Mensile: Austria, Belgio, Francia, Lussemburgo, Portogallo (cont.), Spagna € 7,00 / MC, Côte d’Azur € 7,10 / Canada CAD 12,00 / Germania € 10,00 / Svizzera Chf 8,90 – C.T. Chf 8,40 / USA $ 12,00. Poste Italiane / Spedizione in A.P. D.L. 353-03 art. 1, Comma 1 / Verona CMP
SCOPRIRE E CAPIRE IL MONDO
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22 OTTOBRE 2019 NOVEMBRE 2019 € 3,90 IN ITALIA
NON CAMMINANO, EPPURE HANNO COPERTO LA TERRA RENDENDOLA VIVIBILE. CI SONO RIUSCITE CON INVENZIONI E ACCORGIMENTI STRAORDINARI
LA SAPIENZA DELLE
PIANTE
(E LA NOSTRA INGRATITUDINE)
SPAZIO TRA I CACCIATORI DELLA MATERIA OSCURA
SIMULAZIONE HO PORTATO IN SALVO UN AEREO IN EMERGENZA
PSICOLOGIA LA SCIENZA CHE REGOLA I PRODOTTI SULLO SCAFFALE
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325 NOVEMBRE 2019
www.focus.it
Scoprire e capire il mondo PRISMA
12 Il caro estinto 14 Prisma sonoro 17 Il gioco dei perché 18 Spazio 24 La scuola in numeri 26 Cogli l’etimo 30 Quattro domande
20
Perché non resistiamo allo sguardo dei cagnolini
La fisica che fa rizzare i capelli
12
dossier Ambiente 32 ROMANZO VEGETALE
Da un inizio umile nelle acque degli stagni, l’armata delle piante iniziò il cammino sulla terraferma. Coprendola tutta.
36 L’OFFENSIVA UMANA
32
Così le piante conquistarono il mondo
L’uomo ha bisogno di territorio libero, per allevare, coltivare ed espandere le città. Da secoli, le foreste ne stanno facendo le spese. Fino a quando potremo sfruttarle? E che cosa si può fare per proteggerle?
43 A LEZIONE DI BIO
La natura e le sue regole dovrebbero essere materia scolastica. Per formare giovani consapevoli.
46 SE SMETTESSIMO DI DORMIRE
52 PILOTA PER CASO
comportamento
Forse non moriremmo, perlomeno non subito. Ma avremmo notevoli problemi.
avventura
Se qualcosa mettesse ko i piloti, un passeggero guidato da terra sarebbe in grado di far atterrare un aereo di linea?
60 DOCUMENTI D’IDENTITÀ mondo
Popoli e tradizioni remote nelle immagini del fotografo inglese Jimmy Nelson.
In copertina: Elaborazione di Daniele Gay; Xenon Collaboration/Lngs-Infn; Luca Rotondo; Shutterstock.
46
Ipertensione, diabete, tumori: senza dormire ci ammaleremmo gravemente Focus | 3
68 LA SCIENZA DELLA SPESA
76 SEGNALI DI FUMO
84 A CACCIA DI MATERIA OSCURA
90 FOCUS LIVE
comportamento
Abbiamo fatto “da cavia” nel supermercatolaboratorio dove si studia come distribuire meglio i prodotti sullo scaffale: obiettivo vendere.
salute
Tabacco riscaldato ed e-cig vogliono diventare un’alternativa alle sigarette e ridurre i danni alla salute. Ma come sono fatti?
iniziative
Torna a Milano la grande manifestazione di Focus, con decine di ospiti che ci spiegheranno come cambia il Pianeta.
esperimento
Siamo saliti a bordo di una nave carica di scienziati che si è fatta inglobare nell’Artico e si lascerà trasportare dal movimento della banchisa per un anno. Isolata da tutto e da tutti.
115 XYLELLA VISTA DA MOLTO VICINO
inchiesta
Nei laboratori dove si studia il batterio che sta flagellando gli olivi della Puglia, i ricercatori hanno un unico obiettivo: fermarlo.
120 IL SEGRETO DEL COPERTONE
tecnologia
Siamo entrati nel centro di Ricerca & Sviluppo di Pirelli per vedere come le tecnologie della F1 arrivano nelle gomme della nostra auto.
124 IL BENESSERE DEL SILENZIO
Perché anche le sigarette elettroniche fanno male
Nei laboratori del Gran Sasso i ricercatori vogliono arrivare a chiarire uno dei grandi misteri del cosmo.
