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Organizzazione Scatta il verde Eps Economia naturale 48

DISEGNO DI LEGGE PER RIFORMARE LE AZIENDE FAUNISTICO-VENATORIE

Economia naturale

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Alla Camera dei Deputati è stato presentato il disegno di legge n. 2347/20 d’iniziativa dei deputati D’Attis e Nevi per la modifica di alcuni passaggi della legge 157/92 riguardanti l’istituzione di aziende faunistico-venatorie (AFV), di abilitazione alla caccia di selezione agli ungulati, nonché di riconoscimento dell’abilitazione all’esercizio venatorio rilasciata dagli Stati appartenenti all’Unione europea o allo spazio economico europeo. Obiettivo principale dei proponenti è di formulare una nuova impostazione normativa diretta a favorire lo sviluppo delle zone rurali e d’ integrare, con l’esercizio delle attività faunistico venatorie, il reddito delle aziende agricole interessate; tra l’altro rendendo possibile anche in Italia il perseguimento dell’“economia naturale”. Le AFV si trovano attualmente in una sorta di “limbo” giuridico-legislativo, soprattutto in materia amministrativa e fiscale; nessuna disposizione prevede espressamente le corrette regole da seguire per gestire la loro attività, determinando così una situazione nebulosa ed insostenibile. Gli ultimi dati disponibili (2014) indicano che in Italia esistono 1.560 istituti privati che operano in totale su circa 1.060.000 ettari di territorio agro-silvo-pastorale. Di queste realtà, molte (1.560 aziende) sono AFV che, se opportu - namente disciplinate con assetti statutari idonei, potranno contribuire allo sviluppo delle imprese agricole, affiancando la gestione faunistico venatoria a quelle attività e servizi riconducibili alle situazioni previste dall’art.2135 del codice civile, quali: l’allevamento di selvaggina, alimentata con mangimi ottenuti dai terreni di cui dispone l’azienda; la vendita della stessa; l’impiego di mezzi e attrezzature prevalentemente agricole; gli interventi agro-forestali volti a mantenere e ricostituire gli habitat; la ricezione, l’ospitalità e la concessione dell’esercizio dell’attività venatoria a terzi, dietro pagamento di un corrispettivo. Oltre a tale rilevante innovazione la

proposta di legge delinea anche nuove norme per l’abilitazione alla caccia di selezione agli ungulati, mettendo fine ad alcune caotiche situazioni originate da un’impropria interpretazione delle norme, permettendo che le abilitazioni già conseguite o da conseguire in conformità ai programmi e alle modalità stabilite da ISPRA (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) abbiano validità su tutto il territorio nazionale. La proposta prevede, infine, di riconoscere - al pari di quanto avviene da sempre in altri Paesi - che l’abilitazione all’esercizio venatorio rilasciata da Stati appartenenti all’Unione Europea o allo spazio economico europeo sia equiparata all’abilitazione all’esercizio venatorio rilasciata dalle autorità italiane. Riteniamo che queste norme, di cui auspichiamo un rapido iter parlamentare, potranno consentire alle aziende agricole di diventare - nella gestione dell’ambiente rurale, della fauna e della flora - soggetto attivo e non più passivo, in balia dei più disparati interessi altrui.

Rafforzata collaborazione

A Roma, a Palazzo Della Valle, c’è stato l’incontro della giunta di Confagricoltura e del presidente Massimiliano Giansanti, con il presidente di EPS (Ente Produttori Selvaggina) Galdino Cartoni. L’obiettivo è stato quello di rafforzare la collaborazione centrale e territoriale e condividere un programma di ampio respiro, nel rispetto delle rispettive identità. La collaborazione tra Confagricoltura e EPS vige già da lunga data, ma si rinnova alla luce delle nuove esigenze del settore primario e di quello faunistico-venatorio. Entrambe le Organizzazioni condividono infatti la necessità di un maggiore coinvolgimento del mondo agricolo nella gestione della caccia, così come emerge dalla discussione in merito alla revisione dalla legge nazionale 157, guardando a una regolamentazione generale del comparto basata sul rispetto di tutti i ruoli.Le aziende faunistico-venatorie, i centri di allevamento, di addestramento e i cacciatori aderenti a EPS, le im

prese agrituristiche e le aziende agricole multifunzionali di Confagricoltura - è stato ricordato dai presidenti Giansanti e Cartoni - condividono molte linee operative, seppur nel rispetto reciproco, per una gestione efficiente ed efficace del comparto, soprattutto laddove sono necessari interventi mirati a una corretta gestione del territorio e del patrimonio faunistico e ambientale.

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