Missioni OMI marzo 2013 parziale

Page 1

Prezzo di copertina € 2,20 - marzo 2013 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, C/RM/68/2012

attualità

dossier

fatti

missioni

Intervista a P. Giuseppe Calderone OMI neosacerdote

P. Natoli racconta dell’incontro tra p. Puglisi e gli OMI

Scegliere la vita. La testimonianza di Chiara Corbella

Qui Uruguay Qui Senegal Lettere dei missionari

MISSIONI

omi_cover_marzo.indd 1

RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA

OMI

n. 03 MARZO 2013

Intervista esclusiva a mons. Bertolone

Padre Pino Puglisi verso la beatificazione

24/01/13 17:05


SOMMARIO MISSIONI OMI Rivista mensile di attualità Anno 20 n.3 marzo 2013

Una cartolina dal Vaticano di Fabio Ciardi OMI

04

La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250

Vale la vida!

06

EDITORE

Conoscersi per superare i pregiudizi

10

Notizie in diretta dal mondo oblato

22

attualità

di Gianluca Rizzaro

Provincia d’Italia dei Missionari Oblati di Maria Immacolata Via Egiziaca a Pizzofalcone, 30 80132 Napoli

di Giacomo Coluccio

news

REDAZIONE

Via dei Prefetti, 34 00186 Roma tel. 06 6880 3436 fax 06 6880 5031 pasquale.castrilli@poste.it

a cura di Elio Filardo OMI

25

Mgc news

DIRETTORE RESPONSABILE

Pasquale Castrilli REDAZIONE

Salvo D’Orto, Elio Filardo, Gianluca Rizzaro, Adriano Titone

fatti

COLLABORATORI

Nino Bucca, Claudio Carleo, Fabio Ciardi, Gennaro Cicchese, Angelica Ciccone, Luigi Guzzo, Thomas Harris, Sergio Natoli, Luca Polello, Claudia Sarubbo, Giovanni Varuni

Chiara è nata e non morirà mai più 30 di Angelica Ciccone

Sport paralimpici

34

Lettere al direttore

02

Storia di storie

13

Lettere dai missionari

37

Qui Uruguay, Qui Senegal

39

di Michele Palumbo

PROGETTO GRAFICO E REALIZZAZIONE

missioni

Elisabetta Delfini STAMPA

Tipolitografia Abilgraph Roma FOTOGRAFIE

Si ringrazia Olycom www.olicom.it UFFICIO ABBONAMENTI

Via dei Prefetti, 34 - 00186 Roma tel. 06 6880 3436 - fax 06 6880 5031 procura@omimed.eu Italia (annuale) Estero (via aerea) Di amicizia Sostenitore

17 euro 37 euro 35 euro 65 euro

Da versare su cc p n. 777003 Home Banking: IBAN IT49D0760103200000000777003 intestato a: Missioni OMI - Rivista dei Missionari OMI via Tuscolana, 73 - 00044 Frascati (Roma) Finito di stampare febbraio 2013 Reg. trib. Roma n° 564/93 Associata USPI e FESMI www.missioniomi.it www.facebook.com/missioniomi

sommario.indd 2

dossier

Intervista a mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, postulatore della causa di canonizzazione di Luigi Mariano Guzzo

Padre Pino Puglisi

DOSSIER

14

un martire cristiano del nostro tempo I

Si ringrazia il Centro diocesano vocazioni dell’arcidiocesi di Palermo, per la concessione di alcune foto pubblicate in questo articolo

14

MISSIONI OMI · 03_13

l 28 giugno 2012 Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto sul martirio in odium fidei. In che cosa consiste il martirio di questo sacerdote? Perché don Pino, oltre ad essere un testimone sociale, come Borsellino, Falcone, Dalla Chiesa, è anche e soprattutto un santo dei nostri giorni? La differenza tra la morte di p. Puglisi e quella di altre vittime della mafia è chiara: mentre giudici, poliziotti e altri servitori dello Stato pongono a fondamento delle proprie azioni il dovere, la coerenza, l’obbedienza indiscussa alla legge, chi ha fatto della missione cristiana il proprio fulgido codice deontologico risponde sì alle leggi dello Stato, ma in primis a quella di Cristo: l’amore di Dio e del prossimo. Giuseppe Puglisi è martire cristiano, perché è andato incontro alla morte per essere fedele al suo ministero di prete. Egli è stato un testimone del suo tempo, perché si è fatto carico di tutte le ingiustizie alle quali gli abitanti di Brancaccio erano da anni sottoposti dalle cosche mafiose, da un lato, e dall’indifferenza totale delle Istituzioni dall’altro. Fu un missionario, e come ogni missionario sapeva che la sua stessa presenza, di per sé sola, era motivo di scandalo. E chi versa il proprio sangue per questo, in nome di Cristo e per il suo Vangelo, è un martire.

Lei ha molte volte sottolineato che don Puglisi più che un sacerdote “contro e anti” sia stato un prete che ha vissuto in pienezza il suo ministero sacerdotale. È una santità feriale quella di don Pino, innestata nel suo essere parroco. Che cosa privilegiava nella sua attività di pastore? A Brancaccio don Puglisi non si sente un eroe e la sua azione ha un sapore inconfondibilmente evangelico. La quotidianità semplice della pastorale della Chiesa è la cifra del suo ministero: il Vangelo che egli cerca di annunziare e vivere, il Crocifisso che ha scoperto come motivo ispiratore della ortodossia e dell’ortoprassi; il Padre che ama presentare nelle sue conversazioni, scardina e quindi rende improponibile il “padrino”, la cui figura più che derisa, ne è annientata. Puglisi è un prete che fa il suo lavoro amministrando i sacramenti, preparando i bambini alla prima comunione, i genitori al battesimo dei figli, le giovani coppie al matrimonio. Si impegna in tutte le opere di misericordia. E col suo esempio ai sacerdoti dice: agite sempre con semplicità, non per affermare pur nobili ideali civili, bensì per amore di Cristo ed in nome del Vangelo, perché soltanto dove la croce di Cristo e l’autodonazione sono il criterio della vita, il seme del Vangelo cresce, le coscienze maturano

