Spagine arturu lu comunista un documentario di caterina gerardi

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Spagine Periodico di informazione culturale dell’Associazione Fondo Verri Ottobre 2016


Arturo Politi


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l’appuntamento

VENERDI' 28 OTTOBRE 2016, ORE 18:00 presso il Palazzo Marchesale di Arnesano di Lecce La Cooperativa Millee20 e il Circolo Piazza XXIV maggio presentano una iniziativa in omaggio ad Arturo Politi (1933 – 2014) con la proiezione del film-documentario "ARTURU lu comunista" di Caterina Gerardi

Arturu lu comunista un film di Caterina Gerardi

Arturo Politi è stato la storia e l’anima del Partito Comunista di Arnesano, un uomo semplice, duro nella sua coerenza, testardamente libero, perdutamente innamorato di una grande ideologia. Arnesano è una piccola comunità a due passi da Lecce, in cui la polarizzazione delle posizioni politiche all’indomani della guerra e all’avvio del nuovo corso repubblicano, invitava a scegliere da che parte stare: Arturo era dalla parte dei contadini, dei lavoratori, contro lo schieramento di padroni, fascisti riciclati, chierici conniventi. Questo impegno, consumatosi nei consigli comunali, per le strade e le campagne del paese, nella sezione del partito e nelle feste dell’Unità, è durato per quasi tutta la vita, almeno fino a quando si è riconosciuto nelle nuove forme che il partito stesso assumeva. Caterina Gerardi, nota artista e film maker, ha coltivato da sempre un grande rapporto di amicizia con Arturo. Il film-documentario ripercorre l’incontro tra la regista e Arturo, girato nella sua campagna, nella località Sant’Anna, poco tempo prima della sua morte. Il filmato, della durata di 37’, si avvale del contributo di persone che lo hanno conosciuto, di materiale iconografico riguardante Arturo e la comunità di Arnesano.

La serata si concluderà con un intervento musicale che coinvolgerà i musicisti che vivono nel paese di Arnesano. L’ingresso è libero Contatti: Caterina Gerardi caterina@caterinageradi.eu Eugenio Imbriani eimbriani@libero.it


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il film

Il ritratto di un militante appassionato, generoso che ha vissuto nel partito e per il partito al quale tanto ha dato e dal quale poco o niente ha ricevuto

Un omaggio dovuto

A

di Tonio Solazzo

gennaio di due anni fa, ci lasciava Arturo Politi, il compagno Arturo, storica figura di un militante comunista, che ha rappresentato la storia e l’anima del PCI di Arnesano e, per molti aspetti, anche del PCI nazionale. Arturo ha attraversato con la sua militanza gli anni dell’immediato dopoguerra, gli anni delle lotte contadine e dell’occupazione dell’Arneo, a cui partecipò con ardore giovanile, subendo il sequestro della bicicletta con la quale, da Arnesano, aveva raggiunto le terre rivendicate dai contadini. Sono gli anni dell’egemonia e dello strapotere democristiani ad Arnesano, come in quasi tutti i paesi del Meridione. Arturo era il più giovane militante di uno sparuto gruppo di compagni comunisti, che con coraggio osavano sfidare i potenti del paese, nell’assordante silenzio

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dei tanti che, per paura o per convenienza, tacevano e chinavano la testa. Poi gli anni della contestazione e del consenso crescente del ceto medio al PCI, avvicinarono molti giovani arnesanesi al partito e ad Arturo, che il partito allora rappresentava, anche se, in seguito, molti dei sessantottini di allora fecero scelte diverse, approdando nelle formazioni della sinistra extraparlamentare. Fu, quello, il momento più gratificante per il compagno Arturo, che, ogni domenica con la sua bicicletta, faceva il giro del paese per diffondere “l’Unità” (tenendo per sé, pagandole, le copie invendute del giornale), e che, senza grandi aiuti, riusciva ad organizzare la Festa dell’Unità, spesso rimettendoci di tasca propria. Infine, il periodo più sofferto della sua militanza: la fine del PCI, la nascita del


