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2019
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GENITORI
& FIGLI
50 cos e
DA SAPERE Manuale aggiornato per conoscersi meglio
TEST
Che tipi siete tra le mura domestiche?
NONNI
Menomale che ci sono anche loro
INTERVISTA
Ilaria D’Amico: io, Gigi Buffon e la nostra tribù
Getty Images
Numeri
6 | FocusExtra 84
N. 84
06
Numeri FAMIGLIE PANDA E CALO DEMOGRAFICO L’Istat certifica il calo della natalità. I nuclei familiari fanno fatica a formarsi e i genitori sono sempre più anziani.
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Psicologia PERSONALITÀ A CONFRONTO Quanto conta il Dna nella formazione del carattere? E che effetti ha sui figli lo “stile educativo” dei genitori?
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Test SCOPRI CHE FIGLIO (O CHE GENITORE) SEI 18 domande per capire il tipo di relazione che ti lega ai tuoi cari e come puoi renderla migliore.
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Famiglie IL PUZZLE DELLE RELAZIONI Mamma, papà, bambini, nonni, fratelli e genitori acquisiti. Le famiglie moderne sono sempre più complesse.
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Tecnologia LA FAMIGLIA PIACE SOCIAL Smartphone e tablet sono sempre più presenti in casa. Li usano soprattutto i giovani, ma anche i nonni...
Nonni
Fidati, insostituibili e sempre più presenti
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All Canada Photos / Alamy / IPA
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Bullismo
Come capire se un ragazzo ne è vittima?
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Scuola e istruzione PRONTI PER IL FUTURO? Le professioni di domani e l’intraprendenza dei ragazzi. Ma anche: le difficoltà fra i banchi e le scuole di tanti anni fa.
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Adolescenti COME SONO CAMBIATI I TEENAGER L’età più difficile nell’era dei social, e il compito dei genitori.
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Impegno DALL’IDEOLOGIA ALL’ECOLOGIA Dalle proteste di nonni e genitori alle battaglie “eco” di oggi.
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Droga CANNE, ALCOL E ALTRE SOSTANZE Cresce la diffusione delle droghe; la nuova cannabis, molto più potente di un tempo, mette a rischio i giovani. Sesso L’EDUCAZIONE CHE MANCA Il dialogo sul sesso è ancora carente. Mentre si abbassa l’età della prima volta.
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Salute LA PREVENZIONE INIZIA IN CASA Dal cibo allo sport, lo stile di vita sano si impara in famiglia.
Copertina: GettyImages (3), Shutterstock (4) - Quarta di copertina: Shutterstock / Veronica Louro
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Famiglie QUESTA CASA È UN
10 PUZZLE
Si chiamano allargati i nuclei familiari composti da adulti separati o divorziati e dai loro figli. Sono sempre di più, ma decifrarne i canoni è ancora complicato.
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ALLARGATE E COMPLESSE. Nonostante
siano in costante aumento (sono ormai
più di un milione nel nostro Paese), le famiglie ricomposte rimangono un fenomeno poco studiato in Italia e presentano peculiarità e funzionamenti specifici, spesso ignoti anche ai professionisti. «In una famiglia tradizionale, i rapporti tra i membri sono ben definiti e chiari per tutti (madre-padre, padre-figlio, mogliemarito, ecc). Invece, in una famiglia ricomposta gli intrecci relazionali sono sfumati, e i confini e i ruoli sono da costruire ex novo», spiega l’esperta. «Inoltre, la costituzione di una nuova famiglia implica l’unione di due differenti nuclei, ciascuno con le proprie regole, costumi e rituali che vanno ristabiliti, a volte non senza fatica. Le famiglie ricomposte, insomma, sono differenti da quelle tradi-
zionali, ma questo non significa che non possano funzionare altrettanto bene. Il successo dipende poi molto dall’età dei bambini: più sono piccoli, più è facile per loro accettare il nuovo compagno dei genitori. Mentre per gli adolescenti, che per la naturale fase di crescita non hanno voglia di partecipare alla vita di casa, il processo è spesso più complesso. Sono soprattutto le figlie femmine a essere più oppositive; hanno infatti più spesso atteggiamenti di gelosia o invidia nei confronti dei nuovi partner dei genitori». TERMINI RIVELATORI. Insomma, rifarsi
una famiglia non è facile. Basti pensare che non esiste una parola, sia nella nostra lingua sia in numerose altre (tra cui l’inLe famiglie italiane ricomposte sono più di un milione e mezzo. E sono sempre di più.
