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I DENTI RACCONTANO L’EVOLUZIONE DELL’UOMO E L’ORIGINE DI TANTE MALATTIE
Così probabilmente appariva Lucy, Australopithecus afarensis, nostro lontano antenato.
DALLA CLAVA ALLO SPAZZOLINO BIOLOGIA IL CORPO DELL’ATLETA TROPPO MASCOLINA
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20 GIUGNO 2019 LUGLIO 2019 € 3,90 IN ITALIA
NATURA UN FUNGO STERMINA LE RANE DEL MONDO
SPAZIO IL METEO SU SATURNO? PIOVONO DIAMANTI
TECNOLOGIA IL GIGANTE ITALIANO CHE DIFENDE I MARI
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Scoprire e capire il mondo 8 PRISMA 10 Il caro estinto 12 La foto sonora 15 I numeri 19 Il gioco dei perché 24 Il riso 28 Cogli l’etimo 30 Quattro domande
L’intervista al guardiano di Machu Picchu
30
L’arte del cioccolato diventa scienza
16
dossier PER HOMO 32 HOMO DENTE PER DENTE
Quanto è stata importante la dentatura nell’evoluzione della nostra specie.
PIÙ PERICOLI 38 SEMPRE SONO NASCOSTI IN BOCCA
Il diabete, l’impotenza, le cardiopatie e (per un recente studio) perfino l’Alzheimer: tutte le patologie che potrebbero dipendere da una scarsa igiene orale.
44 IL DENTISTA HI-TECH
Super materiali, robot, stampanti 3D e intelligenza artificiale: ecco le nuove armi dei medici. E il loro costo.
50 SE SPARISSERO LE NUVOLE
58 A TUTTO CAMPO
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scienza
Per fortuna il ciclo che porta alla loro formazione non potrebbe mai interrompersi del tutto. Ma per capire quanto sono fondamentali, basta vedere quanti problemi sta creando l’assottigliamento degli stratocumuli oceanici.
sport
Da spazi per il basket per i ragazzi del quartiere a... tele giganti su cui gli artisti hanno creato le loro opere. Un invito a giocare.
L’importanza dell’igiene orale non si ferma in bocca
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Come funziona la gigantesca macchina che tappa le fughe di petrolio
In copertina: E. Daynes/Science Photo Library/Agf/Getty Images/elaborazione Stefano Carrara - Getty Images - George Kamper/georgekamper.com - Science Photo Library/Agf - Luca Rotondo.
Focus | 3
64 NELLA MENTE DI UN PEDOFILO
68 IL GIGANTE BUONO
84 CHE TEMPO È PREVISTO SU SATURNO?
comportamento
Gli scienziati studiano come si possa arrivare a compiere atti crudeli contro i bambini.
made in Italy
L’unico macchinario al mondo capace di tappare le fughe di petrolio dagli abissi marini è italiano. Siamo andati a vedere come funziona e a simulare un intervento di emergenza.
spazio
Tempeste secolari, precipitazioni inaspettate, nubi di ammoniaca, neve di azoto... Abbiamo provato a stilare le previsioni meteo di pianeti e satelliti del Sistema solare.
90 BACIAMI SCIENZIATO animali
Al contrario dei loro cugini rospi, che nelle fiabe cercano una principessa, le rane confidano negli studiosi.
98 LA STRAGE DELLE RANE animali
Un subdolo, minuscolo fungo sta estinguendo tutti gli anfibi. Con profonde e complesse conseguenze ecologiche.
104 IL CORPO DEL REATO
sport
Che cosa significa troppo testosterone in una donna? Dà un vantaggio eccessivo alle atlete? Il caso della campionessa sudafricana Caster Semenya, bandita e poi riammessa alle gare, visto dalla scienza.
104
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Un neurone produce circa 1 nanoampere di corrente ogni volta che è attivato
130 SUBDOLI CONDIZIONAMENTI
113 GLI INGREDIENTI DELL’UNIVERSO
122 IL MIO REGNO PER UN PO’ DI RIPOSO
Il ferro del sangue, il silicio del computer, l’ossigeno dell’aria... Arrivano tutti dalle stelle. E sono gli stessi ovunque.
storia
La vita media si allunga anche per re e regine, che sempre più spesso sentono il peso degli anni.
