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Per sviluppare metodo e lessico economico ECONOM IA ACCE SS I B I LE
Lettura guidata, mappe aumentate e infografiche E D UCAZ ION E CIVICA
Per saper valutare scelte e comportamenti VI D EOLE Z ION I E LABORATOR I D IG ITALI
Ripassa i concetti fondamentali appresi nel biennio
ESPLORA L’INFOGRAFICA
OGGETTO, SOGGETTI E RELAZIONI DELL’ECONOMIA
La microeconomia studia le scelte economiche dei singoli individui. La macroeconomia studia il funzionamento complessivo del sistema economico.
L’ economia politica studia come i soggetti reperiscono e impiegano risorse scarse per soddisfare i bisogni.
m igli
a
Fa
I soggetti economici agiscono nel circuito economico , dove avvengono interrelazioni di diverso tipo.
Lo Stato regola il sistema economico e fornisce servizi pubblici, attraverso la spesa pubblica, finanziata essenzialmente dalle entrate tributarie.
Res
del mo to
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Il resto del mondo comprende gli operatori economici appartenenti ad altri Paesi.
Pagamento delle prestazioni lavorarive Fornitura di beni e servizi
Impre
se
Pagamento dei beni S t at o
Spesa pubblica
Pagamento tributi
Pagamento tributi lm de on
do
Pagamento delle importazioni
Spesa pubblica
Resto
Fa
L’ impresa è il soggetto economico che produce beni e servizi per cederli ad altri soggetti (famiglie, imprese e Stato) in cambio di denaro.
S t at o
L’insieme delle relazioni economiche costituisce il sistema economico .
glie mi
r m p es
a
I
I soggetti economici sono le famiglie, le imprese, lo Stato e il resto del mondo.
La famiglia in senso economico è costituita da una o più persone che forniscono prestazioni lavorative in cambio di un reddito, con il quale soddisfano i loro bisogni, attraverso attività di consumo e di risparmio.
Pagamento delle importazioni
Incasso delle esportazioni
Pr
PRODUZIONE, SCAMBIO, MERCATO E MONETA
u zi o n
e
od
La produzione è l’attività economica delle imprese per trasformare i fattori i fattori produttivi in beni e servizi per soddisfare i bisogni dei consumatori.
Il valore della produzione complessiva di un Paese si chiama Prodotto interno lordo (PIL) .
I beni prodotti vengono scambiati nei diversi tipi di mercato , dove si incontrano la domanda e l’offerta.
S ca m bi o
M
e r c at o
Il baratto consisteva nello scambio di merci contro merci, nelle economie non organizzate.
Lo scambio che avviene nel mercato ha visto il passaggio dal baratto alla compravendita.
I principali tipi di mercato sono la concorrenza perfetta, il monopolio, la concorrenza monopolistica, l’oligopolio.
Nella concorrenza perfetta (o libera concorrenza) beni e servizi sono offerti da molte imprese e sono richiesti da un numero elevato di compratori.
Nel monopolio vi è una sola impresa che produce e offre un certo bene, che è quindi unico.
Nella concorrenza monopolistica (o imperfetta) molte imprese in concorrenza tra loro offrono a molti compratori un prodotto non omogeneo.
Nell’ oligopolio un numero ridotto di imprese producono e offrono un prodotto omogeneo o differenziato.
La compravendita consiste nello scambio di merci contro moneta e avviene nelle economie monetarie.
M
o n et a
La moneta è qualsiasi mezzo di pagamento utilizzato in una società per effettuare scambi di beni e servizi, come unità di misura e come riserva di valore.
Il valore della moneta dipende dall’indice generale dei prezzi, il cui aumento determina l’inflazione.
U1 STUDIA CON METODO SCARICA LE SLIDE DEI CAPITOLI
L’economia politica bisogni
beni
microeconomia macroeconomia
produzione
risparmio consumo ricchezza
demografia
statistica investimento
BRAINSTORMING
Per entrare in argomento Conosci l’espressione “fare economia”? Che cosa significa? Poiché i beni e i servizi sono limitati, mentre i bisogni dei soggetti sono potenzialmente illimitati occorre compiere delle scelte, per conciliare le necessità con i mezzi per soddisfarle. Da qui nasce l’esigenza di “fare economia”.
Reddito e patrimonio sono entrambi indici di ricchezza per un individuo. Mentre il reddito è un flusso dinamico di entrate di cui il soggetto dispone per un certo periodo di tempo (come, ad esempio, lo stipendio), il patrimonio è un’entità statica di risorse a disposizione dell’individuo (ad esempio, il possesso di terreni e fabbricati).
A tuo parere, sono attività economiche simili le decisioni che assumi nella gestione del denaro per le tue spese e le decisioni che il tuo Comune prende nel destinare le proprie risorse finanziarie per l’erogazione di servizi pubblici? Le scelte che un singolo soggetto compie, al fine di soddisfare i propri bisogni, appartengono alla sfera della microeconomia, mentre le scelte effettuate da enti e organi pubblici nell’interesse dell’intera collettività rappresentano decisioni di macroeconomia.
A tuo parere, i seguenti impieghi di denaro hanno la stessa natura? Pagamento del prezzo di una pizza e una bibita, versamento del prezzo di alcune azioni di una s.p.a. e accantonamento di somme per poter andare in vacanza. Il consumo è quella parte di reddito destinata al soddisfacimento dei bisogni (come, ad esempio, il pagamento dei generi alimentari); la parte di reddito che non viene, invece, consumata costituisce risparmio se resta statica (come l’accantonamento di denaro per esigenze future); infine, il risparmio produttivo, ossia che si trasforma nel tempo, assume la denominazione di investimento (come, ad esempio, l’acquisto di azioni societarie).
Il possesso di beni materiali, come ad esempio terreni e fabbricati, oppure il disporre di un elevato stipendio sono indici di quali tipi di ricchezza?
L’acqua: risorsa, bene o diritto? Che cos’è l’acqua? È difficile definirla sul piano economico. Progressivamente è diventata una merce, costituendo ormai oggetto di contrattazioni finanziarie, ad esempio, nella Borsa statunitense, tanto da trasformarsi da risorsa naturale a commodity speculativa (basti pensare al Nasdaq Veles California Water Index). Secondo l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite è, invece, un diritto da riconoscere a tutti i popoli, stante la sua natura di bene pubblico da difendere e garantire.
Attività sul caso L’acqua è un bene economico oppure è un bene libero? I beni che ci circondano non appartengono tutti alla categoria dei beni economici, dotati delle caratteristiche della scarsità (sono limitati in natura), della patrimonialità (hanno un valore monetario) e della accessibilità (è possibile fisicamente e giuridicamente procurarseli). Per ciascuno dei seguenti beni, indica se è un bene libero o un bene economico. Poi, in classe, confronta le risposte con quelle dei tuoi compagni motivando le ragioni della scelta. Beni liberi Benzina Luce solare Olio di semi di girasole Aria Acqua marina Terreno agricolo
Beni economici
capitolo
1
La natura della scienza economica 1. L’oggetto della scienza economica
DOMANDE GUIDA Cerca le risposte nel testo. •
Qual è l’oggetto dell’economia politica?
•
Possiamo ancora affermare che i beni economici siano scarsi?
•
Quali attività costituiscono il circuito economico e come interagiscono fra loro?
Perché studiamo la scienza economica, ovvero l’economia politica? Per diversi motivi, non esiste una sola ragione. Studiando questo libro, scoprirete e approfondirete l’oggetto e le finalità di tale disciplina. In particolare, lo studio dell’economia può aiutare l’essere umano a incrementare il proprio benessere economico, a decidere come impiegare i propri soldi e infine, soprattutto, a conoscere le regole che animano le interazioni quotidiane con il mondo che lo circonda. Inoltre, già in questa fase introduttiva, può essere utile sintetizzare il nostro percorso con una constatazione: sia gli economisti sia le persone comuni fanno alcune previsioni sull’andamento dell’economia ed entrambi possono sbagliare. Qual è allora la differenza tra gli uni e gli altri? La risposta è che solo gli economisti analizzano a fondo e comprendono le ragioni per le quali le previsioni non si sono avverate. Si è soliti far coincidere la nascita dell’economia politica con l’uscita di La ricchezza delle nazioni, l’opera di Adam Smith (1723-1790) pubblicata nel 1776. Nell’arco degli ultimi due secoli il pensiero economico ha avuto molti altri illustri studiosi, tra i quali Karl Marx (1818-1883) e John Maynard Keynes (1883-1946), per citare soltanto due tra i più famosi. Al centro della scienza economica, ossia dell’economia politica, vi è l’analisi del comportamento umano. Ma qual è l’oggetto dell’economia politica? Oggetto dell’economia politica è lo studio del modo in cui gli uomini scel gono di impiegare al meglio risorse produttive scarse o limitate per ottene re prodotti e per distribuirli tra i membri che compongono la collettività, affinché, attraverso il consumo, possano soddisfare i propri bisogni.
CONCETTI CHIAVE
→ Economia politica:
scienza che studia i comportamenti umani volti al soddisfacimento dei propri bisogni.
→ Scarsità: termine
che esprime la limitatezza di un bene in relazione alla domanda del bene stesso.
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I beni economici sono scarsi, ossia sono limitati in relazione alla domanda dei beni stessi. In molti casi non si pone adeguatamente l’accento sul concetto di scarsità dei beni economici quale sinonimo di “economicità”, che invece tornerà spesso in evidenza lungo il percorso di studio che ci apprestiamo a fare insieme. Infatti, sebbene John Kenneth Galbraith (1908-2006), nella sua famosa opera La società opulenta (1958), dichiari apertamente che gli Stati Uniti e buona parte dell’Occidente sono divenute società opulente, la scarsità dei beni economici permane ancora come uno degli aspetti fondamentali e incontrovertibili della nostra vita quotidiana. Tutti i beni, anche quelli che appaiono come illimitatamente disponibili, sono a rischio di esaurimento a causa di un utilizzo eccessivo o errato o per cause naturali (ad esempio: l’aria è soggetta a inquinamento; l’acqua potabile può scarseggiare per la mancanza di piogge; l’acqua del mare è salata e non direttamente disponibile; i ghiacciai possono sciogliersi ecc.).
capitolo 1
La natura della scienza economica
Il circuito economico La scienza economica studia le attività della produzione, della distribuzione, dello scambio e del consumo della ricchezza, che costituiscono il circuito economico. All’economista interessa studiare come le imprese trasformano le materie prime in prodotti finiti (ad esempio, come un’impresa, utilizzando ferro, vetro, plastica, gomma ecc., produca automobili): questo è il fenomeno della produzione dei beni. Inoltre, gli interessa studiare come avviene la distribuzione della ricchezza, ovvero secondo quali modalità e quali criteri i beni si ripartiscono tra i lavoratori, le imprese ecc., e il fenomeno dello scambio, attraverso il quale le imprese vendono i beni (ad esempio, pane, latte, televisori ecc.) e i consumatori li acquistano a un determinato prezzo. Infine, l’economista analizza come un individuo decide di ripartire il proprio reddito nell’acquisto dei diversi beni: ad esempio, quanta pasta o frutta comprerà, se acquisterà vestiti, il pc o il telefonino ecc. Questo è il fenomeno del consumo. Il circuito economico si sviluppa, quindi, nel modo seguente. Le imprese producono beni e servizi, utilizzando nel processo produttivo fattori produttivi e prestazioni lavorative in cambio di una remunerazione (prezzi e salari). Le imprese cedono i beni prodotti ad altri soggetti (scambio con imprese e famiglie) in cambio di un corrispettivo (prezzo). Gli acquirenti possono utilizzare i beni acquistati per soddisfare i loro bisogni (consumo, nel caso delle famiglie) oppure impiegarli nelle loro attività (nel caso delle imprese). Le attività descritte portano a una ripartizione dei beni prodotti tra i vari soggetti del circuito sulla base dei rispettivi prezzi applicati (remunerazione per il lavoratore, prezzo per il bene prodotto ecc.). Il consumo chiude il circuito economico, all’interno del quale i beni prodotti vengono distribuiti tra coloro che hanno contribuito a produrli (imprese, lavoratori, Stato ecc.), scambiati contro denaro e/o altri beni e, infine, consumati per soddisfare i bisogni.
CONCETTI CHIAVE
→ Scambio: trasferimento
di una merce o di un servizio da una persona o da un’istituzione a un’altra, in cambio di una merce, di un servizio o di moneta.
→ Prezzo: valore di una merce o di un servizio, espresso in termini monetari.
→ Consumo: processo
attraverso il quale l’individuo ricava utilità da un bene o da un servizio.
OGGETTO DELL’ECONOMIA POLITICA consiste
nell’analisi del comportamento umano volto a soddisfare bisogni
nello studio delle attività di produzione, distribuzione, scambio e consumo
circuito economico
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unità 1
L’economia politica
2. Il comportamento individuale e sociale DOMANDE GUIDA •
Come si procurano un reddito gli individui? Quale uso fanno di questo reddito?
•
Quali esigenze si incontrano nel mercato del lavoro?
•
Sulla base di quale principio agiscono economicamente gli individui?
Consideriamo ora alcuni problemi oggetto di studio della scienza economica. Ogni individuo, per soddisfare i propri bisogni, ha a disposizione un determinato reddito (ad esempio, 1000 euro al mese) di cui spenderà una parte e risparmierà quella rimanente. Con la porzione di reddito che decide di spendere acquisterà beni di consumo (generi alimentari, vestiario, biglietti per il cinema ecc.). Quali beni acquisterà e in quale quantità? È plausibile che, prima di decidere, prenderà in esame i prezzi dei beni. Questo è un tipo di problema economico che si pone per qualunque individuo. Invece, altre questioni riguardano solo alcuni individui, non tutti. ESEMPIO Un imprenditore deve risolvere il problema di quanta merce produrre, a che prezzo venderla ecc. Si tratta di questioni che non si pongono per tutti gli individui, ma solo per gli imprenditori.
Come abbiamo detto, gran parte degli individui ha necessità di lavorare per potersi procurare da vivere. In questa ricerca essi offriranno la propria capacità lavorativa (offerta di lavoro), fisica o intellettuale, in cambio di una retribuzione. Del pari, coloro che cercano lavoratori per far funzionare le proprie attività economiche (domanda di lavoro) – e cioè imprese, Pubbliche amministrazioni ecc. – dovranno offrire una remunerazione adeguata per poter attrarre i potenziali lavoratori. Questo contesto in cui si incontrano offerta e domanda di lavoro costitui sce il mercato del lavoro.
IL SINDACATO DELLE PERSONE
Su questo mercato, solo in minima parte i singoli soggetti negoziano le condizioni di lavoro (orario, retribuzione ecc.) a livello individuale. Nella maggior parte dei casi, si sono costituite nel tempo organizzazioni dei lavoratori (cioè i sindacati, come CGIL, CISL, UIL) e degli imprenditori (cioè associazioni di categoria, come Confindustria, Confcommercio), che negoziano tra di loro per stabilire le condizioni contrattuali di intere categorie di lavoratori (cosiddetta “contrattazione collettiva”).
3. Il principio edonistico o del tornaconto Il principio edonistico, detto anche principio utilitaristico o del tornaconto, consiste nel fatto che gli individui agiscono e interagiscono razionalmente secondo un piano coerente. Gli individui cercano di massimizzare i propri utili (principio del massimo risultato) e minimizzare i propri costi (principio del minimo sforzo). 8
capitolo 1
La natura della scienza economica
Si noti, tuttavia, come la razionalità non possa essere considerata valida in senso assoluto, bensì vada riferita alle preferenze dei singoli individui. Tutti i soggetti si comportano secondo questo principio nelle diverse fasi dell’attività economica. Ad esempio, i consumatori cercano di acquistare i beni che danno loro la massima soddisfazione possibile e le imprese cercano di produrre le merci al minor costo possibile. Naturalmente ciò non significa che gli individui siano guidati nelle loro azioni solo e sempre dall’egoismo, ben potendo gli stessi soggetti comportarsi in maniera diversa a seconda del contesto.
Il concetto di homo oeconomicus L’economia politica spesso ipotizza l’esistenza di un homo oeconomicus. Il comportamento dell’homo oeconomicus è determinato prevalente mente, o esclusivamente, dal movente economico e, quindi, dal principio del tornaconto individuale. Si tratta naturalmente di una semplificazione della realtà, perché l’uomo non si comporta solo sulla base del principio edonistico. Infatti, sebbene l’individuo arrivi quasi sempre a effettuare lo scambio in base al principio dell’utilitarismo individuale, sia l’evidenza empirica sia gli studi condotti nel campo della psicologia hanno dimostrato che la natura dell’uomo non è univoca e che lo scambio, in quanto tale, integra e crea vincoli di amicizia, controllo e subordinazione, come risultato dei propri impulsi emotivi e non solo delle leggi di mercato.
4. I rapporti tra l’economia politica e le altre scienze sociali Oggetto della scienza economica è l’analisi del comportamento umano, ma solo riguardo ai rapporti economici. Tutte le scienze sociali studiano il comportamento umano: la sociologia, ad esempio, analizza quello dei gruppi o delle classi sociali; la psicologia quello dell’individuo nei suoi rapporti con i familiari, con gli amici, con i colleghi di lavoro. L’economia politica è una scienza sociale che può servirsi del contributo delle altre scienze sociali.
DOMANDE GUIDA •
Che cosa studiano le scienze sociali? L’economia politica è una di esse?
•
In quale rapporto è l’economia politica con il diritto? E con la storia?
ESEMPIO Quando l’economia politica studia il comportamento dell’individuo che sceglie quali beni acquistare con il suo reddito, può utilizzare i risultati della psicologia. Analogamente, analizzando i rapporti economici tra i gruppi sociali, può servirsi dei risultati della sociologia, che studia i rapporti generali tra di essi.
L’economia politica ha rapporti molto stretti con il diritto, la politica economica, la scienza delle finanze, la statistica, l’economia matematica, l’econometria e la storia economica. 9
unità 1
L’economia politica
I rapporti con il diritto e le altre scienze economiche L’attività economica degli individui è regolata da norme giuridiche. ESEMPIO Lo scambio dei beni (la compravendita) è regolato dal diritto privato; la vita e le attività delle imprese (come la costituzione delle società, la redazione dei bilanci, l’emissione delle azioni ecc.) sono regolate dal diritto commerciale e così via.
Inoltre, l’economia politica ha rapporti con la politica economica, che studia gli interventi dello Stato nell’economia. Mentre l’economia politica descrive il funzionamento del sistema eco nomico in assenza di intervento pubblico, la politica economica fissa gli obiettivi (ad esempio, la piena occupazione) e individua i mezzi (gli inter venti dello Stato nell’economia) per raggiungerli. ESEMPIO Ad esempio, per ottenere la piena occupazione lo Stato può realizzare alcune opere pubbliche come strade o ferrovie, dando così lavoro a persone disoccupate.
