mittelfest Il colore dell acqua Cividale del Friuli mittelfest 18–262015 luglio 2015 mittelfest.org
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Il colore dell acqua
rassegna stampa 22 luglio 2015
Il colore dell acqua
Data: 22 luglio 2015
mittelfest 2015
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MESSAGGERO VENETO MERCOLEDÌ 22 LUGLIO 2015
Danzando in vetrina e gli “Aperitivi jazz” ◗ CIVIDALE
Mittelfest popola il centro cittadino con performance collocate anche, e soprattutto, fuori dagli spazi convenzionali di spettacolo. È il caso della “Danza in Vetrina”, tre coreografie per tre diverse vetrine del centro città. Un’originale formula “a vista” che nel pomeriggio di ieri ha ospitato tre talenti emergenti della coreografia, selezionati in collaborazione con un contest di Bolzano Danza. Sarah Merler, Altea Riz-
di Gian Paolo Polesini preconi. Gettiamo via, senza nemmeno un rimorso, otto miliardi di buon cibo. Facendo due conti seri, e poi vi spieghiamo tutto con calma, ognuno di noi fa sparire barbaramente nella monnezza quasi quattordici chili di roba commestibile l’anno. Con dieci milioni di poveri a tirare la cinghia sul serio. Incivilità o sbadatezza? Si ritrovarono nel 2009 sotto il cielo di Lagunamovies, Massimo Cirri - anima e voce del radiofonico Caterpillar - e l’agroeconomista Andrea Segrè, ideatore del Last Minute Market e promotore della campagna europea Un anno contro lo spreco. Andò bene - i due si trovano a meraviglia, come si dice per le coppie dello spettacolo - il pubblico apprezzò, scoprendo una filosofia quotidiana comportamentale mai o poco coniugata per inerzia, soprattutto. L’acqua è l’elemento mittelfestiano di quest’anno - abbiamo notato il tempismo nella stagione più rovente - e i ragazzi si sono messi sotto per vergare tabelle sorprendenti. «Ogni quattro anni - spiega Segrè - gli italiani prosciugano un bacino idrico grande come il lago Trasimeno per irrigare frutta, verdura e ortaggi che non raggiungeranno gli stomaci dei cittadini». Vale un salto, stasera, in piazza Duomo alle 21.30. Motivi: per aggiustare in parte o in toto le nostre distrazioni, per iniziare a maneggiare una cultura del cibo più corretta, per loro, abili cabarettisti quando si mettono seppure nell’assoluta serietà che la tematica impone e per le vignette di Altan, «un grande del Novecento», lo definisce Cirri. Se qualcosa è cambiato in
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zetto e Lisa Zaninotto hanno catturato, per una manciata di minuti per volta ruotando le diverse vetrine, l'attenzione di un pubblico di passaggio prima distratto, poi sempre più curioso. (Foto Phocus Agency). In piazza Paolo Diacono, intanto, ogni serata è accompagnata dagli Aperitivi Jazz: formazioni di giovani musicisti del Conservatorio Tomadini di Udine sprigionano tutta la loro energia per dare ritmo a uno dei momenti più attesi della giornata; quello dell’aperitivo.
Cirri e Segrè: «Spreco in casa? Otto miliardi di buon cibo» Oggi al festival, alle 21.30 in piazza Duomo, l’ormai celebre coppia anti sperpero «L’educazione alimentare dovrebbe essere una materia da insegnare a scuola» il programma di oggi
Duo Amal, un israeliano e un palestinese amici di pianoforte Come fa l’acqua, che mescola le correnti e non riconosce nazioni e confini, anche la musica è un formidabile veicolo di incontri e amicizia. Bishara è un pianista palestinese, Yaron, pianista anche lui, è israeliano. Insieme formano il Duo Amal, che in arabo significa speranza. È proprio questa straordinaria coppia di pianisti ad aprire, alle 18 in Chiesa di San Francesco, la giornata di oggi. Si sono conosciuti a Oslo nel 2011 e da allora suonano assieme in perfetta sincronia e spontanea empatia. Il programma del concerto alterna classico e tradizioni mediterranee e vicino-orientali per evidenziare la
labilità di classificazioni e confini, non solo in campo musicale. Si comincia con Franz Schubert, per arrivare fino a Karsilama, opera concepita nel 2012 dal compositore israeliano Avner Dorman (Tel Aviv, 1975) su commissione dello stesso Duo Amal, accanto a un’altra opera commissionata dal duo ad Samir Odeh-Tamimi, nato vicino a Tel Aviv (Jaljulia, 1970) da genitori palestinesi: “Amal”, lo stesso nome del gruppo. Già segnalati nelle interviste in pagina “Wastebuster - Acqua cibo e altri sprechi” con Massimo Cirri e Andrea Segrè, alle 21.30 in piazza Duomo. Produzione Lagunamovies.
Convivio-Zorzettig “Dell’acqua, del cibo e del vino..”: protagonista, alle 17 in Chiesa Santa Maria in Corte, Emanuele Scarello, carismatico capofila degli chef friulan - Alle 18.30 lo spettacolo di teatro di figura “Cucina Matta” , mentre alle 20 il Ristori ospiterà la prima nazionale di “We are kings, not humans”, nuova regia e coreografia di Matija Ferlin, una produzione del Croatian National Theater di Zagabria applaudita poche settimane fa al Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles. Infine Cinema al Castello Canussio, con il film di Gianni di Capua su Richard Wagner (2013).
questo abbondante lustro di peregrinazioni italiane utili a consegnare al popolo il nudo sconforto di un paradosso - eliminiamo ben sapendo di quanta gente ancora nel Terzo Millennio è denutrita - soltanto Segrè ce lo può dire. «Un po’ sì e un po’ no. Abbiamo mosso parecchia aria, scuotendo persi-
no la bandiera dell’Unione Europea. In Italia esiste un piano nazionale contro lo spreco, assemblato dal governo Letta, ma non funziona. Il primo atto necessario dovrebbe essere l’educazione alimentare insegnata nelle scuole». L’incontro col preside Segrè - lo era della bolognese facoltà
di Agraria - sollecitò il comparto memoria del dottor Cirri. «Quand’ero studentello, la figura autorevole rappresentava la minaccia a qualunque forma di ribellione. “O la smetti o ti mando dal preside”. Il mio era di tutt’altra pasta e forgia, avessi avuto Andrea sarei andato ogni giorno in direzione».
