Rassegna stampa 14 luglio

Page 1

festival di prosa, musica, danza, poesia, arti visive e marionette dei paesi della mitteleuropa

Rassegna Stampa 14 Luglio


Data:

14 Luglio 2013

Pagina 42


Data:

14 Luglio 2013

Pagina 1

MITTELFEST

» Folla a Cividale per lo spettacolo “Microcosmi”. C’era anche Magris

■ A PAGINA 34

DOMENICA 14 LUGLIO 2013

GIORNALE DEL FRIULI

POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 CONVERTITO IN LEGGE 27/02/2004 N. 46 ART. 1, C. 1) DCB UDINE SEDE: 33100 UDINE, VIALE PALMANOVA, 290 - TEL. (CENTRALINO) 0432/5271, FAX 0432/523072-527218


Data:

14 Luglio 2013

Pagina 23

Alberghi pieni, ma di artisti e operatori Cividale: il Mittelfest porta in città molte compagnie, ma si è ben lontani dal tutto esaurito con i turisti dei primi anni ◗ CIVIDALE

Di tutto esaurito, per il momento, non si può parlare, e non è detto – anzi: difficile – che ci si arrivi. Resta il fatto che per gli alberghi e le altre strutture ricettive cividalesi Mittelfest rappresenta un toccasana: l’avvio del festival ha riempito – anche se, appunto, non fino al pienone – i tre hotel cittadini (Castello, Roma e Pomo d’Oro) e una folta percentuale della ramificata rete dei bed & breakfast, formula d’ospitalità a costi contenuti e dunque privilegiata da molti. Boccata d’ossigeno per l’economia cittadina, insomma, per quanto nell’insieme – allargando lo spettro dell’indagine pure al comparto ristorazione, dove finora non si sono registrate impennate – il panorama risulti ben lontano da quello dei tempi d’oro, degli anni del debutto del festival. All’epoca era stato exploit. Oggi il movimento c’è, senza dubbio, ma è prevalentemente legato ai diretti protagonisti della rassegna, artisti e maestranze (un migliaio circa di presenze, in totale: solo lo spettacolo Microcosmi impegna 195 attori). Varie le concause: fra di esse il crollo del budget dell’evento, drasticamente ridimensionatosi rispetto ai fasti degli inizi. Una delle conseguenze della sforbiciata sui finanziamenti pubblici interessa proprio la

cividale

Parco urbano di Rualis: la Chiabai studia un progetto ◗ CIVIDALE

Il centro di Cividale registra in questi giorni un gran movimento legato al Mittelfest, ma si è ben lontani dal tutto esaurito (Foto Petrussi)

sfera dell’accoglienza: se un tempo era la “macchina Mittelfest” a farsi carico, in toto, della logistica della manifestazione – organizzando quindi anche i pernottamenti delle compagnie –, adesso sono queste ultime a gestirsi per la permanenza in loco. Capita spesso, così, che per ragioni di spesa ci si indirizzi fuori città, verso il miglior offerente: beneficio per il

sistema economico comprensoriale o regionale, nel caso, ma non per quello cividalese. I giorni più affollati, nella norma – posto che, dato tutt’altro che secondario, la stragrande maggioranza degli spettatori non residenti frequenta la città da “pendolare” –, sono i primi due, quelli del weekend inaugurale: è in tale fase che arrivano, infatti, le rappresentanze

istituzionali e diplomatiche. E fra venerdì e ieri, in effetti, l’albergo Al Castello ha riempito tutte le sue trenta stanze. Leggermente diversa la situazione al Roma (di posti liberi ne erano rimasti), marcatamente differente al Pomo d’Oro (17 camere), dove «si accusa l’assenza di alcuni habitué del festival». Sia come sia, per Cividale – dice il sindaco Balloch – Mit-

telfest è occasione preziosissima: «Nel tempo – dichiara – ha saputo conquistarsi un pubblico ben più allargato di quello dei primi anni, adeguando il proprio cartellone. Attualmente, pertanto, possiamo dire che la rassegna “dà” ciò che la Regione – finanziatrice – si aspettava dalla stessa». Lucia Aviani ©RIPRODUZIONERISERVATA

Tutt’altro che soddisfatta, la consigliera Claudia Chiabai (Pd), delle risposte – fornite in sede di assemblea civica, nei giorni scorsi – alla sua interrogazione sul parco urbano di Rualis: «Sono stati lasciati in sospeso diversi punti – accusa –. Pur fornendo garanzie relativamente al posizionamento degli arredi mancanti l’assessore competente, Davide Cantarutti, non ha per esempio fornito indicazioni sui tempi di completamento del progetto. Delude inoltre che la giunta non abbia pensato alla promozione di momenti di aggregazione tra le diverse comunità che utilizzano l’area verde, né all’attivazione di un servizio di vigilanza del sito, a cura di volontari opportunamente formati. Stante il silenzio dell’esecutivo ho preso contatto con l’Associazione mediatori culturali per predisporre un progetto da sottoporre al vaglio dell’amministrazione: è fondamentale, a mio avviso, avviare un dialogo con le comunità straniere presenti sul territorio». (l.a.)