La scienza delle finanze, chiamata anche economia pubblica, studia l’attività che lo Stato e gli enti pubblici (le Regioni, i Comuni ecc.) svolgono per procurarsi i mezzi necessari alla soddisfazione dei bisogni pubblici, come l’amministrazione della giustizia, l’istruzione ecc. Quindi, la scienza delle finanze studia sia le entrate dello Stato (ad esem pio, le imposte) sia le spese pubbliche, cioè le spese che lo Stato e gli enti pubblici effettuano per fornire ai cittadini i servizi necessari. È evidente come le entrate e le spese pubbliche incidano sulla produzione e sul consumo dei beni; quindi, i rapporti tra economia politica e scienza delle finanze sono assai stretti.
I rapporti con le discipline matematiche La statistica rappresenta lo strumento attraverso cui le leggi economiche vengono sottoposte a verifica empirica. ESEMPIO La legge della domanda afferma che, quando il prezzo di un bene (ad esempio, la farina) aumenta, i consumatori domandano (cioè acquistano) una quantità minore di quel bene. Per verificare questa legge, cioè per vedere se è valida, occorre compiere una rilevazione statistica: occorre vedere se in diversi Paesi e in diversi anni, quando il prezzo della farina è aumentato, gli acquisti di farina sono diminuiti.
La statistica studia le tecniche attraverso cui rilevare questi fatti. Anche l’economia matematica e l’econometria sono due strumenti ad appannaggio dell’economia politica. 10
capitolo 1
La natura della scienza economica
L’economia matematica ha una lunga tradizione e non presenta alcuna dif ferenza sostanziale rispetto all’economia politica. Essa consiste nell’applicazione del ragionamento matematico alla scienza economica.
Figura 1
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ESEMPIO L’economia politica ci insegna che, quando il prezzo di un bene (come la farina) aumenta, la quantità richiesta di quel bene diminuisce. Questo concetto può essere espresso in forma matematica, affermando che la quantità domandata di un bene (q) è una funzione decrescente del suo prezzo (p), e può essere rappresentata graficamente, come illustrato nella figura ➊.
p
Mentre l’economia matematica consiste nell’applicazione del ragionamento matematico alla scienza economica, l’econometria tenta, mediante l’appli cazione della matematica e della statistica all’economia politica, di misurare quantitativamente i fenomeni economici. Attraverso analisi econometriche si possono formulare previsioni quantitative. Mentre la teoria economica si limita a prevedere che, se il prezzo della farina aumenta, la quantità domandata di farina diminuisce, un modello econometrico cerca di prevedere di quanto diminuisce la quantità domandata di farina se il prezzo aumenta, ad esempio, di 0,50 euro al kg. ESEMPIO Possiamo chiederci: se oggi il prezzo della farina aumenta di 0,50 euro al kg, di quanto esattamente diminuirà la quantità domandata di farina? Per poter rispondere a questa domanda, occorre rilevare, mediante la statistica, la relazione (cioè la funzione matematica) che c’è oggi tra la quantità domandata di farina e il suo prezzo.
I rapporti con la storia economica La storia si limita a descrivere e a interpretare i fatti, ma non tenta di fare previsioni come cercano invece di fare le scienze sociali, tra cui l’economia politica. Ad esempio, lo storico analizza le cause di una determinata guerra, ma non tenta di formulare leggi generali che ci consentano di prevedere se e quando una guerra scoppierà. ESEMPIO Un semplice esempio può consentirci di chiarire la differenza di scopi tra l’economia politica e la storia economica. La storia economica (che si differenzia dalla storia generale perché considera e interpreta solo i fatti economici, anziché tutti i fatti) tenta, ad esempio, di spiegare perché in un certo periodo nell’economia italiana vi è stato un forte sviluppo della produzione industriale. L’economia politica, invece, esaminando lo sviluppo di molti Paesi in diverse epoche storiche, tenta di formulare una teoria (cioè una legge valida, se non per tutti i tempi e tutte le società, perlomeno in una certa epoca e in un dato sistema economico) che spieghi da quali fattori dipende lo sviluppo della produzione industriale. Supponiamo, ad esempio, che da uno studio approfondito risulti evidente che lo sviluppo della produzione industriale dipenda dal progresso tecnico.
CONCETTI CHIAVE
→ Economia pubblica (scienza
delle finanze): scienza che studia l’attività dello Stato e degli enti pubblici al fine di procurarsi i mezzi per la soddisfazione dei bisogni pubblici.
→ Economia matematica:
applicazione del ragionamento matematico alla scienza economica.
→ Econometria: applicazione
della matematica e della statistica all’economia per la misurazione quantitativa dei fenomeni economici.
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unità 1
L’economia politica Sarà allora possibile elaborare una teoria che ci consente di prevedere che, in futuro, quanto più intenso sarà il progresso tecnico, tanto più veloce sarà lo sviluppo della produzione industriale. l’ECONOMIA POLITICA ha
RAPPORTI CON ALTRE SCIENZE SOCIALI
DIRITTO
SCIENZA DELLE FINANZE
ECONOMIA MATEMATICA
STORIA ECONOMICA
regolazione, mediante norme, dell’attività economica degli individui
studio delle entrate dello Stato e delle spese pubbliche
applicazione del ragionamento matematico alla scienza economica
descrizione e interpretazione dei fatti economici
POLITICA ECONOMICA
STATISTICA
ECONOMETRIA
indicazione degli obiettivi economici dello Stato e dei mezzi per raggiungerli
verifica empirica delle leggi economiche
misurazione quantitativa dei fenomeni economici
5. Il metodo dell’economia politica DOMANDE GUIDA •
In che cosa differiscono il metodo deduttivo e quello induttivo?
•
Che cosa sono le teorie economiche?
•
Quando una teoria si può definire “modello”?
12
La scienza economica fa uso sia del metodo deduttivo sia del metodo induttivo. Il metodo deduttivo consiste nel partire da certe premesse (ipotesi o as sunti) e nel dedurre, mediante il ragionamento, tutte le conseguenze im plicite in esse. ESEMPIO L’individuo avverte bisogni primari e bisogni secondari. I bisogni primari sono quelli il cui soddisfacimento è necessario per l’esistenza dell’uomo (come il bisogno di mangiare, di bere, di vestirsi). I bisogni secondari sono quelli che sorgono e si soddisfano dopo i primari (come il bisogno di avere il frigorifero, l’automobile, di leggere un libro). Di conseguenza l’individuo destina il suo reddito, che è limitato, prima all’acquisto dei beni che soddisfano i suoi bisogni primari (generi alimen-
capitolo 1
La natura della scienza economica
tari, bevande, vestiti), poi all’acquisto di beni che soddisfano i suoi bisogni secondari (ad esempio, l’automobile). Diversi economisti sono giunti a tali conclusioni supponendo che la natura umana spinga l’uomo a comportarsi in tal modo: essi hanno fatto uso del metodo deduttivo, non si sono cioè basati sull’osservazione del comportamento di qualche individuo particolare.
Il metodo induttivo parte dall’osservazione della realtà per arrivare a formulare leggi generali. ESEMPIO Se in diversi Paesi e in diverse epoche storiche, quando il prezzo del cotone aumenta, la quantità domandata di cotone diminuisce – e ciò avviene anche per altri beni come il pane, il vestiario ecc. –, induco (ma nel linguaggio comune si dice, erroneamente, deduco) che esiste una legge generale per cui, all’aumentare del prezzo di un bene, la quantità domandata di quel bene diminuisce e viceversa.
L’uso dei metodi deduttivo e induttivo porta alla formulazione di teorie, cioè di leggi generali che esprimono le relazioni tra i fenomeni economici. ESEMPIO Quando il prezzo di un bene aumenta, la quantità domandata di quel bene diminuisce (legge della domanda); se la quantità di moneta in circolazione aumenta, crescono i prezzi (teoria quantitativa della moneta).
Le teorie, quando vengono espresse in forma matematica, prendono il nome di modelli: la legge della domanda, ad esempio, è un semplice modello. Le teorie e i modelli consentono di fare delle previsioni. ESEMPIO La legge della domanda ci permette di prevedere che, se tra un mese il prezzo del petrolio aumenterà, la quantità domandata di petrolio diminuirà. l’ECONOMIA POLITICA utilizza due
METODI
metodo DEDUTTIVO
metodo INDUTTIVO
parte da premesse (ipotesi o assunti) e deduce, mediante il ragionamento, le loro conseguenze
parte dall’osservazione della realtà per arrivare a formulare leggi generali
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unità 1
L’economia politica
6. Microeconomia e macroeconomia DOMANDE GUIDA •
Che cosa differenzia la microeconomia dalla macroeconomia?
•
Come si riesce ad aggregare le grandezze microeconomiche per ottenere quelle macroeconomiche?
Una prima importante distinzione operabile all’interno della scienza economica è quella tra microeconomia e macroeconomia. La microeconomia studia il comportamento dei singoli operatori e delle singole unità economiche, cioè dell’individuo nelle sue posizioni di im prenditore, di consumatore ecc. La macroeconomia invece considera grandezze che non si riferiscono alla singola persona, ma all’intera economia o a suoi singoli settori. ESEMPIO Supponiamo che un individuo percepisca uno stipendio pari a 1000 euro al mese e che non abbia altre entrate; 1000 euro rappresentano il reddito mensile di questo soggetto. Il reddito di una persona è un concetto microeconomico, perché si riferisce al singolo individuo. Supponiamo che lo stesso soggetto consumi 850 euro del suo reddito mensile e ne risparmi 150. Di nuovo, il consumo e il risparmio di una persona sono concetti microeconomici. Se sommiamo i redditi di tutti gli individui esistenti in una nazione, otteniamo il reddito di un intero Paese, cioè il reddito nazionale, che è un concetto macroeconomico (ovvero una grandezza macroeconomica), perché si riferisce all’intera economia e non a un singolo individuo. Analogamente, se sommiamo i consumi di tutti gli italiani, otteniamo il consumo nazionale, che è anch’esso un concetto macroeconomico. Possiamo fare altri esempi. Quando diciamo che un’impresa produce in un anno 1 milione di automobili, esprimiamo un concetto microeconomico: la produzione di un’unica azienda. Se viceversa consideriamo le produzioni di tutte le imprese industriali italiane e le sommiamo, otteniamo la produzione del settore industriale, e questo è un concetto macroeconomico.
Il processo di aggregazione delle grandezze economiche CONCETTI CHIAVE
→ Microeconomia: scienza
che studia le scelte economiche dei singoli operatori economici (ad esempio, dell’individuo come imprenditore, consumatore ecc.).
→ Macroeconomia: scienza
che studia il sistema economico nel suo complesso, quindi le grandezze economiche che non si riferiscono al singolo individuo, ma all’intera economia o a suoi singoli settori.
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Nell’esempio del reddito nazionale, il reddito di ogni persona è espresso in euro, cioè in termini monetari, per cui non vi è alcuna difficoltà a fare la somma dei redditi individuali. Se l’entrata mensile di un individuo è di 1000 euro, quella di un altro è di 1250 euro, quella di un altro ancora è di 1500 euro e così via: sommando queste cifre si ottiene il reddito nazionale. Nell’esempio della produzione, invece, il problema è più complesso. Infatti, se consideriamo la produzione di tutte le imprese industriali italiane, vediamo che essa è costituita da beni eterogenei, quali radio, automobili, televisori, orologi ecc. Come è possibile sommare tra loro tali oggetti? L’unico modo consiste nel moltiplicare la produzione totale di radio per il prezzo di una radio, la produzione totale di automobili per il prezzo di un’automobile (prescindendo dai diversi tipi di radio e dai differenti tipi di automobile) e così via. Sommando queste produzioni (che ora sono espresse in euro, cioè in termini monetari e non in termini fisici), si ottiene un unico valore, che rappresenta la produzione totale del settore industriale (espressa in termini monetari).
capitolo 1
La natura della scienza economica
In questo caso, abbiamo fatto una somma ponderata: non potendo addizionare quantità fisiche di beni eterogenei, le abbiamo prima moltiplicate per i rispettivi prezzi e poi abbiamo fatto la somma. Il procedimento mediante il quale si passa dalle grandezze microeconomiche a quelle macroeconomiche è chiamato aggregazione e le grandezze macroeconomiche sono note anche come grandezze aggregate. È possibile avere diversi livelli di aggregazione. ESEMPIO Se si torna all’esempio del reddito, si può considerare quello di una persona; quindi si possono sommare i redditi di tutti gli individui che risiedono in una provincia, ottenendo il reddito provinciale. Addizionando i redditi di tutte le persone che risiedono in una regione, si ottiene il reddito regionale; sommando i redditi di tutti coloro che risiedono in Italia, si ha il reddito nazionale del nostro Paese. In generale, possiamo dire che la microeconomia considera le grandezze che si riferiscono a unità economiche elementari, come l’individuo, la famiglia, l’impresa; invece, tutte le volte che le grandezze riguardano unità economiche più vaste – come un settore produttivo, o la Provincia, la Regione, la nazione – siamo nel campo della macroeconomia.
CONCETTI CHIAVE
→ Aggregazione:
procedimento mediante il quale si passa dalle grandezze microeconomiche a quelle macroeconomiche.
la SCIENZA ECONOMICA è distinta in
MICROECONOMIA
MACROECONOMIA
grandezze relative a UNITÀ ECONOMICHE ELEMENTARI
grandezze relative all’INTERA ECONOMIA o a suoi SETTORI AGGREGAZIONE
grandezze microeconomiche
grandezze macroeconomiche
Dall’aggregazione dei dati si ricavano le grandezze micro e macroeconomiche.
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unità 1
L’economia politica
ECONOMIA APPLICATA La rappresentazione dei modelli economici sul piano cartesiano Come sappiamo, per formulare le leggi generali che esprimono la relazione tra diversi fenomeni economici, si possono utilizzare due diversi metodi: il metodo deduttivo e il metodo induttivo. 1. Il metodo deduttivo consiste nel partire da alcuni principi generali per poi dedurre, mediante un procedimento logico, la spiegazione di un fenomeno particolare o l’elaborazione di una teoria economica. Per semplicità diciamo: dal generale al particolare. 2. Il metodo induttivo, invece, al contrario del precedente, consiste nell’osservare più fenomeni particolari generalmente rilevati mediante dati statistici, classificare i casi uniformi per poi procedere alla formulazione di leggi generali. Per semplicità diciamo: dal particolare al generale. Ogni metodo, se usato individualmente, presenta dei limiti, pertanto gli economisti li utilizzano entrambi. In questo modo, riescono a formulare teorie capaci di esprimere la relazione tra diversi fenomeni economici sia partendo da considerazioni generali, sia osservando la realtà di fenomeni specifici. I modelli Per poter studiare le teorie economiche, spesso gli economisti le trasformano in modelli, cioè schemi espressi in forma matematica, che offrono una rappresentazione semplificata del fenomeno, valutando solo i suoi elementi fondamentali e trascurando quelli secondari. I modelli servono a capire meglio il funzionamento dell’economia e a formulare previsioni corrette. Si rappresentano graficamente utilizzando come riferimento il sistema degli assi cartesiani. Gli assi cartesiani Gli assi cartesiani costituiscono un sistema composto da due rette perpendicolari che si intersecano in un punto chiamato origine, indicato dalla lettera O, e che dividono il piano in quattro parti, chiamate quadranti. Su ciascuna retta viene definito un orientamento indicato con una freccia e un’unità di misura che consente di identificare qualsiasi punto dell’insieme mediante numeri reali. La retta orizzontale è detta asse delle ascisse: si indica con x e, a partire dall’origine e proseguendo da sinistra verso destra, ha una direzione positiva. La retta verticale è detta asse delle ordinate: si indica con y e ha anch’essa, a partire dall’origine e dal basso verso l’alto, una direzione positiva.
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Dopo aver indicato la direzione degli assi, è necessario identificare un’unità di misura U su ciascun asse. y
U
B
M
0
A
x
Questo permette di individuare ogni punto del piano – ad esempio il punto M – tramite le sue proiezioni sulle due rette, e cioè OA sull’ascissa e OB sull’ordinata. Esse rappresentano le coordinate del punto M. In generale, in economia si impiega il primo quadrante del piano cartesiano perché si considerano solo grandezze positive. Le funzioni Per poter formulare le previsioni da rappresentare graficamente, è necessario introdurre il concetto di funzione. Si definisce funzione una relazione che lega due variabili: y = f(x) Il simbolo f in questa formula semplificata indica che y è funzione di x; la variabile y si dice dipendente e la variabile x si dice indipendente; ciò significa che, noto il valore di x, è possibile ricavare il corrispondente valore di y applicando la relazione che li lega, ossia: y = f(x). Un metodo pratico per la cox y struzione del grafico si basa 1 4 sulla costruzione di una tabella a due colonne, dove 2 8 nella prima si assegnano i 3 12 valori della variabile indi4 16 pendente e nella seconda si … … scrivono i corrispondenti valori che assumerà la variabi… … le dipendente. Successivamente i valori delle due variabili si rappresenteranno sugli assi cartesiani. Con il tuo compagno di banco, costruisci una funzione con relativa tabella e piano cartesiano. Ricorda di stabilire l’unità di misura.
Un’economia “rivoluzionaria” L’innovazione tecnologica è alla base della crescita, dello sviluppo economico e del tenore di vita. Per tecnologia si intende l’insieme delle conoscenze necessarie alla produzione di beni e servizi. Sono state le rivoluzioni industriali a comportare mutamenti profondi nei sistemi economici, consentendo risparmi di costi e materiali, migliore qualità di prodotti e servizi, espansione dell’offerta, riduzione dei tempi di produzione, maggiore soddisfazione delle esigenze dei consumatori. Mentre la Prima rivoluzione industriale (17801840) era basata sull’introduzione della macchina a vapore e sull’utilizzo del carbon fossile come fonte di energia, la Seconda rivoluzione industriale (1870-1914) era caratterizzata dall’invenzione del motore a scoppio e dalla diffusione dell’elettricità. Le innovazioni della Seconda rivoluzione diedero vita alla produzione su larga scala (o di massa). L’introduzione dell’elettronica, delle telecomunicazioni e dell’informatica nell’industria coincide con l’inizio della Terza rivoluzione industriale, iniziata negli anni Sessanta del secolo scorso. Alcune delle sue tappe fondamentali sono: il primo robot da parte della General Motors (1961), i primi PC negli anni Ottanta, lo sviluppo di Internet e dell’e-commerce negli anni Novanta. La tendenza a una produzione industriale automatizzata, alimentata dalle continue innovazioni
ANALISI ECONOMICA E SOCIETÀ
tecnologiche, ha portato alla Quarta rivoluzione industriale, detta anche industria 4.0, caratterizzata dall’automazione delle macchine e dall’interconnettività delle risorse (impianti, persone, informazioni), sia interne all’azienda sia distribuite lungo la catena del valore, per cui le imprese industriali e manifatturiere hanno aumentato la propria competitività ed efficienza. Questo processo ha migliorato le condizioni di lavoro, creato nuovi modelli di business e aumentato l’efficienza e la qualità produttiva degli impianti. L’automazione e l’interconnettività vengono applicati e a tre diverse aree della gestione aziendale: ■ la raccolta e l’analisi dei dati attraverso tecnologie come, ad esempio, Big Data e Cloud Computing; ■ l’interazione uomo-macchina, attraverso tecnologie come, ad esempio, IoT, Realtà aumentata; ■ la trasformazione degli elementi digitali in rea ltà con tecnologie come la robotica o il gemello digitale, un modello virtuale progettato per riflettere in modo preciso un oggetto fisico, e la stampa 3D. Si tratta ormai di un processo inarrestabile nella trasformazione economica dell’Italia e del mondo (> unità 3, infografica L’industria 4.0).
