L'ESDEBITAZIONE Come funziona?
.................................................... SE TRE MILIARDI DI PAGAMENTI ELETTRONICI vi sembrano tanti
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............................................. LE REAZIONI AVVERSE DEL NICKEL IL BARBECUE ...........................................
ANNO V - N.1 - APRILE 2015
IL CAPITALE UMANO
Per il futuro dell'Italia è importante il capitale relazionale
MILANO 2015
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editoriale
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I MALI D'ITALIA LAVORO E SALUTE PARTIAMO DA QUI
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ome possiamo trovare le soluzioni giuste ai tanti mali d’Italia, se non troviamo le soluzioni giuste ai suoi primi e gravissimi mali della mancata produzione e della salute, sempre più compromessa da gravi sofferenze ambientali? L’Italia non produce; non producendo, inevitabilmente è in crisi il lavoro e la mancata ricchezza che si fa sentire tragicamente nel sistema Paese, sempre più impoverito; sempre più dal futuro negato. La non - produzione causa ed effetto del non - lavoro, è il primo grave male dell’Italia; un male da cui dover necessariamente guarire per non morire; un male che cancella il futuro delle nuove generazioni, a cui la generazione dei padri, ha cancellato anche la speranza. Il sistema Italia, pubblico e privato, è in grave crisi; sarebbe folle continuare a tenerlo in piedi nelle attuali condizioni fallimentari che non giovano a nessuno e soprattutto al futuro del nostro Paese. Approfittando della crisi, su cui bisogna intelligentemente intervenire al più presto, altrimenti sarà troppo tardi, considerate le condizioni ormai arrugginite e quindi scarsamente funzionali del sistema produttivo italiano, bisogna con il contributo allargato di tante nuove idee italiane, pensare ad un Progetto Italia, funzionale alla produzione italiana, nel rispetto della dignità del lavoro. Dovrà essere un Progetto per una nuovo cammino italiano, basato sull’innovazione, sull’u-
so intelligente delle tecnologie e soprattutto e prima di tutto, sul rispetto del capitale umano, la prima insostituibile risorsa necessaria a far rinascere l’Italia. Bisogna innovare e convertire intelligentemente e con il dovuto impegno tutto il vecchio della produzione italiana; tutto quel vecchio non rinnovato che tanto male ha fatto e fa all’Italia e soprattutto alla salute degli italiani con i tanti veleni che hanno ammorbato il suolo italiano ed hanno fatto ammalare gli italiani di tutte le età, bambini compresi, morti per colpa di quei criminali inquinatori d’Italia che, senza farsene scrupoli, hanno riempito il suolo ed il sottosuolo italiano di veleni con conseguenze disumanamente tragiche, per gli anni a venire in un’Italia mortalmente avvelenata. Nel pensare all’Italia del lavoro, bisogna partire dal capitale umano e pensare ad un lavoro sicuro, cancellando quelle tante zone a rischio che hanno fortemente compromesso il futuro del nostro Paese. Occorre un nuovo sistema di produzione italiana; tanto, utilizzando al meglio e prima di tutto, le tante risorse italiane; tanto, con alla base un sistema di energie alternative da fonti rinnovabili, necessarie a ridurre il rischio di inquinamento e tutti gli attuali sprechi da fonti energetiche esauribili ed a caro prezzo. Bisogna in modo virtuoso, essendo le fonti energetiche, di rilevante importanza per la produzione e la vita italiana, pensare a quelle energie rinnovabili già attivate in tante parti dell’Occidente.
È vitale innovare; è assolutamente necessario usare le tecnologie intelligenti e soprattutto introdurre sistemi informatici a garanzia di produzioni più sicure ed a minori costi. Il lavoro italiano, sempre che lo si voglia, è assolutamente possibile. L’Italia che produce non è solo uno slogan; è anche una certezza assoluta. Bisogna riporre la dovuta attenzione sulle caratteristiche ormai sconosciute ai più, del suolo italiano; delle produzioni italiane, tra l’altro, fortemente legate all’ artigianato artistico, al campo della moda e dell’enogastronomia, fonti di un made in Italy, ancora oggi ricercato in tutte le parti del mondo. Per ridare all’Italia quelle certezze umane, ormai negate da un mondo del lavoro non più competitivo, per cui tutto da riconsiderare, occorre conoscere a fondo l’Italia, partendo dal suolo, dai mestieri, dai saperi e da quell’impegno italiano in giro per il mondo che, tornando da dove è partito, potrebbe dare al nostro Paese, quell’importante contributo di idee nuove, necessarie per il nuovo italiano, nel rispetto dell’antico e soprattutto nel sacro rispetto di quel capitale umano, oggi marginalizzato, abbandonato a se stesso e ridotto a capitale residuale, senza lavoro e senza prospettive di un futuro possibile. Tra l’altro, nel Progetto di una nuova Italia, insieme al lavoro, è assolutamente necessario, liberare soprattutto il Sud, dalla malavita organizzata, ridando ai territori, la presenza dello Stato, per troppo lungo tempo del tutto assente che ha costretto a piangere i loro figli continua a pagina 7
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MISTER MAGAZINE ANNO V - N.1 - APRILE 2015
08 | LETTERA APERTA AL RAGAZZO D'ORO mettere in piedi l'attualità
10 | EQUITALIA: IL PIGNORAMENTO
della prima casa è leggittimo? cassazione III, 19270/2014
12 | SE TRE MILIARDI DI PAGAMENTI elettronici vi sembrano tanti
14 | COSTITUENDA BFI
banca federale italiana s.p.a.
15 | ENTRA IN VIGORE IL PROCEDIMENTO di esdebitazione. Come funziona?
17 | FACCIAMO IMPRESA INSIEME... entra in UniPoste S.p.A.
20 | COME CONIUGARE PROFITTO E SOCIALE: UniPoste S.p.A.
23 | PRIMO SOCCORSO IN PILLOLE
domande e risposte per fare la cosa giusta in caso di infortuni
SOMMARIO
24 | LE REAZIONI AVVERSE DEL NICKEL 26 | IL DOLORE
sintomatologia e criteri di valutazione
28 | IL BARBECUE 30 | IL ROSMARINO
nome scientifico: rosmarinus officinalis l.
32 | EXPO 2015
nutrire il pianeta, energia per la vita
38 | FRANCO ALFIERI
alla regione con De Luca
EDITORE
Paduano S.r.l.
DIRETTORE EDITORIALE Francesco Paduano
DIRETTORE RESPONSABILE Giuseppe Lembo
CAPO REDATTORE
40 | RASSEGNA TEATRALE INVERNALE
Carmen Lotoro
42 | ARGENIO, IL SARTO DI BORBONE
REDAZIONE
"dal mito al più infinito" a Paestum
46 | EDUCANDOCI ALL'ARTE 50 | IL CAPITALE UMANO
per il futuro dell'Italia è importante il capitale relazionale
55 | PANKRATION
pan (tutto), kratos (potere)
56 | CUCINARE A KM 0 58 | MR. MOVIES
storia di una ladra di libri, il coraggio dietro le parole
Annalisa Botti Danilo Perillo Carla R. Buonocore
HANNO COLLABORATO:
D. Corsini, A. Cassese, N. Calogero S. Cavalli, L. De Valeri, F. Di Lorenzo, F. Di Vita, G. Di Vita, M. E. Ferrara, E. La Greca P. La Palomenta, G. Petrizzo, L. Romano, E. Serra
PUBBLICITÀ & MARKETING Carmen Lotoro
WEB & GRAFICA Danilo Perillo
STAMPA
Tipografia CGM srl
www.tipografiacgm.com - 0974 844039 www.mistermagazine.it
Testata Mr. Magazine Free Press | Iscritta registro della stampa periodica n. 21/2011-885/011 R c/o Tribunale di Salerno. Paduano S.r.l.| Via G. B. Vico, 2 - 84043 Agropoli (SA) P.IVA 04658650652 Tel. 0974.827010 pbx | info@mistermagazine.it È vietata la riproduzione, anche parziale, dei contenuti. Questo periodico è aperto a quanti desiderano collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”. La pubblicazione degli scritti, articoli e note sono subordinata all’insidacabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione commerciale/professionale con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo esclusivamente gratuito. Ai sensi della legge 196/2003 e successive modifiche l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico e/o di comunicazioni promozionali anche via web. Ai sensi degli art. 7 e 10 ai suddetti destinatari è data facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione all’Editore info@mistermagazine.it. Per eventuali rapporti di collaborazione convenuti si conviene il foro competente esclusivo è quello di Vallo della Lucania (SA).
Dott. Francesco Paduano Business Partner CABEL IP Consulting & Development Project Co-Branded Studio Paduano & Partners 84043 Agropoli (SA) - Via G.B. Vico, 2 | via Ludovisi, 35 ROMA Tel. 0974 82.70.10 - www.studiopaduano.eu
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per quell’indifferenza complice, assolutamente ingiustificata, di chi doveva fare il proprio dovere e non l’ha fatto. Occorre restituire agli italiani traditi, il maltolto e pensare finalmente ad un futuro capace di coniugare insieme, così come conviene, lo sviluppo, l’ambiente, e la salute dei cittadini. Non si può pensare al mondo del lavoro in condizioni gravemente negative, da trasformarsi in vera e propria catastrofe per l’uomo, vittima di un falso modo di intendere l’avanzata tecnologica nel mondo industriale. Non può essere assolutamente consentito all’Italia del futuro possibile che il diritto di tutti i cittadini possa ancora essere sacrificato al solo vantaggio dei pochi. Tanto, non deve succedere; tanto, non deve assolutamente succedere. Non deve, tra l’altro, succedere che l’uso-abusato dell’industria inquinante, si trasformi, in una vera e propria catastrofe per l’uomo non solo nel presente, ma sempre più gravemente, anche per quelli che verranno. Non deve essere consentito, soprattutto al Sud, così com’è stato fino adesso, l’uso-abusato delle risorse arrecando danni ad altri; sfruttando risorse naturali collettive, ossia di tutti, come avviene in tante realtà territoriali con cumuli di rifiuti, simboli del nostro falso progresso che, così com’è, è considerato utile solo per alcuni che, indifferenti per il reale pericolo per la salute, hanno egoisticamente assunto atteggiamenti negazionistici su di un pericolo purtroppo reale; su di un pericolo purtroppo vero. Tale, l’uso-abusato dell’amianto che, nel lontano 1992, per la sua pericolosità, con la legge 257 veniva messo al bando anche se, ancora oggi, siamo di fronte ad una legge fortemente disapplicata, con un altissimo prezzo in termini di vite umane, causate da un disastro ambientale colposo, responsabile di altrettanti omicidi colposi attribuibili agli egoismi umani della malasocietà italiana. Tutto a causa di una malapolitica assolutamente da cancellare; assolutamente da eliminare in quel Progetto di una nuova Italia, dove non ci deve essere posto per la malapolitica, una mala pianta da estirpare in tutte le diverse realtà umane del Paese Italia ed oltre dell’Europa, dell’Occidente e del mondo. Nel nuovo sistema Italia, tutto da costruire con le buone idee degli italiani, il lavoro deve essere per l’uomo e non contro l’uomo; non è assolutamente pensabile ad occasioni di lavoro che, per il profitto di pochi, possa diventare una causa maledetta a tutto danno della salute delle persone; tanto, tra l’altro, sempre più spesso, con grave danneggiamento per l’ambiente, irresponsabilmente avvelenato. Bisogna fermarsi! Bisogna fermarsi a riflettere!
Bisogna riportare il nostro Paese ad una dimensione normale e civile, nonché responsabile in tutta l’organizzazione del lavoro non più e solo con il profitto al primo posto, del tutto indifferente; del fatto che la gente si ammali per poi morire. In Italia, per colpa degli uomini, le condizioni ambientali, con conseguenti gravi danni per la salute della gente, nel corso degli anni si sono fortemente aggravate. Tanto, per effetto di un lavoro speculativo finalizzato al solo fine di trarne dei vantaggi economici del tutto indifferenti per la salute dei cittadini e per una sana conservazione dell’ambiente che, nel tempo, per l’uomo che lo abita, si è andato maledettamente trasformando in gravi patologie ambientali, soprattutto, per effetto ed in conseguenza dello sversamento illegale di rifiuti tossici. L’Italia non ha, purtroppo, saputo garantirsi né il lavoro, né la salute. Un dato allarmante ci dice che ben cinque milioni di italiani, di cui un milione composto da bambini, vivendo nei pressi di aree contaminate, corrono un più alto rischio di mortalità (4 – 5%). I gravi insulti ambientali a cui, soprattutto al Sud, è stato sottoposto il nostro Paese, hanno gravemente compromesso la salute dei cittadini, trasformando irresponsabilmente così i contesti lavorativi fortemente a rischio, in cause scatenanti di insorgenza di malattie mortali per l’uomo; tanto, portandosi, tra l’altro dietro, anche profonde e gravi modificazioni genetiche. Oggi nella dimensione globale del vivere umano sulla Terra, come ci dice Antonio Giordano nel suo recente libro “Monnezza di Stato”, anche piccoli eventi, in apparenza insignificanti, possono, in combinazione con una pluralità di variabili, avere effetti imprevedibili e devastanti nei più generali sistemi biologici, fisici, chimici, sociali ed economici. Tutto questo ci porta a ben riflettere su quanto detto da Einstein “Non possiamo pretendere di risolvere i problemi pensando allo stesso modo di quando li abbiamo creati”. È importante partire da qui. È necessario, ci dice il mondo della scienza, un attivo connubio di mentalità, affiancando alla scienza la “conoscenza”; trattasi di due parole importanti, dal diverso uso, che derivano dalla medesima radice latina “scire” che significa sapere, conoscere. Nel futuro, sempre più confuso, l’uomo avrà di fronte scenari veramente tristi. Scenari che devono, per evitare il peggio, necessariamente portare a cambiamenti profondi, invertendo il più possibile, l’attuale soglia degli interessi umani; bisogna assolutamente pensare, come obiettivo finale, di sviluppare
nuove strategie per la prevenzione e la cura delle malattie, molte delle quali sconosciute, che hanno come naturale luogo di incubazione proprio quel mondo del lavoro sempre più negato, sempre più tradito, sempre più tra l’altro, avvelenato di UOMO. È assolutamente importante ridurre al minimo i guasti ambientali; molte delle malattie che oggi colpiscono la vita dell’uomo oltre ad essere legate a fattori genetici sono intimamente collegate a devastanti fattori ambientali, la cui contaminazione può essere a tal punto nociva da danneggiare gravemente anche il cervello e/o il feto di un bambino che così, può nascere con malformazioni che ne segneranno disumanamente il corso della vita, che, per tutti i mali che si porta dentro, si tratta di una vita negata, il frutto di un fare umano egoisticamente sbagliato; egoisticamente basato sul tradimento umano di uomini caini, gli uni contro gli altri armati. Salute e lavoro sono due aspetti interagenti della vita umana; oggi, come non mai, l’una è intimamente collegata all’altro, da cui ne può subire danni anche mortali, come nel caso delle patologie territoriali conseguenti ai tanti disastri ambientali per sole responsabilità umane. Non è più tempo dell’indifferenza; bisogna prendere ed a fondo, conoscenza dei problemi, come quelli primari che riguardano il lavoro e la salute. Tanto è necessario come un fatto di conoscenza che implica il nostro essere uomini liberi; indica, prima di tutto e soprattutto, il nostro sacro diritto alla vita, un diritto che possiamo difendere solo se siamo forti culturalmente e moralmente.
