Focus Storia n. 160 - Febbraio 2020

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Storia SCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE

n°160

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febbraio

LA VITA DA PRIMATO DEL CONQUISTATORE MACEDONE

ALESSANDRO

il ragazzo che volle tutto

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Sped. in A.P. - D.L. 353/03 art.1, comma 1, DCB Verona

GIORGIO VASARI VITE E SEGRETI DEI GRANDI ARTISTI DEL RINASCIMENTO

EBREI

COME È NATO E COME SI È DIFFUSO L’ANTISEMITISMO

GIULIA DOMNA

LA DONNA PIÙ POTENTE DELL’IMPERO ROMANO ERA UNA STRANIERA


Febbraio 2020

focusstoria.it

Storia

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a famiglia del padre, Filippo II di Macedonia, vantava tra gli ascendenti Ercole, figlio di Zeus; la famiglia di Olimpiade, la madre, risaliva ad Achille, l’eroe della guerra di Troia. Ora, con un albero genealogico simile unito alle conseguenti aspettative di mamma e papà, si può mai crescere normali? Be’, Alessandro normale non lo fu mai. Fin dalla più tenera età il giovane rampollo sbalordì per acume, audacia, determinazione. Che fosse grande già da piccolo era, insomma, chiaro. Che avrebbe superato ogni aspettativa arrivando con le sue conquiste oltre i limiti del mondo (allora) conosciuto era meno scontato. In competizione con lo stesso padre (“quanto più erediterò da lui, tanto meno potrò conquistare da solo”), Alessandro dimostrò a 16 anni di saper governare e a 18 di essere imbattibile in guerra. La morte se lo prese appena 33enne, ed entrò nel mito: per la storia e per tutti i grandi condottieri che da quel momento in poi si sono ispirati a lui. Emanuela Cruciano Caporedattore

COPERTINA: RICOSTRUZIONE DI GRZEGORZ PEDZINSKI

RUBRICHE 4 FLASHBACK 6 LA PAGINA DEI LETTORI 8 NOVITÀ & SCOPERTE 11 TECNOVINTAGE 12 MICROSTORIA 14 UNA GIORNATA DA... 30 MONDI PARALLELI 65 COLD CASE 66 PITTORACCONTI 68 DOMANDE & RISPOSTE 110 DISCORSO 112 AGENDA

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L’esercito macedone si scontra con i regni indiani, in un quadro ottocentesco.

CI TROVI ANCHE SU:

In copertina: Alessandro Magno in una ricostruzione.

IN PIÙ... CULTURA E SOCIETÀ 16 Ebrei da odiare Storia e origini dell’antisemitismo.

PERSONAGGI 24 L’ambizione

di Giulia

Giulia Domna, la donna più potente dell’Impero romano.

PRIMA GUERRA MONDIALE 70 Alleato tabacco La sigaretta: unico conforto al fronte.

74 LaPREISTORIA rotta dei ALESSANDRO MAGNO: OLTRE IL MITO 36 Il piccolo principe

Che ambizioni aveva il giovane macedone? Come venne educato al difficile compito che lo attendeva? Cosa pensava del potente padre Filippo?

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Quasi divino

In vita convinse tutti di essere un dio o almeno un eroe. E da morto lo diventò.

46 Il mondo in pugno

Alessandro iniziò a combattere da ragazzo e una volta sul trono si mise in testa di conquistare il mondo, fino all’Asia più profonda. Ecco come ci riuscì.

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I suoi amori

La madre Olimpiade, il compagno d’armi Efestione e, forse, la moglie Rossane: ecco chi si contese il cuore del padrone del mondo..

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Prima e dopo

Partendo dalla remota Macedonia, in soli 13 anni riuscì a fondare un impero sconfinato che non gli sopravvisse. Ma il mondo dopo il suo passaggio non fu più lo stesso.

megaliti

La civiltà che realizzò giganteschi monumenti in pietra.

80 LeRINASCIMENTO vite degli altri Vasari: il biografo dei grandi geni.

CINEMA 86 Ciak si scherza

Si può fare la parodia degli orrori della Storia?

GRANDE TEMA 88 Tre corone

per un re

Carlo di Borbone: un sovrano illuminato.