Chissà se da quando Massimo vive al fianco del prof ha imparato a limitare i sacchi delle immondizie. «Un rispetto per il cibo, scendendo da un albero genealogico di nonni contadini, l’ho sempre avuto. Il consumo intelligente, da noi, ha goduto di una frequente applicazione. Ogni sabato mi diletto a preparare per la famiglia una pastasciutta con gli avanzi del frigorifero. Seppure con i carciofi che videro Tangentopoli e con i pomodorini che furono raccolti la stessa sera dei Beatles a Milano, il prodotto è gradito e nessuno dei miei è finito al Niguarda». Nonostante la sfiducia comprensibile, Cirri ha i suoi buoni motivi per credere in un miracoloso colpo di scena. «Lo psicologo Mimmo Castronovo gestisce un centro, centottanta, la cui insegna richiama la famosa legge e dove accadono cose pazzesche. Trasformano la cacca di pollo in biogas e i pannoloni degli anziani, buttati dentro macchine diaboliche, in metano. E questi sono i matti? Il fare salverà questo Paese, io credo. Forse». Non sprecate una serata davanti alla tv. Piazza Duomo, 21.30, Cividale, Mittelfest. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Data: 22 luglio 2015 Pagina: 41
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Cultura e Spettacoli
MERCOLEDÌ 22 LUGLIO 2015 MESSAGGERO VENETO
La copertina del libro firmato da Segrè e Cirri sullo spreco, sotto i due protagonisti della serata di oggi e una delle tante vignette di Altan (©ALTAN/QUI POS) che accompagnera nno il dibattito di piazza Duomo, a cominciare dalle 21.30
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Il pluristellato Scarello: «Mi libero dai segreti e dico no alle salsine» Lo chef friulano sarà, alle 17, in Santa Maria di Corte «Sono un teorico dell’acqua (aromatica) in cucina» di Lucia Aviani ◗ CIVIDALE
Secondo lui, volendo cercare subito un aggancio al leitmotiv di Mittelfest 2015, l'acqua «porta dentro di sé tutti i colori». Pari ruolo e sovranità per ognuno, nessuna predominanza. E di elemento liquido se ne intende, Emanuele Scarello, unico chef bistellato del Friuli Venezia Giulia, oggi protagonista del festival cividalese (appuntamento alle 17, nella chiesa di Santa Maria di Corte) nella cornice del progetto condiviso Convivio-Mittelfest “Dell' acqua, del cibo e del vino”: «Sono un teorico dell’acqua in cucina», conferma. Asserto che va ben oltre, lo si sarà intuito, i processi di bollitura o cottura a vapore: «Uso, nei miei piatti - chiarisce il titolare del ristorante Agli Amici di Godia -, moltissime acque aromatiche. Un esempio? Acqua di mare, limoni e menta: ghiacciata, è ottimo complemento per le pietanze a base di pesce. O l'acqua di pomodori. Avete presente il liquido che resta sul tagliere quando li si affetta? Ecco. Quello. L’anima, l’essenza del vegetale. È la sua esaltazione totale». Altro che salse e intingoli. «La cucina moderna - sentenzia Scarello - rifugge la pesantezza. Chiede l'esatto contrario, leggerezza, ed è con essa che vuole veicolare i sapori e caratterizzare le portate». Compito dei maestri dei fornelli, poi, è declinare tali precetti a seconda delle rispettive propensioni. Quella dello chef di Godia fa rima perfetta con valorizzazione del territorio, dei prodotti locali: «Basti dire che nel ristorante che ho da poco aperto al Forte Village la prima cosa che servo agli ospiti, di rigore, è una fettina di San Daniele. Un benvenuto in Friuli, a prescindere dalla località». Ed è proprio con il suo Friuli che Scarello apre l'omonima monografia, uscita in febbraio per la collana Cuochi
di Italian Gourmet e già in ristampa. «Una tappa importante nella mia carriera, questo lavoro», commenta l'artista, possiamo ben definirlo così, che a Cividale sarà intervistato da Giampaolo Gravina e accompagnato da Fabrizio Fabris, autore della prefazione al libro («in cui ha delineato un più che calzante parallelo tra musica e cucina: nell'una la materia base sono le note, nell'altra gli ingredienti; sta poi a musicisti e chef ricavarne... sinfonie»). «Importante, dicevo. Perché - motiva la doppia stella Michelin - è la codificazione del mio lavoro. Faccenda mica facile, credetemi: codificare significa fermarsi, guardare indietro, raccogliere quel che si è fatto, trascrivere». Una sorta di memoriale? «Sì... Operazione, ovviamente, non propriamente naturale per un cuoco. Anche perché, al di là dell'esercizio di scrittura, si pone una questione di approccio. Uno chef è naturalmente portato a guardare avanti, non indietro. Io ho fatto il percorso opposto. Ho deciso che era arrivato il momento di togliermi di dosso le zavorre, le ricette che tenevo per me, e di passare a una nuova fase, quella del dare. Della condivisione, del confronto. È lì che si cresce». E del topos della ricetta segreta che ne facciamo? «Superato». Pure quello, come le salsine. «Mettiamola così, vediamo se riesco a rendere l'idea: se dono una ricetta, è come se donassi un fiore. Io, però, mantengo il seme, che mi consentirà sempre di fare altro, perché quella del cucinare è un’arte in evoluzione continua. Finché ci teniamo tutto per noi rimaniamo... fermi; quando, invece, rendiamo un percorso partecipato, generiamo qualcosa di nuovo. Ho voluto togliere i veli dalla cucina degli Amici, raccontando la genesi e soprattutto le progressive trasformazioni delle mie creazioni. Ho deciso di mettere un punto fermo per poi, da lì, ripartire». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Emanuele Scarello, chef pluristellato
la recensione
“Sù e jù”, il legame di Pasolini col Friuli “Sù e jù”, tra liriche pasoliniane e canti della tradizione, tra friulano, provenzale, italiano. Un'altalena di contenuti e di ricerca, che sale e scende librandosi sopra il fiume della lontananza, del distacco. È operazione poliedrica, carica di messaggi, quella costruita da Alex Grillo (nella foto) - esperto di musica d'improvvisazione e cultore di prosa e poesia francesi - e dalla vocalist Francesca Breschi, paladina dei ritornelli dimenticati, cancellati dall'oblio: zattera di salvataggio, da un lato - per un patrimonio in via d'estinzione -, strumento di studio e di approfondimento dall'altro, per le connessioni ricercate e trovate fra mondi all'apparenza distanti. Fra lingua friulana e provenzale, cioè, parlate in cui Pasolini ravvisò parecchie analogie, evocate dalla pagina proposta - ieri sera - dalla quarta giornata di Mittelfest. La forma dello spettacolo è quella del recital, la strutturazione è gioco di rimandi, una bilancia oscillante. “Sù e jù”, dice il titolo, non per nulla. Una selezione di versi da “La meglio gioventù” racconta il legame dell'autore con la sua terra d'origine, con quelle campagne che fanno rima con bellezza, certo, ma anche con miseria e sfruttamento contadino; e racconta, pure, il culto per la lingua locale, aspra, vibrante. Forte, comunicativa, ruvidamente letteraria. La lingua materna, principalmente musica, per il talento di Casarsa come per Grillo: «Siamo nel campo della musica della parola», conferma l'artista al pubblico, nell'introdurlo alla performance. «Io sono nato a Fiume Veneto, mia madre si esprimeva in friulano. Poi emigrammo nel sud della Francia, in un periodo in cui si sentiva ancora il linguaggio autoctono: e le somiglianze con il friulano arrivarono immediate e nette al mio orecchio». Inequivocabili, molto più evidenti di quelle esistenti «tra italiano e francese». E questo parallelo fa da costante sfondo alla prova scenica dei due artisti, impegnati in una lettura che si sviluppa insieme alla musica (composta da Alex Grillo, suonata al vibrafono ed evocazione, spesso, di sonorità acquatiche) e che si intervalla con il canto, assolo o d'insieme. Ma c'è un altro elemento sotteso e continuo: l'eco, come detto sopra, della lontananza, così vivo in Pasolini, così sentito dal protagonista di “Sù e jù”, naturalizzato francese e dunque, giocoforza, distante dalle radici. Pier Paolo Pasolini cantava l'amore per il paese dei genitori e per i suoi abitanti, un amore generato proprio dalla lingua, «che per lui è lingua della memoria e dell'assenza». «La poesia friulana di Pasolini, che fa spesso riferimento al trovatore occitano Jaufré Rudel, ideatore dell'amor de lonh (l'amore da lontano), riflette, come uno specchio chiosa Grillo -, il cantare-amare provenzale». (Lucia Aviani)
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Cultura e Spettacoli
IL PICCOLO MERCOLEDÌ 22 LUGLIO 2015
L’agroeconomista Andrea Segre, a destra, con Massimo Cirri, conduttore di Caterpillar. A destra, una vignetta di Altan dedicata allo spreco dell’acqua (©Altan/Quipos)
di Alberto Rochira ◗ CIVIDALE
Ogni 4 anni gli italiani prosciugano un bacino idrico grande come il lago Trasimeno per irrigare frutta, verdura e ortaggi che non raggiungeranno mai i loro stomaci. È uno dei dati più eclatanti dell’Osservatorio Waste Watcher, tra quelli che saranno presentati oggi al Mittelfest (in piazza Duomo alle 21.30) nel corso del dialogo fra l’agroeconomista Andrea Segrè (presidente di Last Minute Market) e il conduttore di Caterpillar, Massimo Cirri. Scandita dalla geniale matita di Altan, che dal 2010 illustra la campagna europea di sensibilizzazione di Segrè e Cirri, “Un anno contro lo spreco”, la conversazione scenica intitolata “Wastebusters” (produzione Lagunamovies Grado e Mittelfest) affronterà senza censure, proprio nell’anno dell’Expo di Milano dedicata al cibo, lo spreco idrico e alimentare di cui tutti dobbiamo sentirci responsabili. Basti pensare che il cibo, ancora buono, buttato direttamente nei rifiuti vale oltre 8 miliardi di euro, circa mezzo punto di Pil. «L’idea di questa conversazione scenica e della campagna - spiega Segré - è nata sei anni fa proprio a Grado, dove m’incontrai con Massimo Cirri per parlare di spreco. Oggi, in questo Mittelfest dedicato all’acqua, abbiamo pensato di aggiornarla con nuove rielaborazioni su dati 2014 dell’Osservatorio di Last Minute Market con Swg». Tra i risultati, può anticiparci i più importanti?