Data:

14 Luglio 2013

Pagina 32

alpi giulie EccoilnuovorifugioNordio: ungioiellosullemontagne

email: provincia@messaggeroveneto.it

LIGNANO Arrivail“St.Hendrick’s” cocktailcheconquistatutti

cividale MittelfesttrionfaconloStrolic eiMicrocosmidiMagris

DOMENICA 14 LUGLIO 2013

aida vince il ristori AllaTalliente ilpremio teatrale


Data:

14 Luglio 2013

Pagina 34

Cividale, spunta Magris al seguito di Microcosmi di Gian Paolo Polesini Una camminata letteraria da scarpe comode; turistica colta, perlopiú. La malleabile Cividale è generosa con chi la vuol possedere. Volendo, si adatta a rappresentare spazi dal variegato sfondo, dal montanaro nord al marino sud, alla bisogna pure collinare, tirolese, valcellinese, persino isolotti dalmati e il brusio fumoso di un bar che conserva ancora le cadute e le rinascite della Mitteleuropa, con una equilibrata sovrapposizione di passi frettolosi e di favorevoli alla sosta lunga. Diventano concreti i Microcosmi di Claudio Magris; immaginazione, certo. Cosí è il teatro. Sa togliere dai romanzi il senso. Favorito è lo scrittore triestino nell'aver trovato l'amico Pressburger nel ruolo delicato di traghettatore. «Ci conosciamo da trentacinque anni - spiega il maestro Giorgio - e ci ragioniamo spesso sulla messinscena. Al centro dell'universo scenico non è l'attore, bensí la storia. È lo spettacolo a seguire il libro, non viceversa». Magris è tra la folla, al fianco di un Mauro Corona col copione sottobraccio. Piú che guardare ascolta con la testa fra le mani. Lui sfoggia un sorriso. «Mi è difficile riassumere sensazioni, è un po' presto», dice con il nostro conforto. «È comunque bello vedere le proprie cose che diventano altro». Manipolazione minima, a parte l'individuare il paragrafo piú musicale, un raffinato taglia e cuci, ecco, piú da ricamatrice che da sarta. D'altronde Pressburger non nasconde una certa praticaccia del suolo cividalese, l'ha calcato in lungo e in largo nei Mittelfest d'esordio. Bisognava individuare scenografie già pronte, nove per l'esattezza, tanti quanti i capitoli. Ora un triestinissimo caffè San Marco, ora uno sfondo salino per rappresentare Cherso e Lussino, ora ancora le atmosfere piú rudi del Monte Nevoso. C'è tanta sostanza in quelle pagine; in tutti quei percorsi geografici della memoria si raccolgono voci, volti, appartenenze, sangue, vita, ricchezza, povertà, guerra, serenità, dramma. Mondi uno dentro gli altri, che si compensano e si sottraggono.

Successo e tanto pubblico allo spettacolo itinerante del regista Pressburger Lo scrittore triestino: «È bello vedere una propria opera diventare altro» Il premio Ristori all’astro teatrale Aida Talliente

Ad Aida Talliente, per la toccante interpretazione nello spettacolo Siums (Mittelfest 2012), la quattordicesima edizione del premio “Adelaide Ristori”, conferito dal Soroptimist International Club di Cividale – proprio nei giorni del festival – all’attrice che nella rassegna dell’anno precedente aveva ottenuto i maggiori consensi di pubblico e di critica. E questa volta, dunque, la scelta della giuria (interamente al femminile, superfluo dirlo) è ricaduta sulla nota artista di origini friulane, protagonista di una rappresentazione che aveva particolarmente coinvolto la platea: ieri sera, nella chiesetta di Santa Maria dei Battuti, l’affollata cerimonia di consegna del riconoscimento. (lu.avi.)

Ci voleva un tracciato complesso per rendere giustizia a uno dei testi sacri del Magris. Che rivelasse il significato puro di microcosmo, un luogo individuabile, raccolto, dove l'uomo sconosciuto si fa raccontare. Bisognava attrezzarsi, quel minimo. La passeggiata in gruppo prevede tempi inusuali. Un cinque orette senza correre e con comodità. Un teatro itinerante, e non

La folla che accompagnato lo spettacolo itinerante “Microcosmi”, per la regia di Giorgio Pressburger; a sinistra l’autore, Claudio Magris, accolto da applausi e Mauro Corona, mescolati tra la gente. (Foto Petrussi)

