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ODDI BAGLIONI SU INNOVAZIONE ROSA
Fare network
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GENDER GAP
In agricoltura sono un milione 340 mila le imprese femminili attive in Italia e Confagricoltura Donna,nata nel 2012, ha l’obiettivo di sviluppare e valorizzare e sostenere proprio le varie declinazioni delle imprese al femminile nel settore primario. Lo spirito che accomuna le associate è quello di “fare network”, favorire lo scambio di esperienze e di conoscenze. “Il nostro - sottolinea la presidente Alessandra Oddi Baglioni - è, senza dubbio, uno dei settori produttivi più antichi e tradizionali, ma allo stesso tempo è uno di quelli maggiormente investiti dall’innovazione. Non c’è dubbio che, ancora oggi, continuino ad esistere difficoltà per le donne che svolgono un’attività imprenditoriale. Il nostro compito è anche quello di affiancare le nostre associate, fornendo strumenti e know how, che le aiutino a superare gli ostacoli. È la formazione a giocare un ruolo chiave nella crescita professionale e imprenditoriale delle agricoltrici. Proprio per questo abbiamo avviato un percorso formativo strutturato, riservato alle nostre associate”.
SIRIANA CONGEDI è la nuova presidente di Confagricoltura Donna Puglia. L’Imprenditrice agricola salentina, che ha ricoperto importanti incarichi territoriali in Confagricoltura, è stata eletta durante l’assemblea dei soci che si è tenuta a Bari venerdì scorso, 23 febbraio 2020. Succede a Cinzia Ceci, eletta di recente vicepresidente nazionale dell’Associazione che riunisce le imprenditrici del sistema confederale. L’assemblea di Confagricoltura Donna Puglia ha anche eletto le quattro vicepresidenti in rappresentanza dei territori: Elisa Aquilano (Foggia), Graziella Velat Didonna (Bari), Lucrezia Cantoro (Brindisi) e Grazia Tucci (Taranto).
Nell’analisi sul gender gap, presentata dal Cnel alla Camera dei deputati, dal confronto tra i dati Istat e quelli della Commissione Europea, emerge che, in Italia, per gli occupati maschi la retribuzione oraria media è di 11,61 euro, superiore del 7,4% rispetto a quella delle donne (10,81 euro). Il trend tuttavia risulta essere in calo rispetto all’8,8% del 2014. Nel Gender Equality Index 2019, curato dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere, l’Italia è al 14 esimo posto nell’Ue. Questo, per effetto di una maggiore crescita della retribuzione oraria media delle donne (+2,4%) rispetto a quella maschile (+1%). Dati che consentono all’Italia di essere uno dei paesi UE con il minore differenziale retributivo tra uomini e donne. In Francia e in Spagna il differenziale è maggiore rispetto a quello italiano. Così come in Germania, dove risulta anche più marcato. Tuttavia, come rilevato dalla Commissione europea, un minore divario retributivo di genere, in alcuni Paesi, non significa automaticamente che le donne siano pagate meglio. Un divario retributivo più basso spesso si verifica in Paesi caratterizzati da un tasso di occupazione femminile più basso. È il caso questo dell’Italia e, per questo motivo, il Cnel sottolinea come la questione fondamentale sia portare più donne sul mercato del lavoro.