2° biennio
Diritto
Gustavo Zagrebelsky Giacomo Oberto Giacomo Stalla
LE SS ICO D I SCI PLI NAR E
Laboratori per il linguaggio e la comunicazione
STU D IO CON M ETODO
Videolezioni e kit digitali CAS I PRATICI G U I DATI
Per sviluppare competenze disciplinari e trasversali E D UCAZ ION E CIVICA
Attualità e partecipazione, con spunti interdisciplinari
PE RCOR S I PE R I L PCTO E L’OR I E NTAM E NTO
UNITÀ
6
CAPITOLO 1
Impresa e azienda
La figura dell’imprenditore
IMPRENDITORE
CAPITOLO 2
può essere
esercita attività tramite
AZIENDA
L’azienda e i segni distintivi
CAPITOLO 3 Le opere dell’ingegno e le invenzioni industriali
agricolo
commerciale
piccolo
non piccolo
CAPITOLO 4 La concorrenza e la tutela del consumatore
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Che cosa studierai
▪ Scarica le slide STUDIA CON METODO, da usare per lo studio e il ripasso.
Questa Unità è incentrata sulla figura dell’imprenditore [cap. 1] e sull’azienda [cap. 2], cioè sul complesso di beni che egli deve organizzare per portare avanti la propria attività economica. Studierai inoltre la tutela giuridica riservata alle opere dell’ingegno [cap. 3] e quella riservata alla concorrenza e al consumatore [cap. 4].
▪ VIDEOLEZIONI che ti guideranno nello studio degli argomenti chiave: STUDIO CON METODO Studia i Capitoli con le slide • completa la mappa • crea la sintesi • osserva la realtà che ci circonda
L’imprenditore L’imprenditore commerciale L’azienda e i segni distintivi Le opere dell’ingegno e le invenzioni industriali La concorrenza e la tutela del consumatore ▪ Esplora la MAPPA DEL CAPITOLO per ripassare e metterti alla prova sugli argomenti chiave prima di affrontare la verifica finale. ▪ Sfida i tuoi compagni rispondendo ai quiz di KAHOOT! ▪ Preparati per l’interrogazione con le domande in AUTOCORREZIONE.
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Prerequisiti Per affrontare questa Unità devi conoscere i concetti di capacità di agire e di organizzazione collettiva.
IL CASO
per incominciare
Mauro si è appena diplomato e, in attesa di iscriversi all’università o di trovare un lavoro qualificato, insieme ai suoi amici, Luca e Matteo, costituisce un’associazione sportiva per allenare i bambini che, finite le scuole, hanno voglia di fare uno sport. L’associazione chiede ai genitori una piccola quota per l’iscrizione. Il Sindaco del Comune, in cui i tre amici abitano, mette loro a disposizione gratuitamente un piccolo campo da calcio dotato di spogliatoi e di un ufficio. Mauro e i suoi amici si chiedono però se devono essere considerati imprenditori e se abbiano obblighi particolari da adempiere. IN TERMINI GIURIDICI L’art. 2082 c.c. afferma che per essere considerati imprenditori occorre esercitare professionalmente un’attività economica organizzata, diretta alla produzione o allo scambio di beni o di servizi. Servono quindi alcuni requisiti che il nostro ordinamento considera necessari perché si possa essere qualificati giuridicamente come imprenditori, e precisamente: l’attività deve essere economica, l’attività deve essere svolta professionalmente, occorre un’organizzazione e occorre produrre o scambiare beni o servizi. Nel nostro caso la gestione di una associazione che non ha fini di lucro non può essere considerata attività di impresa.
ATTIVITÀ PER LA CLASSE CAPOVOLTA ▪ Leggi il caso proposto in questa pagina e confronta le due formulazioni che ti vengono proposte: quella descrittiva in linguaggio comune e quella che utilizza il linguaggio giuridico. Prendi nota di eventuali passaggi che dovessero risultarti non chiari, in modo da poterli condividere con l’insegnante in classe.
Mauro e i suoi amici non sono
▪ Rispondi alle domande seguenti:
………..................................................
perché mancano dei necessari
Quali caratteristiche deve avere l’imprenditore in base al codice civile?
requisiti
Fornisci una definizione con parole tue dell’imprenditore. Che cosa ritieni che possa significare un’attività economica svolta professionalmente?
organizzazione
esercizio di un’attività
produzione o ………............................
………...............................
………...............................
di beni o servizi
dell’attività
esercizio
▪ Compila la mappa qui a fianco con le informazioni mancanti, relative al caso che stai analizzando. ▪ Confrontate le risposte date a casa e analizzate eventuali passaggi risultati poco chiari nella soluzione del caso.
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CAPITOLO
1
CONOSCERE QUESTO ARGOMENTO SERVE A Giacomo, ingegnere edile
La figura dell’imprenditore IL CASO Giacomo è un ingegnere edile che si occupa della costruzione di edifici a uso residenziale, commerciale e industriale: crea il progetto della struttura e presiede alla direzione dei lavori fino alla chiusura del cantiere. Giacomo, inoltre, è competente per quanto riguarda il collaudo e la manutenzione degli edifici, dal punto di vista architettonico, strutturale e impiantistico. A un certo punto decide di dare vita a una sua impresa edile, ma non si considera imprenditore perché si ritiene solo un professionista intellettuale. Ha ragione? LA SOLUZIONE Giacomo non ha ragione poiché sta svolgendo un’attività d’impresa. È pur vero che è un prestatore d’opera intellettuale, al quale si applicano le norme di cui agli artt. 2229 ss. c.c., per cui nello svolgimento dell’attività in modo professionale prevale di gran lunga la natura intellettuale della prestazione fornita, ma in questo caso Giacomo svolge una professione avvalendosi di dipendenti, collaboratori, uffici e mezzi necessari per il cantiere. L’art. 2238 c.c. stabilisce infatti che le norme in materia di impresa si applicano alle professioni intellettuali «se l’esercizio della professione costituisce elemento di una attività organizzata in forma di impresa».
1. Un po’ di storia Il diritto commerciale ruota intorno alla nozione di imprenditore.
Quella di imprenditore è una nozione fondamentale del diritto commerciale. Tutto questo settore del diritto, infatti, ruota intorno alla figura dell’imprenditore per disciplinare le forme attraverso le quali egli opera (da solo, come ditta individuale, oppure in società con altri), gli strumenti dei quali abitualmente si avvale (mezzi di pagamento, titoli di credito e contratti commerciali o d’impresa), la situazione di crisi nella quale può venire a trovarsi (insolvenza e relative procedure).
Alle origini dell’imprenditore moderno c’è il mercante medievale.
L’imprenditore moderno trova le proprie lontane radici nel mercante medievale e nella progressiva regolamentazione dei rapporti e delle prassi commerciali che si instauravano nelle fiere delle più importanti città europee dell’epoca. Tale regolamentazione è poi confluita in un vero e proprio insieme di usi e regole riconosciuti e praticati un po’ in tutte le principali piazze commerciali: la legge dei mercanti o lex mercatoria. Con l’aumento degli scambi e delle esigenze del mercato si sono poi affermate due figure imprenditoriali sempre più complesse e influenti: l’armatore e il banchiere. L’armatore metteva a disposizione le proprie navi e ne organizzava i viaggi per commerciare spezie, tessuti e altre merci di scambio e lavorazione con i Paesi del Mediterraneo e d’Oriente. Il banchiere metteva a disposizione degli altri mercanti e delle famiglie al potere nelle varie signorie il proprio denaro, i
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IMPRESA E AZIENDA
propri strumenti di prestito e cambio valutario, ricavando compensi ingentissimi da reinvestire in attività economiche e produttive sempre più diversificate. Nel corso dei secoli al mercante medievale e rinascimentale si sostituì il borghese di fine Settecento. Questa figura, portatrice di grandi mutamenti sociali, trovò la sua consacrazione con la Rivoluzione francese, che ne sancì definitivamente l’importanza economica e sociale, nonché la capacità di influire in maniera determinante sulle scelte politiche dei governanti e sulla formazione delle leggi (che dovevano rispondere agli interessi e agli obiettivi di sviluppo della nuova classe dominante). L’evoluzione prosegue fino all’epoca più recente attraverso la figura del commerciante presente nelle codificazioni dell’Ottocento, inteso quale speculatore professionale nell’intermediazione e nello scambio dei beni, e giunge, in ultimo, all’imprenditore del codice civile del 1942. La nozione del 1942 deriva dalla scienza economica ed è più ampia di quella del commerciante ottocentesco, perché riferita non solo al commercio speculativo in senso stretto, ma a ogni attività economica professionale capace di apportare nuova ricchezza sul mercato: prima fra tutte l’attività industriale (manifattura), ma anche quella della coltivazione e dell’allevamento (impresa agricola) e dei servizi (attività terziaria).
VIDEOLEZIONE DEL CAPITOLO
La nozione di imprenditore del codice civile deriva dalla scienza economica.
LE PAROLE DEL DIRITTO
L’imprenditore è colui che procura e organizza i fattori della produzione (capitale e lavoro); trattiene il profitto (utile) dell’attività economica, ma al tempo stesso si accolla il rischio economico dell’impresa, che si verifica quando i costi sono superiori ai ricavi (perdita).
Speculatore Lo è chi compie operazioni commerciali per ricavare un profitto dalle variazioni di prezzo.
1.1 Le attuali tendenze Certo, la nozione di imprenditore non può rifarsi unicamente al passato ma deve guardare anche e soprattutto alle prospettive e alle sfide del futuro. Si tratta di un’ottica che non riguarda solo gli operatori economici (dalla piccola impresa al grande gruppo societario multinazionale) ma anche gli studiosi del diritto commerciale e il legislatore, perché le moderne tendenze di sviluppo dell’impresa richiedono uno sforzo di regolamentazione sempre maggiore, sia attraverso l’adattamento dei vecchi istituti giuridici alle nuove esigenze commerciali, finanziarie e produttive, sia predisponendo istituti nuovi.
La figura dell’imprenditore deve guardare alle sfide del futuro.
Si tratta di un processo che si è ormai definitivamente affermato, e che consiste nella progressiva integrazione e unificazione dei mercati e dei sistemi produttivi mondiali legate alla globalizzazione. Questo processo riguarda sia le grandi potenze economiche (come gli Stati Uniti, la Cina, la Russia, l’Unione Europea), sia Paesi minori ma in rapida industrializzazione e crescita economica e tecnologica (i cosiddetti “Paesi emergenti”, come l’India, il Brasile, l’Indonesia, il Sudafrica, la Turchia ecc.). Gli scambi commerciali internazionali e il movimento dei capitali su scala planetaria vengono resi sempre più liberi e veloci. A ciò si accompagna il progressivo avvicinamento della normativa commerciale tra gli Stati (con una potente spinta all’uniformità normativa sovranazionale apportata, in Europa, dalla sempre più estesa e vincolante normativa dell’Unione Europea: il “diritto dell’Unione”).
La globalizzazione può aiutare a sconfiggere la povertà.
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CAPITOLO 1
| LA FIGURA DELL’IMPRENDITORE
Secondo alcuni osservatori la globalizzazione (che non è solo un fenomeno economico, ma anche di integrazione culturale e di costume) può aiutare a sconfiggere la povertà nei Paesi del cosiddetto “Terzo mondo”, introducendo in essi i vantaggi del mercato. Aumenta il potere dei grandi gruppi industriali e commerciali.
Secondo altri, invece, essa aumenterebbe a dismisura il potere e l’influenza (anche politica) di pochi giganteschi gruppi industriali e commerciali e non farebbe che accrescere le disuguaglianze sociali. Ciò perché la globalizzazione comporta la possibilità, per un grande gruppo imprenditoriale, di spostare i propri stabilimenti dal Paese d’origine ad altri Paesi, anche geograficamente molto lontani (per esempio dall’Europa all’Asia, o all’Africa), nei quali il costo del lavoro sia inferiore (salari più bassi) e ci sia una più ampia possibilità di espansione delle vendite (fenomeno chiamato di “delocalizzazione produttiva”). Con le inevitabili ricadute negative sui tassi di occupazione e sui livelli salariali dei Paesi interessati dallo spostamento. ESEMPIO L’impresa Alfa produce elettrodomestici e decide, per rendersi più competitiva e per aumentare i margini di profitto, di chiudere gli stabilimenti in Italia (licenziando i dipendenti) e di trasferire la produzione in un Paese dell’Estremo Oriente dove minori sono i costi per salari, trasporto delle materie prime, fisco, pratiche burocratiche ecc. Oltre alla diminuzione dei costi di produzione e all’aspettativa di maggiori profitti, la società dovrà però attentamente valutare anche i possibili aspetti negativi della delocalizzazione, per quanto concerne sia la produzione (per esempio il livello qualitativo dei beni prodotti all’estero) sia il cosiddetto “sistema-Paese” (per esempio la stabilità politica e sociale dello Stato ospitante, infrastrutture ecc…).
Le attività produttive sono più condizionate dalle ICT.
Ormai strettissimo è poi il rapporto tra il sistema economico e le ICT (tecnologie dell’informazione e della comunicazione). Ciò è dovuto soprattutto alle opportunità che queste tecnologie offrono agli imprenditori di ogni dimensione e natura: dall’organizzazione interna della propria attività e della propria azienda alla possibilità di raggiungere l’intero mercato mondiale (tramite l’e-commerce o l’e-business); dalla presentazione e promozione pubblicitaria dei propri prodotti (organizzati in magazzini o negozi “virtuali”) presso la moltitudine degli utenti Internet, alla creazione di nuove iniziative imprenditoriali aventi esse stesse a oggetto la gestione dello spazio web e la prestazione alle altre imprese, alle Pubbliche Amministrazioni o ai privati cittadini, di servizi informatici e telematici.
APPRENDI e APPLICA
mercante medioevale
lex mercatoria
commerciante
codificazioni dell’Ottocento
imprenditore
codice civile del 1942
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Guarda la mappa e rispondi alle domande di riepilogo. 1. Che cos’era, nel Medioevo, la lex mercatoria? 2. Quali figure imprenditoriali si affermarono con l’intensificazione degli scambi nel Cinquecento? 3. Che cosa distingue il commerciante ottocentesco dall’imprenditore del codice del 1942? 4. Quali effetti positivi e negativi si ritiene che produca la globalizzazione? 5. Che cos’è la delocalizzazione produttiva? 6. Qual è l’effetto delle ICT sul sistema economico?
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Un’importante tendenza in corso è quella della sempre più avanzata automazione e robotizzazione della produzione; appunto grazie al grande progresso delle tecnologie informatiche e telematiche applicate all’industria e abbinate a connessioni web sempre più potenti e veloci (come lo standard di quinta generazione, noto come 5G). Sempre più importante è il ricorso a metodi robotizzati di produzione attraverso l’Intelligenza Artificiale (AI). Si parla, in proposito, di industria 4.0, vale a dire di una “quarta” rivoluzione industriale dopo quella dei primi decenni dell’800, quella a cavallo tra ’800 e ’900, e quella successiva alla Seconda guerra mondiale. Ci si può attendere che l’industria 4.0 da un lato diminuisca il fabbisogno di manodopera generica, ma, dall’altro, aumenti la necessità di operatori e tecnici sempre più qualificati.
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IMPRESA E AZIENDA
Le ICT hanno aperto la strada alla quarta rivoluzione industriale (impresa 4.0).
2. La definizione giuridica di imprenditore La definizione giuridica di imprenditore è data dal codice civile (Libro V o «Del lavoro») all’art. 2082.
L’art. 2082 c.c. definisce l’imprenditore.
È imprenditore colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi. Proviamo a scomporre questa definizione. Per poter definire “imprenditore” un soggetto (e “impresa” la sua attività), occorre la presenza di tutti i seguenti elementi: ▪ l’esercizio di un’attività economica; ▪ la produzione o lo scambio di beni o servizi; ▪ l’organizzazione dell’attività economica; ▪ l’esercizio professionale dell’attività economica.
2.1 L’esercizio di un’attività economica Si definisce economica l’attività che, indipendentemente dal suo oggetto, mira a produrre ricchezza o, quantomeno, a pareggiare i costi mediante i ricavi. L’obiettivo dell’impresa economica è quello di ottenere ricavi superiori ai costi, così da conseguire un profitto (il cosiddetto “scopo di lucro”); tuttavia, può essere considerata economica anche l’attività che si prefigge, semplicemente, di pareggiare i costi con i ricavi, come avviene, per esempio, per gli enti pubblici economici o per le cooperative sociali.
L’impresa economica ha come obiettivo il profitto (o almeno il pareggio tra costi e ricavi).
ESEMPIO Una cooperativa di servizi per gli anziani (per esempio assistenza domiciliare, accompagnamento ecc.) eroga i suoi servizi a pagamento, ma non ha come obiettivo quello di ottenere un profitto dalla sua attività.
Il raggiungimento del profitto da parte dell’imprenditore non è affatto scontato: esso dipende infatti da una serie complessa di fattori, non tutti prevedibili e dipendenti dalla volontà dell’imprenditore. Per questo si dice che l’attività economica è un’attività “di rischio”, poiché è sempre possibile che, invece del profitto sperato, si ottengano – in un determinato periodo di attività (detto “esercizio”) – solo delle perdite (costi superiori ai ricavi).
L’attività economica comporta il rischio di subire “perdite”.
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CAPITOLO 1
| LA FIGURA DELL’IMPRENDITORE
Ciò che conta per definire “economica” l’attività è tuttavia il suo scopo iniziale, e non l’effettivo raggiungimento del risultato sperato. Di conseguenza, non perde la qualità di imprenditore chi – per un certo periodo – non realizza profitti ma perdite. ESEMPIO Alfredo, un imprenditore che opera nel settore tessile, organizza la produzione per ottenere ricavi superiori ai costi; il suo obiettivo è quindi quello di ottenere un profitto. In realtà, poiché non riesce a vendere i tessuti al prezzo prestabilito, deve accontentarsi di ricavi inferiori ai costi e quindi registra una perdita. Poiché ciò che conta è l’obiettivo iniziale, Alfredo è a tutti gli effetti un imprenditore commerciale.
2.2 La produzione o lo scambio di beni o servizi L’attività economica consiste nella produzione o nello scambio di beni o servizi destinati al mercato.
La produzione di ricchezza che caratterizza l’attività economica deve avvenire tramite la produzione di nuovi beni (produzione artigianale o industriale) oppure lo scambio di beni già esistenti sul mercato (commercio e intermediazione di beni in genere). L’attività dell’imprenditore può, però, anche avere a oggetto la fornitura di servizi, poiché anche questi ultimi producono ricchezza (per esempio i servizi assicurativi e bancari, di manutenzione e vigilanza, di trasporto, turistici o di spettacolo ecc.). È però essenziale che la produzione o lo scambio di beni e servizi siano destinati al mercato. Pertanto, non è imprenditore chi si fabbrichi i mobili destinati ad arredare la propria abitazione, oppure chi produca marmellate e conserve per il consumo proprio (autoconsumo). Allo stesso modo, non è considerata economica l’attività che mira al semplice godimento dei beni (come avviene in caso di riscossione dei canoni di locazione di un appartamento di cui si sia proprietari, oppure di semplice raccolta dei frutti del proprio campo per il fabbisogno proprio e della famiglia).
2.3 L’organizzazione dell’attività economica L’imprenditore si avvale di mezzi materiali (azienda) e persone che deve gestire.
Per svolgere la propria attività l’imprenditore si avvale di un complesso di mezzi materiali (i locali, gli impianti, i mezzi di trasporto, le macchine d’ufficio ecc.) e normalmente anche di persone (collaboratori e dipendenti). Tutti questi elementi sono tra loro collegati e organizzati in modo unitario in vista dello svolgimento dell’attività economica. La legge non richiede che l’organizzazione raggiunga determinate dimensioni, perciò è imprenditore tanto il fruttivendolo dotato solamente di un banco e di una bilancia, quanto l’industriale con più stabilimenti e con centinaia o addirittura migliaia di dipendenti. Il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’attività economica costituisce l’azienda.
2.4 L’esercizio professionale dell’attività economica Non è imprenditore chi svolge attività economica solo occasionalmente. ESEMPIO Non è imprenditore chi vende la propria autovettura, chi vende un appartamento appena acquistato per sfruttare l’improvviso rialzo dei prezzi sul mercato immobiliare, chi tinteggia durante le ferie la sede dell’associazione sportiva di cui fa parte ecc. Tutte queste attività infatti, sebbene abbiano un risvolto economico, sono esercitate in modo occasionale.
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UNITÀ 6
anche in
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IMPRESA E AZIENDA
ECONOMIA AZIENDALE ed ECONOMIA POLITICA
Imprese e aziende: discipline diverse, diversi significati Impresa, azienda, ditta: sia il diritto sia l’economia politica sia l’economia aziendale utilizzano questi concetti assegnando loro significati diversi. Impresa deriva da imprendere significa intraprendere, dare inizio a un’opera, a un’attività. È questo il significato giuridico che indica un’attività (per esempio, comprare tessuto e macchinari per produrre abiti). Il soggetto che svolge questa attività è detto imprenditore e per essere considerato tale dal diritto, occorre che la realizzi in modo abituale e per la vendita. Per svolgere questa attività l’imprenditore ha bisogno di un insieme di beni che costituisce l’azienda: essa è dunque il mezzo (macchinari, attrezzature ecc.) che l’imprenditore utilizza. Per farsi conoscere nel mercato, l’imprenditore si presenta con un nome che, dal punto di vista giuridico, costituisce la ditta. In economia politica si utilizza solo il termine impresa per indicare un qualsiasi soggetto economico che trasforma input in output. Questa attività produttiva viene esercitata avendo come obiettivo il profitto (impresa profit) oppure un fine sociale (impresa no-profit). In ogni caso, ciò che accade al suo interno non è oggetto di studio: l’impresa è una “scatola nera” nella quale ci sono rapporti tra persone e cose che però non vengono indagati. Lo scopo è quello di individuare i criteri che l’impresa deve seguire per raggiungere il suo obiettivo. Famiglia e Stato, di conseguenza, non sono imprese, svolgono all’interno del sistema economico funzioni diverse. La parola azienda deriva dallo spagnolo hazienda. Uno dei fondatori dell’ economia aziendale , Gino Zappa, concepisce l’azienda come «una coordinazione economica in atto istituita e retta per la soddisfazione di umani bisogni». In economia aziendale l’azienda è quindi un’organizzazione di persone e beni economici finalizzata al consumo o alla produzione di beni e servizi a favore dei soggetti che vi partecipano. Sono quindi aziende, in questa prospettiva, anche la famiglia e lo Stato. Inoltre, in economia aziendale l’azienda è intesa come costituita non solo da beni, ma anche da persone.