RUBRICHE
7 L’oblò 76 Domande & Risposte 110 Mondo Focus 120 Tipi italiani 138 A confronto 147 MyFocus 152 Giochi 158 Cartellone
comportamento
Dalla temperatura al bisogno di fare pipì: otto fattori insospettabili che ci spingono a...
134 LIGABUE RUGGIVA ALLA VITA
scienza
Il caso di Caster Semenya
arte
L’arte di Antonio Ligabue, il pittore che si sentiva una tigre, raccontata in tutta la sua tormentata energia da Vittorio Sgarbi.
140 IL MIO MONDO DI SOPRA intervista
L’astronauta italiano Luca Parmitano si racconta a poche settimane dal suo ritorno nello spazio, dove rimarrà per più di sei mesi.
76
Chi fa le indagini in caso di un omicidio al Polo Nord?
4 | Focus
Ci trovi anche su:
dossier
CONCETTI CHIAVE • Coperti dallo smalto (cristalli di idrossiapatite, un minerale molto resistente), i denti sono la parte del nostro corpo che si degrada meno.
• Anche l’ultima scoperta sul fatto che la distinzione tra Homo neanderthalensis e sapiens sia molto più antica viene da uno studio sui denti.
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• Per questo, nei siti archeologici se ne trovano spesso.
HOMO PER HOMO DENTE PER DENTE G CHEESE! Il cranio di un Australopithecus afarensis, una delle specie che si pensa sia tra gli antenati dell’uomo moderno. In alto a destra, la ricostruzione del suo aspetto.
uardatevi in bocca: a meno che non siate attori, modelle, o figli di dentisti, probabilmente vedrete denti non allineati, magari con carie o cresciuti male: alcuni potrebbero non essere nemmeno usciti. La maggior parte delle altre specie non ha disturbi così diffusi o problemi ortodontici. Perché la nostra bocca, invece, è fatta così male? La risposta è scritta nella nostra storia evolutiva. SCRITTO NEL SORRISO Seguendo le modifiche dei denti possiamo capire com’è cambiata la vita dei nostri antenati. Come siamo arrivati a masticare il cibo che mangiamo, e quali alimenti in particolare ci hanno nutrito nei milioni di anni della nostra storia. Per questo, la dentatura permette ai paleoantropologi di disegnare la storia del nostro passato, ma serve
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scienza orale
Quanto è stata importante la dentatura nell’evoluzione della nostra specie. di Marco Ferrari
anche (e soprattutto) per svelare i profondi cambiamenti ambientali che gli ominidi che ci hanno preceduto hanno dovuto affrontare, e ai quali si sono adattati, fino a trasformarsi nell’“animale onnivoro” che siamo oggi. A differenza di quello che accade per altri mammiferi, infatti, i denti dei nostri antenati non erano specializzati e adatti a cibi particolari. Non avevano certo la precisione dei canini del leone o la robustezza delle zanne di un elefante: «La storia della nostra evoluzione è molto più complessa di quanto si pensasse, e anche la forma e la funzione dei denti non hanno avuto un andamento lineare», dice Stefano Benazzi, professore di antropologia all’Università di Bologna, ed esperto dell’evoluzione dei denti. Una cosa è certa però: i denti umani possono essere considerati un ottimo compromesso per arrivare a spezzare e masticare una vasta serie di cibi. Focus | 33
scienza
Se VIDEO
GUARDA LE NUVOLE PIÙ STRANE DEL CIELO INQUADRA LA PAGINA CON LA APP INFO A PAGINA 5
Per fortuna il ciclo che porta alla loro formazione non potrebbe mai interrompersi del tutto. Ma per capire quanto sono fondamentali, basta vedere quanti problemi sta creando l’assottigliamento degli stratocumuli oceanici.