15

MISSIONI OMI · 03_13

una foto per pensare

L’ora di Dio

UNA FOTO PER PENSARE

28

foto Alessandro Milella, alexmil@tele2.it testo Claudia Sarubbo, claudia.sarubbo@yahoo.it

fa spazio Lentamen te si vita, nel fluire della affannosa nella ricerca che sfugge. di qualcosa È lo scoccare richiamo di un nuovo capace di svelare vita. della il segreto

28 MISSIONI OMI · 03_13 028_029.indd 28-29

29

MISSIONI OMI · 03_13

20/01/13 15:41

24/01/13 17:02


editoriale di Pasquale Castrilli OMI pasquale.castrilli@poste.it

MISSIONI

OMI

La missione di 3P

Prezzo di copertina € 2,20 - marzo 2013 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, C/RM/68/2012

O

attualità

dossier

fatti

missioni

Intervista a P. Giuseppe Calderone OMI neosacerdote

P. Natoli racconta dell’incontro tra p. Puglisi e gli OMI

Scegliere la vita. La testimonianza di Chiara Corbella

Qui Uruguay Qui Senegal Lettere dei missionari

MISSIONI

omi_cover_marzo.indd 1

RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA

OMI

n. 03 MARZO 2013

Intervista esclusiva a mons. Bertolone

Padre Pino Puglisi verso la beatificazione

nore agli uomini illustri. Onore agli uomini di Dio. La storia e il ministero di don Pino Puglisi, il sacerdote palermitano ucciso il 15 settembre 1993 occupano le pagine del dossier di questo numero del nostro mensile. Dell’uomo colpisce la lucidità. In un quartiere difficile del Sud ha saputo incontrare le esigenze della gente, tentare un dialogo con personaggi non facili, perseguire un’ideale di giustizia, educare alla gratuità. La Chiesa cattolica lo proclama beato il 25 maggio, esempio per tutta la comunità dei fedeli che guarda ai santi con amore, rispetto e devozione. Modelli di virtù, esseri umani con pregi e difetti, essi hanno fatto di Cristo il centro della propria vita. Un santo è modello per tutti, ma ci piace guardare a don Puglisi anche come esempio e amico di quanti sono chiamati al sacerdozio, a servire il popolo di Dio con dedizione e gratuità. La semplicità del tratto umano, faceva di don Pino una persona vicina a tutti, segno di quell’amore di Dio che si mette in cerca di ogni uomo, senza distinzioni di sorta. Un uomo che viveva la preghiera come spazio di incontro con il Signore della vita. Nella Chiesa ci sono vari modi di vivere il sacerdozio. A noi sembra che questo sia uno dei più validi: vicini a Dio e alla gente, senza cadere in

trappole formalistiche o legate al ruolo. Un sacerdozio, insomma, missionario, con l’attenzione costante agli ultimi, ai poveri e derelitti della società, coloro che spesso sono dimenticati anche dalle istituzioni. Don Pino ha conosciuto e incontrato in molte circostanze i Missionari Oblati di Maria Immacolata a Palermo dove da vari decenni è presente una comunità oblata. Ne riferisce con particolari inediti p. Sergio Natoli, oblato impegnato attualmente nella pastorale dei migranti. Ospitiamo anche un’intervista esclusiva a mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace, postulatore della causa di canonizzazione. È significativo notare l’affetto che l’Italia ha per don Puglisi. Lo testimoniano strade e piazze intitolate alla sua memoria. Da Belmonte Mezzagno (Pa) a Ribera (Ag) e Alcamo (Tp) in Sicilia, da Reggio Emilia a Pontecchio Polesine (Ro), a Piossasco (To). Anche le pubblicazioni sono sempre più numerose. Presentando il volume di Vincenzo Ceruso intitolato A Mani nude (Paoline 2012) Andrea Riccardi scrive: “Le pagine di questo volume danno al lettore un ritratto a tutto tondo del parroco di Brancaccio, un uomo pieno di vita, di sogni e di domande, un cristiano vero, un siciliano non autoreferenziale né complessato”. n

24/01/13 16:40

1

MISSIONI OMI · 03_13

001.indd 1

24/01/13 16:42


attualità

Una cartolina dal…

Vaticano

di Fabio Ciardi OMI ciardif@gmail.com

“U

na cartolina dal Vaticano?” Sì, le mie cartoline sono tutte da altri Paesi! Ma sono sempre cartoline missionarie… Anche questa! Ve la mando da un luogo particolare del Vaticano, più propriamente dal Museo etnologico che si trova all’interno dei Musei Vaticani. Prima si chiamava semplicemente Museo missionario. “E gli Oblati cosa c’entrano?” C’entrano e come! Poco tempo fa vi è stata la presentazione del primo catalogo del Museo etnologico, che illustra tremila delle

Presentato a Roma il primo catalogo del Museo etnologico nei Musei Vaticani. Il ruolo dei Missionari OMI

ottantamila opere lì conservate: uno di quei libri straordinari che fanno sempre tanta figura nei salotti. L’evento si è tenuto in un ambiente prestigioso, nientemeno che nella grande sala della Pinacoteca dei Musei Vaticani, proprio dove è esposta la Trasfigurazione di Raffaello, assieme ad altre opere. Valeva la pena andare anche solo per sedersi davanti al capolavoro di Raffaello e ammirarlo con calma, quasi a lasciarsi trasfigurare con il Signore stesso. La raccolta del museo iniziò con sei doni d’epoca precolombiana, offerti al Papa nel 1692. Da allora la collezione si è arricchita con sempre nuovi tesori. Sono rappresentati tutti i continenti e tutte le culture. Alla presentazione del catalogo numerosi ambasciatori e studiosi, richiamati dall’evento. Apre la serata il card. Lajola, presidente emerito del Governatorato dello stato della Città del Vaticano, quindi la parola passa al direttore dei Musei Vaticani, poi al card. Ravasi e infine al direttore del Museo etnologico. Ravasi richiama i grandi temi della cultura, ripercorrendone la terminologia, dall’humanitas dei latini alla paideia dei greci, fino alla parola cultura dei tedeschi del 1500, gradualmente trasformata in concetto antropologico. Accenna poi al passaggio dell’im-

4 MISSIONI OMI · 03_13 004_005.indd 4

20/01/13 12:56


piego di questa parola al plurale, le culture, a significare il superamento della convinzione dell’esistenza di una sola cultura, fondamentalmente quella europea, greco romana, verso il riconoscimento dell’esistenza di una pluralità di culture, a cominciare da quella ebraica, dilatandosi sempre più su tutta intera l’umanità.

