Focus Storia - Viaggi nel Tempo n. 4 - Dicembre 2019

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GLI SPECIALI DI FOCUS STORIA N. 4 - 28 SETTEMBRE 2019 - NON VENDIBILE SEPARATAMENTE DAL NUMERO DI FOCUS STORIA IN EDICOLA - * PREZZO RIVISTA ESCLUSO

VIAGGI NEL TEMPO I GRANDI LUOGHI DELLA STORIA

La magia di

Angkor

Cambogia: guida alla megalopoli del mondo antico e ai suoi segreti

Passare un week-end a Downton Abbey

DICEMBRE 2019

€ 6,90*

A Parigi, sulle tracce della Belle Époque

Il castello delle fiabe

Neuschwanstein, in Baviera


SOMMARIO

4 Immagini dal mondo Dal Libano all’India passando per Venezia. 10 I misteri di Angkor Mille anni fa Angkor, in Cambogia, era il cuore

dell’Impero Khmer, con palazzi e templi sontuosi.

20 La prima megalopoli

Babilonia fu la capitale del più grande regno mesopotamico. Ecco com’era nel VI secolo a.C.

22 Lindisfarne L’isola dove è stata girata la serie televisiva Vikings

fu veramente vittima della prima devastante incursione degli “uomini del Nord” in Britannia.

28 La Versailles d’Olanda

36 La cattedrale di Firenze

Filippo Brunelleschi fu la prima archistar del Rinascimento e con il progetto della sua “cupola impossibile” rivoluzionò l’architettura e l’arte.

GETTY IMAGES

Het Loo, la palazzina di caccia voluta nel 1685 da Guglielmo III, fu residenza estiva degli OrangeNassau per 300 anni. E, dopo la Seconda guerra mondiale, buen retiro della regina Guglielmina.

10 ANGKOR E I SUOI TEMPLI

Nella stretta dell’albero kapok: il tempio di Ta Prohm è avvolto dalla vegetazione della foresta cambogiana.

38 La reggia della Bella addormentata...

Neuschwanstein, progettato da Ludwig II di Baviera come rifugio dalla vita di corte, segnò la sua fine.

44 ... e la sua fiaba da incubo

Ludwig II è celebre per i suoi castelli da sogno incastonati nelle Alpi, ma la sua più grande eredità fu il mecenatismo nei confronti di Richard Wagner.

50 La vita nella workhouse vittoriana

Come se la cavavano i più poveri nell’Inghilterra dell’Ottocento? Tra bacchettate e duro lavoro ecco come (non) funzionava il welfare.

54 Parigi, capitale della Belle Époque

Luci e ombre di un’epoca sfavillante, ricca di arte, invenzioni e progresso, che si concluse con l'incubo della Grande guerra. Highclere Castle, proprietà dei conti di Carnarvon dal 1697, è ancora oggi una residenza abitata.

64 Le due facce di Berlino

Trent’anni fa cadeva il Muro che separava Est e Ovest. Cosa resta di quell'epoca?

ALAMY

62 La vera Downton Abbey

54 GLI ANNI D’ORO DELLA VILLE LUMIÈRE

Un periodo di pace relativamente lungo fece di Parigi la capitale europea dell’economia, delle scoperte scientifiche, dello spettacolo e della cultura.

COVER: GETTY IMAGES, GETTY IMAGES/AWL IMAGES RM

70 La Sagrada Familia

COSA NE PENSI di Focus Storia VIAGGI NEL TEMPO?

Il capolavoro di Antoni Gaudí, simbolo di Barcellona, verrà completato nel 2026.

72 Napoleone

La parabola dell’imperatore francese è legata a due isole: la Corsica e l’Elba.

Dicci la tua opinione scrivendo a redazione@ focusstoria.it

80 Abu Simbel

Il colossale tempio egizio progettato per intimidire i Nubiani.

82 Strani luoghi

La necropoli di Dargavs.

22 TRA MONACI E VICHINGHI

L’isola tidale di Lindisfarne, location di Vikings.