Reuters/Contrasto
di Nicola Nosengo
sparissero
50 | Focus
“V
anno, vengono, ogni tanto si fermano”. Così fanno le nuvole, nei primi versi di una canzone di Fabrizio De André dedicata proprio a loro. Andare e venire è la natura delle nuvole, ma se a un certo punto andassero per non tornare più? Che cosa accadrebbe al nostro pianeta se scomparisse quel manto che in ogni momento ne ricopre una gran parte? Se pensate che un cielo sempre sereno sarebbe una bella prospettiva, siete fuori strada. La Terra non sarebbe più, semplicemente, il mondo che conosciamo. La domanda sul destino delle nuvole è meno bizzarra di quanto possa sembrare, dopo la pubblicazione di uno studio su Nature Geoscience curato da tre ricercatori del California Institute of Technology, guidati da Tapio Schneider. I tre hanno simulato al computer, con un livello di dettaglio finora mai raggiunto, gli effetti che i livelli sempre più alti di anidride carbonica che stiamo immettendo nell’atmosfera potrebbero avere su una particolare, e importantissima, famiglia di nuvole: gli stratocumuli, nubi basse, scure e molto estese che coprono gli oceani. E hanno concluso che quelle nuvole, almeno per come le conosciamo oggi, potrebbero sparire nel giro di un secolo o poco più, causando effetti a catena che cambierebbero il volto del pianeta. «Gli stratocumuli si trovano su gran parte degli oceani, soprattutto alle alte e medie latitudini», spiega Vincenzo Levizzani, dirigente di ricerca all’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Cnr di Bologna. «Sull’oceano Atlantico, per esempio, si trovano dal Polo fino all’arcipelago britannico, e tra le coste del Sud America e quelle dell’Africa Centrale». Sono nubi stratificate che si formano per la salita di aria calda e umida sugli oceani, che a un certo punto incontra uno strato di aria più fredda e resta intrappolata lì, tipicamente ad altez-
ze dai 2.000 ai 2.500 metri, formando nuvole dello spessore di circa un chilometro. «Sono importanti», prosegue Levizzani, «perché coprono porzioni enormi del globo, e si mantengono stabili a lungo, a differenza di altre nubi che in un’ora o due si dissolvono. E quindi fanno da ombrello alla radiazione solare, proteggendoci dal riscaldamento eccessivo. Se iniziassero a dissolversi ci sarebbe da allarmarsi». TURBOLENZE DISTRUTTIVE E lo studio del CalTech dice proprio che, se la presenza di anidride carbonica in atmosfera arrivasse a 1.200 parti per milione (tre volte il valore attuale, ma senza un’inversione di tendenza nelle emissioni sarebbe raggiunto nel giro di un secolo), addio stratocumuli. Da un lato, a quei livelli di CO₂, sia la superficie terrestre sia l’atmosfera si riscaldano per effetto serra, e il calore provocherebbe turbolenze nelle nubi che renderebbero più difficile tenerle assieme. Dall’altro, la parte alta dell’atmosfera diventerebbe più umida, rompendo quel delicato meccanismo di aria calda che sale verso l’alto che è alla base della formazione degli stratocumuli. «Non è proprio vero che sparirebbero», chiarisce Elsa Cattani, anche lei ricercatrice all’Isac-Cnr. «Finché c’è acqua negli oceani le nuvole si formano sempre, anzi in un clima più caldo se ne formerebbero ancora di più». Ma gli stratocumuli diventerebbero instabili, frantumandosi presto in nubi più piccole e volatili, incapaci di fare da ombrello. «Sarebbe uno scenario catastrofico», ha spiegato lo stesso Schneider commentando il proprio studio. L’enorme quantità di calore in più che raggiungerebbe l’oceano in assenza del filtro degli stratocumuli aumenterebbe la temperatura e la velocità dell’evaporazione dell’acqua. E poiché il vapore d’acqua è esso stesso un gas serra, contribuirebbe a un ulteriore riscalda-
le nuvole catastrofi a catena Focus | 51
SCHIACCIATI Molti pedofili hanno qualcosa in comune: sono stati vittime di violenza psicologica da parte di un genitore che amava dominarli, mentre l’altro genitore li trattava da incapaci.