ANALISI DEL TESTO E SPUNTI DI DISCUSSIONE Svolgi una ricerca su Internet per spiegare il significato delle seguenti espressioni tecniche, presenti nel brano. Produzione su larga scala:
Cloud Computing:
Catena del valore:
Automazione:
Gestione aziendale:
IoT:
Interconnettività:
Realtà aumentata:
Big Data:
Stampa 3D:
LAVORO DI GRUPPO Divisi in piccoli gruppi, documentatevi sulle industrie 4.0 presenti in Italia. Sceglietene una per gruppo e preparate una presentazione per condividerla con i compagni di classe.
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SINTESI La natura della scienza economica 1. L’oggetto della scienza economica Qual è l’oggetto dell’economia politica?
L’economia politica è la scienza economica che studia come gli uomini impiegano risorse produttive scarse o limitate per ottenere prodotti e per distribuirli tra i membri della collettività affinché essi possano soddisfare i loro bisogni.
Perché i beni economici sono scarsi?
I beni economici sono scarsi, cioè limitati in relazione alla domanda dei beni stessi, perché sono tutti a rischio di esaurimento.
Che cos’è il circuito economico?
Il circuito economico è costituito dall’attività di produzione, distribuzione, scambio e consumo della ricchezza.
2. Il comportamento individuale e sociale Attraverso che cosa gli individui soddisfano i propri bisogni?
Gli individui, per soddisfare i loro bisogni, necessitano di un reddito che usano per acquistare beni di consumo.
Come si procurano il reddito gli individui?
La maggior parte degli individui lavora per procurarsi un reddito; infatti, essi offrono lavoro (offerta di lavoro) in cambio di una retribuzione, mentre coloro che cercano lavoratori per far funzionare le proprie attività economiche (domanda di lavoro) offrono loro una remunerazione. Offerta e domanda di lavoro si incontrano nel mercato del lavoro.
3. Il principio edonistico o del tornaconto Qual è il principio sulla base del quale agiscono economicamente gli individui? Dal punto di vista economico, gli individui agiscono e interagiscono sulla base del principio edonistico (o utilitaristico o del tornaconto), con cui cercano di massimizzare gli utili e minimizzare i costi.
4. I rapporti tra l’economia politica e le altre scienze sociali Perché l’economia politica fa parte delle scienze sociali?
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Tutte le scienze sociali studiano il comportamento umano e l’economia politica, studiando i rapporti economici, è anch’essa una scienza sociale.
Quali sono i rapporti tra economia politica e diritto, politica economica e scienza delle finanze?
L’economia politica ha rapporti con il diritto, in quanto l’attività economica è regolata da norme giuridiche, con la politica economica, che fissa gli obiettivi economici di uno Stato e trova i mezzi per raggiungerli, e con la scienza delle finanze, che studia come Stato ed enti pubblici si procurano i mezzi per soddisfare i bisogni pubblici.
Quali sono i rapporti tra economia politica e statistica, economia matematica, econometria e storia economica?
L’economia politica ha rapporti con la statistica, che verifica empiricamente le leggi economiche, con l’economia matematica, che applica il ragionamento matematico alla scienza economica, con l’econometria, che misura quantitativamente i fenomeni economici, e con la storia economica, che cerca di descrivere e interpretare i fatti economici.
5. Il metodo dell’economia politica Quali metodi utilizza la scienza economica per formulare le sue teorie? La scienza economica fa uso del metodo deduttivo, che consiste nel partire da certe premesse e nel dedurre, mediante ragionamento, le loro conseguenze, e del metodo induttivo, che parte dall’osservazione della realtà per enunciare leggi generali. L’uso dei due metodi porta alla formulazione di teorie economiche.
6. Microeconomia e macroeconomia Che cosa sono la microeconomia e la macroeconomia?
La microeconomia è la scienza che studia il comportamento dei singoli operatori e delle singole unità economiche, mentre la macroeconomia studia il sistema economico nel suo complesso.
Come si passa dalle grandezze microeconomiche a quelle macroeconomiche? Si passa dalle grandezze microeconomiche alle grandezze macroeconomiche (o aggregate) mediante il processo di aggregazione delle prime.
MAPPA
ESPLORA LA MAPPA AUMENTATA
ECONOMIA POLITICA
è una
si distingue in
macroeconomia
comportamento dei singoli operatori economici
intero sistema economico
secondo il
che ha rapporti con
che studia
microeconomia
si avvale di
scienza
• diritto • politica economica • scienza delle finanze • statistica • economia matematica • econometria • storia economica
i comportamenti umani volti al soddisfacimento dei bisogni
le attività di produzione, distribuzione, scambio e consumo
che può avvenire se si ha a disposizione un
che compongono il
reddito
circuito economico
che si lega al concetto di
principio edonistico (o utilitaristico o del tornaconto)
metodo deduttivo
offerta lavoro domanda
premesse da cui dedurre, mediante ragionamento, le loro conseguenze per formulare
metodo induttivo
teorie economiche
osservazione della realtà per enunciare leggi generali
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VERIFICA 3. Indica l’unica affermazione corretta.
LESSICO ECONOMICO 1. Fornisci una sintetica definizione dei seguenti concetti.
1. Circuito economico ����������������������������������������������������������������������������������������������� �����������������������������������������������������������������������������������������������
2. Principio edonistico ����������������������������������������������������������������������������������������������� �����������������������������������������������������������������������������������������������
3. Principio del massimo risultato ����������������������������������������������������������������������������������������������� �����������������������������������������������������������������������������������������������
4. Homo oeconomicus ����������������������������������������������������������������������������������������������� �����������������������������������������������������������������������������������������������
5. Grandezze aggregate ����������������������������������������������������������������������������������������������� �����������������������������������������������������������������������������������������������
COMPRENSIONE 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false, spiegando le ragioni della tua scelta.
1. L’oggetto della scienza economica è lo studio delle azioni umane rivolte a risparmiare i beni e ridurre i bisogni. 2. La macroeconomia studia grandezze relative a unità economiche elementari. 3. L’attività economica degli individui non è mai regolata da norme giuridiche. 4. Il cosiddetto circuito economico è caratterizzato dalla duplice attività di produzione e di consumo della ricchezza. 5. Mediante la statistica, è possibile sottoporre a verifica empirica le leggi economiche. 6. Gli argomenti relativi alle imposte vengono studiati nell’ambito dell’economia pubblica. 7. In base al principio edonistico gli individui, nel loro agire economico, cercano di ottenere il massimo risultato qualunque sia lo sforzo necessario per ottenerlo. 8. Il problema economico di base è determinato dalla scarsità delle risorse rispetto ai bisogni. 9. La scienza economica studia la produzione della ricchezza, ma non la sua distribuzione tra i lavoratori e le imprese. 10. La scarsità di beni economici non è un problema esclusivo dei Paesi poveri ma coinvolge anche buona parte dell’Occidente.
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V|F V|F V|F V|F V|F V|F
V|F V|F V|F V|F
1. La politica economica: a. verifica empiricamente le leggi economiche b. analizza le entrate e le uscite dello Stato c. fissa gli obiettivi economici dello Stato d. regola l’attività economica degli individui 2. Soddisfare bisogni illimitati con beni limitati è proprio: a. dell’economia matematica b. della storia economica c. dell’economia politica d. dell’econometria 3. In base al principio edonistico gli uomini cercano di: a. minimizzare i propri costi b. massimizzare i propri utili c. ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo d. spendere il meno possibile rinunciando a soddisfare bisogni voluttuari 4. La descrizione e l’interpretazione dei fatti economici attengono: a. all’economia politica b. alla statistica c. al diritto d. alla storia economica 5. Le teorie economiche espresse in forma matematica prendono il nome di: a. modelli c. metodi b. previsioni d. norme economiche 6. Il procedimento mediante il quale si passa dalle grandezze microeconomiche a quelle macroeconomiche è chiamato: a. metodo induttivo c. previsione b. aggregazione d. metodo deduttivo 7. La verifica empirica delle leggi economiche è oggetto specifico: a. della statistica b. dell’economia matematica c. dell’econometria d. della microeconomia e della macroeconomia secondo la grandezza di riferimento 8. Il circuito economico si chiude con l’attività: a. di scambio c. di produzione b. di consumo d. di distribuzione 9. “La ricchezza delle nazioni” fu scritta da: a. Karl Marx b. Adam Smith c. John Maynard Keynes d. John Kenneth Galbraith
RIPASSA CON L’INTERROGAZIONE SIMULATA
GUIDA ALL’ESPOSIZIONE ORALE 4. Indica le corrispondenze corrette. 1. 2. 3. 4. 5.
Regolamentazione dell’attività economica Verifica empirica delle leggi economiche Interpretazione dei fenomeni economici Misurazione dell’attività economica Trasposizione in forma matematica dei fenomeni economici
a. b. c. d. e.
Economia matematica Diritto Econometria Statistica Storia economica
1…… 2…… 3…… 4…… 5……
ELABORAZIONE 5. Sviluppa i quesiti proposti. 1. Spiega che cosa significa “principio edonistico” e individua alcune azioni economiche quotidiane in cui è possibile riscontrare l’applicazione di tale principio. 2. Evidenzia i legami e le differenze tra la scienza economica, la psicologia e la sociologia. 3. Utilizzando concetti economici di base di tua conoscenza, esemplifica due grandezze macroeconomiche e due grandezze microeconomiche.
APPLICAZIONE 6. Risolvi i problemi proposti. 1. Supponi di leggere tre saggi. Il primo descrive le vicende di un conflitto, il secondo analizza le cause economiche che lo hanno determinato, il terzo giunge a formulare una teoria secondo la quale è possibile prevedere che ripresentandosi certe circostanze potrebbe verificarsi un nuovo conflitto. Attribuisci a ognuno di essi il proprio ambito disciplinare e spiega i motivi della tua scelta. 2. Considera queste affermazioni: 1) Tizio, disponendo di un reddito mensile di 2000 euro, ne destina 1500 al consumo. Quando il suo reddito sale a 2500 euro, il suo consumo giunge a 1750 euro; 2) il consumo di Tizio è una funzione crescente del suo reddito. Indica quale di queste affermazioni attiene all’economia e quale all’econometria e spiega perché. 3. L’esperienza dimostra che, se le disponibilità economiche di un individuo crescono, aumenta il suo consumo di beni. Esprimi questo concetto in forma matematica e indica se quanto hai esposto attiene all’econometria o all’economia matematica.
1. Qual è la differenza tra metodo deduttivo e metodo induttivo? Per rispondere a questa domanda, studia attentamente il par. 5. Rifletti quindi sui seguenti concetti chiave: ■ l’economia politica è una scienza e come tale si deve basare sul metodo scientifico per dimostrare la verificabilità delle sue teorie; ■ il metodo scientifico si basa su due approcci differenti ma egualmente validi: – –
il metodo deduttivo; il metodo induttivo;
■ come puoi notare, i loro punti di partenza sono opposti: – il metodo deduttivo parte da un’ipotesi, un assunto; – il metodo induttivo, invece, parte dall’osservazione della realtà. A questo punto hai tutte le informazioni per rispondere alla domanda in modo esaustivo e approfondito. Puoi prepararti all’interrogazione provando a esporre a voce le tue argomentazioni. Prosegui seguendo il modello e la scaletta proposti. 2. In quale rapporto sta l’economia politica con la storia economica? 3. Da che cosa è determinato il comportamento dell’homo oeconomicus? 4. L’economia politica ha rapporti con il diritto? 5. Qual è la differenza tra microeconomia e macroeconomia? 6. Economia politica e politica economica sono la stessa cosa? 7. Quali sono nell’ordine le attività del circuito economico? 8. Con quale opera si suole far coincidere la nascita della scienza economica?
21
capitolo
2
U1 politica Le informazioni economiche e la loro comunicazione 1. Le informazioni economiche
DOMANDE GUIDA Cerca le risposte nel testo. •
Che cosa studiano la statistica e le sue diverse branche?
•
Che cosa sono i dati statistici?
•
Che cosa si intende per rilevazione, elaborazione e interpretazione dei dati?
I dati e le informazioni relative all’economia italiana, a quella di altri Paesi e all’economia internazionale sono disponibili su numerose pubblicazioni prodotte da diversi enti e su Internet. Per cercare e interpretare questi dati è necessario avere qualche nozione di statistica, che permetta di chiarire come questi dati e informazioni sono ottenuti. Oggetto della statistica è lo studio, compiuto mediante l’osservazione e la misurazione quantitativa, dei fenomeni collettivi, cioè dei fenomeni che riguardano una collettività di persone. Esistono diverse branche della statistica, ciascuna delle quali studia i fenomeni che riguardano un aspetto particolare della vita sociale o economica. Vi sono quindi la demografia (o statistica della popolazione), la statistica economica, la statistica aziendale ecc. La demografia studia come varia la popolazione di un Paese: le nascite, le morti, le emigrazioni e le immigrazioni ecc. La statistica economica studia i fenomeni economici: la produzione, l’occupazione, i consumi, gli investimenti ecc. La statistica aziendale studia i fenomeni della vita delle aziende: il fatturato, i profitti, i costi, il numero degli addetti (operai e impiegati) ecc.
Rilevazione, elaborazione e interpretazione dei dati statistici I dati statistici (o semplicemente dati) sono la manifestazione quantitativa di un fenomeno. ESEMPIO Il numero dei disoccupati in un determinato anno, il volume dei depositi bancari nello stesso anno ecc.
In generale lo studio dei fenomeni collettivi avviene mediante un procedimento costituito da tre fasi: la rilevazione (o raccolta) dei dati statistici, l’elaborazione dei dati, l’interpretazione dei dati. ■ La rilevazione (o raccolta) dei dati consiste nel raccogliere tutti i dati possibili sul fenomeno che si vuole analizzare. Può essere compiuta con diversi metodi: uno dei più usati è l’invio di un questionario ai soggetti che possono fornire i dati, ad esempio si invia un questionario alle imprese in cui si chiede quale è stato il fatturato, il numero degli addetti ecc. I dati rilevati vengono chiamati dati grezzi. 22
capitolo 2
Le informazioni economiche e la loro comunicazione
■ L’elaborazione dei dati consiste nell’organizzare i dati, raggrupparli, classificarli e presentarli in modo chiaro e organico. Può essere compiuta calcolando percentuali, costruendo tabelle, grafici ecc. I dati elaborati vengono chiamati statistiche. ESEMPIO Si calcola la percentuale dei disoccupati rispetto alla popolazione in età da lavoro e si costruisce una tabella che contiene il numero dei disoccupati in Italia negli ultimi 10 anni, dal 2016 al 2025.
CONCETTI CHIAVE
→ Statistica: scienza
che studia, secondo metodi matematici, fenomeni sociali di carattere economico.
→ Demografia: scienza che
studia quantitativamente i fenomeni riguardanti il variare della popolazione di un Paese.
■ L’interpretazione dei dati consiste nel tentativo di individuare alcuni nessi di causalità (relazioni di causa-effetto) tra i fenomeni analizzati. ESEMPIO Se nell’anno 2024 il tasso di crescita sia dei consumi sia delle retribuzioni è stato basso, si può pensare che il primo fenomeno sia stato causato dal secondo.
2. Le fonti statistiche nazionali e internazionali Le principali fonti statistiche italiane Tutti gli Stati moderni studiano i fenomeni collettivi ed elaborano statistiche su di essi mediante appositi uffici, che successivamente le rendono note attraverso pubblicazioni nelle banche dati specializzate, accessibili via Internet. Queste rappresentano le fonti di informazione statistica o fonti statistiche. Le statistiche forniscono dati e conoscenze utili non solo agli studiosi ma a tanti soggetti che devono prendere decisioni: ■ nel proprio interesse (come i risparmiatori, che devono stabilire come investire i loro risparmi); ■ nell’interesse di un’azienda (come i manager); ■ nell’interesse della collettività (come gli uomini di Governo, i massimi dirigenti delle Banche centrali ecc.).
DOMANDE GUIDA •
Quali sono le principali fonti statistiche italiane?
•
Che cos’è e di che cosa si occupa l’ISTAT?
•
Quali sono le principali fonti statistiche europee e internazionali?
Le statistiche hanno avuto e continuano ad avere diffusione sempre maggiore, ora soprattutto grazie agli strumenti informatici e della comunicazione elettronica. In Italia è il Sistema statistico nazionale (SISTAN), costituito da una rete di soggetti pubblici (e anche alcuni privati), a fornire l’informazione statistica ufficiale. Fanno parte del SISTAN: l’Istituto nazionale di statistica (ISTAT); gli uffici di statistica delle Amministrazioni centrali dello Stato; gli uffici di statistica di Regioni, Province, Comuni, Aziende sanitarie locali, Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura (CCIAA); gli uffici di statistica di soggetti pubblici o anche privati che svolgono funzioni o rendono servizi di interesse pubblico. Il SISTAN coordina l’attività di rilevazione, elaborazione, analisi, diffusione e archiviazione dei dati statistici svolta dagli enti e organismi pubblici e privati preposti a tali compiti; garantisce l’uso razionale delle risorse e dei flussi di informazione statistica a livello centrale e locale; controlla che l’informazione statistica sia qualitativamente e quantitativamente rispondente ai bisogni di un Paese avanzato e che sia congruente con gli standard internazionali. 23
unità 1
L’economia politica
L’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) è un ente pubblico di ricerca, istituito nel 1926, con il compito di produrre l’informazione statistica ufficiale in Italia. L’ISTAT rappresenta il nucleo centrale del SISTAN; coordina l’attività di tutti gli enti che raccolgono dati statistici; elabora e pubblica le più importanti serie statistiche; rappresenta l’Italia negli organismi statistici internazionali. L’ISTAT mette a disposizione degli utenti un grande numero di pubblicazioni e banche dati, accessibili dal sito web dell’Istituto. Le principali banche dati per l’informazione economica sono: i censimenti generali, il sistema di indicatori territoriali, il commercio internazionale, gli indicatori congiunturali. Le CCIAA raccolgono dati e informazioni economiche sul territorio di loro competenza e li divulgano attraverso pubblicazioni cartacee e sito web. Ogni Provincia ha una sua Camera di commercio. Il portale delle Camere di commercio garantisce l’accesso a tutto il sistema camerale italiano. Le Camere di commercio fanno capo a una struttura nazionale, l’Unione italiana delle CCIAA, detta brevemente Unioncamere. “Starnet” è il portale dell’Unioncamere per l’informazione statistica ed economica. Delle altre fonti statistiche italiane ci limitiamo a menzionare la Banca d’Italia, che produce numerose pubblicazioni sull’economia italiana (il Bollettino economico, il Bollettino statistico, la Relazione annuale presentata all’Assemblea ordinaria dei partecipanti ecc.) accessibili anche sul sito della Banca d’Italia.
