Rassegna Stampa After Festival

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cartograďŹ a della bellezza inquieta Sacrario di Redipuglia 6 luglio 2014 Cividale del Friuli 19-27 luglio 2014

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Rassegna Stampa After Festival


Data: 28 luglio 2014 Pagina: 17

2014

fascicolo nazionale

Lunedì 28 luglio 2014

CIVIDALE

Mittelfest a quota 20mila presenze Nel 2015 il tema sarà l’acqua

Ventimila presenze complessive, con un incremento tra il 10 e il 15% rispetto al 2013, per la 23.ma edizione del Mittelfest di Cividale, il festival di prosa, musica, danza e marionette della Mitteleuropa, che si è chiuso ieri dopo 9 giorni di spettacoli (oltre 50), per la direzione artistica di Franco Calabretto, affiancato da Rita Maffei per la prosa. L'edizione 2014 ha superato tutti i record di incasso (più 20%

rispetto all'anno scorso) e ha raddoppiato gli abbonamenti, anche grazie al prologo del 6 luglio con la Messa di Requiem di Verdi diretta da Riccardo Muti al sacrario di Redipuglia, con 8.000 spettatori, in occasione del centenario dello scoppio della Grande Guerra. Mittelfest 2015 avrà tra i temi portanti l'acqua, declinata soprattutto come Mare Adriatico, con apertura del festival verso il sud dell'Europa e il Mediterraneo.

BOLLANI Al Festival anche come attore

CULTURA&S CANDA (RO)

Per la rassegna "Ville e giardini" stasera alle 21.30 nel giardino di Villa Nani Mocenigo a Canda (Ro) la star del fado Cristina Branco proporrà il suo spettacolo "Idealist". Ingresso €5.

VENEZIA

Il Venezia Jazz Festival propone domani dalle 19.20 nella fondamenta ai Granai della Repubblica la cantante Michela Grena (ingresso gratuito); il 31 alla Trattoria La Palazzina è di scena Heloisa Laurenco.

CHIOGGIA

Dal 1 al 5 ag versione itin baruffe chioz al 366 33616

CINEMA Febbre mondiale per le anticipazioni sul film che farà sfidare i d

Batman-Superman, superer


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Cultura e Spettacoli

IL PICCO

Mittelfest chiude a ventimila e nel 2015 punterà sull’acqua Soddisfazione degli organizzatori che pensano già alla prossima edizione Sarà contraddistinta da un’apertura verso il Sud Europa e il Mediterraneo di Alberto Rochira ◗ CIVIDALE

Si respira un’aria di grande soddisfazione, tra gli organizzatori del Mittelfest, che ieri a Cividale hanno tracciato un primo bilancio del festival di danza, prosa, musica (e marionette) della Mitteleuropa, che chiude la 23.a edizione toccando il tetto delle ventimila presenze complessive, tra il 10 e il 15% in più rispetto all’anno passato. «Entusiasmo palpabile, al di là di ogni “ragioneria”’», ha esordito il direttore artistico Franco Calabretto, che ha firmato il cartellone di quest’anno, affiancato per la prosa da Rita Maffei. «Entusiasmo di pubblico e critica per la qualità delle proposte e apprezzamento per il ritorno del teatro di figura a Cividale», ha aggiunto, dando il la alla conferenza stampa conclusiva, alla presenza del presidente della Associazione Mittelfest Federico Rossi e dell’assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti. Calabretto ha anche registrato «che il messaggio di festa e di partecipazione popolare che volevamo trasmettere è stato recepito, vista la quantità di gente in piazza la scorsa domenica, complice il bel tempo». «Mi pare – ha commentato Rossi – che sia stata una buona edizione e che sia stata vincente la linea della valorizzazione dei confronti mitteleuropei decisa di concerto con la Regione: una linea su cui dovremo proseguire anche in futuro, con un occhio di riguardo anche per il pubblico che vogliamo costruire e per la valorizzazione del plurilinguismo». I numeri sono buoni: incasso record, aumentato del 20% rispetto all’anno scorso, 150 giornalisti accreditati, raddoppio degli abbonamenti, pubblico più numeroso, con appunto 20 mila presenze, oltre 11 mila nella città ducale. La cifra, è stato spiegato, comprende anche gli 8.000 spettatori del concerto con il Requiem di Verdi diretto da Riccardo Muti il 6 luglio al Sacrario di Redipuglia, in occasione dello scoppio della Grande Guerra, evento com-

I due spettacoli che hanno chiuso l’edizione 2014 di Mittelfest: dall’alto, “La parola padre” e “Pearl”

pletamente curato e gestito dallo staff del Mittelfest, con il direttore tecnico Stefano Laudato, la responsabile della segreteria Nadia Cijan in prima linea, e Antonio Devetag nel ruolo di direttore organizzativo. «In questa occasione – ha commentato l’assessore Torrenti -, lo staff ha dimostrato

una efficienza organizzativa di cui faremo tesoro anche per le prossime edizioni». Dunque, lascia intendere l’assessore, squadra che vince non si cambia. «Per il 2015 – ha continuato – vorrei che fosse ulteriormente valorizzata la musica nel cartellone, come linguaggio universale che faci-

lita le collaborazioni internazionali». Torrenti ha anche suggerito al management, per la futura edizione, di «predisporre con anticipo un programma con respiro ancora più transnazionale e promuovere il festival per tempo in Italia e all’estero come pacchetto attrattivo dal

punto di vista turistico in termini di incoming». L’assessore ha poi ribadito la centralità di Cividale, luogo al quale la manifestazione resta legata in termini di “dna”, e ha sottolineato che nel prosieguo delle celebrazioni del centenario della Grande Guerra «Mittelfest potrà di sicuro essere ancora protagonista». In termini economici, il festival è costato oltre un milione di euro, senza discostarsi dal recente passato, «ma con un incremento di risorse da parte della Regione – ha puntualizzato Torrenti -, che lo ha finanziato con 870 mila euro». Per il futuro, ha ribadito l’assessore, «Mittelfest continuerà ovviamente a dare attenzione alle produzioni e alle eccellenze del territorio, ma senza rimanere “vetrina di noi stessi”, ma, al contrario, andando sempre a cercare altrove spunti ed elementi con cui confrontarsi». Novità anche sul versante dei temi per la rassegna n. 24. Calabretto ha anticipato che il Mittelfest resterà incentrato sulla città ducale (salvo eventi specifici decentrati come il concerto di Redipuglia) e che tra i temi portanti della prossima edizione ci sarà «l’acqua, declinata soprattutto come Mare Adriatico e apertura del festival verso il sud dell’Europa e verso il Mediterraneo, fermo restando l’interesse per le aree centrali e balcaniche del vecchio continente». Anche Rita Maffei, dicendosi soddisfatta per «la maggiore presenza di giovani al festival», e per la «completa sintonia con il direttore Calabretto», ha lanciato alcune idee per l’anno prossimo: «Il pubblico ha apprezzato le scelte coraggiose, dunque continueremo in questa direzione, puntando ancora sulla transnazionalità degli spettacoli di prosa, e anche sulla contaminazione tra i linguaggi artistici, due elementi che sono stati premiati in termini di gradimento». Ieri, intanto, il Mittelfest n. 23 si è chiuso con l’ultima tornata di eventi: lo spettacolo di Stefano Bollani “La Regina Dada” al Ristori, con Valentina Cenni e il musicista per la prima volta nel ruolo di autore teatrale, la coreografia “Pearl” dello Scapino Ballet di Rotterdam per la regia di Ed Wubbe, spostato al Teatro Nuovo di Udine (a causa del maltempo), il lavoro teatrale “La parola padre” di Gabriele Vacis nell’ex chiesa di San Francesco, con sei attrici in scena da Italia, Bulgaria, Polonia, e Macedonia, per un produzione “transnazionale” curata da Cantieri Teatrali Koreja-Teatro stabile d’innovazione del Salento. ©RIPRODUZIONERISERVATA

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rovo a fare una sintesi sullo stato dell’arte in materia di riforma del sistema Regione-Enti locali. Perché è importante? Perché è la mamma di tutte le riforme.

■ A PAGINA 6

■ ■ Crisi senza fine del turismo in Fvg. Le spia

maltempo. Rispetto alla scorsa estate si toc montagna non va meglio: a Forni di Sopra ch

■ A PAGINA 6 IL BILANCIO DELLA MANIFESTAZIONE

Mittelfest, record di sp Mittelfest, record di spettatori IL BILANCIO DELLA MANIFESTAZIONE

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SORESTANTS E SOTANS

di Gian Paolo Polesini

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a cura dei Cjastrons

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Il clou al concerto di Bollani

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grande guerra Filminediti dallaCineteca aTrento

email: provincia@messaggeroveneto.it

mittelfest 23» il bilancio

il concerto al nuovo

Bollani fa Spiderman È comico, virtuoso e s’arrampica ovunque

di Gian Paolo Polesini

E

subito a buttarci a pesce sulle possibili opzioni mittel 2015, con un festival nemmeno concluso del tutto - almeno quando il presidente Federico Rossi, il direttore Franco Calabretto con Rita Maffei, i direttori organizzativo Antonio Devetag e tecnico Stefano Laudato nonché l’assessore regionale Gianni Torrenti circondano un tavolo decisi al confronto finale. Intanto chiudiamo questo, il ventitrè, con un curriculum decisamente favorevole, tra l’altro. Poi penseremo al futuro. La matematica è ben poco romantica e piace per niente a chi, con passione d’artista, assembla un cartellone pesante con addosso le non poche responsabilità di vedetta mitteleuropea della conoscenza. Sfogliando la diagnosi della biglietteria risaltano numeri interessanti: oltre undici mila presenze diciamo cividalesi più le ottomila per il prologo di Muti a Redipuglia. Totale: venti mila, arrotondando. Un dieci per cento in più rispetto al 2013. Raddoppiati anche gli abbonamenti. Il prof Calabretto e la responsabile del settore teatro Maffei sono autorizzati a gioire. Assieme al gruppo, s’intende. Il successo è l’effetto globale di un ottimo team. Ah, i costi. Oltre il milione. Con gli 870 mila concessi dalla Regione e il resto sborsato dai privati. A proposito Torrenti conferma la massima attenzione del palazzo pure per il domani che verrà. Buone nuove che consentiranno una preparazione meno ansiogena, almeno rispetto a quest’anno con pochi mesi di fiato a disposizione per impilare cinquantesei eventi. «Tornare alle origini senza ripetersi - spiega l’assessore rappresentava l’azzardo maggiore. Le rassegne d’arte estemporanee - seppure abitudinarie - al contrario delle stagioni degli Stabili devono osare, sperimentare, e non affidarsi alle

◗ UDINE

Stefano Bollani sul palco del Nuovo di Udine. Un emozionante one man show (Foto Phocus Agency)

2015: il nuovo viaggio verso il Sud d’Europa Si è conclusa un’edizione record: ventimila presenze Calabretto: «Il festival è un progetto su misura per Cividale» solite proposte. La conta finale stabilisce la vittoria del coraggio». Calabretto sogna una Cividale festivaliera «pedonale, un salotto dove riunire i migliori amici musicisti, teatranti, ballerini, burattinai senza interferenze, perché il progetto del festival è fatto su misura per questa città e nessun’altra». E con ciò è chiara la volontà di chiudersi dentro le mura, evitando diaspore friul-giuliane. «E qualità, aggiunge, dote irrinunciabile. Se poi discussione deve esserci, e sia, il raffron-

