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200 / 2020
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NUMERO DA COLLEZIONE
DIVERTIRSI SCOPRENDO IL MONDO
BUON COMPLEANNO! Festeggiamo insieme i 200 numeri della rivista
NUM S P EC E R O I A LE
2 MAXI POSTER: LO SPINOSAURO E...
CAZZA LA RANDA, AMMAINA LA VELA
ALLA RICERCA DELLO SPINOSAURO
+ SCIENZA ESTATE
DOMANDE E RISPOSTE A cura di Francesco Orsenigo
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CHE COS’È UNA CITTÀ FANTASMA? Brando011, via email
PERCHÉ LA PIZZA VIENE SEMPRE CON I BORDI ALTI? Enrico, Milano ● Sono chiamate così le città abbandonate dalla popolazione: rimangono le case, le strade, i locali pubblici ma non c’è più nessuno che vi abita. Può succedere perché manca il lavoro, com’è accaduto all’americana Bodie (in foto) passata dai 5.000 abitanti di fine ’800... a 1 dopo la chiusura delle vicine miniere d’oro. Oppure a causa di calamità naturali come nella siciliana Poggioreale (Trapani), distrutta dal terremoto del Belice nel 1968.
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● Succede perché lì non c’è il pomodoro. La pasta lievitata, infatti, con il calore del forno tende a gonfiarsi come il pane. Il pomodoro però la inumidisce e, insieme al peso della mozzarella e degli altri condimenti posti nel mezzo, le impedisce di crescere: tranne sul bordo, che non è condito. Il cornicione (così si chiama) è uno degli elementi distintivi della ricetta napoletana “verace” e dev’essere alto 2 cm, dorato e senza bruciature.
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a parola tatuaggio deriva dal termine haitiano ta-tau e la pratica che rappresenta si è diffusa in Occidente nel Settecento, in seguito alle missioni del capitano James Cook. Il famoso esploratore britannico aveva scoperto la pratica di decorare il corpo con disegni e simboli nei suoi viaggi nell’Oceano Pacifico e in Nuova Zelanda. I tatuaggi, però, non sono un’esclusiva dei mari del Sud. I primi di cui si ha notizia sono quelli di Ötzi, l’uomo di 5.000 anni fa trovato mummificato al confine tra Italia Anguillara S. (Rm) e Austria: ne ha 61! Che sono tanti, ma non abbastanza da eguagliare il neozelandese Lucky Diamond Rich (l’uomo più tatuato del mondo, in foto) che ha tatuaggi sul 100% del corpo, compresi l’interno della bocca, delle orecchie e delle palpebre.
LA PAROLA AGLI AMICI
Guinness World Records
Liam,
QUAL È LA SPIAGGIA PIÙ BELLA DEL MONDO? Aurora, Rovigo
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● La classifica cambia di anno in anno secondo le preferenze di chi la stila. Per gli utenti di Trip Advisor, la più grande piattaforma web di viaggi, il titolo 2020 spetta alla brasiliana Praía do Sancho (nell’arcipelago Fernando de Noronha, in foto) seguita dalla Grace Bay Beach alle Isole Turks e Caicos e dalla Playa Paraiso a Cayo Largo, Cuba. Da anni, però, figura tra le prime anche la Spiaggia dei conigli, a Lampedusa.
Pera Comics
CHI HA INVENTATO I TATUAGGI?
È VERO CHE ESISTE UN ANFIBIO LUNGO DUE METRI? Lucia, Santhià (Vc)
● Quasi: è la salamandra gigante cinese (Andrias davidianus, in foto), un anfibio che raggiunge il metro e mezzo. Analizzando il Dna di un esemplare conservato nel Museo di Storia naturale di Londra, però, si è scoperta UNA SPECIE DI una specie (Andrias sligoi) SALAMANDRA che può superare i 180 cm.
180 CM 11
[SPORT
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A GONFIE VELE! Vento, mare, libertà ma anche tecnica e amore per la natura. Ecco come si fa a diventare velisti
© Will Ricketson / American Magic
Testi di Federica Baroni
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A Narragansett Bay, Newport, Rhode Island (Usa), si allena l’AC75 del team statunitense di American Magic.