Giuseppe Lembo Direttore Responsabile
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di Giuseppe Ianniello
Attualità
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LETTERA APERTA AL RAGAZZO D'ORO mettere in piedi l'attualità (seconda parte)
elfie. Foto, selfie. Lui ne sa qualcosa, il Ragazzo d'Oro s'intende. Per chiunque lo incontra a gratis un selfie come ricordo. E chi se lo scorda, direte voi. Lui lo sa, il Ragazzo d'Oro. Deve accaparrarsi la simpatia del suo popolo, deve stare tra la sua gente. La gente italiana. Le ultime foto di politici che ci ricordiamo sono un po scabrose. Paillette, festini, barche, bandane, musica e seni all'aria. Venghino signori, venghino. Il teatro delle assurdità. Ed ora cambia tutto. Un selfie. Il ricordo dell'uomo del popolo, il ragazzo vincitore che ha preso Firenze e ne ha fatto molto di più (direbbe Jovanotti). Oggi con le nonne, abbracciate quasi a difenderle, su una copertina di una rivista italiana. Domani in bicicletta tra le vie ripulite di marcio della sua città. Dopodomani magari con una giacca di pelle, in prima serata, in un programma di “amici”, dove alla sua uscita hanno iniziato a spettegalore “Smettila, non sei fonzie!”. Magari era periodo di europee. L'italiano sfiduciato non smette di osservare i suoi comportamenti. Sempre li. Sveglia, saluta, prende di corsa il caffè, via in ufficio. Ritorna, il sole. Si alza le maniche della camicia. Resta immobile fuori la porta della cucina. È ora di pranzo. Sospiro. Si siede. Non riuscirà, neanche stavolta a dare una risposta al figlio. Prende tra le mani la forchetta. Colpisce una penna. Pensa che lui, italiano sfiduciato, queste scene già le ha viste. Art attack. Prendi una foto dei primi anni duemila, ora elimina la bandana. Sostituisci la faccia del Maestro emerito Apicella e tac. Un selfie. Il ragazzo d'Oro in camicia bianca, con il suo bel sorriso che abbraccia la sua nonna. Cos'è cambiato allora? “Comunicazione politica figlio mio!”. La nuova politica si basa sull'arena. Quella mediatica. Il politico 2.0 è una macchina da combattimento. Un esempio da seguire, e siccome ce ne sono rimasti pochi, d'esempi buoni. Lui, il Ragazzo d'Oro non può sbagliare di una virgola. È tutto un gioco di sopravvivenza, vince il più forte. Il più fotogenico. Chi si sa muovere meglio tra i riflettori. Tra i tweet. Il primo fu di Jack Dorsey datato 21 Marzo 2006 con scritto “Just setting up my twtter”. Da quel giorno divenuto contenitore di tante idee e pensieri. Alcuni spazzatura. Pattume. Lui lo sa bene, 8
MR. MAGAZINE | aprile 2015
il Ragazzo d'Oro si sbizzarrisce a digitare opere, pensieri e omissioni. Ti fa capire che anche lui ha il tuo stesso cellulare, magari con una S in più, magari con una cover “divertente”. Ma è un uomo come te, usa il tuo stesso portale e sopratutto la sua tastiera è uguale alla tua. Ci vuole un po' d'inventiva. Un hashtag divertente. Il signore continua a stare li, in preda ai suoi bocconi. Ripensa che tutti i giorni tutti i santi giorni, ha visto persone differenti. Era giovane. Vent'anni di novità, del piccolo uomo capace di scalare l'Everest. Ardimentoso eroe di mille imprese. Ecco, eroe di mille imprese. L'imprenditore italiano che riesce dopo un passato da suonatore di piano bar a prendere lo stivale e farlo diventare una bellissima scarpa da donna, tacco 12, elegante, prima. Una scarpa sempre da donna, da donna sensuale, approfittatrice, poi. Monti. Il sign. Mario. Pluripremiato, blasonato. Il professore dell'operazione difficile, dolorosa. Quello della cicatrice sull'addome. Un enfasi unica. Parlava agli italiani con un aria stanca. Dolorosa. Cadensando il tutto dal ticchettio delle lacrime della Fornero. Giorno particolarmente estivo. Caldo. Via Nazionale. Roma. Un sole caldissimo. Eravamo io, amici, giornalisti e qualche simpatizzante non convinto. Tocca a lui. Il professore. Con la stessa simpatia di un professore delle medie sale sul palco ed inizia il suo discorso. “Che palle, domani questo spiega”. La situazione era questa. Tutti sudati. Impazzienti della fine. A sentire numeri, numeri, numeri e numeri. Qualche raccomandazione. Spendig Review. La parola veniva usata da congiunzione a tutto. Pure i simpatizzanti iniziarono a cedere. Luigi Bersani, sinistroide anche lui poco convinto della situazione. Ci ricordiamo di lui per il famoso Giaguaro. L'animale. Un giaguaro. Enrico Letta. Nipote. Figlio di una sinistra che Renzi proprio non lo vuole vedere. Lui, il ragazzo d'oro sorride. Già sa. Figlio di una sinistra che inizia a fargli la guerra. Messo al muro. Senza alcun motivo. Fucilato. Fuoco amico da tutte le parti. Fuoco. Il Ragazzo d'oro, si mette la divisa e scende in guerra con lo charme incontrastato che lo distingue. Si muove a suo agio tra i grandi della terra. Amico d'Obama. Poi al parlamento europeo dove sfoggia un inglese di quelli “ganzi”, come direbbe lui. Chissà di che parla con loro. Cose per noi
inascoltabili? Il signore è sempre li, a tavola. Mastica con calma i suoi bocconi e ripensa che un profilo a livello internazionale l'avevano avuto solo lui, il Ragazzo d'Oro ed il Re Silvio. In maniere differenti. Il primo tiene testa ai potenti, annuendo poi a tutte le loro scelte. Il secondo, invece, si divertiva a negoziare, trovare accordi, e poi annuiva a le loro scelte. Loro. Chissà se il Presidente USA nella sua gita in Europa già parlava di armi ai Curdi. O se era solo pura e semplice organizzazione. O magari una domanda “Stai con me?”. Il Capo di Stato di Città del Vaticano ci ha visto lungo. Lui, il buono. L'uomo del popolo. In un periodo di debolezza è apparso lui. Lo share della chiesa si alza vertiginosamente. Il buono, lui. Al Bar si sente in lontananza. “Francesco, il papa più buono del mondo, il povero. Ora si interessa anche di politica?”. Wikipedia risponde: “Sovrano assoluto dello Stato della Città del Vaticano”. Un capo di Stato. Buono. Un capo di Stato. Di ritorno dalla Corea si lascia scappare “siamo in un mondo in guerra, tanto che, qualcuno mi diceva, lei sa, padre, che siamo nella terza guerra mondiale, ma a pezzi?”. Iraq/Ucraina/Gaza/Siria/Afghanistan/Libia/Sud Sudan/Nigeria/Republica Centroafricana. E così via. Paesi insanguinati. Il Ragazzo d'Oro aveva una preoccupazione. Riportare due servitori dello stato nel proprio paese. Detenuti, per le norme del diritto internazionale, ingiustamente in India. Echec, direbbero i Francesi. Caduta. L'ultima preoccupazione è di fornire gli armamenti al popolo Curdo per combattere il Terrorismo. Non per ristabilire la pace. Combattere il terrorismo. Di una guerra dove a rimetterci sono i poveri, gli interessi sono di altri.Violazione ancora una volta del diritto internazionale. Come fai a spiegare ad un sedicenne che tutto questo è giusto che è così che deve andare. Una testa in grembo.Testa di umano. Un uomo incappucciato. L'altro senza vita. Sangue.“Messaggio all'America”. James Foley, quarantenne. Reporter freelance di Boston. Siria, gennaio 2013. Rapimento. Agosto 2014. Morte. “Non siamo mai stati così orgogliosi di nostro figlio” punto.
Ianniello Giuseppe gioianniello1@gmail.com
ALLA CONQUISTA DELL'EST! BISCOTTIFICIO DEL CILENTO S.R.L. di Luigi Romano
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ppena nata, già pronta ad affrontare nuovi mercati; la nuova Società costituita su iniziativa della Famiglia Russo e della Famiglia Aquila di Agropoli (SA), ha previsto nel proprio piano industriale l’apertura di un proprio ufficio di rappresentanza in Friuli Venezia Giulia, a Gorizia. Ebbene sì, proprio alla parte opposta della penisola. La Società intende far conoscere la propria produzione basata su specialità di pasticceria, sia dolci che salati, nell’intera area dell’Euroregione; così facendo la Carinzia, il Friuli Venezia Giulia, la Slovenia e l’Istria avranno la possibilità di apprezzare quanto di buono si riesce a produrre rispettando le più antiche tradizioni cilentane. Obiettivo della Società sarà quello di gestire direttamente dalla sede di Gorizia l’attività di e-commerce e della logistica necessaria a sviluppare detta attività. Luigi Romano Presidente Assobusiness
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MR. MAGAZINE | aprile 2015 9
Economia & Finanza
EQUITALIA: IL PIGNORAMENTO DELLA PRIMA CASA È LEGITTIMO? CASSAZIONE III, 19270/2014 di Luigi De Valeri
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lcuni lettori mi chiedono chiarimenti sulla sorte della prima casa quando si hanno posizioni debitorie con Equitalia per cui traendo spunto da una recente decisione della Cassazione preciso a quali condizioni la prima casa è inespropriabile. L'art. 76 alla lettera g) del D.P.R 602/1973 come modificato dal D.L. 69/2013 dispone: “Ferma la facoltà di intervento ai sensi dell’articolo 499 del codice di procedura civile, l’agente della riscossione: a) non dà corso all’espropriazione se l’unico immobile di proprietà del debitore, con esclusione delle abitazioni di lusso aventi le caratteristiche individuate dal decreto del Ministro per i lavori pubblici 2 agosto 1969, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 218 del 27 agosto 1969, e comunque dei fabbricati classificati nelle categorie catastali A/8 e A/9, è adibito ad uso abitativo e lo stesso vi risiede anagraficamente; b) nei casi diversi di cui alla lettera a), può procedere all’espropriazione immobiliare se l’importo complessivo del credito per cui si procede supera centoventimila euro. L’espropriazione può essere avviata se è stata iscritta l’ipoteca di cui all’articolo 77 e sono decorsi almeno sei mesi dall’iscrizione senza che il debito sia estinto". Equitalia pertanto non potrà procedere all’espropriazione immobiliare se l’immobile è l’unico di proprietà del debitore ma il bene in questione deve essere: a) adibito ad uso abitativo; b) residenza anagrafica del debitore, la norma non si applica alle abitazioni di lusso e ai fabbricati delle categorie catastali A/8 e A/9. Come ha reagito Equitalia ? In una nota del 1 luglio 2013 si legge che Equitalia, preso atto che il Legislatore, in presenza di debiti nei confronti del fisco, ha inteso introdurre particolari meccanismi 10
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volti alla massima salvaguardia della proprietà immobiliare del debitore, anche in ragione del particolare contesto economico di riferimento, ha deciso, nelle more della conversione in legge del decreto, di non dare ulteriore corso alle espropriazioni immobiliari pendenti alla data di entrata in vigore del decreto legge in esame, chiedendo al contempo un chiarimento agli Organi Istituzionali. Il Ministero dell’Economia però con una successiva nota a maggio del 2014, ha ritenuto che la norma in questione non avesse effetto retroattivo e che, pertanto, tutti i pignoramenti effettuati prima del 22 giugno 2013 dovevano considerarsi validi ed efficaci. La norma entrata in vigore il 22 giugno 2013 ha dunque effetto retroattivo ? La recente decisione della Corte di Cassazione, sentenza n. 19270 del 12 settembre 2014 ha precisato che la norma si applica anche alle procedure esecutive pendenti alla data del 21 agosto 2013. Nella sentenza della terza sezione civile, tra l'altro si legge che "dal momento che la norma disciplina il processo esecutivo esattoriale immobiliare, e non introduce un’ipotesi di impignorabilità ‘‘sopravvenuta’’ del suo oggetto, la mancanza di una disposizione transitoria comporta che debba essere applicato il principio per il quale nel caso di successione di leggi processuali nel tempo, ove il legislatore non abbia diversamente disposto, in ossequio alla regola generale di cui all’ art. 11 delle preleggi, la nuova norma disciplina non solo i processi iniziati successivamente alla sua entrata in vigore ma anche i singoli atti, ad essa successivamente compiuti, di processi iniziati prima della sua entrata in vigore, quand’ anche la nuova disciplina sia più rigorosa per le parti rispetto a quella vigente all’ epo-
ca di introduzione del giudizio (Cass. n. 3688/11)." Pertanto "in tema di espropriazione immobiliare esattoriale, qualora sia stato eseguito il pignoramento immobiliare mediante la trascrizione e la notificazione dell’avviso di vendita ai sensi dell’art. 76 del D.P.R. n. 602 del 29 settembre 1973, ed il processo sia ancora pendente alla data del 21 agosto 2013 (di entrata in vigore dell’art. 52, comma 1, lett. g), del D.L. 21 giugno 2013 n. 69, l’azione esecutiva non può più proseguire e la trascrizione del pignoramento va cancellata, su ordine del giudice dell’esecuzione o per iniziativa dell’agente della riscossione, se l’espropriazione ha ad oggetto l’unico immobile di proprietà del debitore, che non sia bene di lusso e sia destinato ad abitazione del debitore, il quale vi abbia la propria residenza anagrafica." Il debitore esecutato che ha subito da Equitalia un pignoramento della prima casa non di lusso ove risiede potrà far valere questo principio con l'ausilio di un legale che verificato il suo buon diritto potrà produrre nel procedimento la documentazione attestante tali condizioni. Luigi De Valeri studiolegaledevaleri@gmail.com
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nche se con qualche anno di ritardo il nostro bel Paese si è accorto del mondo dell’e-commerce: aumentano gli italiani che fanno ac-
quisti online. Infatti è oramai diventato sempre più frequente acquistare su Internet anche se il negozio è a 200 metri da casa o dall’ufficio. Spesso i negozi fisici sono diventati il luogo dove controllare fisicamente quello che si vuole acquistare per poi farlo on-line. Perchè? • perchè nella maggior parte del casi si risparmia • perchè la merce arriva direttamente a casa o in ufficio • perchè sul web è più facile fare confronti fra diversi prodotti • perchè puoi leggere le opinioni di chi ha già comprato lo stesso prodotto e/o si è rivolto allo stesso “venditore”
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perchè non si ha voglia di stare in fila e/o di farsi incalzare da un commesso un po’ invadente. Secondo i dati pubblicati dall‘Osservatorio del Politecnico di Milano, a maggio 2014 le vendite sui siti italiani di ecommerce hanno triplicato il fatturato rispetto al 2006 e sono cresciuti di circa il 18% rispetto al 2013. Sono numeri importanti, non fosse per il fatto che segnano un fattore di crescita in un mare di “disperazione imprenditoriale”. Cosa si acquista di più online? 1. Servizi (Assicurazioni e Turismo) +9% 2. Prodotti (Abbigliamento, Editoria, Informatica ed elettronica) +26% 3. Altro (Arredamento, Made in Italy, Merchandising, Ricariche) + 23% Inarrestabile anche il ruolo giocato dalle piattaforme mobile nel mondo del commercio elettronico che ormai rappresenta una fetta consistente del mercato e che ha fatto registrare nel 2014 acquisti effettuati da smartphone e tablet pari al 19% del totale fatturato
nel mondo dell’e-commerce. Dove comprano gli Italiani? Se il mercato dell’e-commerce cresce e gli italiani sono sempre più disposti ad acquistare online, c’è un dato che deve farci riflettere e riguarda i Paesi dove finiscono i soldi degli italiani spesi online. Sembra, infatti, che gli italiani siano fra i primi in Europa a spendere su siti esteri una buona fetta del denaro dedicato ad acquisiti online. Pare che nel 2014, su un valore di circa 15.000 milioni di euro spesi in e-commerce da consumatori italiani, 3.976 milioni di euro sono stati spesi su siti esteri, mentre le vendite all’estero di siti italiani sono state di 2.489 milioni di euro!!! Luigi Romano Presidente - Assobusiness www.assobusiness.com
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Economia & Finanzaa
SE TRE MILIARDI DI PAGAMENTI ELETTRONICI VI SEMBRANO TANTI di Daniele Corsini