METTITI ALLA PROVA Analizza la classificazione delle attività di seguito elencate nelle diverse discipline.
Attività
Diritto
Economia politica
Economia aziendale
La mamma di Angelo fa una torta
È un’impresa?
È un’impresa?
Che tipo di azienda è?
Carlo produce biciclette e le vende
È un’impresa?
È un’impresa?
Che tipo di azienda è?
Un ente dello Stato produce energia elettrica e la vende
È un’impresa?
È un’impresa?
Che tipo di azienda è?
Carlo e Camilla, insieme, assistono gli anziani facendosi pagare solo le spese
È un’impresa?
Che tipo di impresa è?
Che tipo di azienda è?
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CAPITOLO 1
| LA FIGURA DELL’IMPRENDITORE
L’esercizio dell’attività dev’essere abituale, anche se non continuativo.
L’esercizio dell’attività economica deve infatti essere abituale (continuando negli esempi appena fatti: il concessionario di automobili, l’agenzia di intermediazione immobiliare, l’impresa di decorazione). Tuttavia, abituale non equivale a “continuativo”: ciò vuol dire che l’attività può essere esercitata anche per un solo periodo dell’anno, purché ciò avvenga ripetutamente (per esempio, per più anni consecutivi) o sia determinato dalla natura stessa dell’attività. ESEMPIO Tipico è il caso del gestore di impianti sciistici, di sale cinematografiche all’aperto, di campeggi estivi o di stabilimenti balneari.
Non è nemmeno necessario che l’imprenditore svolga unicamente attività economica e viva di questo. Per esempio, è imprenditore anche l’operaio che, terminato l’orario di lavoro, gestisca un’impresa di pulizie, oppure l’insegnante che, terminate le attività scolastiche, mandi avanti una libreria nel centro cittadino. Il professionista in genere non è imprenditore.
Per il codice civile non è imprenditore il professionista o, per usare il linguaggio del legislatore, il prestatore d’opera intellettuale (artt. 2229 e ss. c.c.), come il medico, il commercialista, l’avvocato ecc. Nell’attività professionale, infatti, ciò che è essenziale non è il carattere di economicità, quanto piuttosto la natura esclusivamente o prevalentemente intellettuale delle prestazioni fornite. Se però l’esercizio della professione è elemento di un’attività economica organizzata anche il professionista può assumere la qualifica di imprenditore (art. 2238 c.c.). ESEMPIO È il caso del medico che gestisce una casa di cura privata, dell’ingegnere che costituisce una società di progettazione e consulenza tecnica con molti collaboratori e dipendenti, dell’architetto titolare di uno studio di grafica e pubblicità.
APPRENDI e APPLICA IMPRENDITORE
attività economica
produce ricchezza (ha come obiettivo almeno il pareggio dei costi e dei ricavi)
produce o scambia beni o fornisce servizi
Guarda la mappa e rispondi alle domande di riepilogo. 1. Che cosa s’intende per economicità dell’attività imprenditoriale? 2. Quando l’attività economica è organizzata? 3. Quando l’attività economica è svolta in modo professionale? 4. Il prestatore d’opera intellettuale è un imprenditore? Perché?
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professionalmente (in modo abituale)
in modo organizzato (organizza mezzi materiali e persone)
RISOLVI IL CASO Massimo prepara per i figli una torta ogni settimana: lo fa quindi abitualmente e in modo organizzato. Pur producendo un bene non può però essere considerato un imprenditore. ▪ Perché? Quale requisito gli manca per essere qualificato come imprenditore?
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IMPRESA E AZIENDA
3. I vari tipi di imprenditore Il piccolo imprenditore La realtà dimostra che possono esistere vari tipi di imprenditore, secondo le dimensioni dell’impresa e la natura dell’attività esercitata (dalla ditta di autonoleggio con due o tre automezzi alla grande impresa di trasporti di linea in ambito nazionale e internazionale; dal fabbricante di souvenir al mobilificio industriale; dal piccolo tipografo al grande editore; dal vinaio locale al produttore ed esportatore in larga scala di vini e spumanti). Il codice civile distingue tra:
Il c.c. distingue vari tipi di imprenditore soggetti a normative differenti.
▪ piccolo imprenditore (art. 2083 c.c.); ▪ imprenditore agricolo (art. 2135 c.c.); ▪ imprenditore commerciale (art. 2195 c.c.). È importante saper individuare le diverse categorie di imprenditori perché la normativa che si applica all’imprenditore commerciale (la figura giuridicamente ed economicamente più importante) è per varie ragioni più rigorosa di quella applicabile al piccolo imprenditore e all’imprenditore agricolo. Per esempio, il piccolo imprenditore e l’imprenditore agricolo, diversamente da quanto avviene per l’imprenditore commerciale, sono esonerati dall’obbligo di tenuta delle scritture contabili. In base all’art. 2083 c.c.: «Sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano un’attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia». Si tratta di figure imprenditoriali accomunate dal fatto di avere, in genere, dimensioni economiche modeste. Il tratto distintivo è dato tuttavia dalla prevalenza del lavoro proprio dell’imprenditore e dei suoi familiari sugli altri fattori produttivi.
L’art. 2083 c.c. definisce il “piccolo imprenditore”.
3.1 Il coltivatore diretto del fondo (CD) e l’imprenditore agricolo professionale (IAP) Il coltivatore diretto (CD) è il piccolo proprietario o affittuario che coltiva la terra con il lavoro prevalentemente proprio o dei suoi familiari.
Piccolo imprenditore è il coltivatore diretto.
Le leggi speciali emanate successivamente al codice civile danno però una definizione più ampia, in base alla quale si è in presenza di questa categoria quando il lavoro del coltivatore e della sua famiglia è pari ad almeno un terzo di quello necessario per le normali esigenze di coltivazione del fondo. Inoltre, determinate agevolazioni creditizie, fiscali e previdenziali (pensione) vengono riconosciute alla figura dell’imprenditore agricolo professionale (IAP). L’imprenditore agricolo (diverso dal coltivatore diretto) è in possesso delle necessarie conoscenze e competenze professionali nel settore agricolo, impiega nell’attività agricola almeno la metà del proprio tempo di lavoro complessivo e ricava da tale attività almeno la metà del proprio reddito globale da lavoro (d.lgs. 99/2004); può avvalersi di collaboratori e dipendenti. L’impresa agricola può essere svolta anche da società, sia di persone sia di capitali. 391
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| LA FIGURA DELL’IMPRENDITORE
3.2 L’artigiano L’artigiano è definito piccolo imprenditore (l.443/1985).
L’artigiano è una figura imprenditoriale molto importante sia da un punto di vista statistico (per il gran numero di ditte e società artigiane che operano sul mercato), sia da un punto di vista economico (per le dimensioni e la capacità produttiva che un’azienda artigiana può oggi raggiungere). La definizione corrente dell’artigiano non si trova nel codice civile ma nella legge 8 agosto 1985, n. 443 (legge-quadro per l’artigianato). Essa definisce l’artigiano «l’imprenditore che esercita personalmente, professionalmente e in qualità di titolare l’impresa artigiana, assumendone la piena responsabilità […] e svolgendo in misura prevalente il proprio lavoro, anche manuale, nel processo produttivo» (art. 2). Occorre inoltre che l’attività abbia «per scopo prevalente la produzione di beni, anche semilavorati, o di prestazione di servizi» (art. 3). Ai requisiti qualitativi (conduzione personale dell’impresa, rilevanza del lavoro manuale, scopo di produzione di beni), va aggiunto un requisito quantitativo (o dimensionale).
L’artigiano può avvalersi di dipendenti (numero fissato dalla legge).
La legge sull’artigianato, infatti, ammette che l’imprenditore artigiano possa servirsi anche del lavoro di dipendenti, ma stabilisce il numero massimo di questi ultimi secondo il tipo di attività (per esempio: imprese di trasporto, edili, abbigliamento) e il tipo di produzione (in serie o non in serie). Se il numero massimo viene superato, il titolare non può più essere considerato artigiano, bensì imprenditore commerciale a tutti gli effetti. Si tratta, in linea generale, di limiti molto ampi, che dimostrano come la figura dell’artigiano non sia soltanto più quella tradizionale del sarto, del falegname, del meccanico, del gelataio, del barbiere ecc., ma ricomprenda anche imprese simili in tutto e per tutto alle piccole industrie.
L’attività artigianale può essere esercitata in forma societaria.
La legge ammette anche la possibilità che l’attività artigianale venga esercitata in forma societaria, mediante la costituzione di una società artigiana. Occorre però che: ▪ si tratti di una società di persone (s.n.c. o s.a.s.), di una società a responsabilità limitata (s.r.l.) o di una cooperativa; ▪ la maggioranza dei soci, oppure il socio-amministratore, lavori personalmente e manualmente nel processo produttivo; ▪ il lavoro prevalga in ogni caso sul capitale investito nell’azienda.
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Stabilire se un’impresa sia artigiana o meno è importante, perché l’artigiano, oltre a usufruire dei benefici concessi dalla legge a ogni piccolo imprenditore, ha la possibilità di ottenere agevolazioni finanziarie, creditizie e fiscali. L’accertamento dei requisiti di artigianalità spetta alle Camere di Commercio (più esattamente definite “Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura”: CCIAA) site in ogni provincia, le quali provvedono all’iscrizione dell’artigiano nella sezione speciale del Registro delle imprese da esse tenuto.
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IMPRESA E AZIENDA
Le imprese artigiane possono ottenere agevolazioni finanziarie, creditizie, fiscali.
Dall’artigiano va tenuto distinto il piccolo commerciante, cioè il negoziante (il fornaio, il lattaio, il tabaccaio) con un volume d’affari limitato, o l’ambulante.
3.3 Il piccolo imprenditore in rapporto al lavoro proprio e dei familiari Più in generale, è piccolo imprenditore chi svolge l’attività d’impresa prevalentemente con il lavoro proprio e dei familiari. Ci troviamo dunque di fronte a un’impresa condotta direttamente e personalmente dall’imprenditore, con l’eventualità che vi contribuiscano anche i componenti della famiglia. Il requisito fondamentale è dato dalla prevalenza del lavoro dell’imprenditore o dei suoi familiari. Tale requisito va valutato sotto due aspetti: ▪ il primo concerne il rapporto tra lavoro dell’imprenditore (e dei suoi familiari) e lavoro dei dipendenti (se ci sono);
Nell’attività del piccolo imprenditore è prevalente il lavoro proprio e dei familiari.
▪ il secondo riguarda invece il rapporto tra il lavoro svolto nell’impresa e il capitale in essa investito. Relativamente al primo aspetto (lavoro dell’imprenditore-lavoro dei dipendenti), occorre che il lavoro personale dell’imprenditore e dei familiari nell’impresa sia quantitativamente e qualitativamente superiore a quello dei dipendenti (in maniera tale che, senza la partecipazione diretta dell’imprenditore e dei familiari, l’impresa non potrebbe sopravvivere).
Il lavoro dell’imprenditore e dei familiari è maggiore di quello dei dipendenti.
APPRENDI e APPLICA PICCOLO IMPRENDITORE
coltivatore diretto
artigiano
piccolo commerciante
Guarda la mappa e rispondi alle domande di riepilogo. prevalenza del lavoro dell’imprenditore e dei suoi familiari sugli altri fattori produttivi
RISOLVI IL CASO Maria gestisce con il marito Paolo e i loro due figli un’impresa che crea siti web per le imprese. Per realizzarli, utilizzano un computer ciascuno e un software specifico; il capitale impiegato è quindi esiguo. ▪ Si tratta di una piccola impresa ai sensi dell’art. 2083 c.c.? Devono tenere le scritture contabili obbligatorie?
1. Chi è il coltivatore diretto? 2. Che cosa differenzia l’imprenditore agricolo dal coltivatore diretto? 3. Come definisce l’artigiano la legge-quadro che disciplina tale attività? 4. Chi è piccolo commerciante? 5. Qual è il criterio generale che viene utilizzato per qualificare come piccolo un imprenditore? 6. Sotto quali profili va valutata la prevalenza? 7. Che cos’è l’impresa familiare?
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| LA FIGURA DELL’IMPRENDITORE
Il valore economico del lavoro è superiore a quello dei mezzi impiegati.
Nel secondo caso (lavoro-capitale) occorre che l’impresa sia caratterizzata più dal lavoro prestato dall’imprenditore e dai familiari che non dal capitale che l’imprenditore ha investito in essa: occorre cioè che il valore dei mezzi materiali di cui l’imprenditore in genere si avvale per l’esercizio dell’impresa (materie prime, macchinari, attrezzature ecc.) sia economicamente inferiore a quello attribuibile al lavoro suo e dei suoi familiari. ESEMPIO Si presume che un gioielliere investa un grosso capitale nella sua attività (oro, pietre preziose) anche se essa può essere agevolmente gestita da poche persone. Quindi, in linea generale, egli non potrà essere considerato un piccolo imprenditore, in virtù del fatto che in questo caso il valore del capitale è superiore a quello del lavoro.
La legge regola i rapporti interni all’impresa familiare.
Al fine di evitare che tra i familiari dell’imprenditore si creino delle disparità di ruoli e di diritti (specialmente in danno della donna e del suo contributo lavorativo) la legge, negli artt. 230 bis e 230 ter c.c., regola anche i rapporti interni all’impresa quando questa, per la collaborazione continuativa del coniuge o del convivente, nonché dei parenti, possa qualificarsi come “impresa familiare”.
3.4 Le piccole e medie imprese (PMI) La PMI è definita dalla normativa della UE.
Dalla nozione di piccolo imprenditore prevista dal codice civile deve essere tenuta nettamente distinta quella di piccola (e media) impresa (PMI) rilevante in base alla normativa dell’Unione Europea. Questo tipo di impresa, che può ottenere agevolazioni di vario tipo (per esempio, incentivi pubblici statali e dell’Unione Europea, finanziamenti agevolati ecc…), è infatti caratterizzato da limiti dimensionali assai più ampi di quelli che abbiamo visto sinora e tali da configurare, se rapportati al codice civile italiano, una vera e propria impresa commerciale. Perché si possa parlare di PMI, occorre che non vengano superati i limiti previsti dalla normativa nel numero dei dipendenti occupati (non superiore a 250) e nel fatturato annuo (non superiore a 50 milioni di euro).
4. L’imprenditore agricolo La definizione di imprenditore agricolo si desume dall’art. 2135 c.c.: «è imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, silvicoltura, allevamento di animali e attività connesse». L’imprenditore agricolo svolge sia attività agricole principali, sia attività agricole per connessione.
La coltivazione del fondo consiste nell’utilizzare il terreno per la produzione vegetale (frutta, cereali ecc.). La sua gestione può avvenire con l’aiuto di dipendenti e con l’impiego di macchinari e capitali senza che ciò elimini la natura agricola dell’imprenditore. La silvicoltura è la coltivazione del bosco finalizzata alla produzione di legname. Nell’allevamento la nozione di “animali” comprende non soltanto i bovini, gli ovini, i caprini, i suini, gli equini e, in generale, tutti gli animali da lavoro o produttori di carne, latte e lana, ma anche gli animali da cortile (polli, tacchini, conigli ecc.), oppure animali che forniscono altri prodotti commerciabili perché utili all’uomo, come le api con il miele, o i bachi con la seta. In base all’art. 2135 c.c., tuttavia, sono considerati imprenditori agricoli anche coloro che si dedicano alla «manipolazione, conservazione, trasformazione,
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IMPRESA E AZIENDA
commercializzazione e valorizzazione» dei prodotti che si ottengono esercitando una delle tre attività su indicate. ESEMPIO È il caso di chi tragga il vino dall’uva che produce, l’olio dalle proprie olive, il burro e il formaggio dal latte del bestiame che alleva, le marmellate dai propri frutti ecc. (manipolazione, trasformazione); oppure dell’agricoltore che venda i prodotti del proprio campo, anche quelli da lui stesso trasformati secondo gli esempi che si sono fatti (alienazione).
Si considerano, infine, imprenditori agricoli anche coloro che svolgono «attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione e ospitalità». È il caso, per esempio, dei gestori di aziende agrituristiche o di alcune cooperative che organizzano soggiorni e campi di studio e lavoro per la sensibilizzazione ai problemi di tutela ambientale e faunistica. Naturalmente non può considerarsi agricola, né in via diretta né per connessione, l’attività esclusivamente industriale di produzione e commercializzazione dei prodotti della terra, per esempio la lavorazione della frutta per produrre marmellate e confetture, o la lavorazione delle nocciole per produrre la “Nutella”. Tanto l’imprenditore agricolo quanto il coltivatore diretto possono essere proprietari del fondo, oppure possono coltivare un fondo di proprietà altrui. In quest’ultimo caso, il godimento del fondo viene normalmente ottenuto attraverso la stipulazione di un contratto che si chiama affitto a fondo rustico. In cambio della disponibilità del fondo, il coltivatore è tenuto a pagare al proprietario-concedente un canone annuo in denaro, determinato sulla base di criteri fissati da contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni professionali agricole. Esso non può avere durata inferiore a quindici anni e, in mancanza di disdetta, si rinnova automaticamente per altri quindici (legge n. 203 del 1982). L’affitto di fondo rustico, chiamato anche «affittanza», ha progressivamente sostituito per legge altri tipi di contratti agrari un tempo molto diffusi (per esempio la mezzadria), che si basavano sull’attribuzione al proprietario di una quota in natura del prodotto dei campi , per esempio, il 50% delle mele raccolte nella stagione. APPRENDI e APPLICA IMPRENDITORE AGRICOLO attività
coltivazione del fondo
silvicoltura
allevamento di animali
Guarda la mappa e rispondi alle domande di riepilogo. 1. Che cosa s’intende per “coltivazione del fondo”? 2. Che cos’è la silvicoltura? 3. Che cosa si intende per “animale”? L’allevamento di struzzi può essere considerato “agricolo”? 4. Quali sono le attività connesse? 5. Che cosa sono le aziende agrituristiche? 6. Quali caratteristiche deve avere l’attività per essere considerata connessa a quella agricola? 7. È imprenditore agricolo chi coltiva un fondo altrui mediante un contratto di affitto a fondo rustico?
attività connesse
RISOLVI IL CASO Eleonora, insieme al marito e alla figlia, alleva galline e mucche da latte, coltiva un piccolo terreno dal quale ottiene ortaggi e verdure. Utilizzando quasi esclusivamente i prodotti della loro attività, realizza primi piatti, secondi e dessert che vende ai turisti. Una volta al mese, poi, accoglie gli allievi delle scuole del Comune per farli entrare in contatto con la natura e i suoi cicli. ▪ L’attività di Eleonora può essere considerata agricola ai sensi dell’art. 2135 c.c.?
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| LA FIGURA DELL’IMPRENDITORE
5. L’imprenditore commerciale Sono imprenditori commerciali coloro che rientrano nelle attività elencate nell’art. 2195 c.c.
Tutti gli imprenditori che non rientrano nelle tipologie fin qui descritte sono imprenditori commerciali. Essi sono, infatti, coloro che esercitano in maniera professionale una delle attività elencate nell’art. 2195 c.c. e non rivestono i caratteri propri né del piccolo imprenditore né dell’imprenditore agricolo. Le attività che costituiscono esercizio di impresa commerciale sono: ▪ l’attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi: il termine “industriale” va inteso in senso ampio, poiché è riferito non solo alla produzione di beni o alla trasformazione di materie prime, ma anche alla produzione di servizi; ESEMPIO È imprenditore industriale non solo chi produce autovetture o fabbrica cucine componibili, ma anche chi gestisce un villaggio turistico, un ristorante, una clinica, una casa editrice, una squadra di calcio professionistico ecc.
▪ l’attività intermediaria nella circolazione dei beni: si tratta dell’attività “commerciale” per eccellenza, che ha come oggetto l’acquisto e la rivendita dei beni. Rientrano in questo gruppo i commercianti, sia all’ingrosso sia al dettaglio; fanno inoltre parte di questa categoria anche le attività di import/ export (dette attività di trading); ▪ le attività di trasporto: sia di cose sia di persone, sia per terra sia per acqua che per aria (per esempio le compagnie aeree private, i corrieri nazionali ed esteri, le linee di pullman, di traghetto ecc.); ▪ l’attività bancaria e assicurativa, cioè la raccolta del risparmio e l’esercizio del credito, ma anche l’attività finanziaria in genere e, all’interno di questa, l’attività di Borsa. Come meglio vedremo, l’attività bancaria, data la sua rilevanza economica e sociale, è sottoposta ad autorizzazioni governative e al controllo della Banca d’Italia; ▪ altre attività ausiliarie alle precedenti: rientrano in questo gruppo tutte le attività che sono strumentali (appunto, “ausiliarie”) a quelle elencate. Si tratta di attività di cui gli altri imprenditori (per esempio, coloro che esercitano attività industriale o commerciale) si avvalgono normalmente per l’esercizio della propria impresa. Rientrano in questa categoria, per esempio, gli agenti di commercio, i mediatori, i commissionari, gli spedizionieri ecc. Alcune di queste figure saranno analizzate nell’Unità 9, che tratta i contratti dell’impresa. Tra gli imprenditori commerciali che esercitano una delle attività previste dall’art. 2195 c.c. rientrano anche gli enti pubblici economici.
5.1 Lo statuto dell’imprenditore commerciale L’imprenditore commerciale, come abbiamo già accennato, è sottoposto a un particolare regime giuridico che non si applica né al piccolo imprenditore né all’imprenditore agricolo. Il complesso delle disposizioni dettate appositamente per l’imprenditore commerciale viene denominato statuto dell’imprenditore commerciale. 396
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I punti fondamentali di questo “statuto” riguardano: ▪ la capacità a esercitare l’impresa; ▪ l’obbligo di iscrizione nel Registro delle imprese; ▪ l’obbligo di tenere le scritture contabili;
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Lo statuto dell’imprenditore commerciale ha un particolare regime giuridico.
▪ la soggezione, in caso di insolvenza, alla procedura di liquidazione giudiziale. Le ragioni per le quali il legislatore prevede per l’imprenditore commerciale un regime giuridico più rigoroso di quello previsto per i piccoli imprenditori e per quelli agricoli risiedono nella maggiore dimensione economica dell’impresa commerciale e, soprattutto, nell’esigenza di predisporre mezzi di controllo idonei a tutelare il credito al quale l’imprenditore commerciale abitualmente ricorre (mediante anticipazioni bancarie, sconfinamenti autorizzati, sconto dei titoli, pagamenti dilazionati delle forniture ecc.). Ciò spiega perché il legislatore si sia preoccupato di mettere i creditori in condizioni di risalire prontamente all’imprenditore (tramite il regime di pubblicità del Registro delle imprese) e di verificare (tramite le scritture contabili obbligatorie) l’andamento dell’impresa e il suo stato di salute, anche in vista di una eventuale sottoposizione alla procedura di insolvenza. Anche le norme che regolano la capacità a esercitare l’impresa sono finalizzate a fornire i creditori di un interlocutore giuridicamente idoneo.