è il primo da queste parti; se ne sono visti alcuni assai intriganti e ancora freschi di echi. Se ne parla, questo vogliamo dire. Il capogita, ovvero l'Autore, ha il timbro rassicurante di Giorgio Lupano, attore vero, nato sul proscenio e poi in libera circolazione cinematografica e televisiva. Lí raccoglie gloria immediata e il ritornare a casa lo gratifica sempre. Ariella Reggio, Antonio

Salines, Paolo Fagiolo sono gli altri fra i tanti griffati di una compagnia ricchissima di umanità varia, professionisti e dilettanti spalla a spalla. Una folla, un migliaio. Pareva davvero lo start di una maratona. Appena si è aperto il grande libro, abbiamo attraversato il ponte del Diavolo. La sosta numero uno è a un passo, in piazza Duomo. I piú furbi col seggiolino nel bor-

sone, vuoi mai una botta di stanchezza. Altri col paninozzo in tasca. Si sfiorerà l'alba, è una prova di resistenza. Il cielo minacciava, al solito. Con lo scroscio forte non si va in scena. Accidenti. Qualche goccia, nooo. Poi il "neverin" gira su se stesso e se ne va. Sbuca persino un raggio sul San Marco. La carovana ordinata sguscia per le viette longobarde e si ritrova in Valcellina

(piazzetta San Biagio). C’è qualche problema coi microfoni. Cammina, cammina ed eccoci in Laguna. «Ci vorrà molto tempo prima che le maree, la pioggia e il vento sfascino quelle barche...», fa scivolare la penna Magris. Il Borgo del Ponte è il "Nevoso", piazza Paolo Diacono la Collina. Il serpentone è compatto, non molla. Si fa il freschetto. Meglio se ne va quell'umidiccio


Data:

14 Luglio 2013

Pagina 35

Il michelangelo di pandur al teatro Nuovo

Visioni e sensazioni come al tempo della prima rivoluzione del teatro: potente, ma nulla di nuovo Devi alzare la testa, ogni tanto. Il croato è duro da capire, senza le didascalie sei fritto. Scorrono in alto, fin troppo veloci per acchiapparle. Non è teatro di parola il “Michelangelo” di Pandur (l’altra sera al Teatro Nuovo), e questo conforta. È un deciso tratto pittorico, il corpo è tela e le quinte cornice. Una gabbia sovrasta, una piscina da pediluvio purificatore serve a schizzi coreografici. L’uomo Bonarroti non ha molto tempo terreno, la schizofrenia se lo prende. Incubi e visioni lo

premono, il Giudizio Universale è fatto. «L’artista che dipingeva con il cervello, non con le mani» è sul lettino dell’analisi e noi nulla possiamo fare se non spiare l’ultima metamorfosi multicolor. Tomaž è un habituè della prosa scardinata dai luoghi frequentati, ha del genio suo e lo sfrutta osservando il mondo dall’angolo di sbieco. Il godimento è ristretto a chi piace sedersi di fronte a un quadro per assaggiarlo, dimenticando il tempo e il rumore. Meditazione, forse così è più chiaro. La comprensione

totale è un di più, a contare davvero è la sensazione. Il rischio è uscire con in tasca un pugno di immagini e null’altro. Certo, l’incontro al levar della tela (in un prologo filmico si assiste alla disgregazione del capolavoro michelangiolesco) ti consegna subito il senso claustrofobico dell’azione, lo scultore-Livio Badurina si spoglia, resta nudo. E si imbratta, gettandosi addosso una tavolozza di polveri. Visivamente potente, ma è roba masticata e digerita una cinquantina d’anni fa. Allora fu

scalpore vero. Ora ti appaga per quel che riesce. È un marciare punk - come ama sottolineare il regista che per l’operazione si è “servito” del testo di Miroslav Krleža (uno dei simboli della letteratura croata del Novecento zuppo di visioni e di gestualità fisiche evidenti, quasi una danza energica intrappolata in suoni secchi, onomatopeici. Questo è. Sta a te cogliere i significati, lui ne rilascia quanto basta. Qualcuno lo afferri, altri sono di natura sfuggente. Si sa quanto la Chiesa visse, nei secoli, il contrasto del

tratto dissacrante e macho di Michelangelo, difeso e accusato pur fra gli osanna del laico mondo cinquecentesco. E Pandur di tonache cardinalizie ne sparge parecchie, come di suore premurose, di giovinetti innamorati del maestro e di altre simbologie che galleggiano minacciose sopra un animo indemoniato. Lo stacco dall’abitudine teatrale è evidente. Non dal ceppo della prima rivoluzione. E si fluttua in quel mezzo secolo, senza uscirne. (Gpp)