Shutterstock
comportamento
CHE COSA SI NELLA MENTE DI UN PEDOFILO
Gli scienziati studiano come si possa arrivare a compiere atti crudeli contro i bambini. All'origine di queste violenze ci sarebbero molti e ripetuti traumi infantili.
U
di Marta Erba
n mostro: la persona accusata di pedofilia genera spesso reazioni potenti, viscerali. Che cosa c’è di peggio che abusare sessualmente di un bambino, che non può difendersi né capire, e che porterà le conseguenze di quel trauma per tutta la vita? Chi lo fa non può che essere un diavolo, un orco. Parole che, se da una parte permettono di prendere le distanze da qualcosa che percepiamo disumano, “mostruoso” appunto, dall’altra non aiutano a comprendere un fenomeno che è tutt’altro che raro. I pedofili sono infatti numerosi, visto che a subire abusi sessuali è circa un bambino su 10, anche se i dati sono incerti e contraddittori, considerando che la maggior parte dei casi non viene alla luce. E sono persone di ogni età ed estrazione sociale, per lo più maschi (le donne sarebbero circa il 4 per cento). REALTÀ COMPLESSA Ma che cos’è, esattamente, la pedofilia? Si tratta di un interesse sessuale rivolto esclusivamente a bambini che non hanno raggiunto la maturità sessuale, cioè con un’età massima che oscilla fra gli 11 e i 13 anni. Il termine (inappropriato, visto che significa letteralmente “amore per i bambini”) fu coniato dallo psichiatra tedesco Richard von Kraft-Ebing, autore nel 1895 della Psichopatia sexualis, gigantesco tomo in cui per la prima volta veniva identificata, e classificata come “perversione”, la ricerca di rapporti sessuali con i più piccoli. In ogni caso, con pedofilia si intendono comportamenti in parte diversi: oltre agli abusatori di bambini, ci sono pedofili che si limitano a trarre piacere “a distanza” (come i numerosi frequentatori di siti pedopornografici); ci sono poi abusatori che sessualmente non sono esclusivamente pedofili, poiché
hanno anche una vita sessuale con persone adulte, come avviene nei casi in cui l’abuso è commesso da un genitore o un familiare del bambino (oltre il 60 per cento dei casi secondo i dati di Telefono Azzurro). La pedofilia va poi distinta dall’attrazione per minori sessualmente maturi: si parla di “efebofilia” se le vittime sono maschi, di “lolitismo” se femmine (da Lolita, il romanzo di Vladimir Nabokov del 1955, che racconta di un professore di mezza età che si innamora di una dodicenne). LE CAUSE Difficile capire che cosa induce il pedofilo a desiderare sessualmente un bambino. Alcuni ricercatori hanno cercato di individuare anomalie nel cervello che possano portare a questo comportamento, e che sarebbero potenzialmente utili alla diagnosi precoce. In alcuni casi sono stati riscontrati deficit di funzionamento a livello del lobo frontale (che hanno l’effetto di rendere più disinibiti) e anomalie dell’ipotalamo e dell’amigdala (aree che hanno a che fare con la sessualità); in un paio di casi tumori in queste zone del cervello sono stati ritenuti all’origine di comportamenti pedofili da parte di persone che, prima della malattia, non avevano mai avuto questi istinti. Si tratta tuttavia di casi sporadici, che almeno per ora non permettono di concludere che la pedofilia sia attribuibile a un danno organico. Oggi si ritiene che nella maggior parte dei casi la pedofilia sia invece dovuta a un danno psicologico e affondi le sue radici nell’infanzia. In che modo? A lungo si è ritenuto che la maggior parte dei pedofili avesse subìto un abuso sessuale: la tendenza a ripeterlo era considerato un modo, spesso inconsapevole, di “riscattarsi dal passato”. Le ultime indagini fanno però pensare a una realtà più complessa. Del resto il pedofilo ha spesso un Focus | 65
made in Italy
EXTRALARGE OIE (Offset Installation Equipment), un gioiello tecnologico dell’azienda italiana Saipem. Serve a bloccare fughe sottomarine di greggio.