«Buttiamo via il lago Trasimeno per cibi che non mangeremo» Oggi, a Mittelfest, l’economista Andrea Segrè parlerà di sprechi con Massimo Cirri «La lotta comincia dal bidone della spazzatura: deve essere sempre più vuoto» «Ne esce, ad esempio, che ogni italiano spreca circa 3,3 kg di verdure l’anno e che il pane e la frutta vengono gettati via di frequente, tra 2,2 e 2,5 kg l’anno. L’impronta idrica dello spreco in Italia ammonta a 24.927 litri l’anno per ogni cittadino. Ciò significa che dietro a 13,7 kg pro-capite di prodotto alimentare sprecato si nascondono “virtualmente” circa 25 metri cubi d’acqua, riversati nel bidone della spazzatura di casa di ogni italiano. Lo spreco dell’acqua è di gran lunga maggiore di quello che si può immaginare, perché l’acqua, attraverso l’agricoltura, non solo la beviamo, ma anche ce la mangiamo». Lo spreco di cibo e acqua, dunque, è soprattutto nelle nostre case… «Certo, parte da lì perché, al contrario di quello che si getta via nei supermercati, che noi come Last Minute Market cerchiamo di recuperare, oppure in agricoltura, ciò che finisce direttamente nel bidone della spazzatura di casa nostra è difficil-
IL PROGRAMMA
In prima nazionale la piéce del croato Ferlin Al Mittelfest oggi il duo pianistico Amal (Bishara Haroni e Yaron Kohlberg) si esibirà per la pace (alle 18, chiesa S. Francesco), mentre la compagnia Peter Ketturkat proporrà per il teatro di figura “La Cucina Matta” (alle 18.30, chiesa dei Battuti). A seguire, “We are kings, not humans”, lavoro teatrale di Matija Ferlin (Croazia, alle 20, al Ristori), in prima nazionale. Tra gli appuntamenti di domani
“Paesaggio d’acqua”, coreografie coordinate da Marta Bevilacqua e Roberto Cocconi di Arearea (4 performance di danza in 4 luoghi di Cividale, alle 17 e 19), parole e musica in “Acqua e altre correnti” di e con Erri De Luca e Gianmaria Testa (alle 18, chiesa S. Francesco), teatro con “Acquasanta” di Emma Dante (alle 20, Ristori) e l’indie-rock dei Mashrou’ Leila (alle 22, chiostro San Francesco).
mente recuperabile». Il piccolo contributo che possiamo dare come singoli è importante? «Assolutamente sì, a cominciare dai nostri rifiuti alimentari: dobbiamo fare in modo che il bidone della spazzatura di casa sia sempre più vuoto e che quel vi rimane sia, almeno, raccolto
in modo differenziato». Da sempre lei suggerisce di “ridare valore al cibo e all’acqua come bene pubblico”. In che modo? «Attraverso la scuola. Occorre reintrodurre l’economia domestica che non s’insegna più dal 1963, in corrispondenza con il boom economico che ci ha fatto
perdere, tra l’altro, la nostra identità alimentare come popolo. Andrebbe aggiornata, in termini di educazione alimentare, per far capire a tutti che, quando si conosce il valore del cibo, si riesce anche a stare in buona salute». Perché oltre 6 milioni di italiani sono obesi o in sovrappeso, mentre altri 10 milioni, secondo l’Istat, vivono e si alimentano in condizioni di povertà? «Non c’è una vera contraddizione: la nostra esperienza, come Last Minute Market, ci dimostra che spesso proprio gli obesi sono anche i più poveri, in quanto si alimentano peggio. Ecco perché l’educazione almentare è un passo ineludibile se vogliamo prevenire non solo gli sprechi, ma anche la cattiva alimentazione e le malattie che da essa derivano. Forse la crisi, più e prima dell'evoluzione culturale, ci potrebbe portare d’un tratto ad apprezzare una nuova sobrietà». ©RIPRODUZIONERISERVATA
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PN
per segnalazioni e commenti scrivere a pncultura@gazzettino.it
CULTURA SS PETTACOLI && PETTACOLI
MUSICA Annunciato il programma dellatretregiorni giorniagostana agostanadidiSoundpark Soundpark Annunciato il programma della sotto l'insegna del lo-fi e del DIY.
sfrontatezza che ha pochi eguali
di strada” Sul palco anche gli
sixities. Anche nella serata di
nenti più interessanti dell’avan-
voglio che Clara e Teatro degli orrori) presenterà Contro di Lydie Salvayre. Un reading incisivo per voce e chitarra elettri-
Désir, è un vero gioiello dell’edi-
OGGI
Duo pianistico israelo palestinese al Mittelfest CIVIDALE - Come fa l'acqua, che mescola le correnti e non riconosce nazioni e confini, anche la musica è un formidabile veicolo di incontri e amicizia. Bishara è un pianista palestinese, Yaron, pianista anche lui, è israeliano. Insieme formano il Duo Amal (in arabo "speranza") e oggi alle 18 in Chiesa di San Francesco, apriranno la giornata di Mittelfest. Il programma del concerto alterna ‘classico’ e tradizioni mediterranee e vicino-orientali per evidenziare la labilità di classificazioni e confini, non solo in campo musicale. Si comincia con Franz Schubert, per arrivare fino a Karsilama, opera concepita nel 2012 dal compositore israeliano Avner Dorman (Tel Aviv, 1975) su commissione dello stesso Duo Amal, accanto ad un’altra opera commissionata dal duo ad Samir Odeh-Tamimi, nato vicino a Tel Aviv (Jaljulia, 1970) da genitori palestinesi: “Amal”, lo stesso nome del gruppo. Alle 21.30 l’agroeconomista Andrea Segrè e il conduttore di Caterpillar - Radio2 Massimo Cirri parleranno dello spreco idrico per un dialogo scandito dalla matita di Altan. Alle 18.30 lo spettacolo di teatro di figura Cucina Matta , mentre alle 20 il Ristori ospiterà la prima nazionale di We are kings, not humans, nuova regia e coreografia di Matija Ferlin, produzione del Croatian National Theater di Zagabria.