La Chiesa incontra le culture Ravasi non poteva non parlare di come la Bibbia, lungo la sua storia millenaria, abbia assunto la varie culture dei popoli attorno. Anche la Chiesa grazie all’Incarnazione si è aperta su tutti i popoli. “Cristo è il Logos - diceva Giustino - e tutti quelli che vivono il Logos, come Socrate, Eraclito e tanti altri, sono cristiani”. Entriamo così nel significato più profondo del Museo etnologico: il riconoscimento dell’universalità della Chiesa e il suo rispetto per ogni cultura. Quando esso nacque, in pieno periodo colonialista, Pio XI volle che accanto a Raffaello e Michelangelo ci fossero anche gli aborigeni dell’Australia; forse perché papa Ratti, grazie anche alla sua esperienza come prefetto dell’Ambrosiana di Milano era un persona dai grandi orizzonti e interessi. Non per niente è passato alla storia come il “Papa delle missioni”, come il

grande ammiratore degli Oblati, che definì “gli specialisti delle missioni difficili”. Il Papa fondò il Museo missionario etnologico il 12 novembre 1926, alla chiusura dell’Esposizione Universale Missionaria, che lo stesso Pontefice aveva voluto in occasione dell’Anno Santo del 1925. A quella esposizione contribuirono tutte le società missionarie. Gli Oblati portarono a Roma da tutto il mondo centinaia e centinaia di casse con i più vari oggetti, che poi entrarono a far parte del museo. La sezione dell’Esposizione Universale Missionaria riguardante libri e documenti fu affidata a un Oblato, p. Roberto Streit. Arrivarono tavole geografiche, grammatiche e vocabolari delle lingue indigene, catechismi, sto-

rie sacre, commenti teologici, e libri riguardanti la storia della religione, la topografia, l’etnografia dei Paesi di attività missionaria; tutto, al termine dell’Anno Santo, fu donato al Papa e costituì l’inizio dell’attuale Pontificia Biblioteca Missionaria. P. Streit divenne il primo bibliotecario e da allora la Biblioteca è sempre stata diretta da un Oblato. L’attuale direttore del museo, p. Mapelli del PIME, illustra il catalogo e parla della sua nuova ristrutturazione, del collegamento con tanti altri musei nelle più varie parti della terra, dei viaggi compiuti da lui e dai suoi collaboratori per trovare la documentazione, del battaglione di donne che lavorano nei vari laboratori, tutte giovani studiose entusiaste del loro incarico. Infine ecco finalmente l’inaugurazione delle nuova sede, sempre all’interno dei Musei Vaticani. Gli oggetti danno voce ai popoli, i pannelli raccontano le loro esperienze. Il reperto più antico, una pietra lavorata milioni di anni fa, proviene dal Sudafrica. Ventimila gli oggetti preistorici. Tremila le foto. Il museo è la testimonianza dell’interesse, dell’amore, del rispetto della Chiesa per tutte le culture, ossia per l’umanità! È proprio vero quello che diceva Paolo VI: “La Chiesa è esperta in umanità”. n

5

MISSIONI OMI · 03_13

004_005.indd 5

20/01/13 12:56


attualità

Vale la vida! “Una storia con Dio che viene da lontano”

A qualche mese dall’ordinazione sacerdotale p. Giuseppe Calderone condivide le sue sensazioni e racconta della sua vocazione di Gianluca Rizzaro gianlucarizzaro@gmail.com

L

o scorso 30 settembre, nella cattedrale di Oppido Mamertina, in provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Calderone è stato ordinato sacerdote da mons. Francesco Milito, vescovo della diocesi di Oppido-Palmi. Il sacerdozio, per qualcuno, può rappresentare un punto d’arrivo e nel caso di Giuseppe - Peppe per tutti quelli che lo conoscono - la conclusione di un cammino cominciato nel lontano 14 settembre 2003, al momento del suo ingresso nella comunità di Marino e che affonda le

6 MISSIONI OMI · 03_13 006_009.indd 6

24/01/13 16:45


Sopra, p. Giuseppe con una longeva parrocchiana in posa dopo la messa. Nelle foto a fianco, Giuseppe a Marsiglia sulla tomba di S. Eugenio de Mazenod e al lavoro nella cappella

di Autodromo in Uruguay con un gruppo di volontari

radici in un’esperienza di Dio vissuta, a vari livelli, sin da bambino. Se si guarda all’evento dalla prospettiva della missione, l’ordinazione sacerdotale è solo un punto di partenza. Peppe è un giovane calabrese di 28 anni. Sta per conseguire la licenza in teologia spirituale, suona la chitarra, è un grande consumatore di libri e di film, ed è un tifoso “doc” della Juventus; da un paio d’anni a questa parte, ha anche una grande passione per l’Uruguay, passione nata con la sua esperienza missionaria in America Latina. Da qualche tempo ha abbandonato il mate, (una bevanda tipica dell’America latina, ndr), ma la sciarpa della Celeste, la nazionale uruguagia, campeggia sempre sul muro della sua stanza! Lo scorso anno, ero con lui allo stadio Olimpico di Roma in occasione dell’amichevole Italia-Uruguay (0-1 il ri-