Omero, Zorutti, la friulanità: è l’armonia della tradizione Successo per lo “Strolic” recitato da Antonutti e musicato dal maestro Sivilotti La natura secondo i versi del cantore della marilenghe. E il pubblico chiede un bis

fastidioso. Ora la metamorfosi spetta a piazza Dante, l'arcipelago. Cherso e Lussino... Raggiungiamo il Tirolo (piazza San Francesco) e poi il Foro Giulio Cesare (il Giardino Pubblico). Il fine corsa è in Duomo. «La chiesa era buia, semivuota, il signor Beniamino accendeva le candele – si legge –. Che vita piena, uguale, profonda». ©RIPRODUZIONERISERVATA

La voce narrante è quella antica e piena del friulano Omero Antonutti, attore e doppiatore, indimenticabile interprete de "La notte di San Lorenzo" dei fratelli Taviani e di "Kaos", ma anche di "Un eroe borghese" di Michele Placido. La musica, cinematografica diremo, tanto potente è la capacità di evocare atmosfere e luoghi di terra, neve, pioggia, nebbie e sole, è del maestro Valter Sivilotti. Il coro, tutto maschile è l’aquileise Natissa. E poi c'è la fisarmonica di uno dei piú bravi musicisti italiani, Sebastiano Zorza che con Marko Ferri alla chitarra e Mauro Meroi al contrabbasso, racconta una storia che è tutta friulana. Pietro Zorutti, autore ottocentesco di Strolic, una sorta di almanacco o meglio un calendario composto in forma poetica, ricco di scritti di tipo satirico, sentimentale, a sfondo agreste, scrisse per molta parte della sua vita letteraria poesie dedicate ai 12 mesi dell'anno. Ventitré i numeri, pubblicati inizialmente ogni tre anni, successivamente con frequenza annuale, nel periodo compreso tra il 1854 e il 1862. L'ultimo numero uscí nel 1866, l'anno prima della sua morte. Mai avrebbe immaginato, Zorutti, nella sua casetta vicino a via Mantica, a Udine, che i suoi versi avrebbero potuto trasformarsi, grazie alla musica, in qualcosa che è dav-

Omero Antonutti durante il recital molto applaudito in San Francesco

vero simile a un bel viaggio a occhi socchiusi. Perché è cosí che "Strolic, Almanacco in musica", una prima assoluta di Mittelfest, nata da un'idea del direttore Luca Bonutti, su testi di Pietro Zorutti si è presentato al pubblico di Cividale ieri sera, nella Chiesa di San Francesco, come un viaggio, una carrellata, un vento leggero che sfoglia il calendario e che attraverso i versi racconta il tempo dell'uomo quello che è fatto per essere in armonia

con le stagioni che scorrono e che ritmicamente segnano il quotidiano. I mesi, da febbraio in poi, escono dalla penna dell'autore, si appoggiano alle note e prendono vita, uno dietro l'altro trasformandosi in personaggi vivi e pulsanti, quasi umani e si fanno avanti in modo scanzonato, variopinto e accattivante, mai banale tanto che la partitura musicale e quella letterale si incastrano perfettamente, come fossero state pensate assieme

da un unico autore. Forse è la poesia stessa, che semplicemente e spontaneamente invita ad ascoltare i suoni delle stagioni e la musica che queste continuamente producono, forse è l'operazione in sé, lontana dal fattore nostalgia e vicina alla forma del recital di buona fattura, poco sfavillante eppure garbato, per nulla frivolo e di qualità vera, con musicisti, coristi, direzione e voce narrante di alta qualità. E in uno spettacolo tutto al maschile, spetta a Claudia Grimaz e alla sua voce incantevole portare la testimonianza delicata e malinconica della terra friulana. Cosi gli ottanta minuti dello spettacolo volano veloci e conducono a una riflessione: il patrimonio della nostra cultura popolare è ricco e spontaneo e per molti totalmente da scoprire, ma basta guardarlo con occhi nuovi e accostarsi con curiosità per esserne conquistati. Tempo, tradizione e buona musica bastano. Questo dice Strolic e per giunta bastano senza bisogno di effetti, tecnologie o travestimenti. Lunghissimo l'applauso del pubblico (che purtroppo non riempiva la platea) e che ha chiesto e ottenuto di riascoltare "Maggio" in una versione cantata e ritmata di lampi e tuoni, tipica delle primavere friulane. Fabiana Dallavalle ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Un quadro di “Michelangelo”