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SHUTTERSTOCK

ST R A N I LU O G H I

IL MISTERO DI DARGAVS L

a necropoli di Dargavs, in Ossezia del Nord (Russia), ospita 99 tombe, simili a case, contenenti i resti di centinaia di persone. Su tutto, aleggia un’aura di mistero, accentuata dall’inaccessibilità del luogo: per raggiungere la “città dei morti” bisogna infatti affrontare un lungo viaggio attraverso le impervie montagne circostanti. Alla fine, si scorgerà in lontananza un insieme di edifici che ricorda un villaggio medievale completamente disabitato. All’interno di quelle che sembrano case e che raggiungono in molti casi i quattro piani

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di altezza, gli archeologi hanno ritrovato un gran numero di cadaveri, alcuni risalenti al XVI secolo. Nessuno conosce con esattezza la storia di Dargavs. La gente del posto racconta che il villaggio fu costruito per le vittime di una terribile pestilenza: i morti, abbandonati all’interno delle case, si accumularono uno sull’altro per secoli. Leggende oscure. Misteriosamente, alcuni dei resti sono disposti in strutture simili a barche di legno (forse rappresentavano simbolicamente il viaggio verso l’aldilà?). Inoltre, secondo la tradizione, i molti

pozzi sparsi per Dargavs permettevano alle famiglie in lutto di scoprire il destino dei propri defunti. Come? Gettando una moneta nel pozzo: se questa colpiva una pietra sul fondo voleva dire che l’anima del morto si era salvata ed era arrivata in paradiso. Nel corso del tempo, Dargavs è diventato un luogo ideale per la nascita di dicerie e superstizioni. Secondo una di queste, chiunque entri nella necropoli è condannato a rimanerci intrappolato. Nonostante maledizioni e inquietanti leggende, per visitare questo luogo unico • al mondo vale la pena rischiare.


LINDIS G R A N B R ETA G N A

Lindisfarne è un’isola tidale, cioè separata temporaneamente dalla terraferma dal flusso della marea.

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FARNE Tra monaci e Vichinghi L’isola dove è stata girata la serie televisiva Vikings fu veramente vittima della prima devastante incursione degli uomini del Nord in Britannia.

LINDISFARNE INGHILTERRA

di Edoardo Albert

A

guardarlo oggi, questo fazzoletto di terra sulla costa nord-orientale dell’Inghilterra chiamato Lindisfarne, che diventa un’isola due volte al giorno con l’alta marea, sembra un luogo remoto e tranquillo. Eppure, nel corso dell’Alto Medioevo, la sua antica abbazia fu testimone di eventi epocali. Per secoli, le spiagge su cui sorge furono sprovviste di qualunque difesa, sia contro le intemperie sia contro gli invasori. E bisogna ammettere che, fino al giugno del 793, non ce n’era stato un gran bisogno. Proprio quell’anno erano state erette la mura che circondavano il priorato, ma con il proposito di contenere il bestiame, non certo di difendersi dalla furia vichinga. Così, quando le orde norrene apparvero all’orizzonte solcando il Mare del Nord sulle loro navi da guerra, l’eco del saccheggio di Lindisfarne risuonò come un monito per tutta la Britannia.

ESILIO FORZATO. La storia dell’isola era iniziata un secolo prima, ed era strettamente legata alle peripezie di un giovane re di nome Osvaldo.

Dopo che nel V secolo i Romani abbandonarono le Isole britanniche, la Britannia si era divisa in piccoli regni in perenne lotta tra loro, governati da bellicosi principi anglosassoni, di origine germanica, che nel giro di qualche secolo scalzarono i discendenti dei Britanni romanizzati. Tra questi ultimi, il padre di Osvaldo, di nome Etelfrido, aveva fondato il regno di Northumbria, che si estendeva dal Nord dell’Inghilterra fino al Sud-est della Scozia. Dopo l’uccisione in battaglia del Etelfrido (616), Osvaldo si rifugiò con la madre a Dalriada (territorio compreso oggi tra la regione scozzese di Argyll e la contea di Antrim, in Irlanda), mentre suo zio Edwin si impadronì del trono. Durante l’esilio il principe imparò a parlare l’antico irlandese, frequentando il monastero dell’isola scozzese di Iona (uno dei più importanti dell’epoca) e abbracciò il cristianesimo. Deciso a riconquistare il trono del padre, dopo la morte dello zio il principe fece ritorno in Northumbria, radunando un’armata e sconfiggendo il re gallese Cadwallon II nella battaglia di Heavenfield (633). Prima di ingaggiare lo scontro, aveva radunato i suoi uomini e innalzato una