sultato finale) e avrei alcune cose da raccontare, ma questa è un’altra storia... Abbiamo chiesto a Peppe di raccontarci dei mesi che hanno preceduto l’ordinazione sacerdotale, ma anche di parlarci della sua vocazione. Quali erano le tue sensazioni nel periodo che ha preceduto l’ordinazione presbiterale? L’8 dicembre 2011 ho professato i voti perpetui e a gennaio 2012 sono stato ordinato diacono da mons. Raffaello Martinelli nella cappella della nostra casa provinciale. Sono stati due momenti molto intensi, particolarmente i voti perpetui, con la definitiva incorporazione, dopo un cammino di sei anni di voti temporanei. Mi sono avvicinato al sacerdozio con il cuore pieno della grazia di questi due eventi. Proprio grazie a questi, che possiamo

chiamare “i passi definitivi”, ho riletto tutta la mia vita e la mia vocazione alla luce del progetto d’amore che Dio ha su di me e di cui spesso non mi sento degno. So per certo che molti miei amici, ad esempio, hanno capacità più grandi delle mie, ma in tutto questo mi guidano le parole che Paolo stesso dice di aver ricevuto da Gesù: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza” (2 Cor 12,9). Come risuona, nel tuo cuore, l’idea di essere un sacerdote missionario? La prima esigenza che sento è vivere personalmente, in maniera sempre più intensa, il rapporto con Gesù. È importante poi, soprattutto per un missionario, portare agli altri Gesù che si lascia incontrare quotidianamente nell’Eucarestia e che viene a dirci il suo Amore

7

MISSIONI OMI · 03_13


attualità

Conoscersi per superare

i preguidizi

Dakar

Tre giorni di animazione missionaria con gli immigrati senegalesi nel soveratese, in provincia di Catanzaro di Giacomo Coluccio

S

ono le otto di un mattino di metà ottobre. Enza, dell’equipe missionaria dell’Associazione Missionaria Maria Immacolata (AMMI) di Catanzaro, si chiede da dove cominciare per consentire a p. André Ndene OMI e a Marcel Sarr, scolastico oblato, di incontrare la comunità senegalese presente a Davoli, comune a 30 km da Catanzaro. In passato altre volte si era tentato un avvicinamento, ma senza grandi risultati: i senegalesi vivevano con grande dignità, non avevano mai chiesto aiuti economici in parrocchia, a differenza di altri gruppi, ma erano isolati. Stavolta, forse, era il momento giusto: nella vicinissima Soverato era giorno di mercato, dove i senegalesi espongono le loro bancarelle. Così decide di accompagnare p. André e Marcel al mercatino. Una grande gioia ha animato il mercato quando i senegalesi hanno sentito qualcuno che si rivolgeva loro in lingua wolof. Questa gioia ha

10 MISSIONI OMI · 03_13 010_012.indd 10

20/01/13 14:15


In apertura un momento della veglia del 21 ottobre, Giornata missionaria mondiale. In alto i giovani con Marcel Sarr OMI, don Gregorio Montillo e p. André Ndene OMI, Sotto, don Gregorio, p. André Ndene OMI, Marcel Sarr OMI e Giacomo Coluccio con i rappresentanti della comunità senegalese

riempito il cuore di tutti noi animatori e ci ha accompagnati nei tre giorni di animazione missionaria. Ha fatto cadere le nostre ansie e paure. Da giorni cercavamo contatti e strade per avere la possibilità di un incontro. Avevamo riflettuto, avevamo cercato di programmare tante cose anche nei particolari, ma poi, quando era stato necessario cambiare il programma e spostare il primo appuntamento della giornata, Dio aveva indicato la strada da percorrere!

La genesi Come è nata questa tre giorni missionaria? In una forma un po’ inusuale. Per molti anni l’AMMI aveva animato nell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace la veglia in occasione della Giornata missionaria mondiale, ma da due

anni non vi era alcuna iniziativa. Non volevamo che anche quest’anno l’ottobre missionario fosse ricordato solo con la raccolta durante le messe. Altre motivazioni ci hanno mosso: a ottobre di quest’anno aveva inizio l’Anno della fede, proclamato da Benedetto XVI, si ricordava l’apertura del Concilio Vaticano II e si svolgeva il Sinodo sulla Nuova evangelizzazione. Erano tutti appuntamenti importanti, che la nostra comunità missionaria voleva ricordare a sè stessa e in diocesi, in modo speciale, per rafforzare la propria fede donandola. Se la nuova evangelizzazione ha bisogno soprattutto di testimoni d’amore, noi dovevamo cominciare dal nostro piccolo, dall’ambiente in cui viviamo con le nostre famiglie, in cui lavoriamo. Così, in collaborazione con don Gregorio Montillo, vicario espi-

scopale per la zona pastorale sud della diocesi, è nato questo progetto, che potremmo definire di incontro tra culture, persone e religioni, per conoscere e così superare i pregiudizi, per costruire una società più giusta, dove noi cristiani possiamo essere riconosciuti per come sappiamo stare insieme.

Disponibilità e dialogo Nell’invito, scritto in lingua wolof, oltre che in italiano e francese, rivolto alla comunità senegalese e a quella italiana e distribuito per le strade e nei locali pubblici, si parlava proprio di unirsi in un’occasione di comunione. I momenti da raccontare sarebbero stati tanti. Dai tipici strumenti delle missioni al popolo: visite nelle case dei senegalesi, incontri con gli adulti e con i giovani, incontri nelle scuole. Alla

11

MISSIONI OMI · 03_13


dossier

Intervista a mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, postulatore della causa di canonizzazione di Luigi Mariano Guzzo

Padre Pino Puglisi

un martire cristiano del nostro tempo I

Si ringrazia il Centro diocesano vocazioni dell’arcidiocesi di Palermo, per la concessione di alcune foto pubblicate in questo articolo

l 28 giugno 2012 Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto sul martirio in odium fidei. In che cosa consiste il martirio di questo sacerdote? Perché don Pino, oltre ad essere un testimone sociale, come Borsellino, Falcone, Dalla Chiesa, è anche e soprattutto un santo dei nostri giorni? La differenza tra la morte di p. Puglisi e quella di altre vittime della mafia è chiara: mentre giudici, poliziotti e altri servitori dello Stato pongono a fondamento delle proprie azioni il dovere, la coerenza, l’obbedienza indiscussa alla legge, chi ha fatto della missione cristiana il proprio fulgido codice deontologico risponde sì alle leggi dello Stato, ma in primis a quella di Cristo: l’amore di Dio e del prossimo. Giuseppe Puglisi è martire cristiano, perché è andato incontro alla morte per essere fedele al suo ministero di prete. Egli è stato un testimone del suo tempo, perché si è fatto carico di tutte le ingiustizie alle quali gli abitanti di Brancaccio erano da anni sottoposti dalle cosche mafiose, da un lato, e dall’indifferenza totale delle Istituzioni dall’altro. Fu un missionario, e come ogni missionario sapeva che la sua stessa presenza, di per sé sola, era motivo di scandalo. E chi versa il proprio sangue per questo, in nome di Cristo e per il suo Vangelo, è un martire.

