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VIGNETTE RESISTENTI
E' con grande piacere che l'ANPI provinciale di Roma patrocina il lavoro del collettivo indipendente Ronin - i cui componenti sono spesso parte attiva della nostra Associazione - dedicato al 25 aprile e ai valori della Resistenza partigiana. Il fumetto può rivelarsi quanto mai importante per raggiungere il cuore e la mente dei giovani e dei giovanissimi. Questo lavoro, che suscita emozione ed empatia, è quindi prezioso per la festa della Liberazione dal nazifascismo, festa nazionale che caratterizza il nostro paese rispetto ad altri, protagonista vittorioso della Resistenza. Sono passati solo 76 anni da quel giorno di grande festa popolare per la riconquista della pace e della libertà dopo 20 anni di dittatura terroristica, di guerre, stragi, deportazioni, fame, il suo ricordo è quindi ancora vivo in tantissime famiglie italiane. Festeggeremo il 25 aprile ancora in piena crisi pandemica, consapevoli della necessità di mettere in campo ogni precauzione per contrastare il diffondersi del virus in una fase in cui soprattutto i più deboli sono esposti ai duri colpi della crisi economica. Tra essi anzitutto le donne e i giovanissimi, con questi ultimi che più di tutti soffrono la mancanza di socialità. Donne, giovani e giovanissimi che furono tra i grandi protagonisti della Resistenza, come ricordano questi fumetti, caratterizzandola come un fatto di popolo. Commovente l'incontro tra diverse generazioni che illustrano queste pagine. I valori delle partigiane e dei partigiani non sono infatti solo scolpiti nelle lapidi e nei monumenti delle città, nei sentieri partigiani delle nostre valli e delle nostre montagne, essi costituiscono una iniezione di fiducia nella partecipazione e nel futuro, per non cedere mai al linguaggio del razzismo, dell'omofobia, dell'ingiustizia sociale, dei vecchi e dei nuovi fascismi, per lottare ancora oggi, quotidianamente, per la completa attuazione dei principi di libertà e dei diritti sociali conquistati dalla Resistenza e sanciti nella nostra Costituzione. I giovani e le giovani che lottano per questi ideali contro l'indifferenza e la passività sono i nostri nuovi resistenti, nel loro entusiasmo e nel loro impegno c'è la speranza di un futuro migliore. Buona lettura e Viva le partigiane e i partigiani
Fabrizio De Sanctis Presidente Anpi Provinciale di Roma
In occasione del 76° anniversario della Liberazione, abbiamo celebrato le nostre partigiane e i nostri partigiani con una raccolta di brevi storie su di loro, documentandoci su fatti e personaggi realmente vissuti (troverete brevi biografie e indicazioni storiche nelle ultime pagine del volume) e in qualche occasione inserendo storie di vita contemporanea ispirata agli ideali della Resistenza. Le storie sono tutte diverse per impatto grafico: alcune in bianco e nero, altre a colori, alcune disegnate in stile realistico altre più grottesco, tutte con un gusto tutto personale, tutte di quattro pagine (numero ricorrente nelle produzioni Ronin) e crediamo che questa diversità di stili sia proprio tra i pregi del nostro gruppo e di questo numero. Siamo un collettivo indipendente, fatto di autori e autrici provenienti da tutta Italia, convintamente antifascisti e in diversi casi attivi nelle sezioni Anpi sul territorio. Chi ci segue sa che Ronin ha da sempre una forte connotazione antifascista e questa occasione ci ha offerto la possibilità di dimostrarlo con orgoglio, celebrando il 25 aprile con un volume speciale, pensato ad hoc per l'occasione che ha ricevuto il patrocinio dell’Anpi provinciale di Roma. Poter realizzare questo progetto, su cui abbiamo iniziato a lavorare già da novembre 2020, è stato motivo di grande soddisfazione perché condividiamo gli ideali dell'Anpi e la quotidiana battaglia contro le discriminazioni, i razzismi, i sessismi, l’emarginazione sociale e gli episodi di fascismo che quotidianamente minacciano la stabilità raggiunta grazie alla nostra Costituzione e al sacrificio dei nostri partigiani. Abbiamo lavorato ad “Opposti” con grande passione e impegno, consapevoli di quanto il fumetto sia un linguaggio forte e capace di arrivare facilmente a comunicare con tutti, senza distinzioni, specialmente con i più giovani; sperando che, partendo da qui, chi ci leggerà troverà anche lo slancio per approfondire quello abbiamo raccontato nelle nostre “vignette resistenti”.