104 INTRAPPOLATI NEL GHIACCIO
76
universo
scienza
Che cosa succede nella nostra mente quando eliminiamo ogni disturbo fuori e dentro di noi? Rispondono medici, neuroscienziati e filosofi.
RUBRICHE
9 L’oblò 96 Domande & Risposte 102 Mondo Focus 112 Tipi italiani 136 A confronto 151 MyFocus 156 Giochi 160 Cartellone
104
Come funziona la più importante missione artica di sempre che è appena partita
130 LA GINNASTA E I SUOI MILLIMETRI
scienza sportiva
Basta un niente per compromettere un esercizio. Per questo, campionesse come Giorgia Villa devono ripeterlo all’infinito.
138 LA STAGIONE INTERIORE
arte
L’autunno sembra invitare gli artisti, e tutti noi, a una riflessione sui modi dell’anima e della vita stessa.
144 CENT’ANNI DI “GAITUDINE”
intervista
James Lovelock, il papà dell’ipotesi Gaia, ha compiuto un secolo. E non smette di stupire.
112
Il picchio che corre sulle rocce
Ci trovi anche su:
Focus | 5
dossier
ROMANZO VEGETALE
CUGINI PRIMI Alcune alghe verdi del genere Chlamydomonas, lontane parenti viventi delle prime alghe che risalirono verso la terraferma, conquistando nuovi habitat.
Ambiente
di Marco Ferrari
rovateci voi a venire catapultati dal paradiso all’inferno, e a so pravvivere. Il paradiso è l’acqua: calda, umida, ricca di nutrienti, ti protegge e sostiene, senza il problema della gra vità. Mentre, all’inferno, le sfide da affrontare sono molteplici: «Perdita di galleggiamento, raggi UV più intensi, sbalzi di temperatura più rapidi, stress da essiccazione, probabilmente nuove ma lattie e così via», dice Jan de Vries, botanico del l’Università di Gottinga (Germania) e studioso dell’evoluzione delle piante. In più, la necessità di captare la base per la fotosintesi, la CO2, dall’at mosfera. PRIMI PASSI ALL’ARIA L’espulsione dal paradiso avvenne circa 470 milio ni di anni fa e le protagoniste furono piccole alghe poco appariscenti: vivevano nei bassi fondali dei laghi e degli stagni, dove l’acqua andava e veniva secondo le stagioni. Solo un minuscolo gruppo di alghe verdi era armato di tutti i geni necessari a resistere all’aria aperta; erano parenti di specie che vivono ancora oggi in una varietà di ambien ti d’acqua dolce e terrestre. Il nome dice poco, Zygnematophyceae, ma divennero le piante che ora occupano tutti gli ambienti della terraferma e che costituiscono la base per l’agricoltura e l’in dustria. «L’origine della flora terrestre è stata una delle transizioni geobiologiche più profonde del Pianeta, e ha stabilito le basi per l’ambiente in cui viviamo anche noi», afferma il botanico Charles Delwiche, dell’Università del Maryland (Usa). E perché proprio quelle alghe? «L’evoluzione è que stione anche di fortuna; è per caso che si finisce con i geni giusti al momento giusto», dice de Vries. Di che armi disponevano queste “pioniere” per affrontare le difficili condizioni della terraferma? C’era il pericolo della radiazione ultravioletta, che fu evitato perché nell’atmosfera, dov’era presen te l’ossigeno, si era creato uno strato di ozono – una particolare molecola formata da tre atomi di ossigeno – che ancora oggi filtra le radiazioni letali. Per proteggersi dal disseccamento, invece, il trucco fu dotare le cellule di una robusta pare te o di mucillagini che impedissero la perdita di