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VE
I CONCERTI DELLA SETTIMANA
Al teatrino Grassi i virtuosismi del violinista Alexander Balanescu (E.F.) - "Tropicalismo veneto" suona bene come termine in questa caldissima estate. È il genere con il quale viene definita la musica della band Freve da Samba, che unisce i ritmi brasiliani alle parole veneziane e che OGGI, alle 21, salirà sul palco di Campo San Giacomo dell'Orio per animare l'omonima tradizionale sagra veneziana. La festa prossimamente ospiterà Cristina Rocca, Batistococo e Serenata Veneziana. Continuano anche i concerti estivi di Forte Marghera. Quello di DOMANI, alle 21.30, è un gradito ritorno della band guidata dal creativo cantautore Giuliomaria Garbellotto, i GmG and the Beta Project, che si completa con Samantha Giordano, voce e cori, Leonardo Calcaterra, batteria, Riccardo Albori, basso elettrico, e Antonio Santini, percussioni. Ultimi botti per il "Venezia Jazz Festival" con l'imbarazzo della scelta. Da decidere tra il concerto di Redi Hasa e Maria Mazzotta solista dell'ensemble di Ludovico Einaudi l'uno, cantante e solista del Canzoniere Grecanico Salentino l'altra - alle 21.30 al Teatrino di Palazzo Grassi (8-10 euro), o quello del talentuoso chitarrista israeliano Rotem Sivan, alle 21.30 all'ottavo piano del Molino Stucky Hilton (su prenotazione). L'Associazione Veneto Jazz firma anche l'appuntamento di VENERDÌ alle 20 a Palazzo Pisani, nell'ambito della rassegna "Maree sonore", che vede protagonista un trombettista tra i più noti in Europa: Uli Beckerhoff (5-10 euro). Ma il jazz in laguna farà tappa anche all'Hotel Bauer per due set (ore 19 e 22) con la cantante Chiara Pancaldi, "scortata" da Tommaso Cappellato alla bat-
teria e Davide Brillante alla chitarra. Intanto, oltre il Ponte della Libertà, alla Nave de Vero di Marghera alle 21.30 si esibirà il leggendario bassista statunitense Stanley Clarke, fra i più influenti e ammirati degli anni '70, il cui ultimo album, "UP", promette di coinvolgere e divertire più degli altri 40 realizzati in carriera. È invece la prima edizione per il "Marcon Sound", il nuovo festival che debutterà alle 18.30 in Piazza del Mercato con i Catch a Fyah, Waterproof e Atom Tanks, per proseguire nel weekend con l'Epì festival degli artisti "made in Veneto", Los Massadores e Fiaska. Musica e solidarietà si uniscono SABATO alle 21.30 nella suggestiva Rocca dei Tempesta di Noale: i Joy Singers, coro gospel diretto dal maestro Andrea D'Alpaos, terranno un concerto per raccogliere fondi per il Gruppo Volontari di Croce Rossa della sede di Noale con l'obiettivo di acquistare una nuova ambulanza (15 euro adulti, riduzioni bambini). DOMENICA alle 19 si ritorna al Teatrino di Palazzo Grassi per un altro evento di grande valore culturale e musicale, nell'ambito della rassegna "Armenian Dream". Si tratta dell'incontro tra lo straordinario cantante e percussionista armeno Arto Tunçboyacyan - che ha collaborato con Chet Baker, Al Di Meola, Joe Zawinul - e il pianista e compositore friulano Claudio Cojaniz. Il loro progetto, nato per il Mittelfest 2015, vanta per quest'occasione la presenza del virtuoso violinista rumeno Alexander Balanescu (foto), noto al grande pubblico soprattutto come solista dell'ensemble di Michael Nyman (15-20 euro).
AriadiBelleÉpoqu con edizione di Venezia
Il colore dell acqua
Data: 22 luglio 2015
mittelfest 2015
Maya Sar s pjesmom “Novo more” nastupila na italijanskom Mittelfest-u Bosanskohercegovačka kantautorica Maya Sar nastupila je na Mittelfest-u, koji se tradicionalno održava svake godine u italijanskom gradu Cividale Del Friuli. Ovogodišnji Mittelfest, čiji je lajtmotiv – voda, okupio je kantautore, intelektualce i književnike, koji su za ovu namjenu napisali originalna djela. U projektu pod nazivom “Aghe.Voda.Uje”, Maya Sar se predstavila svojom autorskom kompozicijom “Novo more”. “Polaskana sam pozivom za učešće na Mittelfest-u, jer se radi o nesvakidašnjem umjetničkom mozaiku, koji pruža potpunu slobodu izražavanja. Kao kantautoru, bio mi je veliki izazov komponovati “Novo more”, pjesmu, u kojoj voda predstavlja metaforu za život, a koju je kao orkestarsko-horsku poemu aranžirao Maestro Valter Sivilotti. Poseban dozivljaj je bio sam nastup sa Orkestrom Mitteleuropa i Horom Friuli Venezia Giulia” – kaže Maya Sar. Muzičko-poetski projekat, koji je osmislio italijanski kompozitor i dirigent, Valter Sivilotti, uz pjesme Arsena Dedića, Edoarda De Angelisa, Luigi Maierona, Vlade Kreslina, Gjerg Leke, Loris Vescova, te poeziju naše knjizevnice, Enise Bukvić, Dorte Jagic, oslikava stalni protok jedinstvenih melodija, ritmova, jezika i kultura, sjedinjenih u rijeku talenta različitih naroda. Na Mittelfest-u, Maya Sar je pored autorske kompozicije “Novo more”, izvela i pjesmu Damira Imamovica, “Tražim rijeku.” (MOJportal)
Il colore dell acqua mittelfest 2015
Data: 22 luglio 2015 Pagina: 1/2
NASTUP SA ORKESTROM MITTELEUROPA I HOROM FRIULI VENEZIA GIULIA POSEBAN DOŽIVLJAJ ZA BH. KANTAUTORICU
Maya Sar s pjesmom “Novo more” nastupila na italijanskom Mittelfest-u
Bosanskohercegovačka kantautorica Maya Sar nastupila je na Mittelfest-u, koji se tradicionalno održava svake godine u italijanskom gradu Cividale Del Friuli. Ovogodišnji Mittelfest, čiji je lajtmotiv – voda, okupio je kantautore, intelektualce i književnike, koji su za ovu namjenu napisali originalna djela. U projektu pod nazivom “Aghe.Voda.Uje”, Maya Sar se predstavila svojom autorskom kompozicijom “Novo more”. “Polaskana sam pozivom za učešće na Mittelfest-u, jer se radi o nesvakidašnjem umjetničkom mozaiku, koji pruža potpunu slobodu izražavanja. Kao kantautoru, bio mi je veliki izazov komponovati “Novo more”, pjesmu, u kojoj voda predstavlja metaforu za život, a koju je kao orkestarsko-horsku poemu aranžirao Maestro Valter Sivilotti. Poseban dozivljaj je bio sam nastup sa Orkestrom Mitteleuropa i Horom Friuli Venezia Giulia” – kaže Maya Sar.
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Data: 22 luglio 2015 Pagina: 2/2
Muzičko-poetski projekat, koji je osmislio italijanski kompozitor i dirigent, Valter Sivilotti, uz pjesme Arsena Dedića, Edoarda De Angelisa, Luigi Maierona, Vlade Kreslina, Gjerg Leke, Loris Vescova, te poeziju naše knjizevnice, Enise Bukvić, Dorte Jagic, oslikava stalni protok jedinstvenih melodija, ritmova, jezika i kultura, sjedinjenih u rijeku talenta različitih naroda. Na Mittelfest-u, Maya Sar je pored autorske kompozicije “Novo more”, izvela i pjesmu Damira Imamovica, “Tražim rijeku.”
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CIRRI E SEGRÈ: «SPRECO IN CASA? OTTO MILIARDI DI BUON CIBO»
Oggi al festival, alle 21.30 in piazza Duomo, l’ormai celebre coppia anti sperpero. «L’educazione alimentare dovrebbe essere una materia da insegnare a scuola» di Gian Paolo Polesini
22 luglio 2015 CIVIDALE. Spreconi. Gettiamo via, senza nemmeno un rimorso, otto miliardi di buon cibo. Facendo due conti seri, e poi vi spieghiamo tutto con calma, ognuno di noi fa sparire barbaramente nella monnezza quasi quattordici chili di roba commestibile l’anno. Con dieci milioni di poveri a tirare la cinghia sul serio. Incivilità o sbadatezza? Si ritrovarono nel 2009 sotto il cielo di Lagunamovies, Massimo Cirri - anima e voce del radiofonico Caterpillar - e l’agroeconomista Andrea Segrè, ideatore del Last Minute Market e promotore della campagna europea Un anno contro lo spreco. Andò bene - i due si trovano a meraviglia, come si dice per le coppie dello spettacolo il pubblico apprezzò, scoprendo una filosofia quotidiana comportamentale mai o poco coniugata per inerzia, soprattutto. L’acqua è l’elemento mittelfestiano di quest’anno - abbiamo notato il tempismo nella stagione più rovente - e i ragazzi si sono messi sotto per vergare tabelle sorprendenti.