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L
ei e lui, i figli di lei e i figli di lui, e poi magari anche i figli di entrambi. Le famiglie allargate sono una realtà sempre più presente nel mondo occidentale e in Italia rappresentano il 7-8% di quelle totali. Gli esperti le chiamano “ricomposte” (oppure ricostituite), intendendo «i nuclei in cui i figli vivono con un genitore biologico e il suo compagno, o la sua compagna, con cui non hanno alcun legame di sangue», chiarisce Monica Accordini, psicologa presso il Servizio di psicologia clinica per la coppia e la famiglia dell’Università Cattolica di Milano.
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Adolescenti
Apparentemente spavaldi, i teenager affrontano una delle etĂ piĂš complesse della vita.
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COME È 31 CAMBIATA
L’ADOLESCENZA S
ono nati negli anni Duemila. Sono quelli che, tra mille insicurezze e inevitabili bravate, attraversano l’età più incasinata della vita. Spavaldi, spregiudicati, esibizionisti, all’apparenza così sicuri di sé. Eppure, più tormentati, disorientati e frustrati di quanto lascino trasparire i selfie in bella posa con cui tappezzano i loro profili social. «Gli adolescenti sono supereroi fragili. Sembra che abbiano in mano il mondo, ma fanno i conti con forti disagi nell’animo». Martina Smorti, psicologa dell’Università di Pisa, sintetizza così i risultati di una vasta indagine promossa dalla Società italiana di pediatria (Sip). I ricercatori hanno contattato tutte le scuole superiori d’Italia, invitando gli studenti a rispondere a un questionario online, in forma anonima e volontaria: 60 domande su stili di vita, alimentazione, sessualità, sport, uso di Internet, dipendenze, salute psicoemotiva, socialità, famiglia. Più di 11.000 ragazzi, tra i 13 e i 21 anni (ripetenti inclusi), hanno aderito all’appello. La mole di dati aiuta a capire chi
sono, che cosa fanno e che cosa pensano i giovani d’oggi. ALLO SPECCHIO. Un aspetto centrale è la percezione del corpo. Con l’esplosione ormonale tipica della pubertà, compaiono il seno, la peluria, gli attributi maschili, i brufoli. L’immagine allo specchio si trasforma e si stenta a riconoscersi e ad accettarsi. Un adolescente su quattro, per esempio, si vede troppo grasso (mentre secondo i pediatri a questa età solo uno su dieci è davvero in sovrappeso). E sono soprattutto le ragazze, due volte più dei maschi, ad avere una visione distorta di sé, convinte di dover dimagrire, pur essendo in forma. «Questo le spinge a modificare le abitudini a tavola, e per esempio a saltare la colazione, evitare la merenda, mettersi a dieta o digiunare. Sono però comportamenti a rischio, che potrebbero degenerare in veri e propri disturbi alimentari», avverte Smorti. Verrebbe da dire: “alzi la mano chi si piaceva a quell’età…” Ma oggi la situazione è davvero più complicata. «Nella nostra società narcisista, dove tutto è
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È sempre stata l’età delle trasformazioni, ma nell’era dei social e dei like i ragazzi devono fare i conti con l’ansia da prestazione.
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Droga
CANNE 36
PERCHÉ IL CERVELLO VI
Nella marijuana di oggi c’è un tasso di sostanza psicoattiva più alto che in passato. Ecco come agisce e i gravi danni che provoca.
FUMO
VA IN
S
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e un ragazzo che fumava spinelli negli anni ’80 si fosse addormentato allora per svegliarsi adesso, non crederebbe ai suoi occhi. Fra negozi dall’insegna inequivocabile, dove si trova erba in biscotti e tisane, e la possibilità di scegliere fra canne con effetti più o meno potenziati, il consumo di cannabis ha cambiato pelle. Restando però saldo al primo posto fra le preferenze degli italiani che vogliono “farsi” di qualcosa: secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, il 20,7% dei 15-34enni l’ha utilizzata almeno una volta. E considerando gli adulti fino a 64 anni si sale al 26,3%. Siamo secondi solo alla Francia e addirittura primi in Europa nella fascia d’età 15-16 anni; ma anche gli adulti non scherzano: un consumatore abituale di canne su tre ha più di 35 anni. Quasi sempre di tratta di maschi, che tengono uno spinello nel comodino e fumano per rilassarsi, per abitudine o perché non possono più farne a meno. Incuranti dei possibili rischi. Che ci sono eccome, soprattutto per i più giovani, e dipendono anche dal fatto che non ci sono più le canne di una volta.