PRINCIPALI FONTI STATISTICHE NAZIONALI sono
Sistema statistico nazionale (SISTAN)
ISTAT
CCIAA
Banca d’Italia
rappresenta informazione statistica ufficiale
Le fonti statistiche europee e internazionali La collaborazione tra le principali organizzazioni internazionali e gli istituti nazionali di statistica ha determinato la nascita e lo sviluppo di un sistema statistico internazionale. Le fonti statistiche internazionali sono molto numerose e consentono il confronto tra le economie di diversi Paesi. Un grande lavoro è compiuto dagli uffici statistici di Eurostat, dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE o OECD) e dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), che cercano di realizzare 24
capitolo 2
Le informazioni economiche e la loro comunicazione
anche un’armonizzazione delle definizioni, delle classificazioni, delle metodologie di raccolta ed elaborazione dei dati nei diversi Paesi in modo da renderli comparabili. ■ L’Eurostat è l’ufficio statistico della Commissione europea. Oltre a raccogliere e diffondere i dati provenienti dagli uffici di statistica dei Paesi membri dell’UE, produce statistiche comunitarie mediante la predisposizione di definizioni e classificazioni comuni, vista l’importanza di disporre di dati statistici comparabili, e inoltre ha il compito di verificare la qualità delle statistiche trasmesse dagli istituti di statistica degli Stati membri. L’Eurostat ha diverse banche dati accessibili dal suo sito. Tale ufficio collabora inoltre con altre organizzazioni internazionali, come le Nazioni Unite (ONU), l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e con Paesi che non appartengono all’UE. ■ La Banca centrale europea (BCE) raccoglie e pubblica statistiche monetarie, finanziarie e di bilancia dei pagamenti per l’area dell’euro e anche per singoli Paesi. A tal fine emana regolamenti che disciplinano la produzione di informazioni sui fenomeni monetari e finanziari. ■ L’OCSE (> unità 8, cap. 4) produce studi sull’economia dei Paesi membri, su singoli settori, sullo sviluppo economico e li divulga attraverso diverse pubblicazioni (National Accounts, Main Economic Indicators, Economic Outlook, OECD Factbook ecc.), accessibili attraverso il sito web. ■ L’ONU ha una divisione statistica che si occupa dello sviluppo del sistema statistico globale. Essa è il punto di raccolta di dati a livello mondiale per demografia, aspetti sociali, commercio internazionale, contabilità nazionale, energia, industria, ambiente, trasporti e compila le statistiche con i dati provenienti dagli istituti di statistica di tutti i Paesi del mondo. La divisione statistica dell’ONU, oltre a raccogliere ed elaborare i dati e a diffondere l’informazione statistica, coordina i programmi e le attività statistiche internazionali e cerca di standardizzare le definizioni, le classificazioni e le metodologie statistiche. Dispone inoltre di numerose pubblicazioni e banche dati (Monthly Statistical Bulletin, Millenium Indicators Database ecc.) accessibili attraverso il sito www.un.org. ■ Il Fondo monetario internazionale (FMI o IMF) raccoglie ed elabora statistiche finanziarie, di bilancia dei pagamenti e del settore pubblico e contribuisce all’armonizzazione e alla standardizzazione delle statistiche. Le sue pubblicazioni e banche dati sono accessibili attraverso il sito ufficiale. ■ La Banca mondiale (BM o WB) raccoglie e pubblica dati statistici relativi soprattutto ai Paesi meno sviluppati, per i quali contribuisce allo sviluppo dei sistemi statistici. Le sue banche dati (World Development Indicators, Global Development Finance ecc.) possono essere consultate sul sito www.worldbank.org.
SISTEMA STATISTICO INTERNAZIONALE è formato da
Eurostat
BCE
OCSE
ONU
FMI
Banca mondiale
25
unità 1
L’economia politica
3. Le statistiche e gli strumenti di rappresentazione I censimenti e l’ISTAT DOMANDE GUIDA •
Che cos’è un censimento demografico?
•
Che cosa sono i censimenti permanenti?
•
In quali modi possono essere rappresentati i dati statistici?
Sin dal 1861, ogni 10 anni in Italia è stato effettuato un censimento demografico, l’ultimo dei quali nel 2011. Attraverso tale censimento l’ISTAT ha rilevato la consistenza numerica della popolazione (cioè il numero degli abitanti in Italia) e la sua composizione per età e sesso, assieme alla consistenza della popolazione residente straniera, cioè il numero di coloro che hanno una cittadinanza diversa da quella italiana, anche questa divisa per classi di età e sesso. A partire dal 2016 l’ISTAT ha avviato una serie di censimenti permanenti che vede la realizzazione di rilevazioni campionarie continue, a cadenza annuale e triennale. A differenza dei censimenti del passato, i censimenti permanenti coinvolgono di volta in volta solo campioni rappresentativi di popolazione, imprese e istituzioni. L’ISTAT rileva inoltre molti altri dati: sugli occupati e sui disoccupati nel Paese, intendendo per disoccupati le persone tra i 15 e i 74 anni di età che sono alla ricerca di un lavoro, ed elabora statistiche sulla produzione agricola, su quella industriale, sul settore terziario (che produce servizi), sul commercio (interno all’Italia) all’ingrosso e al dettaglio, sull’attività alberghiera, sui trasporti, sulle comunicazioni (dal servizio postale alle telecomunicazioni), sul credito e il risparmio (sistema bancario, mercato monetario, mercato finanziario, Borse valori), sulle finanze dello Stato e degli enti pubblici, sul debito pubblico, ma anche sui consumi delle famiglie, sulle retribuzioni (salari e stipendi), sui prezzi (le variazioni dei quali nel tempo rappresentano una misura dell’inflazione), sul commercio estero (esportazioni, importazioni), sulla bilancia dei pagamenti e infine sulla contabilità nazionale: è l’ISTAT, infatti, a calcolare il PIL (> unità 5, cap. 1) e le sue componenti.
La rappresentazione dei dati statistici Gli strumenti di rappresentazione dei dati statistici sono diversi: si possono usare tabelle o grafici. La tabella seguente è tratta dalla Relazione annuale della Banca d’Italia (2022) ed è di facile comprensione. PIL NEI MAGGIORI PAESI DELL’AREA DELL’EURO (1) (valori percentuali sul periodo precedente) PAESI
CONCETTI CHIAVE
→ Censimento demografico:
processo attraverso il quale si acquisiscono informazioni sulla consistenza numerica della popolazione, sulla sua composizione per età e per sesso e sulla consistenza della popolazione residente straniera.
26
2019
2020
2021
2021
2022
1° trim.
2° trim.
3° trim.
4° trim.
1° trim.
5,4
-0,1
2,2
2,2
0,3
0,3
-7,9
7,0
0,2
1,5
3,0
0,8
0,0
1,1
-4,6
2,9
-1,7
2,2
1,7
-0,3
0,2
0,5
-9,0
6,6
0,3
2,7
2,5
0,7
-0,2
2,1
-10,8
5,0
-0,5
1,1
2,6
2,2
0,3
Area dell’euro (2)
1,6
-6,4
Francia
1,8
Germania Italia Spagna
Fonte: elaborazioni su statistiche nazionali e su dati Eurostat; cfr. nella sezione Note metodologiche dell’Appendice la voce Conti nazionali. (1) Valori concatenati. Le serie trimestrali sono destagionalizzate e corrette per i giorni lavorativi. (2) L’aggregato dell’area dell’euro si riferisce alla composizione a 19 Paesi.
capitolo 2
Le informazioni economiche e la loro comunicazione
I seguenti grafici sono stati costruiti utilizzando i dati forniti dalla stessa Relazione. PIL nei principali Paesi avanzati (dati trimestrali; numeri indice: 1° trimestre 2017 = 100) 115 110 105 100 95 90 85 80
Regno Unito
Stati Uniti
21 tr
im
.
20
20 3°
tr
im
.
20
20 4°
tr
im
.
20
19 1°
tr
im
.
20
18 2°
3°
tr
im
.
20
17 20 . im tr
4°
1°
tr
im
.
20
17
75
Giappone
area euro
Fonte: statistiche nazionali.
Tassi di interesse ufficiali delle principali Banche centrali (dati giornalieri; valori percentuali) 3 3 2 2 1 1 0
Giappone
-2 en -g 01
pr -a 01
ug -l 01
area euro
2
1 -2
0 -2
9
01
-o
tt
-1
-1 01
-g
en
pr -a 01
-l 01
Stati Uniti
9
8 -1
7 -1 ug
-1 tt -o 01
01
-g
en
-1
6
6
-1
Regno Unito
Fonte: BCE e statistiche nazionali.
27
unità 1
L’economia politica
4. La comunicazione aziendale DOMANDE GUIDA •
Quali tipologie di comunicazione aziendale esistono verso l’esterno?
•
Che cosa si intende per comunicazione economico-finanziaria di un’azienda?
In ambito aziendale, la comunicazione costituisce il processo tramite il quale le azioni intraprese dall’organizzazione aziendale sono manifestate agli attori presenti nel sistema economico, all’interno del quale l’azienda opera. In base ai differenti obiettivi si distingue la comunicazione interna, il cui fine è quello di coordinare e motivare il personale aziendale, e la comunicazione esterna, che può a sua volta distinguersi in: ■ comunicazione commerciale, il cui fine è quello di sostenere lo sviluppo dell’attività commerciale, rendendo percepibile al mercato l’offerta aziendale; ■ comunicazione istituzionale, il cui scopo è sostenere la “reputazione” aziendale (corporate reputation) e legittimare l’azienda nell’ambiente in cui opera; ■ comunicazione economico-finanziaria, il cui obiettivo è quello di migliorare le opportunità di crescita aziendale, tramite l’ottenimento del consenso di coloro che apportano all’azienda risorse (materiali, immateriali, umane e finanziarie) di cui essa necessita per raggiungere i fini che le sono propri.
La comunicazione economico-finanziaria La logica posta a fondamento della comunicazione economico-finanziaria risiede nella necessità per l’azienda di interagire all’interno del sistema economico in una logica di tipo relazionale con le diverse classi di interlocutori aziendali (stakeholder) e di generare, tramite il processo di informazione, credibilità, fiducia e consenso.
CONCETTI CHIAVE
→ Comunicazione commerciale: insieme degli strumenti di comunicazione di cui l’impresa si avvale per sostenere lo sviluppo dell’attività commerciale, rendendo percepibile al mercato la sua offerta.
→ Comunicazione
istituzionale: insieme delle comunicazioni volte ad affermare il posizionamento dell’impresa, sostenendo la “reputazione” aziendale nell’ambiente in cui opera.
→ Comunicazione economicofinanziaria: complesso delle comunicazioni effettuate dall’azienda, attraverso vari canali di diffusione, alle varie categorie di interesse.
28
In particolare, compito della comunicazione economico-finanziaria (o informativa societaria) è fornire agli interlocutori aziendali informazioni circa la situazione economico-finanziaria e patrimoniale dell’azienda. In questo senso, tale tipo di comunicazione rappresenta quindi l’insieme delle informazioni relative agli aspetti economici, finanziari e patrimoniali dell’azienda diffuse su base volontaria o per obbligo di legge. I recenti cambiamenti nei mercati finanziari dei moderni sistemi economici hanno comportato una nuova sensibilità degli operatori nei confronti dell’informativa economico-finanziaria aziendale. Essa ha assunto evidenza all’inizio di questo secolo, a seguito di taluni fenomeni di dissesti economici di aziende, in assenza di evidenti riscontri nelle informazioni economico-finanziarie precedentemente divulgate. Per lungo tempo la comunicazione economico-finanziaria è stata associata all’informativa di natura contabile, fondata sulle grandezze di reddito e capitale. I cambiamenti in atto (la crescita delle aziende e la globalizzazione dei mercati finanziari), che implicano più opportunità e una maggiore concorrenza per acquisire le risorse finanziarie, nonché lo sviluppo delle comunicazioni via Internet, stanno dischiudendo nuovi scenari in questo ambito. La comunicazione economico-finanziaria si realizza attraverso: ■ comunicazioni obbligatorie periodiche di matrice contabile; ■ comunicazioni volontarie di matrice non contabile dirette a particolari soggetti.
capitolo 2
Le informazioni economiche e la loro comunicazione
Le comunicazioni obbligatorie Le comunicazioni periodiche di matrice contabile sono rappresentate dai documenti economico-finanziari, come il bilancio annuale di esercizio, i bilanci intermedi (relazioni trimestrali o semestrali) e, per i gruppi aziendali, il bilancio consolidato. Tali documenti devono essere predisposti in ottemperanza a vincoli di carattere giuridico-normativo, configurando un’informativa obbligatoria (mandatory disclosure) avente lo scopo di tutela dei terzi e di garanzia informativa per gli stakeholder. Esistono, infatti, obblighi di contenuto e di pubblicità incentrati su requisiti minimi, in genere tassativi in relazione alla forma giuridica, alle modalità di negoziazione del capitale di rischio, al settore di appartenenza e alle dimensioni d’impresa.
DOMANDE GUIDA •
Quali sono le principali comunicazioni obbligatorie di un’azienda?
•
Che cos’è il bilancio di esercizio di un’azienda?
•
Che cosa sono i bilanci intermedi?
•
Che cos’è un comunicato stampa di un’azienda?
•
Che cos’è una conferenza stampa di un’azienda?
Il bilancio di esercizio è l’insieme dei documenti che un’azienda deve redigere periodicamente, allo scopo di rappresentare in modo veritiero, chiaro e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria al termine del periodo amministrativo, nonché il risultato economico dell’esercizio. Esso costituisce la fonte primaria di comunicazione economico-finanziaria per tutte le classi di portatori di interesse, e cioè creditori, dipendenti, clienti e fornitori, organi statali di controllo, fisco, P.A., azionisti ecc. Il bilancio di esercizio è un documento pubblico in quanto deve essere depositato presso la Camera di commercio competente per territorio, che lo mette a disposizione di chiunque ne faccia richiesta, in forma sia cartacea sia digitale. È anche un utile strumento di controllo di gestione per impostare, attraverso opportune comparazioni e analisi, un giudizio d’insieme sull’andamento della gestione svolta a livello aziendale. La forma del bilancio, utilizzata dalla grande maggioranza delle aziende italiane, è quella richiesta dai principi contenuti nel codice civile italiano. Per taluni tipi di aziende l’Unione europea, con il regolamento n. 1606/2002, ha introdotto l’obbligo di utilizzare i principi contabili internazionali, noti come IFRS (International financial reporting standards). Tale comunicazione economico-finanziaria riguarda i bilanci delle banche, delle società di assicurazione, delle società finanziarie nonché i bilanci (anche consolidati) di tutte le società per azioni quotate in Borsa. I bilanci intermedi hanno una composizione semplificata rispetto al bilancio di esercizio. La comunicazione economico-finanziaria alla quale devono adempiere si collega, infatti, a eventi particolari o all’esigenza di dare pubblicità dell’andamento aziendale in corso d’anno. Sono esempi di bilanci intermedi redatti per particolari eventi della vita aziendale quelli composti in occasione di operazioni di fusione, scissione, trasformazione, conferimento, liquidazione d’azienda, riduzione del capitale sociale per perdita ecc. I bilanci intermedi che si collegano all’esigenza di dare pubblicità dell’andamento aziendale in corso d’anno sono costituiti dalla relazione finanziaria semestrale e dal bilancio trimestrale redatto obbligatoriamente dalle società per azioni quotate in Borsa.
CONCETTI CHIAVE
→ Bilancio di esercizio:
insieme dei documenti che rappresentano, in modo chiaro, corretto e veritiero, la situazione patrimoniale e finanziaria al termine del periodo amministrativo, nonché il risultato economico dell’esercizio.
→ Bilancio intermedio:
ha lo scopo di fornire informazioni circa l’evoluzione della gestione aziendale in corso d’anno.
29
unità 1
L’economia politica
Le comunicazioni volontarie CONCETTI CHIAVE
→ Comunicato stampa: breve
testo con cui le aziende comunicano a particolari soggetti (giornalisti, esperti di comunicazione ecc.) le proprie iniziative o novità sui prodotti.
→ Conferenza stampa: evento
informativo, organizzato da organismi o enti, in cui si rilasciano interviste a un gruppo di giornalisti, annunciando iniziative e novità aziendali.
Le comunicazioni volontarie di matrice non contabile dirette a particolari soggetti sono costituite dal complesso di informativa volontaria (voluntary disclosure) proposta da ciascuna azienda a completamento e integrazione dell’informativa obbligatoria contabile. Trattasi dei comunicati stampa, delle conferenze stampa, delle pubblicazioni tecnico-economiche e dell’informativa divulgata nel corso delle assemblee degli azionisti. Nello scenario in cui le aziende si trovano a competere, caratterizzato da una sempre maggiore rilevanza delle risorse intangibili, dalla smaterializzazione dei processi produttivi, dalla presenza di nuove tecnologie informatiche che permettono una maggiore interazione tra i differenti attori, diventa necessario riflettere sul ruolo che ha e che potenzialmente potrebbe avere tale tipo di comunicazione.
COMUNICAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA
fornisce
può essere
informazioni relative agli aspetti economici, finanziari e patrimoniali dell’azienda
obbligatoria contabile
volontaria non contabile
bilanci
comunicati e conferenze stampa
ECONOMIA APPLICATA La comunicazione attraverso il sito aziendale Scegli un’azienda che desta il tuo interesse e consulta il suo sito (ad esempio Decathlon.it, Ikea.it, Ferrero. it, Barillagroup.com, Apple.com). Poi verifica quali tipi di informazioni vengono fornite, distinguendo quelle dell’investor relator da quelle dell’ufficio stampa. ANALISI DEL TESTO E SPUNTI DI DISCUSSIONE
PER SAPERNE DI PIÙ
un sito istituzionale, commerciale o misto? È Si rivolge al personale interno o all’esterno? Pubblica il proprio bilancio di esercizio? Possiede un bilancio sociale? E un codice etico? Rilascia informazioni circa la sostenibilità o riferimenti all’Agenda 2030? 6. Quali modalità di contatto prevede (mail, chat…)? 7. È previsto uno spazio pubblico per comunicare il grado di soddisfazione del servizio? 8. Contiene informazioni pubblicitarie?
Prima di consultare qualsiasi sito, viene chiesto di scegliere se accettare o meno i cookie. Fai una breve ricerca su Internet, poi rispondi alle domande.
1. 2. 3. 4. 5.
30
1. Che cosa sono? 2. A che cosa servono? 3. Perché viene chiesto se accettarli o meno? 4. Che cosa succede se si accettano? 5. Che cosa succede se si rifiutano?