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Data: 22 luglio 2015 Pagina: 2/2
«Ogni quattro anni - spiega Segrè - gli italiani prosciugano un bacino idrico grande come il lago rasimeno per irrigare frutta, verdura e ortaggi che non raggiungeranno gli stomaci dei cittadini». Vale un salto, stasera, in piazza Duomo alle 21.30. Motivi per aggiustare in parte o in toto le nostre distrazioni, per iniziare a maneggiare una cultura del cibo più corretta, per loro, abili cabarettisti quando si mettono seppure nell’assoluta serietà che la tematica impone e per le vignette di Altan, «un grande del ovecento», lo definisce Cirri. Se qualcosa è cambiato in questo abbondante lustro di peregrinazioni italiane utili a consegnare al popolo il nudo sconforto di un paradosso - eliminiamo ben sapendo di quanta gente ancora nel erzo Millennio è denutrita - soltanto Segrè ce lo può dire. «Un po’ s e un po’ no. Abbiamo mosso parecchia aria, scuotendo persino la bandiera dell’Unione Europea. In Italia esiste un piano nazionale contro lo spreco, assemblato dal governo Letta, ma non funziona. Il primo atto necessario dovrebbe essere l’educazione alimentare insegnata nelle scuole». L’incontro col preside Segrè - lo era della bolognese facoltà di Agraria - sollecitò il comparto memoria del dottor Cirri. « uand’ero studentello, la figura autorevole rappresentava la minaccia a qualunque forma di ribellione. O la smetti o ti mando dal preside . Il mio era di tutt’altra pasta e forgia, avessi avuto Andrea sarei andato ogni giorno in direzione». Chissà se da quando Massimo vive al fianco del prof ha imparato a limitare i sacchi delle immondizie. «Un rispetto per il cibo, scendendo da un albero genealogico di nonni contadini, l’ho sempre avuto. Il consumo intelligente, da noi, ha goduto di una frequente applicazione. Ogni sabato mi diletto a preparare per la famiglia una pastasciutta con gli avanzi del frigorifero. Seppure con i carciofi che videro angentopoli e con i pomodorini che furono raccolti la stessa sera dei eatles a Milano, il prodotto è gradito e nessuno dei miei è finito al iguarda». onostante la sfiducia comprensibile, Cirri ha i suoi buoni motivi per credere in un miracoloso colpo di scena. «Lo psicologo Mimmo Castronovo gestisce un centro, centottanta, la cui insegna richiama la famosa legge e dove accadono cose pazzesche. rasformano la cacca di pollo in biogas e i pannoloni degli anziani, buttati dentro macchine diaboliche, in metano. E questi sono i matti? Il fare salverà questo Paese, io credo. Forse». on sprecate una serata davanti alla tv. Piazza Duomo, 21.30, Cividale, Mittelfest.
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Data: 22 luglio 2015 Pagina: 1/2
IL PLURISTELLATO SCARELLO: «MI LIBERO DAI SEGRETI E DICO NO ALLE SALSINE»
Lo chef friulano sarà, alle 1 , in Santa Maria di Corte. «Sono un teorico dell’acqua aromatica in cucina» di Lucia Aviani
22 luglio 2015 CIVIDALE. Secondo lui, volendo cercare subito un aggancio al leitmotiv di Mittelfest 201 , l acqua «porta dentro di s tutti i colori». Pari ruolo e sovranità per ognuno, nessuna predominanza. E di elemento liquido se ne intende, Emanuele Scarello, unico chef bistellato del Friuli Venezia Giulia, oggi protagonista del festival cividalese appuntamento alle 1 , nella chiesa di Santa Maria di Corte nella cornice del progetto condiviso Convivio-Mittelfest Dell acqua, del cibo e del vino . «Sono un teorico dell’acqua in cucina», conferma. Asserto che va ben oltre, lo si sarà intuito, i processi di bollitura o cottura a vapore «Uso, nei miei piatti - chiarisce il titolare del ristorante Agli Amici di Godia -, moltissime acque aromatiche. Un esempio? Acqua di mare, limoni e menta ghiacciata, è ottimo complemento per le pietanze a base di pesce. O l acqua di pomodori. Avete presente il liquido che resta sul tagliere quando li si affetta? Ecco. uello. L’anima, l’essenza del vegetale. la sua esaltazione totale». Altro che salse e intingoli.
«La cucina moderna - sentenzia Scarello - rifugge la pesantezza. Chiede l esatto
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«La cucina moderna - sentenzia Scarello - rifugge la pesantezza. Chiede l esatto contrario, leggerezza, ed è con essa che vuole veicolare i sapori e caratterizzare le portate». Compito dei maestri dei fornelli, poi, è declinare tali precetti a seconda delle rispettive propensioni. uella dello chef di Godia fa rima perfetta con valorizzazione del territorio, dei prodotti locali « asti dire che nel ristorante che ho da poco aperto al Forte Village la prima cosa che servo agli ospiti, di rigore, è una fettina di San Daniele. Un benvenuto in Friuli, a prescindere dalla località». Ed è proprio con il suo Friuli che Scarello apre l omonima monografia, uscita in febbraio per la collana Cuochi di Italian Gourmet e già in ristampa. «Una tappa importante nella mia carriera, questo lavoro», commenta l artista, possiamo ben definirlo cos , che a Cividale sarà intervistato da Giampaolo Gravina e accompagnato da Fabrizio Fabris, autore della prefazione al libro «in cui ha delineato un più che calzante parallelo tra musica e cucina nell una la materia base sono le note, nell altra gli ingredienti sta poi a musicisti e chef ricavarne... sinfonie» . «Importante, dicevo. Perch - motiva la doppia stella Michelin - è la codificazione del mio lavoro. Faccenda mica facile, credetemi codificare significa fermarsi, guardare indietro, raccogliere quel che si è fatto, trascrivere». Una sorta di memoriale? «S ... Operazione, ovviamente, non propriamente naturale per un cuoco. Anche perch , al di là dell esercizio di scrittura, si pone una questione di approccio. Uno chef è naturalmente portato a guardare avanti, non indietro. Io ho fatto il percorso opposto. o deciso che era arrivato il momento di togliermi di dosso le zavorre, le ricette che tenevo per me, e di passare a una nuova fase, quella del dare. Della condivisione, del confronto. l che si cresce». E del topos della ricetta segreta che ne facciamo? «Superato». Pure quello, come le salsine. «Mettiamola cos , vediamo se riesco a rendere l idea se dono una ricetta, è come se donassi un fiore. Io, però, mantengo il seme, che mi consentirà sempre di fare altro, perch quella del cucinare è un’arte in evoluzione continua. Finch ci teniamo tutto per noi rimaniamo... fermi quando, invece, rendiamo un percorso partecipato, generiamo qualcosa di nuovo. o voluto togliere i veli dalla cucina degli Amici, raccontando la genesi e soprattutto le progressive trasformazioni delle mie creazioni. o deciso di mettere un punto fermo per poi, da l , ripartire». IP ODU IO E ISE VA A
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Data: 22 luglio 2015
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Tra le pieghe di Mittelfest 2015 MITTELFEST 2015 CONDIVIDI
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Alcuni scatti realizzati nei momenti di pausa tra un appuntamento e l'altro del festival che si svolge a Cividale del Friuli e che è giunto all'edizione numero 24 (foto Luca d'Agostino Phocus Agency)
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Data: 22 luglio 2015
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Momenti di Mittelfest 2015
C'è solo l'imbarazzo della scelta tra gli appuntamenti dell'edizione numero 24 del Festival che si svolge a Cividale del Friuli (foto Luca d'Agostino - Phocus Agency)
22 luglio 2015
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Rumore di Acque e Short Stories a Mittelfest 2015