Regime giuridico più rigoroso per le maggiori dimensioni economiche e per la tutela dei creditori.
5.2 La capacità all’esercizio dell’impresa Chiunque può esercitare un’attività di impresa purché abbia la capacità di agire, cioè la capacità di compiere validamente atti giuridici (art. 2 c.c.). Alla regola generale si contrappongono alcune limitazioni particolari, in presenza delle quali un soggetto, pur possedendo la capacità di agire, non può svolgere attività di impresa. Queste limitazioni possono riguardare i soggetti che esercitano una determinata professione (per esempio, non possono svolgere attività di impresa i diplomatici, gli avvocati, i notai, gli impiegati dello Stato ecc.) oppure possono discendere da provvedimenti amministrativi (revoca della licenza di esercizio) o da condanne penali (come per il reato di bancarotta).
Per esercitare l’attività di impresa è necessaria la capacità di agire con alcune eccezioni.
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È bene notare, tuttavia, che chi esercita attività di impresa nonostante i divieti ricordati compie comunque atti giuridicamente validi ed efficaci: la violazione del divieto non esclude quindi la qualifica di imprenditore, ma comporta l’applicazione di sanzioni sia amministrative sia disciplinari (cancellazione dall’albo professionale, sospensione o rimozione dall’impiego ecc.). Possono essere imprenditori commerciali anche gli incapaci se continuano un’attività ricevuta per donazione o testamento.
Da quanto esposto sembrerebbe che chi non ha la capacità di agire (perché minorenne, interdetto o inabilitato) non possa assumere la qualità di imprenditore commerciale. In realtà, la legge proibisce a questi soggetti di “iniziare” l’impresa ma non esclude che, a certe condizioni e sotto determinati controlli, essi possano continuare l’esercizio di un’impresa avviata da altri e ricevuta poi per donazione o per testamento. ESEMPIO Nulla vieta che un padre lasci la propria azienda in eredità al figlio di pochi anni, né si può escludere che un inabilitato per parziale infermità di mente si trovi a essere erede universale di un imprenditore.
In questi casi, l’esercizio dell’impresa può essere continuato a patto che il soggetto sia affiancato da un genitore (se è minore), da un curatore (se è inabilitato) o da un tutore (se è interdetto) e che vi sia l’autorizzazione del Tribunale per i minorenni o del giudice tutelare. APPRENDI e APPLICA produzione IMPRENDITORE COMMERCIALE
svolge le attività
statuto dell’imprenditore
trasporto
prevede
capacità di esercitare l’impresa
obbligo di iscrizione nel Registro delle imprese
1. Che cosa s’intende con l’espressione “attività industriale” presente nell’art. 2195 c.c.? 2. Che cos’è l’attività intermediaria nella circolazione dei beni? 3. Quali sono le attività ausiliarie? 4. Che cos’è lo statuto dell’imprenditore commerciale? Quali sono le ragioni di tale regime giuridico più rigoroso? 5. In quali casi un soggetto capace di agire non può svolgere attività di impresa commerciale? Se la svolge, i suoi atti sono invalidi? 6. Un soggetto incapace di agire può iniziare o continuare l’attività di impresa commerciale?
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bancaria e assicurativa
obbligo di tenere le scritture contabili
Guarda la mappa e rispondi alle domande di riepilogo.
circolazione dei beni
procedura di liquidazione giudiziale
ausiliarie dei precedenti
7. Qual è lo scopo dell’iscrizione nel Registro delle imprese? Qual è l’efficacia di tale iscrizione? 8. Chi è l’imprenditore occulto? RISOLVI IL CASO Marco tiene la contabilità di numerose imprese e redige le buste-paga dei loro dipendenti. Per svolgere la sua attività si avvale della collaborazione di molti dipendenti e di un edificio a più piani in cui sono collocati computer e archivi. ▪ L’attività di Marco può essere considerata “industriale” nel senso dell’art. 2195 c.c. n. 1? Se sì, quali sono le conseguenze di questa qualificazione? Se no, quali sono le conseguenze dell’esclusione della sua attività dal novero di quelle commerciali?
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6. L’obbligo di iscrizione nel Registro delle imprese 6.1 Natura dell’iscrizione L’iscrizione nel Registro delle imprese, resa obbligatoria dall’art. 2195 c.c., ha lo scopo di rendere pubblicamente noti alcuni fatti o dati fondamentali relativi alle imprese, sia individuali sia collettive (società).
L’iscrizione nel Registro delle imprese ha natura dichiarativa.
La pubblicità in questione ha natura dichiarativa, nel senso che ha la funzione di portare a conoscenza dei terzi i fatti più importanti che riguardano la vita dell’impresa (generalità dell’imprenditore, natura dell’attività, sede, procure eventualmente concesse, variazioni di oggetto, cessazione, sottoposizione a fallimento ecc.). Non ha invece natura costitutiva, cioè non costituisce un requisito necessario per assumere la qualifica di imprenditore. Si può, quindi, essere imprenditore anche “di fatto” e senza aver rispettato l’obbligo di iscrizione. Rientra in questo caso l’ipotesi dell’imprenditore occulto, cioè di colui che esercita l’impresa senza esserne formalmente il titolare e che si serva, per le relazioni con i terzi, di un “prestanome” sottoposto alle sue direttive. In questi casi, la sostanza prevale sulla forma, la realtà sull’apparenza: a tutela dei creditori, infatti, si ritiene che delle obbligazioni assunte dal prestanome (imprenditore “apparente”) risponda anche l’imprenditore occulto (imprenditore “reale”). Diversamente accade, come vedremo, per le società di capitali, per le quali l’iscrizione ha natura “costitutiva”: solo con questa, infatti, esse ottengono la personalità giuridica.
L’iscrizione al Registro delle imprese non è un requisito necessario per la qualifica di imprenditore.
6.2 Efficacia dell’iscrizione L’iscrizione ha una duplice efficacia: positiva e negativa (art. 2193 c.c.). Ha efficacia positiva nel senso che tutti i fatti iscritti nel Registro delle imprese si presumono conosciuti dai terzi (senza possibilità di prova contraria). Ha efficacia negativa nel senso che l’imprenditore non può opporre ai terzi i fatti che avrebbero dovuto essere iscritti ma che egli non ha provveduto a iscrivere. Egli, tuttavia, può provare che il terzo era venuto comunque a conoscenza del fatto in questione per quanto non iscritto. Un esempio può chiarire l’efficacia della pubblicità dichiarativa.
L’iscrizione ha efficacia positiva e negativa.
ESEMPIO Il terzo non può lamentare di aver trattato con un rappresentante privo di poteri se la procura generale rilasciata dall’imprenditore risulti iscritta (precedentemente all’atto) presso il Registro delle imprese. Il terzo non può obiettare neppure che, essendo effettivamente iscritta la procura, egli ne era rimasto però all’oscuro perché si trovava all’estero. L’imprenditore, da parte sua, non può pretendere di far valere nei confronti di un terzo una procura generale rilasciata al proprio rappresentante se questa non risulta iscritta (egli può però provare che il terzo era comunque a conoscenza della procura in quanto gli era stata mostrata dallo stesso rappresentante).
In concreto, la pubblicità delle imprese è attuata mediante: ▪ il Registro delle imprese presso la Camera di commercio, tenuto sotto la responsabilità di un suo funzionario (conservatore) e sotto la vigilanza di un giudice delegato dal Presidente del Tribunale;
Il Registro e l’obbligo di iscrizione attuano la pubblicità delle imprese.
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▪ l’obbligo di iscrizione di tutti gli imprenditori commerciali, sia ditte individuali sia società; ▪ l’obbligo di iscrizione in sezioni speciali anche dei piccoli imprenditori, degli imprenditori agricoli, degli artigiani e delle società semplici. REGISTRO DELLE IMPRESE
sezione ordinaria
sezione speciale
imprenditore commerciale – ditta individuale – società
piccoli imprenditori, imprenditori agricoli, artigiani, società semplice
7. Le scritture contabili obbligatorie 7.1 Le singole scritture L’imprenditore commerciale deve tenere le scritture contabili.
L’imprenditore commerciale deve tenere le seguenti scritture contabili (art. 2214 c.c.): ▪ il libro giornale; ▪ il libro degli inventari; ▪ le altre scritture contabili richieste dalla natura e dalle dimensioni dell’impresa. Egli deve inoltre conservare ordinatamente le lettere, i telegrammi e le fatture sia ricevute sia spedite in relazione a ogni singolo affare. Attraverso la regolare tenuta delle scritture si possono ricostruire tutte le vicende economiche dell’impresa, sia in riferimento a un particolare rapporto commerciale (per esempio, nel corso di una causa in cui quel rapporto sia controverso), sia in relazione all’andamento complessivo dell’impresa e quindi al suo stato di salute (il che è importante, per esempio, in occasione della dichiarazione di insolvenza).
Nel libro giornale sono registrate le operazioni effettuate giorno per giorno.
Il libro giornale, come dice il nome, deve indicare, giorno per giorno, tutte le operazioni relative all’esercizio dell’impresa. Per quanto la legge parli di “libro”, i libri giornale possono essere anche più di uno se ciò è giustificato dalle dimensioni dell’impresa e dal fatto che questa sia articolata in sedi secondarie, succursali ecc.
Nel libro degli inventari sono registrate le attività e le passività.
L’inventario deve essere redatto all’inizio dell’impresa e, successivamente, ogni anno. In esso devono figurare le attività e le passività relative all’impresa e, per l’imprenditore individuale, anche le attività e le passività personali estranee allo svolgimento dell’attività economica. L’inventario si chiude con il bilancio, dal quale devono risultare con evidenza e verità le attività e le passività, sia nelle loro risultanze finali e statiche (stato patrimoniale), sia nelle modalità dinamiche con le quali si sono create (conto economico). Approfondiremo i criteri di valutazione delle poste in bilancio quando parleremo del bilancio delle società per azioni.
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Vi sono poi scritture che, in certe imprese, “devono” essere tenute e di cui non si può fare a meno ai fini di un’ordinata contabilità. Esse diventano, per questo motivo, obbligatorie. Quasi tutte le imprese, per esempio, tengono il libro mastro, il libro che raggruppa le singole operazioni in ordine sistematico – e non cronologico – e cioè per voci omogenee (magazzino, fornitori, cassa ecc.). Esso può essere tenuto anche in maniera schematica (o sinottica) con i cosiddetti “mastrini”.
Le “altre scritture” dipendono dalla natura e dalle dimensioni dell’impresa.
Accanto alle scritture di cui abbiamo parlato, che sono obbligatorie, l’imprenditore può tenere altre scritture facoltative (registro clienti, registro magazzino ecc.).
È possibile tenere scritture facoltative.
Si tenga presente, inoltre, che le scritture prese in considerazione dal codice civile sono quelle obbligatorie per la legge civile. Esse vanno tenute distinte dalle scritture obbligatorie per la legge fiscale, le quali sono esclusivamente finalizzate all’adempimento degli obblighi tributari (è il caso, per esempio, dei registri degli acquisti e dei corrispettivi validi a fini IVA). Ulteriori scritture obbligatorie possono essere imposte dalle leggi in materia di lavoro (per esempio, il libro paga) e dalle leggi speciali di settore (come, per le banche, il libro dei fidi).
Le scritture contabili obbligatorie per il c.c. sono diverse dalle scritture obbligatorie a fini fiscali.
7.2 La regolarità formale La legge non indica soltanto quali scritture devono essere tenute, ma anche in che modo devono essere tenute. Il legislatore si preoccupa infatti che le scritture contabili, oltre a essere sostanzialmente regolari, e quindi che riportino con fedeltà l’andamento dell’impresa, siano anche formalmente regolari, siano cioè tenute osservando le seguenti formalità: ▪ vidimazione iniziale, con la quale il notaio attesta, nell’ultima pagina, il numero dei fogli del libro, prima che questo venga utilizzato (tale obbligo è escluso per il libro giornale e per il libro degli inventari);
Le scritture devono rispettare alcuni requisiti formali.
▪ numerazione progressiva di ogni pagina. Le scritture, inoltre, devono essere tenute secondo le norme di un’ordinata contabilità (art. 2219 c.c.), senza spazi in bianco, interlinee, riporti in margine. Non possono essere fatte abrasioni e, se qualcosa va cancellato, le parole cancellate devono rimanere visibili. Le scritture, comprese le lettere, i telegrammi e le fatture, devono essere conservate per almeno dieci anni dalla data dell’ultima registrazione. Le scritture contabili e i libri di commercio possono essere tenuti con modalità elettronica (e oggi, normalmente, accade così), divenendo in tal modo veri e propri “documenti informatici” del tutto assimilati, anche nell’efficacia probatoria, a quelli cartacei (art. 2215 bis c.c.).
Le scritture vanno conservate per almeno dieci anni.
7.3 Conseguenze dell’irregolare tenuta La responsabilità della regolare tenuta delle scritture contabili, anche quando sia affidata materialmente ai dipendenti contabili o a professionisti esterni all’impresa, resta sempre dell’imprenditore e, per le società, degli amministratori. Le conseguenze della tenuta non regolare della contabilità civile sono molto gravi, soprattutto nel caso in cui l’impresa si trovi di fronte a una crisi economica. Se l’imprenditore che non ha tenuto una regolare contabilità viene sottoposto a liquidazione giudiziale (il vecchio “fallimento”), potrà subire una
Le conseguenze di una tenuta irregolare sono molto gravi.
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condanna penale per il reato di bancarotta (la cosiddetta “bancarotta contabile” o “documentale”). Le scritture contabili hanno efficacia probatoria in giudizio.
Un’altra conseguenza della irregolare tenuta delle scritture contabili si verifica nel campo della prova. Infatti, l’imprenditore può fornire, nel corso di un giudizio civile, la prova del proprio diritto verso un altro imprenditore (per esempio, del proprio credito per il pagamento di una fornitura di materie prime o di un semilavorato) dimostrando di aver a suo tempo registrato la fornitura sulle proprie scritture contabili: questo notevolissimo vantaggio non opera più, però, se le scritture non sono tenute regolarmente (art. 2710 c.c.). Le scritture contabili non fanno prova soltanto “a favore dell’imprenditore”, ma anche “contro” di lui. L’art. 2709 c.c. recita infatti: «I libri e le altre scritture contabili delle imprese soggette a registrazione fanno prova contro l’imprenditore. Tuttavia chi vuol trarne vantaggio non può scinderne il contenuto». Ciò vuol dire che io posso provare il mio credito verso un imprenditore dimostrando che esso risulta dalle sue scritture contabili. Non mi sarà tuttavia consentito di “scindere (cioè separare) il contenuto” delle scritture, nel senso che potrò avvalermi delle registrazioni a mio favore, ma dovrò al tempo stesso subire le conseguenze della registrazione di fatti a me sfavorevoli. ESEMPIO Dalle scritture dell’imprenditore potrà in effetti risultare la fornitura che non mi è stata pagata, ma può darsi che da esse possa anche desumersi che quella stessa fornitura è avvenuta con ritardo o che è stata effettuata con merce differente da quella ordinata, oppure viziata ecc.
Le scritture contabili non sono soggette a pubblicità.
Le scritture contabili (da non confondersi con il bilancio delle società) non sono soggette a pubblicità. Pertanto, colui che intenda avvalersi del loro valore probatorio dovrà chiedere al giudice di ordinare all’imprenditore l’esibizione in giudizio delle scritture che ritiene rilevanti al fine del fatto che voglia provare (art. 2711 c.c.).
APPRENDI e APPLICA SCRITTURE CONTABILI
sono
libro giornale
libro degli inventari
sono regolari con
altre scritture contabili
RISOLVI IL CASO Michele acquista auto usate e, dopo averle sistemate, le rivende a clienti a cui assicura un’assistenza continua. Per anni l’attività gli procura buoni profitti ma, a un certo punto, le cose cominciano ad andare male. I clienti, infatti, preferiscono acquistare auto nuove, perché le nuove norme in materia di emissione di CO2 rendono inidonee le auto usate. Per ottenere un finanziamento da una banca, necessario per riconvertire la sua attività, incarica il contabile di “sottostimare” i costi (mediante sottofatturazioni
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vidimazione iniziale
numerazione progressiva per pagina
degli acquisti) e di “gonfiare” i ricavi (facendo risultare plusvalenze inesistenti). In questo modo il profitto risulta elevato e la banca concede il finanziamento. Quando però, ottenuto il finanziamento, non riesce a rispettare le scadenze per la restituzione, la banca chiede al giudice di poter visionare le scritture contabili dalle quali emerge con chiarezza l’irregolare tenuta. ▪ Michele può discolparsi affermando che l’irregolarità è da imputare al suo contabile? Qualora questo non sia possibile, a quale sanzione va incontro?
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8. La sottoposizione a liquidazione giudiziale e alle altre procedure concorsuali Un ulteriore e fondamentale aspetto dello “statuto” dell’imprenditore commerciale sta nella possibilità che questi, allorché si trovi in uno stato di crisi (insolvenza), venga sottoposto a particolari procedure giudiziarie o amministrative. Tali procedure sono dette “concorsuali” perché hanno lo scopo di mettere a disposizione di tutti i creditori – in “concorso” tra loro – l’intero patrimonio dell’imprenditore. Esse sono:
Le procedure concorsuali tutelano i creditori dell’imprenditore commerciale.
▪ la liquidazione giudiziale; ▪ il concordato preventivo; ▪ l’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi. I creditori sono in tal caso ammessi a “concorrere” su detto patrimonio al fine di soddisfare, in maniera paritaria, i propri crediti (per un’analisi dettagliata di queste procedure è possibile consultare l’Unità Plus L’impresa in crisi, cap. 1 § 1.2 e cap. 2)
9. Gli ausiliari dell’imprenditore L’imprenditore può esercitare l’impresa da solo o, come più spesso avviene, può servirsi della collaborazione di altri soggetti, detti ausiliari. Questi ultimi possono trovarsi alle sue dipendenze (come tutti i lavoratori subordinati: operai, impiegati e dirigenti), oppure essere lavoratori autonomi che prestano la loro attività a favore dell’imprenditore ma senza essere inquadrati nella sua impresa (come i mediatori, gli agenti, i consulenti ecc.).
L’imprenditore può avvalersi di altri lavoratori, autonomi o dipendenti.
Tra i dipendenti dell’imprenditore ve ne sono alcuni forniti della rappresentanza dell’imprenditore stesso (artt. 2203-2213 c.c.):
Alcuni dipendenti hanno il potere di rappresentanza.
▪ l’institore; ▪ il procuratore; ▪ il commesso. Queste tre figure si differenziano per l’ampiezza del potere di rappresentanza di cui possono disporre: essa è massima per l’institore, e circoscritta a specifiche mansioni per il commesso. L’institore è colui che è preposto dall’imprenditore all’esercizio dell’impresa.
L’institore è preposto all’esercizio dell’impresa.
Nel linguaggio corrente egli è meglio conosciuto come direttore generale, o procuratore generale (o gerente, o, ancora, preposto). L’institore ha il potere di compiere gli atti relativi all’esercizio dell’impresa (acquistare, vendere, aprire sedi secondarie, assumere personale ecc.), tranne che vendere o ipotecare beni immobili dell’imprenditore. La sua rappresentanza può estendersi a tutta l’impresa o limitarsi a una sede secondaria o a un particolare ramo dell’attività, così come può essere esclusa per il compimento di determinati atti previsti dalla procura (costituire garanzie, erogare finanziamenti ecc.).
La sua rappresentanza ha un’estensione variabile.
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In ogni caso egli ha anche la rappresentanza processuale dell’imprenditore e può di conseguenza stare in giudizio come attore o come convenuto nelle cause relative ai rapporti dell’impresa alla quale è preposto. L’institore risponde del suo operato solo all’imprenditore.
Nell’ambito del proprio potere rappresentativo l’institore è fornito della massima autonomia: può dunque impartire disposizioni agli altri dipendenti ed è tenuto a rendere conto del proprio operato soltanto all’imprenditore, dal quale unicamente dipende.
La procura institoria deve essere depositata presso il Registro delle imprese.
Come possono i terzi accertarsi che chi si presenta come rappresentante dell’imprenditore lo sia veramente? Oppure, come possono i terzi sapere se i poteri di rappresentanza dell’institore sono generali oppure limitati? Per risolvere questi problemi la legge stabilisce che la procura institoria, cioè l’atto con il quale l’imprenditore conferisce la rappresentanza all’institore (artt. 1387 e ss. c.c.), deve essere depositata presso il Registro delle imprese, così come gli atti successivi che limitano o revocano la procura.
Il procuratore è dotato di rappresentanza limitata a determinati settori.
Il procuratore è colui che è dotato di un potere di rappresentanza non in via generale bensì particolare: la sua autonomia, cioè, non riguarda il potere di gestire l’impresa, ma soltanto l’esecuzione delle direttive che gli vengono impartite dall’imprenditore o dall’institore. Ciò non significa che il procuratore sia un semplice esecutore: egli è dotato di una certa discrezionalità (che in alcuni casi può essere anche molto ampia), ma la può esercitare solamente nell’ambito di uno specifico e ben delimitato settore dell’attività economica (per esempio, settore forniture, ufficio vendite, rapporti con l’estero ecc.). Anche ai procuratori si applicano le norme sulla pubblicità della procura.
Il commesso ha una rappresentanza limitata alla sua specifica mansione.
Il commesso è dotato di poteri di rappresentanza ancora più ridotti poiché essi sono riferiti esclusivamente alla sua specifica mansione. È il caso del cameriere di ristorante che incassa il conto, del portiere d’albergo, dei commessi di un negozio, di tutti gli impiegati “di sportello” o che vengono abitualmente in contatto con la clientela.
APPRENDI e APPLICA GLI AUSILIARI DELL’IMPRENDITORE
Guarda la mappa e rispondi alle domande di riepilogo. con potere di rappresentanza
institore (o direttore generale)
procuratore
commesso
rappresentanza generale (suscettibile di limitazioni)
rappresentanza limitata a determinati settori
rappresentanza limitata alla mansione specifica
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1. Che cos’è il potere di rappresentanza? 2. Chi è l’institore e quali sono i suoi poteri di rappresentanza? Come viene denominato nel linguaggio corrente? 3. Che cos’è la procura istitoria e come se ne può venire a conoscenza? 4. Chi è il procuratore e quali sono i suoi poteri di rappresentanza? 5. Chi è il commesso e quali sono i suoi poteri di rappresentanza?