Informazione e Big Data Oggi è possibile accedere a una grande mole di dati in tempo reale. Una ricerca su Google, un acquisto al supermercato, una foto, un messaggio vocale, un tweet. Tutti questi sono dati. La maggior parte delle attività quotidiane crea dei dati o Big Data (grandi quantità di dati), che possono essere raccolti, analizzati e monetizzati. L’analisi di una mole così elevata di dati richiede competenze specifiche e tecnologie avanzate in grado di supportare l’elaborazione di file di dimensioni così grandi, per poterne estrarre informazioni utili in campo sociale e aziendale. Grazie allo sviluppo delle tecnologie informatiche, è possibile generare nuova conoscenza utile per prendere decisioni più consapevoli, in ambito business e non solo. Dalla personalizzazione della comunicazione con il cliente all’efficientamento dei processi pro-
ANALISI ECONOMICA E SOCIETÀ
duttivi, passando per la gestione dei flussi e delle emergenze. Sono le competenze e le tecnologie della Big Data Analytics a trasformare i dati grezzi in informazioni di valore per i decision maker aziendali: è possibile ottenere vantaggio competitivo grazie a decisioni tempestive e più informate, non solo per le organizzazioni più grandi ma anche per le piccole e medie imprese. Lo sviluppo di questo settore ha generato anche la nascita di nuove figure professionali, come il data scientist, che deve padroneggiare i Big Data, ma anche saper leggere oltre il dato, individuare i pattern con competenze a livello di statistica e di matematica, saper dialogare con le aree di business e avere un quadro dei modelli di business attuali e potenziali basati sui dati.
ANALISI DEL TESTO E SPUNTI DI DISCUSSIONE
1. Che cosa sono i Big Data? 2. Il brano fa riferimento anche ai social nei quali
lasciamo molti dei nostri dati. Sapresti indicare con quali tipi di post o in quale altro modo forniamo informazioni utili alle imprese? 3. Chi sono i maggiori fruitori dell’analisi dei Big Data e quali finalità perseguono? 4. Che lavoro svolge un data scientist e quali capacità deve avere per poter svolgere il proprio lavoro? UNA RIFLESSIONE SUL DARK WEB Dalla lettura del brano, ti sarai reso conto di come le aziende riescono a raccogliere grandi quantità di dati che riguardano gli utenti. Le regolamentazioni sulla privacy non sono sempre adeguate e vi sono Significato
zone d’ombra che possono dar luogo a malversazioni. Possono verificarsi fughe di dati o attacchi informatici che indirizzano queste informazioni a organizzazioni criminali che le utilizzano per compiere crimini informatici nel cosiddetto dark web. Per difendersi, è necessario essere coscienti di quante e quali informazioni personali inseriamo nel web (telefono, mail, interessi, abitudini, dati bancari, attività lavorativa…). Per acquisire maggiore consapevolezza in proposito, completa la seguente tabella, scrivendo il significato delle espressioni della prima colonna, quali strumenti abbiamo per difenderci, un fatto realmente accaduto di cui sei venuto a conoscenza (personalmente o ricercando su Internet). Come difendersi
Breve descrizione di un fatto realmente accaduto
Phishing Furto di identità personale Attacchi basati su ransomware Furto di password
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SINTESI Le informazioni economiche e la loro comunicazione 1. Le informazioni economiche
4. La comunicazione aziendale
Che cosa studiano la statistica e le sue diverse branche?
Quali sono le tipologie di comunicazione aziendale verso l’esterno?
La statistica si occupa dell’osservazione e della misurazione dei fenomeni collettivi. La demografia studia le variazioni nella popolazione; la statistica economica studia i fenomeni economici; la statistica aziendale analizza i fenomeni della vita delle aziende.
Che cosa si intende per rilevazione, elaborazione e interpretazione dei dati?
La rilevazione è la raccolta dei dati; l’elaborazione consiste nell’organizzare, raggruppare e classificare i dati; con l’interpretazione dei dati si individuano le relazioni causa-effetto tra i fenomeni analizzati.
2. Le fonti statistiche nazionali e internazionali Quali sono le principali fonti statistiche italiane? In Italia l’informazione statistica ufficiale è fornita dal SISTAN-Sistema statistico nazionale, di cui fa parte l’ISTAT e altri uffici statistici di altri enti pubblici e privati, le Camere di commercio, la Banca d’Italia.
Che cos’è e di che cosa si occupa l’ISTAT?
L’ISTAT è il nucleo centrale del SISTAN: coordina l’attività di tutti gli enti che raccolgono dati statistici; elabora e pubblica le più importanti serie statistiche.
Quali sono le principali fonti statistiche europee e internazionali?
Le principali fonti statistiche europee sono l’Eurostat e la Banca centrale europea; a livello internazionale operano l’OCSE, l’ONU, il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale.
3. Le statistiche e gli strumenti di rappresentazione Che cos’è un censimento demografico?
Un censimento demografico è una rilevazione periodica con cui l’ISTAT rileva la consistenza numerica della popolazione e la sua composizione per età e sesso, oltre alla consistenza della popolazione residente straniera.
Che cosa sono i censimenti permanenti?
I censimenti permanenti sono rilevazioni dell’ISTAT a cadenza annuale e triennale che coinvolgono campioni rappresentativi di popolazione, imprese e istituzioni.
32
La comunicazione esterna si distingue in: comunicazione commerciale, che sostiene lo sviluppo dell’attività commerciale; comunicazione istituzionale, che sostiene la “reputazione” aziendale; comunicazione economico-finanziaria, che ha l’obiettivo di fornire informazioni economiche, finanziarie e patrimoniali del l’azienda.
Che cosa si intende per comunicazione economico-finanziaria di un’azienda?
La comunicazione economico-finanziaria fornisce agli interlocutori aziendali informazioni circa la situazione economico-finanziaria e patrimoniale dell’azienda, attraverso comunicazioni periodiche obbligatorie di matrice contabile e comunicazioni volontarie di matrice non contabile.
Quali sono le principali comunicazioni obbligatorie di un’azienda?
Le comunicazioni obbligatorie consistono in documenti di contenuto economico-finanziario, come il bilancio annuale di esercizio, i bilanci intermedi e, per i gruppi aziendali, il bilancio consolidato.
Che cosa sono il bilancio di esercizio e i bilanci intermedi aziendali?
Il bilancio di esercizio è l’insieme dei documenti che un’azienda deve redigere periodicamente, allo scopo di rappresentare in modo veritiero, chiaro e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico dell’esercizio. I bilanci intermedi sono redatti in relazione a eventi particolari della vita aziendale o per dare pubblicità dell’andamento aziendale durante l’anno.
Che cosa sono i comunicati stampa e le conferenze stampa aziendali?
Il comunicato stampa è un tipo di comunicazione volontaria che consiste in un breve testo utilizzato dalle aziende per comunicare a particolari soggetti (giornalisti, esperti di comunicazione ecc.) le proprie iniziative o novità sui prodotti. Anche la conferenza stampa è un evento informativo volontario in cui si rilasciano interviste a un gruppo di giornalisti, annunciando iniziative e novità aziendali di interesse.
MAPPA
ESPLORA LA MAPPA AUMENTATA
INFORMAZIONI ECONOMICHE vengono studiate tramite la tratta e misura
fenomeni collettivi
si divide in
• demografia • statistica economica • statistica aziendale
STATISTICA principali fonti statistiche italiane: • SISTAN • CCIAA • Banca d’Italia
che effettua
si avvale di
rilevazione
raccolta dei dati
strumenti di rilevazione
elaborazione
organizzazione e classificazione dei dati
interpretazione
relazioni causa-effetto tra i fenomeni
• censimenti demografici decennali • censimenti permanenti annuali e triennali • rappresentazione di dati con tabelle e grafici
europee: • Eurostat • BCE internazionali: • OCSE • ONU • FMI • Banca mondiale
COMUNICAZIONE AZIENDALE ESTERNA può essere
comunicazione commerciale
comunicazione istituzionale
comunicazione economico-finanziaria
sostiene
sostiene
fornisce
lo sviluppo dell’attività commerciale
la “reputazione” aziendale
informazioni sulla situazione economico-finanziaria e patrimoniale dell’azienda
• comunicazioni periodiche obbligatorie (contabili) • comunicazioni volontarie (non contabili)
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VERIFICA 3. Indica l'unica affermazione corretta.
LESSICO ECONOMICO 1. Fornisci una sintetica definizione dei seguenti concetti.
1. Strumenti di rappresentazione di dati statistici ................................................................................................
2. Camere di commercio ................................................................................................
3. Bilanci intermedi ................................................................................................
4. Bilancio di esercizio ................................................................................................
5. Banca mondiale ................................................................................................
COMPRENSIONE vere o false, spiegando le ragioni della tua scelta.
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2. La Divisione statistica delle Nazioni Unite: a. presiede l’Assemblea annuale dei partecipanti convocata dall’IMF b. raccoglie le statistiche finanziarie relative all’Eurozona c. verifica la qualità delle statistiche di tutti i Pae si appartenenti all’UE d. cerca di standardizzare le metodologie statistiche di tutti i Paesi del mondo 3. I dati statistici vanno:
2. Indica se le seguenti affermazioni sono 1. L’ISTAT rappresenta il nucleo centrale del Sistema statistico nazionale. 2. In Italia esistono tante Camere di commercio quante sono le Province. 3. I princìpi contabili internazionali sono obbligatori solo per le banche. 4. L’Eurostat è l’ufficio statistico del Parlamento europeo. 5. Il SISTAN effettua il censimento permanente della popolazione ogni anno. 6. I bilanci intermedi appartengono alla categoria dei bilanci consolidati. 7. Il bilancio di esercizio depositato presso la Camera di commercio può essere consultato solo dagli azionisti della società cui il bilancio si riferisce. 8. La principale pubblicazione statistica della Banca d’Italia è l’Unioncamere. 9. La demografia è un ramo della statistica e studia come varia la popolazione di un Paese. 10. La rilevazione dei dati statistici spesso viene effettuata mediante un apposito questionario che viene inviato a determinati soggetti. 11. La Banca centrale europea è l’ufficio statistico della Commissione europea. 12. L’Economic Outlook viene pubblicato annualmente dalla divisione statistica delle Nazioni Unite.
1. Negli organismi statistici internazionali l’Italia è rappresentata: a. dal SISTAN b. dall’ISTAT c. dalla Banca d’Italia d. dallo Starnet
V|F V|F V|F V|F V|F V|F
V|F V|F V|F
a. b. c. d.
rilevati, elaborati e presentati rilevati, aggregati e comunicati rilevati, elaborati e interpretati rilevati, filtrati e comunicati
4. Il bilancio trimestrale deve essere redatto obbligatoriamente: a. b. c. d.
dalla Consob dalle società per azioni quotate in Borsa da tutti gli stakeholder dalle Camere di commercio
5. Lo studio dei fenomeni collettivi: a. b. c. d.
avviene sempre con l’intervento dei sindacati riguarda solo i dati statistici grezzi costituisce l’oggetto proprio della demografia costituisce l’oggetto proprio della statistica
6. La comunicazione aziendale interna ha come scopo: a. il processo di legittimazione dell’azienda nell’ambiente in cui opera b. il processo di crescita dell’azienda mediante il consenso delle istituzioni c. di coordinare e motivare gli attori presenti nel sistema economico d. di coordinare e motivare il personale dell’azienda
V|F
7. Tutte le informazioni che costituiscono la comunicazione economico-finanziaria di un’impresa vengono diffuse:
V|F
a. per obbligo di legge e per ottenere finanziamenti pubblici b. su base volontaria o per obbligo di legge
V|F
RIPASSA CON L’INTERROGAZIONE SIMULATA
GUIDA ALL’ESPOSIZIONE ORALE c. su base volontaria e con riferimento a piani di investimento d. con esclusivo riferimento alle esigenze dei soci di maggioranza
ELABORAZIONE 4. Sviluppa i quesiti proposti. 1. Spiega perché il bilancio di esercizio è un documento importante. 2. Illustra il contenuto delle comunicazioni obbligatorie di matrice contabile che devono essere periodicamente effettuate dalle imprese. 3. Spiega in che cosa consiste, e come viene compiuta, l’elaborazione dei dati statistici. 4. Descrivi le funzioni di natura statistica svolte dai seguenti organismi internazionali: Banca mondiale, Fondo monetario internazionale, Divisione statistica dell’ONU, Banca centrale europea. 5. Elenca le principali grandezze economiche e i principali settori produttivi che sono oggetto di studio e di misurazione periodica da parte dell’Istituto nazionale di statistica. 6. Descrivi le funzioni del Sistema statistico nazionale. 7. Illustra i principali aspetti della comunicazione aziendale esterna.
APPLICAZIONE 5. Risolvi i problemi proposti. 1. Ti è stata commissionata una ricerca di mercato sui consumi degli italiani di prodotti alimentari da agricoltura biologica. a. Quali sono i dati che ritieni più opportuno raccogliere? b. Qual è il metodo di elaborazione che ritieni più idoneo? c. Qual è il criterio di interpretazione che ritieni più appropriato? d. Quali sono le fonti statistiche che intendi utilizzare? 2. Sei stato nominato responsabile delle relazioni esterne di un’azienda e hai il compito di divulgare un suo nuovo progetto. Come pensi di poter utilizzare le modalità di: a. comunicazione commerciale, b. comunicazione istituzionale, c. comunicazione economico-finanziaria?
1. Come si distinguono i bilanci intermedi dal bilancio di esercizio? Per rispondere a questa domanda inizia rileggendo il par. 4. Rifletti quindi sui seguenti concetti chiave: ■ il bilancio di esercizio rappresenta la situazione patrimoniale e finanziaria al termine del periodo amministrativo ed è la fonte primaria di comunicazione economico-finanziaria nei confronti di tutti i portatori di interesse dell’impresa (stakeholder); ■ il bilancio di esercizio è inoltre un documento pubblico depositato annualmente presso la Camera di commercio e disponibile a qualunque interessato; ■ i bilanci intermedi hanno una composizione semplificata; ■ i bilanci intermedi vengono richiesti per differenti finalità in situazioni particolari in cui è richiesto di pubblicizzare l’andamento aziendale in corso d’anno (ad esempio: fusione, scissione, trasformazione societaria, riduzione del capitale sociale, messa in liquidazione); ■ i bilanci intermedi sono costituiti dalla relazione finanziaria semestrale e dal bilancio trimestrale. A questo punto hai tutte le informazioni per rispondere alla domanda in modo esaustivo e approfondito. Puoi prepararti all’interrogazione provando a esporre a voce le tue argomentazioni. Prosegui seguendo il modello e la scaletta proposti. 2. Nel contesto della comunicazione aziendale, che ruolo può avere la comunicazione interna? 3. Perché si dice che il bilancio di esercizio è un documento pubblico? 4. Quali sono le imprese che nella redazione del proprio bilancio devono applicare i principi contabili internazionali? 5. Quale funzione svolge la comunicazione economico-finanziaria di un’impresa? 6. Quali sono i principali dati rilevati dall’ISTAT mediante il censimento demografico? 7. Quali organismi fanno parte, in Italia, del Sistema statistico nazionale? 8. Nel campo dell’indagine statistica, come si articola il procedimento per lo studio dei fenomeni collettivi?
35
capitolo
3
U1 politica I concetti di base della scienza economica 1. I bisogni
DOMANDE GUIDA Cerca le risposte nel testo.
Lo studio della microeconomia inizia con l’analisi dei bisogni. Il significato economico del termine “bisogno” è analogo a quello che tale parola ha nel linguaggio comune.
•
Che cosa si intende con l’espressione “bisogno”?
•
In base a quali criteri possono essere classificati i bisogni?
•
Che cosa distingue i bisogni primari da quelli secondari?
ESEMPIO Ciascun individuo sente il bisogno di mangiare, di bere o di vestirsi; molti sentono il bisogno di andare al cinema o di andare in vacanza.
•
Quando un bisogno è individuale e quando è collettivo?
I bisogni possono essere classificati secondo diversi criteri. ■ Un primo criterio di distinzione è quello tra bisogni primari e bisogni secondari. – I bisogni primari (o elementari) sono quelli che l’individuo avverte in ogni tipo di società, perché il loro soddisfacimento è essenziale alla vita dell’individuo stesso. – I bisogni secondari sono quelli che emergono dopo aver soddisfatto i bisogni primari.
Il bisogno è una sensazione di desiderio o di dolore, che spinge l’individuo ad appagarla (o a eliminarla).
ESEMPIO Sono bisogni primari quello di mangiare, di bere e di vestirsi. Sono bisogni secondari quello del forno a microonde o dell’automobile.
■ Una seconda distinzione è tra bisogni individuali e bisogni collettivi. – I bisogni individuali sono quelli che l’individuo avverte in quanto singolo. – I bisogni collettivi sono quelli che l’individuo avverte in quanto membro della collettività. ESEMPIO Il bisogno di mangiare e quello di vestirsi rientrano nella sfera dei bisogni individuali. Invece i bisogni, che l’individuo avverte, riguardanti l’ordine pubblico, l’amministrazione della giustizia ecc. sono bisogni collettivi.
CONCETTI CHIAVE
→ Bisogno: percezione
della mancanza di qualcosa che spinge l’individuo ad appagarla.
36
Alla soddisfazione dei propri bisogni ciascun individuo normalmente provvede da solo, acquistando, ad esempio, i generi alimentari o l’abbigliamento a lui necessari. Invece alla soddisfazione dei bisogni collettivi di solito provvede lo Stato o un altro ente pubblico (Regione, Comune ecc.). Per questo i bisogni individuali sono chiamati anche bisogni privati e i bisogni collettivi sono chiamati anche bisogni pubblici. Lo studio dei bisogni pubblici trova spazio nell’ambito della scienza delle finanze.
capitolo 3 I concetti di base della scienza economica
2. I beni e i servizi I bisogni possono essere soddisfatti mediante i beni e i servizi. Bene è qualsiasi mezzo atto a soddisfare un bisogno. ESEMPIO Sono beni il pane, il televisore, il frigorifero, ma anche l’aria che respiriamo.
Si considerano beni economici solo quelli disponibili in quantità limitata. Tra essi i beni mobili, chiamati anche merci: sono merci, ad esempio, le derrate alimentari e le materie prime. Due sono pertanto le caratteristiche dei beni economici: essi sono desiderati in quanto servono ad appagare alcuni bisogni e sono disponibili in quantità limitata, cioè sono scarsi.
DOMANDE GUIDA •
Quali caratteristiche deve avere un bene per potersi qualificare come “economico”?
•
Qual è la differenza fra un bene e un servizio?
•
In base a quali criteri possono essere classificati i beni economici?
•
Qual è la differenza fra un bene di consumo e uno di investimento?
•
Quando due beni sono complementari e quando sostituti?
ESEMPIO L’aria, benché serva a soddisfare un bisogno essenziale come quello di respirare, non è un bene economico, perché è disponibile in quantità illimitata. L’acqua, al contrario, anche se disponibile in quantità elevatissima sul nostro pianeta, rappresenta un bene economico per varie ragioni: non è disponibile facilmente nei luoghi in cui serve (ad esempio, nei centri abitati, o nei pressi dei campi da irrigare); non è disponibile della qualità necessaria per essere utilizzata (acqua potabile); non è disponibile sempre (si pensi ai periodi di forte siccità che coinvolgono molte zone). Per questo, anche la risorsa acqua diventa nei fatti un bene scarso e, quindi, un bene economico.