Il Teatro delle Albe si confronta con un tema caldo in questo periodo di sbarchi clandestini, una realtà di cui ogni giorno sentiamo parlare, spesso impassibili e distratti, spesso assuefatti ed indifferenti alla disperazione altrui. Sentiamo di barconi fatiscenti con migliaia di essere umani accalcati, di morti, di dispersi in mare, di corpi dilaniati alla deriva. Non c’è un cimitero più efficiente del mare per i Figli di nessuno, quei disperati che fuggono da guerre, da massacri e torture, e che vedono nell’Europa il miraggio di una terra ricca e accogliente. Sto parlando di Rumore di acque andato in scena ieri sera al Teatro Ristori di Cividale per Mittelfest 2015. Spettacolo che le Albe sta portando in giro con successo in Italia e all’estero già da diversi anni e che rappresenta il secondo atto del trittico Ravenna-Mazara 2010, un progetto a cura di Marco Martinelli, Ermanna Montanari e Alessandro Renda, dove la città siciliana viene presa come simbolico luogo di frontiera e punto di partenza per un affresco sull’oggi. Sì perché lo spettacolo è di un’attualità sconcertante: immigrazione clandestina e tutto ciò che vi ruota attorno. Lo spazio scenico magistralmente delineato da Ermanna Montanari ed Enrico Isola con pochi elementi (una pedana con lucine e un neon) ci porta dentro un inferno di numeri, in cui si muove un Generale diabolico e grottesco (interpretato da Alessandro Renda), in divisa, anfibi, medaglie al petto e occhiali scuri. Fa il lavoro sporco di contare, catalogare e tenere aggiornata la lista dei morti durante le traversate dall’Africa all’Europa. Ogni numero, un corpo. L’isola scura, buia che abita, sembra essere agitata da spruzzi sulfurei e da fumi vulcanici, per cui fatica a leggere, a riconoscere numeri illeggibili e capire a quale corpo appartengano. Il generale non è altro che un burocrate al soldo di un fantomatico Ministro dell’Inferno, ha le scatole piene di stare lì a tentare di dare un Ordine e fare Chiarezza a quell’ammasso indistinto di numeri senza volto, di spiriti liquidi che chiedono accoglienza: «State fermi spiriti, non accalcatevi, qui accogliamo tutti, nessuno escluso. Questa è la mia isola, qui son tutti mostri… non c’è più differenza di colore, di pelle… la vita non è proprietà di nessuno, è data a tutti in prestito». Quello a cui assistiamo è un “oratorio per i sacrificati”, a detta dello stesso Martinelli drammaturgo e regista dello spettacolo, in cui via via prendono vita le storie di Jasmine, Josuf, Sakina, Jean Baptiste e una litania di corpi Non Identificati. Martinelli ci aggancia alla nostra responsabilità: «Siamo innocenti noi? Sono innocente io? Di tutte quelle tragedie che avvengono altrove, lontano dalla mia casetta, posso ritenermi non responsabile?». E in tutto quel buio un unico momento di luce irrompe sul palcoscenico per un’Ode appassionata agli squali, alle belve del mare «maledetti voi squali che non provate pena». Grandissima prova di Alessandro Renda che tiene le redini di un monologo che si sviluppa per un’ora, potente nel modulare e rimodulare il tono della voce, a cui fanno da contrappunto le toccanti musiche eseguite dal vivo dai Fratelli Mancuso. Si rifanno alla tradizione della loro terra, ai canti popolari siciliani, eco di melodie antiche che empaticamente ci catturano avvicinandoci al destino di quei numeri identificati e non. E a seguire ci spostiamo al Giovanni da Udine per assistere allo spettacolo di un’icona della danza contemporanea mondiale, Carolyn Carlson coreografa che al tema dell’acqua ha dedicato alcune fra le sue creazioni più intense e potenti. Short Stories si compone di tre coreografie, un duo e due assolo. In All that falls Céline Maufroid e Juha Marsalo interpretano un passo a due fluido nei movimenti, che parla di dualità uomo/donna, yin e yang, di complementarietà, di costruzione di una relazione amorosa, di un nido, una casa che entrambi portano sulle spalle. I pochi oggetti scenici sono elementi coreografici necessari al gioco delle parti: le piante, il martello, le assi di legno compongono e ricompongono il percorso da seguire. Lei da la vita, lui costruisce la strada, indica la direzione ed insieme creano la perfezione. In Immersion, la Carlson da grande prova di sé come danzatrice e coreografa. L’impatto sonoro di Nicolas de Zorzi è molto forte, al suono delle onde la Carslon si fa puro gesto, si fa acqua che scorre, onda sinuosa e fluida. Intensa e rigorosa nella risacca, giocosa e divertita con i gabbiani. Raccolta nei gesti quando si fa goccia, tanto da farti percepire i diversi pesi e consistenze dell’elemento: l’impalpabilità. E poi la potenza della cascata, del fiume in piena che ha la forza della montagna. Rigorosa nella pioggia e nel temporale. Una metamorfosi infinita. Applauditissima.
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Ed infine l’ultimo assolo Mandala, si ispira all’energia del cerchio, del cosmo, alla forza dell’universo. Dentro ad un cerchio bianco circondato da un cono di luce luminoso Sara Orselli da vita alla danza, girando su se stessa ora insinuante, ora decisa e vigorosa. Il cono si allarga e l’interprete volteggia nel secondo perimetro del cerchio con furia vorticosa fino a placarsi una volta che osa spingersi fuori dalla parete di luce che la circonda. All’improvviso il cono sparisce, poi ritorna e la danza riprende vorticosa e giocosa tra i fasci luminosi. Il gesto è potente, preciso a volte meccanico e si conclude così com’è iniziato, con la Orselli che ondeggia: l’ordine cosmico non ammette errori. Energico ed ipnotico. Instart / Oswald ©
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Mittelfest 2015 – Il colore dell'acqua Omar Manini - 22.07.2015
Un gruppo di giovani attori e un testo spietato nell'illustrare il fallimento dei ragazzi degli anni '80. Tante illusioni trasformate in troppe bugie, prima di tutto a se stessi. Un ottimo spettacolo di Mittelfest 2015 a Cividale del Friuli.
Cividale del Friuli (UD) – Nella magnifica cornice della cittadina friulana, sospesa tra uno sfarzoso passato longobardo e un presente ricco di rimandi alla tradizione culinaria e alla generosità delle bellezze naturali, ogni anno si rinnova l'appuntamento con uno dei festival che impreziosiscono l'offerta culturale del territorio. Con una particolare attenzione all'espressione artistica che soffia dalla finestra dell'Europa balcanica, il Mittelfest porta ogni anno spettacoli di grande valore e impatto che sanno imprimersi nella memoria e seminare consapevolezza, ridefinendo limiti e pregiudizi del nostro pensiero. Prime nazionali e internazionali, teatro, danza, musica e cinema che si confrontano con lo spazio (naturale e mentale) e cercano di ridisegnare un monopolio artistico troppo spesso sclerotizzato e autistico, nelle proposte e nella ricerca. Un esempio è proprio quello dello spettacolo Selvaggina che, proposto negli spazi angusti della chiesa sconsacrata di S. Maria dei Battuti, ha convinto grazie alla capacità di una regia pulita e serrata e a un gruppo di attori giovani, affiatati e molto incisivi nel delineare i tratti distintivi di personaggi ambigui e stratificati. Il tutto condito dall'affilata scrittura di Nejc Gazvoda che non risparmia pugni allo stomaco ben assestati che
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rompono il muro dell'ipocrisia su una generazione – quella a cavallo dei 30 – troppo spesso destinata all'autodistruzione e all'annullamento della propria individualità. Sono passati sei mesi dalla morte di Blaz. I suoi sei amici si ritrovano in una baita di montagna per ricordarlo e trascorrere una serata in piacevole compagnia. Qualcosa non va per il verso giusto e l'incontro si trasforma in una caccia alla verità, con nuove rivelazioni. Il peso del passato e delle responsabilità, la trasparenza nei rapporti, l'essere giovani oggi mentre la giovinezza in realtà sta svanendo da un pezzo: tanti i temi ben delineati e insaporiti da dialoghi esplosivi e molto naturali. Ecco che Selvaggina rappresenta il miglior biglietto da visita per Mittelfest 2015, intitolato al colore dell'acqua: l'arte del teatro per descrivere ciò che si riflette e ciò che viene nascosto. Il tutto delizioso, desiderabile, dissetante – necessario! - come un bicchier d'acqua d'estate. SELVAGGINA di Nejc Gazvoda traduzione dallo sloveno Miran Košuta regia Romeo Grebenšek coreografia Daša Grgič scene Romeo Grebenšek e Andrej Verhovnik costumi Andrej Verhovnik fotografie Davide Maria Palusa con Massimiliano Borghesi, Elena Ferrari, Patrizia Jurinčič, Paola Saitta, Ivan Senin, Lorenzo Zuffi produzione ConsorzioScenico in collaborazione con SSG – Slovensko Stalno Gledališče / TSS – Teatro Stabile Sloveno e con il Consolato generale della Repubblica di Slovenia a Trieste Durata 100 min. Voto: 7/8
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Data: 22 luglio 2015
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Mittelfest: il programma di mercoledì 22 luglio Redazione · 22 Luglio 2015
Presso Dal 22/07/2015 Al 22/07/2015
Informazioni
Come fa l'acqua, che mescola le correnti e non riconosce nazioni e confini, anche la musica è un formidabile veicolo di incontri e amicizia. Bishara è un pianista palestinese, Yaron, pianista anche lui, è israeliano. Insieme formano il Duo Amal, che in arabo significa speranza. E’ proprio questa straordinaria coppia di pianisti ad aprire, alle 18.00 in Chiesa di San Francesco, la giornata di mercoledì 22 luglio a Mittelfest. Si sono conosciuti a Oslo nel 2011 e da allora suonano assieme in perfetta sincronia e spontanea empatia. Il programma del concerto alterna ‘classico’ e tradizioni mediterranee e vicino-orientali per evidenziare la labilità di classificazioni e confini, non solo in campo musicale.
