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I loro versi DIVERSI
è chi la fa con la bocca e chi con le ali, chi all’aria aperta e chi sott’acqua. Parliamo della musica: la natura, infatti, è un concerto costante. È facile capire perché: il suono è un metodo di comunicazione semplice, che si trasmette senza problemi anche di notte o dove la luce non arriva. Sono pochissimi i vertebrati che non usano una forma di comunicazione sonora e anche tra gli invertebrati la musica – sulla cui definizione torneremo – è spesso fondamentale.
QUEI “CLICK” IN PROFONDITÀ
Suoni e canti, che comunemente indichiamo come versi, sono onnipresenti negli animali, dai grilli ai delfini. Anche se strumenti e stili possono essere diversissimi. Cominciamo da noi mammiferi: nella nostra classe (tassonomica) lo strumento principale per produrre suoni è più o meno sempre lo stesso. Ed è uno strumento a fiato, come ci spiega Andrea Ravignani, del Centro di musica/ cervello dell’Università di Aarhus (Danimarca), direttore del gruppo di ricerca Bioacustica Comparativa all’Istituto Max Planck di Nimega (Paesi Bassi). «Noi e quasi tutti gli altri mammiferi produciamo suoni con un sistema semplice. Ha bisogno di tre componenti. Innanzitutto un mantice, qualcosa che faccia muovere l’aria, quindi i polmoni. Poi le corde vocali, strutture specializzate presenti nella laringe, che possono cambiare posizione e tensione così da trasformare in suono l’aria che passa loro attraverso. Infine c’è la terza componente, il tratto vocale superiore: la lingua, le labbra e le strutture che permettono il controllo fine del suono creato dalle corde vocali. Che a noi umani fanno produrre vocali e consonanti».
Ma ci sono differenze, naturalmente. Su Science uno studio guidato da Peter Madsen dell’Università di Aarhus e un commento firmato da Ravignani hanno appena spiegato come gli odontoceti – delfini, focene, capodogli, orche – abbiano imparato a usare il naso per produrre vocalizzi, anche se in profondità i loro polmoni collassano, l’aria è “schiacciata” e non sembrerebbe possibile avere un flusso sufficiente a produrre quei suoni. «Non è facile studiare gli odontoceti, che vivono sott’acqua e spesso sono enormi. Il modo migliore è registrare con idrofoni i loro richiami, ma non è facile capire come emettano certi suoni. I nuovi studi hanno usato tecniche prese dall’otorinolaringoiatria; il risultato è che siamo riusciti a studiare il loro sistema fonatorio e a capire come emettono certi suoni», continua Ravignani. Si è visto che questi cetacei hanno tre diversi registri vocali, analoghi ai nostri: la voce di petto (la voce parlata, per noi), il falsetto (i suoni più acuti) e il “vocal fry” (il registro laringeo, il più basso). Confermando che sono prodotti non nella laringe, come per gli altri mammiferi, ma nel naso: l’aria viene fatta passare attraverso quelle che si chiamano labbra foniche, che vibrano (v. immagine alle pagg. successive). Anche in profondità, basta l’aria rimasta nel passaggio nasale. Si è visto che «gli odontoceti usano il vocal fry per l’ecolocazione: produce “click” molto veloci che permettono loro di trovare le prede anche a profondità estreme». Gli altri registri sono usati per comunicare.
Tromboni E Violini
I cantori della natura per eccellenza – gli uccelli – hanno invece sviluppato un organo chiamato siringe (v. illustrazione nella pag. accanto) che
CANTANTI
Molti uccelli producono non solo semplici richiami, ma anche canzoni con struttura complessa. Il canto (qui, un cannareccione in un canneto) ha due funzioni principali: difendere il proprio territorio e farsi notare da potenziali partner.
Il Segreto Dei Virtuosi
Gli uccelli non producono suoni a livello della laringe (come rettili, anfibi, mammiferi), ma alla biforcazione della trachea nei bronchi. Qui si trova la siringe (disegno a destra), organo costituito da una serie di anelli di cartilagine e pieghe, le membrane timpaniformi. Il suono è prodotto dalla vibrazione delle membrane e di una struttura tra i bronchi (pessulus muscoli cambiano tensione delle membrane e apertura dei bronchi, modulando il suono. In alcuni uccelli la siringe è più sviluppata. Ed essendo biforcata, le due parti possono produrre suoni diversi allo stesso tempo.
Muscoli
Membrane
Trachea
Anelli cartilaginei
Pessulus
Bronchi
Serenata
Un grillo, a Singapore. I grilli maschi sollevano e muovono le ali anteriori, su cui ci sono due strutture che sfregano una sull’altra.