Focus Storia n.163 - Maggio 2020

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Storia SCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE

n°163

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maggio

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LAZZARETTI

I RICOVERI PER I MALATI DI PESTE FUNZIONAVANO COSÌ

SHAKESPEARE

CHI SONO I PERSONAGGI, STORICI O DI FINZIONE, DEL GRANDE BARDO

KHMER ROSSI

POL POT TRASFORMÒ LA CAMBOGIA IN UN GIRONE INFERNALE


163 Maggio 2020

focusstoria.it

Storia Un addestramento dei servizi segreti a Washington nel 1968.

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Emanuela Cruciano caporedattore

RUBRICHE 4 LA PAGINA DEI LETTORI 6 NOVITÀ & SCOPERTE 8 TRAPASSATI ALLA STORIA 9 TECNOVINTAGE 10 UNA GIORNATA DA... 12 BIOGRAFIE D’AUTORE 14 MICROSTORIE 16 CHI L’HA INVENTATO 73 C’ERAVAMO TANTO AMATI 74 DOMANDE & RISPOSTE 78 È VERO CHE 80 PITTORACCONTO 112 AGENDA

Copertina: Tina Modotti, T. E. Lawrence e l’agente Cia E. Howard Hunt.

IN PIÙ... COSTUME 18 Vicini e nemici Gli storici conflitti con “quelli della porta accanto”.

THE LIFE PREMIUM COLLECTION/GETTY IMAGES

remessa: i servizi segreti sono una cosa serissima. Necessaria e serissima. Eppure in questa difficile primavera devastata dal coronavirus lavorare su spie, operazioni di intelligence e fascinosi signori sciupafemmine dalla doppia vita e dai mille talenti ci ha trascinato in un mondo lontano, cinematografico, che un po’ ha alleggerito la reclusione forzata e ci ha persino strappato qualche sorriso. Come quando abbiamo raccontato i tentativi (falliti) dell’intelligence Usa di usare i pipistrelli per colpire obiettivi giapponesi o di avvelenare Castro contaminando il suo boccaglio da sub. Fra cose stupide e azioni ai limiti dell’impossibile, fra personaggi ambigui e spie pronte a rischiare la vita per il proprio Paese, abbiamo ripercorso le tappe dello spionaggio dall’antichità ai momenti d’oro del Novecento. E per una volta la curiosità ci ha spinto fino ai giorni nostri: come addestra i suoi futuri agenti il Mossad? Noi l’abbiamo scoperto: vi consigliamo di fare altrettanto.

CI TROVI ANCHE SU:

VIVERE DA SPIA 34 Al servizio del potere

Dalle “orecchie” del faraone agli agenti del Kgb.

40 Una vita di intrighi

Joseph Fouché, il “padre” dell’intelligence moderna.

46 Gli occhi di Sua Maestà

Le più celebri spie al servizio della Corona britannica.

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Mille e una Tina

Da operaia ad agente sovietico: le tante vite della Modotti.

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Disposti a tutto

Le ferree regole e lo spietato addestramento dei servizi segreti israeliani.

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Sua Santità segreta

Il Vaticano e la sua intelligence, attiva dal 1566.

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Non troppa intelligence

Cia: assurde armi segrete, tattiche ridicole e missioni “impossibili”.

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Tanto per non capirci

Dall’inchiostro simpatico alla macchina Enigma.

22 LeSOCIETÀmaglie

della Storia

Sferruzzare ha avuto funzioni impensabili, in guerra, ma non solo...

AL FRONTE 26 VITA Uno schifo

di guerra

L’orrore nelle lettere e nei racconti dei soldati al fronte.

RISORGIMENTO 82 Gli eroi

di Turbigo

Come un prete e un medico contribuirono all’Unità d’Italia.

PERSONAGGI 86 Shakespeare

il manipolatore Con le sue opere immortali, piegò la realtà storica al suo servizio.

GRANDE TEMA 94 Khmer rosso

sangue

I guerriglieri che decimarono un quarto dei cambogiani.

D’ITALIA 100 IlSTORIE re dei maghi

Bartolomeo Bosco, il più grande illusionista dell’800.

SOCIETÀ 106 Nelle case

della morte

Come e quando nacquero i lazzaretti. 3

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NEI PROSSIMI NUMERI

I VIZI SEGRETI DEI GRANDI

SEICENTO

Dalle piccole manie alle perversioni: i difetti e le debolezze degli uomini e delle donne che hanno scritto la Storia, nonostante tutto.

