Rassegna stampa prefestival 8 luglio

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festival di prosa, musica, danza, poesia, arti visive e marionette dei paesi della mitteleuropa

Rassegna Stampa Prefestival 8 Luglio


Data:

8 Luglio 2013

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LUNEDÌ 8 LUGLIO 2013

sugarpulp in friuli Ilcenacolo degliscrittori conPorazzi

email: provincia@messaggeroveneto.it

di Gian Paolo Polesini

L

a corsa scenica si è momentaneamente impadronita di lui. «Finché tengono i legamenti, dai, si va». È un ragazzo del ’69, Giorgio Lupano, il fascinoso Stefano Loi di Paura di amare, e nulla lo distoglie dal muovere i muscoli sul palcoscenico. Chi mastica prosa sa cos’è la Maratona di New York di Edoardo Erba, una pièce tachicardica. Si recita correndo. Ecco, Giorgio è uno dei due attori/atleti e di chilometri, seppure da fermo, ne ha macinati a decine e decine in quattro anni di repliche. Microcosmi, uno dei picchi di “Mittelfest 2013” (sabato 13, dalle 19.30), contiene pur sempre il concetto di spettacolo maratona, fortunatamente a passo d’uomo. Il libro di Claudio Magris è stato rapito da Giorgio Pressburger - regista, drammaturgo e il primo a far funzionare il festival cividalese - per farne uno show itinerante per vie, viuzze, piazze e slarghi della città ducale. Lupano è the voice, il narratore, l’autore. Colui che guida col timbro caldo le nove stazioni di una «via crucis laica», introspettiva, turistica se vogliamo, della memoria, soprattutto. «Le maschere stanno in alto, sopra il bancone di legno intarsiato, che proviene dalla rinomata falegnameria Cante - rinomata almeno un tempo, ma al Caffè San Marco le insegne onorate e la fama durano di più...». L’incipit del racconto è questo. Il tour si leva dal bar triestino “arca di Noé”, come lo definisce lo scrittore, e attraversa poi la Valcellina, le Lagune, il Nevoso, la Collina, le Assirtidi, l’Antholz, il Giardino Pubblico, La volta. - E il pubblico a seguire la carovana. Quante ore? «Cinque e qualcosa. Oggi (ieri per chi legge, ndr) comincio a penetrare il sistema sul serio. So tutto, ma qualcosa sfugge. Ancora per poco». - Pressburger l’avrà scelta per la sua ormai mitologica resistenza. «C’è un giro in più, per la verità. Fu Walter Mramor, il direttore del Verdi di Gorizia, a fare il mio nome a Giorgio. Mi

MITTELFEST » GIORGIO LUPANO

Giorgio Lupano (il popolare Stefano Loi della fiction Rai “Paura di amare”) sarà il protagonista di “Microcosmi” di Magris; a destra, lo scrittore nella sua Trieste

«I “Microcosmi” di Magris mi hanno aperto un mondo» Intervista col protagonista dello spettacolo diretto da Pressburger il 13 a Cividale «Recitando faremo insieme una lunga passeggiata. Sono ferrato sulle maratone» biglietterie In Stretta San Martino a Cividale e nelle biglietterie distaccate, è cominciata la prevendita dei tagliandi per i singoli spettacoli di Mittelfest e per le vantaggiose formule di abbonamento a carnet. Aperto anche il punto vendita di Udine al teatro Nuovo. Oggi, in occasione della presentazione del festival, il punto vendita cividalese sarà aperto ( 11 - 13 e 17-19).

notò durante un festival quand’ero preso da una lettura colta. A quel punto scattò l’incontro ufficiale e la stretta di mano con il boss». - Con Microcosmi che rapporti aveva al momento della firma del contratto? «Onestamente antichi. Lo conoscevo, quel libro, ma ricordavo ben poco. È un testo che appartiene ai classici e, come tale, ti porti dietro il fascino. Conquistare ogni angolo di pagina divenne una priorità. Non solo: l’andare oltre, ov-

«Danzo per il mio idolo» L’udinese Marco Pericoli in “Vivo e Coscienza” di Pasolini ◗ CIVIDALE

Tra i debutti più attesi di Mittelfest (domenica 14, alle 22), c’è la coproduzione con la Scuola Paolo Grassi di Milano, diretta da Massimo Navone, con la prima realizzazione assoluta di Vivo e Coscienza, firmata dal coreografo italiano Luca Veggetti, tratta dall’unica opera in forma coreografica ideata da Pier Paolo Pasolini, che lo concepì per la Biennale del 1963, prevedendo la collaborazione musicale di Bruno Maderna (un progetto che doveva coinvolgere anche Laura Betti e l’impegno coreografico di