Il cartellone di oggi

Wertmüller, Pizzul e l’unica coregografia di Pier Paolo Pasolini Si arricchisce ancora di grandi nomi la terza giornata del Mittelfest. A partire dalla forza della natura e dall’avventuriera della poesia Lina Wertmüller che con “Un’allegra fin de Siècle” sarà in scena alle 20.30 al Teatro Ristori, una produzione Promomusica su musiche e canzoni di Italo “Lilli” Greco e Lucio Gregoretti, con Andrea Bianchi al pianoforte e la voce di Nicoletta Della Corte. Regista spregiudicata, autrice di film unici nel loro genere, ha diretto anche spettacoli teatrali. A Mittelfest scopriamo la Wertmüller in un’altra veste ancora: narratrice e compositrice di parole e canzoni. «Il dissidio annunciato dal titolo è anche tra corpo e linguaggio»: cosí Pier Paolo Pasolini parlava della sua opera inedita rimasta incompiuta e oggi messa in scena da Luca Veggetti. “Vivo e coscienza”, alle 22.30 al Chiostro di San Francesco, è l’unico progetto coreografico di Pier Paolo Pasolini. Protagonisti i giovani danzatori del Teatro Scuola Paolo Grassi coordinato da Marinella Guatterini, in coproduzione con Mittelfest. E chi non ricorda la mitica finale dei mondiali di Spagna con l’Italia che batte la Germania 3 a 1. A ricordarla anche il presidente della federazione calcistica del Mali che disse: “Io dico che domani Italia vince” è da qui che prende il titolo lo spettacolo tratto da “Il racconto dell'Italia” di Mario Sconcerti da un progetto di Giuseppe Passoni, che ne cura anche la regia, che va in scena sempre domenica alle 18 nella Chiesa di Santa Maria dei Battuti. La voce è quella indimenticabile di Bruno Pizzul.


Data:

14 Luglio 2013

Pagina 40

Wertmüller: «Siamo mascalzoni per questo facciamo pochi film»

E al Chiostro una coreografia di Pasolini

Intervista-lampo alla regista dai titoli chilometrici, che stasera sarà a Cividale con la sua “Un’allegra fin de siècle”, passeggiata musicale di scena al Mittelfest di Roberto Canziani ◗ CIVIDALEDELFRIULI

I titoli dei suoi film sono diventati leggenda. Esorbitanti, spregiudicati, soprattutto lunghissimi. Il suo segnale di stile. Titoli tirati come un elastico, per far dispetto ai produttori che preferirebbero sempre qualcosa di facile, conciso, facile da tenere a memoria. Chessò: “8 e 1/2“, “Amarcord”, “La dolce vita”. O magari “Titanic”. E invece lei, caparbia, li allungava come serpenti: “Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto”, il più famoso (con Melato e Giannini). Oppure “Film d'amore e d'anarchia, ovvero stamattina alle 10 in Via dei Fiori nella nota casa di tolleranza”. E infine il più lungo, del 1987, un affare da Guinness dei primati: “Un fatto di sangue nel comune di Siculiana fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici. Amore-Morte-Shimmy. Lugano Belle. Tarantelle. Tarallucci e vino”... Ma se la cinematografia della Wertmüller sembra l'elogio della lunghezza, quando è alle prese con un'intervista lei, la spregiudicata Lina, adotta lo stile diametralmente opposto. Telegrafico: perché meno si parla, più in fretta ci si sbriga. L'intervista lampo arriva in occasione della presenza della regista a MittelFest. Questa sera va in scena “Un' allegra fin de siècle”, passeggiata di chiacchiere e canzoni nel secolo appena passato, excursus tra le luci e le ombre che il Novecento ci ha lasciato. Prodotto da Promo Music, questo pellegrinaggio nel tempo prevede lei seduta sopra un bel divanone, a chiacchierare, e una cantante (Nicoletta Della Corte) e un pianista (Andrea Bianchi) pronti a disseminare di musica la serata. La biografia del secolo passato è un po' un modo per fare, a teatro, la propria autobiografia, signora Wertmüller? «Qualcosa di simile». Un secolo che di carognate ne ha fatte tante, lo definisce lei. «Lei quanti anni ha? Si sarà fatto un'idea, no?».

La regista Lina Wertmüller tra i grandi protagonisti del calendario di Mittelfest

Altri secoli sono stati altrettanto carogna. «Fanno una bella gara». Fra tante tragedie, il '900 ci avrà pur consegnato qualcosa di positivo. «Certo. La modernità...». Facciamo un bilancio? «Non saprei» Avrà subito anche lei l'im-

patto della tecnologia. «Lo vivo come lo vive lei». Ma oggi si fanno film con i telefonini. «Speriamo bene». Che ne pensa? «Quando ne vedrò uno glielo saprò dire». Nostalgie di quando il cinema e la televisione erano di-

versi? «No, no. Ognuno ha quello che si merita». Lei che ha lavorato con Fellini, ha visto la Roma odierna che Sorrentino racconta in “La grande bellezza”? «Non l'ho ancora visto. E Sorrentino lo conosco poco». Resta il fatto che di film se