14 MISSIONI OMI · 03_13 014_021_puglisi.indd 14

24/01/13 16:50


Lei ha molte volte sottolineato che don Puglisi più che un sacerdote “contro e anti” sia stato un prete che ha vissuto in pienezza il suo ministero sacerdotale. È una santità feriale quella di don Pino, innestata nel suo essere parroco. Che cosa privilegiava nella sua attività di pastore? A Brancaccio don Puglisi non si sente un eroe e la sua azione ha un sapore inconfondibilmente evangelico. La quotidianità semplice della pastorale della Chiesa è la cifra del suo ministero: il Vangelo che egli cerca di annunziare e vivere, il Crocifisso che ha scoperto come motivo ispiratore della ortodossia e dell’ortoprassi; il Padre che ama presentare nelle sue conversazioni, scardina e quindi rende improponibile il “padrino”, la cui figura più che derisa, ne è annientata. Puglisi è un prete che fa il suo lavoro amministrando i sacramenti, preparando i bambini alla prima comunione, i genitori al battesimo dei figli, le giovani coppie al matrimonio. Si impegna in tutte le opere di misericordia. E col suo esempio ai sacerdoti dice: agite sempre con semplicità, non per affermare pur nobili ideali civili, bensì per amore di Cristo ed in nome del Vangelo, perché soltanto dove la croce di Cristo e l’autodonazione sono il criterio della vita, il seme del Vangelo cresce, le coscienze maturano

15

MISSIONI OMI · 03_13


news

Notizie in diretta dal mondo oblato messaggi e notizie dalle missioni a cura di Elio Filardo OMI eliofilardo@omimissio.net

Senegal

Marcia ecologica

U

na camminata di otto chilometri, dalla parrocchia di Parcelles Assainies fino ai giardini di Hann - il parco naturale e zoologico di Dakar - giovani cristiani e musulmani insieme, in un clima di allegria e amicizia e, una volta giunti a destinazione, una piccola operazione ecologica per ripulire i viali ed offrire un servizio all’intera comunità. Tutto questo si è svolto il 18 novembre scorso: “La mia fede, un cammino di pace”, marcia organizzata dall’Unione delle Associazioni della parrocchia Maria Immacolata Madre di Dio di Parcelles Assainies, alla quale hanno partecipato circa cinquecento persone. Durante il cammino, p. Claudio Carleo OMI, responsabile della pastorale giovanile nella grande parrocchia oblata situata alla periferia nordovest della capitale senegalese, ha letto alcuni brani di Africae Munus, l’Esortazione Apostolica Post-sinodale pubblicata nel 2011, sulla Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. Il sindaco musulmano di Parcelles Assainies, M. Moussa Sy, ha preso la parola al termine della marcia ringraziando l’intera comunità cristiana per il lavoro svolto quotidianamente a servizio della gente del quartiere, ed ha ribadito l’importanza di camminare insieme, per una convivenza all’insegna della pace e della speranza.

22 MISSIONI OMI · 03_13 022_024.indd 22

20/01/13 14:44


I

l 7 dicembre a Dhaka, nel corso di una tavola rotonda dal titolo La vita e la politica di aiuto a favore dei diritti delle popolazioni indigene: Il punto di vista della Comunità Khasi, è stata chiesta la formazione di una Commissione per risolvere i problemi degli indigeni. All’iniziativa organizzata da Bangladesh Paribesh Andolon (BAPA) e da Adivasi Poribesh Rokkha Andolon (APRA), ha partecipato anche Flora Bably Talang, leader ed attivista per i diritti umani, che, a nome dell’Ufficio oblato Giustizia, Pace e Integrità del Creato (GPIC) in Bangladesh, ha detto: «Noi, della comunità Khasi, siamo figli Il diritto fondiario della foresta. Ci prendiamo cura del foresta e la foresta si prende cura di noi. Abbiamo bisogno di essere protetti e riconosciuti dal governo degli indigeni del Bangladesh. Se la terra non ci sarà concessa legalmente saremo sfrattati. Sappiamo come proteggere e promuovere la biodiversità di colline e foreste. Coltiviamo il betel sull’albero che è parte integrante della nostra vita (…) contribuiamo all’economia del Paese ed allo stesso tempo creiamo lavoro anche per coloro che non appartengono alla comunità Khasi». Nella regione di Sylhet ci sono quasi cento villaggi Khasi. Direttamente o indirettamente, ogni villaggio Khasi (Punji) fornisce posti di lavoro a cinquecento persone. Nel corso della riunione Flora Bably Talang, insieme ad altri relatori, ha espresso la sua bangladesh profonda preoccupazione per la violazione dei diritti umani dei popoli indigeni. (fonte: omiusajpic.org)