ARTE 94 Modigliani

Una mostra a cento anni dalla morte dell’artista livornese.

ANNIVERSARI 100 Quel giorno c’ero Quando Nelson Mandela fu scarcerato.

SETTECENTO 104 Un pennello per

tutte le stagioni Il pittore J. L. David e la politica.

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NEI PROSSIMI NUMERI

SOCIETÀ

A OGNI EPOCA IL SUO MEDICO

FAR WEST

GLI INDOMABILI

L’epopea dei guerrieri indiani che provarono a resistere all’inarrestabile avanzata dei coloni bianchi verso il West.

CORBIS VIA GETTY IMAGES

Dalla tradizione magico-religiosa dell’antichità al giuramento d’Ippocrate (recitato ancora oggi dai neolaureati): la lunga strada della medicina.

PERSONAGGI

BARTOLOMEO BOSCO

“Re dei prestigiatori e prestigiatore dei re”: la storia del più importante mago italiano vissuto tra ’700 e ’800.

TERRORISMO

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MONDADORI PORTFOLIO/LEEMAGE

IN EDICOLA DAL 15 FEBBRAIO CON TANTE ALTRE STORIE E PERSONAGGI

GLI ANNI DI PIOMBO

Tra il 1969 e il 1982 la storia italiana è stata caratterizzata dal dilagare di una violenza politica che portò a 1.100 feriti e più di 350 morti. Perché? 113

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Ciclicamente l’antisemitismo torna ad alzare la testa. Perché? Storia e origini del “male oscuro” dell’Occidente. di Riccardo Michelucci

EBREI DA

ODIARE

ALBUM/SFGP/MONDADORI PORTFOLIO

È

stata definita la forma d’odio più antica della Storia. Un’ostilità costante e duratura basata sulla persistenza di alcuni stereotipi. Su accuse false e irrazionali che hanno attraversato i secoli innescando drammatiche persecuzioni. Fin dall’antichità gli ebrei sono stati accusati di essere barbari e sanguinari perché non partecipavano ai culti pagani delle altre popolazioni, di non riconoscersi nelle divinità degli Stati in cui vivevano. In seguito è arrivata l’accusa di “deicidio”, ovvero dell’uccisione di Cristo – anche se la crocifissione era una condanna romana –, di praticare omicidi rituali di bambini cristiani, di avvelenare i pozzi, di diffondere la peste nera, di praticare la stregoneria e di cospirare per distruggere il mondo cristiano. In epoca moderna è stata infine teorizzata l’esistenza di  un “complotto ebraico” per conquistare il

ALAMY/IPA

CULTURA E SOCIETÀ


Morte ai deicidi

In questo quadro è rappresentato un massacro di ebrei a Toledo. Le persecuzioni in Spagna ebbero inizio nel 1391, quando 4mila judeos furono sterminati a Siviglia.

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LEDEGLI VITE ALTRI

RINASCIMENTO

C’

è chi colleziona farfalle, francobolli o schede telefoniche. Giorgio Vasari invece collezionava vite di artisti. No, non era un efferato serial killer, piuttosto uno zelante raccoglitore di fatti curiosi. Ed è grazie alla sua penna se, tra i non addetti ai lavori, Giotto è diventato famoso come l’artista capace di tracciare una circonferenza perfetta a mano libera, Leonardo da Vinci come uno che lasciava spesso le opere a metà e Michelangelo Buonarroti come il genio che si separò dai suoi stivali di pelle di cane soltanto quando gli si incollarono alla pelle. Vasari raccolse infatti aneddoti divertenti, vizi e virtù, pregi e difetti veri o presunti di oltre 160 tra coloro che riteneva i principali artisti vissuti a cavallo tra Medioevo e Rinascimento, in quella che oggi è la sua opera più famosa: Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori et architettori. Senza di lui, come avremmo fatto? A quali altre fonti altrettanto ricche ci saremmo potuti appellare? È presto detto: a nessuna, perché all’epoca non ne esistevano. Il suo fu il primo libro di storia dell’arte mai scritto, la prima raccolta di biografie di artisti e, per secoli, anche l’unica fonte di notizie su di loro e le loro opere. «Le Vite hanno influenzato il modo in cui si pensa all’arte e alla storia in generale, si organizzano i musei e vi si espongono le opere, si scrivono e si leggono le biografie, si guarda alle vicende di celebri personaggi storici per capire perché si sono comportati in un certo modo e perché hanno preso decisioni che hanno cambiato il nostro mondo», affermano gli storici Noah Charney e Ingrid Rowland, nel loro saggio Vasari. Il collezionista delle vite dei grandi artisti (Mondadori). L’idea del libro che lo avrebbe fatto passare alla storia come il “padre della storia dell’arte” ebbe