Non è “solo uno spinello”: è una droga molto pericolosa, soprattutto per il cervello degli adolescenti.
DIFFICOLTÀ COGNITIVE. Con gli anni, infatti, fra coltivazioni intensive in serra e incroci ad hoc, sono state selezionate varietà di erba a contenuto più elevato di Thc, la sostanza con effetti psicoattivi responsabile del senso di euforia e rilassamento e, ad alte dosi, di allucinazioni. Spiega Patrizia Hrelia, già presidente della Società italiana di tossicologia: «Ora esistono varietà di spinelli con Thc sopra al 30% (mentre fino a pochi anni fa si arrivava al 10%, ndr). Vere bombe che bruciano il cervello. Ma anche a prescindere dal dosaggio di Thc, i problemi dovuti all’abuso di cannabis sono noti: fa male ai polmoni, porta a un aumento della frequenza cardiaca, alterazioni psicomotorie, psicosi acuta, difficoltà cognitive. Le ripercussioni sul sistema nervoso non riguardano tanto gli adulti. Ma per il cervello in formazione degli adolescenti la cannabis è dannosissima: provoca una degenerazione permanente delle cellule nelle zone cerebrali dove hanno sede la memoria, il ragionamento, la capacità decisionale, l’elaborazione delle emozioni. Fumare prima dei vent’anni riduce la funzione mentale e il quoziente intellettivo».
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Sesso
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LA PRIMISSIMA
VOLTA
L’età alla quale i ragazzi scoprono il sesso si abbassa sempre di più. Ecco come possiamo aiutarli ad essere preparati.
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imentichiamo l’epoca in cui si raccontava che è la cicogna a portare i neonati, e si glissava su certi argomenti con frasi del tipo “ne parliamo quando sarai più grande”. Oggi più che mai, i bambini e i ragazzi hanno bisogno di spiegazioni chiare sul sesso, per essere preparati a recepire nel modo corretto i messaggi e le informazioni che, inevitabilmente, riceveranno da altri, e per imparare a vivere la sessualità in modo sereno. Anche perché l’età del primo rapporto sta scendendo: secondo lo Studio nazionale fertilità, pubblicato all’inizio di quest’anno e coordinato dall’Istituto superiore di sanità, a 16-17 anni il 35% dei ragazzi e il 28% delle ragazze hanno già avuto rapporti completi.
UNA MATERIA COMPLESSA. «L’educazione alla sessualità non
significa però soltanto spiegare come avviene l’atto, e poi disinteressarsi a tutto il resto», racconta Adele Fabrizi, psicologa dell’Istituto di sessuologia clinica di Roma. «Vuol dire, invece, guidare prima il bambino e poi il ragazzo in un percorso che
81% gli adolescenti che sanno che la donna può restare incinta già col primo rapporto
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L’età del primo rapporto sessuale si abbassa, ma i ragazzi spesso non sono pronti. Educarli è un compito che spetta agli adulti.
Salute
45 FACCIAMO
IL PUNTO
Q
SUI VACCINI
ualche luce, ma ancora molte ombre. Possiamo leggere così gli ultimi dati sulle vaccinazioni effettivamente eseguite nel nostro Paese, diffusi dal ministero della Salute e riferiti ai primi sei mesi del 2018. I termini di paragone sono gli obiettivi che lo stesso ministero si era posto con il Piano nazionale di prevenzione vaccinale, documento che indica quali vaccini devono essere offerti gratuitamente a tutti, e i livelli di copertura da raggiungere. Per quasi tutti i preparati, la percentuale di popolazione da immunizzare dovrebbe raggiungere il 95%; sono esclusi da questo obiettivo i vaccini introdotti più di recente (antimeningococco B, anti-rotavirus, antivaricella e anti-HPV per i maschi), per i quali è invece prevista una tappa intermedia del 75%.