acqua. La parete era essenziale per creare una delle caratteristiche più spettacolari delle piante terrestri, cioè una complessa rete idraulica, il si stema vascolare, che permetteva un rapido scam bio di gas (vapore acqueo e anidride carbonica) tra le parti della pianta, per portare avanti la più grande invenzione dei vegetali: la fotosintesi. Per compiere questa reazione, l’acqua doveva essere trasportata verso le foglie; senza un vero “sistema circolatorio”, la fotosintesi non poteva avvenire. Le prime piante vascolari, del genere Baragwanathia, comparvero circa 427 milioni di anni fa; cioè pochissimo tempo dopo (in termini evoluti vi) la conquista della terraferma. Oltre al sistema di distribuzione di gas e liquidi, nel giro di qualche milione di anni le piante fuori dall’acqua inventa rono la struttura per estrarre direttamente l’ac qua dal suolo: le radici. INVENZIONI NATURALI Armati di queste innovazioni “ingegneristiche”, pian piano le piante poterono aumentare mol to di dimensioni, vincendo la forza di gravità e pescando nel poco suolo esistente. Un’impresa titanica che le piante non compirono però da sole. Per estrarre acqua e sali minerali dal suo lo, ebbero bisogno di un piccolo aiuto da alcuni amici, i funghi, che già vivevano sulla terraferma. Delicati filamenti fungini (le ife) si avvolsero attorno alle radici più sottili delle piante. Iniziò così uno scambio di materia tra due regni della natura, creando una delle più intricate “società della vita”: la simbiosi tra piante e funghi. La più antica pianta trovata che visse in simbiosi con i funghi appartiene al genere Aglaophyton, e risale a circa 400 milioni di anni fa. Con l’aiuto dei funghi e dell’evoluzione, le pian te iniziarono a mettere radici anche in ecosistemi molto più lontani dall’acqua. «È successo gra dualmente, con una serie di “espansioni” evoluti ve relativamente rapide», aggiunge de Vries. Per esempio, un completo cambiamento per quanto riguarda la riproduzione. «Quando le piante mi grarono fuori dall’acqua, la riproduzione sessuale divenne problematica: le cellule maschili e fem minili non potevano più essere semplicemente Focus | 33
Spl/Agf
P
Da un inizio umile nelle acque degli stagni, l’armata delle piante iniziò il cammino sulla terraferma. Coprendola tutta.
avventura
CAPITANO Il giornalista di Focus al posto del pilota. Siamo su un simulatore di Boeing 737 NG, uno degli aerei di linea piĂš diffusi, sul quale abbiamo effettuato la nostra prova.
PILOTA
Luca Rotondo per Focus
“ MAYDAY MAYDAY MAYDAY
ABBIAMO UN PROBLEMA A BORDO
”
Se qualcosa mettesse ko i piloti, un passeggero guidato da terra sarebbe in grado di far atterrare un aereo di linea? Non solo ce lo siamo chiesti, ma abbiamo mandato il nostro vicedirettore a provarci. Tutto quello che leggerete è successo davvero (ma non potrebbe succedere). di Gian Mattia Bazzoli
PER CASO
comportamento
Abbiamo fatto da cavia nel supermercato-laboratorio dove si studia, tracciando lo sguardo dei clienti, come distribuire meglio i prodotti sullo scaffale: obiettivo vendere.
La scienza della
I
SPESA
rumori sono quelli giusti: tanto brusio, una musica di sottofondo e il “pin-pin” dei registratori di cassa al passaggio dei prodotti sul lettore. A un certo punto sento l’altoparlante: «Apre cassa 8», e l’illusione è pressoché perfetta. Non mi accorgo neanche più del peso degli occhiali che porto sul naso e il mio sguardo percorre le confezioni di biscotti, scatolame, detersivi, mentre spingo il carrello tra i corridoi. Non mi resta che fare la spesa. IL PERCORSO DEGLI OCCHI No, non sono al supermercato: sono in un laboratorio scientifico “a forma” di supermarket. Qui, si valuta che cosa il cliente guarda davvero mentre fa la spesa, per capire qual è la disposizione migliore dei prodotti sugli scaffali e, soprattutto, se un nuovo prodotto di consumo che sta per essere lanciato sul mercato è abbastanza efficace, ovvero così attraente da catturare l’attenzione nei veri negozi della grande distribuzione ed essere acquistato. La raccolta dei dati sull’attenzione (anche inconsapevole) del cliente avviene principalmente grazie a un paio di occhiali “speciali”, dotati di eye tracker, che consente di catturare la direzione dello sguardo che fruga tra gli scaffali e trasferire i dati a un computer collegato in tempo reale. Tutto viene registrato. Su uno schermo, che si trova nella stan68 | Focus