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origine una sera del 1545, durante una cena con il cardinale Alessandro Farnese. Ma che ci faceva a Napoli, all’aristocratica tavola di un alto prelato, un toscano della classe media che di professione non faceva il biografo bensì l’artista? Per rispondere a questa domanda, bisogna tornare al 30 luglio 1511, quando l’eclettico scrittore delle Vite venne alla luce ad Arezzo.

AMICI MEDICI. Pittore, architetto e disegnatore dotato, anche se forse un po’ snobbato dai moderni storici dell’arte, nacque in una famiglia di abili e colti artigiani. Fu però il prozio ad avallare le sue inclinazioni artistiche, spingendo il padre ad assecondarne la passione per il disegno: “Impara, parentino”, gli suggerì. E Giorgino fu abbastanza saggio da seguire il consiglio. Il salto di qualità arrivò nel 1524,

La sua fortuna

Due pagine delle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori et architettori, il libro che rese celebre Giorgio Vasari (15111574): qui è aperto sulla vita di Michelangelo con ritratto. A destra, autoritratto del biografo artista, dipinto nel 1566.


Artista poco apprezzato, Vasari diventò il leggendario biografo dei grandi geni della sua epoca e l’inventore della storia dell’arte.

AKG-IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO (2)

di Maria Leonarda Leone


CINEMA Si può fare la parodia anche degli orrori storici? Un film nelle sale riapre il dibattito. Ecco una carrellata di precedenti illustri.

CIAKsi scherza L

a fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà”, il motto anarchico di fine Ottocento si adatta bene a quelle pellicole che hanno affrontato temi e personaggi storici attraverso la chiave dell’ironia. Il cinema, a più riprese, ha sbeffeggiato la preistoria, il selvaggio West, la religione, la Prima e la Seconda guerra mondiale, e ha scherzato su personaggi come Luigi XVI, Nerone e persino Gesù. Ma il più “bersagliato” dalla parodia cinematografica è anche il più duro da digerire, Adolf Hitler, protagonista della commedia Jojo Rabbit appena uscita sul • grande schermo.

KEYSTONE PICTURES USA/MONDADORI PORTFOLIO

di Marco Consoli

La dittatura della risata i può avere Hitler come amico immaginario? È quello che succede nella commedia Jojo Rabbit (nelle sale dal 16 gennaio) in cui un ragazzino membro della gioventù hitleriana scopre che la madre nasconde un’ebrea in casa e chiede aiuto al Führer, che appare (soltanto a lui) per consigliarlo sul da farsi. Il film (a destra) prende in giro la propaganda del Terzo Reich, scherzando anche sui libri sgraditi al regime dati alle fiamme. Un tema delicato, tanto da avere sollevato non pochi dubbi sull’opportunità di farne una parodia. Eppure non è stato il primo. Hitler è tra i personaggi più virati in commedia: a lui è dedicato Il grande dittatore (1940), in cui Charlie Chaplin (in alto a destra) è un barbiere ebreo che ha i baffetti e le mire espansionistiche del vero Hitler. Il capo supremo dei nazisti è anche il soggetto di un musical messo in scena da due ebrei in Per favore, non toccate le vecchiette (1967), in cui sogna una “nuova primavera” per la Germania, ma è anche il protagonista di Lui è tornato (2015), film in cui ritorna in vita nella Berlino di oggi e diventa una celebrità. Rifatto poi in