Si arricchisce ancora di grandi nomi la terza giornata della 22.a edizione di Mittelfest, il festival della Mitteleuropa diretto da Antonio Devetag. A partire dalla forza della natura e dall'avventuriera della poesia Lina Wertmüller che con “Un'allegra fin de Siècle” sarà in scena oggi alle 20.30 al Teatro Ristori, una produzione Promomusica su musiche e canzoni di Italo “Lilli” Greco e Lucio Gregoretti, con Andrea Bianchi al pianoforte e la voce di Nicoletta Della Corte. Regista spregiudicata, autrice di film unici nel loro genere, ha diretto anche spettacoli teatrali. A Mittelfest scopriamo la Wertmüller in un'altra veste ancora: narratrice e compositrice di parole e canzoni. Un’allegra fin de siècle è un viaggio festoso e acido nel Novecento. Il titolo sa di can can e giarrettiere, ma racconta tutt’altro: dall’amore cieco di Eva Braun per Hitler al fumo nero del crollo delle Due Torri. «Il dissidio annunciato dal titolo è anche tra corpo e linguaggio», così Pier Paolo Pasolini parlava della sua opera inedita rimasta incompiuta e oggi messa in scena da Luca Veggetti. “Vivo e coscienza”, alle 22.30 al Chiostro di San Francesco, è l’unico progetto coreografico di Pier Paolo Pasolini, che lo concepì prevedendo la collaborazione musicale di Bruno Maderna. Info su www.mittelfest.org

ne fanno sempre meno. «Ma solo in Italia». Perché? «Perché siamo un po' mascalzoni». Lo dica: le piacciono le interviste lampo, signora Wertmüller. «E che devo fa'...?». ©RIPRODUZIONERISERVATA


14 Luglio 2013

Data:

Pagina 21

Sabato 13 Luglio 2013

A VERZEGNIS

A BARCIS

Oggi alle 20.45 Carniarmone propone a Villa il Wild Bread 4tet, con Daniele D’Agaro (foto) sax tenore, Mauro Ottolini trombone e tromba, Stefano Senni contrabbasso e Cristiano Calcagnile batteria

Premio Malattia della Vallata BARCIS - Il premio letterario nazionale “Giuseppe Malattia della Vallata” proclamerà questa mattina alle 11.30, nel piazzale di Palazzo Centi, i vincitori del concorso, scelti tra i 18 finalisti selezionati tra i 603 partecipanti. Alle 15 l’omaggio a un poeta che ha contribuito a far conoscere e valorizzare la lingua friulana e le parlate locali. Quest’anno sarà la volta del poeta e scrittore Gian Mario Villalta che converserà con Pervincenzo Di Terlizzi e con il pubblico.

STAZIONE TOPOLÒ Il suono delle campane tra musica e storia GRIMACCO - Giornata dedicata alle campane, con ospite a Stazione Topolò l'etnomusicologo bolognese Claudio Montanari. Alle 12 gli scampanottatori di Topolò proporranno un concerto. Dopo pranzo, Montanari parlerà delle campane di Topolò, Montemaggiore, Kobarid e Livek; a seguire, in chie-

sa, "Dalla terra al cielo", di Antonio Della Marina, per sax e armonici registrati dalle campane di Topolò. Dopo cena il percussionista Enrico Malatesta in concerto. Ieri l’assessore regionale Torrenti ha annunciato di essere venuto incontro agli organizzatori, riducendo il taglio ai finanziamenti al 50%.

CULTURA S

& PETTACOLI

Ieri sera a Cividale lo spettacolo itinerante Microcosmi A Udine ha tenuto banco il Michelangelo di Pandur

Itormentidell’arte ridotta a commercio

GRANDI EVENTI Qui sopra a destra un’immagine dello spettacolo itinerante Microcosmi ieri sera a Cividale per il Mittelfest. A sinistra lo spettacolo Michelangelo venerdì al "Giovanni da Udine" (di Aljosa Rebolj)

Angela Felice UDINE

Al Nuovo di Udine è folgorante l’attacco dello spettacolo “Michelangelo” con cui, su testo sapientemente smembrato di Miroslav Krleža, scrittore croato di giganti della storia, il talento di Tomaž Pandur regala a Mittelfest una nuova potente creazione. Su schermo gigante galleggiano, scivolano giù, si frantumano e infine si dissolvono le figure titaniche della Cappella Sistina, in cui il pittore ha scolpito a colori la sua sfida con il cielo. L’artistaprometeo, che in scena è uno straordinario Livio Badurina, corpo d’attore santo di plasticità grotowskiana, bloccato dentro due giganteschi ponteggi, si ritrova dunque a fare i conti con il mistero del suo genio esasperato dai contrasti estremi, tra tormento ed estasi, esaltazione e dubbio, pulsioni bisessuali e mortificazione, anche sull’eco di una drammatica transizione storica tra il Rinascimento in esaurimento e l’avvisaglia incognita di altri futuri minacciosi. Ed ecco che, ai vari livelli dei ponteggi accesi non più da colori ma da acidi neon, 11 bravissimi performer incarnano una galleria di visioni per ricapitolare l’eccezionalità di una vita e di un’epoca: da un lato, i corpi sensuali di efebi e di donne, amati nella biografia e rappresentati in affreschi, o anche il fantasma di un Dante con museruola, alter ego di arte divina già messa a tacere; dall’altro, un personaggio piumato da nuovo mondo e soprattutto piccoli gruppi di religiosi vaticani, suore e preti, già