Progetto editoriale, supervisione e coordinamento: FRANCESCA GATTO ————–
Ringraziamo le autrici e gli autori che hanno partecipato al progetto: chi ha scritto, chi ha disegnato, chi ha impaginato, chi ci ha creduto fortemente, e soprattutto ringraziamo l'Anpi Provinciale di Roma che ci ha accompagnato con grande entusiasmo. Buona lettura
Grafica e impaginazione PIETRO ROTELLI ————— Illustrazione di copertina CINZIA CIWA PIAZZA
Francesca Gatto
————– Ufficio stampa LUIGI CHIALVO
INTRODUZIONE L’alba - M. Orlando La notte tra il 4 e il 5 ottobre del 1943, Trentino La Barba, uno dei capi partigiani di Lanciano, fu catturato dalla Wehrmacht nazista. Sottoposto a torture per tutta la notte, l’uomo si rifiutò di fare i nomi dei propri compagni. Per terrorizzare la popolazione, la mattina seguente i nazisti legarono La Barba a un albero in centro città, dove proseguirono le torture. Di fronte al silenzio del giovane, i soldati tedeschi gli cavarono gli occhi, per poi finirlo a colpi di pistola. Il coraggio di Trentino La Barba fu la scintilla che fece esplodere la rivolta popolare tra il 5 e il 6 ottobre, soppressa in seguito da una tremenda rappresaglia. Nei giorni seguenti, in ricordo dei propri eroi, la popolazione lancianese scelse la via dell'ostruzionismo e del sabotaggio: i giovani si sottrassero al lavoro obbligatorio e molti scapparono sulle montagne per aderire alla formazione partigiana della Brigata Maiella. Ovunque ma non qui - M. Generoso La Linea Gotica fu un dispiegamento difensivo approntato dall'Esercito tedesco negli Appenini fra la Toscana e l'Emilia-Romagna. Fu teatro di molti combattimenti dal 25 agosto 1944 al 21 aprile 1945, combattute dalle truppe tedesche contro le forze Alleate dove le prime tentavano di bloccare l'avanzata delle seconde, le quali erano a loro volta sostenute da numerosi gruppi partigiani italiani. Dopo numerose e sanguinose battaglie, ad aprile 1945 le forze tedesche si arresero portando così ad una fine più rapida della guerra in Italia. Sopravvissuta - Chiara Benazzi Annunziata Verità è una staffetta partigiana che l'11 Agosto 1944, all'età di 18 anni, venne arrestata mentre andava a fare la spesa, perché fu riconosciuta dalle camicie nere come collaboratrice dei partigiani. La portarono a Villa Prospero, dove fu picchiata e interrogata, in seguito condannata a morte da Raffaele Raffaeli per non aver tradito i suoi compagni. Annunziata ed altri 4 prigionieri, vennero legati tutti assieme, allineati di schiena con le braccia sollevate appoggiate al muro di cinta del cimitero di Rivalta e la fronte a premere contro le mani intrecciate. Il plotone sparò e le cinque vittime caddero l’una sull’altra in un lago di sangue. Poi Raffaeli diede a ciascuna di esse il colpo di grazia alla testa con la pistola. Annunziata viene solo sfiorata alla tempia: è ferita, ma miracolosamente viva. Per molti minuti rimase immobile sotto quei cadaveri, inondata dal loro sangue e semi svenuta. Nonostante il dolore delle ferite Annunziata si alzò, attraversò il fiume Marzeno e si nascose in un campo di granoturco; dopo una breve sosta per calmarsi, capire cosa le era successo e pensare cosa fare, si rimise in cammino e giunse sulle colline che sovrastano Santa Lucia, dove una donna le medicò le ferite. Eugenio Calo’ - Giovanni Chiarini “A quarantotto ore dalla Liberazione d’Arezzo dalla dittatura Nazi-fascista, un gruppo di partigiani combatte strenuamente le truppe tedesche tra le colline a nord di Arezzo. A capo della brigata “Pio Borri”, c’è il coraggioso Eugenio Calò, ebreo di trentotto anni, la cui famiglia è stata deportata nei campi di concentramento e intenzionato a fare la sua parte nella Guerra. Rifugiatosi a Molin De Falchi insieme a civili e prigionieri tedeschi, vengono attaccati a sorpresa e catturati dai nemici. A rivelare la loro posizione segreta, fu proprio uno dei soldati tedeschi risparmiati e riuscito a fuggire nella notte. Torturati e seviziati, Eugenio e i suoi furono condotti a San Polo in una via crucis fatta di frustate dove furono interrogati. Nonostante la tortura, Eugenio non parlò. Alle diciannove circa, del 14 Luglio 1944, i partigiani furono sepolti vivi nel giardino di Villa Gigliosi insieme a delle cariche di dinamite, fatte esplodere poco dopo. I tedeschi proibirono all’arciprete di San Polo di disseppellirli poiché “uomini senza onore”. Oggi, un monumento sorge in quelle colline, a ricordo del coraggio di Eugenio Calò e di tutti i partigiani d’Italia.”