ALBUM/FINE ART IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO

DOPPIA VITA

COSTRETTE ALLA VOCAZIONE

Nel XVII secolo suor Arcangela Tarabotti denunciò un fenomeno che rovinò la vita a migliaia di ragazze: la monacazione forzata. BRIDGEMAN IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO

ALBUM/FINE ART IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO

IN EDICOLA DAL 16 MAGGIO CON TANTE ALTRE STORIE E PERSONAGGI

ANTICHITÀ

CITTADINANZA ROMANA

Cicerone diceva “Civis romanus sum” e in quelle tre parole c’era racchiuso uno status che Caracalla estese a tutti.

SECONDA GUERRA MONDIALE

L’ITALIA NEL BARATRO

Ottant’anni fa, il 10 giugno 1940, Benito Mussolini annunciava l’entrata in guerra dell’Italia al fianco della Germania. Come maturò questa scelta? 113

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PRIMO PIANO Dalle “orecchie” dei faraoni agli “occhi” di sua maestà. Lo spionaggio esiste fin dall’antichità: ecco come è cambiato nei secoli.

Al servizio del di Matteo Liberti

POTERE O

biettivo: tutela della sicurezza nazionale. Attività: raccolta d’informazioni a vasto raggio (alias operazioni di intelligence) corroborata da azioni di spionaggio e controspionaggio. Questo, in sintesi, il profilo dei servizi segreti di tutto il mondo. La nascita dei primi “agenti” si perde nei meandri del tempo, ma nell’accezione moderna la loro origine si fa risalire al XVI secolo, epoca di consolidamento delle monarchie nazionali europee. Mentre l’espressione che li definisce fu “coniata” nel 1771 da Giacomo Casanova (che si definì in una lettera “secreto agente”): anche il celebre avventuriero e donnaiolo, degno predecessore di James Bond, si dedicò infatti ad attività di intelligence e spionaggio, con il nome in codice di Antonio Parolini e per conto della Repubblica di Venezia, prima patria dei moderni “007”.

PRIMI PASSI. La necessità di carpire informazioni all’interno di una società – tribù, città o Stato che sia – è stata un’esigenza sentita dai potenti di tutto il mondo fin dall’antichità. Sono stati molti i sovrani e i militari che hanno deciso di ricorrere a spie e informatori di fiducia: dal faraone Ramses I (XIV-XIII secolo a.C.) al generale e filosofo cinese Sun 34

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Tzu (VI-V secolo a.C.), che sottolineò l’importanza di conoscere i segreti del nemico nel famoso trattato di strategia militare L’arte della guerra. L’uso di “agenti segreti” si affermò anche a Roma, ai tempi di Giulio Cesare (I secolo a.C.). «Con lui, il ricorso all’intelligence e allo spionaggio si fece sistematico, tanto da richiedere l’utilizzo di uno speciale cifrario – detto appunto “di Cesare” – per la protezione delle informazioni sensibili», spiega Domenico Vecchioni, autore del saggio Dallo spionaggio all’intelligence. Storia degli agenti segreti (Greco&Greco). Questo primo esempio di crittografia prevedeva che ogni lettera di un testo andasse sostituita con un’altra in base a una chiave numerica: se questa era “3”, subentrava quella che la seguiva di tre posizioni (una “A” diveniva una “D”). Dopo il crollo dell’Impero romano, il ricorso a varie forme di intelligence e spionaggio proseguì anche nel Medioevo, ma con l’Età moderna, segnata da un boom delle attività diplomatiche, la storia dei servizi segreti entrò nel vivo.

IN LAGUNA. «Tra i primi Stati moderni a dotarsi di un sistema di servizi segreti vi fu Venezia, dove lo spionaggio divenne una componente


L’emblematica fotografia di un agente segreto che spia da un buco ricavato in un giornale è stata scattata da Harry Kerr, in Inghilterra, nel 1957.

GETTY IMAGES

Il nemico ti guarda


PRIMO PIANO

AKG-IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO

Rivoluzionaria

Tina Modotti (1896-1942) in una foto del 1921 (con dedica alla mamma) e, nella pagina accanto, ritratta dall’artista Diego Rivera nel suo murales El Arsenal (1928 ca.). Tina, allora fotografa apprezzata nei circoli culturali di Città del Messico, è la donna a destra. Al centro, Frida Kahlo con cui Tina ebbe uno stretto rapporto.