pronti in nome del moralismo censore a lucidare con decenza o a “imbraghettare” i corpi nudi e la libertà dell’espressione. Per il tramite di Michelangelo incrociato con Krleža, lo spettacolo celebra di fatto un rito visionario al valore assoluto dell’arte barbarica e romantica, che può nascere solo dal dramma, dall’agonismo, dalla

tensione a superare il limite. Con strisciante autobiografismo, Pandur pare poi sovrapporre ai giganti del passato anche il suo sforzo, che però deve misurarsi con la crisi ben più desolante di un presente vuoto e involgarito. E infatti, anche con amari accenti di ironia, lo spettacolo si chiude con un Michelangelo umiliato in saio da penitente, escluso

dai suoi tormentati ponteggi, su cui passeggiano ormai solo frotte distratte di turisti insensibili, e a lui, emblema di tutti i geni liberi che vivono nell’inferno, non resta sulle note di Miles Davis che rimpicciolirsi in formato tascabile e salutare la “mamma” a buon pro dell’eventuale Tv di passaggio.. © riproduzione riservata

Una domenica tra Wertmuller e Pasolini Oggi Lina Wertmüller con “Un'allegra fin de Siècle” alle 20.30 al Teatro Ristori. “Vivo e coscienza”, alle 22.30 al Chiostro di S.Francesco, progetto coreografico di Pier Paolo Pasolini con gli allievi del Corso di Teatrodanza della Scuola Grassi di Milano coordinati da Marinella Guatterini. "Io dico che domani Italia", progetto di Giuseppe Passoni alle 18 nella Chiesa di Santa Maria dei Battuti. Il violoncellista Enrico Bronzi alle 19 nella Chiesa di S.Francesco. Nella Basilica di Aquileia, alle 20.45, la Mitteleuropa Orchestra diretta da Paolo Paroni, programma dedicato al sacro friulano.

SENTITI A CIVIDALE

Solisti di Zagabria, ensemble di forti sentimenti CIVIDALE - L'omaggio alla Croazia che Mittelfest sta dedicando al vicino Paese nuovo membro dell'Ue ha avuto venerdì un momento molto alto con il concerto de «I Solisti di Zagabria», storico ensemble da camera, che ebbe a lungo come direttore il violoncellista Antonio Janigro. Nella chiesa di San Francesco a Cividale i Solisti - con il primo violino Sreten Kristic

come direttore - hanno proposto un programma dedicato al «concerto grosso», forma tipica del barocco. In apertura il Concerto in sol min. per archi di Vivaldi, nel quale si è ammirata tutta l'arte del grande veneziano. Quindi l'inglese Charles Avison, famoso per aver composto dai concerti utilizzando le Sonate per tastiera di Scarlatti. Molto bella la «Didone abbandonata» - Sonata in sol min. di

Tartini nell'arrangiamento di Krstic, che ha sostenuto anche la parte solistica, mettendo in risalto l'ampio respiro della composizione. La seconda parte si è aperta con il Concerto Grosso per archi del giovane musicista croato Srdan Dedic, che utilizzando la forma antica l'ha riempita di contenuti contemporanei per quanto non particolarmente arditi. E a proposito di giovinezza, il concerto si è

concluso con il Quintetto in si bem. n. 2 op. 87 (anche questo arrangiato da Krstic) del sedicenne Mendelssohn: una composizione passionale, ma con momenti lirici e di abbandono che non raggiungono mai la malinconia. Il successo è stato dei più cordiali e I Solisti di Zagabria hanno risposto agli applausi del pubblico con ben tre bis. Nico Nanni © riproduzione riservata


Data:

14 Luglio 2013

Pagina 33

CULTURA E SPETTACOLO A CIVIDALE IL 12 LUGLIO E FINO AL 20

Lina Wertmüller

M

ittelfest - di scena tra il 12 e il 20 luglio a Cividale del Friuli e in altre località del Fvg si muove quest’anno sulla metafora Microcosmi, che dà il titolo all’edizione 2013: i Microcosmi culturali che compongono questo straordinario mosaico della civiltà mitteleuropea sono infatti l’essenza stessa del festival articolato tra prosa, musica e danza. Ma Microcosmi, una delle opere più note di Claudio Magris, diviene per la prima volta uno spettacolo, un evento itinerante a stazioni prodotto da Mittelfest e firmato dalla regia di Giorgio Pressburger (sabato 13 luglio dalle 19.30). Lo spettacolo costituisce l’ideale prosecuzione del viaggio iniziato anni fa con Danubio. Là il macrocosmo della Mitteleuropa, qui un percorso che conduce al centro di noi stessi. La nuova regia di Pres-