C ’ E R A U N A V O LTA

La

REGGIA della Bella

addormentata... di Philippa Graf ton

GERMANIA

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uando venne costruito, fu bollato come l’ennesima stravaganza di Ludwig II. Eppure, oltre un secolo dopo, il castello di Neuschwanstein rimane una delle mete turistiche più visitate d’Europa. Il suo nome significa “nuova pietra del cigno” e si riferisce a un mito del Medioevo nordico ripreso da Richard Wagner per il Lohengrin, una delle sue opere più famose. Si trova a Schwangau, nella Germania del Sud, sul ciglio di una gola a 965 metri di altitudine, circondato dalle cime innevate delle Alpi bavaresi, da fitte foreste e da laghi cristallini. Questo maniero in stile neogotico, con le sue torri che superano gli 80 metri, non era soltanto una costosa residenza reale, ma un rifugio per dare al sovrano una tregua dalla vita di corte. Nell’architettura del palazzo e nelle sue decorazioni interne, Ludwig fece rivivere le leggende medievali che l’avevano appassionato fin da ragazzo. Ma Neuschwanstein, le cui fondamenta furono posate dopo aver rimosso uno strato di roccia spesso otto metri, si rivelò una maledizione per il sovrano. I costi dell’opera e gli interminabili tempi del cantiere furono infatti tra le cause che condussero alla deposizione e alla successiva tragica morte del re.

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BAVIERA

AFFINITÀ ELETTIVE. La figura familiare più importante nell’infanzia di Ludwig II fu il nonno, l’eccentrico Ludwig I von Wittelsbach. I due erano nati nello stesso giorno ed erano entrambi amanti della cultura. Il nonno aveva un debole per l’arte e la poesia, mentre il nipote sviluppò un interesse particolare per l’architettura, la letteratura e la musica. Il piccolo Ludwig aveva trascorso gran parte dell’infanzia nel castello di famiglia a Hohenschwangau (vicino al confine austriaco), decorato con dipinti che raffiguravano le saghe germaniche. Anche per questo s’innamorò perdutamente della mitologia nordica. Il maniero del padre si affacciava su uno splendido paesaggio e sullo Schwansee, il “Lago dei cigni”. Proprio dalle finestre di Hohenschwangau il futuro sovrano mise per la prima volta gli occhi sulle rovine di un antico forte abbandonato, sul quale quasi trent’anni dopo sarebbe sorta la fiabesca fortezza di Neuschwanstein. UN RE ANOMALO. Il punto di svolta nella problematica adolescenza di Ludwig fu la scoperta delle opere liriche di Richard Wagner (v. articolo nelle pagine seguenti). L’erede al trono aveva appena 15 anni quando si ripromise di convocarlo


Neuschwanstein fu progettato da Ludwig II di Baviera come un rifugio dalla logorante vita di corte, ma segnò la sua tragica fine.

Come una fiaba

Quando Walt Disney visitò il castello di Neuschwanstein rimase talmente affascinato che lo usò come modello per il castello del cartone animato La bella addormentata nel bosco (1959).

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PARIGI Capitale della Belle Époque

Parigi durante l’Esposizione universale inaugurata il 14 aprile 1900 dal presidente della Repubblica francese, Émile Loubet (1838-1929).

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di Marian Jones

Luci e ombre di un’epoca sfavillante, ricca di arte, invenzioni e progresso, che si concluse con l’incubo della Grande guerra.


La vera DOWNTON ABBEY

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a famosa serie televisiva in costume ha ispirato anche un lungometraggio che approderà il 24 ottobre sul grande schermo: il film Downton Abbey, ambientato tra il 1927 e il 1930, più di un anno dopo gli eventi narrati nell’ultimo episodio della serie tv, continua a descrivere, in parallelo, la vita dell’aristocratica famiglia Crawley e dei suoi domestici (anche se gli spazi riservati alle

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abitazioni dei servitori sono stati ricostruiti negli Ealing Studios di Londra). Ma tra i numerosi “personaggi” che hanno popolato l’intricata trama, un posto d’onore spetta a Highclere Castle, il palazzo di epoca vittoriana che si trova nella contea inglese dello Hampshire, a sud di Newbury (e non nello Yorkshire come viene raccontato nella finzione). Con le sue decorazioni, le alte torri e le immense proporzioni (conta più di 300

Highclere Castle, proprietà dei conti di Carnarvon dal 1697, è ancora oggi una residenza abitata.

camere al suo interno), questo edificio storico, sorto sul sito di un antico castello medievale e ricostruito varie volte nel corso dei secoli, dal 1679 è la tenuta di campagna della famiglia Carnarvon, a cui appartiene ancora oggi. In stile. Nel 1838, il terzo conte di Carnarvon decise di ristrutturare il palazzo, commissionando il progetto a Sir Charles Barry (lo stesso architetto del palazzo di Westminster a Londra, noto


