festival di prosa, musica, danza, poesia, arti visive e marionette dei paesi della mitteleuropa
Rassegna Stampa Prefestival 10 Luglio
Data:
10 Luglio 2013
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Contaminazioni Pressburger torna dopo dieci anni di assenza e dirige la pièce. In una fase cruciale per il Vecchio Continente
Mittelfest, nove fermate per l’Europa
A Cividale va in scena «Microcosmi» di Magris. Un intreccio di vita e storia di GIORGIO PRESSBURGER
Il festival
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opo dieci anni di interruzione, ritorno a Mittelfest, il Festival di teatro, musica, danza e cinema dei Paesi centroeuropei. Ne sono stato uno dei fondatori e ne sono abbastanza orgoglioso. Ecco dunque le mie riflessioni, una sorta di autointervista in prossimità di questa parziale e fugace partecipazione. Nel 1997 il Mittelfest di Cividale del Friuli ha presentato uno spettacolo notturno di sei ore: Danubio ne era il titolo ed era stato tratto dal famoso romanzo di Claudio Magris. Fu un successo internazionale. Volevano esportare quell’evento in vari Paesi europei, Germania, Svizzera, Inghilterra, Ungheria. Ma come spesso accade, le trattative, per vari motivi, si arenarono. Sono passati sedici anni. In questo mese, anzi, tra pochi giorni, il 13 luglio, lo stesso Festival dei Paesi centroeuropei ripropone un avvenimento simile. La trasposizione di un altro celebre libro di Magris, Microcosmi, in uno spettacolo «itinerante», in cui cioè gli spettatori si spostano lungo un percorso con varie fermate. Danubio e Microcosmi sono forse i due libri di maggior successo di Magris. Sono stati tradotti in una trentina di lingue, godono di una fama davvero mondiale. In Microcosmi, l’autore, quasi impercettibile, quasi evanescente, ripercorre i luoghi che hanno segnato il corso della sua esistenza. I luoghi del Friuli, dell’Istria, della Slovenia, della Dalmazia, del Piemonte, la Laguna di Grado. Caffé, isolotti, giardini pubblici, montagne, selve emergono da questi paesaggi presentando personaggi piccoli e grandi, umili e altolocati, eroici e vili, millantatori e grandi combattenti, impiegati, professori di scuola, diseredati, bambini e bambine, adolescenti di varie età ed epoche: circa duecento figure. Nel suo peregrinare lo spettatore li troverà di fronte, li sentirà parlare nelle vie, nelle piazze, nelle finestre di Cividale, li ascolterà narrare la loro storia attraverso la puntigliosa citazione di brani del libro. Come già detto, sono passati sedici anni dalla rappresentazione di Danubio, anch’esso trasformato in un flusso della vita attraverso le vie cittadine. In questi diciassette anni nella nostra cultura sono avvenuti notevoli mutamenti. La comunicazione è diventata frenetica, la crescente ansia dell’uomo comune si è tradotta spesso nell’impossibilità di una pacata fruizione del reale, la condizione economica peggiorata ha accentrato su di sé l’attenzione di tutti, la spesa per tutto quello che si chiama istruzione e «cultu-
Il benvenuto alla Croazia e un balletto firmato Pasolini
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Geografie
ra» è terribilmente diminuita, e questa parte della vita sociale pare aver perduto importanza. È giusto che sia così? È meglio gettare via il passato, tutto quello che esso ha prodotto? Corriamo verso il futuro, dimentichiamoci di padri, nonni, del loro mondo marcio e puzzolente, viviamo nel radioso presente, nell’istante che trascorre, nella mancanza di memoria? Nella minaccia delle armi, nel mondo degli attentati, delle guerre, negli inganni, nelle false notizie, nelle finzioni, nelle bugie, nel sopruso? Lo spettacolo del 13 luglio, a Cividale, cerca di dare qualche risposta anche ad alcuni di questi interrogativi. In esso agiranno un centinaio di persone tra attori, compagnie filodrammatiche del Friuli, musicisti, danzatori, coristi. Alberi dei sogni con foglie che sono parole di libri famosi, pietre che vengono da luoghi del Carso, immagini che appaiono sui muri delle case segneranno il cammino. I cibi di cui parla il libro di Magris saranno presenti negli angoli più belli, a volte poco conosciuti della città: tutto per il ripensamento della nostra storia e delle nostre storie di famiglia e personali. Si sta parlando anche di una ripresa cinematografica che fissi questo avvenimento nella memoria di molti e che serva per i giova-