Bangladesh

GIORNATA DI PREGHIERA E DIGIUNO PER I MISSIONARI MARTIRI

N

ata nel 1993 per iniziativa delle Pontificie Opere Missionarie italiane, scegliendo come data il 24 marzo, anniversario dell’assassinio di mons. Oscar A. Romero, arcivescovo di San Salvador (24 marzo 1980), la Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri raggiunge quest’anno il suo ventunesimo traguardo. L’iniziativa intende ricordare con la preghiera e il digiuno i missionari e gli operatori pastorali che sono stati uccisi nel mondo. Tra le indicazioni per la celebrazione della Giornata, le comunità parrocchiali e di vita consacrata, i seminari, i noviziati, sono

invitati ad utilizzare le tracce della veglia, della via crucis, e delle altre celebrazione preparate per questa circostanza; a creare in chiesa “l’angolo del martirio” utilizzando una croce, un drappo rosso e scrivendo i nomi delle missionarie e dei missionari uccisi nell’anno 2012; a informarsi se nella propria diocesi ci sono stati missionari uccisi, e a far conoscere la loro testimonianza; a compiere un gesto di riconciliazione. I sussidi e il materiale per la celebrazione della Giornata sono rintracciabili sul sito: www.missioitalia.it/download. php?id=109&sito=Missio

23

MISSIONI OMI · 03_13

022_024.indd 23

20/01/13 14:44


news

Paraguay

Violenza contro gli indigeni

Spagna

Festa interculturale

I

n occasione della novena per la festa della Virgen de Caacupé, la principale devozione mariana del Paraguay che si celebra l’8 dicembre nella Basilica di Caacupé, dove i fedeli si recano in pellegrinaggio da tutto il Paese, domenica 2 dicembre è stato aperto l’Anno della Fede. La celebrazione è stata presieduta dal vicario apostolico di Pilcomayo, mons. Lucio Alfert OMI che si è soffermato in particolare sulla grave situazione delle famiglie indigene di cui è pastore. A nome loro ha denunciato la difficile realtà in cui vivono, la violenza degli speculatori che gli sottraggono la terra e che spingono sempre di più alla deforestazione. Molte di queste zone sono ormai contaminate da agro-tossine e sono state dichiarate come terreno non abitabile. Mons. Alfert ha denunciato che questa situazione impedisce la vita normale di ciascuna famiglia indigena, costringendo alla fuga ed alla ricerca di altre terre. Purtroppo molti indigeni finiscono per vivere nelle tende lungo le strade provinciali, chiedendo l’elemosina per sopravvivere. Alla celebrazione del 2 dicembre hano partecipato indigeni delle etnie Nivaclé, Guarani Ñandéva, Tobas Qom y Makâ. (fonte: fides.org)

Sudafrica

Mons. Verstraete finisce il suo mandato

D

iciassette Oblati il 27 novembre hanno partecipato alla celebrazione eucaristica al ‘Good Shepherd Retreat Centre’ di Hartbeespoort, per salutare mons. Daniel Verstraete OMI in occasione del suo rientro in Belgio. Giunto in Sudafrica nel 1950, ha svolto la sua missione in diverse parrocchie a Soweto, nell’arcidiocesi Johannesburg. Il 9 novembre 1965 è stato nominato prefetto apostolico del Transvaal Occidentale e il 27 febbraio 1978, al momento dell’erezione a diocesi della Klerksdorp, è stato designato come primo vescovo. Nel 1994 si è ritirato per motivi di salute ed ha fondato il “Good Shepherd Retreat Centre”, un luogo di preghiera e di riposo per persone di tutte le fedi. (fonte: omiworld.org)

A

gasajo Navideño è la festa natalizia del Gruppo socio-culturale e cristiano che si è tenuta domenica 23 dicembre nella parrocchia Virgen Peregrina di Madrid. Gli Oblati di Diego de León hanno accolto con grande gioia i partecipanti a questa iniziativa interculturale che coinvolge gente proveniente da Bolivia, Equador, Perú, Cile e Paraguay. Dopo la celebrazione Eucaristica p. Antón Pacho ha dato il benvenuto a tutti i partecipanti e p. Otilio Largo ha rivolto un breve messaggio di Natale. Durante la festa, la consegna di alcuni premi da parte della Caritas, una rappresentazione natalizia, l’esibizione con danze tradizionali da parte del gruppo del Perù e gli assaggi di alcuni piatti tipici. Il Gruppo socio-culturale e cristiano, fondato da p. Ignacio Escanciano, si incontra ogni domenica in parrocchia dedicando del tempo al confronto su questioni legate alla vita quotidiana. Ultimamente sono stati organizzati un laboratorio di pittura ed uno di preghiera. (fonte: nosotrosomi.org)

24 MISSIONI OMI · 03_13 022_024.indd 24

20/01/13 14:44


mgc news

Santa Maria a Vico Convivenza delle ragazze

GMG, Brasile 2013

Mancano meno di duecento giorni alla Giornata mondiale della Gioventù che si svolgerà in Brasile dal 23 al 28 luglio. Nei giorni che precedono il programma a Rio de Janeiro, e precisamente dal 18 al 22 luglio, i giovani di tutto il mondo che condividono il carisma oblato si incontreranno al Santuario nazionale di Aparecida. Per avere informazioni e conoscere notizie sul programma oblato si può cliccare su www.jomibrasil.com/it Il sito di riferimento per i giovani italiani che parteciperanno alla GMG brasiliana è www.gmgrio2013.it

U

n’esperienza fortemente voluta questa mini-convivenza svoltasi dal 18 al 20 dicembre. Abbiamo inaugurato, per la convivenza, alcuni locali della casa oblata di S. Maria a Vico (Ce) e - a dispetto della conoscenza del posto - tutto, era per noi, una novità. La prima cosa che abbiamo percepito è il grande calore della comunità oblata che, nonostante sia formata da tanti oblati anziani, ci ha accolto con grandissimo entusiasmo. Condividendo gli stessi luoghi, abbiamo sperimentato la bellezza e la semplicità della vita giornaliera e abbiamo sentito la presenza di un “Dio vivo” tra noi che si manifesta attraverso le debolezze e i talenti. Alla fine della convivenza eravamo cariche di tante esperienze, ma soprattutto ognuna portava dentro di sé parte della vita e della quotidianità dell’altra. Questa convivenza è stata una vera scuola dell’Amore, una scuola di relazioni, di condivisione e di accoglienza, dove l’unico maestro era Lui, che ci ha dato la grazia e il calore del suo amore per vivere questa esperienza di cui ognuna ha fatto tesoro. Carmen e Tonia