KIMBERLEY FRENCH © 2019 TWENTIETH CENTURY FOX

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versione italiana con il titolo Sono tornato, dove al posto di Hitler c’è Mussolini. Comicità involontaria. Di sicuro i dittatori si prestano bene alla caricatura. Castro nel 1971 è finito nel mirino di Woody Allen ne Il dittatore dello Stato libero di Bananas. Una vera e propria parata di sanguinari, dal coreano Kim Jong-il al libico Gheddafi,

dall’ugandese Idi Amin al presidente dello Zaire Mobutu, sono stati l’ispirazione per la commedia Il dittatore (2012), in cui Sacha Baron Cohen è il generale Aladeen, della Repubblica di Wadiya, che in visita negli Usa viene rapito e, una volta fuggito, riesce a vedere sotto mentite spoglie gli effetti della propria tirannia sui concittadini.


Scherza con i fanti e lascia stare i santi

utto iniziò con il musical Jesus Christ Superstar (a destra) di Norman Jewison (1973), contestato perché considerato una versione hippy del Vangelo. In realtà il regista si era preso la libertà di raccontare alcuni episodi della vita di Gesù con una colonna sonora rock di sottofondo. Tra sacro e profano. Poi venne il turno dei dissacranti Monty Phyton. Uno scambio di persona è alla base della pellicola La vita di Brian (1979), parodia di quella di Gesù e del fanatismo religioso. Brian è nato lo stesso giorno di Cristo e per errore, dopo essersi schierato contro gli oppressori romani, viene scambiato per il Messia. Nonostante lui provi a convincere tutti di non essere l’Eletto, i fatti gli danno torto: quando schiaccia un callo a un eremita, questo ricomincia a parlare dopo anni e la gente grida al miracolo. Finirà in croce, dopo che il film ha scherzato anche su una lapidazione e su Ponzio Pilato. All’epoca il film fu bandito in alcuni Stati Usa, in Norvegia, in alcune città del Regno Unito e nella cattolicissima Irlanda. Il paradosso cattolico. Ambientato in Irlanda è anche il terzo episodio del film Il senso della vita (1983), sempre dei Monty Phyton in cui il tema del cattolicesimo versus il protestantesimo culmina in un balletto sulle note di Every

sperm is sacred (ogni spermatozoo è sacro). Nello sketch i figli di una famiglia irlandese cattolica (63 per la precisione), dopo la perdita del lavoro del padre, vengono

venduti dai genitori a un gruppo che fa esperimenti sugli esseri umani, mentre il padre si giustifica dando la colpa alla Chiesa perché vieta l’uso di preservativi. RONALD GRANT ARCHIVE/MARY EVAN

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ra le varie pellicole che affrontano il tema tragico della guerra, indimenticabile è la rappresentazione antimilitarista e “malincomica” di Charlie Chaplin in Charlot soldato (1918). L’attoreregista interpreta una recluta che viene vessata dal sergente istruttore in attesa di partire per il fronte. Una volta giunto a destinazione, il combattente riluttante ha nostalgia di casa, anche se non arrivano né lettere né pacchi e lui si accontenta di sbirciare la corrispondenza degli altri sventurati. Eppure, suo malgrado, è destinato a diventare un eroe. Prima grazie alla scoperta, casuale, che il formaggio gorgonzola, con la sua puzza, può essere usato come arma. Poi quando riesce a neutralizzare 13 nemici. Infine durante una missione suicida in cui, travestito da albero, arriva addirittura a catturare il Kaiser. Portato in trionfo dai compagni, Charlot si sveglia per effetto degli scossoni e... si ritrova nella branda del campo di addestramento da cui non si era mai mosso. Irriverente. L’insensatezza dei conflitti e l’esercito con la sua cultura di morte sono stati messi alla berlina tante volte, ma mai nessuno ha raggiunto il grado di

