovane martire missionario e di farne conoscere la dimensione contemplativa e apostolica; il secondo è sostenere le iniziative di promozione vocazionale per la chiesa laotiana; il terzo collaborare con la congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata per la causa di beatificazione. All’associazione aderivano nel 2004 già 260 amici, di cui una cinquantina della parrocchia di S. Antonio, gli altri sparsi in Trentino, Italia e all’estero. (dal sito della parrocchia S. Antonio, Trento)

Sopra, l’intervento di p. Angelo Pelis OMI, A fianco, Lucia Borzaga e il professor Alberto Conci

OMI, è sempre attenta alla figura di p. Mario nel documentare il suo cammino verso gli altari. La celebrazione eucaristica, che ha fatto seguito all’incontro ha dato l’occasione per pregare, per rendere grazie, per riflettere sulla figura dell’apostolo del Laos. All’ingresso della chiesa parrocchiale, sulla destra, un altare in legno realizzato da Emilio Borzaga, fratello di Mario, ricorda a tutti coloro che entrano, il sacrificio del giovane missionario.

Un cammino ancora lungo? La causa di beatificazione di p. Mario Borzaga e del catechista Paolo Xyooj, apertasi a Trento nel 2006, sta vivendo, ora, la cosiddetta “fase romana”. Molti domandano (anche a Missioni OMI) quando arriverà il giorno importante del riconoscimento ecclesiale della santità di Mario. Non lo sappiamo ancora, ma sembra che i tempi siano meno lontani. Alla fine di novembre, infatti, è previsto un impor-

tante pronunciamento dei teologi che sono stati incaricati dalla Congregazione dei santi di studiare i documenti del martirio. Al di là delle possibili previsioni sulla data di beatificazione, che speriamo di poter annunciare presto sulle pagine di Missioni OMI, ciò che colpisce è come questo missionario Oblato di Maria Immacolata sia invocato e pregato da tanti e in molte parti del Pianeta. Tra i presenti all’incontro annuale dell’associazione, seduti in prima fila c’erano anche tre anziani sacerdoti, don Livio Dallabrida, don Giovanni Raffaelli e don Gianfranco Corradi. Sono stati in seminario con Mario e lo ricordano giovanissimo, nei corridoi, in cappella e nei momenti di gioco. Per loro, già da anni, l’amico Mario è un sicuro compagno di viaggio. ■

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lettere dai missionari

MISSIONI

A fianco dei missionari Dopo l’attività di raccolta, carico e spedizione del container destinato alla missione della Guinea Bissau, dove p. Pippo Giordano OMI sta iniziando il nuovo cammino missionario, era necessario continuare a sostenere la nuova missione attraverso varie iniziative, tra cui, quella organizzata

lo scorso 30 luglio: “Offri una pizza al tuo fratello africano”. Dal 2 al 25 agosto ho in programma un viaggio missionario in Guinea Bissau per portare il calore delle persone con cui condividiamo la missionarietà oblata. All’iniziativa di fine luglio hanno partecipato oltre 80 persone ed altre

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50-55 hanno contribuito, in diversa misura, con un’offerta. È stata raccolta una buona somma destinata soprattutto alle esigenze sanitarie. La pizza For Africa è stata organizzata per una condivisione con tutte le persone che collaborano con la missione e con tante altre che ne sentono solamente parlare per la prima volta, per essere vicini ad un nostro concittadino, ma anche, per essere sostenitori di progetti specifici, come appunto quello sanitario,

oppure lo scavo di pozzi, la costruzione dispensari, scuole e chiese, le adozioni a distanza, progetti che ci arricchiscono reciprocamente e ci permettono di proseguire le varie attività e continuare con fedeltà, a dire il proprio ‘sì’ alla chiamata da Dio per la missione. Attraverso il lavoro di gruppo e di coordinamento, tutti possono essere espressione di una comunità missionaria a servizio dei “più poveri”, camminando fianco a fianco con i missionari e condividendo lo “spezzare il pane” quotidiano, segno di amore verso fratelli lontani. Insieme ai Missionari Oblati di Maria Immacolata ringraziamo le persone che hanno vissuto e condiviso la pizza For Africa consapevoli che tutto viene fatto con un unico disegno, portare il volto di Gesù nel mondo per l’evangelizzazione, e come diceva il nostro fondatore Sant’Eugenio, portarlo agli ultimi, “fino ai confini della terra”. Letizia e Dario Natoli Patti (Me)

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MISSIONI Per le giovani generazioni Da diversi anni il convitto della missione di Koungheul accoglie un buon gruppo di bambini e di giovani durante l’anno scolastico. È un servizio importante, perché questi bambini e giovani, che vengono dai villaggi in piena campagna, abbiano un posto sicuro dove alloggiare e mangiare, e lo spazio per studiare. Insieme, cristiani e musulmani, formano una comunità, con l’aiuto del maestro del convitto, Jean, che li segue da vicino insieme ad un giovane, Raphael, due donne, Marianna, moglie di Jean, e Sidonie, che si occupano della cucina con un lavoro

