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TROVATO ATI I MIEI
Tra foto sbiadite, simpatici aneddoti e vecchi cimeli conservati in soffitta, ognuno di noi ha una storia familiare da raccontare. Basta andare indietro di qualche generazione, però, e le cose si complicano: in pochi sanno chi erano i propri trisavoli, dove vivevano o che professione svolgessero. “Scalare” la propria genealogia è oggi una moda molto diffusa, tanto che sono sorti come funghi siti (spesso a pagamento) che ci offrono di condurre ricerche simili per nostro conto. Ma è possibile provarci da soli? Per rispondere a questa domanda ho tentato di ricostruire il mio albero genealogico.
Patrimonio Familiare
Da una rapida ricerca sul Web, ho notato che esistono numerose fonti attendibili, online e cartacee, che potevano aiutarmi nell’impresa, ma se mi fossi subito addentrato negli archivi senza una “bussola” adeguata rischiavo di finire in un batter d’occhio in un vicolo cieco. Per questo, prima di “innaffiare” il mio albero, ho deciso di partire dai ricordi di famiglia, cercando di acquisire più informazioni possibili sulla sua storia. Nel corso delle mie visite a genitori, zii e prozii, oltre
ARALDICA a raccogliere aneddoti familiari, ho appuntato meticolosamente date di nascita e di morte di ascendenti prossimi, in modo da incamerare dati preziosi per iniziare la ricerca. È stata un’operazione essenziale, grazie alla quale ho compilato uno schema “dal basso” partendo da zii e cugini, acquisendo poi informazioni basilari sui nonni, per esempio dove e quando erano nati o in che città avevano vissuto. Ho dunque deciso di partire dalla data e dal luogo di nascita di Goffredo, il mio nonno paterno: 21 settembre 1910, Trapani. Queste due informazioni erano più che sufficienti per effettuare il primo salto all’indietro nel tempo. Il punto di partenza obbligato è stato l’archivio dello stato civile, che consiste nei “cataloghi” pubblici in cui vengono annotate le principali posizioni giuridiche di una persona all’interno dello Stato, tra cui nascite, matrimoni e morti.
Albero genealogico del 1754 di una famiglia milanese. Fare ricerche sui propri antenati è una moda antica.
Il Portale Degli Antenati
In Italia, i registri dello stato civile furono introdotti già in epoca napoleonica, nei primi due decenni dell’Ottocento, con date che cambiano a seconda della regione di riferimento (in Sicilia, a partire dal 1820) e sono tenuti dai comuni o dagli archivi di stato provinciali, che detengono in genere quelli più antichi.
Molti comuni hanno digitalizzato tali registri e il ministero della Cultura ha reso possibile la loro consultazione online gratuitamente sul Portale “Antenati” (antenati.cultura.gov.it). Lì, ho potuto trovare alcune “dritte” preziose su come condurre la mia ricerca e su come interpretare il linguaggio burocratico dei funzionari del passato, scoprendo soprattutto che i registri di nascita di Trapani dell’anno 1910 erano stati digitalizzati. Oltre al nome dei nuovi nati, ordinati da gennaio a dicembre,
Quanto Sono Precisi I Test
Da qualche anno si sono diffusi numerosi siti che permettono di “analizzare” il Dna, offrendo di scoprire le nostre origini etniche con il semplice invio di un campione salivare. Tali test, diventati oggetto di un lucroso business, sono diffusi in tutto il mondo e si basano sul sequenziamento del Dna umano oggi possibile in maniera veloce ed economica. Nella maggior parte dei casi, però, il sequenziamento proposto dalle analisi in questione non riesce a “leggere” l’intero genoma dei richiedenti (i costi del sequenziamento completo del genoma sono molto più alti di quelli richiesti), ma solo una sua minuscola parte, ovvero i cosiddetti “marcatori”, cioè sequenze di Dna essi contengono notizie sul nome dei genitori, la loro età e la professione. Tutti dati essenziali per ulteriori balzi nel passato. Sfogliando il registro ho quindi scoperto che il nome di mio nonno non era presente il 21 settembre (giorno in cui è venuto al mondo), ma il 25 dello stesso mese, dato che la sua nascita era stata registrata dal padre qualche giorno dopo. Quel giorno, l’ufficiale statale aveva così appuntato: “Nell’anno 1910 addì 25 settembre alle ore 12, nella Casa Comunale […] è comparso il Cav. Luigi Manzo, di anni trentanove, Notaro domiciliato in Trapani in via [...] il quale ha dichiarato che alle ore [...] del 21 del corrente mese, nella casa posta in via [...] da Zichichi Concetta sua moglie seco lui convivente, è nato un bambino dal sesso maschile che egli mi presenta a cui dà il nome di Goffredo”.