Maurice Béjart). Il progetto rimase incompiuto e dell’opera sono rimasti solo quattro fogli dattiloscritti, quattro pagine scritte da Pasolini con l’abituale lucidità intellettuale sulle sorti dell’Italia, un dialogo irrisolto tra il corpo (Vivo) e la mente (Coscienza). Una chicca, offerta in prima assoluta, che avrà per protagonisti i giovani della Grassi, tra i quali spicca il nome dell’udinese Marco Pericoli, danzatore emigrato a Milano dopo una formazione tutta cittadina in danza (al Piccolo Teatro Città di Udine a cui vanno aggiunte le esperienze “extra” con

Marta Bevilaqua e Luca Zampar di “Arearea”). Fondamentali i tre anni di esperienza al Palio teatrale studentesco, imperdibile occasione di misurarsi con il proprio talento, quando c’è. Pericoli ha fatto parte, come attore-studente del gruppo dello Stringher diretto da Paolo Mattotti. «Sono emozionato. Torno in Friuli da neo diplomato, in uno spettacolo al Mittelfest, con un autore che amo, Pasolini, e che porta la firma di un coreografo di fama come Luca Vegetti (il coreografo si è formato alla scuola di ballo del Teatro alla Scala e, dopo una carriera di

vero toccare terre e luoghi, si è rivelata una piacevole urgenza teatrale. Il San Marco è un posto dove torni, se passi per Trieste, istiga la conoscenza. Scopro la laguna gradese, l’isola legata alla terraferma. Si mostra, nella sua raccolta raffinatezza, pure una Cividale incantevole; cerco di non farmi mancare sguardi utili, scorrazzo su Google e poi atterro in sicurezza. Ha presente le vecchie ricerche di scuola? Stessa dinamica». - In un certo senso lei è l’al-

danzatore al London Festival Ballet, Pennsylvania Ballet, Ballet Chicago, ha iniziato nel 1990 un’assidua collaborazione con lo scenografo e regista Pier Luigi Pizzi). «Per Vivo e coscienza, prosegue Pericoli, abbiamo lavorato ed improvvisato sviluppando elementi di teatro danza che rendessero l’antitesi di corpo e mente, in questo ci è stato di aiuto anche Paolo Aralla, autore del progetto sonoro con la voce di Francesco Leonetti, poeta, amico personale di Pasolini e attore emblematico in alcuni suoi film (lo ricordiamo voce narrante di Uccellacci uccellini, ndr). La registrazione sonora è un documento di valore inestimabile, che ha molto ispirato noi danzatori tale è la presenza vocale del suo amico e collaboratore». Fabiana Dallavalle ©RIPRODUZIONE RISERVATA

ter ego dell’autore. Vi siete incontrati? «Ancora no. Sarà un piacere quando succederà. Non vorrei farmi condizionare dalla sua gestualità naturale. Ci parleremo, senz’altro. Verrà a vederci, spero». - La messinscena monstre appartiene ad annate passate ben più propense ad accettare il ritmo lento della vita. Adesso è tutta un’altra musica. «Certo, se è per questo nei momenti peggiori della speri-

mentazione al pubblico, dal palco, arrivava di tutto, anche bistecche. Provocazioni ormai dimenticate. La narrazione in movimento ti permette di ascoltare e di osservare ben oltre le solite quinte». - Il teatro resta l’habitat prediletto. Ma c’è anche del buon cinema e molta televisione nella sua collezione. «Visite necessarie. Ti assicurano il contenuto del panino. Con la tv guadagni bene, sempre meno, però bene. Col cinema pochino, con la commedia ti accontenti. Guardi, sarò sincero. Se la popolarità che il piccolo schermo ti dona trascina gente nei teatri, ben venga la tv. Ho notato una metamorfosi pazzesca fra il prima Paura di amare e il dopo. Ogni replica era un sold out». - E in autunno arriverà la seconda serie... «Una certa qualità paga ancora. Lo spettatore ingoia schifezze per inerzia. Quando il cibo è buono, ne vuole ancora. E noi siamo pronti a servirlo come si deve». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il ballerino friulano nella compagnia della Paolo Grassi di Milano


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