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iente pizza, né patatine fritte... e forse nemmeno iPhone. Già, perché senza le barche a vela la storia dell’umanità sarebbe avanzata molto più lentamente: non ci sarebbero state esplorazioni, circumnavigazioni, traversate oceaniche. Cristoforo Colombo non avrebbe scoperto l’America – patria della Apple – e sulle nostre tavole non ci sarebbero piatti a base di patate o pomodori! Ma per fortuna l’uomo è sempre stato curioso e fin dall’antichità ha cercato il modo più veloce per solcare il mare. All’inizio usando semplici tronchi scavati che si muovevano a remi, poi aggiungendo una vela in modo da sfruttare la spinta del vento. E anche se oggi per viaggiare da
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LUNA ROSSA SA VOLARE! Le Formula 1 del mare si chiamano AC75 e partecipano alla Coppa America, la più antica manifestazione velica al mondo. Nella prima edizione del 1851 ci si sfidava su barche simili a piccole navi pirata, con numerose vele issate su pesanti alberi in legno, ma nel corso degli anni la tecnologia si è evoluta al punto che oggi questi bolidi sono persino in grado di... volare! Com’è possibile? Grazie a due braccia laterali a
forma di “T” lunghe 5 metri e attaccate allo scafo (chiamate foil, in giallo nella foto), in grado di tagliare l’acqua e sollevare la barca. Realizzati in fibra di carbonio, i foil servono a bilanciare i pesi e a mantenere in equilibrio l’imbarcazione, sono mobili e funzionano un po’ come i bastoncini di uno sciatore. Tra le AC75 c’è Luna Rossa, la barca italiana iscritta alla 36° edizione della Coppa America che si
un continente all’altro esistono mezzi come gli aerei o le navi a elica, il grande fascino del veliero non è affatto tramontato. Il vento sulla pelle, gli schizzi d’acqua in faccia, il rumore delle onde (e non di un motore!), il contatto con la natura, ci riportano a emozioni antiche: le stesse che provavano i marinai e i pirati che scrutavano l’orizzonte per avvi14
svolgerà a marzo 2021 in Nuova Zelanda. Luna Rossa è lunga 23 metri e può raggiungere velocità di oltre 40 nodi (più di 70 km/h). È dotata di tre computer di bordo che sono di supporto alla navigazione, ma per vincere una regata bisogna fare affidamento soprattutto sull’abilità marinara, andando a caccia del vento e basandosi sull’osservazione del cielo e del mare. Simone Valtieri
stare la terraferma, ma vedevano solo mare. Come si fa a diventare velisti? Per imparare, di solito si inizia a navigare con piccole barche monoposto: gli optimist. La caratteristica è la forma quadrata della prua, così non si rischia di prendere troppa velocità. Poi all’interno ci sono dei salsicciotti gonfi d’aria (in linguaggio tecnico: riserve di galleggiamento) che servono
Come è iniziato l’amore per la vela? «Da bambino andavo in barca con mio padre. Poi da ragazzo, dato che non avevo il motorino, la vela è diventata il mezzo con cui mi spostavo da una riva all’altra del Lago Maggiore». Quali sono i requisiti più importanti per diventare un velista di professione? «Ovviamente la passione per il mare. Ma non basta. Servono competenze tecniche, informatiche e scientifiche. Per esempio è molto importante studiare la propria barca e come è fatta: se c’è un guasto e si è da soli in mezzo al mare, bisogna essere in grado di ripararlo. Per questo noi dell’equipaggio collaboriamo con gli ingegneri del Maserati Lab che progettano la barca. Poi gestiamo il computer di bordo che è fondamentale per navigare. Dobbiamo conoscere il meteo e per questo siamo un po’ meteorologi e pure biologi, perché passiamo molto tempo nella natura». A proposito, che rapporto c’è con la natura? «Di grande rispetto. Per esempio con il nostro trimarano non inquiniamo: non andiamo mai a motore e, per l’elettricità, usiamo l’energia
a tenere a galla lo scafo nel caso in cui dovesse entrare dell’acqua. Ovviamente, prima di salire a bordo, un buon marinaio deve studiare, soprattutto i venti: la loro provenienza e la loro intensità. Per capire da dove arriva il vento, se da nord, da sud ecc., è necessario essere forniti di una bussola, conoscere la rosa dei venti (vedi box a pag. 16) e avere una bandiera segnavento. Per sapere l’intensità (che si misura in nodi) serve invece uno strumento che si chiama anemometro. Per esempio, se ci sono 5 nodi la barca naviga molto piano, dai 7 ai 10
solare. Purtroppo, però, navigando si vede ben altro. Il mare è pieno di plastica: un materiale che è indistruttibile, ma viene usato per produrre oggetti usa e getta come le bottigliette d’acqua. E così si accumula anno dopo anno negli oceani. Ora è il momento di rendersi conto che il nostro pianeta è piccolo e dobbiamo unirci se vogliamo vincere le grandi sfide del fututo come il Covid, il riscaldamento globale, l’inquinamento. Siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo remare insieme per il bene comune».
Tom Walker/courtesy Maserati
Giovanni Soldini è uno dei più importanti velisti italiani, lo abbiamo raggiunto appena rientrato dal suo secondo giro del mondo a bordo del trimarano Maserati Multi70.
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Luna Rossa Prada Pirelli/Carlo Borlenghi
L’italiana Luna Rossa “in volo” sull’acqua durante una competizione.
Soldini: «Siamo tutti sulla stessa barca»
Nel 1492 Cristoforo Colombo raggiunse le Americhe attraversando l’oceano con tre caravelle: la Niña, la Pinta e la Santa María.