Normalmente i beni disponibili in quantità illimitata non costano nulla, come si dice nel linguaggio comune, cioè hanno prezzo uguale a zero; i beni economici invece hanno sempre un prezzo diverso da zero in quanto scarsi. Oltre che dai beni, i bisogni possono essere soddisfatti dai servizi. I servizi sono in realtà una particolare categoria di beni. Mentre i beni sono sempre materiali o tangibili, i servizi sono immateriali. ESEMPIO Fanno parte dei servizi: la lezione di un professore, la visita di un medico, il taglio dei capelli eseguito da un barbiere, la consulenza di un professionista, i contenuti pubblicitari digitali, i servizi di ristorazione e così via.
I servizi costituiscono quindi un’importante categoria di beni e servono a soddisfare numerosi bisogni.
La classificazione dei beni I beni economici possono essere classificati secondo diversi criteri. ■ In base alla funzione cui sono destinati, distinguiamo i beni di consumo e i beni di investimento (o strumentali). – I beni di consumo soddisfano direttamente i bisogni del consumatore finale. Rappresentano cioè l’ultima fase del ciclo economico di cui abbiamo parlato in precedenza. – I beni di investimento, invece, vengono utilizzati all’interno di un ciclo produttivo e servono a produrre altri beni.
CONCETTI CHIAVE
→ Bene economico: mezzo
per soddisfare un bisogno disponibile in quantità limitata.
37
unità 1
L’economia politica ESEMPIO In generale, sono beni di consumo i prodotti alimentari, i prodotti per la pulizia della casa, la benzina, il gas, mentre sono beni di investimento gli impianti industriali e i macchinari agricoli.
La distinzione fra beni di consumo e beni di investimento, tuttavia, ha un valore relativo in quanto uno stesso prodotto può essere un bene di consumo per un soggetto (ad esempio, l’olio d’oliva utilizzato in casa per cucinare), ma anche essere una materia prima per un altro soggetto (ad esempio, può essere utilizzato da un’azienda alimentare per vari prodotti). ■ In base alla durata dell’utilizzo, si distinguono i beni durevoli e i beni non durevoli. – I beni durevoli possono essere usati più di una volta. – I beni non durevoli possono essere usati solo una volta. ESEMPIO Il frigorifero, il televisore, l’automobile sono beni di consumo durevoli, così come i macchinari industriali sono beni di investimento durevoli. I generi alimentari, invece, sono beni di consumo non durevoli, così come le materie prime e i combustibili sono beni di investimento non durevoli.
CONCETTI CHIAVE
→ Beni complementari: beni
che sono usati in modo congiunto per soddisfare un bisogno.
→ Beni sostituti (o succedanei):
beni che possono essere usati alternativamente per soddisfare un bisogno.
■ Un’altra distinzione è quella fra beni complementari e beni sostituti (o succedanei). – I beni complementari sono quelli che vengono usati insieme o congiuntamente al fine di soddisfare un bisogno. – I beni sostituti (o succedanei) sono quelli che hanno la medesima funzione o che soddisfano il medesimo bisogno. I beni sostituti sono facilmente sostituibili e quindi l’aumento del prezzo dell’uno provoca l’aumento della domanda dell’altro. ESEMPIO Sono beni complementari lo zucchero e il caffè; sono beni sostituti il burro e la margarina.
CLASSIFICAZIONE dei
BENI ECONOMICI è fatta in base a
TANGIBILITÀ
FUNZIONE
• materiali • immateriali (servizi)
• di consumo • di investimento
38
DURATA
• durevoli • non durevoli
UTILIZZO
• complementari • sostituti
capitolo 3 I concetti di base della scienza economica
3. Reddito, consumo, risparmio, investimento e capitale Dobbiamo ora introdurre alcuni concetti che sono alla base della scienza economica: quelli di reddito, consumo, risparmio, investimento e capitale. Questi sono concetti microeconomici, si riferiscono cioè al singolo soggetto (persona fisica, impresa o altra entità). Gli stessi termini nelle analisi macroeconomiche (cioè se riferiti all’economia nel complesso) possono avere un significato diverso, come vedremo successivamente. Il reddito monetario è il flusso delle entrate, espresso in termini monetari, di cui un individuo dispone in un dato periodo di tempo. Con tale reddito egli può acquistare beni e servizi, e la quantità di beni e servizi che può acquistare con il reddito monetario rappresenta il suo reddito reale. Questo dipende quindi sia dal reddito monetario sia dai prezzi dei beni. ESEMPIO Supponiamo che un individuo percepisca un salario di 1000 euro al mese e che possegga un appartamento affittato che gli rende 400 euro al mese. Il suo reddito monetario mensile è di 1400 euro.
Il consumo consiste nel godere della soddisfazione derivante da un bene.
DOMANDE GUIDA •
Che cos’è il reddito monetario? In che cosa si distingue dal reddito reale?
•
In che cosa consiste il consumo e quali ne sono gli effetti sul bene consumato?
•
In quali casi il risparmio diventa investimento?
•
Quale differenza vi è fra i concetti di ricchezza, capitale e patrimonio?
APPROFONDISCI CON IL LABORATORIO DI EDUCAZIONE FINANZIARIA LE SCELTE DI CONSUMO E RISPARMIO
Il godimento del bene ne comporta la distruzione totale o parziale: ■ totale, se si tratta di un bene non durevole (ad esempio, generi alimentari); ■ parziale, se si tratta di beni di consumo durevoli (elettrodomestici, abbigliamento, automobili ecc.). L’uso ripetuto e prolungato dei beni durevoli ne determina, nel tempo, un deterioramento che lo rende inadatto a un uso ulteriore. Il risparmio è la differenza tra il reddito e il consumo. Consideriamo un individuo che dispone di un certo reddito: ad esempio, 1000 euro mensili. Egli ne destina una parte (850 euro) all’acquisto di beni di consumo e ne risparmia la parte rimanente (150 euro). ESEMPIO Il risparmio è la rinuncia al consumo immediato e può prendere diverse forme: deposito di denaro in banca, acquisto di azioni e di obbligazioni (per il cui significato > unità 3, cap. 3), acquisto di beni di investimento, tesoreggiamento (se l’individuo tiene il denaro in casa o in una cassetta di sicurezza).
In tutti i casi descritti nell’esempio, tranne quello del tesoreggiamento, si dice che l’individuo investe, ovvero che il suo risparmio si trasforma in investimento.
CONCETTI CHIAVE
→ Reddito monetario: risorse
monetarie percepite da un individuo in un determinato periodo di tempo.
→ Consumo: processo
economico per cui un individuo utilizza beni o servizi per l’appagamento di bisogni.
→ Risparmio: differenza
tra il reddito e il consumo di un individuo.
→ Investimento: per
l’individuo rappresenta la destinazione del suo risparmio.
39
unità 1
L’economia politica
La ricchezza, il capitale e il patrimonio I termini ricchezza, capitale e patrimonio si usano indifferentemente per indicare la massa di beni e di attività finanziarie (azioni, obbligazioni, denaro liquido) posseduta da un soggetto.
CONCETTI CHIAVE
→ Ricchezza: stock di beni
posseduto dagli individui, dalle imprese e dagli Stati in un determinato momento.
→ Capitale: in senso
economico, è costituito dallo stock di risorse disponibili per soddisfare i bisogni.
→ Patrimonio: insieme
dei beni appartenenti a un soggetto in un determinato momento.
Si parla di capitali fondiari per i terreni, di capitali immobiliari per i fabbricati, di capitali mobiliari per i titoli (azioni e obbligazioni). Il termine “ricchezza” viene usato per lo più con riferimento alle persone fisiche; il termine “capitale” è invece solitamente utilizzato con riferimento alle imprese; il termine “patrimonio” è utilizzato indifferentemente con riferimento sia alle persone fisiche sia alle imprese. Il risparmio e l’investimento, come abbiamo visto, rappresentano i beni non consumati da un individuo in un dato periodo e quindi si aggiungono al patrimonio già posseduto dallo stesso. Una persona in un anno può avere un consumo più alto del reddito se si indebita o consuma una parte del suo patrimonio. In questo caso si dirà che il suo risparmio è negativo e quindi determina una riduzione del suo patrimonio.
CONCETTI DI BASE DELLA SCIENZA ECONOMICA sono
REDDITO MONETARIO
CONSUMO
RISPARMIO
INVESTIMENTO
CAPITALE
flusso di risorse espresso in termini monetari percepite dall’individuo in un periodo
utilizzo di beni o servizi per l’appagamento di bisogni
differenza tra reddito e consumo
destinazione del risparmio dell’individuo
stock di risorse disponibili per soddisfare i bisogni
40
Risparmio a sostegno del consumo Prosegue il trend negativo sul fronte dei consumi: nel 2023 le vendite sono cresciute meno dell’inflazione (che indica un aumento generalizzato dei prezzi di beni e servizi). Questo significa che i volumi sono scesi perché i consumatori hanno riempito di meno il loro carrello della spesa. Per fronteggiare i rincari i clienti dei supermercati hanno comprato di meno (−2,3%) e hanno optato per prodotti meno cari rispetto a quelli che compravano in precedenza: il cosiddetto “mix di carrello” ha aiutato i consumatori ad abbassare all’11,5% l’inflazione “percepita”. Oltre a scegliere con maggiore attenzione i prodotti, gli italiani hanno adottato un’altra strategia: si recano con maggiore frequenza a fare la spesa acquistando minori quantità e riducendo il rischio spreco. Inoltre, i consumatori continuano a servirsi dei discount che, all’interno della grande distribuzione, si distinguono per la politica dei prezzi bassi: le loro vendite hanno mostrato un balzo dell’11,1% su base annuale, contro il più 7,5% dei supermercati e il più 6,1% dei negozi di prossimità. L’aumento dell’inflazione ha causato modifiche importanti nel rapporto reddito-consumo-risparmio delle famiglie italiane. Per far fronte alle spese alimentari, ma anche a quelle relative alle bollette, per molti italiani si è reso necessario intaccare i
ANALISI ECONOMICA E SOCIETÀ
propri risparmi oppure sono stati costretti a ridurre la quota di reddito destinato al risparmio. In base al documento Outlook Italia. Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2023 realizzato dal Censis in collaborazione con Confcommercio, oltre la metà delle famiglie intervistate (55,5%) ha eroso i propri risparmi. Il 36% ha invece conservato lo stesso livello di risparmio rispetto all’anno precedente, mentre meno di una famiglia su dieci (8,5%) è riuscita ad aumentarlo. Più di sei famiglie italiane su dieci (62,1%) hanno dichiarato livelli reddituali invariati rispetto all’anno precedente con un ulteriore quarto (24,4%) che li ha visti persino diminuire complessivamente. Solo per il 13,5% delle famiglie i consumi sono supportati da un aumento nei redditi familiari. Per quanto riguarda il clima di fiducia delle famiglie, quasi la metà di quelle intervistate (48,5%) teme di vedere i propri risparmi diminuire, mentre il 20,4% prevede un’ulteriore diminuzione dei consumi. Anche la grande distribuzione deve fare i conti con costi in crescita, soprattutto per le forniture. E il calo dei volumi, per ora più che compensato dall’aumento dei prezzi, non rappresenta un buon auspicio per il futuro. Fonte: Marco Frojo, Consumi spinti dai risparmi: metà delle famiglie teme il futuro, “la Repubblica”, 1° agosto 2023, rid. e adatt.
ANALISI DEL TESTO E SPUNTI DI DISCUSSIONE 1. Quali conseguenze ha creato nell’equilibrio del mercato l’aumento generalizzato dei prezzi? 2. Perché i consumatori hanno adottato nuove strategie di spesa invece di ridurre la domanda di tutti i beni? 3. Quale cambiamento si è realizzato nella distribuzione dei consumatori all’interno delle grandi catene di supermercati? 4. Quale ruolo ha assunto il risparmio all’interno delle singole famiglie? 5. Per quale motivo si è diffuso un clima di poca fiducia nelle famiglie e nelle imprese?
PER SAPERNE DI PIÙ Nel brano si legge: «gli italiani (…) si recano con maggiore frequenza a fare la spesa acquistando minori quantità e riducendo il rischio spreco». Lo spreco alimentare è un problema attuale della nostra società. A fronte di un aumento del numero di famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà, esiste un volume impressionante di cibi “sprecati” per diversi motivi. Divisi in piccoli gruppi, effettuate una ricerca su questo tema che sintetizzerete con una presentazione da illustrare ai compagni.
41
unità 1
L’economia politica
4. La produzione e il ciclo produttivo DOMANDE GUIDA •
Quale attività prende il nome di produzione?
•
Quale soggetto svolge l’attività di produzione?
•
In che cosa consistono i costi di produzione?
Anticipiamo ora alcuni concetti che saranno chiariti meglio successivamente: quelli di produzione, ciclo produttivo e costo di produzione. La produzione rappresenta l’attività economica che serve a soddisfare i bisogni umani e consiste nelle operazioni che trasformano le materie prime in prodotti finiti. Le materie prime (come il ferro, il rame o la gomma) ci vengono fornite dalla natura sia pure in forma grezza. Mediante l’uso dei macchinari e del lavoro degli uomini esse vengono trasformate in prodotti finiti (ad esempio, automobili, televisori o lavatrici). ESEMPIO Un tipico esempio di attività di produzione o di processo di produzione (o processo produttivo) è quello attraverso cui il legno viene trasformato in mobili.
Il complesso di tutte le operazioni necessarie per produrre un bene prende il nome di ciclo produttivo del bene stesso. ESEMPIO La trasformazione delle materie prime in prodotti finiti richiede numerose operazioni: il grano si trasforma in farina, la farina in pane. In questo caso, il prodotto finito è il pane, il grano è la materia prima e la farina è un prodotto intermedio, cioè un semilavorato.
L’attività di produzione viene svolta dall’impresa, che quindi è il centro organizzatore della produzione. CONCETTI CHIAVE
→ Ciclo produttivo: insieme
delle operazioni necessarie per la produzione di un determinato bene.
Il costo di produzione è la somma che l’impresa spende per l’acquisto e la remunerazione dei fattori produttivi (acquisto di materie prime, pagamento di salari agli operai ecc.) necessari a realizzare una data quantità di prodotto.
PRODUZIONE
attività economica svolta per soddisfare i bisogni
42
comporta un
si attua attraverso il
COSTO DI PRODUZIONE somma che l’impresa spende per l’acquisto e la remunerazione dei fattori produttivi
CICLO PRODUTTIVO insieme di operazioni per produrre i beni
capitolo 3 I concetti di base della scienza economica
ECONOMIA APPLICATA “Te lo regalo se vieni a prenderlo” Non sempre i bisogni vengono soddisfatti per mezzo dello scambio. Un esempio è la pagina Facebook intitolata “Te lo regalo se vieni a prenderlo”, creata da tre ragazze fiorentine in prima linea per la lotta allo spreco. In questa pagina è possibile donare oggetti in disuso prima di disfarsene definitivamente, senza l’esborso di alcun corrispettivo in denaro da parte del soggetto che riceve il bene in questione. Il meccanismo del dono, infatti, è gratuito, anti spreco e, grazie al web, molto semplice da mettere in pratica. Il vantaggio è doppio. Chi dona, oltre ad aiutare gli altri, si libera di cose per lui, o per lei, inutili e superflue. Chi riceve migliora la sua condizione in quanto riesce a soddisfare bisogni che magari con i propri mezzi a disposizione non sarebbe riuscito a soddisfare. A chi è disposto a ritirarli possono essere regalati oggetti di vario genere: elettrodomestici, divani, materassi, abbigliamento, giocattoli, oggetti elettronici ecc. Il format si sta diffondendo in tutta Italia: solo a Firenze si contano oltre 100 transazioni al giorno. L’auspicio – dicono le ragazze fiorentine – è che gruppi Fb di questo tipo nascano in tutte le più importanti città italiane. Per il momento, a Roma si contano circa 11.000 utenti iscritti, a Milano 16.000 e a Venezia 38.000.
possono essere aggiunte in un secondo momento, nei commenti). Non sono accettate immagini con collegamenti a siti esterni e i post con foto non conformi vengono cancellati. Quando si fa un’offerta bisogna inserire sempre il luogo di ritiro dell’oggetto, mentre quando si cerca un oggetto bisogna inserire il luogo più vicino o quello che si potrebbe raggiungere più facilmente. Una volta che l’oggetto è stato assegnato, bisogna cancellarlo. Per richiedere un oggetto di proprio interesse, è sufficiente commentare il post scrivendo “Mi prenoto” e attendere quindi che il donatore decida a chi regalare l’oggetto (solitamente va all’utente che si prenota per primo). A quel punto basta recarsi nel luogo stabilito da chi dona per ricevere e portare con sé l’oggetto desiderato. Se nella propria città non è ancora stato creato il gruppo Facebook “Te lo regalo se vieni a prenderlo”, si può provare a cercare il gruppo “Te lo regalo se ti piace”: la filosofia è la stessa e anche in questo caso è possibile scambiare vestiti, passeggini, biciclette, mobili e tanto altro ancora. Fonte: Shopping senza soldi. Spopola la pagina Facebook “Te lo regalo se vieni a prenderlo”.
Il funzionamento è quello di una comune pagina Facebook. Si cerca il gruppo “Te lo regalo se vieni a prenderlo” afferente al luogo più vicino e ci si iscrive. Il percorso è gratuito. Una volta ammessi nel gruppo ci sono alcune istruzioni da seguire. Ad esempio, prima di scrivere un annuncio bisogna specificare: regalo – cerco – offro (in maiuscolo), poi va inserita la descrizione dell’oggetto, la città o la zona. Va pubblicata anche una singola fotografia che rappresenti l’oggetto (altre foto ANALISI DEL TESTO E SPUNTI DI DISCUSSIONE
1. Come funziona operativamente la nuova modalità di scambio descritta nel brano? 2. Quali sono i vantaggi del meccanismo illustrato per i soggetti del rapporto? 3. Che differenza c’è tra un mercatino dell’usato e questa iniziativa? 4. Quali ulteriori ricadute positive possono derivare da questa iniziativa? LAVORO DI GRUPPO
Dividetevi in piccoli gruppi, ricercate altre iniziative simili a “Te lo regalo se vieni a prenderlo” e realizzate una presentazione illustrativa.
Prendete in considerazione anche le app oppure i siti che propongono vendita di oggetti usati. Anche se in questo caso avviene uno scambio, si tratta comunque di un canale alternativo a quello classico che avviene fra imprese e famiglie, che promuove l’economia circolare (> unità 3, capitolo 4), combatte lo spreco e pertanto vale la pena di approfondire. In classe, tutti insieme, dopo aver visto le presentazioni di tutti i gruppi, riflettete su come uno stile di vita basato sull’uso consapevole delle risorse possa fare la differenza rispetto ai tradizionali modelli basati sul consumo usa e getta.
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SINTESI I concetti base della scienza economica 1. I bisogni Che cos’è un bisogno in economia?
Il bisogno, in senso economico come nel linguaggio comune, è una sensazione di desiderio o di dolore che spinge l’individuo ad appagarla (o a eliminarla).
In base a quali criteri possono essere classificati i bisogni? I bisogni possono essere distinti in primari, ovvero essenziali alla vita dell’individuo, e in secondari, cioè quelli che emergono dopo aver soddisfatto i bisogni primari, ma anche in individuali, cioè quelli che l’individuo avverte in quanto singolo, e in collettivi, cioè quelli che l’individuo avverte come membro della collettività.