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n Italia i cantieri delle riforme finanziarie e creditizie sono sempre al lavoro. Ma che cosa accade realmente sui mercati nostrani all’alba della SEPA e dell’Unione Bancaria? Proviamo a immaginarlo con l’aiuto delle serie storiche sui servizi di pagamento dal 2000 al 2013 che sono state pubblicate sul sito della BCE ai primi di settembre 2014 e che si riferiscono a tutti i paesi che compongono l’EU, anche se vi predominano tre paesi con una quota di mercato complessivamente pari a quasi il 60% del totale: vale a dire Germania, UK e Francia. I servizi di pagamento alle famiglie e alle imprese sono stati in forte crescita negli anni duemila nonostante le varie crisi; in tredici anni il numero di transazioni raddoppia, dai 51 miliardi del 2000 ai 100 miliardi del 2013; in dettaglio, a fine 2013 le operazioni con carte di pagamento (incluse quelle con moneta elettronica) sono state 45 miliardi, i bonifici 27 miliardi e gli addebiti diretti 24 miliardi, mentre gli assegni bancari, che sono tra gli strumenti che avranno vita solo a livello domestico, si sono ridotti a poco più di 4. La maggiore crescita appartiene alle transazioni con carte di pagamento, passate nel periodo da 13 a 45 miliardi. Ne deriva che i paesi leader nel mercato delle carte sono anche leader nell’intera industria dei pagamenti. Queste tendenze sono proprie non solo dell'Europa, ma anche dei paesi dell'America settentrionale: insieme queste due aree rappresentano i due terzi delle transazioni del pianeta e di quelle con carte di pagamento. Nel valutare in termini dinamici quel che è accaduto nel periodo considerato nel nostro continente possiamo raggruppare i 27 paesi EU in quattro categorie. Nella prima troviamo i tre paesi già citati di Germania, Francia e UK, che insieme raggiungono, nel 2013, 58 miliardi di transazioni contro i 36 miliardi di dieci anni prima con quote pressoché uguali tra di loro. Sono i veri leader incontrastati 12
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ed è interessante notare che UK e Francia mantengono una quota sensibilmente elevata di assegni sebbene in diminuzione; l'UK passa da 2,5 miliardi del 2001 a poco meno di un miliardo, la Francia da 4,3 a 2,5 miliardi. In termini di quote di mercato, le tre nazioni leader perdono qualche punto a vantaggio soprattutto dei paesi del secondo gruppo che avevano livelli molto bassi di operatività all'inizio del secolo. In sostanza, la flessione delle quote dei paesi leader è dovuta al rapido allargamento e redistribuzione del mercato per l’ingresso nell’arena competitiva di nuovi Paesi. Il secondo gruppo comprende, infatti, paesi outsider che entrano tardi nel mercato rispetto a quelli della prima categoria, ma imprimono una notevole accelerazione alla propria operatività, tanto da passare, complessivamente, da appena 6 a più di 21 miliardi di transazioni nel giro di pochi anni. Essi sono: Spagna (+4 miliardi), Olanda, Polonia e Finlandia (ciascuna con +3miliardi), e Svezia con più 2 miliardi. Con risultati ugualmente degni di nota si segnalano Belgio, Danimarca, Portogallo e Austria, con una variazione di circa un miliardo di transazioni ciascuno. Ai 12 paesi europei dei due gruppi ora esaminati fa capo a fine 2013 la quasi totalità delle transazioni di piccolo importo: l’85% del totale EU. Al terzo raggruppamento appartengono 14 paesi: quelli piccoli dell’euro (Cipro, Malta, Grecia, Lussemburgo, Estonia, Slovenia, Slovacchia, Finlandia) e i paesi dell’ex blocco sovietico che presentano valori davvero trascurabili (Lettonia, Ungheria, Bulgaria, Romania, Lituania e Repubblica Ceca). Insieme costituiscono circa il 10 % delle transazioni che si svolgono nei paesi EU. Nel quarto gruppo vi è solo l’Italia, paese che vale in termini di PIL il 12% dell’intera area, ma che pesa davvero poco nel mercato delle transazioni evolute con appena il 4,5% del totale nel 2013, addirittura
in discesa rispetto al 2001 quando faceva segnare il 6%. In valore assoluto la performance è deludente passando da 3 miliardi di operazioni a 4,5, e per giunta con circa 1 miliardo di queste rappresentate da strumenti che non sono SEPA compliant, quali bollettini postali, assegni, ricevute bancarie, cioè a dire mezzi con un minor grado di standardizzazione e di tracciabilità. Se l’Italia avesse nel settore lo stesso peso del proprio Pil, il numero di transazioni non in contante salirebbe a ben 12 miliardi l’anno, con indubbi benefici per la collettività tutta. Questi i numeri che fanno sorgere diverse considerazioni. Di questo asfittico mercato dei servizi bancari nel nostro paese si occupano (ma sicuramente ne dimentichiamo qualcuna) un numero non banale di autorità con una continua profusione di norme comportamentali, non sempre allineate e spesso contraddette, ispirate a una vasta pluralità di obiettivi: di trasparenza, di sorveglianza sui sistemi di pagamento, di vigilanza prudenziale, di riservatezza, di concorrenza, di tutela del consumatore, di contrasto al riciclaggio, al terrorismo, alla corruzione e alla evasione fiscale. L’imperativo categorico alla base di queste regole settoriali è la regola aurea del KYC-Know Your Customers. Eppure le operazioni di pagamento sono sempre le stesse: poco più di tre miliardi negli ultimi quindici anni. In futuro, l’evoluzione della specie dei controlli si arricchirà di un ulteriore anello nella scala della durezza regolamentare: i limiti alle commissioni interbancarie sulle operazioni con carte di debito e di credito (le interchange fee oggetto di un prossimo Regolamento UE), che sono state richieste durante il semestre di presidenza italiana della Unione e accettate dai maggiori circuiti internazionali. L'introduzione di prezzi amministrati (0,2% per le carte di debito, 0,3% per le carte di credito sui volumi delle transazioni)
rischia di essere controbilanciata dalla crescita di altre componenti di prezzo dei pagamenti elettronici a carico dei consumatori finali, rallentando il percorso faticosamente avviato di sviluppo delle transazioni elettroniche. Si prevedono ulteriori balzelli e ovviamente ulteriori controlli presumibilmente sempre sulle stesse quantità. Quindi ecco dipanarsi la trilogia che in termini di governance blocca fermamente da tempo il nostro paese: il massimo dei controlli su un numero misero di operazioni di un sistema economico/finanziario che produce, invece, secondo le statistiche degli organismi internazionali, uno dei maggiori livelli al mondo di corruzione e di evasione fiscale! Che fare di questo quadro desolante? Provare a immaginare il futuro. Come nella celebre novella di Pirandello “La carriola”, nella quale il protagonista inventa con il suo cane il gioco della carriola per superare la palese e irreversibile insoddisfazione verso il reale che non lo appaga più, insomma uno sforzo immane di surreale immaginazione. Oltre a discettare di riforme del credito cooperativo, delle popolari, delle bad bank proviamo anche a immaginare quali banchieri e quali controllori desidere-
remmo: un po’ come portare a spasso la carriola di Pirandello. Altri, in altri paesi, lo hanno già fatto e hanno preferito la banca elettronica alla banca con il bancone del contante sempre aperto. Rinnovarsi è un dovere per scrollarsi di dosso la fama di un'economia poco trasparente, fonte di inefficienze e quindi costosa e rischiosa per le istituzioni, per gli intermediari e, soprattutto, per il cittadino. E se proprio vogliamo affrontare la questione in termini di governance il nostro invito è di consultare con sistematicità l'archivio “dei delitti e delle pene, cioè delle sanzioni applicate ai banchieri” dai siti www.bancaditalia.it e www.consob. it, tanto da poter avere a nostra volta, come consumatori, un motto anch'esso di facile traduzione: KYB, cioè Know Your Bankers! E, sempre per dirla con Pirandello, "non è possibile ammettere che io scherzi per un attimo solo”! Daniele Corsini CEO CABEL daniele.corsini@cabel.it www.cabel.it
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NUMERO 11 - 23 Marzo 2015
Bcc Aquara, approvato il Bilancio 2014 Raccolta in aumento ( + 12%). Il direttore generale Antonio Marino: «Banca solida al servizio delle comunità» “È passato un altro anno e quasi non ce ne siamo accorti, tanto è stata intensa l’attività della nostra Banca in un esercizio che ha visto l’apertura anche della nostra nona filiale di Campagna” esordisce così il Direttore Generale Antonio Marino a margine del Consiglio di Amministrazione che ha approvato il Bilancio 2014 della BCC di Aquara. “Un anno ricco di iniziative ma anche di risultati, conseguiti sempre in un’ottica di efficienza e solidità di lungo periodo. Perché questa è una delle molte differenze che distinguono la nostra Banca da altri istituti di credito. Noi non guardiamo a risultati trimestrali e neanche annuali ma ad una missione di lungo periodo. Siamo una Banca a cui non interessa il consenso di breve termine ma l’istaurazione di un rapporto di fiducia solido con il suo territorio. Cerchiamo economie che ci consentano di offrire le migliori condizioni a clienti e soci della Banca (commissione di fido accordato e tassi sui finanziamenti medi più bassi rispetto alla media bancaria). L’efficienza che ci consente, anche quest’anno, di chiudere l’esercizio con un buon risultato che porta il patrimonio netto sopra i 27 milioni di euro a vantaggio dell’attività mutualistica e solidaristica della Banca”. In effetti tantissime sono state le iniziative sociali a sostegno del territorio e riepilogate nella raccolta “InForma” distribuita in tutte le filiali della Banca. A fine 2014, infatti, la raccolta
diretta è aumentata del 12% superando i 214 milioni di euro. Gli impieghi complessivi ammontano a 136 milioni di euro con una crescita del +4%. “Il nostro istituto si conferma una banca solida e a servizio del territorio” è stato il commento del Direttore Marino nell’esporre i dati. L’utile d’esercizio 2014 si attesta a 1,6 milioni di euro, “un risultato economico estremamente positivo raggiunto nonostante accantonamenti molto prudenziali sui crediti anomali in ragione delle attuali difficoltà dell’imprenditoria”. La BCC di Aquara si presenta ben radicata sul territorio con i suoi circa 50 dipendenti dislocati in 9 filiali con 38 comuni di competenza territoriale. La banca aquarese ha confermato la sua azione a sostegno del territorio con la
concessione di 50 milioni di nuovi fidi nel 2014 e già 13,5 milioni di euro nei primi due mesi del 2015. La Banca, inoltre, è pronta ad affiancare gli imprenditori per le esportazioni che dovrebbero crescere per effetto della svalutazione dell’euro e della ripresa economica in atto. Sensibile all’innovazione, la BCC di Aquara ha messo a disposizione della clientela POS mobili di ultima generazione, nuovi strumenti di pagamento e un nuovo sito internet che accorcia la distanza con il territorio e che fornisce servizi innovativi (come “salta la fila” o “Conto Mio”). È stata lanciata inoltre la nuova APP InBank con un interfaccia completamente rinnovata a cui si affiancherà a breve l’applicazione per smartphone della Banca.
Boom di soci (1257) e 9 filiali
PER IL TERRITORIO
CREDITO COOPERATIVO
Sessa (Bcc Fisciano): «Nostro augurio è di poter essere noi a proporre una riforma al Governo» Il dibattito sulla riforma della Banche di Credito Cooperativo s’infiamma. Le modifiche immaginate dal Governo Renzi restano il tema più discusso tra i dirigenti delle Bcc, divisi tra la speranza di riuscire a ottenere benefici dalla riorganizzazione e il timore di dover accettare un progetto pre-confezionato. Dopo l’iniziativa pubblica messa in campo a Capaccio Paestum da Bcc Aquara e Banca Monte Pruno sabato 14 marzo anche dalla Bcc Fisciano la vicenda riforma viene seguita con particolare attenzione ma, nell’attesa di ricevere disposizioni ufficiali, il presidente Domenico Sessa resta fiducioso. «Non c’è ancora un quadro definito - ha affermato -. Ne stiamo ancora discutendo tanto è vero che il tema è stato affrontato sia nell’ambito d’incontri regionali che nazionali. Ci sono delle ipotesi al vaglio, ma non c’è ancora un’idea condivisa. Il nostro augurio è di poter essere noi a proporre
I NUMERI
Impieghi per imprese e famiglie
PATRIMONIO
Raggiunta quota 27 milioni una riforma al Governo e non di dovercela far imporre. Questo è il nostro auspicio». Quindi Sessa sottolinea: «È chiaro che in tutte le riforme ci sono molte difficoltà da parte di tutti. Il mondo della banche è molto vario, ci sono istituti di diverse dimensioni con caratteristiche differenti tra
Nord, centro e Sud. Si tratta di una vicenda molto delicata, ma su un punto siamo tutti d’accordo: le Bcc sono le uniche, vere banche del territorio. Su questo anche il Governo è d’accordo. Ritengo, quindi, che sia un buon inizio e che si possa costruire qualcosa di positivo».
Economia & Finanza
ENTRA IN VIGORE IL PROCEDIMENTO DI ESDEBITAZIONE. COME FUNZIONA? di Francesco Paduano
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l 2015 inizia caratterizzato da un’importante novità con Equitalia in tema di debiti, attuando l’entrata in vigore del decreto che rende operativo il cosiddetto "procedimento per la esdebitazione” e ne fissa i requisiti di accesso (in Gazzetta Ufficiale del 28 gennaio 2015). Difficilmente accade che il fallimento riesca a soddisfare completamente i creditori concorsuali che, dopo la chiusura del fallimento, possono ancora esigere i crediti residui dall'imprenditore già fallito. Per favorire l'imprenditore persona fisica (non le società quindi e nemmeno, ma la tesi è controversa, i soci illimitatamente responsabili falliti insieme alla società), l'art. 142 permette all'imprenditore "meritevole" di liberarsi definitivamente dei debiti ancora residui; l'esdebitazione ha quindi in parte sostituito il vecchio istituto della riabilitazione, ormai abrogato. In alcuni casi è prevista la possibilità di rivolgersi al tribunale per avviare un piano che permetta ai cittadini di ridurre o cancellare i debiti, aderendo a misure alternative di “composizione della crisi da sovraindebitamento”. Secondo la legge 3/2012, il cittadino ha a disposizione due differenti procedure: • il piano del consumatore • l’accordo di ristrutturazione del debito Il piano del consumatore può essere utilizzato da una persona fisica che non riesce a ripagare il proprio debito e che sia “meritevole”, cioè che non abbia fatto ricorso al credito in modo spropositato rispetto al suo patrimonio. In questo caso il consumatore può presentare al tribunale il proprio piano di rientro, tramite avvocato. Il giudice nominerà un organismo di composizione della crisi che fornirà un parere sul piano, dopo aver verificato la situazione patrimoniale del consumatore. Il tribunale de-
ciderà in base al parere dell’organismo, senza chiedere il consenso dei creditori. Anche l’accordo di ristrutturazione del debito prevede un intervento del tribunale, che dovrà valutare la richiesta di privati cittadini, professionisti, associazioni, start up innovative, imprenditori agricoli e piccoli commercianti. In questo caso non vi è il requisito di meritevolezza, ma il giro d’affari non deve superare le soglie di legge per essere soggetti a fallimento. Inoltre questo accordo necessita dell’assenso dei creditori che rappresentano almeno il 60% dei crediti. In presenza delle condizioni previste per la concessione dell’esdebitazione, il giudice dichiara inesigibili i crediti non integralmente soddisfatti nei confronti del debitore, fatta comunque salva la possibilità di proporre reclamo. È bene infine precisare che il provvedimento di esdebitazione può essere revocato in qualsiasi momento dal giudice se viene accertata la presenza di cause di esclusione del beneficio oppure se risulta che è stato dolosamente o con colpa grave aumentato o diminuito il passivo, se è stata sottratta o dissimulata una parte rilevante dell’attivo, o se sono state simulate attività inesistenti. L’intenzione che giustifica questa nuova possibilità di recupero è rivestita dall’opportunità di fare in modo che i debitori non restino schiacciati dal peso dei debiti in un periodo di particolare difficoltà, in modo da metterli in condizioni di riprovare a ripartire da zero (di qui l’espressione fresh start spesso ricorrente in tali ipotesi) recuperando un ruolo attivo nell’economia. Dott. Francesco Paduano Editore Mr. Magazine info@mistermagazine.it
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Facciamo impresa insieme... entra in UniPoste S.p.A.