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IMPRESA E AZIENDA
10. Il terzo settore e l’impresa sociale Appartengono al terzo settore tutti gli enti e le organizzazioni private che perseguono – senza scopo di lucro, e con attività di volontariato, mutualità e scambio di beni e servizi – obiettivi di interesse generale e di solidarietà o promozione sociale (art. 1 l. 106/2016).
I soggetti del terzo settore sono organizzazioni private che utilizzano il volontariato.
I soggetti del terzo settore (così chiamato per distinguerlo sia dall’economia di mercato sia da quella di Stato) non sono imprenditori commerciali, e vengono favoriti dalla legge perché operano nell’interesse generale e nell’attuazione dei precetti costituzionali di uguaglianza e solidarietà sociale (art. 3 Cost.). Pur potendo svolgere attività economica nella quale i costi vengono fronteggiati con i ricavi, è indispensabile che questi soggetti siano no profit, cioè privi di scopo di lucro. Gli eventuali utili dell’attività economica devono essere reimpiegati nelle finalità solidaristiche previste dallo statuto e dall’atto costitutivo. ESEMPIO Rientrano nel terzo settore le associazioni di volontariato, le cooperative sociali, le associazioni e società sportive dilettantistiche, le associazioni dei consumatori, le organizzazioni non governative (ONG).
La materia è regolata dal decreto legislativo n. 112 del 2017 sull’impresa sociale e dal decreto legislativo n. 117 del 2017 (cosiddetto Codice del terzo settore). Esiste un Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) nel quale gli enti del terzo settore devono iscriversi e indicare i dati principali dell’attività svolta. Per impresa sociale si intendono tutti i soggetti privati che esercitano in via stabile e principale un’attività d’impresa di interesse generale, senza scopo di lucro e per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
Le imprese sociali operano nell’interesse generale senza scopo di lucro (no profit).
ESEMPIO Sono imprese sociali quelle che operano nell’ambito dei servizi sociali, della sanità, accoglienza e integrazione dei migranti, tutela ambientale ecc.
L’impresa sociale deve prevedere determinate forme di coinvolgimento dei lavoratori, degli utenti e degli altri soggetti interessati alle loro attività, in particolare mediante meccanismi di consultazione e di partecipazione alle decisioni che riguardano le condizioni di lavoro e la qualità dei beni e dei servizi forniti. L’impresa sociale, che deve essere costituita per atto pubblico, deve tenere il libro giornale e il libro degli inventari secondo quanto stabilito dal codice civile. Deve inoltre redigere e depositare presso il Registro delle imprese sia il bilancio di esercizio (secondo le norme previste per le società) sia il “bilancio sociale”.
11. La “responsabilità sociale” dell’impresa Si è detto che l’attività di impresa è per sua natura finalizzata al lucro e al profitto. Ciò non toglie che l’impresa (specialmente se di grandi o medio-grandi dimensioni) eserciti, più o meno direttamente, anche un’influenza sulla realtà sociale e territoriale in cui opera. Le modalità di svolgimento dell’attività economica e i suoi risultati (utili o perdite) possono infatti condizionare tutta una serie di soggetti che entrano, per
L’attività dell’impresa ha effetti sulla realtà.
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CAPITOLO 1
| LA FIGURA DELL’IMPRENDITORE
varie ragioni, in relazione con l’impresa, e senza i quali quest’ultima non potrebbe sopravvivere (sono infatti chiamati stakeholders, letteralmente: “pali di sostegno”): i dipendenti, i fornitori, i clienti, le banche e gli altri finanziatori, le autorità pubbliche di controllo ecc. A seconda del tipo di produzione, poi, l’impresa interagisce più o meno intensamente con l’ambiente circostante: sia nell’acquisizione dal territorio delle materie prime e dell’energia (si pensi, per esempio, al latte di una grossa industria casearia, alle pelli di una grossa conceria ecc.), sia nella produzione e immissione nell’atmosfera di rifiuti e sostanze inquinanti. Secondo le più moderne teorie giuridiche ed economiche, tutte queste interferenze con il mondo esterno impongono all’impresa di assumere un ruolo “etico” e una vera e propria responsabilità sociale; vale a dire, una responsabilità nei confronti della società nella quale essa opera. ESEMPIO Questa responsabilità può concretizzarsi rifiutando il lavoro nero e minorile; rispettando i diritti sindacali dei propri dipendenti; osservando la normativa contro gli infortuni sul lavoro e l’inquinamento ambientale; migliorando la qualità delle materie prime utilizzate e dei prodotti; reimpiegando una parte degli utili in attività culturali. Le imprese possono pubblicare il bilancio sociale (impatto sociale).
Al fine di informare tutte le categorie interessate dell’impatto sociale esercitato dall’impresa, e anche di verificare se gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti, è sempre più diffusa presso le grandi imprese, per lo più di natura societaria, la prassi di pubblicare e rendere noto (attraverso i mass media e il proprio sito Internet) un bilancio sociale. Quest’ultimo: ▪ non va confuso con il bilancio contabile (o bilancio di esercizio) perché, a differenza di quest’ultimo, non si occupa della situazione patrimoniale dell’impresa, né dei risultati della gestione (utili o perdite), bensì dell’impatto sociale dell’attività produttiva in un certo periodo (normalmente annuale); ▪ salvo che per il terzo settore e per le imprese sociali, per le quali è obbligatorio per legge, per le altre imprese esso è facoltativo, nel senso che può essere redatto volontariamente al fine di informare i consumatori e tutte le altre categorie interessate degli obiettivi “sociali” perseguiti dall’impresa; ▪ è uno strumento di comunicazione che contribuisce a creare un’immagine positiva e affidabile dell’impresa presso il pubblico degli interlocutori e, in particolare, dei consumatori, ai quali viene così reso noto e dimostrato che
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IMPRESA E AZIENDA
l’impresa non mira soltanto al profitto, ma anche a contribuire al rispetto delle regole e al miglioramento del mercato e del contesto sociale; ▪ può essere presentato anche da enti e uffici della Pubblica Amministrazione. Come si è detto, una delle principali interferenze esercitate dall’impresa sulla realtà circostante riguarda il rispetto dell’ambiente. A tal fine, molte grandi imprese redigono, unitamente al bilancio sociale, un bilancio specificamente dedicato alle iniziative adottate per prevenire l’inquinamento atmosferico e, più in generale, per proteggere l’ambiente dall’impatto dei processi produttivi (aria, corsi d’acqua, terreni, flora e fauna ecc.); non solo quello intorno agli stabilimenti industriali, ma anche quello dal quale l’impresa preleva le materie prime e l’energia necessarie per la produzione, che può trovarsi anche a grande distanza dalle fabbriche e dai magazzini. Questo tipo di bilancio viene appunto chiamato bilancio ambientale. Esso: ▪ può riguardare il singolo sito di produzione (cioè un determinato stabilimento industriale), oppure l’intero territorio interessato dalla produzione di una determinata azienda, anche se riguardante diverse città o diversi Stati molto lontani tra loro (come nel caso delle multinazionali occidentali che producono in Estremo Oriente o in Paesi del Terzo mondo);
Le imprese possono pubblicare il bilancio ambientale (impatto ambientale).
▪ indica di solito gli standard tecnici antinquinamento e di protezione ambientale adottati dall’impresa, suscettibili di essere approvati e “certificati” dalle principali Agenzie e Centri di Ricerca ambientali internazionali. Naturalmente, tanto il bilancio sociale quanto il bilancio ambientale possono servire – se positivi e apprezzati dai consumatori, ai quali, tra le altre categorie, si rivolgono – a procurare un incremento delle vendite e dei servizi erogati dalla società e pertanto, in definitiva, un maggior utile economico. ESEMPIO Una nota multinazionale italiana nel campo dell’abbigliamento ha stilato un bilancio ambientale in cui afferma che la metà dei suoi capi è prodotta in monofibra, quindi più facile da riciclare, e che le collezioni saranno più sostenibili, caratterizzate da cotone biologico, fibre e tinture naturali.
APPRENDI e APPLICA BILANCIO SOCIALE
obbligatorio per
imprese sociali
terzo settore
facoltativo per
imprese
Guarda la mappa e rispondi alle domande di riepilogo. 1. Che cos’è il terzo settore? 2. Che cosa si intende per impresa sociale? 3. Che cos’è la responsabilità sociale di impresa? 4. In cosa consiste il bilancio sociale? Che cosa lo differenzia dal bilancio contabile? 5. Che cos’è il bilancio ambientale?
enti e Pubblica Amministrazione
si occupa
dell’impatto sociale dell’attività produttiva
RISOLVI IL CASO Alda è titolare di una grande impresa di trasporto. Il suo parco-auto consiste in decine di camion con rimorchio che attraversano da un capo all’altro la penisola ogni giorno. La sua impresa provvede anche all’imballaggio delle merci, al carico e allo scarico. ▪ Quali sono i suoi stakeholders? È obbligata a redigere il bilancio sociale? Nel caso lo facesse, che cosa dovrebbe contenere tale bilancio?
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CAPITOLO 1
| LA FIGURA DELL’IMPRENDITORE
MAPPA AUMENTATA del capitolo con definizioni ed esempi
SINTESI del capitolo 1 IMPRENDITORE
svolge una
attività che deve essere
professionale
economica
organizzata
Quali caratteristiche deve avere l’attività dell’imprenditore? L’attività dell’imprenditore è professionale quando non occasionale, anche se non necessariamente continuativa, economica se si prefigge l’obiettivo almeno di pareggiare i costi con i ricavi, organizzata in quanto l’imprenditore coordina mezzi materiali e persone.
IMPRENDITORE può essere
agricolo
piccolo
commerciale
Che cosa caratterizza le differenti figure di imprenditore? L’imprenditore agricolo è colui che coltiva un fondo, fa silvicoltura, alleva animali o lavora, conserva e vende prodotti propri. Il piccolo imprenditore esercita la propria attività utilizzando in modo prevalente il lavoro proprio e dei familiari rispetto a dipendenti e capitale investito. Gli imprenditori commerciali non sono né agricoli né piccoli e devono rispettare gli obblighi dello statuto commerciale.
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IMPRESA E AZIENDA
Perché solo le imprese commerciali sono soggette a determinati obblighi?
STATUTO DELL’IMPRENDITORE COMMERCIALE
La soggezione delle imprese commerciali al relativo statuto ha lo scopo di tutelare l’ampia platea di soggetti che interagiscono con esse.
prevede
La capacità di agire ne evidenzia la capacità di compiere validamente atti giuridici. capacità di agire
iscrizione al Registro delle imprese
tenuta delle scritture contabili
soggezione alle procedure concorsuali
L’iscrizione nel Registro delle imprese degli atti ha valenza di pubblicità dichiarativa sia in senso positivo sia negativo. La tenuta delle scritture contabili consente di comprendere le vicende economiche dell’impresa. Le procedure concorsuali consentono a tutti i creditori di soddisfare in maniera paritaria i propri crediti.
Quali compiti sono loro affidati? AUSILIARI DELL’IMPRENDITORE
L’institore o direttore generale compie atti relativi all’esercizio dell’impresa. Il procuratore esegue con una certa discrezionalità le direttive impartite dall’imprenditore o dall’institore. Il commesso compie atti puramente esecutivi.
sono dotati di
poteri di rappresentanza sono
institore
procuratore
commesso
Quali imprese operano nel terzo settore? TERZO SETTORE comprende le
imprese sociali
che redigono il
Le imprese sociali svolgono attività con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Non hanno scopo di lucro. I bilanci sociali e ambientali, facoltativi, forniscono dati sugli impatti sociali e ambientali dell’attività produttiva. Sono utili a tutti gli stakeholders ossia dipendenti, fornitori, clienti, banche, azionisti di un’impresa.
bilancio sociale e ambientale
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CAPITOLO 1
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LA FIGURA DELL’IMPRENDITORE
VERIFICA del capitolo 1
Svolgi il quiz con la classe
A Verifica le conoscenze
Il libro giornale indica, giorno per giorno, tutte le ……..
Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.
e le ……................................................relative all’impresa. V
F
V
F
2. L’insieme dei collaboratori dell’imprenditore è detto azienda.
V
F
V
F
il lavoro dell’imprenditore e quello dei familiari è quantitativamente e qualitativamente superiore a quello dei dipendenti e al valore V F del capitale impiegato.
6. Le nozioni di piccolo imprenditore e di PMI 7.
L’attività intermediaria nella circolazione dei beni ha come oggetto l’acquisto e la rivendita dei beni.
V
F
……................................................
che esercitano in modo stabile
senza ……................................................ , per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
C Analizza il contesto e applica una soluzione Scegli la risposta corretta.
1. Giorgio ha l’opportunità di acquistare un V
F
V
F
8. Il settore no profit è costituito prevalentemente da soggetti privati che operano senza scopo di lucro.
e di ……................................................ o di promozione sociale.
attività ……................................................ di interesse generale,
5. Nell’attività del piccolo imprenditore
coincidono.
Il terzo settore è composto da organizzazioni
Per imprese sociali si intendono invece i soggetti
4. L’attività artigiana può essere esercitata anche in forma di società per azioni.
3. Terzo settore e impresa sociale private che perseguono obiettivi di ……...............................................
3. Il rischio di impresa è la possibilità di ottenere una perdita ossia ricavi inferiori ai costi.
relative all’esercizio dell’impresa.
Il libro degli inventari registra le ……................................................
1. L’obiettivo dell’attività economica dell’imprenditore è ottenere ricavi almeno uguali ai costi.
..............................................
B Sviluppa il lessico Completa le definizioni con i termini appropriati.
1. Piccolo imprenditore e imprenditore commerciale
appartamento nel centro di Siracusa al prezzo di 100.000 euro. Passato un anno dalla data dell’acquisto, poiché deve trasferirsi a Palermo per motivi di lavoro, decide di vendere l’appartamento a un vicino di casa. Le parti si mettono d’accordo per un prezzo di 140.000 euro. Giorgio non è considerato un imprenditore: quale requisito gli manca? a Lo svolgimento di una attività economica.
Sono piccoli imprenditori coloro che esercitano
b Lo scopo del profitto.
un’attività……................................................ organizzata
c La produzione di ricchezza.
prevalentemente con il lavoro…….............................................. e dei
d La professionalità.
propri……............................................ . Sono definiti commerciali gli imprenditori soggetti al complesso di norme dello……................................................, previsto in ragione delle……................................................ dimensioni economiche dell’impresa commerciale.
2. Marcello compra pomodori da un agricoltore e li trasforma in modo da ottenere delle ottime passate di pomodoro che imbottiglia e vende in un suo negozio. L’attività economica di Marcello è a un’attività agricola principale. b un’attività agricola per connessione.
2. Libro giornale e libro degli inventari Si tratta di ……................................................ obbligatorie.
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c un’attività industriale e commerciale. d un’attività di intermediazione e commerciale.
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3. Andrea è un imprenditore che opera nel settore agro-alimentare: trasforma le olive in olio extravergine che vende ai supermercati. Andrea decide di nominare Marco suo institore. In questa veste, Marco stipula con Carlo un contratto di acquisto di olive per 12.000 euro. Alla scadenza del contratto, però, la merce non viene ritirata presso l’azienda agricola di Carlo, come pattuito, e le olive marciscono. A chi può chiedere Carlo il risarcimento del danno per inadempimento? a Solo a Marco. b Sia ad Andrea sia a Marco. c Solo ad Andrea. d A nessuno dei due.
Focalizza i concetti fondamentali del Capitolo. ▪
Imprenditore Colui che AUTOCORREZIONE esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi.
▪
Statuto dell’imprenditore commerciale Complesso delle disposizioni dettate appositamente per l’imprenditore commerciale. Tali disposizioni riguardano la capacità a esercitare l’impresa; l’obbligo di iscrizione nel Registro delle imprese; l’obbligo di tenere le scritture contabili; la soggezione, in caso di insolvenza, alla procedura di liquidazione giudiziale.
▪
Scritture contabili obbligatorie L’imprenditore commerciale deve tenere il libro giornale, il libro degli inventari, le altre scritture contabili richieste dalla natura e dalle dimensioni dell’impresa.
▪
Impresa sociale Soggetto privato che esercita in via stabile e principale un’attività d’impresa di interesse generale, senza scopo di lucro e per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
Trova la soluzione ai problemi proposti.
1. Massimo gestisce un’agenzia di viaggi che organizza
2. Bruno lavora nel negozio di abbigliamento di Chiara: accoglie i clienti, fa loro provare gli abiti, dà consigli su come abbinare i capi. Se il cliente è soddisfatto, acquista alcuni capi e li paga a Bruno. ▪ Qual è il rapporto giuridico tra Bruno e Chiara? Il cliente, pagando a Bruno, è liberato dall’obbligazione che ha contratto nei confronti della titolare dell’impresa, ossia di Chiara?
3. Gianni, che ha comprato da Andrea, un imprenditore, un elettrodomestico per un valore di 2000 euro (acquisto regolarmente registrato nel libro giornale di Andrea), perde la ricevuta del pagamento effettuato. La ricevuta, in realtà, per un errore, recava come prezzo 200 euro. ▪ Poiché Gianni ha perso la ricevuta di pagamento può essere obbligato da Andrea a pagare di nuovo? ▪ Può Gianni contestare l’importo registrato nel libro giornale, in quanto diverso da quello della ricevuta e così ottenere il rimborso dell’eccedenza pagata (2000 – 200 = 1800 euro)?
IMPRESA E AZIENDA
Preparati al colloquio
D Risolvi i casi
visite guidate in tutta la Regione presso i caseifici. L’attività prevede la prenotazione della visita, la prenotazione della camera per la permanenza di una notte, la prenotazione di un pranzo e di una cena presso la struttura. Nell’azienda gli ospiti possono visitare gli impianti, seguire corsi di preparazione di mozzarelle e caciotte tipiche, seguire corsi di preparazione di pasti a base di formaggi. ▪ L’attività di Massimo è agricola o commerciale? Indica, in un caso o nell’altro, di quale attività specifica si tratta.
|
Rispondi ai quesiti e autovaluta le tue risposte confrontandole con quelle che puoi visualizzare inquadrando il QR code. 1. Quali sono le caratteristiche che secondo il codice civile connotano l’imprenditore? RISPOSTA GUIDATA DEL QUESITO – definisci il concetto di imprenditore secondo il codice civile; – spiega che cos’è l’attività economica; – illustra il concetto di organizzazione e di azienda; – spiega il concetto di professionalità; – presenta un esempio concreto di attività imprenditoriale. 2. Quale differenza esiste tra le attività agricole principali e quelle connesse? 3. Quali sono gli obblighi degli imprenditori commerciali? 4. Chi sono gli ausiliari dell’imprenditore? 5. Che cos’è la “responsabilità sociale” dell’impresa?
411
CAPITOLO
3
CONOSCERE QUESTO ARGOMENTO SERVE A Pietro, titolare di un’impresa che produce freni per autovetture
Le opere dell’ingegno e le invenzioni industriali IL CASO Giorgio, dipendente di Pietro, è un bravissimo operaio e, nell’ambito del rapporto di lavoro, inventa un nuovo tipo di freni, che rendono la guida molto più sicura. Chiede pertanto al proprio datore di lavoro se sia possibile brevettare l’invenzione e se possa sfruttarla da un punto di vista economico. LA SOLUZIONE Le invenzioni del lavoratore subordinato sono distinte in tre tipologie, a cui corrispondono diversi aspetti patrimoniali, ma in ogni caso è sempre riconosciuto al lavoratore inventore il diritto morale d’autore (art. 2590 c.c.). In questo caso l’invenzione di Giorgio è collegata al tipo di lavoro svolto (invenzione d’azienda) e sicuramente è titolare del diritto morale d’inventore, mentre il diritto patrimoniale spetta all’imprenditore, che però gli dovrà riconoscere un equo compenso. Diverso sarebbe il caso in cui l’invenzione fosse l’oggetto del contratto di lavoro, perché il dipendente sarebbe pagato proprio per inventare (invenzione di servizio). In questa ipotesi a Giorgio spetterebbe sempre il diritto morale, ma non l’equo compenso, mentre lo sfruttamento economico spetterebbe al datore di lavoro. Nella ipotesi in cui l’invenzione fosse invece del tutto estranea al rapporto di lavoro, Giorgio avrebbe diritto di brevettarla e sfruttarla economicamente, ma il datore di lavoro avrebbe un diritto di prelazione, entro tre mesi dalla comunicazione del conseguimento del brevetto, per l’uso dell’invenzione o per l’acquisto del brevetto (art. 64 c.p.i.).
1. Tutela dell’autore e dell’inventore Sono opere dell’ingegno le opere di carattere creativo e le invenzioni industriali e tecnologiche.
Anche le opere dell’ingegno possono essere oggetto di diritti. Per opere dell’ingegno si intendono: ▪ le opere di carattere creativo nel campo delle scienze, della letteratura, delle arti in genere (un romanzo, un quadro, un film ecc.); ▪ le invenzioni industriali e tecnologiche (uno schermo ad alta risoluzione, un nuovo dispositivo elettronico, un’applicazione o un sistema di navigazione satellitare ecc.).
Le opere dell’ingegno sono tutelate dal diritto d’autore e dal diritto di brevetto.
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Nel primo caso si parla di diritto d’autore, o di “proprietà intellettuale”, nel secondo si parla di diritto di brevetto, o di “proprietà industriale”. La loro disciplina giuridica consente di conciliare due esigenze opposte: da un lato si pone il problema di fare in modo che le creazioni e le invenzioni possano essere utilizzate a vantaggio del progresso culturale, artistico e tecnologico dell’intera umanità; dall’altro, è giusto tutelare la posizione dell’autore o dell’inventore, riconoscendogli sia la paternità dell’opera (diritto morale d’autore), sia il diritto esclusivo di sfruttarla economicamente per un certo tempo (diritto patrimoniale d’autore). Sono tutelati dal diritto d’autore anche i software e le banche-dati elettroniche (database) che costituiscano, per la scelta e le modalità di disposizione e accesso al materiale contenuto, una “creazione intellettuale”.
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IMPRESA E AZIENDA
ESEMPIO Giulia, una volta acquistato il suo personal computer, vorrebbe installarvi i programmi raggruppati nel pacchetto Office di Microsoft. Giulia non potrà tuttavia farlo gratuitamente, poiché i software sono protetti dal diritto d’autore. Il pacchetto Office di Microsoft viene, infatti, commercializzato tramite un contratto di licenza d’uso, che Giulia dovrà sottoscrivere.
