cartograďŹ a della bellezza inquieta Sacrario di Redipuglia 6 luglio 2014 Cividale del Friuli 19-27 luglio 2014
cartograďŹ a della bellezza inquieta
Rassegna Stampa Maggio 2014
Data: 6 maggio 2014 Pagina: 45
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Cultura e Spettacoli
MARTEDÌ 6 MAGGIO 2014 MESSAGGERO VENETO
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torino » il salone del libro
Friulani grandi assenti al Lingotto
Trieste capofila con la Tamaro, e Corona per la Destra Tagliamento. La Regione stanzia in tutto 5 mila euro per lo stand di LUCIANO SANTIN Un tema elusivo e problematico, quello del Bene, sottolineato dall’ammiccante claim Bene in vista, detta la linea al 27˚ Salone del Libro di Torino, che si terrà da giovedí 8 a lunedí 12 maggio al Lingotto Fiere. Ci sarà un amplissimo ventaglio interpretativo, dal valore etico assoluto, spiazzato dal relativismo, al lavoro fatto bene, con passione e meticolosità, secondo il dettato di Primo Levi. Accompagnato però da momenti piú di tendenza che pertinenti all’argomento (a cominciare da quello culinario, che inaugura gli workshop), nonché da molti personaggi sulla cresta dell’onda, a cominciare dai politici. Ad ospitare gli eventi (parecchie decine piú quelli del Salone off, diffuso sul territorio, che assommano a 350), sparsi in una trentina di location. Ospite d’onore la Santa Sede, la cui partecipazione sarà coordinata dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, con il madrinaggio di Susanna Tamaro, a vent’anni da Va’ dove ti porta il cuore libro cult e trionfo dei buoni sentimenti. Guest star
Il manifesto del Salone del libro di Torino dedicato al tema del “bene” e a destra Susanna Tamaro, madrina del festival
territoriale, il Veneto, con un ciclo di autori che raccontano la loro heimat. Assieme a poche altre regioni, ci sarà anche il Friuli Venezia Giulia, con uno spazio dedicato. Si tratta di un ritorno, dopo che per due anni Pordenonelegge aveva presidiato da sola l’evento. «A seguito di un incontro con l’assessore Torrenti, è discesa la scelta di presentare a Torino, ufficialmente, le cinque massime manifestazioni culturali del Friuli Venezia Giulia: èStoria, Mittelfest, Vicino/lon-
tano, il Premio Luchetta e, appunto, Pordenonelegge. Speriamo che sia l’inizio di un rinnovato interesse, perché tempo addietro, tramite l’assessorato al Turismo, l’ente sosteneva la presenza del Friuli Vg al Salone. Tre anni fa, poi, era stato deciso che ciò non rientrava tra le priorità, e ci siamo andati per conto nostro», dice Gianmario Villalta, patron della Festa del libro della Destra Tagliamento. Un rinnovato interesse che cade però in un momento di drammatica riduzio-
ne delle risorse: Turismo e Cultura hanno infatti stanziato cinquemila euro in due. «Avremo, comunque, uno stand decoroso, di circa sedici metri quadrati, con cinque punti distinti, ciascuno dotato di materiale informativo. Ci saranno alcune sedie e uno schermo dove gireranno in loop filmati relativi ai nostri festival. Certo, se guardiamo allo stand del Veneto, capiamo che gli è stata destinata una cifra con cui noi tireremmo avanti dieci o quindici anni», dice ancora Villalta.