di Raffaella Procenzano
za al piano di sopra, compaiono le immagini riprese dalle telecamere presenti in tutto il supermercato-laboratorio, in modo che i ricercatori possano vedere quali scaffali stiano guardando i clienti-cavia (gruppi di persone reclutate dalla società di marketing Ipsos) e soprattutto quali prodotti finiscano nel carrello e quali no. Ma le immagini più interessanti sono quelle riprodotte dai computer che si trovano nella stanza accanto al laboratorio: si tratta dei tracciati seguiti dagli occhi di chi in quel momento sta osservando i prodotti, rappresentati da punti colorati che scorrono tra la merce sullo scaffale. SIMULAZIONE PERFETTA «Alle persone che entrano qui, e che reclutiamo con caratteristiche diverse a seconda della ricerca che stiamo conducendo, chiediamo solo di fare la spesa», spiega Carlo Oldrini, vicedirettore marketing di Ipsos Italia ma soprattutto creatore di questo negozio-laboratorio. «Diamo loro una lista di tipologie di prodotti da acquistare, per esempio un ammorbidente, una scatola di tonno, o qualcosa di più generico tipo “prodotti per la colazione”. Indossano gli occhiali e cominciano. E capita che qualcuno ci resti male quando scopre che non può portare a casa gli acquisti. Noi, dopo averli registrati in cassa con un lettore, proprio come nei supermercati veri, dobbiamo ovvia-
Getty Images
salute
Getty Images
SVAPO GIOVANE Sempre piĂš popolari fra i ragazzi americani, le sigarette elettroniche destano preoccupazione. Una nuova polmonite collegata al loro impiego ha causato negli Usa una dozzina di decessi e oltre 800 ricoveri.
Segnali
L
a bufera sulle sigarette elettroniche è scoppiata negli Usa in piena estate. Alla fine di agosto, una donna è morta, nell’Illinois, per una polmonite che i medici hanno collegato all’uso di questi dispositivi; pochi giorni dopo, un secondo decesso si è registrato nell’Oregon. A fine settembre la conta delle vittime era salita a 12, mentre altri 805 pazienti, perlopiù giovani, erano ricoverati in vari ospedali del Paese, con sintomi respiratori che spesso hanno richiesto la degenza in terapia intensiva. Difficile dire, ancora oggi, che cosa abbia causato l’epidemia. Una prima analisi, pubblicata su New England Journal of Medicine e basata su esami radiologici condotti su 53 casi, ha evidenziato i segni di gravi polmoniti, che però non è stato possibile ricondurre ad alcuna infezione, né batterica né virale. I medici parlano di “una nuova sindrome emergente”. Una polmonite chimica potenzialmente letale, che può presentarsi nelle persone che usano abitualmente sigarette elettroniche, soprattutto se utilizzano liquidi autoprodotti o acquistati su mercati di dubbia affidabilità, oppure se hanno svapato miscele contenenti Thc (il principio attivo della cannabis), abitudine che accomuna l’84% dei casi americani. E mentre negli Usa la conta dei morti continua a salire, da questa parte dell’oceano ci si chiede se il rischio riguardi anche noi. INDAGINI IN CORSO «La situazione è ancora poco chiara; non sappiamo se a determinare le polmoniti sia qualche componente presente anche in Europa oppure no», dice Roberta Pacifici, direttore dell’Osservatorio fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore di sanità. «Il fenomeno però non sorprende. I liquidi delle
Tabacco riscaldato ed e-cig vogliono diventare un’alternativa alle sigarette e ridurre i danni alla salute. Ma come sono fatti e che sostanze immettono nell’organismo? Anche se i dati sono ancora pochi, esperti e medici indicano i primi rischi.