LUNEDÌ 28 LUGLIO 2014

to è necessario». La parola chiave è “transnazionalità”. «E la scena è diventata luogo d’incontro di lingue ed etnie, un “segnale” robusto - spiega Maffei - che il vecchio continente della politica dovrebbe far suo». Aggiunge Rossi: «Conta la cultura popolare, che sa rivolgersi alla platea con la forza della semplicità. E i molti giovani calamitati dal Mittelfest confermano l’agilità delle scelte». Quindi? Ora è tempo di riprendere il discorso sospeso. Ovvero: e nel 2015? Calabretto

sospira. Lo sappiamo bene, c’è bisogno di allontanarsi dal presente per dare una forma al futuro. Almeno un paio di settimane, no? Comprendiamo, ma l’epoca vive del “tutto e subito”. «Il tema dell’Acqua potrebbe diventare centrale, e intendo - spiega il direttore Adriatico che sfocia nel Mediterraneo. Europa del Sud, dunque. Ci saranno nuove esplorazioni, pur conservando gli umori e i sapori di un Est sempre affascinante e generoso di storia». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Probabilmente non ha due mani soltanto, come vuole farci credere. Bollani, certo, sembra appoggiarne due sulla tastiera, appunto, ma una terza è per forza spuntata da qualche parte. Non importa se l’hai già visto in concerto. Il thriller, ovvio, non lo vai a rivedere, ma il professor Stefano da Milano (il pianista si lamenta su Facebook che tutti scrivono di Carignano perché Wikipedia dice così, ma oggi l’hanno corretto l’errore) ti fa stare bene quando lo ascolti e comunque lui non è un clonatore di scalette, se le inventa sul momento. Anzi, quando non ha più voglia di sfogliare la raccolta sua, prega il pubblico di inventarsene una di sana pianta. E sapete com’è lo spettatore con la facoltà di urlare in un teatro, no? Scatena tutta la frustrazione di umano compresso e silente nella sua poltroncina. E opta sempre per l’improbabile. Vola persino il nome di Allevi, pensate un po’. Roba da esorcista subito. E mister B., con serenità, rilascia un accenno di Come sei veramente. Gagliardo. Il Bollani-Paolo Conte è da ribaltarsi. U-g-u-a-l-e. Il Giovanni da Udine si prende cura di un Mittelfest annacquato e, nonostante il trasloco affrettato, il pienone c’è e si vede. Volendo raccogliere sotto un’unica insegna musicale la produzione di una serata intera, non ce la fai. Macché. È un continuo cambio di stile e di passo. Dice, adesso vado di tango e poi capisci che dentro l’intruglio non c’è soltanto quello. Lo adoriamo per questo; almeno uno anticonven-

zionale in ‘sto Paese popolato di carta carbonari, e che cavolo. Un sorpasso, niente? In fila, ordinati, scontati, banali. T’aspetti le canzonette anni Venti? Nemmeno per sogno. E invece Era nata a Novi (ma non era una novizia) motivetto gradevole sulla signorina sessualmente generosa, non è affatto un riempitivo tra una jazzata e l’altra. Sa di spazio aperto, ecco di che cosa sa. Gli scivola pure lo Jannacci di Piove sopra i vetri, insomma il mondo è ampio e lo show è necessario per evitare l’effetto istituzionale uomo-pianoforte. Be’, succede eh. Bollani, no, si agita come avesse un calabrone sotto la camicia. Vitalizza l’ambiente, rilascia energia, riempie l’aria d’invenzioni. Conosce pure i tempi comici, oltre alle pause, all’allegro, all’allegro moderato, all’andante, al doppio movimento. Non si fa fregare dallo scambio veloce con la platea, roba da Paolo Rossi, ecco. L’accenno diligente a un De Andrè richiesto, il riff di Spiderman, l’abile dribblata a Disco Inferno, forse in quell’attimo senza una nota possibile in testa - ma il gap è colmato da un Take Five antologico - il medley di Jesus Christ Superstar e altre delicatessen virtuose. Voilà. La spedizione dei mille – una miscellanea popolare udines-cividalese – raggiunge l’auto e i bus navetta con la faccia felice. D’altronde il maestro ha nell’ironia fulminante il patriot tascabile per annientare qualunque odioso mento alto di certi tipi che si credono degli dei. Lui lo è, ma non ci bada. E fa la differenza. (Gpp) ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Stefano Bollani sul palco del Nuovo di Udine. Un emozionante one man show (Foto Phocus Agency)

2015: il nuovo viaggio verso il Sud d’Europa Si è conclusa un’edizione record: ventimila presenze Calabretto: «Il festival è un progetto su misura per Cividale» solite proposte. La conta finale stabilisce la vittoria del coraggio». Calabretto sogna una Cividale festivaliera «pedonale, un salotto dove riunire i migliori amici musicisti, teatranti, ballerini, burattinai senza interferenze, perché il progetto del festival è fatto su misura per questa città e nessun’altra». E con ciò è chiara la volontà di chiudersi dentro le mura, evitando diaspore friul-giuliane. «E qualità, aggiunge, dote irrinunciabile. Se poi discussione deve esserci, e sia, il raffron-

to è necessario». La parola chiave è “transnazionalità”. «E la scena è diventata luogo d’incontro di lingue ed etnie, un “segnale” robusto - spiega Maffei - che il vecchio continente della politica dovrebbe far suo». Aggiunge Rossi: «Conta la cultura popolare, che sa rivolgersi alla platea con la forza della semplicità. E i molti giovani calamitati dal Mittelfest confermano l’agilità delle scelte». Quindi? Ora è tempo di riprendere il discorso sospeso. Ovvero: e nel 2015? Calabretto

sospira. Lo sappiamo bene, c’è bisogno di allontanarsi dal presente per dare una forma al futuro. Almeno un paio di settimane, no? Comprendiamo, ma l’epoca vive del “tutto e subito”. «Il tema dell’Acqua potrebbe diventare centrale, e intendo - spiega il direttore Adriatico che sfocia nel Mediterraneo. Europa del Sud, dunque. Ci saranno nuove esplorazioni, pur conservando gli umori e i sapori di un Est sempre affascinante e generoso di storia». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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è necessario». La parola chiave è ansnazionalità”. «E la scena diventata luogo d’incontro di gue ed etnie, un “segnale” busto - spiega Maffei - che il cchio continente della politidovrebbe far suo». Aggiunge ossi: «Conta la cultura popore, che sa rivolgersi alla plaa con la forza della sempliciE i molti giovani calamitati l Mittelfest confermano l’agià delle scelte». Quindi? Ora è tempo di riendere il discorso sospeso. vvero: e nel 2015? Calabretto

sospira. Lo sappiamo bene, c’è bisogno di allontanarsi dal presente per dare una forma al futuro. Almeno un paio di settimane, no? Comprendiamo, ma l’epoca vive del “tutto e subito”. «Il tema dell’Acqua potrebbe diventare centrale, e intendo - spiega il direttore Adriatico che sfocia nel Mediterraneo. Europa del Sud, dunque. Ci saranno nuove esplorazioni, pur conservando gli umori e i sapori di un Est sempre affascinante e generoso di storia». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Probabilmente non ha due mani soltanto, come vuole farci credere. Bollani, certo, sembra appoggiarne due sulla tastiera, appunto, ma una terza è per forza spuntata da qualche parte. Non importa se l’hai già visto in concerto. Il thriller, ovvio, non lo vai a rivedere, ma il professor Stefano da Milano (il pianista si lamenta su Facebook che tutti scrivono di Carignano perché Wikipedia dice così, ma oggi l’hanno corretto l’errore) ti fa stare bene quando lo ascolti e comunque lui non è un clonatore di scalette, se le inventa sul momento. Anzi, quando non ha più voglia di sfogliare la raccolta sua, prega il pubblico di inventarsene una di sana pianta. E sapete com’è lo spettatore con la facoltà di urlare in un teatro, no? Scatena tutta la frustrazione di umano compresso e silente nella sua poltroncina. E opta sempre per l’improbabile. Vola persino il nome di Allevi, pensate un po’. Roba da esorcista subito. E mister B., con serenità, rilascia un accenno di Come sei veramente. Gagliardo. Il Bollani-Paolo Conte è da ribaltarsi. U-g-u-a-l-e. Il Giovanni da Udine si prende cura di un Mittelfest annacquato e, nonostante il trasloco affrettato, il pienone c’è e si vede. Volendo raccogliere sotto un’unica insegna musicale la produzione di una serata intera, non ce la fai. Macché. È un continuo cambio di stile e di passo. Dice, adesso vado di tango e poi capisci che dentro l’intruglio non c’è soltanto quello. Lo adoriamo per questo; almeno uno anticonven-

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legate alle prime fasi del conflitto sul territorio friulano: Enrico Folisi docente dell’Università di Udine, parlerà dei friulani dalla guerra di Libia alla Grande Guerra. A seguire Marco Pascoli, giovane

imperiali. La nascita dei miti”. Infine Aldo Accardo, docente di Storia contemporanea all’Università di Cagliari tratterà “Memoria e storia. Due percorsi per costruire la comunità”.

vicissitudini del protagon za. Una storia di cavalie sovrani, eroi e vendette, r gratuito, al coperto in cas

CULTU S

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2014

Mittelfest, segnali dibuonasalute Angela Felice CIVIDALE

Rispetto al 2013 incassi superiori al 20%, con raddoppio di abbonamenti, su un totale di 54 spettacoli spalmati su 9 giorni. Aumento di presenze per un 10-15 % in più e un totale di 20mila spettatori, inclusa la platea foltissima di Redipuglia attratta il 6 luglio dal Requiem diretto da Muti. Tutto ciò a fronte di un intervento economico di oltre un milione di euro, coperti in gran parte dalla Regione. Per Mittelfest, giunto al capolinea del percorso 2014, è tempo di primi bilanci provvisori, sciorinati nel corso di un incontro dal presidente Federico Rossi e dai responsabili artistici, il direttore Franco Calabretto e la consulente prosa Rita Maffei, alla presenza dell'assessore regionale Gianni Torrenti. Per ricorrere alla parola-chiave di questa edizione, si tratta di “segnali” particolarmente positivi, come tiene a sottolineare lo stesso Calabretto, specie in considerazione del ristretto tempocapestro in cui, a partire dal mese di marzo, il programma è

IL BILANCIO

Il pubblico è in crescita Nel 2015 il tema dell’acqua stato cucito. «La soddisfazione puntualizza - va però al di là della mera ragioneria dei numeri. A contare di più sul piatto della bilancia è l'entusiasmo palpabile verso un cartellone che ha saputo combinare proposte di qualità e momenti di festa popolare e di piazza, anche con la bella presenza del teatro di figura. Né va dimenticata la cornice di Cividale, salotto meraviglioso in cui il festival è tornato a concentrare la sua proposta e in cui si trova il suo vero Dna». In questo senso, per Mittelfest è un recupero delle origini, pur in un tempo mutato, come rimarca l'assessore Torrenti, che auspica anche per il futuro la preponderanza della proposta musicale, accanto al teatro di

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A CIVIDALE Il Ponte del Diavolo riempito di persone nelle giornate festive del Mittelfest (foto Luca D’Agostino)

prosa e di altri linguaggi artistici. Insieme al presidente Rossi, caldeggia poi tempi più ampi per una programmazione effettivamente meditata, organizzata senza il fiato sul collo e possibilmente incrociata con una strategia attrattiva di turismo culturale. Magari anche con attenzione particolare ai giovani, che peraltro - sottolinea Rita Maffei quest'anno hanno incrementato la propria partecipazione, in scena e in platea. Segnali non di fumo, insomma, per il lavoro intenso di uno staff super rodato anche sul

piano tecnico diretto da Stefano Laudato, come si è visto nell'ottima prova della complessa macchina del concerto di Redipuglia. Squadra che vince non si cambia, pare di capire. Tanto che si parla già del 2015, che - si sbilancia ancora Calabretto proseguirà il percorso sulla Grande Guerra, ma avrà un nuovo tema conduttore nel motivo dell'acqua, spostando il baricentro verso l'area adriatica e un po' più a Sud. E' solo qualche anticipazione. Ma evidentemente si sta già pensando al domani. © riproduzione riservata

SENTITO AL MITTELFEST Alla vigilia del debutto ne La Regina Dada in piano solo al Nuovo

Bollani incanta il suo pubblico Daniela Bonitatibus CIVIDALE

Bollani sfugge alla pioggia cividalese per rifugiarsi in un teatro che sprizza d'entusiasmo. Il Giovanni Da Udine accoglie infatti nel migliore dei modi il più estroso tra i pianisti della penisola, artista che sfugge a modelli e definizioni per esplorare uno strumento che si rivela ancora una volta no-limits. Mentre il Mittelfest riesce a traslocare spettatori e Steinway, riorganizzare la pianta dei posti e limitare al mini-

mo i disagi di un pubblico fortunato, con una serie di navette che fanno la spola tra Cividale e Udine, Bollani traccia le basi di una scaletta che prenderà forma, varia e imprevedibile, da lì a poco. Spazio al jazz, innanzitutto, con la tastiera spolverata da improvvisazioni che aprono su schemi accattivanti, ricchi di temi e soluzioni armoniche d'effetto. Chi ascolta cerca uno spunto, un aggancio a ciò che si materializza con circospezione, per trovare una a una le melodie di parafrasi che rapiscono. Standard e

Jesus Christ Superstar staccano quindi su una parentesi vocale. La lode all'amata cicala non poteva mancare "E gnacche alla formica ammuchiarona" (Fosco Maraini), ma questa volta Bollani è misurato. Più musicista e meno discolo rispetto all'apparizione di un anno fa a Palmanova, riconfermandosi un fuoriclasse del pianoforte, a prescindere dalla piega che assume il recital. Ma il divertimento non manca, sempre e comunque: esemplari "Era nata a Novi" (di Luigi Migaglia) e "Sopra i vetri"

(scritta da Dario Fo per Enzo Iannacci). La lezione di stile arriva poi puntuale sull'introversa "Samba De Uma Nota Só" e sulla delicatissima, suadente "Sabor a mi". Finale ufficiale dopo 60 minuti con una pirotecnica ispirazione boogie e via con il Bollani by night (si finirà all'una) per il consueto medley dei dieci bis suggeriti dal pubblico. Gli affezionati lanciano subito le richieste, tra Spiderman e Allevi, Heidi e Unforgettable. Applausi scroscianti e, prima del congedo, i mille del teatrone possono godersi ancora una spettacolare rilettura di Take Five. © riproduzione riservata


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Home | Arte | Cinema | Letteratura | Musica | Moda & Lifestyle | Teatro | New Media Mittelfest 2014 ‐ Il rosso e il nero. Mittelfest 2014 sfoglia i colori della vita Omar Manini ‐ 28.07.2014 Share Share Share Share Share More

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Tags: articolo sullo spettacolo di Ronconi e sul concerto di Bollani al Mittelfest La vita e le sue sfumature nel teatro di Ronconi e nella musica di Bollani.