Pordenonelegge sarà poi presente con interventi nel settore del Cook Book e con la lectio magistralis di Stefano Bartezzaghi sull’uso variegato, a volte inconsapevole e talora improprio, che viene fatto ogni giorno del termine “bene”. Si tratta di iniziative a latere, concretatesi prima che si realizzasse l’accordo con la Regione, grazie alla rete di contatti stabilita con il Salone di Torino. A guardare le partecipazioni di personaggi regionali, l’impressione è quella di una forte as-
senza del Friuli centrale. Gli autori regionali sono soprattutto legati a Trieste: oltre che dalla Tamaro, il capoluogo sarà rappresentato da Claudio Magris, Boris Pahor, Mauro Covacich e Piero Dorfles. La Destra Tagliamento schiererà l’inossidabile Mauro Corona, mentre il solo Fabio Chiusi sarà testimonial per l’area di Udine (gli si potrebbe aggiungere forse, il monfalconese Daniele Damele). C’è una doppia ragione, secondo Villalta, legata alla cifra e alle scelte: «La provincia di Udine, negli ultimi tempi, si è distinta letterariamente soprattutto nel campo della poesia, con voci autorevoli, a cominciare da Pierluigi Cappello. Si tratta purtroppo di un settore che a Torino interessa poco. Poi c’è il fatto che il Salone ha assunto un’impostazione da festival, il piú grande che c’è, quello che vanta il maggior numero di libri, ma un festival che privilegia le figure che godono di maggiore visibilità mediatica. Il Friuli centrale, o perché non gli interessa, o perché non vogliono concedergliela, l’attenzione dei media non ce l’ha. E questo spiega la latitanza». ©RIPRODUZIONERISERVATA
PARLA IL DIRETTORE ERNESTO FERRERO
«In campo contro la crisi morale e culturale»
La Santa Sede ospite d’onore 2014: «Anche Papa Francesco è un fenomeno editoriale» ◗ TORINO
Una montagna di libri: da giovedì al 12 maggio torna a Torino il Salone del Libro, uno dei più importanti eventi culturali d’Italia, giunto alla 27ª edizione, madrina Susanna Tamaro che festeggia i vent’anni di Va’ dove di porta il cuore. Centinaia e centinaia di editori (53 quelli che espongono a Torino per la prima volta) occupano l’enorme spazio del Lingotto, trenta sale acco-
riente della produzione libraria iscrivendolo in un contesto che risulti amichevole, famigliare. Il Salone come casa di quanti – editori, autori, traduttori, librai, bibliotecari, lettori – riconoscono nel libro un valore irrinunciabile. Investiamo sui bambini e sui giovani con il Bookstock Village, cerchiamo di dare spazio alle mutazioni in atto, ai nuovi talenti, a chi continua a lavorare bene, con antica passione artigianale. Cerchiamo di creare
motivata, con una gran voglia di fare qualcosa per un progetto comune». Tema di quest’anno, Il bene. «La crisi che stiamo vivendo – dice Ferrero – è una crisi anzitutto morale e culturale. Nell’epoca di un relativismo che tutto tollera e tutto perdona perché è più comodo, dobbiamo tornare a stabilire i confini di un’etica privata e collettiva, ragionare insieme su tante cose. La gestione dei beni culturali e dei beni co-
Ospite d’onore la Santa Sede: quale ruolo riveste nella cultura d’oggi? Papa Francesco fa bene anche all’editoria? Dice Ferrero: «Il cristianesimo è parte integrante della storia d’Europa e d’Italia, anche artistica e culturale. La Chiesa ha giocato un ruolo essenziale nell’umanesimo, tramandando i tesori della cultura classica. Dice bene il cardinale Ravasi: arte e fede hanno un’identica radice, sono ricerca, tensione conoscitiva, affina-
go con Claudio Magris, e del segretario di stato Pietro Parolin, in dialogo con padre Antonio Spadaro. Quanto a Papa Francesco, è diventato non a caso anche un fenomeno editoriale. Tra i suoi tanti estimatori e lettori, i non credenti sono in prima
incontro a esigenze reali? «Da anni siamo convinti – afferma Ferrero – che le cosiddette culture materiali siano lo specchio di una civiltà, nel bene e nel male. Il cibo è storia, motore di racconti, catalizzatore di usi, costumi, mentalità, pratiche che si