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assiduo e spesso faticoso, col mio aiuto e con l’aiuto dei miei due confratelli, p. Jacques Diop e fr. Etienne Bassene. Ogni mattina, i ragazzi vanno a scuola, ma rientrano per mangiare, riposarsi ed essere seguiti. I cristiani possono essere così vicini alla vita della nostra parrocchia di Nostra Signora di Fatima, ma anche i musulmani ricevono una formazione umana e morale. Il 18 maggio scorso abbiamo avuto la festa patronale. È stata una bella giornata, con la presenza di tutta la comunità di Koungheul, dei villaggi vicini e di diversi ospiti, un’occasione per ritrovarsi insieme nella gioia di condividere una

solenne celebrazione, un buon pranzo e dei momenti di svago e di riposo, un’occasione soprattutto per onorare Maria (che in Senegal è molto amata, non solo dai cristiani, ma anche dai musulmani) e affidarle la nostra vita. Vogliamo anche rinnovare gli ambienti, dalla cucina ai dormitori. La stagione delle piogge, da luglio a settembre, è il tempo per coltivare miglio,

mais, arachidi. I ragazzi, finita la scuola, rientreranno nei villaggi per aiutare i genitori nei lavori campestri, fino all’inizio di ottobre, alla riapertura della scuola. Raccomandiamo al Signore ed alla sua provvidenza i buoni risultati a scuola ed anche una pioggia abbondante che produca buoni frutti. Pier Francesco Purpura OMI pierfrancescopurpura@yahoo.fr

LE SFIDE ODIERNE Un libro di Veronica Diomede, giovane docente di religione a Roma, sulla figura di don Luigi Sturzo (1871-1959) sacerdote e politico italiano, fondatore nel 1919 del Partito Popolare italiano. Dal libro emerge la spiritualità di don Sturzo, “innamorato di Dio e appassionato dell’uomo”, e come “abbia saputo coniugare la sua esperienza di fede con un’attività sociale, politica e culturale non circoscrivibile al periodo storico in cui è vissuto”. Le linee di pensiero di questo sacerdote sono ancora attuabili oggi in azioni concrete che possono dare un valido contributo al bene comune. “Qual è la sfida che la società odierna ci chiama ad affrontare? - si

chiede l’autrice - La risposta è in queste pagine, che ci offrono una nuova chiave di lettura del pensiero sturziano attraverso una sua presentazione sistematica”.

Veronica Diomede. LUIGI STURZO PER UN’ITALIA POSSIBILE, Effatà editrice 2014, pp. 384, € 19.00

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qui Congo qui Uruguay

Qui Congo di Mimmo Arena OMI arenomi52@gmail.com

Festa a Maiymbi Scrivo dal cuore del Congo e forse dal cuore dell’Africa: dal Kasai, regione a più di mille chilometri a sud-est de Kinshasa. Sono venuto ad accompagnare Jean de Dieu, un giovane confratello oblato, sacerdote novello per la celebrazione della prima messa nel suo villaggio e in

MISSIONI altri luoghi. Tutto si svolge magnificamente: incontri trionfali nei villaggi dove siamo passati; messa al suo villaggio di Maiymbi e festa post-messa tra musiche, canti e danze espressione della gioia del popolo Bakete, conoscenza di altri confratelli sacerdoti e religiosi; incontri con persone che vogliono dare i loro figli alla congregazione degli Oblati di Maria Immacolata e che sono attratti da una spiritualità della comunione. Per me è un rituffarmi nell’esperienza missionaria vissuta nelle mie prime missioni del Senegal dove in zona rurale come questa si viveva un clima autenticamente umano fatto di accoglienza, solidarietà e gioia di vivere. Guardando le povere condizioni di vita, pur essendo in mezzo a una natura piena di enormi potenzialità economiche, mi convinco sempre più che ci vuole un nuovo slancio di solidarietà da parte di tutti.

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Qui Uruguay di Antonio Messeri OMI antoniomesseri@omimissio.net

Venerdì santo La settimana santa é un tempo speciale anche qui in Uruguay, dove comunemente si chiama, “settimana del turismo”. Questo cambiamento di nome è stato imposto dal laicismo imperante, che a volte aiuta e altre ostacola il cammino di fede. Come tutti i Venerdì santo, da circa venti anni, si effettua una gran Via Crucis, salendo il Cerro fino alla fortezza. Il cammino con la croce, pregando per tutto il quartiere, per le sue

complicate situazioni e molto spesso piene di dolore, é un appuntamento importante per le quattro parrocchie della zona. Via via che si sale sulla collina si aggiungono persone, si comincia a vedere un panorama di mille luci, con la baia e la città di fronte; la luna si alza all’orizzonte, così come la pesante croce che nell’ultima stazione é portata dal vescovo insieme ai sacerdoti e ai consacrati della zona. La benedizione dall’alto mi richiama la realtà del Calvario “Gesù mi ama e ha donato la vita per me, che buona notizia!” Era proprio questo il motto della Via Crucis di quest’anno.