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opo oltre 2 anni di lavoro tra analisi, studi di settore e verifiche normative, un gruppo di professionisti ha concretizzato un’idea di impresa capace di sviluppare un nuovo modello di business. I soci promotori forti della propria esperienza decennale nei settori di consulenza finanziaria ed aziendale, grazie alla liberalizzazione del mercato, avvenuta nel 2011, si sono convinti a dare vita alla UniPoste S.p.A., la quale può oggi vantare di una notevole efficienza nel settore del Credit Management & Info Business Service - Tlc, grazie ad una gestione professionale, chiara, rapida e riservata del suo management e dei suoi Partners. Ragion per cui, le pregresse esperienze, gli approfonditi studi di mercato, nonché le esigenze di nuove domande e l’introduzione di innovazioni tecnologiche, in linea con i cambiamenti delle abitudini delle persone (consumatori), in aggiunta a molteplici disservizi vissuti presso gli sportelli pubblici, si è riunito un gruppo di lavoro, formato da professionisti/imprenditori, i quali, avendo vagliato da un lato le molteplici lacune in taluni settori e dall’altro le grandi occasioni ed opportunità di business, si “propongono” di sviluppare una nuova concezione di mercato atta a soddisfare le esigenze richieste e nel contempo, di dare esecuzione alla creazione di una nuova impresa capace di costruire valore, efficienza e generazione di profitti. UNIRE le forze, l'etica professionale, l'esperienza, è ciò che oggi ne costituisce la differenza. L’UNIONE CREA LA FORZA, ecco perché la scelta del nostro brand UNIPOSTE... UNIONE... INSIEME.... Già esistono svariati competitors che offrono servizi limitandosi semplicemente a ciò che possono erogare solo su singoli settori, senza improntare un’offerta completa ed integrata, in quanto quest’ultima necessita di determinate caratteristiche strutturali-organizzative e finanziarie, nel
rispetto delle normative vigenti. La UNIPOSTE S.p.A. si presenta nel mercato nazionale con tutto ciò che manca ai competitors, grazie alle sinergie create con svariate imprese di settore sia nazionali che comunitarie, i quali UNITI, raggruppano la gamma di servizi e prodotti in un'unica PIATTAFORMA HUB, quindi la UNIPOSTE S.p.A. si pone sul mercato con una infinità di servizi i quali, vanno a soddisfare in primis le esigenze dei consumatori, ma al contempo permette un aumento di pedonabilità nelle filiali e Store UNIPOSTE. Chi aderisce al network UNIPOSTE non sarà il classico “affiliato”, bensì, grazie al nuovo “format”, coordinerà un punto vendita innovativo e dinamico “Sportello Leggero”, ovvero UniPoste Store. L’ampiezza della gamma dell’offerta ne determina una sinergia commerciale meritevole, a garanzia dei consumatori/ clienti, in quanto l’utente che si recherà presso gli sportelli della UNIPOSTE S.p.A. potrà usufruire di tutti i servizi postali, di pagamento ( multiutility market ), come il pagamento di qualsivoglia utenza, ricariche telefoniche nazionali ed internazionali, visure camerali, catastali e Pra, prenotazione alberghi, aerei e biglietteria di ogni genere, spedizioni di prioritarie, raccomandate e pacchi...acquisto di prodotti Telefonica, Smart-phone e consumabili per ufficio. Altresì presso ogni singolo sportello UNIPOSTE S.p.A. il cliente/utente, potrà acquistare una infinità di prodotti a marchio UNIPOSTE, come telefoni cellulari, tablet ed accessori per telefonia. Ma le novità non si fermano in quanto presso i nostri negozi, i clienti potranno usufruire di nuovi servizi inerenti le linee telefoniche, ADSL e VoIP e prodotti assicurativi. In merito ai prodotti bancari, il nostro cliente, potrà aprire il proprio conto corrente sia personale che alla propria azienda, nonché potrà usufruire delle carte di credito a marchio UNIPOSTE, come attivare il servizio POS di nuova generazione per accettare nelle proprie attività commer-
ciali i pagamenti tramite carte di credito. Quanto riportato in epigrafe i nostri affiliati/filiali, potranno godere di ottimi guadagni senza alcun rischio. Ad ogni filiale verrà consegnato oltre al brand, tutto l'arredamento CHIAVI IN MANO ed il project plan di avviamento. I negozi UNIPOSTE adotteranno il medesimo format di arredamento ed allestimento, nonché collegati al sistema informativo centrale UNIMAN® piattaforma gestionale HUB di proprietà della S.p.A. UniPoste. Il nostro personale verrà formato al fine di apprendere i nostri servizi ed i criteri assuntivi, nonché come dovrà porsi nei confronti della clientela. Il nostro cliente dovrà percepire sicurezza, affidabilità, cortesia e professionalità; da qui ne derivano le caratteristiche richieste dalla UNIPOSTE S.p.A. sul candidato ideale. La quadratura richiesta varia da un minimo di 30/50 metri ad un massimo di 100/120 metri, in una location con intensa pedonabilità e zone commerciali. Il progetto S.p.A. si completa con un piano industriale molto importante che ha visto, già dalla nascita, la creazione di tre sedi operative: nord, centro e sud Italia. Nello specifico la sede legale a Roma con Direzione Generale ad Agropoli (SA) e succursale nel Friuli Venezia Giulia. Il programma di sviluppo prevede l’apertura di numerosi punti vendita sotto l’insegna Uniposte Store sia con aperture dirette che tramite affiliazione al nostro network di tiratura nazionale con copertura per l’intero territorio italiano. Il nostro piano di sviluppo prevede figure professionali a supporto delle attività sul territorio (area manager) che opereranno come coordinatori territoriali. Chi è interessato ad approfondire il progetto industriale Uniposte Store puo’ compilare il form sul nostro sito e verrà contattato da un responsabile dell’area sviluppo.
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Economia & Finanza
COSTITUENDA BFI BANCA FEDERALE ITALIANA S.P.A. di Claudio Noschese •
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Il Progetto della costituenda BFI - BANCA FEDERALE ITALIANA S.P.A. nasce per dare al mercato uno strumento creditizio nuovo, al passo con i tempi e con le nuove esigenze sociali e prevede la costituzione di una Banca, che, oltre alle Classiche Attività Retail, svolga anche attività creditizie con finalità Federali, Solidali e di supporto al Territorio, alle Risorse Ecosostenibili, alle Imprese, ai Professionisti, all’Innovazione Tecnologica ed alla Ricerca, al Terzo Settore, agli Immigrati regolari, ai Disoccupati, alla Sanità, alla Previdenza, alle Famiglie, ai Giovani, agli Anziani, ai Beni Artistici e Culturali, alla Formazione Professionale, all’Edilizia ed al Settore Immobiliare. Pertanto, le caratteristiche peculiari della costituenda Banca, previste da apposite norme di funzionamento, saranno: Attività Federale di supporto al Territorio: la BFI reinvestirà il 70% della raccolta nei territori regionali dove la stessa sarà effettuata. Attività di Credito a Progetto con Tutoraggio. Attività Finanziarie di supporto alla Sanità, alla Previdenza ed alla Ricerca. Attività di Microcredito e Microfinanza. Attività di Credito Solidale. Tutto ciò, senza, peraltro, perdere l’obiettivo principale di un’impresa bancaria: quello di fare utili per i propri soci, ma, farli erogando prestazioni e servizi che siano in linea con l’etica e la solidarietà, con le attuali necessità sociali, che abbiano rispetto del cliente e delle norme di legge in vigore e che diano attuazione alle aspettative di rilancio dell’intero Sistema Economico-Sociale della Nazione.
COSTITUENDA BANCA FEDERALE ITALIANA S.P.A. www.bancafederaleitaliana.com bancafederaleitaliana@gmail.com
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TRO FIAN OS
O - AL V ND
Scuola media Gino Rossi Vairo, Agropoli
NEL MO
di Federica Paduano
AE
Je suis UniPoste
IN ITALI CO
www.uniposte.eu
Economia & Finanzaa
COME CONIUGARE PROFITTO E SOCIALE: UniPoste S.p.A. di Nino Calogero
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Consolidare il ruolo di Operatore Globale attraverso la diffusione delle proprie eccellenze e la creazione di un centro servizi nazionale ed internazionale atto a favorire le comunicazioni, i pagamenti e gli scambi logistici, generando significativi vantaggi economici e di servizio. Creare opportunità per il Paese grazie alla dimensione globale, promuovendo soluzioni innovative di servizio basate su piattaforme e infrastrutture pienamente integrate, flessibili e sicure; contribuire allo sviluppo attraverso la presenza capillare sul territorio, la valorizzazione delle persone e la specializzazione delle competenze.” Questa è la mission del gruppo Poste Italiane sembra copiata dai principi che hanno mosso i soci e i sostenitori di UniPoste S.p.A. nel creare la Società. UniPoste rappresenta un progetto ambizioso ed innovativo sotto ogni profilo, posizionandosi come soggetto collocatore di prodotti bancari di pagamento e strumenti accessori TLC, in qualità di società emittente diretta, ovvero issuing dei propri prodotti, attraverso l'apertura di Sportelli leggeri su tutto il territorio. Negozi che proporranno anche prodotti di consumo quotidiano per le famiglie quali: capsule caffe, accessori per telefonia, device, contratti multi utility, etc. In questa ottica ha già operato con alcuni network esistenti e con cui ha stretto accordi di partnership strategica che le consentono di essere immediatamente presente su tutto il territorio, quindi diventa quasi automatica l’intenzione di sancire una collaborazione più stretta, con Poste spa per proporsi come prosecutori di servizi globali, nelle location che Poste Italiane per scelta ha deciso di chiudere. UniPoste S.p.A. potrebbe “continuare” i servizi (che 20
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comunque verrebbero presi da Poste Italiane quelli di uso classici quali: spedizioni, pagamento bollettini, utenze, etc.) senza creare le attuali conflittualità di cui leggiamo nelle cronache. Ovviamente dove queste operazioni abbiano senso e si riescano a portare in continuità. Il Dr. Passera, che veniva dal settore bancario, aveva capito perfettamente che il business tradizionale delle poste era praticamente senza speranza, ma che le Poste Italiane potevano essere un'eccezionale rete commerciale per i prodotti finanziari grazie ad alcune peculiarità straordinarie per chi ha “pacchi” e “lettere” da spedire e bollettini da incassare e pagare. Le Poste Italiane hanno una capillarità di presenza dei loro uffici che qualsiasi banca si sogna. Secondariamente hanno una buona parte della clientela fatta di pensionati e persone di scarsa cultura finanziaria. In terzo luogo le Poste hanno un tesoro enorme: ovvero sono i collocatori del tradizionale risparmio postale. Questi plus hanno sempre consentito a Poste Italiane di poter fare il “sociale” avendone comunque beneficio e agio. La diminuzione del traffico postale classico, la cultura finanziaria comunque aumentata nei suoi risparmiatori ha costretto Poste a rivedere notevolmente il proprio ruolo e business e dopo l’era Sarmi, tocca al CEO Caio rivoluzionare il sistema del Gruppo Poste. Anche per questo grande gruppo la Sicilia è un punto di partenza, vedasi presentazione in Febbraio del nuovo piano industriale, avvenuta a Palermo. UniPoste S.p.A. si pone quindi come player nazionale, alternativo e complementare alla rete Poste Italiane, soggetto unico (ed ibrido) nel nostro panorama che crede nella forza del gruppo e dei soci operatori e non semplici portatori di denaro . Da qui proposte e accordi che sono in itinere con network presenti da anni sul territorio e specializzati e leader nel
proprio settore , quali: Gruppo Fondocasa (100 negozi e 70 promotori immobiliari ottimamente preparati), Sicil by Car (leader nazionale noleggio auto a breve termine e da poco ben presente anche nel lungo termine), Harley & Dickinson (leader dei servizi agli amministratori di condominio, con oltre 16.000 amministratori in data base ), rete Confapi Veneto e comitato promotore della costituenda Banca Cattolica Internazionale (qui si apre il mondo del credito distribuito e del giusto profitto e non della Finanza d’affari che tanti disastri ha combinato ovvero costituire una nuova banca popolare che dia veramente sostegno alle famiglie ed alle imprese italiane), Libra People Company, prima società a capitale e azionariato diffuso che rappresenta per UniPoste S.p.A. una presenza forte nel territorio siciliano, vero laboratorio del credito, e non solo, da sempre e, grazie a cui ci sarà un buon nucleo di imprenditori nel capitale sociale e che consentirà al marchio UniPoste S.p.A. di avere più di una finestra nel Mediterraneo e non solo . Ecco che lentamente emerge questa splendida realtà che è UniPoste, che eroga servizi di monetica ma non è una Banca, eroga servizi classici di spedizione (lettere, pacchi, plichi), eroga prestazioni ad alto valore aggiunto ed utili alla famiglia ma non è una Boutique multi brand, non è un bar ma puoi comprare caffè, non è una mayor telefonica ma vende device, comunicazione e SIM; puoi comprare e vendere casa anche se non è un’agenzia immobiliare, puoi trovare opportunità per un bel viaggio o un buon noleggio auto, puoi ricevere anche solo un consiglio su come meglio gestire i tuoi acquisti, magari utilizzando la carta UniPoste ed avendone solo da guadagnare mentre spendi, insomma UniPoste vuole essere un vero punto di incontro e aggre-
gazione per le famiglie e delle famiglie. UniPoste crede nel futuro ed il futuro è il ritorno al servizio per le famiglie. Una azienda che pensa anche al sociale tanto da proporsi per supportare un gruppo quale Poste Italiane nel continuare a dare il servizio al territorio che tanta fortuna ha fatto per loro e continua a fare, visto che anche nell’ultima legge di stabilità sono stati confermati significativi contributi per permettere che vengano erogati i servizi essenziali nelle aree periferiche. Su questo ci sarà, non cercato, il sostegno di tutte le forze politiche e sociali presenti sul territorio. Nel dare più servizi in un solo punto verrà creata nuova occupazione…Insomma. È nata una bella realtà: succede anche questo in Italia…“UniPoste S.p.A., facciamo IMPRESA insieme. www.uniposte.eu
Sede UniPoste S.p.A., via Ludovisi, 35 ROMA
Nino Calogero Consulting & Development n.calogero@uniposte.eu
unione poste private Da sinistra Stanislao Marcantuono dell'agenzia UniPoste di Campagna e Vincenzo De Biase, account manager UniPoste S.p.A.
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Cultura & Benessere
Primo Soccorso in pillole...