1.1 Diritto morale
VIDEOLEZIONE DEL CAPITOLO
Il diritto morale è il diritto in forza del quale l’autore o l’inventore possono rivendicare la paternità dell’opera o dell’invenzione nei confronti di chiunque, e opporsi a qualunque indebita “appropriazione” da parte di altri (plagio), così come a ogni modifica o deformazione che possano nuocere al proprio onore e alla propria immagine. Il diritto morale, che può considerarsi un vero e proprio diritto della personalità, è: ▪ di durata indefinita: non vi è termine di scadenza al suo godimento. Esso dura per tutta la vita dell’autore e anche oltre;
Il diritto morale rientra tra i diritti della personalità.
▪ imprescrittibile: ciò significa che non si estingue nel tempo, e che può pertanto venire esercitato dal suo titolare anche dopo moltissimi anni; ▪ inalienabile: non può essere ceduto ad altri, sia perché non può essere valutato in termini economici, sia perché è legato in modo indissolubile alla persona dell’autore o dell’inventore. ESEMPIO Nell’esercizio di tale diritto un regista può chiedere che venga impedita la proiezione di un suo film con modalità che ne possano pregiudicare il valore (magari perché continuamente interrotta da spot pubblicitari); un romanziere può chiedere che la sua opera venga ritirata dal commercio se ne ricorrono gravi ragioni morali e di immagine (per esempio, quando ne venga travisato il significato al fine di propagandare una campagna razzista).
1.2 Diritto patrimoniale Il diritto patrimoniale consiste nel diritto riconosciuto all’autore o all’inventore di sfruttare economicamente in via esclusiva la sua creazione (o invenzione) per trarne profitto (la pubblicazione del libro, la distribuzione del film, la diffusione alla radio di un’opera musicale, l’utilizzazione su larga scala di un’invenzione industriale ecc.).
Il diritto patrimoniale tutela lo sfruttamento economico esclusivo dell’opera o della creazione.
A differenza del diritto morale, il diritto patrimoniale (detto copyright) è: ▪ economicamente valutabile: esso costituisce un vero e proprio diritto di proprietà intellettuale o industriale e può essere stimato in termini monetari; ▪ temporaneo: nel senso che può essere esercitato in esclusiva solo fino alla scadenza prevista dalla legge; dopo questa data lo sfruttamento economico dell’opera e dell’invenzione è libero; ▪ trasmissibile: sia agli eredi sia per atto tra vivi, naturalmente entro i limiti di tempo previsti dalla legge. Nella stragrande maggioranza dei casi accade che lo sfruttamento economico dell’opera (o invenzione) non sia realizzato personalmente dall’autore o inventore (il quale di solito non ha i mezzi economici adeguati per sfruttarne appieno il valore commerciale), ma sia da questi concesso ad altri (case editrici, società
Il diritto patrimoniale può essere dato “in licenza”.
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CAPITOLO 3
| LE OPERE DELL’INGEGNO E LE INVENZIONI INDUSTRIALI
di distribuzione, industrie del settore ecc.) con un apposito contratto e in cambio di un compenso (diritti o royalties). In questo caso si dice che il diritto di esclusiva viene dato “in licenza”. ESEMPIO Questo libro è stato concepito e scritto da un gruppo di autori, ma tutte le attività materiali necessarie alla sua commercializzazione sono state affidate a un imprenditore del settore: la casa editrice. Tra le parti si conclude un contratto (contratto di edizione), in forza del quale la casa editrice utilizza commercialmente il contenuto intellettuale dell’opera riconoscendo agli autori una percentuale prestabilita sulle vendite. Per contro, gli autori accettano di mettere a disposizione della casa editrice la loro opera intellettuale proprio al fine di usufruire di tutta una serie di attività che, da soli, non sarebbero in grado di realizzare. Analogamente avviene, per esempio, nel campo musicale, in cui la commercializzazione è effettuata, sempre in forza di licenza, da una casa discografica; o nel campo cinematografico, tramite una casa di produzione e distribuzione di film.
2. Il diritto d’autore Il diritto d’autore è regolato dal codice civile (artt. 2575-2583) e dalla legge fondamentale n. 633 del 1941, successivamente modificata per armonizzare la normativa nazionale con le direttive e i regolamenti della UE. Il diritto d’autore è il diritto sulle creazioni intellettuali e artistiche.
Il diritto d’autore è il diritto sulle creazioni dell’ingegno nel campo delle scienze, della letteratura, della musica, delle arti figurative, dell’architettura, del teatro, della cinematografia ecc. (art. 2575 c.c.). Questo elenco è però solo esemplificativo, perché il diritto d’autore si estende a qualsiasi altra forma, presente o futura, di creazione intellettuale e artistica. Si noti che il diritto ha a oggetto la forma di espressione creata dall’autore, ma non l’idea espressa. ESEMPIO Nessuno potrebbe far pubblicare a proprio nome una poesia di Montale, ma chiunque potrebbe divulgare o far propri i valori e le idee che quelle poesie esprimono.
Il diritto d’autore è tutelato dalla legge.
La legge consente all’autore di sfruttare economicamente la propria opera attraverso la sua diffusione in ogni forma: esecuzione o rappresentazione, recitazione, pubblicazione, riproduzione, traduzione ecc. A tutela dell’esclusiva dell’autore (o del soggetto al quale l’autore abbia ceduto il diritto di sfruttamento economico della propria opera) sono previsti divieti sanzionati anche penalmente. L’opera non può essere duplicata a fine di lucro (si pensi ai libri fotocopiati non per il proprio uso personale, ma in vista del loro smercio) né possono essere messe in commercio copie non ufficiali, cioè non in regola con il versamento dei diritti dovuti all’autore: tipico è il caso delle copie-pirata di brani musicali, film, giochi, applicazioni. La gestione dei diritti d’autore è affidata a un apposito ente, la SIAE (Società Italiana Autori ed Editori), al quale spetta di contrassegnare le opere tutelate, controllare il rispetto della legge in materia e concedere, per conto degli interessati, le licenze e le autorizzazioni necessarie all’utilizzazione economica dell’opera. Il diritto (patrimoniale) d’autore dura per tutta la vita dell’autore e, a vantaggio degli eredi, per settanta anni dopo la sua morte.
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UNITÀ 6
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IMPRESA E AZIENDA
APPRENDI e APPLICA diritto morale OPERE DELL’INGEGNO
conferiscono
diritto patrimoniale
diritto d’autore
diritto di brevetto
Guarda la mappa e rispondi alle domande di riepilogo. 1. Che cosa sono le opere dell’ingegno? 2. Quali esigenze deve contemperare la protezione delle opere dell’ingegno? 3. Le opere dell’ingegno attribuiscono due tipi di diritti: quali? 4. Su quali opere dell’ingegno si ha il diritto d’autore? Come è tutelato tale diritto? 5. Quanto tempo dura la protezione del diritto patrimoniale d’autore?
ESEMPIO Se un autore pubblica un romanzo nel 2020 e muore nel 2030, il diritto patrimoniale d’autore su quell’opera dura, a vantaggio dell’autore medesimo, fino al 2030 (anno della morte), e fino al 2100 a vantaggio dei suoi eredi (cioè fino a settant’anni dopo la sua morte). A partire dal 2100 i diritti di sfruttamento commerciale dell’opera si intendono decaduti, perciò tutti gli editori potrebbero ripubblicare l’opera liberamente.
3. Il brevetto per le invenzioni industriali Nel caso delle invenzioni industriali, il diritto morale e quello patrimoniale discendono dal brevetto.
Il brevetto tutela le invenzioni industriali.
Il brevetto è un atto amministrativo (rilasciato dall’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi) che conferisce al titolare il diritto di esclusiva nello sfruttamento economico dell’invenzione. Il brevetto per le invenzioni industriali è regolato dal codice della proprietà industriale (d.lgs. n. 30 del 2005, modificato dalla legge n.102 del 2023).
3.1 Requisiti dell’invenzione Perché un’invenzione sia brevettabile, occorrono i seguenti requisiti: ▪ industrialità: occorre che l’invenzione riguardi il settore produttivo e sia suscettibile di utilità e applicazione pratica. Essa può consistere tanto in un prodotto (una macchina, un dispositivo, un utensile ecc.), quanto in un procedimento industriale;
L’invenzione deve presentare tre requisiti.
ESEMPIO Una sintesi chimica, una nuova tecnica di accumulo di energia solare, qualunque procedimento che consenta risparmio di energia o tempo di lavorazione.
▪ novità: occorre che l’invenzione sia sconosciuta nel mondo della tecnica e non sia la ripetizione di un’altra già brevettata. Non è brevettabile, in quanto non è “nuovo” (anche se conosciuto soltanto da una cerchia ristretta di esperti), il know-how (“sapere come”, cioè l’insieme delle conoscenze applicabili al processo produttivo), vale a dire l’insieme delle conoscenze tecniche e commerciali, esperienze, accorgimenti, modalità organizzative, competenze ecc., necessarie per realizzare una determinata produzione o fase lavorativa (come estrarre ghiaia da un fondo fluviale in tempi particolarmente rapidi; come costruire una diga con determinate caratteristiche ecc.); ▪ liceità: occorre che l’invenzione non sia contraria all’ordine pubblico (un 429
CAPITOLO 3
| LE OPERE DELL’INGEGNO E LE INVENZIONI INDUSTRIALI
nuovo procedimento per la falsificazione degli euro o per la disattivazione dei dispositivi elettronici utilizzati dalla Polizia stradale per rilevare e multare l’eccesso di velocità) o al buon costume, e che non sia inoltre contraria a espresse disposizioni di legge. Non sono brevettabili i principi scientifici che possono arrecare vantaggio all’intera umanità.
La legge vieta la brevettazione dei principi scientifici che, per loro natura, devono andare a vantaggio dell’intera umanità e, per questo, non possono essere oggetto di sfruttamento esclusivo da parte di alcuno. ESEMPIO Una casa farmaceutica non potrebbe impedire a un’altra di sfruttare in un nuovo antibiotico la capacità battericida della penicillina, oppure di sfruttare, in un nuovo preparato per la terapia genica, una particolare caratteristica del DNA. Sono invece brevettabili le tecnologie sulle quali si basano i vaccini, come quella molecolare a “RNA messaggero”, ampiamente utilizzata (da Moderna, Pfizer e altre case produttrici) nella campagna vaccinale contro il Covid-19.
Analogamente, non si possono brevettare i metodi di ricerca scientifica o matematica. È invece ammessa la brevettazione di medicinali in una determinata composizione chimica (per esempio l’aspirina della Bayer), e di nuovi presìdi medico-chirurgici (per esempio un nuovo termometro per la misurazione della febbre tramite ultrasuoni o un nuovo tipo di siringa). Oggi gli interessi commerciali ed economici sottostanti alla brevettabilità di nuovi farmaci, test diagnostici e, in generale, nuove applicazioni nel campo della salute umana sono enormi. Per questa ragione accade sovente che i più importanti istituti di ricerca medica siano fondati e finanziati – senza i limiti propri della ricerca pubblica o di Stato – dalle multinazionali farmaceutiche. ESEMPIO Si pensi agli enormi guadagni che potrebbero derivare dalla brevettazione, speriamo in un futuro non troppo lontano, di un farmaco in grado di sconfiggere il cancro, oppure di un vaccino contro l’AIDS o altre gravi e diffuse patologie virali. Anche il brevetto può essere oggetto di un contratto di licenza.
L’inventore può esercitare il brevetto in prima persona (utilizzo diretto), oppure, come più spesso accade, concedere ad altri di utilizzarlo dietro compenso: si ha in questo caso un contratto di licenza. I diritti che derivano dall’invenzione spettano di regola all’inventore. A questa regola generale si fa, però, eccezione nel caso in cui l’invenzione industriale avvenga nell’ambito di un rapporto di lavoro o collaborazione con un’università o un ente pubblico di ricerca. In questo caso i diritti di sfruttamento economico e produttivo dell’invenzione non spettano all’inventore ma, appunto, all’università o all’ente pubblico di ricerca”. Un regime di esclusiva analogo a quello in vigore per le invenzioni industriali è previsto anche per le cosiddette invenzioni “minori”, come i modelli di utilità e i modelli o disegni ornamentali (per esempio nel design di arredamento, oppure nella forma di uno spremiagrumi o di un bollitore per il thè).
3.2 Brevettabilità delle “biotecnologie” È possibile brevettare le biotecnologie (brevetti “biotech”).
430
La legge italiana (codice della proprietà industriale, sul punto modificato in recepimento delle direttive UE) prevede la possibilità – entro determinati limiti – di brevettare anche le “biotecnologie” (brevetti “biotech”). Si tratta delle applicazioni tecnologiche nella produzione, impiego e lavorazione di materiale biologico, inteso come qualsiasi materiale del mondo animale o vegetale che contenga informazioni genetiche e che sia in grado di riprodursi.
UNITÀ 6
Sempre che abbiano i requisiti di novità, originalità e industrialità, sono per esempio brevettabili: i procedimenti tecnici di produzione, lavorazione o impiego di materiale biologico; i processi di riproduzione in laboratorio di un elemento isolato del corpo umano; le invenzioni riguardanti determinati geni (non l’intero genoma ) di piante o animali. ESEMPIO Il Laboratorio Biotech ha sviluppato una serie di innovazioni tecnologiche: 1) un procedimento di estrazione della linfa vegetale dalle piante in grado di preservarne le proprietà nutrizionali; 2) un processo di riproduzione della cheratina e degli altri elementi che compongono il capello umano; 3) un procedimento in grado di isolare il gene responsabile della marcescenza del chicco di grano, consentendone una maggiore conservazione. Tutte queste invenzioni sono brevettabili così come è brevettabile il procedimento per creare carne commestibile in laboratorio dalla coltivazione di cellule staminali (carne artificiale o sintetica).
Non sono invece brevettabili, per evitare speculazioni commerciali sui diritti fondamentali di dignità e integrità dell’essere umano: il corpo umano (sin dal suo concepimento) e la scoperta della sequenza di un gene umano; i metodi di diagnosi medica e i trattamenti chirurgici o terapeutici del corpo umano; in generale, tutte le invenzioni il cui sfruttamento commerciale sia contrario alla dignità umana, all’ordine pubblico e al buon costume, alla tutela della salute, dell’ambiente e della vita delle persone e degli animali, alla preservazione dei vegetali e della biodiversità, oltre che alla prevenzione di gravi danni ambientali.
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IMPRESA E AZIENDA
LE PAROLE DEL DIRITTO
Genoma È l’insieme delle informazioni genetiche necessarie per produrre un organismo completo, dotato di tutte le sue diverse funzioni, complesse e integrate.
I brevetti “biotech” non possono ledere la dignità e l’integrità del corpo umano.
ESEMPIO Non sono per esempio brevettabili: le tecniche di clonazione umana ovvero di utilizzo di embrioni e cellule embrionali (anche staminali) dell’uomo; le varietà vegetali e le razze animali geneticamente modificate (sono invece brevettabili i procedimenti per la creazione degli organismi geneticamente modificati o OGM, sempreché siano innovativi, utili e di tipo non esclusivamente biologico); i procedimenti di modificazione dell’identità genetica degli animali, che provochino su questi ultimi sofferenze senza utilità medica sostanziale per l’essere umano.
3.3 Tutela del brevetto Il brevetto ha la durata di venti anni (salvo casi particolari), dopodiché l’utilizzo dell’invenzione diviene libero per chiunque ed è tutelato con gli stessi strumenti previsti per la tutela del marchio, cioè con l’azione inibitoria di usurpazione e con l’azione di risarcimento del danno.
Il brevetto è tutelabile tramite le azioni inibitorie e di risarcimento del danno.
Se il brevetto ha avuto a oggetto un’invenzione che non poteva essere brevettata perché sprovvista dei requisiti che abbiamo visto, può essere dichiarato nullo su richiesta di chiunque vi abbia interesse. Il brevetto risolve inoltre i conflitti tra più inventori della stessa cosa, nel senso che prevale non chi abbia per primo inventato, ma chi per primo abbia richiesto il brevetto. Il brevetto gode anche di una tutela: ▪ mondiale (tra gli Stati aderenti alla convenzione) quando sia stato rilasciato dall’Unione di Parigi per la protezione industriale;
Alcuni brevetti godono di tutela internazionale.
▪ europea, quando sia stato rilasciato dall’Ufficio Brevetti Europeo (European Patent Office) con sede a Monaco di Baviera; ▪ unionale, quando sia stato rilasciato da un Paese dell’Unione Europea aderente allo specifico accordo interno, nel qual caso la tutela è esercitata dal Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB). 431
CAPITOLO 3
| LE OPERE DELL’INGEGNO E LE INVENZIONI INDUSTRIALI
diritto e informatica
La tutela del software attraverso il diritto d’autore
SIA
tale comportamento, il che alimenta ulteriormente la diffusione di condotte di questo tipo. È pur vero che gli interessi economici tutelati attraverso il diritto d’autore si scontrano con l’interesse collettivo alla circolazione della cultura e dell’informazione. Tuttavia è importante ricordare che la tutela del diritto medesimo intende incentivare la creazione di opere dell’ingegno, evitare che gli autori siano soggetti ai finanziamenti governativi e, dunque, stimolare creazioni libere e originali. Lo scambio di file in rete quale fonte di rischio per la tutela del diritto d’autore
In attuazione della direttiva 91/250/CEE, il legislatore italiano ha provveduto a garantire la tutela del software con il d.lgs. 29 dicembre 1992, n. 518, che ha modificato la legge sul diritto d’autore (legge 633/1941) facendo così rientrare anche il software nell’ambito delle opere dell’ingegno. L’oggetto della tutela così predisposta si estende, peraltro, anche al materiale preparatorio per la progettazione del programma, escluse le idee che ne stanno alla base (art. 2, n. 8 l.d.a.). I programmatori di software si sono visti in tal modo riconosciuta la duplice tutela prevista dalla legge 633/1941, cioè quella del diritto a essere riconosciuto come autore dell’opera d’ingegno (diritto morale) e quella del diritto esclusivo allo sfruttamento economico dell’opera (diritto patrimoniale). In seguito, il legislatore è intervenuto nuovamente a disciplinare il tema (l. 248/2000 e d.lgs. 68/2003) con lo scopo di contrastare il fenomeno dilagante della pirateria. A causa della capillare diffusione di quest’ultima, manca, nel tessuto sociale, la percezione dell’illiceità di
432
Il peer-to-peer (abbreviato p2p) è una tecnologia che consente a diversi computer di collegarsi tra loro senza passare da un server centrale, realizzando la condivisione diretta di file tra gli utenti del web (soprattutto, ma non solo, file musicali e film). Tutto ciò si può realizzare semplicemente installando sul proprio computer un software gratuito. Per la precisione, il termine si riferisce a un modello di architettura logica di rete informatica in cui i nodi sono “paritari” (peer), potendo fungere al contempo da client e server verso gli altri nodi terminali (host) della Rete. L’assenza del server centrale ha di fatto trasformato il file sharing, ovvero lo scambio di file per mezzo
UNITÀ 6 | IMPRESA E AZIENDA
di programmi peer-to-peer, in un’opportunità per costruire un’enorme rete di conoscenze condivise. Poiché solo con molte difficoltà è possibile controllare questa pratica di massa, il file sharing può anche diventare un sistema per aggirare le norme sul diritto d’autore favorendo la nascita di un’incontrollata “terra di nessuno”. La normativa italiana sul peer-to-peer è contenuta nella legge 21 maggio 2004 n. 128, nota come “legge Urbani”, la quale estende la tutela sul diritto d’autore anche alle opere edite su supporto elettronico e scambiate in rete. A oggi, tutti i brani coperti da copyright, qualunque sia il loro formato (quindi anche mp3) e il mezzo di distribuzione (Internet incluso), sono tutelati dalla legge sul diritto d’autore. La legge in questione punisce chiunque effettui il download di un’opera protetta e la metta in condivisione con:
file mentre questo viene scaricato, per cui se viene effettuato il download di materiale protetto da diritto d’autore mediante uno di essi si incorre nelle sanzioni viste. È quindi buona norma prestare attenzione a ciò che si scarica (e, dunque, si condivide) in rete con i programmi peer-to-peer. In sintesi, oggi è permesso:
▪ la sanzione penale della reclusione da 1 a 4 anni e multa da 2582 a 15.493 euro se ha commesso il fatto per fini di lucro (art.171 ter, comma 2, lett. a-bis);
▪ diffondere gli mp3 prendendo il materiale dalla propria raccolta personale;
▪ la sanzione penale della multa da 51 a 2065 euro (a meno che prima del processo penale non paghi la metà del massimo previsto congiuntamente alle spese del procedimento), se l’ha commesso solo per uso personale e senza alcun fine di lucro (art. 171, comma 1, lett. a-bis).
▪ scaricare file mp3 creati da altri utenti, in violazione del diritto d’autore.
▪ scaricare software di lettura e codifica mp3; ▪ scaricare brani musicali diffusi dagli autori; ▪ creare mp3 per uso personale da un CD acquistato regolarmente dalla stessa persona; ▪ creare CD audio da file mp3 scaricati, a condizione che i file siano stati diffusi con l’autorizzazione dell’autore. Non è invece permesso:
▪ più in generale, diffondere mp3 senza esplicita autorizzazione dell’autore;
Inoltre, ferme le sanzioni penali viste, il legislatore punisce le condotte descritte con una sanzione amministrativa corrispondente al doppio del prezzo di mercato dell’opera o del supporto oggetto della violazione (e, in ogni caso, in misura non inferiore a 103 euro, art. 174 bis). Ricordiamo che i programmi di p2p più diffusi mettono automaticamente in condivisione un
COMPRENSIONE DEL TESTO 1.
Perché è importante tutelare il diritto d’autore?
2.
Come viene tutelato l’ideatore di un software?
3.
Perché la tecnologia del peer-to-peer è pericolosa dal punto di vista della tutela del diritto d’autore?
APPROFONDIMENTO E RICERCA PERSONALE 1.
Conosci programmi peer-to-peer? Prova a fare qualche esempio spiegandone il funzionamento.
2.
Su Internet è possibile trovare sia programmi protetti dal diritto d’autore (closed source) sia programmi “liberi” (open source). Informati su quali sono le caratteristiche di ciascun tipo, quindi fai un esempio di entrambi illustrandone vantaggi e svantaggi.
3.
Uno dei motti a tutela del diritto d’autore è il seguente: Piracy is not a victimless crime. Traduci e prova a spiegare il significato di questo motto.