2. I beni e i servizi Che cosa sono, quali caratteristiche hanno i beni economici e come si differenziano dai servizi? I beni sono tutti i mezzi atti a soddisfare un bisogno, mentre i beni economici, oltre a essere desiderati in quanto servono ad appagare alcuni bisogni, sono solo quelli disponibili in quantità limitata (sono scarsi). I servizi servono anch’essi a soddisfare un bisogno ma, a differenza dei beni (materiali e tangibili), sono immateriali.
Come possono essere classificati i beni economici?
I beni economici possono essere classificati secondo diversi criteri. In base alla loro funzione, possono essere classificati in beni di consumo, che soddisfano direttamente i bisogni del consumatore finale, e in beni di investimento, che vengono utilizzati all’interno di un ciclo produttivo e servono a produrre altri beni. In base alla loro durata, si distinguono in beni durevoli, che possono essere usati più di una volta, e beni non durevoli, che possono essere usati solo una volta. In base al loro utilizzo, si distinguono in beni complementari, che vengono usati insieme o congiuntamente per soddisfare un bisogno, e beni sostituti, che hanno la medesima funzione o che soddisfano il medesimo bisogno.
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3. Reddito, consumo, risparmio, investimento e capitale Che cosa sono il reddito monetario e il reddito reale? Il reddito monetario è il flusso delle entrate (monetarie) di cui un individuo dispone in un dato periodo; la quantità di beni e servizi che può acquistare con il suo reddito monetario rappresenta il suo reddito reale.
Che cos’è il consumo e quali effetti ha sui beni consumati?
Il consumo è il processo economico con cui un individuo utilizza beni o servizi per appagare bisogni limitati nel tempo. Godere dell’utilizzo di un bene ne comporta la distruzione totale, se il bene è non durevole, o parziale, se il bene è durevole.
Che cos’è il risparmio e quando esso diventa investimento?
Il risparmio è la differenza tra il reddito e il consumo di un individuo. Il risparmio è la rinuncia al consumo presente e può prendere la forma di deposito di denaro in banca, di acquisto di azioni e di obbligazioni o di acquisto di beni di investimento: in questi casi, il risparmio si trasforma in investimento.
Che cosa si intende per ricchezza, capitale e patrimonio? I termini ricchezza, capitale e patrimonio si usano per indicare la quantità di beni e di attività finanziarie possedute da un soggetto, ma “ricchezza” viene usato per le persone fisiche, “capitale” per le imprese e “patrimonio” per entrambe.
4. La produzione e il ciclo produttivo Che cos’è la produzione?
La produzione è l’attività economica svolta dall’impesa che serve a soddisfare i bisogni umani e che consiste nel trasformare le materie prime in prodotti finiti.
Che cos’è il ciclo produttivo?
Il ciclo produttivo è l’insieme delle operazioni necessarie per produrre un determinato bene; per realizzare una data quantità di prodotto, l’impresa spende una somma per acquistare e remunerare i fattori produttivi necessari che si chiama costo di produzione.
MAPPA
ESPLORA LA MAPPA AUMENTATA
CONCETTI DI BASE DELLA SCIENZA ECONOMICA BISOGNI
sensazione di desiderio o di dolore che l’individuo appaga o elimina
si distinguono in primari
essenziali alla vita
secondari
subentrano dopo i primari
individuali
avvertiti come individui
collettivi
avvertiti come membri della collettività
vengono soddisfatti tramite l’attività di
BENI ECONOMICI
PRODUZIONE
sono
si distinguono in
ciclo produttivo
mezzi atti a soddisfare bisogni
• beni di consumo/di investimento • beni durevoli/non durevoli • beni complementari/sostituti
REDDITO MONETARIO
si distingue dal
attuata tramite il
flusso di entrate monetarie disponibili in un dato periodo
reddito reale
beni e servizi acquistabili con il reddito monetario
CONSUMO
processo con cui si usano beni o servizi per appagare bisogni
RISPARMIO
differenza tra reddito e consumo di un individuo
RICCHEZZA, CAPITALE, PATRIMONIO
beni e attività finanziarie possedute da un soggetto
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VERIFICA LESSICO ECONOMICO 1. Fornisci una sintetica definizione
6. La trasformazione delle materie prime in prodotti finiti prende il nome di ciclo produttivo. V|F
1. Bisogni collettivi
7. Chi consuma più del proprio reddito ha un risparmio negativo. V|F
dei seguenti concetti.
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2. Risparmio ����������������������������������������������������������������������������������������������� �����������������������������������������������������������������������������������������������
3. Reddito reale ����������������������������������������������������������������������������������������������� �����������������������������������������������������������������������������������������������
4. Tesoreggiamento
8. Il risparmio è il presupposto dell’investimento. V|F 9. Tutti i beni strumentali sono beni durevoli. V | F 10. Anche i servizi possono essere considerati beni economici. V|F 11. Il bisogno può essere anche una sensazione di dolore che l’individuo intende eliminare. V|F
����������������������������������������������������������������������������������������������� �����������������������������������������������������������������������������������������������
4. Indica l’unica affermazione corretta.
5. Consumo ����������������������������������������������������������������������������������������������� �����������������������������������������������������������������������������������������������
a. b. c. d.
2. Indica le corrispondenze corrette
(a una stessa categoria possono corrispondere più tipi di bisogni).
1. 2. 3. 4.
Beni che soddisfano direttamente i bisogni Beni che possono essere usati una sola volta Beni che si possono usare più volte Beni che soddisfano lo stesso bisogno
a. b. c. d.
Beni sostituti Beni durevoli Beni di consumo Beni non durevoli
2. L’amministrazione della giustizia è un bisogno: a. b. c. d.
pubblico privato pubblico e privato individuale
a. i beni durevoli b. i beni che soddisfano uno stesso bisogno più volte c. i beni materiali d. i beni che servono per produrre altri beni 4. I bisogni individuali sono detti anche:
COMPRENSIONE 3. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false, spiegando le ragioni della tua scelta.
1. Il reddito reale dipende esclusivamente dal reddito monetario. V|F 2. Un bene per poter essere considerato economico deve avere due caratteristiche. V|F
V|F
4. Sono beni strumentali quelli che possono essere utilizzati più di una volta. V|F 5. Il tesoreggiamento è una forma di investimento. V|F
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primario secondario collettivo pubblico
3. Sono beni strumentali:
1…… 2…… 3…… 4……
3. Sono economici i beni che costano poco.
1. Desiderare un capo di abbigliamento firmato è un bisogno:
a. b. c. d.
bisogni primari bisogni secondari bisogni privati bisogni pubblici
5. Il reddito monetario è: a. il flusso delle entrate, espresso in termini monetari, percepito da un soggetto in un dato periodo di tempo b. la quantità di moneta che un individuo riesce a tesoreggiare limitandosi nei consumi c. la quantità di denaro che un individuo percepisce come remunerazione della sua attività lavorativa d. l’insieme di denaro liquido e di capitali mobiliari posseduti da un individuo
RIPASSA CON L’INTERROGAZIONE SIMULATA
GUIDA ALL’ESPOSIZIONE ORALE 6. Il ciclo produttivo è: a. il complesso delle operazioni necessarie a produrre un bene b. l’attività economica che serve a soddisfare i bisogni c. l’attività di trasformazione delle materie prime in prodotti finiti d. la catena di montaggio di un’azienda
ELABORAZIONE 5. Sviluppa i quesiti proposti. 1. Definisci i bisogni e distingui quelli primari da quelli secondari facendo degli esempi. 2. Descrivi la differenza che intercorre tra i bisogni individuali e i bisogni collettivi, facendo un esempio di entrambi. 3. Spiega quali possono essere gli impieghi del reddito. 4. Chiarisci la differenza che intercorre tra il reddito monetario e il reddito reale e spiega da che cosa dipende quest’ultimo. 5. Scegliendo dei dati a piacere esemplifica, riferendoli a un individuo, i concetti di reddito monetario, consumo, risparmio e investimento.
APPLICAZIONE 6. Risolvi i problemi proposti. 1. Spesso nei servizi economici del telegiornale si ascoltano interviste con affermazioni di questo tenore: “Ormai con il mio stipendio faccio fatica ad arrivare alla fine del mese” oppure “Con quello che guadagno non riesco più a comprare le stesse cose che potevo acquistare un anno fa”. In queste affermazioni si fa riferimento al reddito reale o al reddito monetario? Come è possibile che a parità di reddito possano diminuire gli acquisti? 2. Nel 2023 il dott. Benassai ha percepito un reddito di lavoro pari a 100.000 euro che ha impiegato nell’acquisto di beni di consumo per euro 40.000, in viaggi per euro 15.000 e in un corso da sommelier per euro 5000; altri 20.000 euro sono stati chiusi in cassaforte e i restanti 20.000 euro sono stati depositati in banca in un conto deposito che frutta il 3% di interessi all’anno. Il dott. Benassai inoltre è proprietario di un appartamento dato in locazione, da cui trae un canone pari a 800 euro al mese e possiede titoli azionari per 30.000 euro che gli hanno fruttato dividendi per 2500 euro. Indica le voci di reddito, di consumo, di risparmio e di investimento del dott. Benassai nel 2023.
1. Che cos’è un bene economico? Per rispondere a questa domanda, studia attentamente il par. 2. Rifletti quindi sui seguenti concetti chiave: ■ tutti i beni possono soddisfare i bisogni umani ma non tutti sono beni economici; ■ infatti ci sono beni che soddisfano gratuitamente i nostri bisogni perché sono a disposizione di tutti in quantità illimitata; ■ altri beni, invece, soddisfano i nostri bisogni solo se siamo disposti a pagarne il prezzo a coloro che li hanno prodotti; ■ è evidente che solo questi ultimi sono beni economici, perché sono disponibili in quantità limitata e può averli solo chi può pagarne il prezzo. A questo punto hai tutte le informazioni per rispondere alla domanda in modo esaustivo e approfondito. Puoi prepararti all’interrogazione provando a esporre a voce le tue argomentazioni. Prosegui seguendo il modello e la scaletta proposti. 2. Qual è la relazione fra i bisogni e i beni economici? 3. In base a quali criteri vengono classificati i bisogni? 4. Perché i bisogni individuali sono detti anche privati e i bisogni collettivi sono detti anche pubblici? 5. Che cosa sono i beni immateriali? 6. Qual è la differenza tra reddito e patrimonio? 7. Come si forma il risparmio?
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U1
VERIFICA
LESSICO ECONOMICO 1. Fornisci una sintetica definizione dei seguenti concetti.
1. Principio edonistico: ���������������������������������������������������� �����������������������������������������������������������������������������������������������
2. Microeconomia: ������������������������������������������������������������� �����������������������������������������������������������������������������������������������
3. Bisogni: ����������������������������������������������������������������������������� �����������������������������������������������������������������������������������������������
4. Macroeconomia: ������������������������������������������������������������ �����������������������������������������������������������������������������������������������
5. Economia pubblica: ����������������������������������������������������� �����������������������������������������������������������������������������������������������
6. Reddito monetario: �����������������������������������������������������
VERIFICA PER LA CLASSE CON MODULI GOOGLE
6. L’economia politica descrive i fatti ma non tenta di fare previsioni. V|F 7. Ciò che resta del reddito dopo avere consumato costituisce il patrimonio. V|F 8. I servizi sono una particolare categoria di beni. V|F 9. Le spese sostenute dall’imprenditore per l’acquisto e la remunerazione dei fattori produttivi costituiscono il capitale dell’azienda. V|F 10. Ricchezza, capitale e patrimonio sono sinonimi per indicare la massa dei beni e delle attività finanziarie di un soggetto. V|F 11. L’iscrizione a un social network non è un bisogno primario. V|F
�����������������������������������������������������������������������������������������������
2. Indica le corrispondenze corrette.
4. Indica l’unica affermazione corretta.
1. 2. 3. 4. 5. 6.
Treno e automobile Automobile e benzina Automobile ed elettrodomestici Penne e matitie Alimenti e gas per cucina Macchinari e materie prime
a. b. c. d. e. f.
Beni complementari Beni sostituti Beni non durevoli Beni durevoli Beni di consumo Beni strumentali
2. Il complesso delle operazioni necessarie a produrre un bene prende il nome di: a. costo di produzione b. ciclo produttivo c. complesso aziendale d. fattore produttivo
1…… 2…… 3…… 4…… 5…… 6……
3. L’intervento dello Stato nell’economia viene studiato: a. dall’economia politica b. dall’econometria c. con il metodo induttivo d. dalla politica economica
COMPRENSIONE 3. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false, spiegando le ragioni della tua scelta.
1. L’economia politica studia il modo in cui gli uomini con risorse limitate cercano di soddisfare bisogni illimitati. V|F 2. Il metodo deduttivo parte dalla realtà per formulare leggi generali. V|F 3. L’energia elettrica nella tua abitazione è un bene di consumo. V|F 4. I computer in una banca sono un bene di investimento. V|F 5. Un costo di produzione è la spesa sostenuta dal datore di lavoro per retribuire i dipendenti. V|F
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1. I beni strumentali: a. non sono mai beni durevoli b. soddisfano direttamente un bisogno c. servono a produrre altri beni d. vengono usati sempre congiuntamente
4. Il comportamento delle singole unità economiche è oggetto di studio: a. della microeconomia b. dell’econometria c. della macroeconomia d. dell’economia matematica 5. Lo studio dell’attività pubblica volta a ottenere i mezzi necessari alla soddisfazione dei bisogni collettivi è proprio: a. dell’economia politica b. dell’economia pubblica c. della politica economica d. del diritto
6. Sono bisogni pubblici: a. i bisogni avvertiti da tutti b. i bisogni dello Stato e degli enti pubblici c. i bisogni soddisfatti dallo Stato e dagli enti pubblici d. i bisogni delle associazioni 7. I beni idonei a soddisfare uno stesso bisogno sono definiti: a. b. c. d.
sostituti complementari a offerta congiunta simili
8. Il flusso delle entrate espresso in termini monetari che un individuo percepisce in un dato periodo di tempo si chiama: a. b. c. d.
tesoreggiamento reddito reale reddito monetario capitale mobiliare
9. La somma che l’impresa spende per acquistare i fattori produttivi prende il nome di: a. costo di produzione b. ciclo produttivo c. attività finanziaria d. ricchezza monetaria 10. È una grandezza macroeconomica: a. b. c. d.
la famiglia l’impresa la Regione l’individuo
ELABORAZIONE 5. Rispondi ai seguenti quesiti. 1. In base a quali criteri possono essere classificati i beni economici? 2. In che cosa consiste l’attività di produzione? 3. Il risparmio si trasforma sempre in investimento? 4. Quali metodi vengono utilizzati dalla scienza economica? 5. Che cos’è l’econometria? 6. Quale caratteristica hanno i beni sostituti? 7. Come possono essere definiti i bisogni collettivi?
6. Sviluppa i quesiti proposti. 1. Indica le attività oggetto di studio della scienza economica e ordinale in progressione in relazione alle fasi del ciclo economico. 2. Spiega, anche mediante opportuni esempi, la differenza tra l’economia matematica e l’econometria. 3. Distingui ed esemplifica i beni complementari e i beni sostituti. 4. Spiega che cosa si intende per ciclo produttivo e forniscine un esempio. 5. Definisci il concetto di reddito reale e spiega da che cosa è influenzato.
APPLICAZIONE 7. Risolvi i problemi proposti. 1. La famiglia di Mario è composta da 5 persone. Mario è impiegato e guadagna 1300 euro al mese; la moglie è titolare di un pubblico esercizio che realizza mediamente un utile di 1500 euro mensili. Il figlio studente già lavora part time presso una società informatica e percepisce mensilmente 470 euro. I nonni conviventi riscuotono una pensione di vecchiaia di 510 euro e una pensione sociale di 200 euro. La famiglia vive in un’abitazione di proprietà del valore di 130.000 euro e ha anche una seconda casa del valore di 40.000 euro che dà in locazione per 370 euro al mese. I nonni, grandi risparmiatori, riscuotono periodicamente interessi per circa 130 euro da un loro deposito bancario. Considerati tutti gli elementi forniti: a. individua le varie voci del reddito della famiglia di Mario e indica quelle costituenti il patrimonio; b. evidenzia le diverse forme di investimento fatte dalla famiglia. 2. In un dibattito televisivo ascolti le seguenti affermazioni: “Un ulteriore aumento della pressione fiscale sarebbe inaccettabile e produrrebbe effetti nefasti per l’economia! Autorevoli economisti hanno esaminato i comportamenti dei consumatori in occasione dell’introduzione di nuove imposte nel periodo che va dagli anni Novanta del secolo scorso a oggi e sono giunti alla formulazione di teorie che parlano chiaro: l’aumento della pressione fiscale fa aumentare anche l’evasione!”. Quale metodo avranno seguito gli autorevoli economisti per addivenire alla formulazione di questa teoria? Perché?
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LABORATORIO DELLE COMPETENZE Consumo e risparmio delle famiglie COMPITO DI REALTÀ
Che cosa consumi a colazione? In una conferenza sull’importanza di una sana alimentazione, a cui hai partecipato con la tua classe, il relatore ha sottolineato che fare colazione la mattina prima di recarsi a scuola regala all’organismo l’energia necessaria per affrontare la giornata. Successivamente, con l’insegnante di economia politica concordate di svolgere un’indagine sui consumi medi settimanali di alimenti per la colazione. Affinché l’indagine sia significativa, raccogliete i dati del maggior numero possibile di famiglie: non solo le vostre, ma anche quelle dei vostri amici. Naturalmente, per non falsare i
dati, prestate attenzione a non intervistare le stesse famiglie! I dati raccolti dovranno poi essere comunicati mediante grafici che rappresentino il consumo dei diversi alimenti. Il grafico sarà corredato di una relazione per spiegare il metodo di indagine seguito e le conclusioni raggiunte. Prima di dividervi in gruppi, discutete in classe su quale layout utilizzare per la presentazione. Ogni gruppo preparerà una slide in modo da formare, con le slide di tutti i gruppi, una presentazione completa. Ogni slide dovrà contenere la tabella, il grafico e la relazione in sintesi.
LAVORO COOPERATIVO Gli step da seguire
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Divisione in gruppi e organizzazione del lavoro. Tempo: 15’
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Costruzione di una tabella a più colonne per gli alimenti liquidi: caffè, latte, thè, succo di arancia, yogurt ecc. Tempo: 10’
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Costruzione di una tabella a più colonne per gli alimenti solidi: biscotti, cereali, pizza, pane, prodotti fatti in casa, avena, frutta ecc. È possibile dare anche più di una risposta in entrambe le tabelle. Tempo: 10’
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Per ogni risposta, indicate con una x nella tabella nella colonna del cibo consumato (non importa la quantità).
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A parte, registrate il numero di persone che non fanno colazione.
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Preparazione di una slide che riporti la tabella e il diagramma. Tempo: 20’
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In classe, tutti insieme, confronto delle tabelle realizzate da tutti i gruppi: unite i dati in un’unica tabella e realizzate un diagramma totale, specificando il numero delle famiglie intervistate. Tempo: 50’
Raccolta dei dati relativi a 20 famiglie per gruppo (datevi una scadenza per la raccolta dei dati). Tempo: 15’
Costruzione del grafico (ad esempio, un diagramma a torta o a colonne).