LUCAS VALLECILLOS

Mille e unaTina Tina Modotti, friulana classe 1896, visse tante vite. Fino a diventare un agente segreto al servizio dei sovietici. di Maria Leonarda Leone

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è l’operaia delle filande, l’attrice di cinema muto e la modella, ma anche la fotografa politicamente impegnata, la comunista rivoluzionaria e l’agente segreto sovietico. Non donne in competizione, ma tutte anime dello stesso corpo, quello, fragile solo all’apparenza, di Tina Modotti. “La Mata Hari del partito comunista internazionale”: in Russia è stata definita così questa friulana, nata nel 1896 in un quartiere popolare di Udine e battezzata Assunta Adelaide Luigia, il nome di sua madre, sua nonna e sua zia tutti in uno. Morì a soli 45 anni, dopo una vita densa di esperienze sentimentali,

artistiche e politiche, vissute in un periodo storico complesso, a cavallo della Prima e della Seconda guerra mondiale, del nuovo e del vecchio continente, tra il Messico postrivoluzionario e la Mosca di Stalin, tra l’Europa delle dittature nazifasciste e la Spagna della guerra civile. Ma chi fu davvero Tina Modotti? E come finì a lavorare per i servizi segreti sovietici?

DA HOLLYWOOD... «Era un’artista, godeva di considerazione e riconoscimento, si era fatta un nome in una professione che ai suoi tempi era riservata agli uomini. Tuttavia un bel giorno compì un passo che il poeta

Pablo Neruda, suo amico, descrisse così: “Gettò la macchina fotografica nella Moscova e giurò a se stessa di dedicare la sua vita ai più umili compiti del Partito comunista”», racconta Christiane Barckhausen-Canale, nella biografia Tina Modotti, verità e leggenda (Asterios). Non si trattò di un colpo di testa. A quella decisione Tina ci arrivò col tempo, forgiata dalle sue stesse esperienze. Tempra d’acciaio, appena dodicenne si assunse la responsabilità di provvedere alla madre e ai 4 fratelli più piccoli, mentre il padre e la sorella maggiore cercavano fortuna in America. Dodici ore di lavoro in una fabbrica  tessile, pochi soldi e tanti sacrifici: tra 49

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PRIMO PIANO

Tanto per non capirci

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Dall’inchiostro simpatico alla macchina Enigma. Tutti i modi che ci siamo inventati per nascondere messaggi segreti. di Anita Rubini

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uubddbsf bmm’bmcb. Non riuscite a leggere questo messaggio? Bene, significa che il nostro codice segreto funziona, anche se siamo sicuri che potrebbe avere una vita breve. La storia dei codici segreti è infatti un estenuante braccio di ferro tra creatori di scritture segrete e solutori alla ricerca dei messaggi nascosti (il termine crittografia deriva proprio dal greco kriptós “nascosto”). Andando agli esordi delle comunicazioni segrete c’era però la steganografia (letteralmente la “scrittura celata alla vista”, da steganós, “coperto”) dove l’obiettivo era proprio occultare l’esistenza stessa del messaggio.

DAL BARBIERE. «Lo storico greco Erodoto ha narrato la vicenda di Demarato di Sparta (V secolo a.C.) che per avvertire i compatrioti dell’imminente invasione persiana scrisse su una tavoletta di cera il messaggio di allerta per poi nasconderlo con un altro strato di cera su cui faceva bellavista un innocuo comunicato», spiega Simon Singh autore di un libro sull’argomento, Codici e segreti (Bur). «Sempre Erodoto racconta la storia di tale Istièo che voleva incoraggiare Aristagora di Mileto a ribellarsi al re persiano. Come fargli recapitare le istruzioni? Fece rasare il capo a un corriere, gli scrisse un messaggio sulla cute e aspettò che gli ricrescessero i capelli. Il corriere attraversò indisturbato il territorio persiano: giunto a destinazione si rasò il capo e lo rivolse al destinatario». Unica nota: in quel caso evidentemente la fretta non era troppa.

Messaggi cifrati

Un dispositivo per crittografare comunicazioni segrete del 1780, conservato allo Science Museum di Londra.