433
CAPITOLO 3
| LE OPERE DELL’INGEGNO E LE INVENZIONI INDUSTRIALI
MAPPA AUMENTATA del capitolo con definizioni ed esempi
SINTESI del capitolo 3
Che cosa differenzia le forme di tutela delle opere dell’ingegno? OPERE DELL’INGEGNO
Il diritto d’autore riguarda opere di carattere creativo nel campo delle scienze, della letteratura e delle arti in genere.
sono tutelate da
Il brevetto riguarda le invenzioni applicate al settore industriale e tecnologico. diritto d’autore
brevetto
Quali vantaggi assicura il diritto d’autore? DIRITTO D’AUTORE
conferisce diritti
morali
patrimoniali
riceve
tutela legale
Il diritto d’autore conferisce diritti morali, cioè, consente all’autore di rivendicare la paternità dell’opera e di opporsi a indebite appropriazioni e a qualsiasi modifica. Ha durata indefinita, è imperscrittibile e inalienabile. I diritti patrimoniali collegati al diritto d’autore, invece, consentono di trarre profitto dall’opera creata. Essa ha pertanto un valore economico che dura sino a settanta anni dopo la morte dell’autore ed è alienabile. La tutela legale è affidata alla SIAE, che rilascia le licenze e autorizzazioni necessarie all’utilizzazione economica dell’opera.
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UNITÀ 6
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IMPRESA E AZIENDA
Che cosa è il brevetto? Si tratta di un atto amministrativo rilasciato dall’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, che conferisce al titolare il diritto di esclusiva nello sfruttamento economico dell’invenzione per venti anni.
BREVETTO
riguarda
invenzioni con caratteristiche di
Quando è brevettabile un’invenzione? industrialità
novità
DIRITTO D’AUTORE
liceità
Un’invenzione è brevettabile se presenta tre requisiti: l’industrialità, cioè deve riguardare il settore produttivo ed essere suscettibile di utilità e di applicazione pratica; novità, cioè occorre che l’invenzione sia sconosciuta nel mondo della tecnica e non sia la ripetizione di un’altra già brevettata; liceità, vale a dire che l’invenzione non dev’essere contraria all’ordine pubblico, al buon costume o a espresse disposizioni di legge.
BREVETTO
ricevono un’apposita
tutela
Quali sono le norme e le azioni a tutela del diritto d’autore e del brevetto? A tutela dell’esclusiva dell’autore (o del soggetto al quale l’autore abbia ceduto il diritto di sfruttamento economico della propria opera) sono previsti divieti sanzionati anche penalmente. Il diritto di brevetto è invece tutelato tramite l’azione inibitoria di usurpazione e l’azione di risarcimento del danno.
435
CAPITOLO 3
| LE OPERE DELL’INGEGNO E LE INVENZIONI INDUSTRIALI
VERIFICA del capitolo 3
Svolgi il quiz con la classe
A Verifica le conoscenze
tipo necessarie per realizzare un determinato
Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false. per cinquant’anni dopo la morte dell’autore. V
F
V
F
V
F
d’autore è l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi. V
F
3. Il know-how di un’impresa o di un prodotto
intende la capacità dell’invenzione di essere .........................................
5. L’appropriazione indebita di un’opera F
e ......................................... nella pratica; per
novità si intende che l’invenzione deve essere ..........................................
V
6. La diffusione delle tecnologie informatiche
nel mondo della tecnica; per liceità
si intende che l’invenzione .......................................... all’ordine pubblico, al buon costume e
ha offerto nuovi strumenti alla tutela del diritto V d’autore e di brevetto.
F
Il diritto patrimoniale può essere economicamente valutato.
V
F
8. Il diritto morale d’autore è inalienabile.
V
F
7.
Sono i requisiti richiesti affinché un’invenzione possa essere ............................................... . Per industrialità si
4. L’ente autorizzato alla gestione dei diritti
o di un’invenzione è detta “plagio”.
il .................................................................................................. .
3. Industrialità, novità, liceità
2. Nel diritto d’autore il diritto patrimoniale è
è brevettabile.
o una determinata .................................... .
Copyright è invece l’espressione inglese che indica
1. Il diritto d’autore dura a vantaggio degli eredi
detto anche copyright.
....................................
a .................................................................................................. .
C Analizza il contesto e applica una soluzione Scegli la risposta corretta.
B Sviluppa il lessico Completa le definizioni con i termini appropriati.
1. Diritto morale e diritto patrimoniale Entrambi i diritti riguardano sia il diritto d’autore sia il diritto di brevetto. Il diritto morale è il diritto dell’autore o dell’inventore di rivendicare .............................................
dell’opera o dell’invenzione e di
opporsi a qualunque indebita ................................................... , modifica o deformazione che possano nuocere al proprio ................................................... e alla propria ...................................................
. Il diritto patrimoniale
è il diritto di sfruttare ................................................... , in via ..................................................., la propria opera o la propria invenzione per trarne ................................................... .
2. Know-how e copyright Si parla di know how per indicare l’insieme delle .............................................
436
e ............................................. e di qualsiasi altro
1. Carlotta scrive il suo primo romanzo e lo invia a una casa editrice molto importante affinché venga pubblicato. L’editore trova il romanzo molto innovativo e stipula un contratto di edizione con Carlotta. Le invia, dopo un po’ di tempo, le bozze di stampa per la correzione e il testo è pressoché identico a quello originario. Una volta stampato il libro, Carlotta si accorge però che l’editore ha apportato moltissime modifiche, alterando completamente il senso del suo romanzo. ▪ Quale diritto può far valere Carlotta nei confronti dell’editore? a Il diritto morale dell’autore. b Il diritto patrimoniale dell’autore. c Il diritto d’inventore. d Il diritto dell’ingegno.
2. Bruna mette a punto una nuova poltrona per dentisti che consente di effettuare una serie di movimenti che agevolano moltissimo l’azione dell’operatore e l’applicazione di strumenti molto
UNITÀ 6
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IMPRESA E AZIENDA
sofisticati per la diagnosi e cura dei denti. La nuova poltrona, in altre parole, applica principi di fisica fino a quel momento non applicati nel campo tecnico.
Preparati al colloquio
▪ Bruna può chiedere il riconoscimento del
▪
Diritto d’autore È il diritto AUTOCORREZIONE sulle creazioni dell’ingegno nel campo delle scienze, della letteratura, della musica, delle arti figurative, dell’architettura, del teatro, della cinematografia. Il diritto (patrimoniale) d’autore dura per tutta la vita dell’autore e, a vantaggio degli eredi, per settanta anni dopo la sua morte.
▪
Brevetto È un atto amministrativo che conferisce al titolare il diritto di esclusiva nello sfruttamento economico dell’invenzione. Deve possedere tre requisiti: industrialità, novità, liceità.
▪
Tutela del brevetto Il brevetto ha la durata di venti anni (salvo casi particolari), dopodiché l’utilizzo dell’invenzione diviene libero per chiunque.
▪
Biotecnologie È possibile brevettare le biotecnologie, ossia le applicazioni tecnologiche nella produzione, impiego e lavorazione di materiale biologico. Non sono invece brevettabili il corpo umano e la sequenza di un gene umano; i metodi di diagnosi medica e i trattamenti chirurgici o terapeutici del corpo umano.
brevetto?
Focalizza i concetti fondamentali del Capitolo.
a Sì, perché la sua scoperta riguarda il know-
how. b No, perché la sua scoperta non è innovativa. c Sì, perché la sua scoperta è suscettibile
di applicazione pratica ed è nuova. d No, perché la sua scoperta riguarda la salute
e in questo settore non può esserci tutela.
D Risolvi i casi Trova la soluzione ai problemi proposti.
1. Mario, medico di fama nel settore dei trapianti, ha messo a punto una nuova tecnica chirurgica non invasiva; Sandro, chimico nel settore farmaceutico, ha realizzato un preparato antinfiammatorio a base di un principio attivo presente in un noto medicinale ma in una nuova sintesi chimica; Enrico, biologo, è riuscito a ottenere, grazie alle moderne biotecnologie alimentari, un nuovo prodotto vegetale in grado di resistere meglio ai parassiti. Tutti e tre hanno intenzione di brevettare la loro scoperta.
▪ Ritieni che tutti e tre possano ottenere il brevetto? A quale ente devono rivolgersi per brevettare le loro scoperte? Chi tra loro ottiene il brevetto, che cosa potrebbe fare se non avesse intenzione di sfruttarlo direttamente?
2. Franco, un laureato in chimica molto bravo, scopre una nuova fibra sintetica che consente di ottenere filati molto resistenti, facilmente lavorabili e anallergici. A partire da questa scoperta, Franco decide di avviare un’impresa avente per oggetto proprio la produzione dei nuovi tipi di filato. L’attività si rivela molto proficua e Franco apre perciò nuovi stabilimenti produttivi in tutta l’Italia. Dopo alcuni anni, Angelo, un altro chimico dipendente di una grande impresa, arriva agli stessi risultati di Franco. L’impresa, però, al contrario di quanto fatto da Franco, richiede e ottiene il brevetto.
▪ Franco può richiedere la nullità del brevetto? Franco può fare un’azione inibitoria di usurpazione? Angelo ha qualche diritto sull’invenzione?
Rispondi ai quesiti e autovaluta le tue risposte confrontandole con quelle che puoi visualizzare inquadrando il QR code. 1. Quali sono i diritti riconosciuti dall’ordinamento all’autore e all’inventore? Per rispondere a questa domanda segui la scaletta proposta: RISPOSTA GUIDATA DEL QUESITO – spiega che cos’è il diritto morale; – illustra le caratteristiche del diritto morale (durata indefinita, imprescrittibilità e inalienabilità); – spiega che cos’è il diritto patrimoniale; – illustra le caratteristiche del diritto patrimoniale (valore economico, temporaneità e trasmissibilità). 2. Qual è l’oggetto del diritto d’autore? 3. Qual è la tutela e la durata del diritto d’autore? 4. Quali requisiti deve avere una invenzione per poter essere brevettata? 5. Quali biotecnologie sono brevettabili e quali no?
437
UNITÀ
6
RIPASSA I CONTENUTI dell’unità Completa la sintesi con i termini corretti
Imprenditore: colui che esercita ………......................................………… un’attività economica ………......................................………… al fine della produzione o dello scambio di beni e ………......................................………… (art. 2082 c.c.). Esistono diversi tipi di imprenditore: ▪ il piccolo imprenditore (art. 2083 c.c.), che esercita un’attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della ………......................................………… ; ▪ l’imprenditore ………......................................………… (art. 2135 c.c.), che esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, silvicoltura, allevamento di animali e attività connesse; ▪ l’imprenditore commerciale, che esercita in maniera professionale una delle attività elencate nell’art. 2195 c.c.: attività ………......................................………… , attività intermediaria nella circolazione di beni, attività di trasporto, attività bancaria e assicurativa, attività ………......................................………… alle precedenti.
L’imprenditore commerciale è sottoposto a un particolare regime giuridico, definito statuto dell’imprenditore commerciale. Esso prevede alcuni requisiti: ▪ la ………......................................………… di agire; ▪ l’obbligo di iscrizione nel ………......................................………… delle imprese; ▪ l’obbligo di tenere le scritture ………......................................………… ; ▪ la soggezione, in caso di ………......................................………… , alla procedura di liquidazione giudiziale.
GLI AUSILIARI DELL’IMPRENDITORE con potere di rappresentanza
………......................................…………
(o
………......................................…………
………......................................…………
rappresentanza limitata a determinati settori
rappresentanza limitata alla mansione specifica
direttore generale)
rappresentanza generale (suscettibile di limitazioni)
452
UNITÀ 6 | IMPRESA E AZIENDA
L’azienda è «il complesso di ………......................................………… organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa» (art. 2555 c.c.).
SEGNI DISTINTIVI DELL’AZIENDA
nome dell’imprenditore
locali dell’impresa
prodotto
………......................................…………
………......................................…………
………......................................…………
Per opere dell’ingegno si intendono: ▪ le opere di carattere creativo nel campo delle scienze, della letteratura, delle arti in genere (un romanzo, un quadro, un film ecc.), tutelate dal diritto d’ ………......................................………… ; ▪ le ………......................................………… industriali e tecnologiche (uno schermo ad alta risoluzione, un nuovo dispositivo elettronico, un’applicazione o un sistema di navigazione satellitare ecc.), tutelate dal diritto di ………......................................………… .
TUTELA GIURIDICA DI AUTORE E INVENTORE
diritto ………......................................………… (riconoscimento della paternità dell’opera)
durata indefinita
imprescrittibile
diritto ………......................................………… (sfruttamento economico esclusivo dell’opera)
inalienabile
durata temporanea
economicamente valutabile
alienabile
La normativa antitrust mira a evitare ………......................................………… tra imprese restrittivi della concorrenza (cartelli), gli abusi di posizioni ………......................................………… sul mercato, le concentrazioni tra imprese. In Italia l’applicazione della legislazione antitrust è affidata all’Autorità ………......................................………… della concorrenza e del mercato (AGCM).
453
UNITÀ
6
PREPARATI per il compito in classe MODULI GOOGLE Verifica per la classe con Moduli Google
Tempo: 50 min/1 ora
A Ricapitola gli argomenti trattati
3.
Completa il testo con i termini appropriati. [2 punti per ogni risposta corretta] La definizione giuridica di imprenditore si ricava dal codice civile: l’art. 2082 definisce imprenditore colui che esercita professionalmente ( 1 ) ......................................... organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni e servizi. Tali attività devono essere destinate al ( 2 ) ......................................... , ossia devono essere realizzate per essere vendute in cambio di un prezzo e non per l’autoconsumo.
4.
5.
1.
economiche e dell’esigenza di tutelare ( 4 ) ......................... a cui questo imprenditore spesso ricorre.
L’industrialità, la liceità e la novità sono i requisiti richiesti perché un’invenzione sia brevettabile.
V
F
L’organo di autoregolamentazione degli imprenditori in materia di pubblicità è l’Autorità V F garante della concorrenza e del mercato. [ /10]
L’unica tra le seguenti forme di pubblicità o atteggiamenti consentita dalla legge italiana è a la pubblicità redazionale.
Ai fini dell’esercizio dell’attività economica l’imprenditore usa e organizza un complesso di
b la pubblicità ingannevole.
beni ( 5 ) ......................................... che va sotto il nome di
d la pubblicità comparativa.
c la pubblicità occulta.
azienda. Ogni azienda ha tre ( 6 ) ......................................... , giuridicamente tutelati, che sono la ditta, l’insegna e il marchio.
2.
L’obbligo di iscrizione nel Registro delle imprese è richiesto a dal codice del consumo. b dallo statuto dell’imprenditore commerciale.
Possono essere oggetto di diritti anche le
c dal codice di autodisciplina pubblicitaria.
( 7 ) ......................................... , cioè le opere di carattere
d dall’Autorità garante della concorrenza e del
creativo e le invenzioni industriali e tecnologiche,
mercato
protette rispettivamente dal ( 8 ) ......................................... e 3.
dal ( 9 ) ......................................... . La legge punisce i casi di ( 10 ) ........................................... e le iniziative volte a limitare la libertà della concorrenza sul mercato. /20]
[
4.
B Verifica le conoscenze Indica se le affermazioni sono vere o false. [2 punti per ogni risposta corretta]
454
F
Indica l’unica affermazione corretta. [4 punti per ogni risposta corretta]
, che gode di un regime giuridico particolare in ragione delle sue dimensioni ......................................
2.
V
C Analizza i casi
Di particolare importanza è la figura dell’( 3 )
1.
L’avviamento di un’azienda rientra tra i beni immateriali non suscettibili di valutazione economica.
Per assumere la qualifica di imprenditore è necessaria V F l’iscrizione nel Registro delle imprese. Tra gli ausiliari dell’imprenditore, l’institore è il soggetto che gode del più ampio potere di rappresentanza.
5.
Il libro giornale e il libro degli inventari sono obbligatori a a fini fiscali.
c a fini contributivi.
b a fini civili.
d sono facoltativi.
Tra i segni distintivi dell’azienda il più importante, nonché quello che gode della più estesa tutela giuridica, è a la ditta.
c l’insegna.
b la ragione sociale.
d il marchio.
Il termine “azienda” indica a lo svolgimento di un’attività economica. b l’insieme dei requisiti necessari per assumere la
V
F
qualifica di imprenditore.
UNITÀ 6 | IMPRESA E AZIENDA
civilistica, cioè sanzione né per la mancata tenuta, né per la tenuta irregolare.
c un complesso di beni materiali e immateriali
organizzati e utilizzati dall’imprenditore. d il complesso dei locali in cui si svolgono le attività produttive e commerciali di un’impresa. /20] [
Le scritture sono interne all’impresa, e non sono soggette a deposito, neppure per estratto, in pubblici registri, salvo lo spontaneo utilizzo da parte dell’imprenditore nel processo o l’ingresso coattivo delle stesse in sede giudiziaria. L’unico modo di verifica del rispetto dell’obbligo di tenuta non potrebbe che essere costituito da ispezioni o controlli periodici di tipo amministrativo: strumento questo sicuramente macchinoso e destinato all’insuccesso sotto il profilo operativo.
D Risolvi i casi Analizza e risolvi i casi proposti. 1.
2.
Aldo, insieme ai due figli, è titolare di una gioielleria in pieno centro città in cui vende anelli e orecchini d’oro con inseriti diamanti. Dopo aver seguito un corso di formazione per riconoscere la purezza dei diamanti, infatti, Aldo ha deciso di mettere a frutto questa sua competenza. Il locale in cui vendono le merci è molto moderno, con teche di cristallo, salottini in cui i clienti possono provare i gioielli davanti a grandi specchi e sistemi di allarme molto efficaci. Nella gioielleria lavorano anche quattro commesse che aiutano Aldo e i suoi figli a servire la numerosissima clientela. ▪ Aldo è un imprenditore? Chiarisci qual è la sua situazione spiegando, in particolare, perché non è un professionista (un prestatore d’opera intellettuale) e se Aldo è obbligato a tenere le scritture contabili obbligatorie ai fini civilistici. [ /15] Andrea deve pagare 20.000 euro a Marcello, titolare di un’impresa che vende all’ingrosso frutta e verdura, per una fornitura per la vendita al dettaglio da parte del primo. Il contratto prevede un pagamento dilazionato a novanta giorni. Un mese prima della scadenza, Marcello vende a Sandro la sua azienda e iscrive il trasferimento nel Registro delle imprese ma dimentica di notificare ad Andrea la cessione del suo credito, che risulta peraltro nelle scritture contabili, a Sandro. ▪ Allo scadere del credito, Sandro richiede ad Andrea il pagamento ma questi si rifiuta perché non ha ricevuto nessuna notificazione. Può farlo? [ /15]
1. 2. 3.
E Lavora con le fonti Leggi il brano e svolgi le attività proposte. [fino a 20 punti] Lo statuto dell’imprenditore commerciale annovera tradizionalmente due obblighi fondamentali in capo allo stesso: da un lato quello di procedere all’iscrizione nel Registro delle imprese (art. 2195 c.c.), dall’altro quello di tenere le scritture contabili. Ora accade che, mentre il primo obbligo è accompagnato da una sanzione, il secondo ne è del tutto privo. Non sussiste, secondo la disciplina
4.
5.
Nessuna sanzione finché la vita dell’impresa, nel suo svolgimento fisiologico, non intacca i diritti dei terzi e dei creditori in particolare. È con l’insolvenza che emerge l’obbligo per l’imprenditore di documentarne le cause. In caso di fallimento le sanzioni per la mancata o irregolare tenuta delle scritture colpiscono, oltre l’imprenditore, anche tutti gli altri soggetti sui quali grava il relativo obbligo, cioè l’institore (art. 227 l. fall.) e, nel caso di imprese sociali, gli amministratori, i direttori generali, i sindaci e i liquidatori (art. 224 l. fall.). In ogni caso, secondo Cass. 3.2.2014, n. 2324, la tenuta in modo sommario e non intellegibile della contabilità sociale, risolvendosi nella violazione di specifici obblighi di legge, è di per sé idonea a tradursi in pregiudizio per il patrimonio sociale ed è giustificativa della condanna dell’amministratore al risarcimento del danno. (Racugno, G., Libri e scritture contabili, treccani.it) https://tinyurl.com/w89kwtc L’obbligo di iscrizione nel Registro delle imprese riguarda tutti gli imprenditori? L’obbligo di tenuta delle scritture contabili riguarda tutti gli imprenditori commerciali? Nel brano si afferma che le scritture contabili non sono soggette a deposito «salvo lo spontaneo utilizzo da parte dell’imprenditore nel processo o l’ingresso coattivo delle stesse in sede giudiziaria». In quali casi un imprenditore potrebbe avere interesse a mostrare nel corso di un processo il contenuto di una specifica registrazione contabile in uno dei registri obbligatori? Per quale motivo l’ordinamento ricollega le sanzioni per la mancata o irregolare tenuta delle scritture contabili soltanto all’insorgere dell’insolvenza? In caso di fallimento le sanzioni per la mancata o irregolare tenuta delle scritture contabili si applicano, oltre che all’imprenditore, anche all’institore. Chi è un institore? [ /20]
Punteggio totale: ............................. /100
455
LABORATORIO
UNITÀ
6
lessico e comunicazione
Nello studio di un avvocato
Patto di non concorrenza
IL CASO Il legale rappresentante della società Chiodi s.p.a. si rivolge all’avvocato Colombi per chiedere una consulenza al fine di redigere un patto di non concorrenza con un dirigente della sua azienda. Il rappresentante della Chiodi fa presente che vorrebbe stabilire un patto della durata di 10 anni, valido su tutto il territorio nazionale. L’avvocato Colombi prepara il patto, ma spiega al legale rappresentante della società che quanto gli viene chiesto non si può fare. Vediamo perché.