PDS, poi divenuto DS, la fusione nel PD con una parte della vecchia Democrazia Cristiana, cioè con gli avversari storici, che egli aveva combattuto da sempre con decisione e ardore. È la fase più tormentata della vita politica di Arturo, segnata dal suo progressivo distacco (anche per ragioni di salute) da un partito, che, intanto, in un contesto nazionale e mondiale in profonda trasformazione, era divenuto qualcosa di radicalmente diverso da quello nel quale aveva militato e che egli non riconosceva come il “suo” partito.

Ad Arturo Politi, per tutti “Arturu lu comunista”, Caterina Gerardi ha dedicato il suo ultimo lavoro, un film che ripropone l’incontro-intervista avvenuto nella campagna di sant’Anna, pochi giorni prima della morte di Arturo e che, attraverso le testimonianze di amici e avversari, ne ripercorre la storia politica e, soprattutto, quella umana. Lo sguardo di Caterina si posa, senza nulla nascondere, su un uomo che gli anni e la malattia, hanno reso incerto nei movimenti e nel modo di esprimersi, ma che “parla” con i gesti e manifesta i suoi sentimenti nel momento in cui offre a lei un fiore; sulla solitudine in cui Arturo ha vissuto gli ultimi anni della sua vita; sulla sua volontà di rimanere fedele fino all'ultimo a quel patrimonio di idee e di valori, ai quali ha dedicato la sua vita e emblematicamente rappresentati dai numeri di Rinascita, dai ritratti di Berlin-

guer, dall' "arredo" della storica sezione del Partito Comunista di Arnesano, che lui aveva salvato e custodito, sia pure nel disordine della sua soffitta. Sono immagini forti e delicate al tempo stesso, capaci di suscitare emozione in quanti serbano ancora il ricordo, richiamato dalle belle foto d’epoca, del giovane comunista vitale, energico, polemico e combattivo, rese ancora più efficaci dal ritmo del racconto lento, misurato, che induce alla riflessione, alla valutazione della vicenda umana, prima ancora che politica, di Arturo.

Caterina Gerardi, con la consueta attenzione al mondo della gente comune, ci ha regalato il ritratto di un militante appassionato, generoso, che ha vissuto nel partito e per il partito, al quale tanto ha dato e dal quale poco o niente ha ricevuto; che si è battuto per affermare gli ideali di uguaglianza e di giustizia sociale; che ha scelto di uscire di scena quando il mondo intorno a lui è cambiato, cambiando anche il partito nel quale aveva militato fin da ragazzo. Ad Arturo l’omaggio di Caterina era dovuto (l’intenzione era di renderglielo in vita, ma il destino ha disposto in maniera diversa), soprattutto per l’assoluta coerenza tra i suoi ideali e i comportamenti quotidiani, per la sua onestà, per la sua generosità (di cui qualcuno approfittava), riconosciute da tutti, compagni e avversari, esempio sempre più raro nella politica e nella società.




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il film

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Arturo Politi è stato la storia e l’anima del partito comunista di Arnesano. Un uomo semplice, testardamente libero, perdutamente innamorato di una grande ideologia.

Fedele alla linea

A

di Eugenio Imbriani

ll’indomani della conclusione della seconda guerra mondiale, in un’Italia povera e lacerata, il conflitto politico e sociale si era polarizzato, come è noto, intorno ai due grandi partiti emersi all’avvio della vita democratica, la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano. Questa contrapposizione era vissuta con toni estremamente aspri nelle piccole comunità, in cui la conoscenza reciproca delle persone rendeva palesi i trasformismi e gli opportunismi che motivavano le scelte e i posizionamenti. Arturo Politi, nato e vissuto nel paese di Arnesano, a un passo da Lecce, contadino, comunista, era tra coloro che, invece, si era schierato con nettezza dalla parte di quanti, malgrado la caduta del regime e la nuova costituzione, continuavano a dover subire l’egemonia della classe padronale che controllava le sorti del paese, con il sostegno dei ministri