Messina C

Quelli del venerdì

on gli organismi diocesani con cui stiamo collaborando dall’anno scorso per realizzare momenti di animazione missionaria in città, quest’anno abbiamo sentito l’esigenza di un posto in cui stare insieme, non per fare incontri, pregare e parlare di missione, ma un posto che potesse servire anche per coinvolgere nostri amici che in chiesa e agli incontri non verrebbero mai anche solo per partito preso. E così, grazie alle suore del Divino Zelo che ci hanno messo a disposizione i loro locali, il secondo venerdì di dicembre ci siamo incontrati la

prima volta per una tombolata. L’esperienza che abbiamo è poca, ma l’importante è che a collaborare all’organizzazione di queste serate, che avranno cadenza bisettimanale, siano ragazzi provenienti da gruppi diversi. Finora siamo noi dell’MGC, il missio giovani e il gruppo portato dalle suore del Divino Zelo. La bellezza dell’iniziativa è che è completamente giovanile ed è una sfida grande per noi, visto che dipende da quanto noi ragazzi ci metteremo in gioco per portarla avanti e lavorare insieme. Giovanni

25

MISSIONI OMI · 03_13

025_027.indd 25

24/01/13 18:23


una foto per pensare

L’ora di D

fa spaz io Len tamen te si lla vita , nel fluire de affannosa nella ricerca che sfugge . di qualcosa È lo scoccare richiamo di un nuovo elare capace di sv lla vita . il segreto de

28 MISSIONI OMI · 03_13 028_029.indd 28

24/01/13 17:00


Dio

foto Alessandro Milella, alexmil@tele2.it testo Claudia Sarubbo, claudia.sarubbo@yahoo.it

29

MISSIONI OMI 路 03_13

028_029.indd 29

20/01/13 14:56


fatti

Chiara è nata e non morirà mai più

La storia di una giovane donna, testimone autentica di vita cristiana. La regola dei “piccoli passi possibili” di Angelica Ciccone angelica.ciccone@gmail.com

C

hiara Corbella aveva ventotto anni, era una donna, una moglie e una mamma. Era una ragazza della mia età, appartenente a questa generazione che soffre il problema della disoccupazione, del mettere su famiglia, della precarietà della vita in tutti i suoi aspetti. Eppure Chiara ha saputo rispondere a questa società “in crisi” facendo della sua vita un progetto divino. Le persone che in questi mesi hanno seguito la sua storia e quella di Enrico Petrillo, suo marito, si sono commosse, arrabbiate, scandalizzate, convertite. Ma cosa può dire a noi cristiani questa ragazza di Roma che ha vissuto un’esistenza così felice ed è salita in cielo con una felicità ancora più grande?

30 MISSIONI OMI · 03_13 030_033.indd 30

24/01/13 17:07


Una storia che interroga Chiara nasce il 9 gennaio 1984. Cresce frequentando la parrocchia e, durante un viaggio a Medjugorje, conosce Enrico, con il quale si fidanza. Pochi anni e, dopo aver fatto ad Assisi un cammino di formazione per fidanzati, Chiara ed Enrico si sposano nel settembre 2008. Ha ventiquattro anni Chiara. Pochissime ragazze ormai si sposano a quell’età, perché non si hanno certezze, perché ci si vuole godere la vita, perché non si è preparati ad abbracciare un progetto di vita per sempre. Lei ed Enrico, invece, si fidano di Dio e della Provvidenza e si lanciano in questa “volontà di Dio”. Chiara rimane subito incinta di una bambina, ma già dalle prime ecografie alla bimba viene diagnosticata un’anencefalia: incompatibile con la vita, dicono i medici, morirà appena nata. Chiara ed Enrico accolgono la notizia e si rifiutano di abortire. Vogliono dare alla bambina la possibilità di vivere quanto Dio vorrà. Chiara porta avanti una gravidanza difficile fino al

Sì Enrico, la croce è dolce come dice il Signore giorno in cui nasce Maria Grazia Letizia, che viene battezzata e sale al cielo dopo trenta minuti. Chiara racconta questa esperienza durante un incontro ad Assisi, una testimonianza che si può vedere e ascoltare in un video su Youtube, nella quale afferma quanta gioia loro abbiano sperimentato davanti a questo avvenimento. Chiara ed Enrico non si rassegnano e pochi mesi dopo arriva un’altra gravidanza. Anche stavolta il bambino è incompatibile con la vita per alcune gravi malformazioni, di nuovo la gravidanza viene portata a termine e nasce Davide, che vive poco più della sorellina.

In questa pagina un’immagine del funerale di Chiara, che dimostra quanto amore abbia dato e ricevuto e la copertina di una pubblicazione che racconta la sua scelta. In apertura Chiara Corbella con suo marito, Enrico Petrillo.

Arriva per Chiara anche la terza gravidanza. Il bambino è sano e nascerà senza problemi. Al quinto mese, però, a Chiara viene diagnosticato un tumore alla lingua. Provano ad intervenire, ma non funziona; c’è bisogno di cure più serie e specifiche. Chiara, però, rifiuta di farsi curare, perché metterebbe a rischio la vita di suo figlio. Il 30 maggio 2011 nasce Francesco e subito iniziano le cure contro il tumore. Ma ormai è troppo tardi e nessuna cura funziona. Ad aprile 2012 i medici le dicono che non ha nessuna speranza di vita e il 13 giugno 2012 sale in cielo. Dice Enrico: “Questa Croce - se la vivi con Cristo - non è brutta come sembra. Se ti fidi di lui, scopri che in questo fuoco non bruci e che nel dolore c’è la