Domande e risposte per fare la cosa giusta in caso di infortuni e incidenti. di Pasquale Annunziato
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ai cos’è la “Catena della Sopravvivenza”? La sopravvivenza dopo un arresto cardiaco avvenuto al di fuori dell’ospedale dipende dalla corretta realizzazione di una serie di azioni. Queste azioni messe in sequenza prendono il nome di Catena della Sopravvivenza. La metafora della catena (una catena è forte quanto il suo anello più debole) indica che, se anche una sola delle fasi risulta essere poco efficace o del tutto esclusa, tutta l’azione di soccorso ne risulta compromessa: un anello non saldo compromette l’efficacia di tutta la catena, ovvero diminuisce la possibilità di sopravvivenza della persona in quanto un’azione di soccorso efficace si basa sulla sinergia di diverse operazioni, ossia degli anelli. I quattro anelli della catena sono: 1° anello: precoce riconoscimento della situazione di emergenza e precoce accesso al sistema di emergenza sanitario, ossia una corretta chiamata;
2° anello: precoce inizio delle procedure di BLS con particolare riferimento al BLS messo in atto dalle persone presenti; 3° anello: precoce inizio delle procedure di BLS-D con particolare riferimento all’uso del DAE-Defibrillatore Automatico Esterno; 4° anello: precoce inizio dell’ALS-Advanced Life Support, ossia l’intervento di un mezzo sanitario di soccorso con personale medico qualificato. Si noti che tutti gli anelli della catena hanno in comune l’aggettivo “precoce”, che mette in evidenza la celerità. Nel caso di un arresto cardiaco non seguito da alcun tipo di soccorso le possibilità di sopravvivenza di una persona si riducono del 10% ogni minuto. Pasquale Annunziato Istruttore IRC Italian Resuscitation Council pasqualeannunziato@tiscali.it
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Cultura & Benessere
LE REAZIONI AVVERSE DEL NIC di Angela Cassese
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l nichel è un potenziale allergene in grado di provocare una fase tardiva, ovvero una reazione di ipersensibilità cellulomediata nota come dermatite allergica da contatto. Tuttavia, ci sono segnalazioni in letteratura che le reazioni allergiche al nichel sono spesso associate a reazioni con altri metalli quali il cromo e il cobalto, anch’essi potenti allergeni. Si parla di allergia quando l'organismo, per motivi ancora sconosciuti, reagisce in modo anomalo ad una sostanza (definita allergene) che è innocua per la maggior parte delle persone. In questa reazione viene coinvolto il sistema immunitario attraverso la formazione di anticorpi specifici, chiamate immunoglobuline IgE. La formazione di anticorpi avviene al primo contatto con l'allergene; alla successiva esposizione, l’unione dell'anticorpo con l'allergene determina la liberazione da particolari cellule di una sostanza, l'istamina, che è la principale responsabile dei sintomi caratteristici di tutte le reazioni allergiche. Nel caso dell'allergia al nickel la reazione compare quasi sempre in seguito al contatto con oggetti metallici (allergia da contatto). Si tratta di una delle più diffuse allergie da contatto: è stato calcolato che circa il 10% delle donne adulte occidentali soffra di al24
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lergia al nickel, attribuibile alla sempre maggiore diffusione della ''moda'' degli orecchini e del piercing. Come si manifesta? L'allergia al nickel si manifesta principalmente con una dermatite da contatto e, in caso di contatto continuato, con eczema. Nella zona di contatto compaiono eritema, desquamazione, vescicole ripiene di liquido chiaro; successivamente le vescicole si possono rompere e trasformarsi in crosticine. Spesso le persone affette da dermatite da contatto presentano altre malattie allergiche (es. asma o rinite allergica) o hanno storia familiare di allergia. Raramente, in seguito all'assorbimento del metallo per via intestinale, l'allergia si può manifestare con asma. Dove si trova il Nickel? Il nickel è un metallo praticamente ubiquitario: sono particolarmente ricchi di nickel tutti gli oggetti metallici soprattutto ornamenti e gioielli di bigiotteria, ma anche utensili da cucina e da lavoro, ad eccezione degli oggetti in oro e quelli in acciaio inox che ne contengono piccolissime quantità. Inoltre, lo si trova, anche se in tracce, in altri prodotti come i cosmetici, i detersivi, le tinture per capelli e, anche se in quantità infinitesimali, persino in numerosi alimenti. Ecco un breve elenco di alcuni degli alimenti che contengono più nichel:
- Cioccolato e cacao in polvere: il cioccolato è una delle fonti di nichel più concentrate. Il cioccolato fondente contiene 2,6 microgrammi per grammo, il cioccolato al latte 1,2 e il cacao in polvere 9,8 microgrammi per grammo. - Anacardi: gli anacardi contengono 5,1 microgrammi di nichel per grammo. Tra la frutta secca, gli anacardi sono una delle maggiori fonti di nichel, a cui sarà necessario fare più attenzione, soprattutto se presenti in tracce nei prodotti industriali e confezionati. - Pomodori e ortaggi: tra gli ortaggi più ricchi di nichel troviamo i pomodori, ma il nichel è contenuto anche in asparagi, broccoli, carote, cavoli, cavolfiori, fagiolini, finocchi, lattuga, sedano, radicchio e altri ortaggi. Sono di solito più tollerati: cetrioli, zucca, zucchine, melanzane e peperoni. - Spinaci: anche gli spinaci contengono una certa quantità di nichel, (0,30 microgrammi per grammo) e sono tra le verdure da tenere maggiormente sotto controllo in caso di allergia o intolleranza al nichel, accanto a cibi come pomodori e lenticchie. - Legumi e frutta secca: chi è allergico al nichel potrebbe dover moderare il consumo di legumi e di frutta secca, con particolare riferimento alle lenticchie, alla soia, alle noci, alle nocciole e alle mandorle. I fagioli rossi, ad esem-
CKEL pio, contengono 0,45 microgrammi di nichel per grammo. - Frutta essiccata: la frutta essiccata contiene quantità di nichel maggiori rispetto alla frutta fresca e ciò potrebbe dipendere anche dai trattamenti industriali. Tra la frutta essiccata possiamo trovare fichi, uvetta, albicocche e prugne. - Bevande: chi è particolarmente sensibile al nichel dovrebbe fare attenzione ad alcune bibite e bevande, con particolare riferimento alla cioccolata, al caffè, al tè e alla birra, ma anche a tutte le bibite contenute in lattina. - Cibi in scatola: i cibi conservati possono incrementare il loro contenuto di nichel a causa del materiale del contenitore. Attenzione a lattine e scatolette. Tra i cibi in scatola si possono trovare tonno, carne, legumi, frutta e verdure. Meglio scegliere le alternative fresche o confezionate in altri materiali in caso di allergia al nichel. - Cereali: tra i cereali più ricchi di nichel troviamo l'avena, il mais, il miglio e il grano saraceno. Bisogna prendere in considerazione sia i cereali in chicco che le relative farine e i prodotti confezionati che possono contenerle. - Frutti di mare e pesce: per quanto riguarda gli alimenti non vegetali, tra le maggiori fonti di nichel troviamo i frutti di mare e il pesce (ben nota fonte di
metalli pesanti), con particolare riferimento alle ostriche, al salmone, ai gamberi e alle cozze, ma anche ad aringhe e sgombri. Come sapere se si è allergici al Nickel? L'unico metodo per diagnosticare con certezza l'allergia a questo metallo è il patch test in ambiente ambulatoriale. Questa tecnica prevede l'applicazione sulla pelle della scapola di dischetti di cellulosa imbevuti di nickel solfato: il test è considerato positivo in caso di comparsa di eritema nella zona di applicazione. La lettura dei risultati viene effettuata dal medico a distanza di 4872 e 96 ore. Cosa fare se il test allergenico è positivo? Una volta che è confermata l'allergia, l'unico provvedimento terapeutico efficace è la completa eliminazione del contatto con la sostanza stessa, anche se questo è oggettivamente difficile perché le fonti sono spesso sconosciute. Per quanto possibile, sarà opportuno quindi evitare il contatto diretto con qualsiasi metallo (monete, chiavi), non indossare gioielli di bigiotteria, limitare il consumo di cibi in scatola (non smaltata internamente) e fra i cosmetici e i prodotti per l'igiene, dare la preferenza a quelli nickel-tested, sottoposti cioè a controlli per garantire l'assenza di questo metallo oppure a ditte che ne di-
chiarano l'assenza nei loro prodotti. Le persone allergiche al nichel devono evitare gli alimenti che hanno un’alta quantità di nichel per non incombere nei tipici disturbi gastrointestinali, disturbi respiratori, disturbi neurologici e altri disturbi generali nonché sintomi cutanei. Nella dieta per allergia al nichel bisogna ricordare di evitare qualsiasi cibo in scatola in quanto, soprattutto se si tratta di un alimento acido (come pomodori, aceto e limoni), incrementa il rilascio di nichel dal contenitore. Il nichel contenuto negli alimenti viene assorbito nell'intestino ed eliminato nelle urine e nelle feci; la quantità introdotta quotidianamente è nell'ordine di pochi microgrammi, ma la sua presenza nei cibi può raggiungere anche centinaia di milligrammi, soprattutto nei prodotti ortofrutticoli ricavati dalla coltivazione di terreni inquinati. Per la cottura non devono essere usati utensili nichelati. Non va bevuta né usata per cucinare la prima acqua che esce dal rubinetto la mattina, poiché il nichel può essere stato rilasciato dal rubinetto durante la notte. È chiaro che una dieta che escluda gli alimenti che contengono nickel, presenta una maggiore difficoltà di attuazione, proprio perché il nickel è presente in numerosi alimenti e vanta un'importanza biologica ben determinata, pertanto, la sua introduzione con gli alimenti è necessaria per il mantenimento dell'omeostasi metabolica. La sua funzione biologica è essenzialmente implicata nel metabolismo ormonale, mantenimento dell'integrità delle membrane cellulari, costituzione enzimatica (arginasi, tripsina, carbossilasi ecc), metabolismo del glucosio e quello dei lipidi, stabilizzazione degli acidi nucleici. Se, per diversi motivi non si può evitare assunzione di alimenti contenenti alte dosi di nickel o il contatto, il medico potrà prescrivere alcuni farmaci per trattare i disturbi correlati a prurito ed eritema. Dott.ssa Angela Cassese acnutrizioneumana@gmail.com
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Cultura & Benessere fronte al dolore riferito. Il dolore, poi, si distingue in: • dolore acuto, quando compare all'improvviso e ha una durata limitata perché cessa con la guarigione della causa che lo ha provocato • dolore cronico, che tende ad essere più insistente del dolore acuto: il sintomo, infatti, dura più del previsto e compromette la vita sociale e la personalità del paziente. Ci sono anche il dolore somatico e il dolore psicosomatico. Il dolore somatico non coinvolge il sistema nervoso, mentre nel dolore psicosomatico alla componente fisica si aggiunge una componente emotiva. Ma vediamoli nel dettaglio.
IL DOLORE SINTOMATOLOGIA E CRITERI DI VALUTAZIONE di Elvira Serra
È
il più comune sintomo di malattia, tutti prima o poi lo provano. Ma è difficile darne una definizione esauriente così come elencare tutti i diversi tipi di dolore che si sperimentano nella vita. In pratica, come afferma anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è dolore ciò che ciascuno di noi dice di essere dolore. Di certo esso indica che nell'organismo sta accadendo qualcosa di nocivo. Infatti, è una spia che si accende per informarci che qualcosa non funziona bene in qualche parte del nostro organismo. Il corpo informa il cervello affinché questo, in modo istintivo o mediato, possa porre in atto comportamenti adeguati. Funzionando come allarme, il dolore segnala il rischio di perdita dell'integrità psicofisica: ciò allo scopo di conservarla o ripristinarla. Molte malattie sono individuabili 26
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grazie, appunto, alle localizzazioni del dolore e alle sue qualità. Ma se questo è vero per le malattie acute non lo è invece quando il dolore si fa cronico, ossia quando esaurisce il suo compito di sentinella perdendo l'utilità di allarme e divenendo esso stesso più malattia che sintomo, causando quindi disequilibrio organico o psichico. Tipi di dolore Il dolore può essere localizzato, irradiato o riferito. Si parla di dolore localizzato quando una persona indica il preciso punto del corpo dove avverte il dolore. Nel caso in cui dal punto di origine il dolore sembra seguire un decorso lungo un tratto del corpo (per esempio, un mal di schiena con una irradiazione sciatica) si tratta di doloreirradiato. Quando chi soffre indica un'area di dolore cutaneo più o meno vasta senza una chiara localizzazione ci troviamo di
Dolore acuto Il dolore acuto compare all'improvviso ed è il classico caso di allarme che aiuta ad agire correttamente per evitare all'organismo un danno maggiore, per esempio tenere a riposo una parte traumatizzata. Quando il dolore persiste oltre il processo di guarigione assume le caratteristiche del dolore cronico. Nella maggior parte dei casi può essere il sintomo che permette al medico di giungere immediatamente a stabilire una diagnosi. Qualunque sia l'origine, il dolore acuto produce reazioni di difesa e di protezione che comprendono: • alterazioni dell'umore (depressione, ansia, paura) • modifiche del sistema nervoso autonomo (alterazione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, nausea, vomito, sudorazione) • atteggiamenti di modifica della postura. Dolore cronico Il dolore cronico opprime centinaia di milioni di persone nel mondo e altera le loro capacità fisiche, emozionali e lavorative. Il dolore veniva in passato definito cronico quando durava almeno sei mesi, ormai il limite temporale è stato superato e oggi il dolore è cronico se dura più del previsto. Il dolore cronico è uno stato che tende ad essere più insistente del dolore acuto e compromette la vita sociale e la personalità del paziente. Le persone affette da dolore cronico soffrono anche di disturbi del sonno, depressione, affaticamento, e vedono ridotte le loro facoltà intellettive. Le più comuni sindromi sono: lombalgia cronica, mal di
Cultura & Benessere testa, fibromialgia (infiammazione cronica dei muscoli e dei tessuti localizzati intorno alle articolazioni) e neuropatia (malattia che coinvolge i nervi periferici). Dolore somatico Il dolore somatico spesso si presenta con sintomi acuti, che coinvolge e trova origine nel corpo senza coinvolgere il sistema nervoso. Si distingue tra dolore somatico vero e proprio, ossia l'eccitazione dei sensori del dolore situati nella cute, nei muscoli, nelle articolazioni e nelle ossa, e dolore somatico viscerale, ossia il dolore che nasce dagli organi interni. In entrambi i casi lo stimolo doloroso è acuto. Di solito il dolore somatico è controllabile con antinfiammatori e analgesici. Dolore psicosomatico Nel dolore psicosomatico al dolore fisico si accompagna sempre una componente emotiva che molto spesso ne moltiplica gli effetti fino a renderlo insopportabile o, al contrario, riesce ad attutirlo fino a cancellarlo. PerchÊ questo accada non è ancora del tutto chiaro. Secondo gli studiosi la situazione del dolore stimolerebbe l'individuo a compiere atti di "lotta o fuga" per conservare se stesso. Rimane comunque difficile classificare "categorie" emotive riferite al dolore. Ogni individuo vive infatti il dolore in modo del tutto personale a causa di molte variabili. Dott.ssa Elvira Serra dottelviraserra@gmail.com
Cultura & Benessere
IL BARB di Francesco Di Lorenzo
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l barbecue o la grigliatura degli alimenti è una tecnica di cottura antichissima e semplice che dona alle pietanze un sapore irresistibile. Sicuramente uno dei primi metodi di cottura impiegati dagli uomini primitivi, 400.000 a.c., i quali scoprirono che cuocendo il cibo alla brace, si conservava più a lungo, diventava più commestibile, digeribile e più gradevole. Così il fuoco entrò a far parte della vita dell’uomo, mutandone la genesi, con la carne cotta, quindi più tenera, il cranio iniziò a modificarsi diventando più grande e le mascelle più piccole. Oggi la cottura sul fuoco è semplificata dall’uso di legna, carbone vegetale oppure gas come il propano ed è diventata un’occasione per far festa con gli amici all’aperto in campagna e gustare buona carne come (pollo, tacchino, salsicce, 28
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BECUE hamburger, costolette bistecche e filetti di maiale, vitello, wurstel, cinghiale, quaglie e cacciagione in genere); pesce come (dentici, spigole, orate, gamberoni, seppie, tonno, pesce spada, polipi, pezzogne, sgombri, salmone ecc.); verdure come (zucca, zucchine, melenzane, peperoni, pomodori, radicchio ecc); formaggi come (caciocavalli ecc.); bruschette; ci si possono abbinare anche ottimi piatti cotti nella stagnola sotto la cenere come (patate, baccalà, uova, cipolla, agli, peperoni ecc.). La parola barbecue mantiene lo stesso significato in tutte le lingue del mondo “cottura di cibi alla griglia sotto braci ardenti”. La cottura sia se fatta su barbecue o casalinga su piastra, grill elettrico o sull’ ottima pietra lavica ceramizzata come quella del Vesuvio o dell’Etna. Può avvenire per due meccanismi fisici: 1) Per irraggiamento o indiretta in questo caso la cottura avviene ad opera della radiazione infrarossa (calore) emessa da combustibile, l’arrosto cuoce attraverso il fumo e l’aria calda. Tecnica lenta, anche 12h, a temperature medio basse “110°-150°”, con questa stessa tecnica avviene l’ affumicatura che impiega anche trucidi umidi di particolari legni ( faggio, pioppo, quercia, castagno ecc.) essenze e spezie (pepe, maggiorana ecc)che vengono fatte bruciare su braci roventi per farne sprigionare l’ aroma aumentando l’ intensità del colore, dell’ odore e del sapore ad alcuni cibi affumicati come prosciutti ed insaccati vari, formaggi, salmone, tonno, pesce spada ecc. 2) Per contatto o diretto dove si utilizzano piastre, pietre riscaldate su fiamma o elettricamente oppure la cottura diretta su fiamma della legna o del carbone. Questa tecnica è molto veloce ed utilizza temperature di cottura elevate, anche 1000°. Alcuni trucchi per dare quel tocco in più alla grigliata sono: • Pre-riscaldare bene la griglia o la piastra prima di mettere l’arrosto; • Scegliere una buona materia prima, DOC, e un buon taglio; • Cospargere sulla griglia qualche grano di sale, magari usando sali speciali come l’affumicato di Norvegia, rosso o verde delle Hawaii, fior di sale Siciliano, blu di Persia, a seconda della pietanza.
Così diamo un buon sapore a carne o pesce che non vanno mai salati direttamente per non perdere i gustosi succhi saporiti e proprietà organolettiche, per lo stesso motivo non forare le pietanze con forchette nel girarle. • Usare buona legna ed erbe aromatiche (timo, rosmarino, origano, ecc.) senza farle bruciare. • Preparare un’emulsionante d’artista con olio, aceto, limone, pepe, peperoncino o tabasco, aromi e aggiungerlo di tanto in tanto. • Dopo la cottura lavare bene la griglia. • La grigliata è un mezzo di cottura facilissimo, leggera se non appesantita da salse, esalta i sapori semplici senza bisogno di aggiungere molti grassi e dà anche il buon umore nel condividere il pasto all’aria aperta o sul balcone di casa affumicando i vicini; allo stesso modo va sempre valutato l’ impatto sull’ambiente, il rischio di innescare incendi ed il pericolo di ustioni. Inoltre non esagerare con i cibi grigliati perché la cottura ad alte temperature oltre a far perdere ai cibi sostanze nutritive come vitamine e sali minerali fanno produrre sostanze cancerogene come benzopirene, antracene, idrocarburi policiclici aromatici ed ammine in generale. Pensate che un kg di carne alla griglia contiene la quantità di benzopirene presente in 600 sigarette e l’ accoppiata griglia e carne rossa specie senza evitare le golosissime parti bruciacchiate, fa aumentare il rischio di tumori, soprattutto al colon-retto. Alcune regole per fare una grigliata più sana abbassando l’ impatto negativo della grigliata sulla salute sono: • Sistemare la brace ai lati ed il cibo al centro della griglia in modo che il grasso liberato non generi fiammate che anneriscono gli alimenti; • Accendere il fuoco in modo più naturale possibile evitando l’ uso di derivati del petrolio come le cosidette diavoline; tenere gli alimenti ad una distanza di almeno 15-20 cm. dal
fuoco evitandone il contatto diretto; Marinare le pietanze prima di metterle sulla griglia visto che il limone riduce la formazione delle tossine pericolose, ungere spesso con l’emulsionante preparato con l’olio extravergine perchè sopporta meglio le alte temperatura prima di alterare la struttura molecolare producendo sostanze tossiche; • Inoltre la marinatura abbassa la temperatura della griglia; meglio scegliere una legna stagionata come vite e ginepro evitando quelle resinose; • Non poggiare i cibi cotti dove sono stati quelli crudi; • Usare la griglia in acciaio inossidabile; • Evitare carne molto grassa perché proprio il grasso subisce le alterazioni più dannose con il calore; • Bere molta acqua e ridurre l’ associazione con alcolici per facilitare l’eliminazione di tossine quindi associare anche l’arrosto a cibi ricchi di fibre e antiossidanti (verdure preferibilmente crude); evitare di salare eccessivamente. Rispettando questi consigli la grigliatura degli alimenti diventerà più salutare ed allieterà i palati più esigenti. La grigliata come ogni altra tecnica di cottura trasmette calore, da una fonte energetica all’alimento. Durante la cottura a prescindere dal tipo, avvengono modificazioni positive degli alimenti come renderli più commestibili, digeribili, masticabili, saporiti, conservabili, sicuri dal punto di vista microbiologico e modificazioni negative come distruzione delle molecole termolabili e/ o dispersione di esse (vitamine, Sali, ecc), inattivazione anche se in alcuni casi attivazione di antiossidanti a secondo dei cibi; formazioni di molecole tossiche e/o mutogene del DNA come acroleina, acrilamide ed altre ammine. Una delle tecniche più salutari di cottura è senz’ altro quella al vapore perché preserva maggiormente le caratteristiche organolettiche quindi da preferire nel quotidiano.