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Mittelfest, Cividale (UD) – Questa è vita? No, questa è morte! Sentenzia Edgar (Giorgio Ferrara), capitano d'artiglieria, che in Danza Macabra di August Stringberg ha passato gli ultimi venticinque anni chiuso in una fortezza insieme alla sua odiata moglie, Alice (Adriana Asti). Un personaggio gigione, ironico, cinico, che ha cercato di uccidere la compagna annegandola e che, in seguito al fallimento del piano, ha affogato entrambi in una reclusione forzata e distante da ogni altra forma di vita. La comunicazione con l'esterno è affidata a un arido telegrafo dal suono ripetitivo e meccanico, mentreil telefono è relegato inutilmente in una stanza irraggiungibile. Togliere il senso alle cose, succhiargli la linfa vitale per paura di essere sopraffatti o scoprirsi inferiori (dinnanzi agli altri) è ciò che Edgar ha fatto nella sua vita e il rapporto con sua moglie è semplicemente un inno alla sua grandezza in un micro universo nero nel quale la pece incolla, indissolubilmente, al senso di morte. Alla fine, ricondotti allo strano (dis)equilibrio iniziale, Edgar e Alice capiscono di non poter essere nient'altro oltre a quello che sono: la stessa cosa che per esistere deve rimanere unita. Giorgio Ferrara è veramente bravo nel dar corpo alla pesantezza di un uomo malato e affaticato e Adriana Asti è la perfetta compagna in questa storia di recriminazioni e dal passato sghembo, torbido e spiovente, mentre non convince del tutto l'allampanato Giovanni Crippa. Come non riesce ad essere illuminante la regia di Luca Ronconi che, servito da scenografie aderenti ma noiose (un interno nero su piattaforme semoventi che scompaginano l'ordine delle cose, nda), dopo i primi dieci minuti svela il suo intendimento, la sua unica chiave di lettura, e poi si rigenera continuamente sulla ripetizione di se stessa. Questo anche per colpa di una storia ridotta ai due soli personaggi principali (e all'iniezione del terzo incomodo) che da metà in poi si divertono a reiterare, l'un l'altra, l'attività vampiresca. La loro è una visione della vita (di coppia e di esistenza) plumbea, che si nutre di sofferenza e ingannevoli stratagemmi. Di tutt'altro segno l'incursione musicale di Stefano Bollani che ha letto il grande libro della vita attraverso il suo personalissimo gusto musicale: un'infusione di ottimismo tradotto in decine di brani ricamati l'un l'altro sulla tastiera del pianoforte. Una cavalcata libera e lieve che ha saputo raccogliere il meglio dal repertorio leggero, jazz e classico portando alle estreme conseguenze un rilassato e sensuale virtuosismo artistico, mai saccente né accademico. Fenomenale.

annunci gratuiti moto Città: Milano ‐ Provincia: MI dal: 01‐08‐2013 al: 01‐12‐2014 Giacomo Toni in concerto a Montalto delle Marche (Ascoli Piceno) Città: Montalto delle Marche ‐ Provincia: AP dal: 19‐07‐2013 al: 19‐07‐2013 Moustache Prawn: minitour in Puglia Città: Lecce ‐ Provincia: LE dal: 01‐01‐2013 al: 01‐01‐2013 Cartosculture Città: Fabriano ‐ Provincia: AN dal: 25‐07‐2013 al: 14‐12‐2014

DANZA MACABRA di August Strindberg traduzione e adattamento Roberto Alonge regia Luca Ronconi con Adriana Asti, Giorgio Ferrara, Giovanni Crippa scenografia Marco Rossi costumi Maurizio Galante luci A. J. Weissbard suono Hubert Weskempfer produzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana,Mittelfest Spoleto572014 Festival dei 2Mondi, Mittelfest 2014 31/7/2014 - Il rosso e il nero. Mittelfest 2014 sfoglia i colori della vita

Voto: 5 http://lnx.whipart.it/teatro/9897/Mittelfest%202014-ronconi.html STEFANO BOLLANI – PIANO SOLO

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La parola padre a Mittelfest Al Mittelfest, La parola padre, uno spettacolo plurilinguista e multidisciplinare come è, per vocazione, la kermesse di Cividale del Friuli. Come superare il teatro di narrazione conservandone il nocciolo espressivo, la capacità di evocare il vissuto individuale e collettivo? Con La parola padre, Gabriele Vacis ci prova (e, in parte, ci riesce) grazie, innanzi tutto, a un uso creativo del plurilinguismo e, secondo, scegliendo mezzi teatrali – e non – tali da rendere la narrazione meno centrale rispetto ad altre possibilità espressive, quali l’uso dei video, la musica preregistrata e il canto a cappella, il cambio dei costumi a vista, il teatro-danza e un uso performativo di una scenografia costituita da circa 200 taniche di plastica vuote. Ricco di spunti, ben interpretato e orchestrato, quando passa dal personale al politico e quando lo si presenta come frutto di un’indagine socio-psicologica, lo spettacolo suscita una serie di domande. Perché in un’Europa multiculturale, non vi sono differenze religiose né esperienze omosessuali? Perché la figura paterna e, in generale, la figura maschile è sempre negativa? Perché una donna che vive l’adolescenza e la prima maturità tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila dovrebbe ancora temere il padre piuttosto che competere o non riconoscersi nella madre? E, infine, perché questa stessa donna dovrebbe provare i timori di una post-adolescente anni Cinquanta piuttosto che quelli dichiarati dalla maggioranza, ossia paura dell’instabilità, della disoccupazione, della mancanza di garanzie e di sogni? Le trentenne di oggi sono davvero così o questi sei volti sono funzionali alla creazione di un climax? Domande che poniamo, agli spettatori trovare le risposte. Lo spettacolo è andato in scena all’interno di Mittelfest 2014 Chiesa di San Francesco domenica 27 luglio, ore 18.00 La parola padre drammaturgia e regia Gabriele Vacis scenofonia e allestimento Roberto Tarasco coordinamento artistico Salvatore Tramacere con Irina Andreeva (Bulgaria), Alessandra Crocco (Italia), Aleksandra Gronowska (Polonia), Anna Chiara Ingrosso (Italia), Maria Rosaria Ponzetta (Italia), Simona Spirovska (Macedonia). Cantieri Teatrali Koreja – Teatro Stabile d’Innovazione del Salento durata 90′


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Pearl al Mittelfest Gran finale al Mittelfest con la Compagnia Scapino Ballet e i musicisti di Combattimento Amsterdam, protagonisti di Pearl. Sontuose musiche barocche ottimamente interpretate accompagnano dal vivo le geometrie che Scapino Ballet costruisce con gesti minimalisti, giochi di luci e un uso scenografico dei costumi. Il tutto per restituire un Settecento estetizzante e anemico, sull’orlo dell’abisso. Un evolversi di forme plastiche, un suggerire con ironia, un rincorrersi tra duelli e sfide d’amore, scambi di coppie e confidenze da boudoir, dove l’abito diviene parte integrante dell’espressività del danzatore, così come lo era nelle “relazioni pericolose” di hollywoodiana memoria. Uso intelligente dell’intero palco che restituisce una profondità di piano cinematografica, dove l’occhio dello spettatore può decidere liberamente su quale coppia, personaggio o situazione concentrarsi. Come falene attratte dalla luce, questi Barry Lyndon, queste Marie Antoinette alla fine si bruceranno le ali? Il sipario cala prima del 1789 e gli applausi fragorosi del pubblicano sigillano la chiusura di Mittelfest 2014. Lo spettacolo è andato in scena all’interno di Mittelfest 2014 Teatro Nuovo Giovanni da Udine ore 22.30 PEARL Scapino Ballet e Combattimento Amsterdam coreografia Ed Wubbe musiche di Antonio Vivaldi, Robert de Visée, Tarquinio Merula scenografia Ed Wubbe, Pamela Homoet disegno luci Benno Veen, Ed Wubbe costumi Pamela Homoet esecuzione dal vivo Combattimento Amsterdam (Reinier Reijngoud, Quirine van Hoek, Chris Duindam, Johan Olof, violini; Marjolein Dispa, viola; Wouter Mijnders, violoncello, Erik Olsman, contrabbasso; Pieter Dirksen, clavicembalo, Sören Leupold, chitarrone) Compagnia Scapino Ballet – Rotterdam Tournée in collaborazione tra Operaestate Festival Veneto, Bolzano Danza e Mittelfest. durata 60′


Data: 28 luglio 2014

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Mittelfest tocca le 20 mila presenze, nel 2015 il tema sarà 'Acqua' Chiusa la 23.a edizionde della rassegna cividalese. Il bilancio tracciato dal presidente Federico Rossi e dall'assessore regionale alla cultura Gianni Torrenti Redazione · 28 Luglio 2014

Sono state ventimila le presenze complessive, con un incremento tra il 10 e il 15% rispetto all'edizione del 2013, per la 23.ma edizione del Mittelfest di Cividale, il festival di prosa, musica, danza e marionette della Mitteleuropa, che si è chiuso ieri dopo nove giorni di spettacoli - oltre 50 -, per la direzione artistica di Franco Calabretto, affiancato da Rita Maffei per la prosa. Un primo bilan cio è stato tracciato a Cividale dai direttori artistici e dal presidente dell'associazione Mittelfest Federico Rossi, alla presenza dell'assessore alla Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia Gianni Torrenti. L'edizione 2014 ha superato tutti i record di incasso (piu' 20% rispetto all'anno scorso) e ha raddoppiato gli abbonamenti, anche grazie al prologo del 6 luglio con la Messa di Requiem di V erdi diretta da Riccardo Muti al sacrario di Redipuglia, con 8.000 spettatori, in occasione del centenario dello scoppio della Grande Guerra. Mittelfest 2015 resterà incentrato sulla città ducale e tra i temi portanti dell'edizione ci sarà, come riportato dall'ANSA "l'acqua, declinata soprattutto come Mare Adriatico e apertura del festival verso il sud dell'Europa e il Mediterraneo, fermo restando l'i nteresse per le aree centrali e balcaniche del vecchio continente". "Siamo soddisfatti perché abbiamo registrato un palpabile entusiasmo da parte di pubblico e critica - ha detto Calabretto -, i quali hanno riconosciuto la qualità delle proposte di musica, danza, e promosso il ritorno al festival del teatro di figura". Il pubblico, ha sottolineato il presidente Federico Rossi, "ha apprezzato anche ch e il festival sia tornato a svolgersi interamente a Cividale". "Il Mittelfest ha risposto alle aspettative della Regione - ha detto Torrenti - ora si tratta di mantenere l'efficienza organizzativa che lo staff ha dimostrato nella gestione di un evento complesso come quello del Sacrario di Redipuglia, predisporre un programma con respiro ancora più transnazionale e promuovere il festival per tempo in Italia e all'estero come pacchetto attrattivo dal punto di vista turistico".