della fede. Per Arturo l’adesione al partito era un atto di logica ed estrema coerenza, era la via per tenere alto l’impegno nella lotta politica, che lo ha visto partecipare all’occupazione delle terre dell’Arneo, e che continuava nell’aula del consiglio comunale, nell’organizzazione delle feste dell’Unità, nell’attività quotidiana condotta nella sezione, per le strade, con la distribuzione dell’Unità. Recitava sempre pubblicamente il suo ruolo, a voce alta, per lui la democrazia non poteva nascondersi negli uffici tecnici, nelle stanze riservate degli studi medici, nelle sacrestie. E sopportava con fierezza gli insulti che riceveva, perché comunista e, quindi, poco di buono, anche se era impossibile non notarne l’assoluta onestà, il culto per il lavoro, la generosità di cui non pochi hanno beneficiato. Era un duro, già; anche cocciuto. Ma non abbiamo capito per tempo, o era comodo non voler capire, che quegli strali qualche


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Caterina Gerardi con Arturo

ferita l’hanno lasciata. Arturo è rimasto fedele a se stesso, al suo ideale (strana parola, ormai), al di là dello smarrimento che gli hanno procurato la crisi e la trasformazione del suo partito, avendo una chiara consapevolezza delle nuove povertà, delle pesanti subalternità che, in anni recenti, si sono prodotte in Europa e nel mondo. Ha curato fino all’ultimo, in modo maniacale, il suo terreno, ne ha venduto e regalato i frutti, in piazza, come d’abitudine, ha guidato la sua Ape, in compagnia dell’immancabile chiassoso cagnolino, ha conservato quanto poteva dei giornali e dei manifesti testimoni della sua lunga militanza. Ha curato poco se stesso.

Caterina Gerardi, artista, fotografa, film maker, amica di Arturo dall’infanzia, lo ha cercato e incontrato, a fine estate del 2014, dopo un periodo in cui lo aveva perso di vista - il lavoro, gli impegni, la vita altrove -, poco tempo prima che egli, inopinatamente, morisse. Arturo recava ormai i segni di una salute intaccata, ma insieme di una grande vitalità, inconsueta

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in una persona che ha superato gli ottant’anni. Il progetto di Caterina si sostanziava nella realizzazione di un filmato che di Arturo raccontasse il carattere e la storia. L’appuntamento si sarebbe dovuto ripetere, ma non è stato più possibile; allora, la narrazione filmata di un incontro (emozionante, a dir poco) e di una vita ha cercato il supporto di testimonianze che Caterina ha raccolto tra alcune delle persone che gli sono state vicine e meglio lo hanno conosciuto. Il risultato è “Arturu lu comunista”, il documento filmato di un legame affettuoso, che, però, registra anche il sentimento di solitudine che Arturo esprime, pur nella difficoltà dell’eloquio, la sofferenza per il disprezzo di cui è stato bersaglio, purtroppo, e raccoglie il suo duro giudizio su come è andata a finire. Al termine di quell’incontro, Arturo ha consegnato a Caterina la ricca collezione di giornali, manifesti, materiali di propaganda che aveva conservato nel corso degli anni. Ma non poteva bastare, glielo imponeva la sua esemplare galanteria contadina; coglie dei gigli e glieli dona: rossi, naturalmente.


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la locandina

Spagine Spagine è un periodico di informazione culturale dell’Associazione Fondo Verri. Realizzato a cura di Mauro Marino nella sede di Via Santa Maria del Paradiso 8/a, Lecce. Supplemento a “L’Osservatore in cammino” iscritto al registro della stampa del Tribunale di Lecce n°4 del 28 gennaio 2014. Spagine è su: issuu.com/mmmotus https://www.facebook.com/perspagine Esce on line e in tiratura limitata stampato in digitale.


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