di fumo
di Margherita Fronte
Focus | 77
l’esperimento
Intrappolati nel
ghiaccio
I
Alfred-Wegener-Institut/Stefan Hendricks
«
Una nave carica di scienziati si è fatta inglobare nell’Artico e si lascerà trasportare dal movimento della banchisa per un anno. Isolata da tutto e da tutti. Siamo saliti a bordo prima della partenza. di Giovanna Camardo
lunghi mesi della notte polare stanno per iniziare. Lavoreremo nell’oscurità completa, sul ghiaccio, vicino al Polo Nord, con temperature che scenderanno sotto i -40 °C. Saremo isolati, visto che gli esseri umani più vicini saranno a oltre mille chilometri di distanza. E non sappiamo dove saremo stati trascinati, tra un anno». Così, con poche frasi asciutte, Markus Rex descrive ciò che attende lui e gli altri scienziati a bordo della Polarstern, nave rompighiaccio tedesca che per il prossimo anno resterà intrappolata nella banchisa, bloccata nel ghiaccio. Markus Rex è il leader della missione MOSAiC (Multidisciplinary drifting Observatory for the Study of Arctic Climate), la più grande spedizione scientifica nell’Artico, a cui partecipano oltre 70 enti di ricerca e 19 Paesi. Un’avventura concepita per studiare la regione attorno al Polo Nord, in inverno, quando diventa praticamente inaccessibile. Nemmeno i rompighiaccio possono farsi largo nella crosta bianca che copre l’oceano, quando è al massimo di spessore ed estensione. «Quindi, se non si può vincere il ghiaccio, bisogna lavorare con lui. È l’unico modo per raggiungere la zona centrale dell’Artico in inverno», commenta Rex. Ecco dunque l’idea di lasciar imprigionare la Polarstern nel pack, e di farla viaggiare con esso. «I venti e le correnti muovono il ghiaccio attraverso il Polo Nord, dal lato siberiano al lato atlantico. E noi ci facciamo trasportare. Nessuno sa dove questa deriva ci porterà. Ma passeremo vicino 104 | Focus
al Polo Nord e prevediamo che andremo verso il passaggio di mare tra le Groenlandia e le Svalbard, dove tra un anno usciremo dai ghiacci per ritornare a casa (v. mappa alle pagg. seguenti). Seguiamo così le orme del grande esploratore norvegese Fridtjof Nansen, che oltre 120 anni fa fece bloccare nei ghiacci la sua Fram». La Fram aveva uno scafo di legno, fatto apposta per non essere stritolato: non raggiunse il Polo come avrebbe voluto Nansen, ma tra il 1893 e il 1896 attraversò l’Artico. E il viaggio entrò nella storia delle esplorazioni, tanto che oggi la Fram riposa in un museo a lei dedicato a Oslo. Ora a fare lo stesso viaggio sarà un moderno rompighiaccio carico di apparecchiature scientifiche. ANCORATI A UNA ZATTERA GLACIALE Rex, fisico dell’atmosfera dell’Istituto Alfred Wegener per la ricerca marina e polare (il centro tedesco ha messo a disposizione la nave e organizza la spedizione), prepara questa avventura da anni. Abbiamo incontrato lui e gli altri ricercatori a bordo della Polarstern a Tromsø, nel Nord della Norvegia, poche ore prima che il rompighiaccio partisse verso l’oceano a nord della Siberia, in cerca di una grande e spessa “zattera” glaciale a cui ancorarsi. Mentre state leggendo questo articolo, la nave sarà ormai “fissata” e sulla banchisa sarà nata una vera città della scienza, con diverse postazioni per lo studio del ghiaccio, dell’oceano, dell’atmosfera, di alghe, pesci e altri abitanti di
VIDEO A 360° IMMERGITI NEL FILMATO DELLA NAVE TRA I GHIACCI INQUADRA LA PAGINA CON LA APP INFO A PAGINA 7
ARIETE MARINO La Polarstern in una spedizione estiva nell’Artico. Può avanzare tra ghiacci spessi 1,5 metri e affrontare blocchi massicci, colpendoli come un ariete.
scienza
Getty Images
Shh UN MONDO DA ESPLORARE Solo da poco la scienza ha iniziato a indagare quello che succede nella nostra mente in assenza di rumori e altri stimoli sensoriali. Risultato? Il silenzio si misura non solo all’esterno, ma anche all’interno della nostra mente. E fa bene alla salute.
Il benessere del silenzio
hhhhhh Che cosa succede nella nostra mente quando eliminiamo ogni disturbo fuori e dentro di noi? Rispondono medici, neuroscienziati e filosofi.