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Data: 28 luglio 2014

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Mittelfest, presenze +10%, tanti giovani e giovanissimi | Arcidiocesi di Udine - il portale

IL BILANCIO DELLA 23ª EDIZIONE DEL FESTIVAL CIVIDALESE. NEL 2015 SPAZIO AL SUD EUROPA

Mittelfest, presenze +10%, tanti giovani e giovanissimi Cividale del Friuli, 19-07-2014MITTELFEST 2014 - SEGNALI, cartografia della bellezza inquieta Piazza Duomo Duomo - Il pubblico al gala di danza con Jiri e Otto Bubenicek. Foto Luca d'Agostino /Phocus Agency © 2014

28.07.2014 A cent'anni dalla Grande Guerra con la mappa dell'Europa completamente ridisegnata, Mittelfest 2014 ha attraversato le inquietudini della Nuova Europa portando gli spettatori ad esplorare i segnali di una bellezza fragile che passano attraverso la musica, il teatro, la danza, il cinema, la poesia e l'arte nelle sue molteplici forme. E da qui che è stato scelto come titolo guida per la 23ma edizione del Festival della Mitteleuropa di Cividale “Segnali. Cartografia della bellezza inquieta” sotto la rinnovata Presidenza di Federico Rossi e la Direzione Artistica di Franco Calabretto, con la consulenza per il settore Teatro di Rita Maffei, per il CSS-Teatro Stabile d’Innovazione. Da più di vent’anni Mittelfest registra le trasformazioni e le tensioni che hanno attraversato l’Europa, raccontando i molteplici aspetti dell’inquietudine contemporanea. Il viaggio tra le culture d'Europa è stato scandito quest’anno da un cartellone di oltre 50 gli spettacoli che hanno animato la città con 8 percorsi tra Musica, Danza, Teatro, Cinema, Marionette & Burattini. Più di 10 i Paesi che hanno composto la tessitura del Festival, come sempre dell’area centro europea (Austria, Croazia, Germania, Repubblica Ceca, Serbia, Slovenia, Svizzera, Belgio fino a Paesi Bassi e Kazakistan), affiancati da produzioni e ospitalità italiane ed alcune eccellenze artistiche del Friuli Venezia Giulia. Oltre 150 i giornalisti accreditati tra stampa regionale, nazionale e internazionale dei Paesi contermini che hanno preso parte al festival cividalese, oltre che alle conferenze stampa di Milano, Vienna e Cividale del Friuli, e al grande prologo di quest’anno, con la Messa da Requiem di Verdi diretta dal maestro Riccardo Muti al Sacrario di Redipuglia. Folta la presenza di artisti giovani che tra danza, musica e teatro hanno proposto momenti di elevata qualità e raffinatezza. Da segnalare anche l’aumento del pubblico di giovani e giovanissimi che ha seguito i molteplici spettacoli, insieme al pubblico dei più piccoli che hanno affollato gli appuntamenti dedicati al fantastico mondo dei burattini&marionette tornati a Cividale in un percorso tutto dedicato con Mittel_Figura. Tanti gli appuntamenti collaterali che hanno arricchito l'offerta culturale di questa 23ma edizione nei due percorsi Mittel_Museo e Mittel_Inoltre con visite guidate ai luoghi storici della città, conferenze, workshop di fotografia e mostre, tra cui quella che racconta attraverso gli scatti dei suoi vincitori i primi 11 anni del Premio giornalistico Marco Luchetta. “I nostri angeli” presentata a Mittelfest dopo aver percorso i festival Vicino/Lontano, èStoria e lo stesso Premio Luchetta. In crescita i numeri registrati quest’anno dal festival, a partire dal raddoppio degli abbonamenti, un segnale senz’altro positivo che sottolinea l’affezione e la fiducia degli spettatori per le scelte artistiche del festival. Particolarmente animate anche le pagine del sito e dei social network di Mittelfest, che ha superato la quota 6000 fan, ha contato moltissimi tweet e commenti alle numerose e apprezzate gallerie fotografiche e ai videoclip che ogni giorno hanno raccontato gli spettacoli in scena e i dietro alle quinte. Inaugurate quest'anno le dirette streaming in occasione di Mittel_Incontri gli appuntamenti quotidiani con i protagonisti di Mittelfest al centralissimo Caffè San Marco (circa 5.000 contatti per la diretta degli incontri mattutini e per l’inaugurazione del festival, oltre 1000 contatti solo oggi con l’incontro di Stefano Bollani, con quasi il 40% delle visite dall'estero). Lanciato anche un concorso fotografico Mittel_puntozero i migliori scatti che hanno saputo cogliere l'atmosfera del festival sono state premiate ogni giorno con due biglietti per uno degli appuntamenti in cartellone a scelta. Ma Mittelfest non è solo spettacolo, musica e cinema è anche un mondo di persone che ogni giorno con impegno e passione hanno consentito al Festival di offrire qualità e precisione organizzativa. Oltre 100 le persone coinvolte tra segreteria organizzativa, 2/8/2014 Mittelfest, presenze ufficio +10%, tanti giovani e impiegati giovanissimi | Arcidiocesi di Udine - ileportale tecnici, fonici, operatori di ripresa, fotografi, stampa, amministrativi, i giovani volontari che hanno avuto modo di sperimentare come funziona un grande festival.

http://www.lavitacattolica.it/stories/cultura_e_spettacoli/5625_mittelfest_presenze_10_tanti_giovani_e_giovanissimi/#.U9zhDYB_tMY

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In aumento le presenze a Mittelfest 2014, con un incremento di oltre il 10%. Circa 20mila le presenze complessive, di cui oltre 11.000 nei giorni di svolgimento del festival a Cividale del Friuli. Il Direttore Calabretto ha annunciato un possibile tema-guida per l’edizione 2015: ovvero l’Acqua come trait-d’union per le scelte artistiche di un’edizione che dall’alto adriatico si spinga fino a sud dell’area balcanica toccando le sponde del Mediterraneo per ampliare l’identità di un festival che continua ad esplorare la produzione artistica centro europea spingendosi fino ai limiti più meridionali dell’Europa.


Data: 28 luglio 2014 2/8/2014

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MITTELFEST: LA PAROLA PADRE e LA REGINA DADA (recensioni di Gianni Cianchi) - IL GIORNALE DEL FRIULI |

IL GI…

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MITTELFEST: LA PAROLA PADRE e LA REGINA DADA (recensioni di Gianni Cianchi) Pubblicato da Il Giornale del Friuli il 28/7/14 • nelle categorie Friuli­VG,Musica e Spettacoli,Recensioni,Udine Mittelfest: La parola padre e La regina Dada Gli ultimi due spettacoli di prosa del Mittelfest confermano l’impressione che questa edizione, almeno per quanto riguarda lo spettacolo “di parola”, abbia offerto poche occasioni indimenticabili, senza dubbio a causa del poco tempo concesso per preparare un programma tanto complesso come quello della ricorrenza cividalese. “La parola padre” , con drammaturgia e regia di Gabriele Vacis, vede in scena sei ragazze, tre del Sud d’Italia, le altre dell’Est europeo: Bulgaria, Macedonia e Polonia. Sono la versione femminile dell’Europa odierna, sia pure esemplificata nella sua componente “minore”, quella che deve ancora concludere il processo di emancipazione dalla “colpa” di essere meridionale o ex comunista. Alle spalle delle sei brave attrici, un muro di grossi contenitori di plastica per l’acqua costituisce una barriera, anche metaforica, che le donne abbattono eppure ricostruiscono in una lotta incessante, come se riuscissero a conquistare la libertà e poi contribuissero a farsela togliere. Dopo un avvio faticoso e trascinato, lo spettacolo prende il ritmo giusto e coniuga il teatro di narrazione a più voci con l’azione scenica più o meno incalzante in sintonia con l’analisi che le interpreti fanno della situazione del loro paese e dei rapporti che hanno avuto con i rispettivi padri. La patria, infatti, è termine e concetto amato e contestato come quello di padre, assunto come sinonimo dai presidenti dei paesi dell’Est Europa per esercitare in nome dell’amor paterno il controllo sui cittadini. L’autorità dei padri esercitata sulle figlie trova la sua declinazione collettiva nei regimi totalitari dai quali è stato necessario riscattarsi con qualche rimpianto, così come si prova ancora affetto e nostalgia per un padre invadente, colpevole di aver svolto la sua funzione di genitore, a volte nel modo sbagliato. Impossibile odiarlo; anzi gli si chiede di recarsi dal medico per quel sibilo che emette quando tossisce. Qualche luogo comune e alcune semplificazioni rendono poco condivisibili certi passaggi e certi giudizi. La parte migliore dello spettacolo sta nella sua componente esistenziale più che nella disamina della condizione politica delle giovani donne europee. I passaggi più toccanti riguardano infatti la rabbia che le ragazze esprimono nell’assistere alla decadenza fisica del genitore invecchiato, alla perdita di ciò che è stato e rimane caro e che rappresenta il punto d’arrivo anche delle figlie, ora che hanno l’età che aveva il padre quando esse sono venute al mondo. Il conflitto delle generazioni diventa identificazione esistenziale col padre invecchiato al quale si chiede con toni di disperazione: “Padre, voglio sapere quanto tempo mi rimane da vivere”. Nulla da salvare, invece, dello spettacolo di Stefano Bollani e Valentina Cenni “La regina Dada”, con cui il Mittelfest perde qualche punto. Il tentativo di far rivivere le avventure delle avanguardie del primo Novecento, o almeno di parlarne sia pure con cenni rapidi, fallisce miseramente per mancanza di senso della costruzione drammaturgica e per la rinuncia, non si sa quanto consapevole, a creare suggestione (certamente non per ripercorrere le strategie degli avanguardisti). Gli spettatori, con l’eccezione di qualcuno che ride a sproposito, non riescono a provare per lo spettacolo alcun interesse, neppure ritrovano, come fossile o citazione, il carattere provocatorio dei fenomeni futuristi o Dada. Questo spettacolo non attualizza l’avanguardia storica per rivitalizzarla, semplicemente gira a vuoto, nella sopportazione di molti che si chiedono la ragione di un’operazione così inutile. Gianni Cianchi Like

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Data: 28 luglio 2014 Pagina:

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Mittelfest 2014 Redipuglia. L'imponente Requiem transnazionale di Muti

Pubblicato su gothicNetwork.org (http://www.gothicnetwork.org)

Mittelfest 2014 Redipuglia. L'imponente Requiem transnazionale di Muti Articolo di: Sergio Zolli Un grido di pace e una dura condanna dei nazionalismi ha aperto la ventitreesima stagione del Mittelfest lo scorso 6 luglio con il Requiem per le vittime di tutte le guerre che si è tenuto ieri sera al Sacrario Militare di Redipuglia alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente della Slovenia Borut Pahor, della Croazia Ivo Iosipovich e del Presidente del Consiglio austriaco Ana Blatnik.

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Davanti ad un pubblico imponente e a uno scenario impressionante, la serata è stata introdotta dal Coro dell’ANA di Udine con una serie di canti alpini, tra cui il celebre Signore delle cime di Bepi De Marzi, e della fanfara della Brigata Cadore con una serie di marce militari, cui sono seguiti, quando alle 21,15 i presidenti sono arrivati al sacrario preceduti dai corazzieri, l’esecuzione degli inni nazionali dei Paesi rappresentati, ma non, stranamente, di quello europeo. È stata poi la volta dell’esecuzione del Requiem di Giuseppe Verdi, composizione da lui scritta nel 1874 in occasione del primo anniversario della scomparsa di Alessandro Manzoni, che ha visto protagonisti un’orchestra composita formata da prime parti dei B erliner Philarmoniker, della Chicago Symphony Orchestra, dell’Orchestra del Teatro Verdi di Trieste, dell’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, dell’Orchestra National de France, dell’Orchestre Synphonique du Théatre Royal de la Monnaie della Philarmonia Orchestra e dei Wiener Philarmoniker, uniti all’Orchestra giovanile Luigi Cherubini, all’European Spirit of Youth Orchestra e agli allievi dei Conservatori J.Tomadini di Udine e G.Tartini di Trieste e un coro formato dal Coro del Friuli Venezia Giulia, cui si sono aggiunti cori provenienti da Lubiana, Zagabria e Budapest coordinati dal Maestro Cristiano Dell’Oste. A questa imponente compagine si aggiungono il soprano Tatiana Serjan, il mezzosoprano Daniela Barcellona, il tenore Saimir Pirgu e il basso Riccardo Zanellato. La direzione è affidata alla bacchetta verdiana per eccellenza: il Maestro Riccardo Muti. L’esecuzione è ripresa dalla RAI e ritrasmessa in tempo reale agli spettatori su di un mega schermo posto a lato del palco dove le riprese degli esecutori vengono intervallate con immagini della Prima Guerra Mondiale. Fin dal sommesso inizio del Kyrie tutti gli ascoltatori hanno l’impressione di trovarsi di fronte ad un’esecuzione monumentale, non solo per le dimensioni del complesso sinfonico-corale che esegue il capolavoro verdiano (oltre quattrocento elementi), ma per la resa emozionale che la direzione di Muti sa suscitare. Il kyrie rappresenta infatti solo l’inizio di una lunga emozione che conosce, nei vari momenti della composizione, dei punti di forte accelerazione, vedi il ricorrente tema del Dies Irae, alternati ad altri d i estatico raccoglimento. Accanto alla direzione del Maestro, con quel suo gesto di grande espressività a precisione e con il suo innegabile carisma, va però sottolineato un cast vocale di grande livello formato da voci che non hanno avuto la benché minima 4/8/2014 Mittelfest 2014 Redipuglia. Requiem transnazionale dalla di Muti partitura, il soprano smagliatura e su cui spicca, grazie ancheL'imponente al ruolo riservatole Tatiana Serjan per splendido colore vocale e per l’omogeneità timbrica. Comunque, un cast di solisti eccezionali. Così come di ottimo livello si è rivelata l’orchestra, non è stato possibile rilevare alcuna imperfezione esecutiva, e la compagine corale di cui va apprezzato il grandissimo lavoro svolto da Cristiano Dell’Oste. Applausi commossi e prolungati salutano l’esecuzione del Requiem e la serata si chiude al suono della tromba alpina che intona le note del Silenzio.