Patto di non concorrenza Con la presente scrittura privata, tra l’azienda Chiodi s.p.a., in persona del legale LAVORA CON IL DOCUMENTO rappresentante sig. Pietro Guidi, con sede in Milano e il signor Rossi Sergio, residente in Milano si conviene e si stipula il seguente patto di non concorrenza per il periodo successivo alla risoluzione del rapporto di lavoro. Premesso: – che tra le parti è in corso un rapporto di lavoro a tempo indeterminato avente decorrenza dal 2 gennaio 2024 e che il sig. Rossi Sergio riveste la qualifica di dirigente; che, ai sensi dell’art. 2105 c.c., il prestatore di lavoro non deve trattare affari, per conto proprio o di terzi, in concorrenza con l’imprenditore, né divulgare notizie attinenti all’organizzazione e ai metodi di produzione dell’impresa, o farne uso in modo da poter recare ad essa pregiudizio; – che l’articolo 2105 c.c., in merito all’obbligo di fedeltà, individua due distinti doveri: il divieto di concorrenza e l’ obbligo di riservatezza ; – che il primo consiste nell’obbligo di astenersi dal trattare affari in concorrenza con l’imprenditore, sia per conto proprio che di terzi, mentre il secondo vieta al lavoratore di divulgare o di utilizzare, a vantaggio proprio o altrui, informazioni attinenti all’impresa, in modo da poterle arrecare danno; – che a differenza del divieto di concorrenza, che cessa al momento dell’estinzione del rapporto, l’obbligo di riservatezza permane intatto anche successivamente alla cessazione del rapporto, per tutto il tempo in cui resta l’interesse dell’imprenditore a tale segretezza. Premesso quanto sopra si conviene e si stipula il seguente patto di non concorrenza ai sensi dell’art. 2125 c.c.: 1) delimitazione dell’obbligo di non concorrenza. Il sig. Rossi Sergio si asterrà dal prestare opera quale dipendente, consulente o in qualsiasi altra forma occasionalmente e saltuariamente, con o senza vincoli di subordinazione, con o senza retribuzione o profitto, presso o a favore di persone, imprese o enti, che svolgono attività identiche o similari a quelle della azienda Chiodi s.p.a.; 2) limite di tempo. Il vincolo derivante dalla firma del presente patto di non concorrenza avrà la durata di anni 5 a partire dalla cessazione del rapporto di lavoro; 3) limite di luogo. Tutto il territorio delle regioni Lombardia, Piemonte e Veneto; 4) corrispettivo. La società Chiodi s.p.a., a fronte del vincolo di cui al punto 1, verserà un corrispettivo pari al 30% della retribuzione annua a decorrere dal mese di risoluzione del rapporto di lavoro; 5) responsabilità in caso di inadempimento. In caso di inadempienza del sig. Rossi Sergio delle obbligazioni assunte con il presente patto, la società Chiodi s.p.a. è legittimata a pretendere la restituzione delle somme eventualmente già corrisposte nonché ad esigere il pagamento di una penale pari al triplo dell’intero corrispettivo, di cui al precedente punto 4), fermo restando il risarcimento dell’ulteriore maggior danno sofferto in conseguenza di tale inadempimento. Letto, confermato e sottoscritto. Milano 2 gennaio 2024
456
Firme ……………….......................…............................………………………
UNITÀ 6 | IMPRESA E AZIENDA
Sviluppa il lessico giuridico 1 Cerca sul dizionario giuridico o sul dizionario il significato delle seguenti espressioni presenti nel testo del Patto di non concorrenza. Patto ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................
Concorrenza ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................
Obbligo di riservatezza ............................................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................
Corrispettivo ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................
Penale .................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................
2 Individua nel documento i sostantivi, i verbi o le espressioni in grado di definire i seguenti concetti. a) Accordo con un proprio dipendente perché questo si astenga dal prestare opera a favore di terzi
………………….......................………………………………
b) Colui che è autorizzato dalla società a concludere un patto di non concorrenza
………………….......................………………………………
c) Divieto di utilizzare informazioni relative all’impresa
………………….......................………………………………
Potenzia le capacità espressive 3 Redigi un breve testo discorsivo di senso compiuto utilizzando le seguenti espressioni. azienda • nuova impresa • sviare la clientela • patto • durata • anni
4 In base alla seguente mappa concettuale, prepara una breve presentazione orale (massimo 15 minuti) da esporre in classe individuando anche gli artt. del c.c. CONCORRENZA TRA IMPRESE tutelata da
intese restrittive della concorrenza
Legislazione antitrust
Autorità garante
contro
contro
abuso di posizione dominante
concentrazioni tra imprese
pratiche commerciali scorrette
concorrenza sleale
confusione
denigrazione
altri atti
457
DISCUSSIONE
UNITÀ
6
di un caso pratico
Una canzone rubata LEGGO IL CASO
Alessia sogna di diventare una cantante famosa da tutta la vita; decide, pertanto, di incidere le proprie canzoni su un CD e di depositarle presso la SIAE. L’anno successivo un noto cantante, Ricardo, scala le classifiche europee con una canzone per bambini, ma Alessia si accorge che il brano, nel ritornello, è molto simile a una canzone da lei incisa. Alessia tenta allora di contattare Ricardo, autore di un presunto plagio, ma non riesce nell’impresa, data la notorietà del cantante. Si rivolge perciò al proprio avvocato per capire quali chances abbia di ottenere il riconoscimento della paternità della canzone, la conseguente dichiarazione di plagio e il risarcimento per i danni patiti a causa di questo.
• Le questioni
• Le norme
• La giurisprudenza
Il caso tratta la questione del diritto d’autore, e in particolare: – i limiti di operatività del diritto; – le condizioni necessarie perché venga riconosciuto e tutelato.
Gli articoli rilevanti per risolvere il caso concreto sono: – artt. 2575 e 2577 c.c.; – art. 12 della legge 633/1941 sul diritto d’autore. – artt. 29 e ss. Cost.
– Cass., sent. n. 25173/2011; – Cass., sent. n. 3340/2015.
IDENTIFICO LE PARTI
Gli argomenti proponibili da Alessia (l’attore)
Alessia sostiene che Ricardo ha violato il diritto d’autore che lei vanta sulla canzone, incisa da lei per prima, e ciò per i seguenti motivi: ▪ i due ritornelli presentano una successione di note e di parole del tutto somigliante: Ricardo si è quindi appropriato del cosiddetto “nucleo creativo” che contraddistingue la canzone di Alessia (la sentenza della Cassazione n. 3340/2015 sottolinea, infatti, che per aversi plagio è sufficiente che esso investa il “cuore dell’opera”, purché tale parte assuma nella nuova opera artistica un ruolo analogo); ▪ è da escludere che Ricardo abbia copiato la canzone incisa da Alessia senza alcun dolo o colpa. Se anche si fosse soltanto ispirato a questa senza volerlo, resterebbe il fatto che quantomeno con colpa ha violato il diritto d’autore di cui Alessia è titolare. 458
UNITÀ 6 | IMPRESA E AZIENDA
Gli argomenti proponibili da Ricardo (il convenuto)
Ricardo si difende sostenendo che: ▪ la canzone di Alessia (come la sua, del resto), seppur orecchiabile, è banale e semplice, priva dei requisiti di originalità e creatività necessari per il riconoscimento del diritto d’autore (necessità sottolineata anche dalla Cassazione, con la sentenza n. 25173/2011); ▪ nel giudicare un’ipotesi di plagio nel campo della musica “non impegnata”, si deve essere più tolleranti e, se è vero che per alcuni versi le due canzoni si assomigliano, è altrettanto vero che è facile che ciò accada in questo tipo di musica; ▪ anche a volerla ritenere un’ipotesi di plagio, siamo in presenza qui di un plagio incolpevole: Ricardo ignorava l’esistenza della canzone di Alessia. Le due opere sono entrambe frutto di creazioni distinte e autonome e prodotte l’una indipendentemente dall’altra: siamo di fronte a quella che viene definita “coincidenza creativa”. Ciò è tanto più credibile considerando la banalità del ritornello. Come si può risolvere la controversia tra le due parti?
RISOLVO IL CASO
Analizza le argomentazioni delle parti e proponi la soluzione del caso argomentando la tua risposta. .....................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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Aiutati con lo SCHEMA GUIDATO
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1. Il caso sarebbe stato lo stesso se le due opere artistiche non fossero state canzoni per bambini ma complesse sinfonie? 2. E se Alessia non avesse depositato la canzone oggetto del presunto plagio presso la SIAE e, magari, non l’avesse nemmeno incisa su CD? 3. Per trovare risposta a questa domanda prova a leggere l’art. 6 della legge 633/1941.
OSSERVO IL CASO IN MODO DIVERSO
459
EDUCAZIONE
UNITÀ
6
civica
L’AI e la nuova frontiera della concorrenza
Nuovi prodotti e nuovi mercati La legislazione europea e italiana volta a garantire la concorrenza tra le imprese, a vantaggio dei consumatori, è stata ideata in un contesto tecnologico molto diverso da quello che caratterizza gli attuali sistemi economici. L’avvento dell’intelligenza artificiale (AI) cambia radicalmente il funzionamento dei mercati, sia perché vengono creati mercati del tutto nuovi sia perché le imprese utilizzano strategie di vendita sempre più sofisticate, che da un lato possono limitare i diritti dei consumatori e, dall’altro lato, richiedono investimenti di capitale la cui entità è così elevata da essere alla portata solo di imprese di grandi dimensioni. Si tratta di problemi che l’Unione Europea ha deciso di affrontare mettendo a punto una normativa idonea a tutelare i consumatori in questo nuovo contesto economico e, nello stesso tempo, capace di garantire il più possibile il funzionamento efficiente dei mercati. La materia è adesso disciplinata: ▪ dal Regolamento UE n. 2022/2065 del 19 ottobre 2022 (Regolamento sui servizi digitali);
▪ dal Regolamento UE n. 2022/1925 del 14 settembre 2022 (Regolamento sui mercati digitali). I servizi digitali I servizi online sono ormai largamente diffusi (soprattutto tra i giovani) e in rapida espansione. Forniscono servizi digitali i siti web, le infrastrutture Internet e le piattaforme. Sono servizi tra i più disparati: comparazione tra prodotti, fornitura di informazioni, vendita di applicativi, social network, ordinazione di cibo ecc. Il rischio è costituito dal fatto che le piattaforme e i siti web possono veicolare “prodotti” (beni, servizi, contenuti) illegali e, nello stesso tempo, possono utilizzare algoritmi che diffondono fake news e informazioni dannose. Per ridurre questi rischi, il Regolamento sui servizi digitali obbliga le piattaforme al rispetto dei diritti fondamentali (la libertà di espressione e protezione dei dati) e a reagire immediatamente, in presenza di contenuti illegali, rimuovendoli.
460
COMPETENZE TRASVERSALI – Lavorare sia in modalità collaborativa sia in maniera autonoma. – Organizzare il proprio apprendimento e saperlo valutare e condividere.
Tempo: 2 ore per il lavoro individuale; 1 ora per il lavoro cooperativo.
Una disposizione molto innovativa riguarda la richiesta di trasparenza e responsabilità delle piattaforme, che sono obbligate a mettere “a disposizione informazioni chiare sulla moderazione dei contenuti o sull’uso di algoritmi per la raccomandazione di contenuti (i cosiddetti sistemi di raccomandazione)”. I sistemi di raccomandazione nascono per agevolare la ricerca di contenuti all’interno dell’oceano di dati presenti nel web, ma possono essere utilizzati per orientare le scelte degli utenti. Questi sistemi registrano le scelte del singolo utente e propongono, nelle ricerche successive, contenuti congruenti con le scelte precedenti. È evidente che l’AI può utilizzare algoritmi che orientano le scelte dell’utente: il sistema viene programmato per individuarne le preferenze e proporgli i propri contenuti. Sempre per tutelare l’utente, la normativa europea vieta le pratiche ingannevoli, il cui scopo è manipolare le scelte degli utenti, e la pubblicità mirata, come quella rivolta ai minori e quella basata su dati sensibili. Sono inoltre vietati i modelli occulti
UNITÀ 6 | IMPRESA E AZIENDA
(dark pattern), ossia gli elementi dell’interfaccia grafica di un sito il cui scopo è indurre l’utente a compiere azioni che non desidera fare o a eseguire procedure talmente complesse da scoraggiarlo a effettuare il controllo sui suoi dati personali. Il mercato digitale Per quanto riguarda il mercato digitale, la disciplina europea stabilisce obblighi per le grandi piattaforme online, che hanno una posizione dominante e che per i consumatori sono difficili da evitare. Lo scopo della norma è quello di garantire, attraverso tali obblighi, un ambiente commerciale
più competitivo e un maggior numero di servizi per i consumatori. Per evitare pratiche commerciali scorrette, i soggetti designati come gatekeeper (“controllori dell’accesso”) dovranno consentire ai propri utenti di accedere alle piattaforme più piccole. Questa disposizione ha un chiaro significato economico perché ha lo scopo di eliminare il cosiddetto lock-in, ossia quel meccanismo che lega i clienti a un unico venditore e che impedisce loro di utilizzare un altro fornitore senza dover sostenere dei costi. L’insieme di queste disposizioni dovrebbe garantire un mercato dei servizi digitali più concorrenziale.
COMPRENSIONE DEL TESTO 1. Quali cambiamenti sta provocando l’AI sul piano della creazione di nuovi mercati e della competizione tra imprese?
2. Perché la concentrazione delle imprese può costituire un rischio? 3. Che cosa sono i servizi digitali? 4. Che cosa sono i sistemi di raccomandazione? Quali sono i loro pregi e quali i loro difetti? 5. Che cosa sono i modelli occulti e perché sono vietati? 6. Che cosa sono i gatekeeper e perché la loro attività deve essere disciplinata? 7.
Che cos’è il fenomeno economico del lock-in? Perché riduce la competizione tra le imprese?
LAVORO INDIVIDUALE (A CASA) Approfondimento Collegati al sito web della Commissione europea utilizzando il seguente link. https://q3.hubscuola.it/zf6m Al centro della pagina sono presenti tre box che presentano le nuove norme sui servizi digitali e sul mercato digitale. Ciascun box rinvia a una presentazione delle norme con riferimento agli utenti, alle imprese e alle piattaforme. Scegli uno di questi approfondimenti e prepara una relazione nella quale illustri gli aspetti più rilevanti della nuova normativa. Confronta, poi, la tua relazione con quella di un tuo compagno di classe che ha condotto un diverso approfondimento.
LAVORO COOPERATIVO (IN CLASSE/A CASA) Utilizzi e rischi dell’intelligenza artificiale Dividete la classe in due gruppi. Il primo gruppo, utilizzando il link seguente, analizza i possibili impieghi dell’AI nella vita di tutti i giorni nella prospettiva dell’UE e individua per ciascun impiego un esempio pratico. Al termine del lavoro, il gruppo redige una presentazione. https://q3.hubscuola.it/o74a Il secondo gruppo, utilizzando il link seguente, analizza i rischi connessi all’uso dell’AI secondo la normativa europea e individua i gradi di rischio a cui la normativa cerca di fare fronte. Al termine del lavoro, il gruppo redige una presentazione. https://q3.hubscuola.it/61os Una volta terminati i lavori di gruppo, la classe si riunisce e un rappresentante di ciascun gruppo illustra le slide predisposte. Alla fine della presentazione si apre il dibattito.
461
ORIENTAMENTO
e PCTO
6 UNITÀ
Diventare imprenditori
FOCUS SULLE
PROFESSIONI
PROFESSIONE IMPRENDITORE IDENTIKIT DELLA PROFESSIONE
L’imprenditore può considerarsi il vero motore dell’economia, poiché stimola il mercato, genera l’occupazione e favorisce l’innovazione, assumendosi rischi e responsabilità. Diventare imprenditori comporta un percorso individuale che può variare da persona a persona. Tuttavia, l’autoimprenditorialità può essere stimolata attraverso una serie di esperienze da vivere e cogliere, aderendo a programmi di educazione imprenditoriale e corsi formativi con l’intento di sviluppare la cultura d’impresa, ossia realizzare attività che valorizzino l’assunzione di rischi, la resilienza, l’apprendimento permanente, la creatività e la collaborazione. Molteplici e variegate, a seconda del settore e del momento contingente, sono le competenze richieste per essere un imprenditore.
1 Approfondita conoscenza dei mercati e del settore di attività
Un imprenditore deve avere piena consapevolezza dei meccanismi che regolano il mercato e, in particolare, deve essere aggiornato circa le tendenze e gli sviluppi del settore in cui opera per poter adattarsi ai cambiamenti, anticipando shock e opportunità.
2 Buone conoscenze finanziarie, economiche e gestionali
Un imprenditore deve comprendere analiticamente le norme fiscali e tributarie, le leggi civili e commerciali e i principi di buona amministrazione aziendale.
3 Radicata capacità di pianificazione organizzativa, orientata al risultato
Un imprenditore deve aver chiari i propri obiettivi di profitto e di valore, pianificando accuratamente sul piano finanziario, economico e patrimoniale ogni azione necessaria alla gestione della propria azienda.
4 Spiccate doti di leadership
Un imprenditore deve essere una guida e un motivatore all’interno e all’esterno della propria azienda e pertanto deve saper comunicare efficacemente; delegare attività, pur mantenendo un monitoraggio costante sulle stesse; deve saper ispirare fiducia, creando un ambiente sereno, positivo e stimolante.
5 Buone competenze di creatività
Un imprenditore deve essere in grado di innovare la propria attività, avendo il coraggio, a volte, di sperimentare; nel contempo deve saper trovare soluzioni originali a circostanze e problemi, rischiando in maniera oculata e controllata.
6 Attente competenze di responsabilità sociale
Un imprenditore, oggi, deve adottare pratiche di responsabilità sociale (RSI), tutelando l’ambiente, sostenendo il territorio locale, promuovendo iniziative inclusive e sociali, dirette a creare non solo profitto, ma anche valore in ambito aziendale.
462
UNITÀ 6 | IMPRESA E AZIENDA
IL CASO PROFESSIONALE
La Integratehealth s.p.a. è un›impresa che produce da molti anni integratori alimentari. È affermata nel proprio settore commerciale e conta numerosi clienti. Negli ultimi mesi, però, alcuni consumatori hanno accusato l’azienda di divulgare a livello promozionale affermazioni non supportate scientificamente sul piano salutistico, ingannando di fatto la clientela, portandola a dubitare dell’affidabilità dei suoi prodotti. I consumatori e le autorità di regolamentazione stanno minacciando azioni legali nei confronti dell’Integratehealth, danneggiando considerevolmente la società sul fronte economico, reputazionale e commerciale.
DAL CASO ALLE COMPETENZE
Immagina di indossare i panni dell’imprenditore e in particolare di rivestire il ruolo di amministratore unico della s.p.a.: analizza la situazione aziendale, sviluppa una strategia per affrontare il problema della pubblicità ingannevole, rispondi alle preoccupazioni dei clienti e proponi delle soluzioni che riportino l’impresa al successo iniziale. IL CONTESTO
Situazioni come quelle descritte dal caso proposto hanno costituito oggetto delle decisioni del Gran Giurì della Pubblicità e dell’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) che ormai in maniera consolidata si sono espresse nel seguente modo in materia di promozione alla vendita di integratori alimentari. Il Gran Giurì della pubblicità italiano è un’organizzazione - composta da consumatori, imprese, media, categorie professionali - che opera nel settore dell’autodisciplina pubblicitaria e pertanto controlla la correttezza delle comunicazioni commerciali. Svolge numerose funzioni di consulenza, promozione dell’autodisciplina e giudizio in caso di controversie, emettendo decisioni non vincolanti, ma di grande impatto mediatico. Tale ente di autoregolazione pubblicitaria si è trovato più volte ad affrontare la tematica del caso di specie, poiché spesso in commercio si possono reperire integratori alimentari che vantano proprietà terapeutiche e curative. Promuovere simili effetti con riferimento agli integratori alimentari non è corretto, secondo le indicazioni derivanti da norme giuridiche e pronunce del Gran Giurì della Pubblicità, poiché questi prodotti, a differenza dei farmaci, sono dei veri e propri alimenti, che vanno a integrare una dieta con l’intento di generare benessere, ma non certo con la finalità di guarire dalle malattie. La promozione degli integratori alimentari prevede numerose disposizioni regolative, quali il regolamento CE n. 178 del 2002 (il quale prevede che l’etichettatura, la pubblicità e la presentazione degli alimenti non debbano trarre in inganno i consumatori), il Regolamento UE n. 1169 del 2011 (che vieta che le indicazioni rese disponibili sugli alimenti, come natura, composizione, provenienza, metodo di produzione, inducano in errore il consumatore), il codice del consumo (che vieta all’operatore economico di porre in essere pratiche ingannevoli, ivi compresa la pubblicità contenente informazioni non veritiere e fraudolente). Sulla base di molte segnalazioni pervenute all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) e le decisioni prese dal Giurì (per esempio, nelle pronunce n. 12/2020, n. 45/2021, n. 13/2022), in tema di integratori alimentari, si potrebbe 463
ORIENTAMENTO
e PCTO
giungere a enucleare in sintesi le seguenti indicazioni necessarie nel caso in cui si volessero promuovere simili prodotti: a. è doveroso invitare i consumatori a leggere con attenzione le avvertenze relative al prodotto; b. è vietato fornire indicazioni scientifiche prive di fondamento o non approvate dalle autorità competenti nonché ingannevoli o fuorvianti circa le proprietà del prodotto; c. in particolare, non è consentito citare la procedura di notifica al Ministero della Salute per non indurre i consumatori a credere che tale autorità abbia testato o controllato il prodotto; d. non è poi permesso che si alluda al fatto che il carattere naturale di sostanze eventualmente presenti sia di per sé sufficiente a garantire la sicurezza del prodotto; e. non è possibile per gli integratori coadiuvanti di diete ipocaloriche, indicare tempi e quantità di peso che un consumatore può perdere, assumendo il prodotto, senza nel contempo invitare quest’ultimo a seguire uno stile di vita sano (ossia dieta ipocalorica e movimento fisico); f.