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Francesco Di Lorenzo francescodl1979@gmail.com MR. MAGAZINE | aprile 2015 29
Cultura & Benessere
IL ROSMARINO NOME SCIENTIFICO Rosmarinus Officinalis L.
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di Pasquale La Palomenta
iffusissimo in tutta l'Italia marina, dalla Liguria alle regioni centro meridionali, è una pianta che cresce rigogliosa anche a 1500 metri d'altezza, preferendo i terreni calcarei – pietraie, scarpate, muretti – dove riesce a dare il meglio di sé. Alto anche 2 metri, durante tutto l'anno può dare graziosi fiori azzurri che si stagliano sulle sue foglie sottili. Incontrastato re di arrosti e intingoli vari, il rosmarino è tanto diffuso quanto versatile. Non solo in cucina, dove chiunque sa quanto sia necessario alla rifinitura di piatti più o meno elaborati, ma anche nella farmacia erboristica. Il rosmarino agisce sul sistema nervoso, stimola la memoria distratta e combatte i momenti di depressione. Può aiutare a ritrovare la voglia e l'entusiasmo di rituffarsi negli impegni di lavoro, per esempio, una cura moderata a base di vino medicinale che si ottiene lasciando macerare per qualche giorno 30 o 40 grammi di rametti in un litro di vino rosso. Attenzione, l'efficacia del rosmarino è certa se lo si raccoglie selvatico, lungo le rocce o i viottoli che portano al litorale. Trapiantato in giardino o, peggio ancora, il vaso sul balcone, mantiene il suo caratteristico profumo ma perde gran parte delle sue benefiche virtù. Per questo è bene farne buona scorta durante qualche week-end al mare; dopo la raccolta va lasciato essiccare all'ombra, e quindi conservato in barattoli di vetro o di porcellana, per averne sempre a disposizione, all'occorrenza. Un preparato Il rosmarino può essere efficacemente usato per combattere l'emicrania, utilizzando le sommità fiorite per preparare una semplice tisana. Procuratevi 20 g di sommità fiorite di rosmarino e 1 l di acqua. Lasciate in infusione per una decina di minuti l'erba nell'acqua bollente. Filtrate e bevetene una tazza. Pasquale La Palomenta 30
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MILANO 2015 1 MAGGIO 31OTTOBRE NUTRIRE IL PIANETA ENERGIA PER LA VITA di Carla R. Buonocore
Il tema proposto per l'Expo in Italia è “Nutrire il pianeta", "Energia per la vita”, e vuole includere tutto ciò che riguarda l'alimentazione, dal problema della mancanza di cibo per alcune zone del mondo a quello dell'educazione alimentare, fino alle tematiche legate agli OGM.
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al 1 Maggio al 31 Ottobre del 2015 la città di Milano ospiterà “l’Esposizione Universale”, cioè l’EXPO 2015, sarà la piattaforma di un confronto di idee e soluzioni condivise, stimolerà la creatività dei Paesi e promuoverà le innovazioni per un futuro sostenibile. Per sei mesi Milano diventerà una vetrina mondiale in cui i Paesi mostreranno il meglio delle proprie tecnologie per dare una risposta concreta a un’esigenza vitale. Il tema è “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, include tutto ciò che riguarda l'alimentazione, dal problema della mancanza di cibo per alcune zone del mondo a quello dell'educazione alimentare. L'asse principale è il diritto ad una alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutti gli abitanti della Terra e l’aria di esposizione sarà di 1,1 milioni di metri quadri. La preoccupazione per la qualità del cibo in un mondo sempre più popolato
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(si calcola che nel 2050 gli abitanti della Terra saranno 9 miliardi) si accompagna a scenari di un aumento dei rischi per la quantità globale dei cibi disponibili. Tutti i 147 paesi partecipanti mostreranno il meglio delle proprie tecnologie e delle proprie risorse collegate a questo tema. I visitatori, stimati in più di 20 milioni, potranno assaggiare i piatti tipici dei vari paesi, per scoprirne sapori, gusti e tradizioni gastronomiche. Milano aveva già ospitato un’esposizione universale nel 1906 sul tema dei trasporti, e l’EXPO 2015 è stata ufficializzata il 31 marzo 2008. La candidatura di Milano fu molto voluta dall’allora sindaco della città, Letizia Moratti. La fiera avrà uno spazio progettato da architetti di fama internazionale, tra cui Stefano Boeri, Ricky Burdett e Jacques Herzog, e pensato come una vera e propria esposizione-giardino in cui aggirarsi tra padiglioni, alberi e giochi ad acqua. L’Expo Milano 2015 si articola su due grandi viali principali, il Cardo e il Decumano, attraverso cui è possibile la
riflessione sul Tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita e si sviluppa lungo cinque percorsi tematici che collegano le aree e gli spazi del Sito Espositivo. 1. Storia dell’Uomo, storie di cibo, Arti, mestieri, tecniche d'insediamento, commerci, ma anche gli aspetti degradanti della colonizzazione e dello sfruttamento raccontano la storia dell'uomo nella sua evoluzione. Ancora più interessante l'interpretazione di questi temi attraverso la storia del cibo: le tecniche di coltivazione, allevamento, trasformazione e mutazione degli alimenti evidenziano le caratteristiche della dieta degli individui. 2. Abbondanza e privazione: il paradosso del contemporaneo. Contraddizioni nel cibo e nella sua disponibilità: una parte della popolazione mondiale vive in condizioni di sottonutrizione e mancato accesso all’acqua potabile, un’altra parte presenta malattie fisiche e psicologiche legate alla cattiva/eccessiva nutrizione e allo spreco. Possono scienza, educazione, preven-
zione, cooperazione internazionale, ingegneria sociale e politica ambire al superamento di questo doloroso paradosso? 3. Il futuro del cibo. Quale sarà il cibo del domani? Quale la dieta dei nostri figli? Il primo passo per rispondere è quello di far conoscere le tecnologie, le scoperte scientifiche, i traguardi della ricerca di oggi che sono la base di partenza per la formazione del capitale umano del domani, attento sia all’ottimizzazione delle filiere agroalimentari sia alla qualità dei prodotti che finiscono sulle nostre tavole. 4. Cibo sostenibile = mondo equo. Come si può responsabilizzare l’Uomo affinché mantenga uno sviluppo equilibrato tra la produzione del cibo e lo sfruttamento delle risorse? Expo Milano 2015, dedicata al tema del cibo e della nutrizione, è la piattaforma di discussione dalla quale lanciare i nuovi obiettivi per un millennio sostenibile, dove da un lato sia salvaguar-
data la biodiversità, dall’altro, tutelati saperi, tradizioni e intere culture. 5. Il gusto è conoscenza. Nutrirsi è certamente un atto necessario, ma può essere anche uno dei più gioiosi per l’uomo. E, soprattutto, il piacere del palato diventa strumento di conoscenza: i sapori e gli odori delle cucine internazionali raccontano la storia e le culture delle società del Pianeta. Un itinerario a cavallo tra manifestazioni culturali e degustazioni diffuse, dove oltre ai prodotti finiti trovino posto anche le tecniche di conservazione dei cibi, le diverse modalità di cottura, e le altre invenzioni finalizzate a modificare o mantenere i sapori.
di undici elementi ognuno con caratteristiche e personalità diverse che riuniti in un Volto Unico rappresenteranno la sinergia tra i Paesi del mondo chiamati a rispondere con energia e positività alle sfide del nostro Pianeta. Milano con l’Esposizione Universale del 2015 vuole mettersi al servizio della crescita del Paese, vuole essere la prima ambasciatrice dell’Italia nel mondo. Carla R. Buonocore helpdesk@uniposte.eu
All’EXPO MILANO 2015 non poteva mancare la mascotte, che, sarà Foody. Una mascotte sincera, saggia, originale, empatica, rispettosa e amante della sana e buona cucina, infatti rappresenterà i temi fondanti della manifestazione, la comunità, la diversità. Per questo è costituito da una famiglia
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Franco Alfieri, l'uomo giusto per il riscatto della Regione! La candidatura in Regione di Franco Alfieri è un'opportunità politica territoriale da non lasciarsi scappare. Il Cilento è un territorio ricco di storia e di cultura, ampiamente articolato di bellezze paesaggistico ambientali, sinonimo del vive,e sano con l'esclusività della dieta mediterranea. Nonostante tutte le sue peculiarità, questa terra è soggetta da anni a continue sofferenze. Dall'amministrazione Caldoro il Cilento non ha ricevuto alcun beneficio ma al contrario solo danni! L'attuale governatore ha impoverito i cilentani con la distruzione della sanità, chiudendo l'ospedale di Agropoli e collassando di riflesso le rimanenti strutture ospedaliere. Ha miseramente ridotto la viabilità allo stato brado: strade colabrodo, interrotte e abbandonate. L'arteria viaria principale a sud del Cilento, la Cilentana, è bloccata da tempo e con essa le strade secondarie che collegano i paesi interni. L'attuale Presidente, ha contribuito a sfasciare l'Ente Parco Nazionale, riducendolo ad un carrozzone politico inutile e costoso, mentre doveva rappresentare occasione di sviluppo territoriale. Mancanza di progettualità, incapacità di intercettare fondi europei, presenza politica sul territorio riconducibile allo zero. I cittadini sono amareggiati, da tempo ormai non credono più nella politica, non intravedono il cambiamento e non percepiscono la speranza di futuro per i loro figli. Sono queste le motivazioni che hanno stimolato Franco Alfieri a correre per le regionali 2015 e porre fine al disastro amministrativo di Stefano Caldoro. In trent'anni di politica in continua ascesa e senza cedimenti, Franco Alfieri ha costruito esperienza e competenza per produrre progresso e sviluppo nella sua terra: Torchiara, Agropoli, il Cilento. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: creazione di infrastrutture urbane, sportive, turistiche, culturali...Alfieri ha collezionato straordinari successi elettorali con un crescente radicamento politico sul territorio nazionale: la deputata Sabrina Capozzolo è figlia della sua impeccabile organizzazione. Tenacia, modestia, concretezza, intelligenza, autorevolezza, personalità, sono le prerogative di un uomo dalle capacità politiche senza precedenti nella storia del Cilento. Alfieri e Vincenzo De Luca Presidente contribuiranno ad avviare la svolta per il Mezzogiorno attesa da tempo. Le prossime elezioni regionali rappresentano una battaglia troppo importante per il futuro della Campania. È arrivato il momento di combattere con tutte le energie per dare credito ad una grande realtà territoriale. C'è bisogno di unire tutte le forze insieme ad un uomo che ha capacità e concretezza: Franco Alfieri. Gianni Petrizzo
Costume & Società
Rassegna teatrale invernale "Dal mito a più infinito"
a Paestum di Maria Elisa Ferrara
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l Museo Archeologico Nazionale di Paestum continua la Rassegna Teatrale invernale “Dal Mito a più infinito”, ideata da Sarah Falanga, direttrice artistica dell’Accademia Magna Graeciae dalla direttrice del Museo Archeologico, Marina Cipriani. Gli spettacoli, iniziati domenica 7 dicembre 2014 con “Natale in casa di donne”, riproposto anche il 4 gennaio 2015, continueranno fino al 3 maggio 2015 e si svolgeranno sempre di domenica presso la splendida location del Museo.LaRassegna “Dal mito a più Infinito”, giunta alla terza edizione, ha collezionato il favore e il successo di critica e pubblico, ed è divenuta permanente a Paestum, avendo luogo nel periodo invernale all’interno delle sale museali e d’estate nell’area del santuario meridionale. Rappresentando un appuntamento culturale unico ed originale per stile ed ambientazione, l’evento ha dato vita ad una tradizione teatrale che richiama sul territorio un turismo culturale capace di coinvolgere numerosi operatori della formazione e dello spettacolo. Organizzata dall’Accademia Magna Graecia, scuola e centro di produzione professionale di arte drammatica, scienze sceniche e musicali nata nel 2006, la Rassegna, voluta dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, è patrocinata dal MIBAC. Gli spettacoli rappresentano un’occasione di suggestione unica: il perfetto connubio tra l’attorialità pura ed il gusto del respiro della storia, grazie all’austerità di rovine archeologiche
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uniche al mondo. Inserita nel progetto “Paestum Polis Aperta”, il partenariato proposto dall’Accademia Magna Graecia per l’incremento dello sviluppo socio-economico e culturale del territorio, la Rassegna “Dal mito a più infinito” propone così una serie di spettacoli in grado di mettere d’accordo gli estimatori del teatro con i turisti provenienti da ogni parte del mondo. Dopo l’appuntamento del 1 febbraio con “Binario 21”, gli spettacoli primaverili sono: 1 marzo “Oh, sire!”, commedia musicale brillante in due atti tratta da Il Re di De Caillavet, Arene, De Flers (riadattamento di Sarah Falanga) 8 marzo “Mi chiamano Mimì”, spettacolo in prosa e musica in cui Mia Martini è lo spirito guida, in occasione del ventesimo anniversario della scomparsa (di Sarah Falanga) 5 aprile “Funerale a sorpresa”, una attenta ed ironica riflessione, in commedia musicale, sul paradosso umano che ruota attorno all'inevitabile, comune e malvagio evento della morte (di Sarah Falanga) 3 maggio “Era de maggio”, concerto per pianoforte, violino, mandolino, chitarra, percussioni e voci. Maria Elisa Ferrara Responsabile Ufficio Stampa AdUp Comunicazione stampa@adupcomunicazione.com
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ARGENIO, IL SARTO DI BORBONE
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di Emilio La Greca Romano
l crepuscolo della sera del XIX secolo si profila con le cannonate del generale Bava Beccaris a Milano e con l'assassinio di Re Umberto da Monza. Si rilevano eventi nella politica interna di indubbia instabilità che si traducono in scontri parlamentari tra Sonnino e Giolitti. Il primo Novecento è fortemente segnato dalle lotte dei lavoratori. Malgrado tutto però Napoli vive anche un momento d'oro, specie in ambito artistico. Mentre i caffè concerto e i palcoscenici partenopei fanno la cronaca degli avvenimenti al fronte, si afferma l'arte e la sartoria di Napoli. La sartoria maschile del capoluogo campano, a seguito dell'Unità d'Italia e nei primi decenni del Novecento appunto raggiunse un periodo di grande splendore, col contributo di svariate aziende di rilievo, riuscì ad imporsi sulla scena internazionale. Il livello di qualità acquisito consentì addirittura la nascita del "genere partenopeo". La famiglia Argenio, fra le altre, è la massima espressione del successo della moda di Napoli dei primi anni del secolo scorso. Oggi Salvatore Argenio, classe 1951, è un maturo e distinto signore che ha preso in moglie Annamaria Pisapia; è nato e vive a Napoli; è un raffinato artista del mezzogiorno che opera da tempo nel campo della moda. E' una tradizione quella della moda che il signor Salvatore porta addosso sin dall'età dell'infanzia. Proprio sua nonna, infatti, agli arbori del XX secolo, gestiva una sartoria per signore a Napoli, in via Tasso. Argenio oggi, infatti, rappresenta per la sartoria partenopea un significativo punto di riferimento. E' garanzia di tessuti pregiati, di un tweed rigorosamente inglese o di un pregiatissimo cashmere. Da lunga data, fra l'altro, già abile specialista in tessuti femminili, punta sull'uomo "trasformandosi in ambasciatore della sartorialità attraverso una linea di abbigliamento che porta il suo nome". La produzione Argenio per l'uomo è sobria e raffinata, rispondente alle più recenti tendenze della moda. Questi 42