Data: 13 maggio 2014 Pagina: 35
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Cultura e
MARTEDÌ 13 MAGGIO 2014 IL PICCOLO
Lacosegliaz canta l’arte della guerra
Ag so Da domani a domenica a Ronchi dei Legionari performance multivideo sul Primo conflitto mondiale gli di Roberto Canziani
◗ FIR
La guerra è una cosa troppo seria per lasciarla in mano ai militari, scriveva Georges Clemenceau, l’artefice del Trattato di Versailles. Meglio lasciare che se ne impossessino gli artisti e la trattino come sanno fare loro. Per allontanare - adesso che più frequenti si fanno le celebrazioni – tutte le bandiere della retorica. E svelare il lato cinico, mostruoso, perfino surreale, del meccanismo che le guerre le inventa e le fa. Ma con la vita degli altri. Ci ha pensato l’ingegno fervido e sensibile di Alfredo Lacosegliaz, musicista ma non solo, a comporre un progetto che in occasione del centenario ’14-’18 sfida il rituale delle commemorazioni e mette insieme documenti visivi e sonori per costruire un carillon bellico di impressionante e mortifera bellezza. Una lanterna magica dove cartoline d’epoca, marce e inni nazionali, fotografie, canzoni di trincea, bollettini e dispacci, preghiere, lettere scritte al chiarore delle granate, si animano in un ingranaggio di lampi ed esplosioni di suono, che stritolano e al tempo stesso vivificano la nostra coscienza. “L’insostenibile arte della guerra” è il titolo dell’installazione “semi-tragica” che comincia a funzionare domani mattina all’Auditorium Comunale di Ronchi dei Legionari. E si prolunga, neanche a farlo apposta, da mercoledì 14 a domenica 18, per essere poi disponibile in altre situazioni o Paesi fino al 2018. Così, per non tradire i numeri. «Una performance multivideo per l’elaborazione del ricordo», spiega ancora Lacosegliaz, che è rimasto impressionato dalla quantità e qualità delle testimonianze con cui collezionisti seri o maniaci oltranzisti affollano Internet. «Dagli elmi bucati alle divise ancora sporche, per non parlare del macabro divertimento delle cartoline di propaganda. Un trovarobato che abbonda in Rete. E inoltre le marce, gli inni nazionali, l’eco delle canzoni suonate su una
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◗ MONFALCONE
LA MOSTRA
Alfredo Lacosegliaz ha ideato l’installazione semi-tragica “L’insostenibile arte della guerra” al Comunale di Ronchi dei Legionari
dove e quando
Carillon bellico in due sezioni con Adriano Giraldi, Moni Ovadia, Barbara Schiavulli
chitarra fatta con una cassetta di legno e due corde, nelle inesorabili attese della trincea». Perché la guerra non è solo gesto eroico, o dolente sconfitta. «Raccontano che il rancio delle truppe prevedesse l’aggiunta strategica di 10 litri di grappa
ogni 50 soldati. In trincea si cantava. La canzoni di guerra non dovrebbero essere riesumate solo in occasione degli anniversari. La guerra esiste sempre». Il musicista lascia la mano libera a un costruttore di paesaggi sonori? «Il teatro ha sempre accompa-
“L’insostenibile arte della guerra” è stata realizzata grazie al sostegno dell’associazione culturale Alpe. Trieste e del Consorzio Culturale del Monfalconese, che ospita l’installazione all’Auditorium di Ronchi (fino a domenica 18, orario 10 -12.40 e 16-19.20). Il carillon bellico è diviso in due sezioni: “Kaleidoscope” (con le voci di Ornella Serafini, Adriano Girali,
Maurizio Zacchigna) e “O suprema igiene del mondo” (con i contributi di Moni Ovadia, dello storico Fabio Todero, della poetessa Antonella Bucovaz e la testimonianza di Barbara Schiavulli, inviata di guerra). “Evento di pace” a Sarajevo (6-9 giugno) e Mittelfest a Cividale (19-27 luglio) sono alcune delle prossime tappe previste. Nella foto, una vignetta d’epoca intitolata “I gas asfissianti”
gnato il mio lavoro musicale. Qui si è trattato di animare, grazie alla videocomposizione, immagini statiche ma con un ritmo della visione che, in sé, è musica». Esiste qualcosa di personale che leghi Lacosegliaz alla Grande Guerra?