è proibito indurre il consumatore a credere che il prodotto abbia effetti simili a quelli di un farmaco, prevenendo o curando delle patologie;
g. non è consentito suggerire al pubblico che, in caso di mancata assunzione del prodotto, la salute verrebbe compromessa; h. non è possibile incentivare l’abuso dei prodotti. Anche l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM) italiana ha contribuito a enucleare le avvertenze sopra riportate, avendo il potere di intervenire nei casi di pubblicità ingannevole. Tale ente, qualora ricevesse segnalazioni o rilevasse casi di pubblicità ingannevole, potrebbe avviare un’indagine per accertare la violazione delle norme in materia di concorrenza e di conseguenza adottare diverse misure correttive (sanzioni pecuniarie, divieti temporanei e definitivi di pubblicità, ordini correttivi, informazioni al pubblico). A tale proposito si possono ricordare le decisioni AGCM PS11051 del 13/09/2018 e PS11573 del 27/05/2020. RIFLETTI SUL LAVORO SVOLTO ANALIZZA LE TUE COMPETENZE
Alla luce delle indicazioni fornite dalle autorità garanti sopra riportate e alle tue conoscenze derivanti dallo studio dell’Unità 6 del libro di testo, verifica l’efficacia della soluzione del caso di studio da te prospettata, autovalutando le competenze disciplinari e trasversali che hai messo in atto e/o che avresti dovuto mettere in atto. Competenze disciplinari
☛ Quali sono e che cosa dispongono le norme del codice civile in materia di impresa e azienda? ☛ Quali sono e che cosa dispongono le norme del codice civile e del codice del consumo in materia di concorrenza? 464
UNITÀ 6 | IMPRESA E AZIENDA
☛ Quali sono e che cosa dispongono le norme del codice civile, del codice del consumo e le pronunce del Gran Giurì della Pubblicità e dell’AGCM in materia di pubblicità ingannevole? ☛ Quali sono e che cosa dispongono le pronunce del Gran Giurì della Pubblicità e dell’AGCM in materia di pubblicità ingannevole degli integratori alimentari? Competenze trasversali
☛ L’imprenditore in un caso di pubblicità ingannevole relativo alla propria azienda deve essere in grado di comunicare in modo chiaro e convincente con i vari stakeholders (clienti, dipendenti, fornitori, autorità di regolamentazione), sapendo illustrare le azioni correttive intraprese e ripristinare la fiducia dell’impresa nel mercato. ☛ L’imprenditore deve sempre dimostrare ottime capacità di leadership e, soprattutto nella gestione di una crisi aziendale, deve sapersi assumere responsabilità, prendere decisioni difficili e ispirare fiducia negli altri. ☛ La gestione di un caso di pubblicità ingannevole richiede per l’imprenditore competenze di gestione delle crisi e pertanto egli deve, con ponderazione e rapidità, trovare soluzioni e strategie, identificando cause ed effetti. ☛ L’imprenditore, nel riconoscere le pratiche di pubblicità ingannevole e predisporre dei rimedi, deve dimostrare un forte senso di etica e responsabilità verso i propri clienti e il pubblico in generale. ☛ Nel gestire una crisi come un’ipotesi di pubblicità ingannevole, l’imprenditore deve dimostrarsi flessibile, modificando le proprie strategie e adottando nuovi approcci se necessario. ☛ Quando un imprenditore rimedia a una pratica di pubblicità ingannevole, deve riparare al danno causato, promuovendo un comportamento etico e sostenibile verso tutti gli stakeholders aziendali (dipendenti, clienti, fornitori, associazioni di consumatori, autorità di regolamentazione) nel presente e nel futuro.
AUTOVALUTAZIONE
Nella soluzione dei casi, quale livello di competenza ritieni di aver dimostrato? NON RAGGIUNTO
Livello BASE
Livello AVANZATO
Competenze DISCIPLINARI Competenze TRASVERSALI
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5° anno
Gustavo Zagrebelsky Giacomo Oberto • Giacomo Stalla Cristina Trucco • Francesco Pallante
Diritto SVI LU PPO I L LE SS ICO D I SCI PLI NAR E
Laboratori per il linguaggio e la comunicazione STU D IO CON M ETODO
Videolezioni e kit digitale per ogni unità CAS I PRATICI G U I DATI
Per sviluppare competenze disciplinari e trasversali E D UCAZ ION E CIVICA
Attualità, sostenibilità e partecipazione, con spunti interdisciplinari PE RCOR S I PE R L’E SAM E D I STATO E L’OR I E NTAM E NTO
PERCORSO
pluridisciplinare
1
Il popolo sovrano
Prerequisiti: Unità 1, capitoli 1, 2, 3
DIRITTO
Da sudditi, a cittadini, a popolo sovrano Il concetto di cittadinanza è diventato centrale durante la Rivoluzione francese del 1789, che portò alla sostituzione dello status di suddito con quello di cittadino (citoyen); i cittadini componevano la Nazione ed erano titolari della sovranità. Nasce così il concetto di sovranità nazionale che considera, però, sovrana la Nazione e non i cittadini. Nel Novecento, le lotte operaie e contadine portano al riconoscimento del diritto di voto a tutti i cittadini, indipendentemente dal censo, dal sesso e dall’istruzione. Con il suffragio universale la sovranità nazionale viene sostituita dalla sovranità popolare. Quando si parla di sovranità popolare, però, bisogna fare una distinzione importante tra la titolarità del potere e il suo esercizio, perché anche il popolo incontra i limiti posti dalla cornice costituzionale.
▪ Con il concetto di sovranità nazionale si giustificava la limitazione del diritto di voto solo ad alcune categorie di cittadini perché, si diceva, non tutti sono capaci di comprendere qual è l’interesse nazionale. Esponi le giustificazioni che venivano addotte, per esempio, per limitare il diritto di voto rispetto alla ricchezza o al sesso. ▪ Che cosa afferma la Costituzione in merito alla sovranità? Viene evidenziata la distinzione tra titolarità ed esercizio? ▪ Quali sono i limiti posti alla sovranità popolare? Come si giustificano questi limiti?
STORIA
L’Unità d’Italia L’Unità d’Italia, avvenuta nel 1861, ha comportato la scomparsa di alcuni Stati e la nascita di un nuovo Stato, il Regno d’Italia. Tale unificazione è avvenuta perché gli Stati erano diversi, ma c’era un’unica Nazione, ossia un legame tra le popolazioni dei diversi Stati basato sulla comune lingua, sulla stessa religione e sulle stesse tradizioni culturali.
▪ Che cos’è la Nazione? In che cosa si differenzia dallo Stato?
▪ Quali tappe storiche hanno portato all’Unità d’Italia? ▪ Quali tappe hanno portato al raggiungimento del suffragio universale maschile e femminile?
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PERCORSI PLURIDISCIPLINARI PER IL COLLOQUIO DELL’ESAME DI STATO
ITALIANO
Il “vate” Carducci Dopo la conclusione del processo di unificazione politica italiana, Carducci si impegnò con determinazione, superando precedenti posizioni, nella «missione» di contribuire a creare nel Paese quella concordia nazionale, che appariva necessaria a rafforzare la fragile unità politica appena raggiunta: per realizzare tale obiettivo, secondo lui, era necessario che il popolo italiano imparasse a riconoscersi e ad andare fiero della propria identità nazionale: alcuni tratti distintivi e alcuni valori condivisi, derivanti dalla propria storia e dalla propria cultura. L’attività didattica, politica, saggistica e soprattutto poetica del «vate» nell’ultimo ventennio dell’Ottocento fu tutta orientata alla individuazione e celebrazione di alcuni «miti identitari», nel quadro di un progetto educativo globale della Nazione, fondato sugli studi classici. https://journals.openedition.org/transalpina/3018?lang=it
▪ Che cosa significa “vate”? A quale altro scrittore è stato attribuito questo appellativo?
▪ Nella seconda parte della sua produzione letteraria, Carducci si impegna per portare a termine l’unificazione culturale italiana, facendo proprio il motto di Massimo D’Azeglio secondo cui, fatta l’Italia unita bisognava «fare gli italiani», ossia trasformare popoli diversi in una Nazione che fosse culturalmente unitaria. In quali opere appare più evidente questo impegno?
INGLESE
The English Suffragettes The suffragette movement, spearheaded by women advocating for the right to vote, emerged in the United Kingdom at the tail end of the 19th century before expanding internationally. In 1903, Emmeline Pankhurst, a prominent suffragette, established the Women’s Social and Political Union, targeting the achievement of full voting rights for women. United under this banner, these women propelled the voting rights issue into the spotlight through highly visible and occasionally violent demonstrations, facing harsh repercussions including public derision and imprisonment. A tragic event unfolded in 1913 when, to jolt public consciousness, a suffragette committed suicide by throwing herself under the carriage of King George V. The goal of women’s suffrage was finally achieved with the law of July 2, 1928, granting the vote to all English women.
▪ What were Emmeline Pankhurst’s battles? ▪ Write a ten-line text in English highlighting the difficulties women have faced throughout history to assert their right to participate in political decisions. Then compare it with the Italian history, emphasizing how the right to vote for women was recognized much later and within a specific historical context.
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PERCORSO
pluridisciplinare
2
L’organizzazione del potere politico
Prerequisiti: Unità 1, capitoli 1 e 4; Unità 2, capitoli 1, 2, 4
DIRITTO
La forma di governo Il potere politico può essere esercitato non in funzione dell’interesse collettivo, ma a favore di una ristretta oligarchia. Per evitare questa degenerazione, sempre incombente conta l’organizzazione del potere politico, che deve essere strutturata in modo che nessuno dei governanti possa esercitare un potere assoluto. Nello stesso tempo, tuttavia, in un mondo nel quale i cambiamenti economici e geopolitici sono repentini e radicali, occorre che chi esercita il potere politico possa prendere decisioni tempestive. Queste opposte esigenze fanno sì che le scelte in materia di organizzazione del potere politico subiscano oscillazioni. Queste oscillazioni, in particolare, riguardano i rapporti tra Governo e Parlamento, che definiscono la forma di governo di uno Stato, che può essere di due tipi fondamentali: presidenziale e parlamentare.
▪ Che cosa differenzia queste due forme di governo? ▪ Qual è la forma di governo scelta dalla nostra Costituzione? ▪ In quale parte della Costituzione è situata questa scelta? Questa parte può essere oggetto di revisione costituzionale?
▪ Qual è la procedura per cambiare la Costituzione? ▪ Secondo te, potrebbe essere utile una riforma costituzionale della forma di governo italiana? Motiva la tua risposta valutando attentamente l’attuale periodo storico.
INGLESE
The British Constitutional Monarchy Both parliamentary and presidential forms of government trace their origins back to the constitutional monarchy established in England at the end of the 17th century. In this political power structure, the King held executive power (with ministers as his trusted officials) and provided political direction. The 18th century saw the rise of parliamentary confidence in governance, a measure designed to limit the Monarch to a ceremonial head of state, thereby preventing government headship. Consequently, the government would seek a proactive consensus from Parliament via confidence votes. The presidential form of government also originates from the same roots, albeit through a twist of fate. The English settlers, inspired by constitutional monarchy and aspiring for autonomy from the British Crown, conceived an elected role to supplant the Monarch. Thus, was born the presidential system, where, paralleling the constitutional monarchy, the Head of State (the President) doubles as government head, accountable to Parliament primarily for legal infractions. Parliament’s electorate-derived legitimacy mirrors that of the President. This bilateral legitimacy thwarts any presidential impulse to dissolve Parliament prematurely and negates the requirement of a parliamentary vote of confidence.
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PERCORSI PLURIDISCIPLINARI PER IL COLLOQUIO DELL’ESAME DI STATO
▪ Like Italy, the United Kingdom has a parliamentary form of government but features unique elements that make it a model in its own right (the so-called Westminster model). What are the core traits of this model? Would it translate effectively to Italy? ▪ With a presidential system, where both President and Parliament claim democratic legitimacy, could an impasse arise between these bodies? Would such a model suit Italy?
STORIA
Lo Statuto albertino Lo Statuto albertino prevedeva un Parlamento bicamerale, sul modello della monarchia costituzionale inglese: una Camera dei deputati, i cui membri erano eletti a suffragio ristretto (che rappresentava gli interessi della borghesia), e un Senato di nomina regia (che rappresentava gli interessi della nobiltà). Col tempo, il potere effettivo di nomina dei nuovi senatori passò al Governo, mentre il Re si limitava alla ratifica. In questo modo, i Presidenti del Consiglio potevano cambiare a loro favore la composizione del Senato, introducendo nuovi componenti tramite le c.d. infornate (il Senato non aveva un numero massimo di componenti). In seguito a queste “infornate” e all’introduzione del voto di fiducia (avvenuta con Cavour), il potere del Re risultò notevolmente limitato. Durante il periodo fascista, con le “infornate” il Governo si assicurò il controllo sul Senato; la Camera dei deputati fu trasformata nella Camera dei Fasci e delle Corporazioni.
▪ Quando è stato emanato lo Statuto albertino? In quale contesto storico? ▪ Fino a quando è rimasto in vigore lo Statuto albertino? ▪ Durante il fascismo l’organizzazione del potere politico si sbilanciò: chi deteneva il potere politico? In che modo è avvenuto questo spostamento del potere politico? In questo modo quale delle opposte esigenze che deve contemperare la forma di governo è stata sacrificata?
ITALIANO
Manzoni e l’esercizio del potere politico Manzoni critica severamente nei Promessi sposi l’esercizio arbitrario del potere politico.
▪ In quali parti del romanzo è maggiormente visibile questa critica? ▪ Secondo Manzoni, come possono gli Stati sfuggire a questa sorte? Quale ruolo svolge la responsabilità individuale in questa crescita civile?
ECONOMIA
Potere politico, potere economico e intelligenza artificiale Oltre al potere politico c’è un altro importante potere: quello economico. Il potere politico dovrebbe “governare” il potere economico per evitare abusi, ma se quest’ultimo è molto forte, la politica non riesce a tenerlo sotto controllo. Il potere economico, oggi, tende a spostarsi nelle mani delle poche persone che controllano le nuove tecnologie. Tra queste, sempre più importanti sono quelle legate all’intelligenza artificiale (AI).
▪ Che cos’è l’AI? ▪ Ritieni che la concentrazione di potere nelle mani di pochissime imprese che sviluppano l’AI possa comportare qualche rischio sul piano della libertà politica?
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SCHEDA 1
EDUCAZIONE
civica
L’affermazione e la tutela dei diritti
COMPETENZE TRASVERSALI – Lavorare sia in modalità collaborativa sia in maniera autonoma. – Organizzare il proprio apprendimento e saperlo valutare e condividere.
Tempo: 2 ore per il lavoro individuale; 1 ora per il lavoro cooperativo.
Il nostro è il tempo dei diritti, spesso più proclamati che rispettati. I diritti sono sulla bocca di tutti, a incominciare dai politici che dicono di agire per affermare i diritti, per finire con i singoli che in ogni momento della loro vita reclamano diritti. Tuttavia, occorre sapere che essi non hanno più di 250 anni e che nella lunga storia precedente dominavano i doveri. La storia dei diritti s’intreccia con quella della libertà. Questa storia ha attraversato diverse fasi. La prima fase è quella della libertà e dei diritti negativi: “negativi” nel senso che gli uomini devono essere “lasciati in pace” nella ricerca del proprio personale benessere. Due documenti storici hanno aperto la strada: ▪ la Dichiarazione d’indipendenza americana del 1776, che inizia con le celebri parole: «Consideriamo verità evidenti che tutti gli uomini sono stati dotati dal loro Creatore di alcuni diritti inalienabili; che, fra questi diritti, vi sono la vita, la libertà e il perseguimento della felicità»; ▪ la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789, il primo documento della Rivoluzione francese, che fa eco a quelle parole: è un dato di fatto che «gli uomini nascono e restano liberi e uguali nei loro diritti». Il valore rivoluzionario di queste espressioni si comprende perché esse si rivolgevano contro la società del loro tempo, nella quale gli individui erano inquadrati in categorie rigide: i contadini, il popolo comune, la nobiltà, il clero. Il contenuto di questa “prima generazione” di diritti è bene sintetizzato nella Dichiarazione del 1789 che la collega alla proprietà, alla sicurezza e alla resistenza all’oppressione. Dunque: “no” alle invasioni nella sfera privata. La seconda fase è quella della libertà e dei diritti positivi, perché consiste nella partecipazione alla vita politica, in definitiva alla democrazia. È il momento della conquista del diritto di voto da parte delle masse popolari che, all’inizio, ne erano escluse. Nell’Ottocento votava per l’elezione dei propri rappresentanti in Parlamento una quota limitatissima di cittadini, meno del 2%. Progressivamente il diritto al voto si allargò e, nel 1912, in Italia, fu riconosciuto a tutta la popolazione maschile. Le donne italiane, malgrado le lotte dei movimenti per l’emancipazione femminile (le cosiddette “suffragette”), riuscirono a ottenerlo solo nel 1946. La conquista della libertà politica e del diritto di voto si estese ad altre forme di partecipazione, come i partiti e i sindacati. Dunque: libertà come un “sì” alla cittadinanza attiva. La terza fase è quella delle libertà e dei diritti sociali. Dagli ultimi anni dell’Ottocento e per tutto il Novecento, le masse popolari, una volta raggiunto l’obiettivo di entrare nelle istituzioni statali, fecero esplodere la cosiddetta “questione sociale”, che covava ormai da tempo. I processi di industrializzazione avevano, infatti, determinato condizioni di sfruttamento pesantissimo (lavoro minorile e femminile, lunghi orari, ferie non previste, salari di mera sopravvivenza,
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LA COSTITUZIONE ITALIANA: I DIRITTI, I DOVERI E LA LEGALITÀ
licenziamenti a discrezione del datore di lavoro, trasferimenti di popolazioni nelle grandi città industriali in condizioni di miseria ecc.). I diritti del lavoro nascono in questo periodo come rivendicazioni da parte della classe operaia. La lunga fase di queste lotte si prolunga per tutto il XX secolo. Dunque, un “sì” alla liberazione dallo sfruttamento. La quarta fase riguarda le rivendicazioni di benessere della popolazione in generale. È il cosiddetto welfare State, o Stato di benessere. Sorgono nuove pretese che si traducono in nuovi diritti: il diritto all’abitazione (edilizia pubblica), alla tutela nei casi di disoccupazione (indennità, reddito di cittadinanza, cassa integrazione ecc.), all’assistenza e alla previdenza (pensioni), all’ambiente salubre (politiche ambientali), alla sanità per tutti (Servizio Sanitario Nazionale, SSN), all’istruzione (scuola per tutti), al riconoscimento della libertà sessuale (politiche “di genere”, unioni omosessuali ecc.), fino a giungere alla liberazione dalla guerra e al “diritto alla pace”. Dunque: un “sì” alla libertà dalle cause maggiori di miseria, povertà e insicurezza. Queste, approssimativamente, sono le “generazioni” delle libertà e dei diritti relativi. Le si è distinte per fasi, ma non si deve credere che la successione sia una sostituzione. Si tratta di un grande movimento di emancipazione i cui fattori si mescolano, si sostengono reciprocamente e finiscono per alimentare la richiesta di sempre nuovi diritti, una volta che i precedenti siano stati in qualche misura conquistati. Con una avvertenza generale: la libertà non è assicurata per sempre. I diritti, tutti, sono conquiste che si devono ri-conquistare continuamente perché le minacce sono tante e insidiose e gli ostacoli numerosi. Soprattutto molti diritti della “quarta generazione” hanno, come loro caratteristica, il fatto di costare tanto: richiedono importanti investimenti da parte dello Stato, investimenti che nei periodi di ristrettezze economiche devono essere ridotti. Il “taglio delle spese” riguarda principalmente la scuola, la salute, la previdenza sociale, ed è questione tipica del nostro tempo. Non si tratta dunque di una gloriosa e irreversibile marcia dell’umanità ma, al contrario, di un faticoso e incerto processo di emancipazione delle sue componenti più deboli. COMPRENSIONE DEL TESTO 1. 2.
3. 4. 5. 6.
Che cosa caratterizza i diritti di “prima generazione”? Nella Costituzione americana si afferma il diritto alla felicità. E in quella italiana? Secondo te in che cosa può consistere la felicità per un popolo? In quale occasione le donne italiane poterono esercitare per la prima volta il diritto di voto? Che cos’è la “questione sociale”? Che cosa differenzia i diritti di “quarta generazione” da tutti gli altri? Perché nel testo si dice che la libertà non è assicurata per sempre?
APPROFONDIMENTO E RIFLESSIONE 1. 2.
3.
filmografia Dopo aver approfondito la nascita e il ruolo delle suffragette, guarda il film “Suffragette”, di Sarah Gavron, con H. Bonham Carter e C. Mulligan (GB 2015, 106 min., storico). Poi consulta i siti di mymovies o comingsoon per leggere una recensione sul film e commentala sulla base delle tue opinioni.
Quali sono i diritti di cui godi? Mentre negli anni Settanta del secolo scorso i diritti dei lavoratori hanno ottenuto importanti tutele, il precariato delle giovani generazioni è una piaga del nostro tempo. Contratti a tempo determinato, part-time, stage, partite Iva sono sovente sinonimi di sfruttamento e fanno sì che i giovani non godano di tutela. Tra i tanti fenomeni di questo tipo, quello dei rider è il più recente ed è al centro di un dibattito politico e sindacale. Consulta il sito www.osservatoriodiritti.it e fai una scheda sui rider e sulle loro condizioni di lavoro. Ritieni che si possa pensare a una categoria di diritti di “quinta generazione”? Se sì, quali inseriresti?
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EDUCAZIONE
civica LAVORO DI GRUPPO CON DIBATTITO 1.
2.
3. 4.
Dividetevi in 4 gruppi. All’interno di ogni gruppo considerate una delle 4 generazioni di diritti citate nel testo e le loro caratteristiche. Consultate poi la Costituzione italiana e identificate quali articoli in essa contenuti si riferiscono alla categoria scelta (per esempio: l’art. 32, che proclama il diritto alla salute, fa parte della quarta generazione). Ciascun gruppo realizzi una presentazione in PowerPoint per illustrare alla classe gli articoli della Costituzione interessati dalla ricerca. La presentazione deve contenere al massimo 10 slide ed esaminare tutti gli aspetti fondamentali che avete approfondito nella vostra ricerca. Un relatore per ogni gruppo avrà il compito di esporre quanto ricercato al resto della classe. Ogni esposizione dovrà durare al massimo 10 minuti. DIBATTITO Infine, con l’aiuto del docente, riflettete insieme su quale lungo cammino ancora ci aspetta affinché tutti i diritti sanciti dalla nostra Costituzione siano concretamente ed effettivamente attuati.
SPUNTI PLURIDISCIPLINARI > STORIA > INGLESE I have a dream
I
l 28 agosto 1963 Martin Luther King, celebre leader delle battaglie per i diritti civili dei neri negli Stati Uniti, fece il famoso discorso I have a dream al termine di una grandissima marcia di protesta a Washington. «(…) I have a dream that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: “We hold these truths to be selfevident, that all men are created equal”. I have a dream that one day on the red hills of Georgia, the sons of former slaves and the sons of former slave owners will be able to sit down together at the table of brotherhood. I have a dream that one day even the state of Mississippi, a state sweltering with the heat of injustice, sweltering with the heat of oppression, will be transformed into an oasis of freedom and justice. I have a dream that my four little children will one day live in a nation where they will not be judged by the color of their skin but by the content of their character. I have a dream that one day, down in Alabama, with its vicious racists, with its governor having his lips dripping with the words of “interposition” and “nullification” — one day right there in Alabama little black boys and black girls will be able to join hands with little white boys and white girls as sisters and brothers. (…) Let freedom ring from every hill and molehill of Mississippi. From every mountainside, let freedom ring. And when this happens, and when we allow freedom ring, when we let it ring from every village and every hamlet, from every state and every city, we will be able to speed up that day when all of God’s children, black men and white men, Jews and Gentiles, Protestants and Catholics, will be able to join hands and sing in the words of the old Negro spiritual: Free at last! Free at last! Thank God Almighty, we are free at last!»
1. Chi è Martin Luther King? 2. Quando ha fatto il suo famoso discorso I have a dream, e perché? Qual era il suo sogno?
3. Perché ha ricevuto il Premio Nobel per la pace?
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