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missioni

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Missione è… Dai frutti si riconosce la bontà dell’albero

di Adriano Titone OMI titonomi@gmail.com

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vevamo deciso di aprire una scuola nel quartiere della periferia di Dakar, perché anche i bambini di periferia hanno diritto a una buona formazione. Ci ritroviamo, armati di trapano e accessori, ad installare l’arredamento. Moustapha era un ragazzino sveglio. Abitava di fronte alla scuola e ci aveva annunciato, entusiasta, che il papà intendeva

iscriverlo, insieme alla sorellina. Inutile dire che si trattava di una famiglia musulmana. Non appena arrivavamo al cantiere, era lì sorridente, desideroso di darci una mano. Un giorno Moustapha mi fa una domanda: «Ma tu sei cristiano?». Alla mia risposta affermativa fa una smorfia. L’indomani è di nuovo là, pronto a prendere parte al lavoro. Mentre mi passa delle viti, mi ripone la domanda: «Ma davvero tu sei un cristiano?». «Certo Moustapha! Sono un prete, una sorta di imam dei cristiani. Ma perché continui a chiedermelo?». «Kercen baaxul!» mi risponde in wolof. Che vuol dire: “Cristiano non buono!”. Evidentemente questa frase l’aveva sentita a casa e nel quartiere. Lo guardo con tenerezza e gli dico: «Ascolta, Moustapha, papà ti vuole bene, vero? E allora, se i cristiani sono cattivi, perché ti manda da loro?». Moustapha rimane pensoso.

Di certo aspetta di tornare a casa per porre qualche domanda al papà. Non saprò mai cosa gli fu risposto. Però so ciò che il papà mi disse, in presenza del figliolo, quando un giorno li incrociai per strada: il suo apprezzamento per le scuole della missione cattolica, per la qualità dell’insegnamento e dell’organizzazione. Lo ringrazio di questa stima e auguro che i due figlioli possano riuscire nella vita. «Il Senegal ha bisogno, - dico - di persone preparate e motivate per il bene comune». Annuisce. Quel papà, come tutti i genitori, desiderava il meglio per i suoi figli. Considero quella, una professione di fede indiretta alla bontà del Vangelo e della vita cristiana. Moustapha non diventerà mai cristiano, ma crescerà con una buona formazione umana, con un’esperienza e con valori di apertura, tolleranza, convivenza pacifica tra popoli, culture, cammini religiosi… ■

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DELALIO P., PREGARE CON LOURDES, 2013

Ogni giorno TV2000 trasmette alle ore 18 la preghiera del Rosario in diretta dalla grotta di Lourdes. A guidare la preghiera i Missionari Oblati di Maria Immacolata che risiedono nella cittadella mariana. P. Palmiro Delalio OMI è uno di loro, volto conosciuto e apprezzato da tanti telespettatori. La comunità oblata di Passirano (Bs) ha dato alle stampe un volumetto che racchiude le preghiere Per richiedere il libro che concludono la recita del Ci si può rivolgere alla comunità oblata di Rosario. Passirano (via Guarneri 6, 25050 Passirano (BS), tel. 030 653629)

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NON RINUNCIARE fatti nel 1916 Le celebrazioni ario per il primo centen a Vico OMI a S. Maria

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attualità

dossier

Uruguay. Una speranza nel secolarismo

Missioni al popolo. Annunciare Cristo in Italia

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fatti Le biblioteche popolari a dorso d’asino

ita la fede

capolavoro di Dio

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Qui Uruguay Qui Congo

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l’elezione Un anno faFr sco di papa ance

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naria. Animazione missio nario Ottobre missio in Romania

Francesco. Il papa che delle periferie rinnova la chiesa

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Missioni OMI oggi. Parliamo un po’ di noi

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dossier

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fatti

Un rosario missionario per trovare Gesù

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n. 1/2 GENNAIO-FEBBR AIO 2014

dossier

I tamil di Palermo in pellegrinaggio a S. Rosalia

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attualità

mission i

Conosciamo scolasticato lo Cochabamb oblato di a in Bolivia

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missioni Missione è… Esserci e testimoniare . Il resto lo fa Dio!

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fatti

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fatti Anno della fede. Un tempo di grazia vissuto con intensi tà

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dossier Missione. La necessità dello studio sistematico

dossier I pellegri naggi a piedi a San de Compost tiago ela

RIVISTA MENSILE

Prezzo di copertina

attualità La presenza oblata in Thailandia Parla p. Bertuccio OMI

attualità Tre intellett “leggono” uali la mission e in Italia

attualità Il Centro accade mico Saint Augustin a Dakar

dossier Convegno nazion ale dei laici AMMI

fatti Omaggio a Giovanni Paolo II, papa missionario

missioni Missione è… Farsi prossimo di chiunque

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n. 8/9 AGOSTO -SETTEM BRE 2014

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