«Una memoria mancata. Una delle sezioni di questa installazione si apre con la dedica a uno dei miei nonni, Matteo, caduto in Galizia prima che suo figlio (cioè mio padre) e suo nipote (io) potessero conoscerlo. È il segno della mia partecipazione». ©RIPRODUZIONERISERVATA
'moja'. Začel sem se ozirati bolj za tradicionalno glasbo – danes ji pravijo glasba sveta. Popolnoma so me prevzeli, na primer, zvoki nekaterih severnoafriških pihal. Najbrž je na vašo glasbo precej vplivalo tudi okolje, v katerem ste odrasli. Voda, gozdovi, narava ... Kot otrok ste živeli na majhnem norveškem otoku. Čudno, ampak vsakič, ko se vrnem na rodni otok, se mi zdi okolica vse lepša. Takrat pa sem bežal od tega. Seveda okolje vpliva na tvojo osebnost in te oblikuje. Če bi odraščal v namibijski puščavi med Pigmejci, bi gotovo igral popolnoma drugače. Ko ste že omenili vodo ... da, voda je morda element, ki je precej vplival name. Kot tudi prostor – v smislu ambienta. Pa tudi tišina. Med stavki. Toni. Pa barve, oblike in zvoki narave? Organske strukture so osnova in vodilo zvočnih svetov, ki jih ustvarjate s pomočjo sintetičnih elementov. Zanimajo me kontrasti. Kako jih lahko prepletem. Iščem organski
pristop k temu, kako stapljati nasprotja, da začnejo sodelovati. Zato me zanima stapljanje digitalnega in analognega, elektronskega in akustičnega. Ne gre za to, da bi poskušal zmešati ali hkrati uporabiti ta dva načina. Bolj gre za zasledovanje specifičnega zvoka, ki mi je všeč. Ko ga najdem, ga raziskujem dalje in pri tem uporabljam različna orodja. Seveda so pri tem raziskovanju vključeni sodelujoči glasbeniki s svojo tankočutnostjo. Posebej bobnarjem, s katerimi sodelujem, predstavlja tak pristop igrišče, na katerem lahko uporabljajo različna orodja, da odpeljejo zgodbo v drugačne smeri.
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Ste tak pristop ubrali tudi na zadnjem albumu Switch, ki ga je, kot pravite, navdihnila Joni Mitchell?
Switch je nastajal zelo analogno. Pri ustvarjanju so me vodili naslovi in posamezni verzi iz besedil Joni Mitchell. Pa tudi ritmika njenih besedil in glasbe. Vedno sem čutil izredno spoštovanje do njenega ustvarjanja. Ustavila sem se v motelu Kaktus, da bi sprala s sebe prah in zaspala na čudni blazini svoje popotniške mrzlice. Njena pesem Amelia je navdihnila mojo Strange Pillows. Drugi svoji skladbi sem naslovil Quiet Corners pa Bathroom ... Že naslov albuma Switch (stikalo, zamenjava), ki ga boste predstavljali nocoj na koncertu, sugerira preobrat, spremembo. Ob izidu ste povedali, da ste se hoteli prepustiti oziroma opustiti nekatere stvari. Katere? Morda je sprememba ta, da sem uporabil nove inštrumente. V zadnjih letih sem precej razmi-
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šljal, da bi v naslednji projekt vključil pedal steel kitaro. Zvok tega inštrumenta me spominja na umirjeno valovanje oceana. Ima tisti melanholični prizvok. Zanimalo me je, kako bi se moja trobenta zlila s tem zvokom, in izkazalo se je, da skupaj funkcionirata precej dobro. K temu sem dodal še hibridni klavir, ki, če pogledate v njegovo notranjost, je videti kot zastarela vesoljska ladja iz Doktorja Whoja. Na koncertih tega inštrumenta ne uporabljamo, ker je zelo občutljiv in bi se ob premetavanju po letališčih gotovo uničil. Morten Qvenild, ki na albumu igra klavir, se nam pridruži samo na koncertih na Norveškem, ko mu urnik to dopušča. Njegov manko na koncertih nadomesti basist Jo Berger Myhre, ki je vsestranski inštrumentalist in s svojim arze-
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skrbi za dinamiko
tanče v kate
Že v prvi skladbi je slišati tudi bendžo. Zanimiva izbira za vašo ambientalno glasbo. Če bi mi kdo pred desetimi leti rekel, da bom v svojo glasbo vključil bendžo, bi se mu smejal. Ampak Geir Sundstøl, ki igra pedal steel kitaro in bendžo, ima zelo specifičen pristop do vsakega inštrumenta, ki ga igra, zato je tudi zvok bendža uporabljen na poseben način.