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oggi rappresenta con favore l'arte della sartoria del capoluogo. La sua opera riveste una specialissima originalità: mentre è intrisa di tendenza stilisticomoderna richiama il vissuto remoto di Napoli, in speciale considerazione al periodo borbonico. Il tutto è severamente e puntualmente realizzato a mano. La notorietà di Argenio ovviamente da anni, come risaputo, sconfina la penisola. Dimostrazione del successo internazionale di questa pregievole sartoria di Napoli, fra l'altro, sono le lettere di ringraziamento del Principe Juans Carlos, di Hillary Clinton e dei rappresentanti della Casa Borbone. La linea Argenio si costituisce fondamentalmente di un duplice indirizzo: classico e moderno. La linea ideata per l'uomo classico risponde alle molitiplicate esigenze maschili volte alla ricerca del dettaglio e delle rifiniture, si realizza legando la qualità inglese al gusto e all'estro napoletano. La linea borbonica, ci riferisce Arsenio, si costituisce di una ricca collezione di gemelli da polso raffiguranti stemmi e icone della Real Casa dei Borbone. Spicca la cura del particolare della fattura e la nota storica dettagliata del significato del fregio. Seguono poi splendidi foulards in pura seta dal design ispirato alle origini aritstocratiche del 1700 e del 1800 partenopeo. Si assommano a questi le pregiatissime cravatte in pura seta realizzate a mano e raffiguranti icone, stemmi e rappresentazioni dell'antica dinastia borbonica. A questi si legano elegantissimi orologi disegnati e brevettati da Argenio, opera di pregievole fattura; recano lo stemma del Regno delle due Sicilie. La ditta Delta, su disegno Argenio, realizza poi la penna "Carlo III". Non da meno risultano le sciarpe in lana-seta con stemmi, gigli borbonici e le rappresentazioni della flotta navale della Real Marina napoletana. Ecco, questo e altro ancora, traccia il profilo Argenio, uno stilista identitario il quale è convinto che oggi, in questa contestualità socio-culturale, per il
progetto identitario non vi può essere omologazione di stile in quanto tale disegno progettuale è la rappresentazione di un'idea che diviene stile. Argenio è stilista identitario poichè con l'arte della sartoria porta avanti una sua convinzione, una sua vera battaglia, il riscatto del Sud con la sua produzione. Argenio è un artista sognatore. Gli piace immaginare la sua Napoli quale grande capitale del passato. Napoli dovrà rappresentarsi motore della rinascita del Sud. Il riscatto del mezzogiorno ripartirà da Napoli. Oggi ci piace considerare Argenio come abile artista e fine sognatore che, grazie all'amore per la sua terra, con maestria, oggi indossa la storia e veste con uno stile inconfondibile tutta la sua clientela. In sintesi, per concludere, vogliamo ricordarlo come testimonianza preziosa di espressione artistica e fine dicitore del felice remoto passato partenopeo. Emilio La Greca Romano lagrecaromano.emilio@virgilio.it
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Educandoci all'arte
VIAGGIO ALLE ORIGINI DELL'ESOTISMO di Giada Di Vita
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niziato il nuovo anno pieno di buoni auspici, per tutto il prossimo 2015, questo mese ho deciso di fare un salto nelle isole di Tahiti con Merahi metua no Tehamana del 1893, all’’Art Istutute of Chicago è uno dei tanti capolavori di Paul Gauguin, l’artista in fuga dalla civiltà, (Parigi 1848- Tahiti 1903), che da quando vi mise piede fu accolto dai nativi ed oltre a subire il fascino delle spiagge incontaminate che si trovò davanti, delle tradizioni native, invece che occidentalizzarli, come fino ad allora si cercò di fare, Gauguin ne accentua i tratti specifici, dalla fisionomia corporea fino ai costumi di vita. Chi di noi non si è trovato davanti ad un'immagine delle tahitiane dei suoi quadri, stese sotto le palme, semi nude, in gruppo, con i fiori tra i capelli, al bagno, in primo piano. Nei suoi primi quadri, corrispondenti 46
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al periodo iniziale del suo soggiorno, Gauguin al pari di un etnologo, registra e documenta attitudini, modi e comportamenti propri del nuovo popolo con cui era entrato in contatto. Ricerca miti, divinità e leggende facendole protagoniste di molti suoi quadri, letta negli ultimi anni come un atto liberatorio del retaggio culturale dei nativi. Gli ultimi anni in particolare del suo soggiorno, a stretto contatto con la vita selvaggia che trova sulle Isole Marchesi, furono di notevole risalto le esperienze vissute e riportate nei dipinti di questo periodo. Gauguin attivamente inserito all’epoca nella cerchia dei simbolisti, ammirò molto anche l’arte giapponese e arrivò ad essere il Gauguin che oggi conosciamo nei suoi più grandi capolavori dopo una sua personale ricerca che in una terra lontana condusse per certi aspetti in modo iso-
lato. Perseguì il diritto dell’artista di ricreare la natura per mezzo dell’espressione delle linee e del colore. Il pittore scrive nel suo libro” NOA_NOA”: “Parto per starmene tranquillo lontano dalla civiltà. Voglio fare dell’arte semplice, molto semplice; per questo ho bisogno di ritrovare le mie forze a contatto con la natura ancora vergine, di vedere solo selvaggi e vivere la loro vita, senz’altra preoccupazione che tradurre con la semplicità di un bambino le fantasie della mente con gli unici mezzi veri ed efficaci: quelli dell’arte primitiva.” Una volta arrivato, possiamo dire che la maggiore delusione del pittore fu scoprire che la religione e i manufatti veramente tahitiani non esistevano più; infatti, quale colonia francese, Tahiti era stata sottoposta ad un processo di europeizzazione. Fatto sta che queste terre incantarono Gauguin, dove morì
stanco malato e incarcerato per essersi opposto alle politiche razziste del governatore francese. Di fatti compie due lunghi soggiorni (1891-93 e 1895-1901), poi raggiunge l'ultima tappa delle sue peregrinazioni: le Isole Marchesi, in Polinesia, dove visse fino alla morte, avvenuta nel 1903. Il quadro che vi propongo oggi Gli antenati di Tehamana, porta con se dei puri riferimenti all’arte di quei luoghi, come anche per il Tempio sacrificale del 1892. E l’elemento che mi ha sempre colpito, di quest’opera insieme al fregio murale originale riportato da Gauguin è la donna che indossa degli abiti europei. Tutto quello che Gauguin invece non condivideva. La sua pittura è una testimonianza dell’influsso europeo al quale furono sottoposti i nativi. Ma il volto della donna e i suoi tratti, nell’espressione che ha richiamano tutta la sua origine che ancor di più ne risalta il contrasto con le righe bianche e blu dell’elegante abito che indossa. Due civiltà a confronto, che convivono in un unico quadro, dove prominenti gli antenati dallo sfondo si imprimono sulla scena. Cosi ad non dimenticare da dove veniamo. Si sa che i dipinti di Gauguin erano intrisi di significati simbolici, latenti o più evidenti, che lasciano sempre un messaggio da decodificare.
LA SPONTANEITÀ DI DEGAS E GLI IMPRESSIONISTI
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ilaire German Edgar Degas (1834-1917) tra tutti i pittori impressionisti è quello che conserva la maggiore originalità e distanza dagli altri. Per alcuni anni abbandonò i quadri storici e si rivolse a soggetti contemporanei, che ritraevano scene di balletto, teatro, interni di caffè, stiratrici al lavoro e bagnanti. Donne, fanciulle che danzano, fanciulle che provano passi di danza sulle punte in tutù, donne che misurano cappelli, donne che lavorano, donne chine intente nella Toilette. Durante tutta la sua evoluzione artistica Degas vive l’epoca dell’impressionismo attraverso il suo occhio ispiratore. Col passare degli anni Degas si concentra in una sorta di ripetitività e ricerca di naturalismo, e spesso coglie donne nei loro momenti più privati,da sole, sdraiate, mentre leggono in pose e composizioni apparentemente similari. Comincia a differenziarsi dagli altri artisti impressionisti, volutamente cercando l’attenzione dei critici in modo individuale. In molti dei suoi quadri dipinge probabilmente le donne da cui trae ispirazione dal vivo. Egli stesso affermava che “Nessuna arte è meno spontanea della mia. Quel che faccio è il risultato della riflessione e dello studio sui grandi maestri.” Forse la sua fu solitudine ricercata o estraneità dal gruppo, fatto sta che Edgar compie la sua naturale ricerca pittorica servendosi dei soggetti a lui più vicini. Il mondo femminile di cui subirà il fascino, sarà motivo ispirato-
re oltre che di sensuale attrattiva. In Davanti allo specchio, questa la traduzione del titolo originale Vor de Spiegel, Degas fa diventare un quadro intriso della sua tecnica e capacità rappresentativa il semplice gesto di una fanciulla che specchiandosi aggiusta l’acconciatura. Ed è mirabile la quotidianità riportata da Degas su come dipinge gli accessori personali, la spazzola e il fermaglio, una bottiglia di colonia stiano a sottolinearne maggiormente l’azione della donna. Ma perché mai Degas tra tanti soggetti che ritrae, poi si sofferma su questi particolari, mentre potrebbe uscire fuori a sperimentare anche lui la pittura l’en plein air, i giochi di luce sui rivoli del fiumi con i suoi mille multicolori riflessi. No, lui sceglie, diversamente. Ma compie una scelta. E lo fa in modo autonomo, certo si distanzia, ma esprime esattamente ciò che la sua natura percepisce. Questo quadro ne è un esempio , che a me ha sempre affascinato in particolar modo per l’uso dei colori. La scelta dei toni varianti dal blu al rosso-arancio, che si intervallano con l’incarnato della fanciulla e il chiaro ripiano d’appoggio, sono scelte cromatiche che danno a questo quadro un non so ché di così innovativo per i suoi tempi. La posa della donna di spalle e l’abito che quasi si confonde con la pelle, lasciando un’intravista trasparenza, le rendono omaggio e sensualità, se si pensa che fu realizzato con tecnica
a pastello su cartoncino nel 1889 e che misura 49 x 64 cm. (custodito nel Kunsthalle a Amburgo). Di fatti egli mostra gusto per le sperimentazioni tecniche, egli ricerca mezzi di pittura inediti. Così, nel 1877, egli presenta una serie di monotipi, a volte con l'aggiunta dei pastelli, che testimoniano di una economia di mezzi e di una libertà di fattura davvero innovatrici. Altro particolare che dà a questo quadro tutta la sua innovazione stilistica, da non trascurare è la scelta della firma in alto verso destra, sullo specchio. A me fa pensare che si firma come testimonianza di quell’atto a cui gli è stato fatto onore di partecipare e che la sua presenza è dunque qui confermata con la sua firma nella posizione esatta in cui probabilmente poteva cadere il suo riflesso nello specchio mentre dipingeva il quadro. L'effetto di luce e ombra fu per Degas una esplosione della linea, e pertanto non scaturì mai naturalmente dal colore come avvenne a Tiziano, a Tintoretto, a Rembrand, a Manet o a Cezanne; esso fu più intellettuale, più tormentato e più limitato. Ma appunto per questo esso assunse un valore più raro, più rigoroso, di un'energia e di una finezza incomparabili. La lotta di Degas per mantenere in vita simultaneamente due principi contraddittori e dominarli è la ragione di molte sue cadute, ma anche di alcuni capolavori. Giada Di Vita giadadivita@virgilio.it www.artisvivendi.blogspot.it MR. MAGAZINE | aprile 2015 47
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IL CAPITALE UMANO
PER IL FUTURO DELL'ITALIA È IMPORTANTE IL CAPITALE RELAZIONALE di Giuseppe Lembo
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el nostro Paese c’è una crisi profonda nei comportamenti pubblici e privati riguardante il capitale umano, una risorsa-ricchezza fortemente maltrattata e sempre più abbandonata a se stessa; al suo destino del niente, con protagonista l’indifferenza umana. Ma al male di cui soffre il capitale umano viene ad aggiungersi un ulteriore ed altrettanto grave male; riguarda il capitale relazionale; nel nostro Paese, sbagliando, proprio non se ne sa capire l’importanza. Le conseguenze non sono di poco conto; si tratta di conseguenze gravi, soprattutto nelle prospettive del futuro. Il nostro Paese è, purtroppo, indifferente al rapporto tra una generazione e l’altra. C’è un vuoto incolmabile; c’è un vero e proprio abisso tra il mondo degli anziani e quello dei giovani. Le generazioni dei padri sono egoisticamente indifferenti a quelle dei figli, a cui il mondo adulto non dà niente, compia50
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cendosi, così come si compiace, di pensare solo a se stessi. Tanto, è un grave male italiano dovuto alla scarsa attenzione del capitale relazionale. Purtroppo non esiste in Italia una condizione umanamente e socialmente diffusa, basata sul capitale relazionale, una risorsa utile al bene del Paese che può favorire la continuità dell’insieme umano integrato in tutto il corso della vita, senza quelle traumatiche divisioni, spesso vere e proprie contrapposizioni che oggi ammorbano la vita del nostro Paese con veri steccati tra mondi contrapposti di generazioni separate e tra di loro indifferenti. Tutto questo è disumanamente nocivo al futuro del nostro Paese; tutto questo si chiama crisi del capitale umano e nello specifico, crisi del capitale relazionale, un bene, purtroppo, estraneo al modello di vita italiano, essendo un modello poco attento all’uomo, basato com’è, sul solo prevalere della forza sulla ragione. Il nostro Paese non può, in maniera au-
todeterminata, pensare con indifferenza di farsi male, manifestandosi inopportunamente distratto su quelle che sono gli elementi fondanti del nostro vivere insieme; è, quindi, assolutamente necessario riconsiderarsi, per riconsiderare l’inopportunità dell’indifferenza nei confronti del capitale umano e nello specifico, nei confronti di quella risorsa umanamente insostituibile che si chiama capitale relazionale, un collante per tenere insieme le generazioni, portandole a cooperare attivamente, al fine del bene comune in tutti i diversi momenti della vita. L’Italia soffre, prima di tutto e soprattutto, di una profonda crisi antropica; le diverse generazioni, precludendo ogni possibilità di cambiamento, proprio non sanno relazionarsi tra loro. Vivono da separate; tanto, per mancanza di quel capitale relazionale che è assolutamente assente dagli scenari italiani, con grave danno per tutti, nonostante i progressi della scienza che hanno e non poco, contribuito a modificare il codice
della vita, innalzando strepitosamente le attese di vita (79 per gli uomini , 83 per le donne). Sono sostanzialmente cambiati gli stili di vita, migliorando, tra l’altro, le attese di vita. In tutto questo non è cambiata la qualità della vita nel rapporto generazionale tra il mondo adulto, anziani compresi ed il mondo dei giovani. Siamo, a mondi sempre più separati; c’è un crescente vuoto di solidarietà per i giovani abbandonati a se stessi; tanto, per il poco intelligente impegno adulto verso i giovani, il futuro del mondo. Grazie ai cambiamenti epocali che garantiscono nel nostro Paese una longevità sempre più attiva, il mondo dei padri beneficia dei crescenti progressi della scienza; mentre registriamo tutto questo per l’Italia che invecchia sempre più, non sappiamo per niente agire saggiamente a favore dei giovani che, purtroppo, vivono nel nostro Paese, la triste condizione di società senza futuro; tanto, in virtù della scarsa considerazione che si ha per il capitale umano e soprattutto per
quel capitale relazionale dove, a senso unico, ci sono scenari di vita con privilegi limitati al solo presente dal fiato corto e senza prospettive di futuro. Il malessere generazionale fortemente presente nel nostro Paese, è un malessere grave; si vive confusamente di un presente assordante in una società che invecchia senza prospettive di futuro, mancando, come manca, dell’importante risorsa contenuta nel capitale relazionale che non è assolutamente presente nel nostro Sistema Paese, un sistema che, per gravi colpe di chi governa sgovernando, non ha alla base un modello di vita capace di dare la giusta attenzione al capitale umano ed al capitale relazionale, senza il quale, come dimostrato dalle inconcludenti cose italiane, non si va da nessuna parte, perché si vive in un presente con alla base le sole prospettive del nulla; tanto, per un forte malessere antropico da cui bisogna necessariamente guarire per non morire; per non essere travolti dal niente esistenziale. Come non è assolutamente possibile fare a meno delle competenze e delle esperienze adulte, così non è, altrettanto, pensabile di fare a meno delle risorse giovanili che, con i loro sogni e le loro speranze di vita, rappresentano il futuro, ossia la continuità della vita che, richiede all’insieme della società italiana, l’intelligente utilizzo del capitale umano e nello specifico del capitale relazionale, una risorsa di cui non si può assolutamente non tenerne conto. La società italiana, mancando di un saggio modello di vita, proprio non riesce a governarsi, così come si conviene ad una società che sa progettarsi il futuro, garantendo il welfare e le politiche del lavoro. Nel nostro Paese gli anziani devono avere quel rispetto umano che non hanno, per una diffusa e crescente indifferenza nei loro confronti; sono sempre più considerati un peso umano e sociale affidato prevalentemente nelle mani di un badandato soprattutto straniero che spesso agisce in modo inconsulto e senz’anima. Dov’è quel rispetto antico per gli anziani, sempre più cancellato da cambiamenti epocali che non hanno avuto in sé quell’insostituibile senso di umano, il primo ed essenziale elemento di ogni cambiamento approdato sulle sponde del progresso? Purtroppo, non c’è; è stato cancellato da un fare umano, in sé fortemente dannoso. E così le cattiverie disumane contro il padre ingombrante, un peso insoppor-