Tempo: 20’
Preparazione di una breve relazione che descriva il metodo d’indagine seguito, da consegnare all’insegnante. Tempo: 30’
L’economia politica unità 1
APPLICA LE COMPETENZE DISCIPLINARI Il diagramma che segue mostra la composizione della spesa per i consumi delle famiglie italiane nel 2023. 0,5 3,6 3,4
5,9 17,3
1,7
1,5 3,4
9,0 3,9 4,0 45,8
Alimentari e bevande analcoliche
Comunicazioni
Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri comb.
Alberghi e ristor.
Trasporti
Abbigliam. e calz.
Istruzione
Servizi sanitari
Bevande analcoliche e tabacchi
Spettac. e cultura
Mobili e servizi per la casa
Altri beni e servizi
Osserva la figura e completa la tabella. Bisogni primari
Alimentari, …
Beni durevoli
Bisogni secondari
Alberghi, …
Beni non durevoli
Bisogni individuali
Alimentari, …
Beni materiali
Bisogni collettivi
Sanità, …
Servizi
Rifletti e rispondi.
1. Se la distribuzione dei consumi degli anni successivi mostrasse un aumento della percentuale di spesa de-
dicata al settore alimentare e alle spese di casa (affitto, mutuo, utenze…), sarebbe indice di un aumento o di una riduzione del reddito delle famiglie? Motiva la tua risposta.
2. Il diagramma basterebbe a rappresentare l’utilizzo del reddito delle famiglie italiane nell’anno considerato? 3. Quali tra i beni che rispondono a bisogni collettivi, vengono offerti dallo Stato? Motiva la tua risposta.
EDUCAZIONE FINANZIARIA Osserva la figura, completa le definizioni della tabella e rispondi alle domande. Ricchezza per tipologia di bene Attività inanziarie nette: 31%
Definizioni Reddito Patrimonio
Abitazioni: 58% Altre attività reali: 11%
Risparmio
Investimento
Flusso di ........................................................................ ..........................................................................................
Insieme dei .................................................................. ........................................................................................
Parte di ......................................................................... Famiglie: destinazione ........................................... del risparmio. Imprese: impiego di risorse per l’acquisizione .........................................................................................
1. Secondo il diagramma, in quale forma è principalmente detenuta la ricchezza delle famiglie italiane? 2. Che cosa potrebbe essere compreso nelle attività finanziarie? 3. La terza porzione parla di altre attività reali. Da che cosa deriva il termine reale e quale significato ha? 4. Da che cosa potrebbe essere composto?
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ORIENTAMENTO E PCTO Per diventare più consapevoli dei propri diritti e doveri Gli obiettivi da perseguire COMPRENDI IL CONTESTO
Le attività di orientamento e i Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO) sono previsti dalla normativa italiana come strumenti per favorire la piena realizzazione dei diritti delle persone, in particolare degli studenti, giovani generazioni in via di formazione. L’orientamento si propone di aiutare gli alunni a sviluppare la consapevolezza di se stessi, delle proprie attitudini e delle opportunità disponibili, al fine di prendere decisioni informate riguardo alla propria formazione, al lavoro e alla vita in generale. I PCTO offrono opportunità di apprendimento non formale ed esperienziale, volte a sviluppare competenze trasversali che favoriscano l’inserimento nel mondo del lavoro e la cittadinanza attiva. I PCTO comprendono attività di tirocinio e visite aziendali, progetti di volontariato, project work e incontri con testimoni ed esperti, con l’obiettivo di avvicinare gli studenti alla realtà del lavoro e alle sfide della società contemporanea. Per poter svolgere efficacemente i PCTO e le attività di orientamento occorre partire dalla conoscenza di se stessi e delle proprie competenze trasversali.
Competenze comunicative e relazionali
È determinante saper lavorare in team e comunicare efficacemente, verbalmente e paraverbalmente.
Competenze organizzative e gestionali
Occorre avere una buona capacità di organizzare il proprio lavoro in autonomia e gestire il proprio tempo in modo efficiente, rispettando le consegne e le scadenze.
Competenze linguistiche
Occorre possedere una buona padronanza della lingua italiana e delle principali lingue straniere, utilizzando sia nella lingua scritta che in quella orale la terminologia tecnica che lo studio del diritto comporta, anche in una logica di comparazione con altri sistemi giuridici.
Competenze digitali
Risulta fondamentale possedere competenze di base nell’utilizzo del p.c., dei software di produttività, nonché conoscenze relative all’utilizzo dei social media e della navigazione sicura e consapevole nella rete Internet.
Competenze di problem solving
È necessario essere in grado di affrontare problemi complessi e sfide strategiche, analizzare situazioni, raccogliere informazioni rilevanti e sviluppare soluzioni creative e innovative, anche di pensiero, a volte, divergente.
Competenze di flessibilità e proattività
In un mondo che cambia, risulta fondamentale saper cambiare, adattandosi alla realtà circostante, prevedendo le situazioni e prevenendone gli effetti, in particolare di carattere negativo. Il tutto nel rispetto di valori morali condivisi.
AUTOVALUTA LE TUE COMPETENZE
Confrontati ora con le competenze trasversali sopra citate attraverso una serie di semplici esercizi che ti consentiranno di scoprire da quale punto di partenza inizia il tuo percorso orientativo nel triennio.
Per ogni competenza indica il livello che ti sembra rappresentarti maggiormente, tenendo conto del tempo impiegato per svolgere l’esercizio, della fatica per realizzarlo e dei riscontri avuti da docenti, compagni di classe, familiari.
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L’economia politica unità 1
Competenze comunicative e relazionali Immagina di essere un agente/rappresentante di vendita di abbigliamento per giovani e di dover negoziare un contratto con un cliente o un fornitore. Prepara una presentazione della tua proposta e negozia i termini (prezzo, date e modalità di consegna, qualità dei prodotti) per raggiungere un accordo finale.
Competenze organizzative e gestionali Immagina di dover organizzare una conferenza nella tua scuola su una tematica giuridica da individuare. Crea un prospetto organizzativo dettagliato, che includa la scelta della tematica, la pianificazione delle attività, la gestione del budget, la selezione delle location, la coordinazione dei fornitori, la promozione dell’evento e la gestione delle risorse umane.
Competenze linguistiche Immagina di essere un giovane imprenditore a cui viene chiesto di scrivere per una rivista una breve storia su come ha avviato con successo la propria attività aziendale. Descrivi l’idea imprenditoriale, il settore di attività, le sfide affrontate e i successi ottenuti.
Competenze digitali Immagina di dover aiutare la tua famiglia a gestire più efficacemente le finanze domestiche. Crea pertanto un foglio di calcolo per controllare il budget mensile della tua famiglia: inserisci le entrate e le uscite di denaro, calcola le somme totali e genera i grafici che mostrano la distribuzione delle spese.
Competenze di problem solving Immagina di essere un consulente aziendale alle prese con il seguente problema relativo al personale della tua impresa: un valido e competente dipendente che gestisce il sito aziendale non rispetta gli orari di lavoro (entrata, uscita, pasti) e altre norme imposte dal regolamento aziendale, come ad esempio quelle in materia di abbigliamento consono. Formula una soluzione dettagliata. Descrivi le ragioni della tua scelta.
Competenze di flessibilità e proattività Immagina di lavorare come membro di un team in un progetto scolastico. Durante lo svolgimento del progetto, dovete affrontate una serie di sfide impreviste: una risorsa preziosa per il vostro gruppo diventa indisponibile (un componente della squadra, esperto in ambito informatico, si ammala per un periodo prolungato) e sopraggiunge un cambiamento nei requisiti del progetto (il docente a metà del progetto muta le consegne, richiedendo l’inserimento nel medesimo di contributi in almeno due lingue straniere). Scrivi una breve relazione in cui spieghi come hai gestito la situazione.
AUTOVALUTAZIONE Nello svolgimento delle attività proposte in questa scheda, quale livello di consapevolezza hai riscontrato in te stesso sulle questioni che ti sono state poste? Livello NON RAGGIUNTO
Livello BASE
Livello AVANZATO
Competenze comunicative e relazionali Competenze organizzative e gestionali Competenze linguistiche Competenze digitali Competenze di problem solving Competenze di flessibilità e proattività
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La storia del pensiero economico DALL’ANTICHITÀ AL XVIII SECOLO
L’ECONOMIA COME “GESTIONE DELLA CASA”
IL PENSIERO PRECLASSICO ANTICO Il principio base della disciplina economica è il soddisfacimento dei bisogni dei membri della collettività attraverso l’utilizzo di beni e risorse. Troviamo nell’antichità le prime riflessioni sulle questioni economiche connesse alla ricchezza, alla proprietà e agli scambi, che si intrecciano con tematiche etico-filosofiche.
IL MERCANTILISMO Il mercantilismo è una corrente culturale sviluppatasi in Inghilterra, Francia e Spagna nel XVI secolo. Aristotele
Filosofi come Aristotele e Platone si pongono interrogativi sulla ripartizione dei valori e dei beni all’interno di una comunità o su come si possa conciliare l’esigenza della libertà individuale con il rispetto di regole comuni. L’origine filosofica dell’economia sarà in seguito abbandonata per molto tempo e verrà recuperata soltanto di recente. L’epoca romana sviluppa, a grandi linee, le stesse idee economiche derivanti dalla Grecia classica. Nel corso del Medioevo, gli scambi avvengono sulla piccola scala della comunità e spesso si fondano sul baratto.
FranÇois Quesnay
I mercantilisti sono mercanti, banchieri e letterati, il cui principale obiettivo è l’acquisizione di risorse per l’espansione dello Stato, anche mediante conflitti bellici, conquiste di terre e di colonie, espansione delle esportazioni. La “casa che si governa” è il territorio del sovrano. Fra i mercantilisti spicca la figura di Jean-Baptiste Colbert , consigliere del monarca.
Jean-Baptiste Colbert
LA FISIOCRAZIA La fisiocrazia è una scuola di pensiero sviluppatasi in Francia nel XVIII secolo. Il termine fisiocrazia si può tradurre come potere della natura e indica l’idea guida portante dei fisiocrati, ossia l’esclusiva produttività dell’agricoltura. L’ideale della fisiocrazia è un ordinamento sociale in cui vi siano proprietà privata e libertà di iniziativa economica, cioè possibilità per chiunque di iniziare e gestire l’attività industriale e commerciale. Essi sostengono inoltre che il sistema economico è in grado di autoregolarsi, in base a un principio di “ordine naturale”, anticipando i temi del liberismo e dello “Stato minimo”. FranÇois Quesnay , medico alla corte di Luigi XV, è l’ispiratore di questa corrente di pensiero.
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ESPLORA L’INFOGRAFICA
DALLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE AL XIX SECOLO
L’ECONOMIA COME DOTTRINA AUTONOMA DEL “NUOVO MONDO”
LA SCUOLA CLASSICA A metà del XVIII secolo, l’Inghilterra registra la prima rivoluzione industriale, con la nascita e l’espansione dell’industria. Adam Smith , considerato il padre dell’economia politica e fondatore della scuola classica, allarga la prospettiva dei mercantilisti e dei fisiocrati (secondo cui l’unico fattore produttivo è l’agricoltura) e afferma che i fattori della produzione sono la terra, il lavoro e il capitale. Ognuno di questi elementi concorre alla formazione dei prezzi dei prodotti, con un peso che di volta in volta è determinato dalle condizioni reali del mercato, ossia dalla legge della domanda e dell’offerta. Gli individui tendono a disporsi secondo una struttura di rapporti che, attraverso la specializzazione dell’attività di ciascuno, comporta la massima realizzazione della tendenza allo scambio, in un contesto di libertà economica.
LA SCUOLA NEOCLASSICA O MARGINALISTA
Adam Smith
David Ricardo sviluppa la teoria del valore-lavoro: esamina il problema della distribuzione del reddito tra le classi sociali e analizza i fattori che determinano lo sviluppo economico e il commercio internazionale. Karl Marx riprende la teoria del valore e della distribuzione di Ricardo e offre importanti contributi alla teoria del ciclo economico, tra cui il concetto di plusvalore.
La scuola neoclassica, o marginalista, ha nell’inglese Alfred Marshall il suo massimo esponente e domina la scena del pensiero economico a partire dalla fine del XIX secolo. Essa introduce un radicale cambiamento di interessi e di metodo rispetto ai classici: i marginalisti lasciano da parte il fenomeno produttivo nel suo complesso (macroeconomico), per studiare il comportamento del consumatore e del produttore (microeconomico). I marginalisti inoltre concentrano la loro attenzione sul concetto di equilibrio economico, definito come una posizione da cui l’individuo non ha interesse a muoversi, perché di massimizzazione della propria utilità. Importanti studi vengono condotti sugli equilibri parziali (Alfred Marshall), sull’equilibrio generale e sul benessere ( Leon Walras e Vilfredo Pareto ) e sulla moneta ( Irving Fisher ).
LA SCUOLA STORICA Alfred Marshall
Ancora nel corso del XIX secolo, la scuola storica è la corrente di pensiero economico che nasce nei Paesi di lingua tedesca. I suoi esponenti, tra i quali Wilhelm Roscher e Adolph Wagner , sono accomunati dall’importanza preponderante attribuita alla storia nel processo economico, anche al fine di analizzare con precisione lo sviluppo dei singoli popoli.
Wilhelm Roscher
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La storia del pensiero economico IL XX SECOLO
FRA INNOVAZIONI, CRISI E GUERRE MONDIALI
LA SCUOLA KEYNESIANA Una vera rivoluzione nel pensiero economico è operata dall’inglese John Maynard Keynes , nella prima metà del Novecento. La situazione creatasi con la Grande Crisi (o Grande Depressione) del 1929, per cui nei maggiori Paesi industriali (Gran Bretagna e Stati Uniti) vi è un enorme numero di disoccupati, non trova spiegazioni nelle teorie neoclassiche. Keynes teorizza da un lato l’impossibilità da parte dell’economia di mercato di raggiungere spontaneamente un equilibrio di piena occupazione; dall’altro, assegna alla variazione della spesa pubblica e delle imposte e all’intervento dello Stato nell’economia il ruolo di politica fiscale per regolare il livello dell’attività economica e dell’occupazione, pur sempre in un contesto di libera iniziativa imprenditoriale.
I PRIMI SVILUPPI POST-KEYNESIANI Le teorie keynesiane sollecitano nuovi modelli, analisi, critiche.
John Maynard Keynes
Joseph Schumpeter
L’austriaco Joseph Schumpeter sposta la sua attenzione dall’analisi della domanda all’elaborazione di una visione evolutiva della produzione e dell’offerta, in cui l’innovazione è un fenomeno che non è possibile separare dai processi di accumulazione di capitale. L’economista inglese John Hicks sintetizza la teoria neoclassica e quella keynesiana, ritenendo che esse costituiscano due casi particolari di una teoria più generale: nel lungo periodo e in assenza di imperfezioni di mercato coinciderebbe con quella neoclassica.
LA SCUOLA MONETARISTA
Milton Friedman
La scuola monetarista, fondata nel secondo dopoguerra presso l’Università di Chicago da Milton Friedman , propone un modello fortemente alternativo a quello keynesiano, di cui contesta l’impossibilità di raggiungere un punto di equilibrio, poiché il sistema tende a giacere laddove si trova o dove viene spinto dall’autorità di politica economica. Nell’ottica monetarista ciò non è possibile, in quanto le aspettative degli agenti tendono ad alterare, nel tempo, tale situazione e riportano i mercati in equilibrio (teoria delle aspettative adattive). Secondo i monetaristi, inoltre, gli interventi dello Stato nell’economia non fanno aumentare l’occupazione: piuttosto, essi generano aumenti dei prezzi, cioè inflazione. La moneta viene considerata neutrale dai monetaristi: la politica monetaria risulta influente sull’andamento dei prezzi, ma ininfluente sulla produzione e sulla distribuzione del reddito, poiché diventa sempre meno efficace via via che gli operatori economici vi si adattano.
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APPROFONDISCI E ATTUALIZZA LA STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO
IL XXI SECOLO
DALLA GLOBALIZZAZIONE ALLA FRAMMENTAZIONE
GLI ECONOMISTI DEL BENESSERE E DELLO SVILUPPO NEOKEYNESIANI E NEOMONETARISTI Negli ultimi anni del XX secolo si sviluppano e si intersecano scuole e indirizzi che raccolgono diverse e talvolta opposte eredità del passato. I sistemi economici sono sempre più integrati e globalizzati e i momenti di crescita si alternano a crisi anche importanti. La finanza assume un ruolo trainante delle economie reali. Joseph Stiglitz e James Mirrlees sono esponenti della cosiddetta macroeconomia neokeynesiana, che studia l’equilibrio economico in presenza di mercati imperfetti, ossia caratterizzati da esternalità negative, asimmetrie informative, difficoltà nel definire e tutelare i diritti di proprietà.
Tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo si evidenzia un filone di studi definito nuova economia del benessere, che studia i fenomeni economici e sociali al fine di formulare soluzioni che massimizzino la crescita e il benessere collettivo. Joseph Stiglitz
Essi si integrano con la cosiddetta economia dello sviluppo, che si occupa degli aspetti teorici e pratici della crescita dei Paesi e delle società, con particolare attenzione alle aree non sviluppate. Importante esponente di questi indirizzi è l’indiano Amartya Sen , che riporta il dibattito sulle relazioni tra etica ed economia e che, nell’ambito del tema dei diritti individuali e delle norme di buona vita collettiva, propone il concetto di “libertà individuale come impegno sociale”.
Amartya Sen
Un’altra corrente neomonetarista, detta dell’“economia dell’offerta” ( Martin Feldstein e Robert Mundell ), trova consensi soprattutto negli Stati Uniti e critica i keynesiani per aver dato troppa rilevanza alla domanda, trascurando l’offerta e riprendendo i profili liberisti e di deregolamentazione per incentivare nuovi investimenti e assorbire così una buona parte della disoccupazione.
Serge Latouche
Nel XXI secolo i saliscendi finanziari, le crisi economiche e l’aumento dell’instabilità rendono economia e finanza tra le principali protagoniste del dibattito mondiale.
LA RICERCA DI NUOVI MODELLI ECONOMICI Povertà e scarsità dei beni primari in alcune aree del mondo a fronte di uno spreco di cibo e di risorse in altre, incremento dei fenomeni migratori, crescita della disoccupazione anche a motivo di nuove tecnologie (digitale, robotica, intelligenza artificiale), progressivo impoverimento dei ceti medi. Questi i risvolti di un sistema economico (cosiddetto “di mercato” o “capitalistico”) che, secondo alcuni economisti, come Serge Latouche e Thomas Piketty , necessita di ripensamenti e correzioni, ritenendo che amplifichi le diseguaglianze e il divario sociale. La realtà di un mondo più complesso, accelerato nelle trasformazioni e più instabile e più diviso, conduce a nuovi studi che combinano economia, psicologia, antropologia, come per esempio la cosiddetta economia della felicità, teorizzata dal premio Nobel Daniel Kahneman .
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