Sode zdaj p mela Hm . sem r druga Včasi s tem vedn te, pr bi po tem p Zato r skih p Dream stavil in zv kater set m poteh vizua
zvoka v bendu.
Kaj iščete pri ustvarjanju? Morda ravnotežje. Popoln zvok? Nikoli ne razmišljam tako. Popolnih zvokov je veliko. Iščem nekaj, česar še nisem našel. Česar še nisem ustvaril. Potem hočem biti pri izvedbi, ekspresiji tega kar se da na-
Festivalsko poletje v Ljubljani in Mariboru
Riccardo Muti na Kongresnem trgu 62. Ljubljana festival Kriza je oklestila proračun in program, nekatere dogodke pa prestavila Vsakoletna predstavitev pro grama Ljubljana festivala v Rdeči dvorani ljubljanskega magistrata je praznični dogodek. Letos je potekala v senci sprva napovedanih, pozneje pa odpovedanih do godkov zaradi težkih ekonom skih razmer. A kljub temu se bliža vsebinsko bogat festival. Marijan Zlobec Prireditelji posebej stavijo na Kongresni trg, ki naj bi letos pokazal vse svoje kvalitete, kot jih doslej v celoti, zlasti glede akustike, ozvočenja, snemanja, razporeditve displejev, razvrstitve občinstva ..., še ni. Bo pa direktor festivala Darko Brlek vseeno tvegal, ne nazadnje je razpisal mednarodni natečaj za novo ozvočenje in tehnologijo ureditve zvočne in videopodobe trga, za kar je dobil štiri kandidate oziroma ponudbe. Vrhunec 62. Ljubljana festivala bo 7. julija s koncertom Verdijevega Requiema pod dirigentskim vodstvom slavnega italijanskega dirigenta Riccarda Mutija. V Ljubljani bo sicer že tretja zaporedna izvedba; po Ravenni (5. julija) in Sredipolju (Redipuglia, 6. julija), ko bosta dogodka potekala kot vsakoletni »koncert prijateljstva«, letos bosta posvečena stoti obletnici začetka prve svetovne vojne in spominu na žrtve vseh svetovnih vojn. Zato se je Riccardo Muti odločil za povečanje svojih umetniških kapacitet oziroma nastopajočega ansambla glede na prve zasedbe, objavljene pred meseci. Muti je povabil še glasbenike iz najbolj znanih in najboljših orkestrov na svetu, ki bodo prišli tudi v Ljubljano. Med njimi so Berlinski in Dunajski filharmo-
Med koncerti v Gallusovi dvorani Cankarjevega doma težko pričakujemo enega izmed najboljših svetovnih orkestrov, Kraljevi orkester Concertgebouw iz Amsterdama pod vodstvom dirigenta Marissa Jansonsa in s solistom, pianistom Jean-Yvesom Thibaudetom (1. septembra). Gre za prvo gostovanje tega orkestra pri nas. Privlačnost prireditev na Kongresnem trgu bo letos večja kot doslej, če pomislimo, da se bo festival začel 1. julija s priljubljeno in znano scensko kantato Carmina Burana Carla Orffa z orkestrom Slovenske filharmonije, orkestrom in zborom SNG Opere in baleta Ljubljana, Slovenskim komornim zborom, Akademskim zborom Ivan Goran Kovačić iz Zagreba in zborom Narodnega gledališča iz Sarajeva s solisti – vsi pod dirigentskim vodstvom Uroša Lajovca. Dan poprej bodo nastopajoči gostovali na največjem trgu v Trstu (Piazza Unità), kjer je prostora za deset tisoč ljudi. S tem koncertom bo Ljubljana vrnila lansko gostovanje tržaških glasbenikov pri nas.