irriverenza di M.A.S.H. (1970), che racconta la vita in un campo medico statunitense durante la guerra di Corea. Un trio di chirurghi mette a soqquadro la rigida disciplina militare organizzando scherzi di ogni tipo ai danni dei commilitoni e spassandosela come in un resort vacanziero. Il film fa da contraltare alla brutalità del conflitto, mostrata attraverso le ferite inferte ai militari, con un sarcasmo lacerante nei confronti dell’establishment, alludendo alla coeva guerra in Vietnam. Più di recente a essere preso di mira è stato il conflitto a stelle e strisce contro Saddam Hussein. In Delta Farce (2007), gioco di parole riferito al corpo della Delta Force, tre riservisti vengono mandati in Iraq ma per un disguido l’aereo militare che li trasportava atterra in Messico e i tre, che si erano addormentati, si risvegliano su una jeep nel deserto. Certi di essere arrivati a destinazione, aiuteranno gli abitanti di un paesino a liberarsi dei membri di una gang locale, convinti che siano terroristi di Al-Qaeda. A proposito di freddure. Lo spauracchio dell’atomica e la Guerra fredda hanno attanagliato il mondo dalla fine del secondo conflitto mondiale fino alla

HAWK FILMS PROD/COLUMBIA/ALBUM/MONDADORI PORTFOLIO

Una bomba di film: antimilitarismo al fronte

caduta dell’Urss nel 1991. A farsi beffe di quelle tensioni è nel 1964 Stanley Kubrick con Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba. Un folle generale americano ordina ai bombardieri di sganciare l’ordigno atomico sul nemico sovietico e durante tutto il film il presidente, alcuni militari e lo scienziato ex nazista Stranamore (sopra, interpretato da Peter Sellers) cercano di evitare l’irreparabile. Uno schiaffo a un mondo ossessionato dall’escalation nucleare. 87

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PERSONAGGI

UN PENNELLO PER TUTTE LE STAGIONI L’incoronazione di Napoleone Fasti imperiali

In questo dipinto celebrativo Jacques-Louis David (in alto a destra, in un autoritratto del 1794) rappresenta Napoleone mentre si autoincorona, insieme alla moglie Giuseppina, nella cattedrale di Notre-Dame, a Parigi, alla presenza del papa e dei famigliari. La madre non era presente alla cerimonia del 2 dicembre 1804, ma David la aggiunse nel quadro, su richiesta di Napoleone.


GL ARCHIVE/ALAMY/IPA

Dall’Ancien Régime a Napoleone, passando per il Terrore giacobino, Jacques-Louis David prestò all’arte del potere il potere dell’arte. Creando le prime icone moderne. di Aldo Carioli

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MONDADORI PORTFOLIO/LEEMAGE

suoi quadri più famosi li conoscono tutti, se non altro per averli visti sui libri di scuola: Marat assassinato nella vasca da bagno, il Giuramento della pallacorda, Napoleone che valica le Alpi sul suo cavallo bianco, l’auto-incoronazione di Bonaparte e Giuseppina. Non a tutti però viene subito in mente il nome del loro autore, Jacques-Louis David. Eppure, dietro a quel nome c’è il pittore che seppe trasformare la tela in un megafono del potere e il pennello in un’arma di storytelling.

ACCADEMICO. David era nato a Parigi nel 1748, in una famiglia della piccola borghesia, ma suo padre, commerciante di metalli, era morto in duello quando Jacques-Louis aveva solo nove anni. Allevato dagli zii, a scuola il ragazzo rivelò un talento precoce per il disegno, tanto che nel 1766 lo troviamo studente all’Accademia reale di pittura. Purtroppo era balbuziente e nei salotti, dove una battuta poteva far decollare o stroncare una carriera, non brillava certo per arguzia. «Niente ancora lo distingueva dalla folla di giovani pittori dell’Accademia», spiega lo storico dell’arte britannico Simon Schama nel suo libro Il potere dell’arte (Mondadori). Nei quadri dell’epoca fanciulle seminude distese sul sofà si alternavano ai grandi personaggi della Storia e del mito: da una parte i pittori “caldi”, che strizzavano l’occhio all’erotismo; dall’altra i “freddi” neoclassici, tutti virtù, virilità e moralismo. David pendeva dalla parte dei secondi. «Il calore», commenta Schama, «non sarebbe stato in cima alla lista delle qualità destinate a fare la fama di David. I suoi maggiori dipinti, piuttosto, fanno scorrere un brivido lungo la spina dorsale». Un paio di gradini sopra la mediocrità,  il giovane Jacques-Louis sfornava tele 105

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