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CERAUNOFOBIA SCOTOFOBIA
Come attesta Svetonio, Augusto (63 a.C.-14 d.C.), il primo imperatore romano, non riusciva a rimanere sereno in caso di fulmini (keraunós pesante oscurità ( tanto che quando c’era maltempo cercava immediatamente un rifugio sicuro (se possibile fornito di candele). Un’ansia simile assillò l’imperatore Caligola (12-41).
La paura della “piazza” (agorà), ovvero degli spazi aperti, peggio se affollati, ha mietuto nel tempo diverse vittime tra cui Alessandro Manzoni (17851873), che raccontò di un attacco di panico vissuto in Place de la Concorde a Parigi, e il pittore norvegese Edvard Munch (1863-1944), che la sublimò in parte nelle sue opere (tra cui L’urlo).
Davvero il naso sembra più grande durante la gravidanza?
In effetti sì, e i “colpevoli” sono, come per molti altri poco graditi disturbi in quei 9 mesi, gli elevati livelli di ormoni in circolo, e in particolare l’aumento degli estrogeni, che provoca un rilassamento dei vasi sanguigni in ogni tessuto del corpo. Se da una parte questo facilita l’afflusso del sangue nell’utero, dove è funzionale alla crescita del feto, lo favorisce anche in punti dove se ne farebbe a meno, come il naso, che può apparire più gonfio in gravidanza. Infiammazioni. Oltre ad apparire più grande, il naso delle gestanti può più facilmente sanguinare (epistassi: una condizione che interessa una donna in attesa su 5 e a cui contribuisce anche il progesterone, che può indebolire le mucose) o risultare infiammato, chiuso e gocciolante per la cosiddetta rinite gravidica, un’infiammazione non collegata a infezioni. La buona notizia è che dimensioni del naso e malanni connessi rientrano nella norma entro sei settimane dal parto e in genere non incidono su gusto e olfatto. E.I.
Esiste una molecola che fa ricrescere i capelli?
Sì. Si chiama SCUBE3 ed è una proteina prodotta dalle cellule della papilla dermica, una struttura che si trova alla base del bulbo pilifero. In momenti diversi del ciclo di vita dei capelli, queste cellule possono inviare segnali che mantengono i follicoli piliferi dormienti oppure li riattivano. Un team di ricercatori, coordinati da biologi cellulari dell’Università della California a Irvine, ha scoperto che SCUBE3 è una molecola di segnalazione che “dice” alle cellule staminali dei follicoli piliferi di iniziare a dividersi, innescando la nascita di nuovi capelli (nella foto) Nuovo input. In sostanza, si tratta di un “messaggero” che dà impulso alla crescita. Come spiegano gli autori dello studio, nelle persone con alopecia androgenetica (la calvizie comune), le cellule della papilla dermica non funzionano correttamente, riducendo notevolmente la produzione di molecole attivanti. I loro test suggeriscono che la somministrazione di SCUBE3 sia in grado di avviare la crescita dei capelli, per cui i ricercatori pensano che potrebbe derivarne un’efficace terapia per la calvizie. M.Z.