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La rosa dei venti È una stella che indica la provenienza degli otto venti (prendendo come centro l’isola di Zante). Da nord arriva la Tramontana, che soffia dai monti. Da nordest il Grecale, che proviene dalla Grecia. Da est il Levante, perché è dove si leva il sole. Da sud-est lo Scirocco, cioè dalla Siria. Da sud il Mezzogiorno. Da sud-ovest il Libeccio che viene dalla Libia. Da ovest il Ponente, dove il sole tramonta. Da nord-ovest il Maestrale perché soffia dalla città maestra: Roma.
ci sarà un vento medio, dai 25 ai 30 il mare sarà mosso. E dai 50 in su si parla di tempesta: meglio rimanere in porto. Una volta che si conosce il vento, manovrando le vele si può andare dappertutto, perfino... controvento. È l’andatura più difficile, chiamata bolina, ma che, procedendo a zig zag, permette di “risalire” il vento. Quella più facile è, invece, la poppa, perché cammina col vento. Per questo quando si dice “ho il vento in poppa” significa che si va super veloci.
Si parla il velese!
COM’È FATTA In mare ci sono diversi tipi di barche a vela. Da quelle monoposto a quelle “d’altura” cioè che possono navigare lontano dalla costa. Ma tutte hanno in comune almeno uno scafo, un timone, una deriva, un albero e una vela.
Nel mondo della vela si usa un linguaggio tecnico molto particolare.
ALBERO
SARTIA
PATERAZZO FIOCCO RANDA
BOMA SCOTTA
COPERTA
S.Santinelli
POPPA
PRUA SCAFO TIMONE
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DERIVA
ARMARE LA BARCA: non significa dotarla di cannoni, ma montare insieme tutti i pezzi. ORZARE: non è bere una bevanda a base di orzo, ma è la manovra per portare la prua controvento. POGGIARE: non si appoggia nulla, è solo la manovra opposta all’orzare, cioè si allontana la prua dalla direzione del vento. CAZZARE: ehm, non è una parolaccia, ma vuol dire tirare una cima (ovvero corda) come la scotta... SCOTTA: che quindi non è una cosa calda. SCUFFIARE: non è togliersi la cuffia, ma è quando la barca si ribalta e noi finiamo in acqua!
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Pietro D’aprano/Getty Images
[INTERVISTA
I video di Matt e Bise sono stati visualizzati oltre 260 milioni di volte.
Matt, per favore, di’ qualcosa di intelligente, siamo su Focus Junior
99.999 + 1 = ...
PUOI CONTARE SU DI NOI Gli youtuber Matt e Bise si sono cimentati in una challenge epica: contare fino a 100.000 Testi di Stella Tortora, con le domande dei junior reporter (ha collaborato Niccolò De Rosa)
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outuber, tiktoker, intrattenitori tv e autori di libri: Matteo Pelusi e Valentino Bisegna, in arte Matt e Bise, ci hanno raccontato perché hanno deciso di fare il loro primo live streaming sul canale YouTube, che vanta oltre 2,5 milioni di iscritti, il segreto del loro successo sul Web e perché con un selfie sono entrati nel Guinness World Records. 25
Foto di B.Francesconi
Avete studiato molto per imparare l’inglese e l’africano?
All’estero parlavamo a gesti e... con il traduttore automatico.
Come si realizza un video di successo?
100.000 Perché avete fatto il famoso “video dei 100.000”? «Durante l’emergenza Covid-19 abbiamo creato una raccolta fondi per la Croce Rossa con un video su YouTube. L’idea è stata di contare fino a 100.000 senza mai fermarci (107 ore e 27 minuti non stop) e invitare nella diretta i vip. Siamo felici perché sono stati raccolti 27.607,98 €». 26
Basta poco, serve uno smartphone, contenuti originali e una bella luce, quella del mattino è la migliore.
LA MAMMA Perché le parodie su mamma Bise hanno successo? «La mamma è sempre la mamma! E poi tutte, in ogni epoca, si lamentano delle stesse cose».
GRATTACIELI E SAVANE Com’è stata la vostra esperienza negli Usa e in Africa? «Andare in America è stato realizzare il nostro sogno, cioè vedere i grattacieli dal vero e divertirci come avevamo visto fare nelle serie tv! In Africa, invece, abbiamo toccato con mano e da vicino la povertà».
L’HO VISTO SU...
Non sopporto la sabbiaaaaa!
Nella sequenza alcune scenette divertenti dei video e i post di Instagram di Matt e Bise.
CHE SELFIE!
DIABOLICI
SUL PEZZO
È vero che siete entrati nel Guiness dei primati? «Sì, nel 2016 abbiamo realizzato un’asta lunga quasi 16 metri per il selfie più grande del mondo».
Avete mai copiato a scuola? «Eravamo come il gatto e la volpe. Trovavamo qualsiasi mezzo per cavarcela con le interrogazioni».
Dove prendete spunto per i vostri video? «Sempre dall’attualità: ora stiamo pensando a un video sulla “Fase 3” del Covid- 19. Siamo sempre sul pezzo!». 27