31

MISSIONI OMI · 03_13


MISSIONI

OMI P. Vincenzo Bordo OMI in Corea

Il Natale, celebrazione dell’incarnazione di Dio nella storia, non è il dolce e romantico ricordo di un bel Bambino, riccioluto e pasciuto che è venuto con gioia e spensieratezza a far festa in mezzo a noi, ma è la risposta d’amore di un Signore compassionevole e misericordioso che ha ascoltato il nostro grido di dolore. Sento suonare alla porta e vado ad aprire. Davanti a me c’è un signore dai lineamenti ben curati che porta sul fianco della cintura una forbice da potatura e un seghino. Mi chiede di poter tagliare e sistemare gli alberi del nostro giardino. A me sembra che non ce ne sia bisogno e quindi rifiuto la sua richiesta. Lui

replicando mi dice: “Ho bisogno di guadagnarmi la giornata. Mi dia questa opportunità”. A quelle parole lo lascio entrare e comincia il suo lavoro. In un momento di pausa gli offro un caffè e ci mettiamo a parlare. Mi racconta la sua penosa esperienza: “Ero un dirigente di una grande industria. Vivevo agiatamente ed avevo una bella casa con un piccolo giardino proprio come questo. Per hobby il fine settimana lo passavo curando il mio prato ed i fiori. Così, a poco a poco, ho imparato questa arte. Quando la fabbrica è fallita mi hanno licenziato in tronco. All’improvviso mi sono trovato senza lavoro e con tre figli giovani da mantenere. Ho provato a

fare tante domande qui e là ma nessuno, vista la mia età non più giovane, mi ha accettato. Dovendo sostenere la mia famiglia mi sono messo a fare questo lavoro. Alcune volte riesco a guadagnarmi la giornata altre volte invece trovo solo porte chiuse. Quelle sere non vorrei tornare a casa… mi vergogno di non poter offrire niente ai miei amati”. Ogni mattina uscendo di casa incontro immancabilmente la signora che consegna il latte porta a porta nel nostro quartiere. È da anni che ci conosciamo e per questo ci salutiamo sempre con cordialità. Una volta ha iniziato a raccontarmi la sua pietosa storia: “Mio marito lavorava e guadagnava uno stipendio che ci faceva

vivere dignitosamente. Ma una mattina all’improvviso egli venne colpito da una paralisi. Mesi e mesi di dolore e di costose cure soltanto per recuperare, in parte, l’abilità motoria. Nel frattempo ho cercato un impiego, ma accudire mio marito e lavorare erano due realtà che non si conciliavano. Così ho trovato questa occupazione precaria che però mi permette di vivere e sostenere la mi a famiglia”. Quante realtà di afflizioni intorno a noi e noi nemmeno ce ne accorgiamo! L’occasione giusta, per noi, che ci diciamo seguaci di Gesù, per aprire il cuore. Vedere e ascoltare il grido dei mali di tanti uomini e donne che patiscono intorno a noi. Incarnarci nel loro dolore, farci compartecipi in qualche modo della loro sofferenza. Condividere con loro quello che possediamo: tempo, denaro, interesse, preghiera e la vita stessa impegnandoci nel volontariato. Vincenzo Bordo OMI Corea

38 MISSIONI OMI · 03_13 037_038_2.indd 38

24/01/13 16:52


lettere dai missionari

MISSIONI

OMI

Qui Uruguay

A novembre si è tenuto l’incontro di delegazione degli OMI dell’Uruguay. È stata un’occasione per conoscere la realtà oblata, per comprendere meglio la storia di questa delegazione che vede presenti in questo momento tredici missionari OMI sul territorio, distribuiti in quattro case. Sono stati giorni di valutazione della nostra vita comunitaria e del lavoro pastorale, uno spazio per dialogare, per interrogarci sul futuro della delegazione, di ricerca

delle priorità nell’azione di evangelizzazione. È stata presentata la valutazione del lavoro svolto nei Centri educativi (la Scuola San José e il Centro Talitakum) grazie agli interventi di Rosario e Veronica, quest’ultima una COMI impegnata nell’attività di recupero degli adolescenti che abbandonano il percorso scolastico ordinario. Giorni di lavoro, di confronto trasparente, ma anche di distensione: le pause tra una sessione e l’altra, bevendo un mate, sono stati i momenti migliori per conoscere meglio le persone con cui sto condividendo un pezzo della mia vita e della mia formazione oblata.

anni. Ora è un monaco felice e ringrazia Dio per quella clarissa grazie alla quale ha seguito la sua vocazione. Insieme a lui, c’è Pierre Nicolas Natalino (il terzo nome è in onore di un oblato): nativo della Casamance, è cresciuto a Parcelles, impegnato

molto attivamente nella vita della parrocchia oblata. Venticinque anni, comincia il quarto anno di noviziato e ha le idee molto chiare. Nella vita cristiana, mi dice, contano due cose: la qualità - più della quantità - e sentire Dio nel cuore. Come dargli torto?

di Luca Polello OMI poleesdra@gmail.com

Condividere, base della missione

Qui Senegal di Gianluca Rizzaro OMI gianlucarizzaro@gmail.com

Sentire Dio nel cuore Fondata nel 1963, situata 50 km a nord di Dakar, Keur Moussa è la prima abbazia contemplativa nella storia dell’Africa. I monaci - tra

professi, novizi e postulanti sono 41 - seguono la regola benedettina. Preparano liquori e marmellate, rilegano libri, accudiscono gli animali e costruiscono le kora, strumenti musicali tipici di questa parte d’Africa. L’abate ci accompagna per un po’, poi ci presenta il decano dell’abbazia, ultimo rimasto tra i nove fondatori. Dopo la messa, due monaci si fermano a pranzo con noi. Jean Louis Marie è l’unica vocazione della Guinea-Conakry. Primo di ventiquattro figli, è riuscito ad entrare in abbazia solo nel 2001, a quarantotto

39

MISSIONI OMI · 03 _13

039.indd 39

20/01/13 15:14


LE NOSTRE COMUNITĂ€,

SPAGNA

MISSIONARI OMI Parroquia de San Leandro Calle Escalona 59 28024 Madrid (Spagna) www.parroquiasanleandro.es

www.facebook.com/missioniomi www.missioniomi.it www.omi.it 0IV_cop.indd 3

MISSIONI

OMI 24/01/13 17:03


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.