Il salone di Highclere Castle è stato usato anche per girare alcune scene di Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick

La maledizione egizia

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A sinistra, Highclere Castle è una residenza di campagna inglese, aperta al pubblico dal 2012. Sopra, la biblioteca con 5.650 volumi, di cui il più antico risale al XVI secolo.

come Houses of Parliament). Ci vollero quarant’anni per terminare i lavori, ma il risultato fu l’edificio in stile giacobiano (dal nome del re Giacomo I d’Inghilterra, 1566-1625) che ammiriamo oggi. Le sale di rappresentanza sono ricche di tesori, come le carte da parati in pelle provenienti da Cordoba o i dipinti fiamminghi della sala fumatori. Gli attori di Downton Abbey non sono stati i soli ospiti del palazzo: nel corso

degli anni, i Carnarvon hanno accolto nobili e personaggi illustri, dal primo ministro inglese Benjamin Disraeli, nel XIX secolo, alla regina Elisabetta II, grande amica del settimo duca di Carnarvon. Nel corso della Prima guerra mondiale, la contessa Lady Almina trasformò Highclere Castle in un ospedale militare e durante il Secondo conflitto mondiale qui vennero accolti i bambini evacuati da

Londra. Il palazzo non è l’unico gioiello di Highclere Castle: a circondare l’edificio c’è infatti un parco di più di 400 ettari, creato nel XVIII secolo da Lancelot Brown (detto Capability Brown) architetto britannico a cui si deve l’invenzione del giardino all’inglese. Per realizzare la sua idea di “paesaggio ideale” realizzò prati e laghi punteggiati da alberi di cedro del Libano, arrivando a far spostare un villaggio che “rovinava” il panorama. •

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ALAMY

Il fascino della campagna

ra i suoi tesori, Highclere Castle custodisce anche numerosi reperti archeologici dell’antico Egitto. A collezionarli fu George Herbert, quinto conte di Carnarvon, appassionato egittologo che finanziò la spedizione guidata da Howard Carter in cui venne scoperta la tomba di Tutankhamon (1922). Tesori nascosti. Secondo la leggenda, il sepolcro era maledetto, circostanza che i più superstiziosi videro confermata quando il conte morì, appena un anno dopo il ritrovamento del sarcofago (a destra). Gran parte della collezione è stata venduta ai musei, ma numerosi gioielli, statue, anfore e addirittura il sarcofago di una nobile egizia rimasero nascosti in un sottoscala della dimora, dove furono ritrovati solo nel 1987.


Le due facce di

BERLINO

Il Muro (qui visto dal lato ovest) con la Porta di Brandeburgo sullo sfondo, nel novembre del 1989.

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Trent’anni fa cadeva il Muro che separava Est e Ovest e che segnò una generazione. Che cosa sopravvive di quell’epoca nella capitale tedesca? di Matt Robinson

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a Porta di Brandeburgo, simbolo della città, rappresenta anche l’emblema della Cortina di ferro che per quasi cinquant’anni divise il mondo in due. Sulle rovine fumanti del Reich nazista, sconfitto nella Seconda guerra mondiale, l’attuale capitale tedesca divenne infatti l’epicentro di un nuovo scontro, tra l’ideologia capitalista e quella comunista. La striscia militarizzata che circondava il settore filooccidentale oggi non esiste più, così come sono scomparse le guardie di frontiera della Repubblica democratica tedesca (Ddr) presso la Porta di Brandeburgo, sostituite da frotte di turisti e artisti

di strada. Eppure qui ci furono due “patrie”: da un lato la Repubblica federale di Germania (Brd), che sopravvive nell’attuale Stato tedesco, dall’altro la Ddr scomparsa dal palcoscenico della Storia quando la Germania dell’Est annunciò, il 9 novembre 1989, che il Muro sarebbe stato abbattuto. Nel giro di poche settimane la gente radunata intorno a quel simbolo di divisione lo ridusse in briciole. E appena un anno dopo la Germania fu riunificata. A trent’anni dalla caduta del Muro (die Mauer) eretto nel 1961, le tracce di quelle due Germanie, così diverse tra loro, restano vive nelle strade, nei • musei, ma soprattutto nei ricordi dei berlinesi.


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