Google Ante Litteram
Dall’età del mio bisnonno, contenuta nella registrazione di nascita del figlio, sono risalito al suo anno di nascita (1871) e spulciando i registri di quell’anno sono riuscito in maniera relativamente semplice a ricostruire un’altra generazione fino ai miei trisavoli, nati nel 1838 e nel 1850 e morti nei primi del Novecento. Negli archivi di stato sono tuttavia riuscito a trovare solo i certificati di morte dei genitori del mio trisavolo. Prima di allora, infatti, lo stato civile non esisteva. A questo punto, bisogna continuare con un “motore di ricerca” diverso. Quale? Gli archivi ecclesiastici, con cui da secoli la Chiesa Cattolica annota i dati dei suoi fedeli. Nel dettaglio, i registri parrocchiali e gli archivi diocesani, nei quali sono registrati in ordine cronologico battesimi, matrimoni, morti con relative informazioni sui parrocchiani. Accedere a questi documenti non è stato semplicissimo: in molti casi bisogna insistere, blandendo chi li custodisce e dimostrando serie intenzioni di studio. Io sono stato fortunato, ricevendo tra l’altro un provvidenziale aiuto da parte dell’archivista. L’ordine alfabetico, nei registri più antichi, è per esempio riferito al nome e non al cognome e il linguaggio con cui furono redatti è il latino.
Una “guida” che li sappia interpretare è utilissima. In tale contesto, ho scoperto che esistono elenchi decisamente curiosi da cui attingere altre informazioni sui nostri antenati, come i cosiddetti Status Animarum o “Censimenti di anime”, registri in cui, dal 1614 in poi, venivano elencati tutti i parrocchiani, ogni anno, per motivi religiosi e fiscali. Grazie a questi, se si trova la pista giusta, possono saltar fuori dati completi su intere famiglie, visto che per ogni nucleo venivano elencati tutti i componenti, annotando età e mestiere. Il percorso è stato lungo, ma con un po’ di intuito e una buona dose di pazienza, incrociando i dati disponibili nei vari registri (soprattutto battesimi, morti e
DEL DNA?
corrispondenti a determinate caratteristiche fisiche. Approssimativi. Non bastasse, la successiva interpretazione dei dati lascia molto a desiderare, soprattutto quando si propone di scoprire da quale parte del mondo provenissero i nostri avi. Se le analisi del Dna rimangono altamente attendibili per stabilire i rapporti di parentela stretta (tanto da essere largamente usate dagli investigatori) la provenienza geografica dei nostri lontani antenati è una deduzione approssimativa. Al massimo, il test può mostrarci in che zone del globo si trovino persone con una minuscola porzione di Dna simile alla nostra, ma non prova in alcun modo il luogo esatto di provenienza. matrimoni), mi sono fermato all’inizio del Seicento, trovando i due antenati più remoti: Giuseppe e Prudentia, vissuti all’inizio di quel secolo (le loro date di nascita erano sconosciute). Ogni famiglia fa storia a sé, e ci sono casi in cui è molto difficile arrivare a ricostruzioni soddisfacenti del proprio albero genealogico, soprattutto se i propri antenati provenivano dall’estero, o se si vive in una grande città nella quale l’accesso agli archivi, specie quelli ecclesiastici, può rivelarsi arduo. Non bastasse, nel corso della storia eventi catastrofici, come guerre e incendi, possono aver distrutto parte della documentazione, creando “buchi” incolmabili.
“MINIERA” INASPETTATA
Per superare queste difficoltà esistono anche alcune risorse online. Una delle più utili è Family Search, un portale online nel quale confluiscono oltre 600 milioni di nomi di persone decedute in tutto il mondo. A raccoglierli in decenni di lavoro tuttora in corso sono stati i mormoni della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, che hanno fotografato una quantità incredibile di documenti (sia ecclesiastici sia dello stato civile), avvalendosi di volontari ai quattro angoli del globo, dalla Sicilia all’Australia. Il motivo di tale impresa è prettamente religioso: per i mormoni, infatti, se scopro un mio avo, posso farmi battezzare al suo posto e dargli la possibilità di andare in paradiso. Family Search consente una registrazione gratuita e una volta compreso il meccanismo di funzionamento dei vari motori di ricerca all’interno del sito (possiamo partire da nomi, ma anche direttamente dalla tipologia di documenti cercati) potremo scovare i cataloghi che ci interessano e sfogliarli comodamente online. Per testare l’efficacia del sito ho così cercato informazioni sulla parte materna della mia famiglia, emigrata negli Stati Uniti ai primi del Novecento. Il risultato? In pochi minuti ho trovato una serie di atti utili a ricomporre parte della sua storia, come l’elenco dei passeggeri della nave che portò i miei bisnonni a New York e il loro certificato di matrimonio, redatto a Saint Louis (Missouri) e datato 17 dicembre 1914. Niente male, per essere un primo tentativo. Perché non provare allora a esplorare un altro ramo dell’albero? La ricerca continua...
Archivi Digitalizzati
Un atto di nascita del 1848 (in alto) con evidenziati i dati più importanti. Si trova sul portale degli Antenati (antenati.cultura.gov) che raccoglie quasi 133 milioni di documenti consultabili online. Sopra un registro anagrafico statunitense dell’800. Sotto, l’atto di nascita di Napoleone Bonaparte, scritto in italiano.
Gli alunni della 5D, Scuola elementare Gonzaga di Milano
LA DOMANDA DEL LETTORE