sburger, elaborata su uno dei più apprezzati libri di Magris, rinnova il fascino e l’attenzione per gli spettacoli che si sviluppano lungo le vie e le piazze di Cividale. Protagonista dello spettacolo, che impersonerà lo stesso Magris da giovane e condurrà il pubblico attraverso le diverse tappe del "viaggio-spettacolo", l’attore Giorgio Lupano; in scena molti altri attori, fra cui Ariella Reggio e Antonio Salines. Ma è un evento di particolare significato simbolico e di grande impatto visionario a segnare la prima serata di Mittelfest 2013: venerdì 12 luglio - dopo la cerimonia inaugurale del pomeriggio a Cividale - parte l’omaggio alla Croazia per il suo ingresso nell’Unione Europea. Alle 21.30 nel Teatro Nuovo di Udine debutta in prima assoluta la coproduzione tra Croazia, Italia e Slovenia Michelangelo, che unisce gli sforzi produttivi del Teatro nazionale croato di Zagabria, Mittelfest, Festival Ljubljana 2013 e Pandur Theaters. Lo spettacolo è firmato da un regista ardito e visionario come Toma Pandur, che ha forgiato per la scena la scrittura del più importante drammaturgo croato del ’900, Miroslav

14 luglio 2013

33

Mittelfest, Microcosmi Con un focus sulla Croazia che entra nell’UE Krle a (1938-1981), autore di "Michelangelo Buonarroti". Il Michelangelo di Pandur narra la vita tormentata del maestro rinascimentale impegnato a realizzare gli affreschi della Cappella Sistina. Un ventaglio di debutti interna-

omaggio a Elisabetta Terabust è il titolo del gala che chiuderà il festival sabato 20 luglio. "Pasolini Vivo" è il percorso che ruota attorno all’intensa personalità di Pier Paolo Pasolini, che per molti tratti resta ancora inesplorata. Tra i debutti più attesi,

zionali compone il percorso "Première": oltre ai già citati Michelangelo e Microcosmi, il concerto che Richard Galliano dedicherà in esclusiva per Mittelfest a Django Reinhardt, gigante del jazz gitano; la prima del nuovo spettacolo di Marco Maria Tosolini Salome Reinassance; l’omaggio a Elisabetta Terabust, protagonista delle scene italiane degli ultimi decenni: Ritratto di un mito:

una coproduzione con la Scuola Paolo Grassi di Milano, diretta da Massimo Navone, con la prima realizzazione assoluta di Vivo e Coscienza, firmata dal coreografo italiano di fama internazionale Luca Veggetti, tratta dall’unica opera in forma coreografica ideata da Pasolini, con progetto sonoro di Paola Aralla e la voce registrata dallo scrittore e poeta Francesco Leonetti. Anche Antonio Calenda

sarà in prima a Mittelfest con il testo di Gianni Borgna ispirato a Pasolini Una giovinezza enormemente giovane, protagonista Roberto Herlitzka (giovedì 16 luglio). "Inquieti miti" riunisce miti antichi e contemporanei sui quali si fonda la cultura europea, un viaggio tra personaggi e idee che hanno segnato due secoli. Questo percorso ci invita a scoprire il teatro di una regina della commedia cinematografica, Lina Wertmüller che presenta Un’allegra fin de siècle, excursus sulla storia italiana del secolo scorso, amaro e quanto mai ironico, com’è nel suo stile. Un’altra regina delle scene internazionali, Adriana Asti, squaderna con Jean Cocteau il mal de viGiorgio Lupano vre del secolo breve con i due atti unici La voce umana e Il bell’indifferente.

Richard Galliano Nella sezione anche lo spettacolo L’intervista con Graziano Piazza e Viola Graziosi basato sul film del 2003 del regista olandese Theo van Gogh The Interview. Marilyn mon… amour, testo di Cinzia Spanò con l’attrice Giulia Mendola e la danzatrice Lara Guidetti, si apre con un funerale e con un funerale termina. Il musicista pordenonese Theo Teardo, figura chiave nel panorama musicale internazionale, proporrà Music for the wilder man, il suo album 2013. Nella sezione anche tre appuntamenti di danza, con due coreografie firmate e interpretate dalla maniaghese Marta Bevilacqua (13 e 20 luglio) Innesti il corpo tecnico e Dafne per una mitologia urbana. Infine, Giuditta e Olferne firmato da Simona Bucci: qui l’immaginario dei più grandi pittori - tra cui Mantegna e Caravaggio - è stato spesso colpito dalla drammatica storia di Giuditta.


Data: Pagina

14 Luglio 2013


Data: Pagina

14 Luglio 2013


Data:

14 Luglio 2013

Pagina 2 di 2


Data:

14 Luglio 2013

Pagina 1 di 2


Data:

14 Luglio 2013

Pagina 2 di 2


Data: Pagina

14 Luglio 2013


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.