niki, Filharmonični orkester iz Sankt Peterburga, Philharmonia Orchestra iz Londona, Nacionalni orkester Francije iz Pariza, Simfonični orkester Teatra Royal de La Monnaie iz Bruslja, Čikaški simfonični orkester, pa še Mladinski orkester Luigi Cherubini, orkester gledališča Giuseppe Verdi iz Trsta ... V Ljubljani se jim bo pridružila še Slovenska filharmonija. Med zbori so Slovenski komorni zbor in zbor Akademije za glasbo, zbor Furlanije - Julijske krajine, zbor gledališča Giuseppe Verdi iz Trsta ... Solisti bodo sopranistka Tatiana Serjan, mezzosopranistka Daniela Barcellona, tenorist Saimir Pirgu in basist Riccardo Zanellato. Ljubljanski koncert ne bo politično obarvan v smislu obletnice prve svetovne vojne (za to obletnico pripravlja Muti poseben koncert na trgu v Kobaridu leta 2017 v spomin na konec oziroma zadnjo ofenzivo soške fronte z združenimi orkestri vojaških godb!), zato pa bo posvečen deseti obletnici smrti Carlosa Kleiberja, Mutijevega osebnega in družinskega prijatelja, ki je bil poročen s slovensko baletnico Stanislavo Brezovar in je pokopan na Konjšici nad Savo. Koncert bo vendarle tudi političen, saj se bodo spomnili, da je Italija s prvim julijem postala predsedujoča svetu Evropske unije.
In odpovedano?
Slavna mezzosopranistka Elīna Garanča prvič v Ljubljani
Prav tako vrhunski glasbeni dogodek na Kongresnem trgu bo že dan zatem, 8. julija, ko bo v Ljubljano prvič prišla slovita operna in koncertna pevka Elīna Garanča. Pripravlja večer opernih arij ob spremljavi Simfoničnega orkestra RTV Slovenija (dirigent bo Karel Mark Chichon). Vrhunec bodo arije iz Bizetove Carmen ...
Riccardo Muti prihaja k nam tudi v spomin na deseto obletnico smrti slovitega dirigenta Carlosa Kleiberja. Foto Reuters
Pred letom napovedano prvo gostovanje ene najprestižnejših oper na svetu, Dunajske državne opere, je bilo odpovedano zaradi finančnih težav. Iz istega razloga v Ljubljani letos poleti ne bomo videli druge polovice Wagnerjevega Nibelunškega prstana v izvedbi Marijinega gledališča iz Sankt Peterburga. Darko Brlek meni, da bomo Prstan videli leta 2016, prav tako so preložili gostovanje Državne opere, bodo pa zato Wagnerjevo opero Lohengrin izvedli Zagrebčani (10. julija) v Križankah pod dirigentskim vodstvom Nikše Bereze. Valerij Gergijev bo predvidoma spet prišel k nam prihodnje leto, tako z baletom kot s koncertom.
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Kratk
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Regione
SABATO 24 MAGGIO 2014 IL PICCOLO
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Il concerto di Muti diventa a pagamento Al Sacrario di Redipuglia il 6 luglio ci sarà di sicuro un biglietto per i posti a sedere. Il maestro invece dirigerà gratis di Marco Ballico ◗ TRIESTE
Riccardo Muti dirigerà gratuitamente il concerto “Requiem per le vittime di tutte le guerre” di Giuseppe Verdi, davanti a quattro capi di Stato, domenica 6 luglio al Sacrario di Redipuglia, ma gli spettatori pagheranno un biglietto. Di quanti euro lo si saprà solo la prossima settimana: martedì a Roma è in programma un appuntamento chiarificatore. Ma, sin d’ora, l’assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti spiega che il contributo di 2.500 spettatori, in sostanza quelli che avranno a disposizione un posto a sedere, è inevitabile. Questione di costi tecnici da coprire per circa 250mila euro. Ma non è nemmeno escluso, in questo caso entrano in gioco i diritti Siae e le norme sulla sicurezza, che qualche euro possa essere chiesto pure a chi assisterà al concerto in piedi, presumibilmente 6mila persone. Si racconta che Muti non l’abbia presa troppo bene. Non per un evento che il maestro vuole come una festa di popolo. Se io non mi faccio pagare, sarebbe stato il messaggio rivolto alla Regione dal direttore d’orchestra, perché dovrebbero farlo i cittadini? L’assessore alla Cultura, però, fa sapere che è andata in modo un po’ diverso: «Con Muti non c’è alcun proble-
