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La curiosità, una spinta aL migLioramento Il trentenne Emiliano Aureli, titolare della Pizzeria La Taverna dei Corsari a Montopoli di Sabina (Rieti), propone pizze legate a materie prime della sua terra. Ricette con una forte identità agricola. La costante spinta alla conoscenza e all’apprendimento lo hanno portato a frequentare l’Università della Pizza, che lo ha profondamente cambiato È un figlio d’arte e un imprenditore il trentenne Emiliano Aureli, titolare a Montopoli di Sabina, Rieti, della Pizzeria La Taverna dei Corsari. “Devo molto a mio padre – ricorda -. Ristoratore e in seguito titolare di una pizzeria al taglio, quando avevo 14 anni mi ha un po’ forzato a lavorare nel locale. Lo sai come sono gli adolescenti, no? Vogliono uscire con gli amici, hanno tutto il mondo da conquistare e lo stare chiuso nel laboratorio mi stava un po’ stretto. Ma l’esperienza e l’amore di un padre sono titanici. E così, impasto dopo impasto, dentro di me ha comincia-
to a fiorire la piantina della curiosità e l’amore per una professione che si stava strutturando. Complice anche un piccolo prodigio. Un giorno mi sono dimenticato l’impasto in una teglia e dopo 4-5 ore ha lievitato naturalmente, per caso, grazie alla mia distrazione. Un profumo, una meraviglia”. Emiliano, tra una distrazione costruttiva, tanto olio di gomito e l’amorevole controllo del papà si appassiona. E, consapevole di avere un mestiere già bello e pronto in casa, appena terminati gli studi s’impegna a tempo pieno nella pizzeria di famiglia. Nel 2006, a 24 anni appe-
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na, il debutto nella neoacquista Taverna dei Corsari. “Amo la mia terra, la Sabina – sottolinea con orgoglio Emiliano Aureli -. Per questo ho impostato una linea gastronomica che attinge a piene mani dalle materie prime tipiche del territorio. Una filiera molto corta, come si suol dire oggi a chilometro zero”. Una cultura di cucina che trae ispirazione dal mondo agricolo, fonte di approvvigionamento. “Lo stesso discorso vale per le pizze. Le potrei definire pizze agricole, che esprimono i sapori della Sabina”. Per la farina, però, Aureli ha derogato alla sua filosofia e si serve non proprio dietro l’angolo. “È vero – sorride -. Il mio incontro con la Farina Petra di Molino Quaglia è stato casuale. Mi ha sedotto una comunicazione pubblicitaria pubblicata proprio su Pizza&Food. Amore a prima vista, è proprio il caso di dirlo, e così ho deciso di provarla. Ma non avevo ancora il bagaglio professionale e l’esperienza per farla esprimere al meglio. E così mi sono dato da fare. Sono curioso e mi piace evolvere, del resto”. Il che significa che Emiliano si è recato più volte a Vighizzolo d’Este per conoscere in profondità Petra. Al momento ha già partecipato a
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due Simposi PizzaUp, nel 2010 e nel 2011, e ha già conquistato due “pizzini”. In ottobre è prevista la sua partecipazione al corso di terzo livello. “Frequentare l’Università della Pizza è un’esperienza professionale importante che mi permette di confrontarmi con colleghi molto più maturi ed esperti. Un gruppo di professionisti integrato, molto evoluto, dove lo scambio di opinioni è aperto e nessuno ti nega un consiglio. A Vighizzolo si vive una costante dimensione di crescita. E io ho fame di apprendimento”. Uno sforzo e un impegno che è stato apprezzato dalla clientela della Taverna del Corsaro. “A essere precisi – puntualizza Emiliano Aureli – il grado di soddisfazione dei miei ospiti è stato proporzionale alla mia evoluzione. Oggi c’è chi viene qui per degustare una pizza del territorio facendo anche diversi chilometri. La soddisfazione è grande, ma il cammino di crescita prosegue”.
iL sapore DeLLa saBina ingredienti: Farina Petra 3, acqua, sale, olio extravergine di oliva Sabina Dop; fichi settembrini (pianta della nonna), rosmarino fresco, fior di latte, Cacio Magno (stracchino invecchiato di pecora), lonza di maiale nero reatino. procedimento: stendete l’impasto con le mani, condite con fior di latte e fichi e infornate. A metà cottura aggiungete altri fichi, ciuffetti di rosmarino fresco, fette di Cacio Magno e reinfornate. All'uscita adagiate le fette di lonza tagliate a punta di coltello e per finire passate un filo di olio extravergine di oliva Sabina Dop.
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