http://www.gothicnetwork.org/print/8381

Pubblicato in: GN35 Anno VI 17-24 luglio 2014 Scheda Titolo completo:

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Cultura&Spettacoli

TEATRO

Spettacolo sonoro di Bukovaz a Lubiana CIVIDALE - Pavana per Antigone è il titolo del nuovo testo creato per il "teatro sonoro" che negli ultimi anni vede impegnate la poetessa cividalese Antonella Bukovaz e la regista polacca Hanna Preuss. Il testo (in italiano, con libretto inglese e sloveno), scritto e recitato sulla scena da Bukovaz, si avvale in

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scena di un raffinato apparato multimediale curato da uno staff internazionale. I video sono opera della regista Hanna Slak, le musiche sono eseguite dal vivo dall’udinese Antonio Della Marina. Lo spettacolo ha debuttato ieri a Lubiana al Centro per le Arti Sonore della Vodnikova Domacija

Martedì 29 luglio 2014

Data: 29 luglio 2014

A PORDENONE

morte, nei panni di due fratelli molto diversi, per carattere e psicologia. Davanti alla tomba Pagina:del24 padre faranno un viaggio sentimentale alla ricerca del senso delle cose, utilizzando gli strumenti più umani che abbiamo a disposizione: la memoria, gli affetti, l’ironia e la speranPORDENONE - Per la maratona di spettacoli za. I biglietti sono in vendita al PnBox di Torre per i 25 anni dei Papu, oggi alle 21.15 e sul sito www.pointiticket.it. Infoline e biglietnell’arena verde del Castello di Torre comin- teria: 342.1345469. La vendita dei biglietti ciano le repliche dell’ultimo spettacolo in prima dello spettacolo ha inizio alle 19.30. In programma, regista Mirko Artuso. “Fratelli caso di maltempo ci si sposta in Bastia. unici” - in scena anche domani, per lasciare il Saranno alla fine circa 4500 gli spettatori che posto giovedì alla festa finale - vede Ramiro avranno partecipato al mese di spettacoli Besa e Andrea Appi affrontare il tema della promosso dal duo comico pordenonese.

Papu, ultimo spettacolo prima della festa finale

VISTO AL MITTELFEST La prima del lavoro teatrale del pianista

Dada, una regina confusa Bollani meglio al pianoforte. Nella prosa regna l’anarchia Angela Felice CIVIDALE

Nell'ultima mittel-giornata del teatro di prosa, va in scena la gioventù. Ma evidentemente l'appeal generazionale da sè non basta a garantire il risultato, che è anzi agli antipodi nei due lavori scelti a chiusura della kermesse. Intenso, intelligente e teatralmente risolto è dapprima lo spettacolo "La parola padre", in cui la mano di Gabriele Vacis, autore-regista sempre ispirato, guida con ritmo sei versatili performer trentenni: Ola, Anna Chiara, Simona, Irina, Alessandra, Rosaria; tre del Sud Italia e tre dell'Est post-comunista. Sono diverse per nazionalità, lingua e biografia, ma sono soprattutto figlie, condizione comune che nel non luogo di un aeroporto le spinge alla complice confidenza femminile. Si tratta di condividere uno stesso dialogo, un processo e una finale resa dei conti con i propri padri, anche con quella loro estensione geografico-politica che è la patria o in generale con l'imposizione che evidentemente, a tutte le latitudini anche ideologiche, il maschile infligge al femminile. Tra racconto delle proprie storie (vere), azioni gestuali e cambi d'abito a vista, è un itinerario a sei per la liberazione dall'ombra di genitori che ora sono invecchiati, forse sono malati, ma ancora incombono come fantasmi mentali di promesse non mantenute,

LaDanzaMacabra diRonconifatica aconquistareilpubblico CIVIDALE - Che Luca Ronconi sia un maestro nessuno lo nega, che sia anche infallibile lo può sostenere solo chi crede nei miti intramontabili. In Danza macabra, di Strindberg, approdata al Mittelfest da Spoleto, la mano del grande regista è riconoscibile, ma è una mano che disegna fuori dal foglio. Gli ammiratori fingono di non accorgersene, forse non hanno il coraggio di dirglielo. La storia dell'inferno matrimoniale sofferto come massacro reciproco fra uomo e donna diverte Ronconi e deve divertire il pubblico. Il capitano Edgar e la moglie Alice si rinchiudono in una torre per separarsi dal mondo e consumare i loro riti di morte. In questa lugubre prigione, i ruoli di demone e anima espiante sono interscambiabili. Entrambi i personaggi si alternano nelle parti con il massimo impegno perché sanno che la finzione è l'unico mezzo per raddrizzare un mondo costruito alla rovescia. La recita dei due reclusi dura da 25 anni ed è ora di festeggiarla con le nozze d'argento. L'arrivo del cugino Kurt sembra ravvivare il gioco offrendo un altro polo d'attrazione ai flussi malefici della coppia. Kurt fin dalla comparsa sembra più vampiresco dei coniugi. Come loro si farà mordere e morderà al collo, ma si sottrae in tempo e fugge facendo ripiombare i due coniugi nell'inferno di sempre. Edgar e Alice potranno liberarsi dal tormento solo con l'attesa della morte. La bella scenografia di Marco Rossi trasforma lo spazio scenico in una cripta oscura con pochi mobili neri, broccati, pennacchi, frange e nappine da cerimonia funebre. A lutto sono vestiti anche i personaggi. L'interpretazione di Giorgio Ferrara (Edgar) e di Giovanni Crippa (Kurt) assume valenze comiche che divertono il pubblico. I gesti e le smorfie, i timbri cavernosi o striduli della voce, le corsette e le marce, il cadere a terra, l'inginocchiarsi, lo stendersi sul divano catafalco, il continuo "per favore mordimi sul collo" (proprio come nell'esilarante film di Polanski) trasformano il dramma in noir comico. Misurata Adriana Asti. La cosa sorprendente è che si ride ma non si assiste a una parodia del testo di Strindberg. Altro mistero di cui è sacerdote Ronconi: si ride eppure ci si annoia. In questa raffica di ossimori il regista rimane geniale. Gianni Cianchi

GLI ATTORI

DALLA MUSICA ALLA PROSA Valentina Cenni, interprete de La Regina Dada ricatti affettivi, diktat su destini femminili da plasmare all'obbedienza. Ma infine, nel dinamico puzzle di quadri, tra bottiglioni d'acqua da terminal continuamente scomposti e ricomposti, tra scoppi di rabbia, autoironie verbali e esercizi respiratori per il recupero della calma, la ribellione approda alla riconciliazione. E il padre può anche essere riamato, magari a distanza, rimpicciolito in foto-ricordo da sbirciare con tenerezza sul desktop del computer. È invece sgangherata e francamente deludente la scena fantastica "La regina Dada", proposta dalla giovane Valentina Cenni con il coautore Stefano Bollani, che, dismessi gli abituali

(foto LdA)

panni di musicista, si cimenta anche in qualche (dimenticabile) incursione d'attore sotto maschera. Che l'immaginario Dada, pretesto del lavoro, sia avanguardia di segni anarchici del nulla, si sa. Ma qui, sul palco destrutturato in un'accozzaglia cubista di elementi sghembi, robot semoventi e lucette al neon, si aggira solo una specie di stuporosa Alice tra finte meraviglie e parole scollate, spuntate anche di nonsense da provocazione. Quasi uno scherzo teatrale last minute, da cui è bene che si distacchi lo stesso Bollani, per un rapido ritorno alla tastiera di cui è signore indiscusso. © riproduzione riservata

LA RECENSIONE Le suggestioni kazake non arrivano al pubblico

In "Alma _Ata" la danza è noia CIVIDALE - "Alma _Ata", in scena al Mittelfest nella chiesa di San Francesco, si propone come «uno sguardo sulla città kazaka di Almaty e sulle steppe che la circondano, sui suoi abitanti e sulla loro eredità nomade, su noi Italiani in cerca di equilibrio tra tradizione e globalizzazione». Questo l'intento del coreografo Tommaso Monza, colpito - dopo un soggiorno in Kazakhistan - dalla forte radice nomade che in quella terra permane al di là dell'urbanizzazione, tanto che anche chi vive in città si identifica non coi luoghi, come accade in Europa, ma con la propria tradizione e con la danza della propria gente. Uno spunto di partenza interessante: ad Almaty non esistono le meraviglie architetto-

VISTO AL MITTELFEST

niche italiane, passi e musica valgono come monumenti di pietra, ovvero la loro storia, e noi viceversa non ci identifichiamo in una danza. La scena ingombra di misteriosi tubi gialli che limitano a pochi margini lo spazio danzabile; i sette danzatori sembrano dunque cercare una propria identità motoria, accompagnati dal vivo dai suoni gutturali del musicista kazako Yedil Khussainov. Le azioni sono però slegate dalla colonna sonora, per cui

LE COREOGRAFIE

Appaiono slegate dalla musica in scena

anche gli spunti interessanti - comunque solo motori - non catturano, e lo spettacolo mantiene per tutto il tempo una monocromia che lo rende decisamente noioso. Ci si aspetta da un momento all'altro il giro di vite, che però non arriva. E anche se verso la fine la danza incalza in sequenze pur belle, sciolte e sferzanti, la creazione appare come un groviglio indipanabile di azioni senza senso. In questa ricerca di identità danzabile Monza accosta citazioni disparate, dal classico all'hip hop, dal folclore all'hully gully, con violente sequenze di contact in una voluta cozzaglia motoria in cui difficilmente ritroviamo l'assunto. Federica Sassara © riproduzione riservata

Si impegnano ma la regia questa volta non funziona

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2014 EK, 29. JULIJA 2014

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JERUZALEM - Potem ko je Varnostni svet ZN v nedeljo ponoči pozval k takojšnji humanitarni prekinitvi spopadov, je bilo včeraj na območju Gaze večji del dneva mirneje kot v minulih dneh. A kljub glasnim pozivom k prenehanju nasilja - med drugim je ta poziv včeraj znova izrazil generalni sekretar Ban Ki Moon - so popoldne iz Gaze znova poročali o obstreljevanju in mrtvih. Izraelske rakete so namreč popoldne zadele največjo bolnišnico in palestinsko begunsko taborišče v Gazi. V begunskem taborišču je bilo ubitih najmanj deset ljudi, med njimi kar osem otrok, najmanj trije ljudje naj bi bili ubiti v napadu na bolnišnico. V eksploziji granate na jugu Izraela, ki jo je z območja Gaze izstrelilo palestinsko gibanje Hamas, pa so včeraj umrli najmanj štirje izraelski civilisti. Na 9. strani

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MITTELFEST

Obiskovalci in oblikovalci zadovoljni

ČEDAD - S koncertom pianista Stefana Bollanija in vrsto drugih kvalitetnih dogodkov se je v nedeljo sklenil letošnji Mittelfest. Obiskovalci so z 10-15 odstotkov večjim prilivom že povedali svoje, prav tako zadovoljni pa so tudi oblikovalci festivala, ki so stavili na ključni besedi kakovosti in pestrosti. Občinstvo, menijo, je nagradilo poskus prepletanja ljudske z "visoko" kulturo in pogumno izbiro inovativnih, neobičajnih, skratka "drugačnih" predstav, ki so težile v preseganje v vseh smislih: preseganje meja, jezikov, žanrov. Na 8. strani


Data: 29 luglio 2014

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Torek, 29. julija 2014

2014

K U LT U R A

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ČEDAD - Zaključil se je Mittelfest 2014