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L’assessore Gianni Torrenti
Le spiegazioni DELL’ASSESSORE
Serve a coprire costi tecnici, diritti Siae e norme sulla sicurezza
ma, anzi ci vedremo martedì a Roma per un incontro che definirà ogni particolare». Fatto sta che, secondo fonti molto attendibili, l’artista non ha gradito che della vicenda del biglietto a pagamento si sia parlato sulla stampa prima che tutto fosse ufficiale. Nella capitale, rende noto inoltre Torrenti, si ritroveranno il ministero della Difesa, il commissariato generale per le onoranze ai caduti in guerra (Onor-
Il direttore d’orchestra Riccardo Muti
caduti) e il Ravenna Festival, organizzatore del concerto di luglio, momento principale della venticinquesima edizione della rassegna romagnola dedicata al centenario della prima guerra mondiale. «Stiamo lavorando per un accordo che soddisfi tutti: promotori, artisti, Rai e governo». Un accordo che conterrà anche l’importo del biglietto. Torrenti precisa appunto che, se la parte artistica del concerto verrà sostenuta da contributi
statali e dalla Fondazione ravennate, si tratta di far fronte anche a 250mila euro di costi tecnici, con Mittelfest che, nella serata del 6 luglio, fornirà una sorta di collaborazione coproduttiva a Ravenna Festival: «Ci saranno gli interventi della Fondazioni bancarie, anche di Generali, ma l’entrata a pagamento potrà servire ad abbattere le spese. Ciò consentirà anche a chi arriva da lontano di potere avere certezza del posto a sede-
re». Complessivamente ce ne saranno 2.500 (si punta anche a presenze dall’estero), mentre altri 6mila spettatori si godranno lo spettacolo in piedi. «Anche in questo caso, potrebbe essere richiesto un piccolo contributo per obblighi di Siae e di sicurezza. Una sorta di filtro per evitare problemi di ordine pubblico, possibili nel caso di un afflusso senza controlli in un’area molto particolare come Redipuglia. Ma solo martedì, anche sul
quantum, potremo essere più precisi». Il 6 luglio a Redipuglia saranno invitati il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, assieme ai capi dello Stato di Austria, Slovenia e Croazia. Il programma prevede che Muti diriga i giovani dell’orchestra Luigi Cherubini, da lui fondata, il coro del Friuli Venezia Giulia, oltre a musicisti e coristi del teatro Verdi di Trieste e di prestigiose formazioni internazionali di paesi che presero parte alla Grande Guerra. Al di fuori di quelli della Cherubini, che resterà col suo nome, gli altri musicisti costituiranno la European Spirit of Youth Orchestra. Le voci soliste saranno quelle del soprano Tatiana Serjan, del mezzosoprano Daniela Barcellona, del tenore Saimir Pirgu, del basso Riccardo Zanellato. L’evento sarà trasmesso, pochi giorni la sua realizzazione, da Rai1. Il Requiem di Verdi sarà eseguito, con i medesimi interpreti, pure il giorno precedente, nel palazzo Mauro De André di Ravenna. Per Muti si tratterà della seconda volta in regione a distanza di quattro anni. Il 13 luglio 2010 il maestro napoletano diresse il “Concerto dell’amicizia” in piazza Unità, anche in quell’occasione davanti ai presidenti di Italia, Slovenia e Croazia. Pochi mesi dopo Muti divenne cittadino onorario. ©RIPRODUZIONERISERVATA
Data: 31 maggio 2014 Pagina: VII (inserto)
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50 anni di Consiglio regionale
SABATO 31 MAGGIO 2014 MESSAGGERO VENETO
VII
Cultura e turismo, il Fvg piccolo ma bello