tabile per la famiglia, si sono man mano allargate anche nei confronti del figlio, negandogli le politiche del lavoro e portandolo a vivere avendo davanti a sé i soli tristi orizzonti del niente, con file di disoccupati senza futuro, a cui è stata cancellata anche la speranza di un futuro possibile e/o almeno possibile da immaginare; possibile da sognare. Come garantire in questo nostro Paese un futuro di vita umanamente dignitosa ai longevi, sempre più un peso sociale, per mancanza di risorse necessarie per evitare il collasso del sistema? Come aprire le porte al futuro di giovani del nostro Paese a cui, la mancanza di lavoro, li porta a non credere a niente ed a sentirsi disperatamente protagonisti del solo futuro negato? Del solo futuro rubato dai loro padri egoisticamente attenti a garantirsi risorse e privilegi, tutte per sé, indifferenti per il domani dei propri figli? La risposta a questi importanti e sempre più pressanti interrogativi italiani la dobbiamo saper intelligentemente trovare in noi; in noi, insieme italiano, protagonisti di un grande capitale umano, una grande risorsa da utilizzare con saggezza per quel futuro italiano assolutamente possibile, se non ci lasciamo vincere dallo sconforto di un presente sbagliato, perché malgovernato, ad un punto tale da non capire quanto sia importante, per cambiare le sorti italiane, quel negletto capitale relazionale, una risorsa italiana da cui dipende gran parte del nostro futuro. Mentre il mondo anziano cresce (i tre milioni di ultraottantenni si triplicheranno nel 2050), il mondo dei giovani si va sempre più restringendo, tanto da determinare una grave transizione demografica, con squilibri epocali di portata enorme e per molti aspetti sconvolgenti. Se non si fanno le cose giuste ed opportune, gli scenari italiani per anziani e giovani, saranno scenari veramente tristi; saranno scenari da profondo rosso; saranno scenari da ultima spiaggia. Che fare da subito? Pensare, prima di tutto, ad una nuova organizzazione sociale e pensare di cambiare radicalmente il sistema Italia, affidandosi ad un modello di vita che deve prevedere, un patto fra le generazioni, con alla base il prezioso capitale sia umano che relazionale. Giuseppe Lembo www.giuseppelemboscrittore.it lembo.giuseppe@alice.it
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"PANKRATION" PAN (TUTTO) KRATOS (POTERE) di Santina Cavalli
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uando parliamo di Arti Marziali pensiamo subito al Karate, al Kung Fu, o al Judo. Scavando nella ricerca delle loro origini, scopro che tutto inizia da una disciplina praticata nella Antica Grecia, il “Pankration”. Uno sport di combattimento che combina sia il Pugilato che la lotta GrecoRomana. La parola “Pankration” deriva da Pan che vuol dire “tutto” e da Kratos che significa “potere”, cioè “Onnipotente”. Il Pankration comprende varie tecniche oltre che calci e pugni; bloccaggi a terra, leve articolari, e strangolamenti. Il Pankration ha fatto parte dei giochi olimpici per circa mille anni (dal 648 a.c. al 393 d.c.). L’unica differenza tra allora e oggi sta nell’indossare “l’endyma” (una casacca), mentre i greci gareggiavano in costume “adamitico”. Sicuramente coi tempi che corrono l’antico costume attirerebbe più pubblico. Scherzi a parte, questo sport oggi viene rivalutato e praticato soprattutto nei paesi orientali, Est Europa, e Asia. Le categorie variano a secondo del
peso, si può praticare dai 12 ai 40 anni circa. Tre atleti agropolesi della Nazionale Italiana di Pankration hanno partecipato al campionato mondiale ad Istanbul, Turchia dal 24 al 28 ottobre all’interno del 4° World Martial Arts Festival. Erano 38 le nazioni presenti e 326 atleti. Grazie ai risultati dei ragazzi l’Italia si è classificata al 1° posto nella categoria Under 20 Athlima! I tre agropolesi regalano alla loro città medaglie e un posto importante nella storia di questo sport iniziando nel: 2008 (Tirana) dal maestro Rizzo Marco, Campione Mondiale, 1° classificato pesi massimi +100kg, seguito dal nipote nel: 2012 (Sparta) Rizzo Niko, Campione Mondiale, 1° classificato pesi medi -72kg; continua oggi: 2014 (Istanbul), con i nipoti: Cirillo Fasano, Campione Mondiale, 1° classificato pesi massimi +92kg., Rizzo Niko, 2° classificato pesi medi +72kg; e l‘istruttore De Francesco Giuseppe, 5° classificato. Sono nella palestra ”A.S.D. RONIN Agropoli”, ben curata, con foto e medaglie vinte alle pareti e dove questo sport
(insieme al Judo) continua essere praticato. Un maestro ed un istruttore d’Arte sì, ma noto tanta modestia, allegria, passione in quello che fanno e la cosa si riflette nei visi gioiosi dei ragazzini, anche giovanissimi, che vedo sfidarsi per gioco. I tre atleti vengano, al loro rientro, accolti festosamente dal nostro Sindaco “Franco Alfieri”, sempre presente nelle manifestazioni giovanili, dal maestro Marco Rizzo, dai suoi allievi e dalle loro famiglie, ognuno contribuisce spontaneamente ad un rinfresco con delizie caserecce. Hanno vinto, sono lì allegri, con i loro cari intorno. Ragazzi bravi, visi puliti che si allenano, studiano e lavorano contemporaneamente! Così dovrebbe essere lo sport, un divertimento. Pensando all’arrivo dei primi avventurosi greci a Tresino, mi piace credere che chissà, un poco del loro ardimentoso “DNA” lo ritroviamo qui stasera nei volti gioiosi di questi giovani. Auguri vivissimi! Santina Cavalli
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Cucina & Dintorni
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di Francesco Di Vita PRIMO Spaghetti spezzati alla bolognese bianca di baccalà con macchie di crema di cime di rapa al peperoncino, scaglie di parmigiano e scorza di arancia Ingredienti per 2 persone:
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200 g di spaghetti spezzati n° 5, 150 g di baccalà già tenuto a bagno, 2 cipolle bianche medie, 2 carote medie, 1 costa di sedano, 80 g di cime di rapa fresche, 125 ml di vino bianco (½ bicchiere), 1 peperoncino piccolo, 1 rametto di rosmarino, Parmigiano q.b., Scorza di arancia q.b., Olio extravergine di oliva q.b., Sale q.b. Difficoltà: Alta | Tempi di preparazione: 45 minuti
er preparare questa ricetta occorre innanzitutto che il baccalà sia già stato tenuto a bagno per dissalarlo almeno 4 giorni, o in alternativa si può acquistare già dissalato; un altro aspetto importante per quanto riguarda il baccalà è che occorre scegliere un pezzo possibilmente ben spinato e privo della pelle. Prima di cucinarlo, toglierlo dall'acqua e tamponarlo accuratamente con della carta assorbente da cucina, quindi fino al momento della cottura, tenerlo in un canovaccio pulito e asciutto. Riscaldare a fuoco basso una casseruola dai bordi alti con un filo d'olio extravergine di oliva e preparare cipolla, carota e sedano in questo modo. Mondare, lavare e affettare finemente la cipolla e trasferirla in casseruola con il rametto di rosmarino. Privare le carote delle estremità e tagliarle in questo modo: dopo aver ricavato due metà nel senso della lunghezza, tagliare a striscioline molto sottili ogni metà sempre nel senso della lunghezza. Infine allineare le striscioline e ricavare dei cubettini. Trasferire i cubettini in casseruola e mescolare con un cucchiaio di legno. Pelare la parte esterna del sedano con un pelapatate e schiacciare l'intera costa di sedano facendo pressione con il palmo della mano; tagliarlo poi a a striscioline molto sottili nel senso della lunghezza. Infine
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allineare le striscioline, ricavare dei cubettini e trasferire anche questi in casseruola mescolando nuovamente e alzando il fuoco. Rosolare le verdure a fuoco vivace per qualche minuto e sfumare con il vino bianco lontano dal fuoco: quando l'alcol è ben evaporato (per verificarlo osservare se le verdure ricominciano a rosolare) rimuovere il rosmarino, aggiungere un pizzico di sale e ½ bicchiere d'acqua e abbassare il fuoco; cuocere a fuoco minimo per 20 minuti coprendo la casseruola con un coperchio e qualora dovesse asciugarsi troppo aggiungere ancora 2 dita d'acqua. Pulire le cime di rapa in questo modo: staccare da ogni gambo le foglie più tenere eliminando quelle più dure e lavarle bene sotto l’acqua corrente fredda; lasciare poi scolare bene dall’acqua in eccesso in uno scolapasta. Riscaldare una padella di media dimensione con un filo d'olio extravergine di oliva e il peperoncino tagliato a metà e appena è ben calda, trasferirvi al suo interno le cime di rapa ancora un po' bagnate: a questo punto coprire subito con un coperchio il tempo necessario affinché perdano il volume, poi salare leggermente e mescolare molto spesso per 10 minuti a fuoco minimo in modo da ottenere una cottura omogenea; spegnere poi il fuoco. Porre a bollire dell’acqua in un’ampia pentola dai bordi alti per cuocervi le pasta. Preparare
il baccalà in questo modo prima di unirlo al soffritto di verdure: tagliare tutte le varie parti seguendo prima i tranci naturali, poi ricavare delle fette e da queste realizzare pezzetti più piccoli possibile. Quando l’acqua bolle salarla con una presa di sale e calare gli spaghetti già spezzati lasciandoli cuocere 7 – 8 minuti. Aggiungere i pezzi di baccalà in casseruola con un pizzico di sale. Mescolare bene e cuocere per 6 – 7 minuti il tutto. A parte frullare in un frullatore le cime di rapa senza il peperoncino e incorporando un filo d'olio extravergine di oliva, poi filtrare la crema in un passino e tenerla da parte. Scolare gli spaghetti a fine cottura e unirli in casseruola con il soffritto di verdure e baccalà a fuoco già spento, quindi aggiungere un filo d'olio extravergine di oliva e mescolare velocemente. Servire una porzione su un piatto piano; inserire la crema di cime di rapa in un sacchetto a poche e macchiare il tutto con piccole quantità di crema disposte sopra gli spaghetti in senso circolare ma casuale. Infine guarnire con una spolverata di scaglie di parmigiano ricavate con un pelapatate o un coltellino e con una leggera grattugiata di scorza di arancia realizzata con un'apposita grattugia stretta e lunga, evitando di grattugiare la parte bianca che è amara.
SECONDO: CUBI DI SALMONE MARINATI CON ZENZERO E FINOCCHIETTO SU VELLUTATA DI FINOCCHI E INSALATINA DI CAVOLO ROSSO AL SAPORE DI MELA E SOIA INGREDIENTI:150 g di filetto di salmone fresco, 1 cipolla bianca, 1 finocchio, 1 patata piccola, ½ cavolo rosso, 1 pezzetto di radice di zenzero, 1 mazzetto di finocchietto fresco, Aceto di mela q.b., ½ mela verde, Pangrattato q.b., 1 cucchiaio colmo di salsa di soia, Olio di semi di arachide o girasole q.b., Sale q.b., Olio extravergine di oliva q.b. DIFFICOLTÀ: Bassa TEMPI: 30 minuti
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ssicurarsi che il filetto di salmone sia privo di lische e della pelle e tagliarlo in questo modo: tagliarlo prima nel senso della lunghezza a strisce doppie circa 1 centimetro e infine ricavare da ciascuna striscia dei cubetti spessi 1 centimetro; trasferire i cubetti in una ciotola capiente. Sbucciare un'estremità del pezzetto di radice di zenzero e grattugiare il tutto con una grattugia stretta e lunga dalla parte sbucciata, quindi schiacciare il ricavato tra 2 cucchiai facendo colare l'estratto sul salmone. Lavare, asciugare e tritare finemente al coltello il finocchietto e aggiungierlo all'interno della ciotola contenente il salmone con un pizzico di sale: mescolare e massaggiare il tutto con le mani pulite, coprire la ciotola con pellicola trasparente per alimenti e lasciare marinare. Mondare, lavare e affettare finemente la cipolla e trasferirla in una pentola dai bordi medio – alti con un filo d'olio extravergine di oliva regolando il fuoco a minimo. Pulire il finocchio tagliando il gambo all’altezza del bulbo ed eliminando le foglie più esterne, quindi lavarlo bene e tagliarlo prima a metà e poi in spicchi. Tagliare poi gli spicchi a tocchetti e aggiungere il tutto in pentola: mescolare bene con un cucchiaio di legno e preparare la patata; sbucciarla con un pelapatate e tagliarla prima a metà, poi a spicchi e infine a tocchetti, quindi aggiungere anch'essa in pentola con una buona presa di sale. Alzare un po' il fuoco e rosolare il tutto per 5 minuti mescolando spesso con un cucchiaio di legno e infine coprire il tutto con acqua calda di rubinetto calcolando un dito d'acqua in più al di sopra del livello delle verdure. Cuocere per 40 minuti aggiungiendo ancora acqua se dovesse asciugarsi troppo. Nel frattempo preparare il cavolo rosso in questo modo: dopo averlo tagliato in 2 parti nette con un coltello, lavorare sulla metà interessata privandola innanzitutto delle foglie più esterne e più dure. Poggia-
re sul tagliere il cavolo dalla parte piatta e partendo dall'estremità sinistra per i destri e destra per i mancini, tagliarlo a julienne piuttosto sottile: lavarlo poi accuratamente in una ciotola e asciugarlo in un canovaccio pulito. Trasferire il tutto in un'insalatiera e preparare il condimento. Tagliare a metà la mela e centrifugare la metà interessata versando poi il succo nell'insalatiera contenente il cavolo; aggiungere una buona spruzzata di aceto di mela, la salsa di soia e un filo d'olio extravergine di oliva e mescolare molto bene il tutto. Verso i 25 minuti di cottura della vellutata porre a riscaldare in un tegame dai bordi medio alti olio di semi di arachide o girasole riempendolo per 3/4. Impanare i cubi di salmone nel pangrattato aiutandosi con un passino per scuoterli dal pangrattato. Verificare che l’olio sia caldo immergendovi uno spiedino: se sfrigola allora sarà pronto; chi dispone poi di un termometro da cucina verificare che raggiunga i 170°. Immergervi un po’ alla volta i cubi friggendoli 2-3 minuti per lato finchè non risulteranno dorati e scolarli con una schiumarola su un piatto foderato di carta paglia affinchè perdano l’olio in eccesso. Frullare in un frullatore le verdure cotte incorporando a filo un dito d'olio extravergine d'oliva fino ad ottenere una crema ben fluida e vellutata; filtrare poi il tutto e tenere in caldo. In una fondina versare con un mestolo la vellutata fino a mezzo centimetro dai bordi. Con una pinzetta da cucina adagiare sulla vellutata le striscioline di cavolo in senso orizzontale rispetto al piatto, sistemandole una accanto all'altra in modo da creare uno strato che nasconda la vellutata. Infine adagiare sopra un po' distanziati tra loro i cubi di salmone decorandoli con pochissimo sale e con qualche foglia di finocchietto fresco e servire. Francesco Di Vita francesco-divita@virgilio.it
Rubrica Cinematografica a cura di Danilo Perillo
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USA - GER 2013 Drammatico 131' Brian Percival Cast: Sophie Nèlisse Emily Watson Geoffrey Rush
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STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI
IL CORAGGIO DIETRO LE PAROLE “La Ladra di libri” è ambientato nella Germania nazista. Siamo alle porte della Seconda guerra mondiale e Liesel, una bambina di circa dieci anni, viene lasciata dalla madre ebrea ad una famiglia di sconosciuti che ha deciso di adottarla. Ferita dalla morte improvvisa del piccolo fratello e diffidente nei confronti della madre adottiva, burbera e severa, la protagonista si mostra al principio seria e introversa. Il padre adottivo, tuttavia, è un uomo buono e allegro e riuscirà a conquistare presto l’affetto di Liesel. Tra i due nasce un affetto sincero che li lega in un’intesa infantile ma al tempo stesso estremamente matura. I rapporti con la madre adottiva, invece, non migliorano fino al verificarsi di un evento drammatico: un giovane ragazzo ebreo, figlio di un vecchio amico di famiglia, bussa alla porta e chiede rifugio. L’amicizia fraterna e commovente che li unirà, tuttavia è messa a rischio dalla terribile situazione politica del paese. Liesel si domanderà presto se l’affetto e il coraggio sono in grado di sopravvivere alla guerra, alla distruzione e all’odio che tutto annienta.
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