Si comincia con Franz Schubert, per arrivare fino a Karsilama, opera concepita nel 2012 dal compositore israeliano Avner Dorman (Tel Aviv, 1975) su commissione dello stesso Duo Amal, accanto ad un’altra opera commissionata dal duo ad Samir Odeh-Tamimi, nato vicino a Tel Aviv (Jaljulia, 1970) da genitori palestinesi: “Amal”, lo stesso nome del gruppo. Ogni 4 anni gli italiani prosciugano un bacino idrico grande come il lago Trasimeno per irrigare frutta, verdura e ortaggi che non raggiungeranno gli stomaci dei cittadini. Intanto lo spreco alimentare domestico, ovvero il cibo ancora buono che finisce direttamente nei rifiuti, vale oltre 8 miliardi di euro, circa mezzo punto di PIL (fonte: Osservatorio Waste Watcher) e l’ISTAT conta ormai più di 10 milioni di italiani che vivono e si alimentano in condizioni di povertà. Da sei anni, attraverso conversazioni sceniche aggiornate, ce lo ricordano due veri wastebusters, l’agroeconomista Andrea Segrè e il conduttore di Caterpillar - Radio2 Massimo Cirri. Con dati aggiornati sullo spreco idrico acquisiti appositamente per l’appuntamento di Mittelfest 2015, i due wastebusters saliranno sul palcoscenico cividalese alle 21.30 per un dialogo scandito dalla geniale matita di Altan, che ha realizzato appositamente per l’occasione le nuove vignette sugli sprechi legati all’acqua. La conferenza scenica “Wastebusers” è una produzione nata dal festival Lagunamovies di Grado e allestita in collaborazione con Mittelfest 2015. L’ingresso ha un biglietto speciale di 5,00 euro. Il programma di mercoledì prevede anche, un nuovo appuntamento con il percorso realizzato con Convivio-Zorzettig “Dell’acqua, del cibo e del vino..”: protagonista, alle 17.00 in Chiesa Santa Maria in Corte, Emanuele Scarello, carismatico capofila degli chef friulani, due stelle Michelin, che sarà intervistato pubblicamente dal critico eno-gastronomico, vice-curatore della Guida Vini l’Espresso, Giampaolo Gravina. Alle 18.30 lo spettacolo di teatro di figura Cucina Matta , mentre alle 20.00 il Ristori ospita la prima nazionale di We are kings, not humans, nuova regia e coreografia di Matija Ferlin, una produzione del Croatian National Theater di Zagabria applaudita poche settimane fa al Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles. Il linguaggio dei bambini spalanca finestre inattese sulla realtà. Le loro frasi - raccolte durante alcuni atelier creativi e affidate a degli attori adulti - sono state il materiale di base per questa nuova creazione. Conclude la giornata l’appuntamento con il Cinema a Castello Canussio, con il film di Gianni di Capua su Richard Wagner (2013), che racconta l’esclusivo rapporto creatosi tra Wagner e la città di Venezia.
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Data: 22 luglio 2015 Pagina: 1/3
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IL ‘SOUND’ DEL TARTINI La musica del Conservatorio Tartini declinata in cinque concerti nell’arco di otto giorni, da venerdì 24 a venerdì 31 luglio, sul palcoscenico dei grandi festival musicali dell’estate in Friuli Venezia Giulia: sarà innanzitutto Mittelfest 2015 ad accogliere tre proposte nel corso dell’ultimo week end di luglio. Venerdì 24, alle 20 nella Chiesa di San Francesco, appuntamento con il Gruppo Percussioni Trieste, la compagine preparata e diretta da Fabián Pérez Tedesco, formata dagli allievi della classe di percussioni del Conservatorio Tartini. L’Ensemble ha già al suo attivo diversi concerti sia in Italia che all’estero, il suo repertorio varia in ogni genere, dalla musica popolare a quella classica, dal contemporaneo al jazz. Il Gruppo è.composto da Ivan Boaro, Marko Bulajch, Simone Covassi, , Marco Mauri, Michele Montagner, Giacomo Liguori, Tina Renar, Marco Viel, Jaan Wu Stokelj Denis Zupin. Basso elettrico Giovanni Gregoretti, al pianoforte
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Data: 22 luglio 2015
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Carolina Pérez Tedesco. Sabato 25 luglio, alle 11 al Museo Archeologico di Piazza Duomo, di scena lo Zari percussion Duo, composto da Alex Kuret e Denis Zupin, entrambi allievi della classe di percussioni di Fabián Pérez Tedesco. Il Duo Zari, vincitore del Premio delle Arti nel 2013, si è formato nel novembre 2012 e sostiene un’intensa attività concertistica in Italia ed all’estero, partecipando a diversi concorsi. In particolar modo ha preso parte al concorso internazionale Svirel 2013 (Slovenia) ottenendo il primo premio assoluto e tre premi speciali, e fra i numerosi riconoscimenti di questi anni ha conseguito il primo premio assoluto al Quarto Concorso Musicale Città di Firenze, ottenendo anche il premio Crescendo assegnato al miglior gruppo da camera. Ha suonato in prestigiosi teatri e sale da concerto in Italia ed all’estero, come il Salone dei Cinquecento al Palazzo Vecchio di Firenze. Infine domenica 26 luglio, ulteriore matinée musicale in cartellone a Mittelfest, sempre alle 11 al Museo Archeologico: protagonista darà il Duo pianoforte – violoncello composto da Carolina Pérez Tedesco e Cecilia Barucca Sebastiani, impegnate su musiche di Robert Schumann (Fünf Stücke im Volkston, Op. 102), Richard Strauss (Sonata in fa maggiore per violoncello e pianoforte, op. 6) e Fabian Perez Tedesco (L’Aquilone). Carolina Pérez Tedesco nata a Trieste nel 1990, ha iniziato lo studio del pianoforte all’età di sei anni. Si forma in Conservatorio nella classe di Teresa Trevisan, e ha seguito corsi al Mozarteum di Salisburgo, all’Accademia Musicale di Firenze e a Parigi, presso la Schola Cantorum e il Conservatorio Rachmaninoff. Ha studiato al Konservatorium di Vienna, nell’ambito del progetto Erasmus. Nel 2012 ha conseguito il Diploma Accademico di I livello con la votazione di 110 e lode e sta attualmente ultimando il Biennio Specialistico di II livello. Ha tenuto dei recital per Università di Musica di Buenos Aires (IUNA) e dell’AMIA. Ha partecipato al Progetto Europeo “Echos. Ha all’attivo registrazioni per la casa discografica AudioArs. La violoncellista Cecilia Barucca Sebastianinata nel 1994, inizia il suo percorso musicale all’età di sette anni, sotto la guida del padre. Nel 2014 si è diplomata con il massimo dei voti presso il Conservatorio G. Tartini di Trieste sotto la guida del Maestro Pietro Serafin. È stata premiata in vari concorsi nazionali ed internazionali. Nel 2014 ha partecipato alla Masterclass tenuta dal M° Enrico Bronzi presso la Fondazione Santa Cecilia di Portogruaro. Frequenta l’Accademia Stauffer di Cremona sotto la guida del M° Rocco Filippini e la Scuola di Perfezionamento Musicale di Portogruaro presso la Fondazione Musicale Santa Cecilia sotto la guida del M° Enrico Bronzi .