UOVA SODE E MICRODOT. Da Erodoto a oggi ci si è sbizzarriti con la steganografia. Nell’antica Cina si dipingeva il messaggio su striscioline di seta finissima, che venivano appallottolate e coperte di cera. E poi inghiottite dai messaggeri stessi. Nel ’500 lo scienziato italiano Giambattista Della Porta spiegò come comunicare con un semplice uovo sodo: bastava preparare un inchiostro con 30 grammi di allume in mezzo litro d’aceto e usarlo per scrivere sul guscio. La soluzione penetrava nel guscio, che è poroso, senza lasciare tracce, e tingeva l’albume solidificato: per leggere il messaggio non restava che  sbucciare l’uovo. 69

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SHAKES

PERSONAGGI

Inventore di tragedie e commedie immortali, piegava la realtĂ storica al suo servizio. E ha consegnato ai posteri i protagonisti del passato rivisti e corretti. di Lidia Di Simone

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SPEARE il manipolatore fosse neppure il tagliatore di teste descritto dal Bardo, né il mandante dell’assassinio dei due nipoti – il legittimo erede al trono Edoardo V e suo fratello Riccardo, duca di York – scomparsi misteriosamente nella Torre di Londra. La leggenda vuole che nella seconda metà del Seicento i resti di due ragazzini siano stati ritrovati nella White Tower, ma ad accreditare la versione che le ossa fossero dei due aristocratici giovinetti è la Storia di Riccardo III scritta da Tommaso Moro nel 1513, un documento di parte secondo la storiografia moderna. Quel che è certo è che i due pargoli nati dal re Edoardo IV di York e da sua moglie Elisabetta Woodville erano allora per Riccardo l’unico ostacolo sulla via della corona. Sarà stato lui a brigare per dichiararli illegittimi e poi a farli sparire? In realtà, non è affatto sicuro, e il re non era quell’anima corrotta uscita dai versi scespiriani. Anzi, a Riccardo si devono importanti riforme giuridiche, come la tutela legale per i più poveri, il rilascio su cauzione delle persone accusate di reati, la pubblicazione delle sentenze in inglese, e non più in latino. Iniziative coraggiose e all’avanguardia per l’epoca, ma che abbiamo dimenticato. Mentre resterà per sempre il ritratto scespiriano del povero essere deforme fuori e subdolo dentro tale da non avere “altro piacere con cui passare il tempo se non quello di spiare la mia ombra nel sole e commentare la mia deformità”.

UN NARRATORE FANTASIOSO. L’ingloriosa fine (letteraria) di Riccardo III ci fa capire quanto Shakespeare, più che ricostruire fedelmente il passato, ne costruisse uno tutto suo, a uso e consumo del pubblico. E dato che la sua produzione di drammi storici ha avuto nei secoli enorme successo, i suoi scritti hanno influenzato non poco la percezione che gli inglesi hanno della loro storia. Shakespeare era un drammaturgo che si interessava al ribollire dei sentimenti umani più che alla messa in scena filologica degli eventi, ma 

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uando nel 2012 sono stati rinvenuti, sepolti sotto un parcheggio, i resti di Riccardo III (1452-1485), si è scoperto che non era deforme e ripugnante come lo aveva descritto William Shakespeare nel dramma che porta il nome del sovrano inglese. L’erede della casata York era sì afflitto da scoliosi, ma niente a che vedere con il ritratto passato alla Storia attraverso le parole del poeta. Nel monologo intitolato Ora è l’inverno del nostro scontento il drammaturgo gli fa dire: “Privo di ogni bella proporzione, frodato nei lineamenti dalla natura ingannatrice, deforme, incompiuto, spedito prima del tempo in questo mondo che respira, finito a metà, e questa così storpia e brutta che i cani latrano quando zoppico accanto a loro”. Con buona pace del vero Riccardo, che “deforme e incompiuto” non era affatto. E nemmeno tante altre cose. Le ossa ritrovate mostrano una evidente curvatura della colonna, ma questa secondo gli studiosi era una scoliosi adolescenziale, sufficiente a farlo apparire con una spalla più bassa dell’altra, ma non come lo descrive Shakeaspeare, gobbo e con il braccio avizzito, difetti tali da escluderlo dalla vita attiva. Analisi storiche più attente hanno inoltre avanzato la tesi che Riccardo di Gloucester (questo il suo nome prima di salire al trono) non