IN MIGLIORAMENTO. La buona notizia
PUNTI ANCORA CRITICI. Non mancano però le notizie meno
buone, come la permanenza di una situazione a macchia di leopardo, con molte aree del territorio nazionale che mostrano coperture insufficienti sia per il vaccino esavalente sia per quello trivalente. Nella provincia autonoma di Bolzano, per esempio, le coperture si fermano rispettivamente all'89,3% e 80%: «Numeri che si spiegano con una tradizione storica di rifiuto delle vaccinazioni», commenta Lopalco. Anche in altre aree la copertura non raggiunge il 93% (Marche, Abruzzo, Sicilia, Friuli Venezia Giulia e Calabria), anche se in questi casi i no-vax non c’entrano: «Più probabilmente è la conseguenza di difficoltà organizzative dei servizi, che sono spesso sotto organico». La notizia peggiore riguarda però il richiamo per la trivalente, che andrebbe fatto a 5-6 anni: a livello nazionale siamo al 90%, ma in molte regioni ci si colloca ancora al di sotto di quella soglia, con valori che fanno sì che malattie che potrebbero essere ormai debellate siano tornate a colpire. Nei primi 6 mesi di quest’anno, i casi di morbillo sono stati più di mille, con un decesso legato alla malattia e ben due casi di encefalite, una complicazione molto grave che si verifica quando il virus arriva al cervello. «Un segnale evidente – spiega l’epidemiologo – di quanto facciano fatica i servizi a gestire il sistema dei richiami, con lettere di convocazione che non partono, o appuntamenti fissati a orari impossibili e che magari gli utenti non riescono a modificare a meno di non perdere ore al telefono».
Cresce il numero di chi si protegge, ma alcune regioni sono indietro e il morbillo preoccupa
riguarda la vaccinazione obbligatoria esavalente (contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B ed Haemophilus influenzae), che si somministra ai bambini nel primo anno di vita. A livello nazionale siamo infatti al 95,1% di bambini immunizzati, con regioni che addirittura superano il 97%. E arriva quasi alla meta anche la copertura per la prima dose del vaccino trivalente – contro morbillo, parotite e rosolia – anch’esso obbligatorio: 94,1%, con un aumento del 2,3% rispetto alla fine del 2017. Del resto – ed ecco l’altra buona notizia – il dato positivo nell’ultimo anno è generalizzato e riguarda anche le vaccinazioni non obbligatorie (contro le meningiti, lo pneumococco e il rotavirus). Un effetto che l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene all’Università di Pisa, non esita ad attribuire alla legge sull’obbligo: «In primo luogo perché, anche a costo di un superlavoro, ha costretto i servizi vaccinali a rimettersi in gioco per fornire un’offerta migliore, ma anche perché ha per-
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messo di riavvicinare ai servizi quella parte di pubblico più distratta o spaventata».
IL MORBILLO DEI “GRANDI”. Del resto, la scarsa copertura per
il vaccino contro il morbillo non è un problema solo italiano. In Europa è in corso un’epidemia che dal primo gennaio 2016
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al 31 marzo 2019 ha fatto contare oltre 44.000 casi di malattia. E tra i più colpiti ci sono stati proprio adolescenti e giovani adulti. «Ecco perché è sbagliato pensare al morbillo come a una malattia da bambini ed è invece importante che anche i ragazzi e gli adulti verifichino se sono protetti o meno. Se non lo sono è opportuno che corrano ai ripari, facendosi vaccinare». ADOLESCENTI NON PROTETTI. Tra le ombre della situazione
italiana c’è infine da annoverare lo scarsissimo successo del vaccino anti-HPV, che protegge dal papillomavirus, responsabile di infezioni che possono provocare il tumore del collo dell’utero e altre forme di cancro, che complessivamente fanno registrare circa 6.500 casi all’anno. La vaccinazione è raccomandata a ragazze e ragazzi nel dodicesimo anno d’età, ma le coperture sono davvero molto basse: 49,9% per le femmine e 15,4% per i maschi. Una conseguenza della paura di effetti collaterali neurologici, in realtà mai di-
La copertura per i vaccini nel primo anno di vita è nel target previsto dal Ministero.
Pericolo rosolia Malformazioni cardiache, sordità, cecità: sono tra le conseguenze della rosolia congenita, infezione che può essere contratta dal feto durante la gravidanza, se la madre è a sua volta infetta. Il sistema di sorveglianza nazionale riferisce che tra il 2005 e i primi due mesi del 2018 se ne sono verificati 88 casi, con picchi nel 2008 e nel 2012. È ancora molto alto, dunque, il prezzo da pagare per un’infezione che potrebbe essere prevenuta dalla vaccinazione, che per questo è caldamente raccomandata dal ministero della Salute a tutte le donne in età fertile.
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