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Data: 22 luglio 2015 Pagina: 3/3
E nell’ambito del Festival Carniarmonie 2015, il Conservatorio Tartini proporrà venerdì 24 luglio, alle 20.45 nella Chiesa della Santissima Trinità a Oltris di Ampezzo, il recital chitarristico di Pavel Cyargeenka: bielorusso, classe 1989, ha vinto giovanissimo numerosi concorsi come solista e in duo chitarristico e vari concorsi di livello sia nazionale che internazionale. Ha frequentato l’Accademia musicale di stato (Minsk, Bielorussia), entrando nella classe del famoso docente Eugeni Gridiushko. Nel 2011 ha partecipato al Festival internazionale di chitarra a Brno (Repubblica Ceca), perfezionandosi con lo straordinario compositore e chitarrista francese Roland Dyens. Nel 2013 si è trasferito a Trieste e iscritto al Conservatorio Tartini, nella classe del Maestro Pier Liugi Corona. Venerdì 31 luglio, alle 20.45 nella Sala Cinema di Forni Avoltri, gran finale con la Big Tartini Band diretta da Matteo Alfonso: la compagine trova ispirazione negli stilemi classici del jazz ed è un contesto ottimale per l’insegnamento e la formazione. Interplay, capacità improvvisative, attitudine e sensibilità all’ascolto sono caratteristiche dei componenti. Matteo Alfonso, pianista e compositore, ha collaborato con grandi musicisti come Bobby Watson, Ray Mantilla, Eliot Zigmund, Francisco Mela, Jack Walrath, Fabrizio Bosso, Pietro Tonolo, Roberto Gatto. Nel 1999 viene ingaggiato per un mese presso la Rainbow Room storico locale all’ultimo piano del Rockefeller Center di New York. Nel 2004 gli viene commissionata da Pierre Cardin una composizione per l’ensemble “Le Troi Element” eseguita a Parigi e Pechino. Nel corso degli ultimi anni, Matteo ha preso parte alla registrazione di vari cd sia come pianista che arrangiatore. Attualmente è docente di Pianoforte Jazz presso il Conservatorio di Trieste.
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Data: 22 luglio 2015 Pagina: 1/2
MITTELFEST 2015 – NEL PROGRAMMA DI MERCOLEDI’ 22 LUGLIO, I PIANOFORTI DEL DUO AMAL; I WASTEBUSTERS CIRRI E SEGRE’ E LO CHEF SCARELLO Il Giornale del Friuli
Mittelfest 2015 – Il colore dell’acqua 24.ma edizione, Cividale del Friuli, 18-26 luglio 2015 PROGRAMMA MERCOLEDI’ 22 LUGLIO IN PRIMA NAZIONALE, I WASTEBUSTERS (CACCIATORI DI SPRECHI) MASSIMO CIRRI – IDEATORE E CONDUTTORE DI CATERPILLAR SU RADIO 2 – E L’AGROECONOMISTA ANDREA SEGRÈ RACCONTANO LO SPRECO IDRICO, ANCHE ATTRAVERSO DATI FINORA INEDITI, ACCOMPAGNATI DALLE IRRIVERENTI VIGNETTE DI ALTAN REALIZZATE PER L’OCCASIONE. APPUNTAMENTO ALLE 21.30 IN PIAZZA DUOMO CON UN (IN QUANTO CONFERENZA SCENICA, SI È FISSATO UN BIGLIETTO SPECIALE D’INGRESSO A 5,00) PRIMO APPUNTAMENTO DELLA GIORNATA CON IL DUO AMAL: UN PIANISTA ISRAELIANO E UNO PALESTINESE CHE SUONANO IN PERFETTA SINCRONIA ED EMPATIA Come fa l’acqua, che mescola le correnti e non riconosce nazioni e confini, anche la musica è un formidabile veicolo di incontri e amicizia. Bishara è un pianista palestinese, Yaron, pianista anche lui, è israeliano. Insieme formano il Duo Amal, che in arabo significa speranza. E’ proprio questa straordinaria coppia di pianisti ad aprire, alle 18.00 in Chiesa di San Francesco, la giornata di mercoledì 22 luglio a Mittelfest. Si sono conosciuti a Oslo nel 2011 e da allora suonano assieme in perfetta sincronia e spontanea empatia. Il programma del concerto alterna ‘classico’ e tradizioni mediterranee e vicino-orientali per evidenziare la labilità di classificazioni e confini, non solo in campo musicale. Si comincia con Franz Schubert, per arrivare fino a Karsilama, opera concepita nel 2012 dal compositore israeliano Avner Dorman (Tel Aviv, 1975) su commissione dello stesso Duo Amal, accanto ad un’altra opera commissionata dal duo ad Samir OdehTamimi, nato vicino a Tel Aviv (Jaljulia, 1970) da genitori palestinesi: “Amal”, lo stesso nome del gruppo. Ogni 4 anni gli italiani prosciugano un bacino idrico grande come il lago Trasimeno per irrigare frutta, verdura e ortaggi che non raggiungeranno gli stomaci dei cittadini. Intanto lo spreco alimentare domestico, ovvero il cibo ancora buono che finisce direttamente nei rifiuti, vale oltre 8 miliardi di euro, circa mezzo punto di PIL (fonte: Osservatorio Waste Watcher) e l’ISTAT conta ormai più di 10 milioni di italiani che vivono e si alimentano in condizioni di povertà. Da sei anni, attraverso conversazioni sceniche aggiornate, ce lo ricordano due veri wastebusters, l’agroeconomista Andrea Segrè e il conduttore di Caterpillar – Radio2 Massimo Cirri. Con dati aggiornati sullo spreco idrico acquisiti appositamente per l’appuntamento di Mittelfest 2015, i due wastebusters saliranno sul palcoscenico cividalese alle 21.30 per un dialogo scandito dalla geniale matita di Altan, che ha realizzato appositamente per l’occasione le nuove vignette sugli sprechi legati all’acqua. La conferenza scenica “Wastebusers” è una produzione nata dal festival Lagunamovies di Grado e allestita in collaborazione con Mittelfest 2015. L’ingresso ha un biglietto speciale di 5,00 euro. Il programma di mercoledì prevede anche, un nuovo appuntamento con il percorso realizzato con Convivio-Zorzettig “Dell’acqua, del cibo e del vino..”: protagonista, alle 17.00 in Chiesa Santa Maria in Corte, Emanuele Scarello, carismatico capofila degli chef friulani, due stelle Michelin, che sarà intervistato pubblicamente dal critico eno-gastronomico, vice-curatore della Guida Vini l’Espresso, Giampaolo Gravina. Alle 18.30 lo spettacolo di teatro di figura Cucina Matta , mentre alle 20.00 il Ristori ospita la prima nazionale di We are kings, not humans, nuova regia e coreografia di Matija Ferlin, una produzione del Croatian National Theater di Zagabria applaudita poche settimane fa al Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles. Il linguaggio dei bambini spalanca finestre inattese sulla realtà. Le loro frasi – raccolte durante alcuni atelier creativi e affidate a degli attori adulti – sono state il materiale di base per questa nuova creazione. Conclude la giornata l’appuntamento con il Cinema a Castello Canussio, con il film di Gianni di Capua su Richard Wagner (2013), che racconta l’esclusivo rapporto creatosi tra Wagner e la città di Venezia. programma su www.mittelfest.org
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