C’
di Andrea Parlangeli
è chi lo trova rilassante, chi stimolante, chi noioso, chi insopportabile. Per i musicisti e gli attori, è ciò che dà vita a ogni nota, a ogni parola. Per Giacomo Leopardi è la condizione che apre le porte all’infinito. Innumerevoli sono le poesie e le opere che lo esaltano. Ma che cos’è, davvero, il silenzio? E cosa ci succede quando lo incontriamo? Può sembrare sorprendente, ma la scienza ha cominciato a dare risposta a queste domande solo da poco. Per capirne di più, ci siamo recati a un convegno organizzato dalla Fondazione Patrizio Paoletti nel Monastero di San Biagio, vicino ad Assisi. Abbiamo scoperto che il silenzio può essere prezioso per tutti, anche se ognuno lo vive a modo suo. E che bisogna distinguere tra silenzio esterno e silenzio interiore, perché è soprattutto quest’ultimo che ha effetti benefici sulla nostra salute. QUIETE SIDERALE Definire il silenzio esterno, quello fisico e oggettivo, è facile: è una condizione di assenza di suono, ricordando che il suono è costituito da onde di pressione che si propagano nell’aria. L’in-
tensità sonora si misura in decibel (dB): 110 dB è il livello di un concerto, 60 dB di un ufficio, 0 dB è il minimo che l’orecchio umano riesca a percepire; mentre il luogo più silenzioso della Terra si trova nel Building 87 dei laboratori Microsoft a Redmond (Usa), dove si raggiunge il record di -20 dB. Per trovare un livello di silenzio superiore, bisogna andare nello spazio, dove l’aria non c’è e il suono non si può propagare. Fatte queste premesse, qual è l’effetto del silenzio su di noi? Cominciamo a chiarire una cosa: il rumore prolungato che troviamo in città fa male. Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente (Aea), ogni anno in Europa ci sono 10mila morti premature attribuibili all’inquinamento acustico, per via dello stress che induce. Ma anche il silenzio assoluto può dare fastidio a qualcuno. Che cosa determina dunque le nostre reazioni? E perché? COME UNA SCIMMIA CHE VAGA Per capirlo, consideriamo la situazione limite, in cui ci troviamo non solo in assenza di suoni, ma anche di luce e di altri input sensoriali (v. riquadro nell’ultima pagina). «In assenza di stimoli esterni, nel nostro cervello si attiva quello che vieFocus | 125
MUSEO NAZIONALE SCIENZA E TECNOLOGIA, MILANO 21-24 NOVEMBRE 2019
2029
IDEE PER IL
FUTURO di Firma Firmona
Torna a Milano Focus Live, con oltre 200 ospiti che ci spiegheranno come cambia il Pianeta e risponderanno alla domanda: “Come vogliamo vivere tra 10 anni?”.
C
lima, ambiente, robotica, 5G, medicina di precisione, neuroscienze, intelligenza artificiale e poi videogame, droni, realtà virtuale, viaggi nello spazio, genetica, animali, simulatori di volo... Il palinsesto del prossimo Focus Live a Milano è straordinariamente ricco di testimonianze, eventi, esperienze, installazioni e laboratori, e una cosa è certa: apriremo il 21 novembre con la domanda che dà il titolo alla manifestazione, e cioè “Come vogliamo vivere nel 2029?”, e chiuderemo, il 24 novembre, dopo aver raccolto tutte le risposte possibili. Che ci arriveranno da veterani dello spazio come Umberto Guidoni e Maurizio Cheli, da genetisti come Luigi Naldini, da fisici come Guido Tonelli, biologi come Ferdinando Boero, economisti come Carlo Cottarelli e poi da guru della tecnologia, criminologi, atleti, artisti, chef... LE SFIDE DELL’ANTROPOCENE Ci arriveranno cioè dai 200 personaggi che ci trasporteranno nel 90 | Focus
prossimo, complicato, decennio durante i quattro giorni di Focus Live al Museo Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. Risponderanno con la forza delle loro competenze ai dubbi e alle ipotesi che voi, cari lettori, proporrete loro. E illustreranno, ciascuno dal proprio punto di osservazione, gli scenari e le sfide che ci aspettano durante questo scorcio dell’Antropocene, l’era geologica dell’Homo sapiens. Nelle prossime pagine trovate alcune anticipazioni del programma, che è pubblicato integralmente su live.focus.it, e che si articola in un live di 4 giorni sul palco della Sala delle Polene, in una sessantina di formidabili Speaker’s corner nei padiglioni delle Cavallerizze del museo, dove saranno ospitate anche decine di installazioni lungo un percorso che si ispira ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dalle Nazioni Unite. Che ne sarà dei ghiacciai delle Alpi, dei pesci del Mediterraneo? Come viaggeremo, lavoreremo, ci divertiremo nei prossimi dieci anni? Che cosa mangeremo? Arriveremo su Marte? Ci vediamo tutti a Focus Live 2019.
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106
203
ORE DI CONFERENZE, INCONTRI, EVENTI
35
INSTALLAZIONI
RELATORI
64
ORE DI LABORATORI E VISITE GUIDATE
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Sconti per i lettori di FOCUS