Le bestie - Giulio Rotelli la storia è immaginaria: ho una predilizione per le storie che parlano di resistenza e vendetta con sviluppi Tarantiniani e sono da sempre affascinato dalle figure eroiche al femminile. L'apporto delle Partigiane per la Liberazione del Paese è stato riconosciuto come fondamentale e mi è sembrato giusto omaggiarne il ricordo con particolare riferimento a quelle che si spesero proprio in prima linea. Per il nome di una delle protagoniste mi sono rifatto alla Canzone del Teatro degli orrori intitolata Compagna Teresa e per l'immagine conclusiva del primo piano della "comandante" ho chiesto a Pietro Rotelli di rifarsi alla famosa foto che ritrae la staffetta Olema Righi in bibicletta. Rastrellamento della Benedicta - Emiliano Barletta La storia è estrapolata da un episodio avvenuto durante il “rastrellamento della Benedicta” (avvenuta tra il 6 aprile e l'11 aprile 1944) e che portò alla esecuzione sommaria, da parte dei militari della Guardia Nazionale Repubblicana e reparti tedeschi, di 75 giovani partigiani appartenenti alle formazioni garibaldine. L’eccidio, che avvenne nei pressi del monastero della Benedicta nell'Appennino ligure, fu una tragedia di giovani che persero la vita solo perché avevano scelto i monti invece dell’arruolamento forzato nell’esercito fascista repubblichino. Ma da quella atroce sconfitta nacque una resistenza diversa, più consapevole. Legati dalla memoria - Chiara Benazzi La liberazione di Roma fu uno degli episodi principali della Campagna d'Italia della Seconda guerra mondiale. Il 4 e il 5 giugno 1944 le truppe americane del generale Mark Wayne Clark riuscirono a superare le ultime linee difensive dell'esercito tedesco ed entrarono nella città senza incontrare resistenza, ricevendo l'entusiastica accoglienza della popolazione romana. Per la morte del bambino, invece, mi sono ispirata e ho preso spunto dalla storia di Livio Sandini, un bambino di 12 anni che fu torturato dai fascisti, lo appesero a testa in giù in un pozzo profondo 25 metri, ma che non rivelò mai dove si erano nascosti i tre fratelli. Con gli occhi chiusi - Paul Izzo Del fascismo si legge sui libri di storia, sembra un incubo passato e che mai ritornerà. Per questo motivo, ricordando le parole di Ungaretti, ritengo necessario che ogni giorno si resti con gli occhi bene aperti, perché abbassarli, o peggio ancora, chiuderli, significa ricadere nello stesso errore iniziale. Il fascismo è sinonimo di odio e di ignoranza, due malattie che si combattono con un semplice vaccino: la lettura. E' con questo spirito che io e Francesca ci siamo messi all'opera sulla nostra storia. Speriamo vi piaccia.
DI CHE COSAPARLA?
DI TUTTO.
DELLA GUERRA, DELLA MORTE, MA SOPRATTUTTO DELLA VITA...
...E DI COME POCHI UOMINI CORAGGIOSI CE LʼABBIANO RESTITUITA.
CIAO NONNO, POSSO?
COME STAI?
FINALMENTE QUALCUNO SI RICORDA RICORDADI ME..
PRINCIPALMENTE MI ANNOIO. GUARDO LA TV TUTTO IL GIORNO...
MA CHE FAI?
DAI SU, LASCIAMI FINIRE!
STOSEMPLICEMENTE RICAMBIANDO IL FAVORE FAVORE.
LA SALVEZZA È NELLA MEMORIA.
NONBENE... HOSEMINATO BENE.
...BENISSIMO. BENISSIMO
TESTI: Gabriele Bitossi DISEGNI: Benedetta Baroni