ni per i loro studi. Molto giustamente, un libro di Magris, come si sa, quest’anno ha fatto parte dei temi scritti dell’esame della maturità. Lì si parlava di attraversamento dei confini, qui si parla di piccoli luoghi, piccoli gruppi umani nei quali però è contenuta anche la grandezza. Un mio amico, quando gli ho raccontato il progetto dello spettacolo, ha esclamato: «Microcosmi! Ma è una cosa enorme! Già un solo microcosmo, un solo piccolissimo mondo è terribilmente complicato, pieno di eventi. Figuriamoci nove microcosmi!». Sì, sono nove i capitoli in cui il libro si divide, e saranno nove le fermate del pubblico che compirà il percorso, con soste, spostamenti, rinfreschi. Il libro idealmente ripercorre la vita di qualcuno (l’autore): ma questa traccia è esile e niente affatto petulante. È piuttosto il sentimento di tante vite, di tante persone vissute e viventi che permea questo libro e noi ten-
Spettacolo itinerante Una recita che annulla i confini. Quasi un monito per un’identità da difendere, anche con la forza della nostra memoria collettiva
teremo di farlo anche con lo spettacolo. Sarà un caleidoscopio che farà salti di centinaia, migliaia di anni, avanti e indietro, parlando delle origini e anche del grande quesito della fine, della meta ultima della nostra esistenza. Il ritorno a una manifestazione che ho visto nascere ventidue anni fa, quando sembrava che l’Europa Unita riprendesse nuova forza e senso di solidarietà, naturalmente fa riflettere, e provare nuovi sentimenti. Per quell’Europa, nata nella mente di grandi personalità come Altiero Spinelli e Enrico Colorni, De Gasperi e Adenauer, c’è di nuovo da lottare. In questi giorni la Croazia è entrata a pieno titolo nell’Unione, ma le forze centrifughe non mancano. La serata di inaugurazione comunque sarà dedicata a un capolavoro dello scrittore croato Krleza. Il titolo? Michelangelo. L’Europa e l’Italia proprio nel campo della cultura e del sapere sono superpotenze: hanno dato tanto al mondo. Ora le guerre sanguinose sono cessate. Ridestarle o anche ridestare solo vecchi attriti sarebbe assurdo, insensato. Solo una mente malvagia ed egoista può obbedire a questo impulso. Lo spettacolo tratto da Microcosmi può considerarsi un minuscolo contributo a far sì che questo non avvenga. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Claudio Magris e (sotto) Giorgio Pressburger. In alto: Mario Magajna (1916-2007), «Monrupino, 1968. Le prime nozze carsiche celebrate secondo l’antico rito», dalla mostra «Unica. Voci e colori di un paesaggio» (Trieste, 2011)
iflessioni sull’identità europea attraverso il teatro, la musica e la danza. Si muove così «Mittelfest 2013», tra il 12 e il 20 luglio a Cividale del Friuli, sotto la direzione generale di Antonio Devetag. Evento centrale della rassegna, oltre allo spettacolo Microcosmi, tratto dal libro di Magris e diretto da Giorgio Pressburger (il 13 luglio, con Giorgio Lupano), la prima teatrale di Michelangelo (12 luglio), coproduzione tra Croazia, Italia e Slovenia, per la regia di Tomaž Pandur su testo del croato Miroslav Krleža, un omaggio alla Croazia che entra nell’Unione Europea. La 22esima edizione propone anche due «prime» dedicate a Pasolini: lo spettacolo di danza Vivo e coscienza, unica opera in forma coreografica firmata da Pasolini e rimasta incompiuta (qui rivive nella coreografia di Luca Veggetti) e il debutto del nuovo lavoro di Antonio Calenda Una giovinezza enormemente giovane, con protagonista Roberto Herlitzka. Previsto anche un concerto che Richard Galliano dedicherà a Django Reinhardt; Lina Wertmüller presenta Un’allegra fin de siècle, excursus sulla storia italiana del secolo scorso. Adriana Asti analizza il ’900 con i due atti unici di Jean Cocteau (Il bell’indifferente e La voce umana). Ritratto di un mito: omaggio a Elisabetta Terabust è il titolo del gala che chiuderà il festival sabato 20 luglio. Tutte le informazioni si trovano sul sito della rassegna http://mittelfest.org
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10 Luglio 2013