Znaki: ko se novo vrača k izhodišču Organizatorji zadovoljni z odzivom Pozitiven obračun oblikovalcev, načrti za leto 2015 – Zaključni vikend postregel s kakovostnimi predstavami Zadovoljni. Oblikovalci Mittelfesta 2014 so še pred nedeljskim zaključnim delom medijem podali prvi obračun. Bolj kot s »knjigovodskega« vidika – tudi tu je obračun pozitiven – je za novega umetniškega vodjo Franca Calabretta pomemben vsebinski aspekt. Ključni besedi sta kakovost in pestrost. Kljub časovnim omejitvam, vlogo je prevzel marca letos, sta z Rito Maffei (gledališče, sam je oblikoval glasbeni del) uspela pripraviti program, ki je naletel na splošno odobravanje. Zanj pa je pomembno tudi dejstvo, da se je mesto, posebno prvi festivalski vikend, ki ga je nagradilo sončno vreme, množično vključilo v dogajanje (pripravili so vrsto dogodkov na raznih prizoriščih). Na kvaliteto prisegata tudi predsednik združenja Mittelfest Federico Rossi in odgovorna za gledališke festivalske dogodke Rita Maffei. Za predsednika je pomembno, da je umetniškemu vodstvu uspelo odločno zarezati v linijo »čezmejnosti«, za katero se je zavestno odločil odbor. Občinstvo pa je po njegovem nagradilo tudi poskus prepletanja ljudske z »visoko« kulturo. Odziv je poplačal trud in – ker je še posebej razveseljivo – pogum izbir: strokovna in »navadna« publika so se pohvalno izrazili o inovativnih, neobičajnih, skratka »drugačnih« predstavah. Ob kakovosti je zanjo ključna beseda preseganje, v vseh smislih: preseganje meja, jezikov, žanrov. V novih okoliščinah vrnitev k izvoru: za deželnega odbornika za kulturo Giannija Torrentija, velikega sponzorja festivala, letošnja izvedba odraža in prenavlja začetna izhodišča Mittelfesta. Rodil se je kot čedajski festival mednarodne razsežnosti in to tudi ostaja oziroma nadgrajuje. Ob vsebinsko-načelnih ocenah pa so

Kaj lahko pričakujemo v naslednjem letu? Franco Calabretto je bil previden, vendar je izdal dva indica: voda in jug. Po njegovi oceni je že Mittelfest naslov, ker opredeljuje namen in vsebino festivala. Če ga je letos posredno označevala stoletnica začetka prve svetovne vojne z današnjimi »nemiri« v Evropi, bo naslednje leto pomembno vlogo odigrala voda, ki bo os iz srednje Evrope premaknila proti jugu. Proti morju. (bip)

lije. Prve tri zato govorijo o komunizmu, ki je vladal v njihovih državah. Pripovedujejo v svojem maternem jeziku ali v angleščini, ostale ponavljajo zgodbo v italijanščini. Srečale so se nekje, npr. na letališču, od koder želijo v svet, vendar se obračajo nazaj, k očetu, ki je ostro posegal v njihove odločitve. Predstava je zelo razgibana, mladostno živahna, hkrati pa odličen dokaz o pomenu mednarodnih gledaliških laboratorijev. Med drugim fokusira na sedanji položaj mladih žensk v Evropi: in to je trenutek, tako so interpretke povedale, ko se dekleta jočejo …

Zakonsko življenje po Strindbergu

Zakonsko življenje je še najbolj podobno peklu. Tako je mislil ali ga vsaj v svojih dramah na tak način obravnaval August Strindberg. Že naslov, Mrtvaški ples, očitno namiguje na piščevo tezo, da je doživljanje odnosa med možem in ženo bliže smrti kot življenju. Izrek, »dokler vaju ne loči smrt«, pa je prej upanje kot grožnja. To znani švedski dramatik, zaznamovan z izrazito misoginijo, položi v usta Alici, ženskemu polu trikotnika, ki nastopa v Mrtvaškem plesu. Ugledno koprodukcijo toskanskega Stalnega teatra Metastasio, Spoleta57 – Festivala 2Mondi (odigrali so jo na letošnji izvedbi) in Mittelfesta 2014 so v soboto (26. julija) kot eno ključnih gledaliških dogodkov predstavili v čedajskem gledališču Ristori. Režiser Luca Ronconi je Strindbergovo dramo iz leta 1900 ovil v grotesko in jo s tem začinil s črnim humorjem. Dogajanje sledi vzorcu, ki ga švedski avtor večkrat uporablja: par, kapitan Edgar (ki ne postane major) in Alica (ki naj bi se odrekla veliki igralski karieri) se v medse-

In za zaključek Pearl, biser v plesu in glasbi Stefano Bollani je z Valentino Cenni nastopil (neposrečeno) tudi kot igralec

Bollani dvakrat, pravzaprav trikrat

Zvezdnik. Nedvomno. Pianist Stefano Bollani je v trenutku zapolnil veliko videmsko gledališče Giovanni da Udine. Verjetno je bil marsikdo hvaležen organizatorjem, ki so zaradi slabega vremena morali prestaviti sobotni koncert z osrednjega čedajskega trga pod streho videmske gledališke hiše. Na Mittelfestu 2014 je Bollani nastopil dvakrat, če prištejemo še dobro obiskano nedeljsko srečanje z občinstvom, kar trikrat. Najprej kot odličen (jazz) pianist in izreden posrednik glasbe, nato kot šarmanten »oglaševalec« svojih pobud, in kon-

Šest evropskih deklet se joče in išče očeta

Prizor iz plesne predstave Pearl, ki je briljantno sklenila spored letošnjega uspešnega Mittelfesta LUCA D’AGOSTINO

pomembni tudi konkretni podatki. Po še nedokončnih izračunih naj bi se inkaso zvečal za okrog 20 odstotkov, število abonentov naj bi se kar podvojilo (tudi ker so pripravili več variant), število obiskovalcev pa naj bi poskočilo za 10 – 15 odstotkov. V letošnje festivalske dogodke so vključili tudi izreden koncert, ki ga je ob 100-letnici začetka prve svetovne vojne vodil Riccardo Muti. Na ta, z organizacijskega vidika zahteven dogodek, so vsi ponosni. Pripraviti smo morali kar 2 festivala, je vložen trud ocenil Calabretto. In koliko je denarno težek Mittelfest 2014? Okrog milijon evrov, od tega jih je Dežela FJK prispevala 870.000, prišteti je treba še druge »podpornike« (ministrstvo za kulturne dobrine, javne uprave in banke). In padlo je še pojasnilo: milijon ni malo, vendar za tovrsten festival ni veliko. V letih '90 (še za časa SEP) je Mittelfest prejemal od štirikrat do petkrat več sredstev, sloviti festival v Spoletu pa lahko računa na sedemkrat višji znesek.

bojnem verbalnem obračunavanju pripravljata na srebrno poroko. Ne vesta sicer, če jo bosta sploh proslavila. Za Edgarda so vsi ostali prebivalci otoka, na katerem prebivata, nevredni druženja, Alica se mu, hočeš nočeš, tako pravi, prilagaja. Vse poteka po ustaljenih tirih obojestransko izraženega nezadovoljstva do obiska Kurta, ki naj bi ju četrt stoletja prej seznanil. V dramatičnih tonih in zasukih ga oba skušata pridobiti na svojo stran in kot pošast slikata svojega zakonskega partnerja. Zasujeta ga z besedami in mu občasno – po vampirsko – sesata kri. Ubogljivi Kurt bolj podleže Alici, vendar se tudi on začne »krepiti« z njuno krvjo in odide. Zakonca sta spet združena, najprej v obsodbi Kurtovega obnašanja, nato pa v nadaljevanju neskončnega medsebojnega obračunavanja. Režiserjeva roka je trdna, izvajalci upravičeno cenjeni: Adriana Asti (Alica), Giorgio Ferrara (Edgar) in Giovanni Crippa (Kurt).

čno, v nedeljo zvečer, še kot avtor in interpret novosti La regina Dada (Kraljica Dada, mišljeno je pripadnica gibanja dadaizma). Kot glasbenika in zabavnega voditelja nastopov (gledaliških, radijskih ali televizijskih) Bollanija ni treba posebej predstavljati. S klavirjem in mikrofonom zna ustvariti prijeten in dopadljiv glasbeni večer, ne da bi bil banalen. Za letošnji festival je po preizkušenem vzorcu pripravil svojski izbor najrazličnejših skladb in jih mojstrsko izvedel v lastni priredbi. Tokrat se je poigral s popevkami izpred 2. svetovne vojne, muzikali (Jesus Christ Superstar), jazzovskimi evergreeni (The Man I love), tangom (El choclo), mešanico bosse nove, filmsko glasbo; pridal je originalnejše točke, kot sta uglasbitev poezije Fosca Marainija in pesem Daria Foja za Jannaccija. V takih komadih je seveda tudi pel. Zaključil je kot pianist virtuoz in burkač: udarjanje na tipke je združil z njihovim »čiščenjem«, mestoma

L.D’A.

je igral na tipke in strune, s krpo brisal sebe in klavir. Brez dodatkov seveda ni šlo. Bollani se igra s klavirjem in občinstvom: po svoji običajni navadi je gledalce povprašal, kaj naj še zaigra, vse lepo premešal, se malce ponorčeval (oponašal je Paola Conteja) in seveda briljantno zaokrožil v celoto. Občinstvo je bilo, po predvidevanjih, navdušeno. Veliko manj posrečen je bil njegovi nov, gledališki »nesmiseln« poskus, sestavljen po vzorcu dadaizma in surrealizma. Z igralko Valentino Cenni, s katero je v vsakdanjem življenju par, je želel nastopiti skupaj še na odru. Štiriročno sta napisala tekst, nekakšne sanje kraljice Dada, ona je seveda bila kraljica, Bollani pa vse ostalo: njene prikazni, glasba, zvoki …

Ola, Anna Chiara, Simona, Irina, Alessandra, Rosaria. Šest mladih igralk. Srečale so se v gledaliških delavnicah Koreje. Iz njihovih pričevanj in izkušenj, človeških in umetniških, je režiser Gabriele Vacis sestavil uprizoritev Beseda oče (La parola padre). V svoj program ga je uvrstil Inovacijski teater Salenta in tako dekleta, ki so seveda malce odrasla, od leta 2012 pripovedujejo svojo zgodbo. V ospredju je odnos do ljubljenega-osovraženega očeta, ki razkriva tudi njihovo današnje doživljanje »očetnjave«, domovine, ki ni več to, kar je bila, ko so odraščale. Ola – Aleksandra Gronowska je namreč Poljakinja; Irina Andreeva Bolgarka; Simona Spirova Makedonka; ostale tri, Alessandra Crocco, Anna Chiara Ingrosso in Maria Rosaria Ponzetta prihajajo z juga Ita-

Nebo se je razvedrilo, vendar so organizatorji »preventivno« veliko plesno predstavo Pearl preselili v videmsko gledališče Giovanni da Udine. Morda je bilo to prizorišče primernejše, tako je glasba v izvedbi imenitnega ansambla Combattimento Amsterdam lepše donela. Že samo poslušanje glasbe (Antonio Vivaldi, Robert de Visée, Tarquinio Merula) bi upravičilo prisostvovanje predstavi, ki je bila pravi užitek tudi za oči. Plesala je namreč holandska skupina Scapino Ballet – Rotterdam, za katero je koreograf Ed Wubbe (od leta 1992 tudi vodi ansambel) ustvaril plesno predstavo (je tudi soavtor light designa in scen) Pearl. Z veščo koreografsko roko se je poigral z baročno glasbo in sodobnimi plesnimi prijemi. V izredno posrečenih kostumih (Pamela Homoet) si odlični plesalci elegantno dvorijo, trenutek nato pa se prepuščajo ljubezenskim nagonom. Po elegantnem dvornem prizoru je na vrsti bolj sproščen, skorajda razuzdan: videz in resničnost. Ob vsebinskem poigravanja gre še za glasbeno-plesnega: baročna, v živo izvajana glasba, s pomenljivimi premori tišine je osnova, na katero plesalci izvajajo drzne, z dinamiko in hitrostjo prežete prvine sodobnega baleta. Vse pa sestavlja izredno elegantno in izvajalsko dovršeno celoto, ki te očara. Navdušene kritike, ki od nastanka koreografije leta 2012 spremljajo plesno predstavo, so povsem upravičene. Gre namreč za prikaz sodobnega baleta, na katerega redko naletiš. In tudi zato je treba pohvaliti oblikovalce letošnjega programa Mittelfesta: ne samo zaradi izbire predstave, v kateri je vse tako, kot mora biti, perfektno (kot so zapisali številni strokovnjaki, temveč tudi zaradi povezovanja z drugimi festivali. »Žlahtno« plesno predstavo sta namreč v svoj program vključila tudi Operaestate Festival Veneto in Bolzano Danza. Tako so jo v dragocen pozdrav lahko ponudili tudi obiskovalcem Mittelfesta 2014. Breda Pahor