Il Bardo

Statua di William Shakespeare (15641616) a Stratford-UponAvon (Warwickshire, Inghilterra), sua città natale. Il drammaturgo inglese è autore di 38 fra commedie e tragedie, oltre a sonetti e poemi. È chiamato anche “il Bardo”: il cantore, l’antico poeta. 87

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BRIDGEMAN IMAGES

I GRANDI TEMI GENOCIDIO CAMBOGIANO

Nei quattro anni di dittatura, i fanatici guerriglieri guidati da Pol Pot uccisero – direttamente o indirettamente – un quarto della popolazione.

KHMER ROSSO SANGUE di Riccardo Michelucci

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omini e donne vestiti di nero. Con la pelle grigia per la malaria e gli anni di stenti passati nella giungla. Con i fucili a tracolla e gli sguardi assenti. Giovanissimi, quasi bambini. Ai cittadini i guerriglieri comunisti sembrano arrivare da un altro pianeta. Ma lo stesso pensarono i khmer rossi dei cittadini, con non troppo celato disdegno. Finalmente si trovano di fronte ai “nemici” di cui tanto avevano sentito parlare, i “capitalisti” che rifiutavano di entrare nella rivoluzione”. Il grande reporter di guerra Tiziano Terzani (1938-2004) raccontò così l’entrata

dei khmer rossi a Phnom Penh, la mattina del 17 aprile 1975. I guerriglieri arrivarono nella capitale cambogiana a piedi, in bicicletta e con qualche camion, senza incontrare alcuna resistenza. Dagli edifici del centro cittadino iniziarono a spuntare bandiere bianche, simbolo di resa, e la popolazione scese in strada per dare il benvenuto ai “liberatori” che avevano abbattuto l’odiato regime filo-statunitense del generale Lon Nol. Nessuno poteva immaginare che quei rivoluzionari di ispirazione comunista e nazionalista avrebbero di lì a poco trasformato il  Paese in un girone infernale.

Giovani killer

Tre giovanissimi khmer rossi nel 1975, appena preso il controllo del Paese. Questi guerriglieri erano ragazzini, spesso di 14 e 15 anni, manipolabili, fanatici e crudeli, e che Pol Pot considerava immuni dai “vizi borghesi”.

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TORINO

Bartolomeo Bosco fu il più grande illusionista dell’800. E stupì l’Europa intera.

Il re dei di Fabio Dalmasso

MAGHI H

a stupito e incantato migliaia di persone in tutta l’Europa del XIX secolo, coinvolgendo nei suoi spettacoli magici sia gente comune sia aristocratici e famiglie reali. Si chiamava Bartolomeo Bosco, ma si guadagnò il titolo di “Re dei prestigiatori e prestigiatore dei Re”. La gente era disposta a pagare anche il triplo del biglietto pur di assistere ai suoi prodigi. I giornali scrivevano che durante le sue esibizioni “la realtà lascia il posto alla fantasia e allora fazzoletti e orologi scompaiono sotto i vostri occhi, uova e limoni appaiono dal nulla, e la destrezza è tale che tutto sembra avvenire in modo naturale, senza interventi esterni”. Alex Rusconi, prestigiatore e storico della magia, ha scritto un libro su di lui. In Bartolomeo Bosco. Vita e meraviglie del mago che conquistò l’Europa (Florence Art Edizioni) racconta: «Non vi è dubbio che fu il più grande illusionista vissuto nell’800, considerato quasi universalmente il più importante prestigiatore italiano di tutti i tempi». E pensare che tutto iniziò con la prigionia.

INFANZIA TORINESE. Bosco nacque a Torino il 3 gennaio 1793, primogenito di una famiglia benestante che gestiva il centrale Caffè Internazionale. La città piemontese stava vivendo i turbolenti anni di fine secolo, segnati dall’esilio del re Carlo Emanuele IV di Savoia, 100

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È questa la carta?

Sopra, Bartolomeo Bosco (1793-1863). A destra, l’illusionista lascia di stucco lo zar Nicola I, che l’aveva chiamato a corte nel 1842, con un numero di mentalismo ante litteram (vedi ultima pagina).

A.MOLINO

STORIE D’ITALIA


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