Un settore in cui la Regione investe da 50 anni. Torrenti: «Non solo mare. Castelli, musei, festival ed enogastronomia» di LUCIANO SANTIN Grandi carte di carattere ambientale, quelle che il Friuli Venezia Giulia può giocare sul tavolo del turismo internazionale. Un luogo che, per ricchezza ed equilibrio, è un «piccolo compendio dell’universo», come scrisse Nievo, ribadendo il concetto di «quasi teatro che abbia fatto l’arte e non natura» espresso da Erasmo da Valvasone. Ma anche un luogo dove finiscono, e insieme iniziano, il Nord e il Sud, l’Est e l’Ovest, con peculiarità che sono di paesaggio, di flora e fauna, come di popoli, lingue, religioni, tradizioni. Di cultura, insomma; un mélange che ha avuto una delle massime espressioni mondiali a Trieste, e che da tempo è stato valorizzato in tutte le sue articolazioni e sfaccettature sul territorio. «La Regione da cinquant’anni investe sul turismo tenendo conto della cultura. Per quanto riguarda la regione, cioè il territorio, l’intreccio tra le presenze sul territorio e la cultura è però una costante di sempre. La storia che è passata per di qui, lasciando le sue impronte», dice Diego Carpenedo, ex senatore Dc, e a fine anni 70 assessore regionale alla cultura, con esperienze nel settore turistico. «Pensiamo ad Aquileia, duemila anni fa seconda città
Cividale, scrigno di memorie longobarde, durante il Palio di San Donato. A destra, le vestigia di Aquileia romana, 2000 anni fa seconda città italica dopo Roma
della penisola dopo Roma, pensiamo a Napoleone, che da generale dell’armata d’Italia spiccò di qui il suo volo. Per lui il Tagliamento fu quello che il Rubicone fu per Cesare. Ma di esempi se ne potrebbero fare tanti. E poi c’è il discorso delle manifestazioni culturali, che offrono opportunità notevoli. Negli anni 60, da presidente di azienda turistica, nella mia Carnia, subito istituii un premio letterario, e uno ar-
tistico». «Sono diventato assessore al turismo esattamente vent’anni fa, e già allora era chiaro come gli eventi fossero una strada importante per innervare l’attrattiva turistica e assicurare ricadute significative sotto il profilo delle presenze», ricorda Cristiano Degano, in seguito responsabile della sanità e vicepresidente. «Era da poco nato Mittelfest, cui demmo impulso, consci
dell’importanza di una collaborazione con le realtà contermini. Infatti la candidatura olimpica trinazionale finì per dare spazio anche a sinergie culturali. Poi, anche se non da assessore, ho visto nascere èStoria, su cui abbiamo investito. In seguito sono venuti Pordenonelegge, vicino/lontano, il Premio Luchetta». «Occorre far conoscere e vendere l’esperienza che si otterrà nel luogo visitato, e la co-
sa vale anche dal punto culturale», riflette Josep Ejarque, il guru del marketing turistico, richiamato con la sua Four Turist a dare indicazioni alla Regione. «Come il Veneto e il Trentino, il Friuli Venezia Giulia, per il periodo tra il 2014 e il 2018, ha in mano delle ottime carte da giocare sul tavolo del turismo della memoria. Ma non va dimenticato che si tratta di un turismo specializzato, che attrae gli appassionati.
Tutto il turismo culturale è di nicchia, accezione da non prendere in senso negativo, perché ha una redditività maggiore per il territorio». «L’offerta culturale in chiave turistica non deve ipotizzare un flusso che si muove con una sola motivazione, ma pensare a un’integrazione tra gli interessi», conclude l’assessore regionale alla cultura, Gianni Torrenti. «Oggi nessuno sta più ad abbrustolirsi in spiaggia dieci ore, perché fa male. Quindi accanto a Grado e a Lignano vanno proposti castelli, musei, eventi culturali e di intrattenimento, serate enogastronomiche. Anche se sul piano economico non siamo competitivi con i paesi in via di sviluppo, in questo modo abbiamo la possibilità di intercettare il turismo di massa». Il fatto di essere piccoli aiuta. Precisa Torrenti: «I monti sono a un’ora di macchina dai centri balneari. Un ex dipendente del ministero dell’Economia, passato ai nostri uffici romani, ha trascorso qui il ponte 25 aprile-1º maggio, è stato al Collio, al Far East Film Festival, a Grado e a Cividale. Ed è rimasto stupefatto dalle distanza urbane, da quanto tutto sia vicino a tutto. “Pensa che da Cividale ad Aquileia, con la maratona, ci si va addirittura a piedi”, gli ho detto». ©RIPRODUZIONERISERVATA