APZ Univerze na Primorskem zmagal na tekmovanju v Carigradu

Akademski pevski zbor Univerze na Primorskem pod taktirko Ambroža Čopija je minuli teden obveljal za najboljši zbor na 4. mednarodnem zborovskem tekmovanju v Carigradu. Zbor se je predstavil v kategoriji mešanih zborov in zasedel prvo mesto in kategoriji ženskih zborov. Zbor se je na tekmovanju predstavil s skladbama slovenskih skladateljev Paisaje (Andrej Makor) in Zima (Lojze Lebič) ter s skladbami iz svetovne zakladnice. Za slovenskim zborom se je na drugo mesto uvrsti mešani zbor Ave musica iz Litve, na tretje pa poljski mešani zbor Bielski. APZ UP se je predstavil še na četrtkovem koncertu zborov v okviru festivalnega programa. Za pevke in pevce APZ UP ponovni uspeh pomeni potrditev njihovih zastavljenih ciljev ob deseti obletnici delovanja. Maja so obeležili deset let uspešnega delovanja s slavnostim koncertom in ob obletnici izdali svojo peto zgoščenko Sonority, na kateri so predstavljeni posnetki s koncertov in tekmovanj zadnjih dveh sezon. Zbor deluje pod okriljem Študentske organizacije Univerze na Primorskem vse od ustanovitve oktobra 2004. V zboru, ki ga vodita skladatelj in dirigent Ambrož Čopi ter asistentka dirigenta Andreja Tomažič Hrvatin, poje približno 50 študentk in študentov Univerze na Primorskem in drugih zborovskih zanesenjakov. (STA)


Cineteca del Friuli Livio Jacob e lo storico Lucio Fabi, alle 21 alla Diga Nazario Sauro converserà con il giornalista Gian Paolo Polesini. Seguirà, in anteprima 2014produzione assoluta, la prima Lagunafest: “Peter Pan va alla (grande) guerra”, di e con David Riondino per teatro di sabbia e musica. Sand design a cura di Massimo Ottoni, musiche del polistrumentista Alessandro Simonetto. Si rivivrà la storia del soldato ungherese classe 1897 Peter Pan, sepolto nel loculo 107 di Cima Grappa nel cimitero austro-ungarico di Bassano. Deceduto il 19 settembre 1918 a Col Caprile quota 1331, Peter Pan era un giovane dell’Honved, arruolato e inviato al fronte suo malgrado. Un fascino dolce e

SUL FRONTE FRANCESE Nelle retrovie della Grande guerra le trup

IL SITO WEB Culturaecultura.it diventerà un ‘Atlante del cibo’, arricchito di mese in mese con spazi dedicati alle eccellenze agroalimentari italiane

malinconico, che porta i più Data: a 30deporre luglio 2014 romantici sulla tomba fiori di montagna, sassolini del Pagina: 24 Grappa e persino conchiglie di mare. Sarà poi proiettata l’intervista esclusiva di Lagunamovies a Fernanda Pivano, realizzata nel 2004 dal regista e critico Sergio Naitza. Mercoledì 6 agosto alle 18 al Velarium della Git sarà presentato “Spreco” (Rosenberg&Sellier 2014), libro dell’agroeconomista Andrea Segrè che, alle 21 (Diga Nazario Sauro), sarà protagonista dell’evento prodotto da Lagunafest, “Food&Fool. Pazzi di cibo”, conversazione scenica con Massimo Cirri (Caterpillar): dialogo a tutto campo, dallo spreco alla

VISTO AL MITTELFEST/1

Oratori-Ae, grammatica ripetitiva CIVIDALE - Oratori-Ae, coreografia di Simona Bertozzi, anche interprete con altri cinque danzatori sul palco del Mittelfest, è un tipico esempio di danza contemporanea. In nome della immediatezza e della libertà espressiva si crea una tradizione, del valore di quella rifiutata, e si forma una grammatica che fa dell’improvvisazione qualcosa di prevedibile e di ripetitivo. Anche in Oratori-Ae il rifiuto del racconto come tema conduttore porta a una astrattezza del gesto, residuo più del momento laboratoriale che disegno coreografico concepito come progetto. La spiegazione o la presentazione nel programma di sala serve per esporre la concezione di Bertozzi del tempo, del movimento, dello spazio e potrebbe riferirsi a tutte le sue coreografie. La composizione è priva di narrazione, anche se le parole indicano temi interessanti che, tuttavia, non si

ritrovano facilmente in quanto si vede. Si aspira a una giustificazione filosofica che prescinde dalla necessità di creare emozione e si rischia una semplificazione dell'insegnamento di Virgilio Sieni della cui compagnia l’autrice ha fatto parte. L'originalità, almeno in quest'opera, consiste nel far muovere i danzatori in una specie di agglomerato di materia che si agita scomposta e poi si scioglie in modo da assumare una posizione statica, formando una frase scritta con i geroglifici dei corpi. Si cerca di regredire a forme espressive primigenie, preverbali, prossime al regno animale evocato da muti versi di uccelli. Si chiude alienati e afasici nel rilevare la mancanza dei significati autentici della comunicazione verbale, quasi a spiegare il titolo della performance. Gianni Cianchi © riproduzione riservata

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sicurezza alimentare, sul cibo e la sua capacità di accendere la fantasia, oltre alle papille gustative. Alle 22 si 2014 proseguirà con “Atlante del cibo”, video del progetto Coltura&Cultura presentati dall’esperto agroalimentare Duccio Caccioni. Chiuderà giovedì 7 agosto “Trincee di Laguna. Le rotte anfibie della Grande Guerra”: un percorso a cura di Pietro Spirito, dedicato alla figura dell’ammiraglio siciliano Luigi Rizzo, ‘affondatore’ della nave austriaca Wien ormeggiata nel Porto di Trieste. La sua impresa sarà ripercorsa con l’attore Sebastiano Somma, in dialogo con l’artista triestina Sara Alzetta.

generazioni che ci hanno preceduto hanno fronteggiato le situazioni negative e le crisi della vita e della società in cui Data: 30 luglio 2014 vivevano. Sarà un viaggio affascinante nei contesti, fra gli Pagina: espedienti, dentro i testi 24 del vivere difficile. «Per tanti - spiega il professor Gri - per il mondo popolare, per i ceti contadini più poveri soprattutto, la crisi è stata compagna quotidiana di vita, non evento eccezionale. E la cultura maturata intorno agli incerti confini che separavano povertà e miseria, salute e malattia, serenità e disperazione, resta un prezioso serbatoio di memorie, esperienze e risorse da rivisitare e recuperare». La serata sarà arricchita da un’antologia di testi della tradizione popolare nella lettura di Renato Rinaldi e Maria Luisa Rosso, e da alcuni canti di protesta dai repertori friulani di filanda, di trincea, di emigrazione, nell’esecuzione del coro La Tela diretto da Claudia Grimaz. L’ingresso è libero.

VISTO AL MITTELFEST/2

va Pearl, delicate atmosfere in danza

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UDINE - (gc) Il Mittelfest si chiude al Giovanni da Udine con Pearl, coreografia di Ed Wubbe su musiche di Vivaldi, Robert de Visée e Tarquinio Mereula eseguite dall'ensemble Combattimento Amsterdam, con la compagnia Scapino Ballet-Rotterdam. Gli splendidi costumi di Pamela Homoet, libere ricostruzioni dei sontuosi abiti delle corti sei-settecentesche, inondano di bianco il palco, conferendo in apertura ai danzatori la rigidità secondo la tecnica del ballet de cour: busto eretto e movimenti solo di gambe, piedi, mani e testa, come automi meccanici. Progressivamente i danzatori cominciano a piegare il busto esibendosi nelle prodezze tecniche introdotte alla corte di Versailles come i giri vorticosi e i salti particolari. Nessuno si alza sulle punte (tecnica introdotta dal Romanticismo) eppure si danza e si

ricrea l'antico come modernità tra feste, giochi nei giardini, girovagare nei labirinti di siepe, amori e amplessi nei parchi, risate, conversazioni galanti, corteggiamenti e tutto quanto si immagina quando si pensa a una reggia, è rappresentato con danza e costumi. A Le Siécle de Louis le Grand, alle coreografie di Lully e Beauchamp, alle comédies-ballets di Molière va il pensiero per tanta eleganza. Il crescendo di vitalità si realizza come potenziamento dell'eros e conseguente eliminazione di parti del costume. Si chiude in un'atmosfera che evoca il Casanova di Fellini e quasi si raffina ulteriormente nel finale delicatissimo con un ragazza che si concede per la prima volta a un uomo: atto tanto formale quanto incontenibile pulsione naturale. Pubblico entusiasta. © riproduzione riservata


Data: 31 luglio 2014

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Pagina: Mittelfest 2014 Redipuglia. Histoire du Soldat e Wiener Klassik

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Mittelfest 2014 Redipuglia. Histoire du Soldat e Wiener Klassik Articolo di: Sergio Zolli A cento anni dallo scoppio dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, la parte musicale del Mittelfest di Cividale del Friuli, già anticipata dal Concerto a Redipuglia con il Requiem di Verdi del 6 giugno scorso diretto da Riccardo Muti, non poteva che aprirsi il 19 luglio 2014 con una delle più celebri parodie del militarismo del '900: [1] l'Histoire du soldat, storia da leggere, recitare e cantare in due atti, un'opera da camera composta nel 1918 da Igor Stravinskij su libretto di Charles-Ferdinand Ramuz. Protagonisti dell'evento che ha riempito l'antica chiesa di San Francesco, sono stati il gruppo strumentale formato da Stefano Furini al violino, Angelo Colagrossi al contrabbasso, Marco Masini al clarinetto, Matteo Rivi al fagotto, Domenico Lazzaroni al trombone, Massimiliano Morosini alla tromba e Fabian Perez Tedesco alle percussioni. La voce recitante è quella di Massimo Somaglino. D'ispirazione faustiana (il buon soldato Joseph baratta, anche se inconsapevolmente, la propria anima col diavolo in cambio di ricchezze, anche se poi cerca di fare marcia indietro, ma senza riuscirci), l'Histoire rappresenta una delle opere più geniali del '900 e segna un deciso cambio di passo rispetto alla precedente produzione dei Ballets Russes perché si apre alle più svariate esperienze musicali del secolo scorso, dal ragtime al tango, dal pasodoble al valzer viennese, dalle fanfare ai corali di Bach, dandoci così la cifra del successivo eclettismo stravinskijano. Pagina illuminata dall'interpretazione di un gruppo di strumentisti di grande livello, su tutti i l violinista Stefano Furini, che ha saputo ben supportare la recitazione di Somaglino eseguendo senza sbavature quest'impegnativa opera. Per non parlare del vero protagonista, l'attore Massimo Somaglino, che riesce a rendere uno Stravinskij di grande fascino grazie ad una incredibile capacità di immedesimarsi nei vari personaggi della vicenda con incredibile abilità mimetica. Gruppo di interpreti di grande qualità, quindi, per un'Histoire scintillante e di grande bellezza, che ha saputo strappare all'esigente pubblico del Mittelfest prolungati e sentitissimi applausi. Wiener Klassik und Moderne, il concerto che il 20 luglio, secondo giorno del Mittelfest, ha riempito la chiesa di San Francesco e che ha visto protagonista la giovanissima orchestra (alcuni esecutori erano poco pù che adolescenti) Came rata Salzburg diretta dal violoncellista Enrico Bronzi, era incardinato su due topos della musica colta: la danza e la città di Vienna. Il programma era infatti articolato su autori che storicamente appartengono alla prima scuola di Vienna come Mozart e Haydn ed altri che invece rientrano, secondo gli storici, nella seconda scuola di Vienna come Arnold Schönberg e http://www.gothicnetwork.org/print/8393

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Mittelfest 2014 Redipuglia. Histoire du Soldat e Wiener Klassik

Anton Webern, per finire con un Franz Schubert che possiamo considerare come il depositario più autentico dello spirito viennese ottocentesco.