IL GIGANTE
È l’unico macchinario al mondo capace di tappare le fughe di petrolio dagli abissi marini. Ed è italiano, uno dei fiori all’occhiello di Saipem. Siamo andati a vedere come funziona e a simulare un intervento di emergenza.
BUONO
di Riccardo Oldani foto di Luca Rotondo per Focus Focus | 69
sport
Il corpo del reato
LA VICENDA • 2009: Casper Semenya è oro ai Mondiali di Berlino; qualcuno avanza dubbi sul suo sesso. • 2011: La Iaaf vara un regolamento che esclude dalle gare le atlete con livelli elevati di testosterone.
• 2019: Il Tribunale dello sport (Tas) respinge il ricorso di Semenya.
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• 2015: L’indiana Dutee Chand ottiene lo stop alle norme. Nel 2018 la Iaaf ne presenta di nuove e Semenya fa ricorso.
SOLA AL COMANDO La straordinaria performance di Caster Semenya alla Diamond League di atletica, che si è tenuta il 3 maggio a Doha. Pochi giorni dopo è entrato in vigore il regolamento che esclude dalle gare atlete che, come lei, hanno livelli di testosterone superiori a 5 nanomoli per litro.
Che cosa significa troppo testosterone in una donna? Dà un vantaggio eccessivo alle atlete? Il caso della campionessa sudafricana, bandita dalle gare, visto dalla scienza. di Margherita Fronte
intervista
Luca Parmitano
Il mio mondo di sopra «I
L’astronauta italiano si racconta a poche settimane dal ritorno nello spazio, dove rimarrà per più di sei mesi. di Elisabetta Intini 140 | Focus
mmaginate. Immaginate di vedere la Terra da 400 km di distanza. Vicina ma irraggiungibile. Con tutto quello che avete di più caro al mondo. Con tutta l’umanità, presente, passata e futura. Come potrei descrivere questa sensazione? Non esistono, le parole. Non si ha mai un’emozione soltanto, il nostro cervello non funziona così. È come chiedere a un bambino che ha sempre vissuto in montagna che cosa prova a vedere il mare per la prima volta». Non capita spesso che Luca Parmitano, esploratore moderno di rara ricchezza comunicativa, resti a corto di aggettivi: mentre ci parla dal vivavoce della sua auto, al rientro dal quotidiano addestramento al Johnson Space Center della Nasa di Houston, torna con la mente alla Cupola della Stazione Spaziale Internazionale (Iss), gli occhi puntati verso Terra, il corpo a galla nello spazio. Tra non molto l’astronauta 42enne dell’Esa rivivrà quell’esperienza di persona. La partenza di Beyond, la missione che lo vedrà
impegnato nel nostro avamposto orbitante per quasi 7 mesi, è fissata per il 20 luglio 2019. Una dedica al cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna? In realtà la data del lancio si sceglie in base ai dati orbitali. In un certo senso siamo stati fortunati: un paio di anni fa, quando sono stato assegnato alla Spedizione 60-61, mi hanno chiesto di disegnare una patch (il simbolo della missione che viene cucito sulle tute, ndr) dedicata all’Apollo 11. A quel tempo il lancio era fissato per la fine di maggio: saremmo stati in orbita proprio per le celebrazioni del 50esimo. Così oltre all’esagono della Cupola, sullo stemma c’è una costellazione a forma di aquila che scende sulla Terra con la Luna sullo sfondo – una trasposizione del modulo lunare dell’Apollo 11, Eagle, che atterra sulla Luna con la Terra sullo sfondo. Ci sono poi le tre stelle di Scienza, Tecnologia ed Esplorazione che formano una “L”, il numero romano per i 50 anni. E infine un dettaglio di cui mi fregio di essere stato l’autore: la scelta
Bram Vanhaeren
AL SERVIZIO Luca Parmitano, 42 anni, sarà il primo comandante italiano della Iss. «Il comandante è al servizio del suo equipaggio», spiega. «Il suo tempo e la sua attenzione appartengono all’equipaggio».