Non c'è però solo la viennesità a identificare in maniera forte questo appuntamento, ma anche la danza, che tanta parte ha avuto nella connotazione dello "stile", anche di vita, viennese. La scelta del programma è infatti un affascinante florilegio di brani che vanno dal Ländler, una danza contadina precorritrice del valzer che Mozart usò come forma ispiratrice dei suoi Sechs ländlerische Tänze KV 606 presentati dai Camerata Salzburg in apertura di concerto, ai 10 Waltzer für Kräfting di un giovanissimo Arnold Schönberg ancora tardo romantico, non ancora pervenuto alle vette di astrazione del suo futuro metodo dodecafonico. A essi la Camerata Salzburg accosta brani in cui la presenza della danza è più nello spirito che nella forma espressamente dichiarata, come il Concerto in do maggiore per violoncello e orchestra Hob. VIIb:2 di Franz Joseph Haydn che vede Bronzi nella duplice veste di direttore e virtuoso violoncellista, i rarefatti, ma affascinanti, Fünf Stücke op. 5 per archi di Anton Webern e la splendida Sinfonia n.6 in do maggiore D589 di Franz Schubert che conclude il programma. Programma di grande peso specifico che i Camerata Salzburg eseguono con estrema precisione, bel suono e musicalità. Doti che i giovanissimi esecutori riescono, grazie anche alla bellissima direzione di Enrico Bronzi, a spalmare su tutti i brani proposti, esaltando l'humor mozartiano, le asperità tardo romantiche schönberghiane, le astrazioni quasi metafisiche di un Weber e la giocosità schubertiana. Enrico Bronzi poi dà all'esecuzione dei suoi gio vani virtuosi quel quid in più che ne rende l'esecuzione trascinante, come dimostrato dagli applausi entusiastici del pubblico. Quid in più che si eleva all'ennesima potenza nel Concerto di Haydn in cui Bronzi mette in mostra un virtuosismo raro basato su un suono di grande bellezza, una tecnica di stupefacente politezza e una musicalità profondissima. Doti che suscitano il plauso del pubblico e che convincono il giovane virtuoso a concedere un graditissimo bis con un Adagio di Haydn. Pubblicato in: GN36 Anno VI Numero doppio 31 luglio - 7 agosto 2014 Scheda Titolo completo:

Mittelfest 2014 [2] Segnali Cividale del Friuli 19-27 luglio Chiesa di San Francesco, sabato 19 luglio, 19.00 HISTOIRE DU SOLDAT musica di Igor Stravinskij su libretto di Charles – Ferdinand Ramuz Solisti dell’Orchestra del Teatro Verdi di Trieste Stefano Furini, violino; Angelo Colagrossi, contrabbasso; Marco Masini, clarinetto; Matteo Rivi, fagotto; Massimiliano Morosini, tromba; Domenico Lazzaroni, trombone; Fabian Perez Tedesco, percussioni Massimo Somaglino, voce recitante Chiesa di San Francesco, domenica 20 luglio, 19.30


segna curata dalla Provincia

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ti. Il via con la Zerorchestra

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Data: 1 agosto 2014

confini: a iniziare da Francesco Bearzatti che suonerà le musiche scritte da Romano Todesco, Bruno Cesselli e Didier Ortolan sul palco assieme a Gaspare Pasini, Gabriele Rampogna, Luigi Vitale, Luca Grizzo. In rassegna compaiono oltre una trentina gli appuntamenti di teatro, da quello comico a quello per ragazzi, il dialettale, un lavoro dedicato alla Prima guerra mondiale, oltre ad alcuni inediti (come la nuova produzione "Le passioni di William Shakespeare", con l’attrice Clelia Delponte) e due letture sceniche. Oltre una quarantina gli

L’11 AGOSTO Anche Francesco Bearzatti con la Zerorchestra

appuntamenti dedicati alla musica nelle sue più diverse declinazioni: quella religiosa (corredata dalla presentazione di due libri e una piccola mostra sulle icone della Madonna della Misericordia), le esibizioni corali (con repertorio popolare, classico, sacro ma anche musical), il barocco, le filarmoniche e bande, il classico cameristico, per finire con il pop e jazz (tra cui un concerto del duo Remo e Marco Anzovino). Infine una serata a Sacile dedicata al cinema e alla Venezia di Veronica Franco. Si tratta di una vera e propria

«vetrina» della ricerca e del lavoro che le associazioni pordenonesi portano avanti nel corso dell'anno. La rassegna conta 87 appuntamenti a ingresso gratuito (con esibizioni e spettacoli itineranti replicati in più luoghi della provincia) e permette di dare visibilità a produzioni locali e territoriali, supportate dagli 80mila euro distribuiti tra tutte le associazioni (tranne un paio che partecipano gratuitamente) a cui vanno aggiunti circa 30mila euro in spese di gestione (service e allestimento). © riproduzione riservata

A UDINE

Arriva Ruedis_ruote di confine UDINE - Applaudito in anteprima al Mittelfest di Cividale, approda a UdinEstate, “Ruedis_ruote di confine”, ultimo lavoro della compagnia Are-

area firmato da Marta Bevilacqua. Oggi alle 18.30 il tour del progetto che toccherà 12 piazze friulane per raccontare in danza la Grande Guerra a caval-

lo di sette biciclette, partirà con “1913 secondo Duchamp” in piazza Venerio (17 min.), per proseguire poi con “Trincea” in piazza XX Settembre (20 min.), con “ Muto” sul sagrato del Duomo (18 min.) per finire con “Orizzonti” in Piazza Libertà.

EDITORIA Questa sera presentazione del libro di Andrea Mella

Marittimo Blues negli animi lagunari Per lo spilimberghese Barachino un esordio noir che promette PORDENONE - (lm) A 34 anni, lo spilimberghese Fabrizio Barachino, dopo aver sperimentato la scrittura su Internet ha esordito di recente con il racconto lungo “E nessun innocente” (KappaVu, 2014) nel quale unisce la passione per il Giappone a quella per i noir, ambientando la vicenda nella Londra di fine ’800, tra delitti su commissione

PORDENONE - Per il ciclo Passaggi d’acqua, a cura della libreria Quovadis per l’Estate in Città, questa sera alle 20.30 nel Giardino di Via Bertossi (o in Biblioteca civica in caso di maltempo), Lorenza Stroppa dialogherà con il pordenonese Andrea Mella, autore di Marittimo Blues (Ediciclo, 2014). Il libro parte dall’osservazione che la gente di mare che si affaccia

sull'Adriatico nordorientale si assomiglia. Dalle isole più lontane nella laguna di Venezia alle saline di Sicciole, in Slovenia, passando per Marano Lagunare e Trieste, non esistono confini: c'è un'unica voce, la stessa nostalgia per gli abissi e la terra oltre il blu, lo stesso carattere roccioso che si scioglie per una lieve brezza d'amore, gli stessi umori volubili come il cielo. Le storie di questa gente sono come il blues: danno vita a una melodia struggente, a volte ballabile, a volte troppo


Data: 1 agosto 2014

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9/8/2014

Entdeckungen beim Mittelfest in Cividale - Bühne - derStandard.at › Kultur

Data: 8 agosto 2014

derStandard.at › Kultur › Bühne

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Entdeckungen beim Mittelfest in Cividale RO BERT Q UIT T A AUS CIVIDALE 8. August 2014, 12:30

Kompositionen von Sofija Gubajdulina und Federigo Fiorillo sowie das Puppentheater "Piccoli di Podrecca" zählten zu Höhepunkten der heurigen Festival­Ausgabe

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foto: luca d’agostino /phocus agency

Igor Strawinskis "Histoire du Soldat".

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foto: alice bl durigatto / phocus agency

"Der brave Soldat Schwejk" beim Mittelfest.

Am Ersten Weltkrieg kommt heuer natürlich kein Veranstalter vorbei, so auch nicht das Mittelfest im friulanischen Langobardenstädtchen Cividale. Nach einer Ouvertüre am erschreckend­bedrückenden Gefallenenfriedhof Redipuglia, Maestro Muti dirigierte Verdis Requiem, folgte die in diesem Zusammenhang immer sehr beliebte "Histoire du Soldat" von Igor Strawinski. Auch der "brave Soldat Schwejk" sollte 100 Jahre danach gerade bei einem Festival, das sich Mitteleuropa zum Thema genommen hat, nicht fehlen. Schon ungewöhnlicher in der Auswahl war das Konzert mit Stücken, die Ermete Giovanni Gaeta, Ildebrando Pizzetti, Claude Debussy und Leóš Janáček während des "Grande Guerra", wie er in Italien genannt wird, komponiert haben, oder Emanuele Carucci Viterbis Lesung von Kriegstexten Guillaume Apollinaires, Gabriele d'Annunzios, Wilfred Owens, Otokar Fischers, August Stramms, GeorgTrakls und Giuseppe Ungarettis unter dem Titel "Als die Granaten sangen ­ Stimmen aus dem Schützengraben". Die interessanten Entdeckungen waren aber wohl zweifellos abseits dieses, wenn auch sehr intelligent gestalteten, Pflichtprogramms zu machen. So kam es ­ in Zusammenarbeit mit den Festivals von Ravello, Ljubljana und Amsterdam ­ zu einer Uraufführung der 82­jährigen russischen Komponistinnenlegende Sofija Gubajdulina, ihrer ersten Komposition nach einer langen Periode des Schweigens. Warum? Wozu?? Wodurch??? In "Warum? Wozu?? Wodurch???", einem 30­minütigen Werk für Flöte, Klarinette und Streicher, lotet sie die Unvereinbarkeit von kurzen und langen Intervallen aus. Das Stück entwickelt sich in einer beständigen Spannung, bis gegen Ende eine vorübergehende Harmonie erreicht wird in einem Unisono, das jedoch sofort wieder langsam erlischt. Berührend und den Wunsch nach alsbaldigem Wiederhören erweckend.

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foto: luca d’agostino /phocus agency

Die Musik von Federigo Fiorillo galt es beim heurigen Mittelfest zu entdecken.

Äußerst verblüffend auch die Begegnung mit Werken Federigo Fiorillo. Federigo chi? Federigo wer? Eben. Selbst leidenschaftlichsten und gebildetsten Musikliebhabern weitgehend unbekannt, war dieser in Braunschweig geborene Sohn eines neapolitanischen Theaterdirektors zu Lebzeiten nicht nur ein in ganz Europa angesehener Virtuose auf Violine, Mandoline und Viola, Verfasser von den bis heute im Violinunterricht verwendeten "36 Etüden", sondern auch und gerade Komponist von über 200 Werken kammermusikalischer Natur. Bei den ersten Klängen seines Violinkonzerts vermeint man zuerst Musik des weitaus bekannteren Wolfgang Amadé Mozart zu hören. Und das ist auch kein Wunder, denn Mozart

http://derstandard.at/2000004001596/Entdeckungen-beim-Mittelfest-in-Cividale

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Entdeckungen beim Mittelfest in Cividale - Bühne - derStandard.at › Kultur

wurde 1756 geboren, und Federigo Fiorillo 1755. Dieselbe Generation also.

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foto: luca d’agostino /pochus agency

Eine Mittelfest­Entdeckung: "Piccoli di Podrecca".

Fiorillo überlebte das frühverstorbene Wunderkind jedoch beträchtlich. Er starb wahrscheinlich nach 1823, wo genau weiß man nicht, und so lässt sich ­ abgesehen von der eigenständigen und hochstehenden Qualität seiner Kompositionen (hier: das Violonkonzert Nr.1, die Sinfonia concertante für zwei Oboen, die Sinfonia concertante für zwei Violinen etc.) selbst ­ das faszinierende Gedankenexperiment anstellen, was den gewesen wäre und wie es geklungen hätte, wenn Kollege Mozart ebenso lange gewirkt hätte. Fiorillo ist jedenfalls top, und es gäbe sicher noch viele aufregende Entdeckungen zu machen, wenn sich jemand darum kümmern würde. Puppentheater als Höhepunkt Die absolute größte und freudigste Überraschung stellte jedoch die Entdeckung der "Piccoli di Podrecca" dar. Der als Rechtsanwalt ausgebildete Vittorio Podrecca, ein Spross der aus Cividale stammenden, bis nach Wien verzweigten Podrecca­Dynastie gründete 1914 eine Unternehmung, die mit "Marionetten ­ oder Puppentheater" nur unzulänglich beschrieben ist.

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Podreccas Kreationen wirkten unverändert frisch und kühn.

Vittorio, selbst kein Puppenspieler, scharte die besten dieser Zunft um sich, aber auch aufstrebende Künstler seiner Zeit: einige Futuristen, Maurice Ravel, Ottorino Respighi, Manuel de Falla und viele andere mehr. So kam es, dass die "Piccoli di Podrecca" eher zu einem Avantgardetheater avancierten als zu einer Kinderkasperlbühne, allerdings weiterhin von allen Altersklassen akklamiert wurden. Und zwar nicht nur in Italien, sondern (fast) auf der ganzen Welt, denn ausgedehnte, jahrelange Tourneen führten die ungewöhnliche Truppe nach London, New York, Wien, Argentinien, Mexico etc. Die Begegnung mit einigen überlieferten, hier von der Compagnia Cassiopeia nachgespielten, Nummern lässt Podreccas Kreationen unverändert frisch und kühn erscheinen. Soldaten, die sich in einzelne Stücke auflösen und dann wieder zusammengesetzt werden, groteske Vögel, tanzende Affen, feige Stiere, eine falschsingende Sängerin, deren Hals bei den Koloraturen immer länger wird, ein darüber verzweifelnder Pianist ... Vielmehr als Geschwister der Urania­Puppenbühne kommen einem die "Piccoli" wie die in Vergessenheit geratenen Eltern der Muppets­Show vor. Der Höhepunkt der Kunstfertigkeit ist erreicht, wenn man mit einem ungeschickten Seilakrobaten dermaßen mitzittert und mitschwitzt, als ob er ein echter Mensch aus Fleisch und Blut wäre, wohl wissend, dass er doch nur ein Konstrukt aus Holz ist. Großartigst. Eine Fortsetzung sollte schleunigst folgen. (Robert Quitta, derStandard.at, 8.8.2014) mittelfest.org


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