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La cultura della finanza

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FOCUS AGRI100

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Seminario sul credito di Confagricoltura con i principali stakeholder di settore. Lasagna: servono incentivi per favorire lo sviluppo

di Raffaele Cirone C onoscenza, specializzazione, analisi, capacità di dialogo e prontezza nel dare risposte: sono queste le parole d’ordine emerse nel seminariowebinar sui temi del credito in agricoltura, organizzato da Confagricoltura insieme ai principali stakeholder del settore. “Sviluppare la cultura della finanza all’interno dell’Organizzazione, perché le strutture territoriali di Confagricoltura siano in grado di supportare le crescenti attese degli associati, mettendoli in condizione di cogliere le opportunità offerte dagli strumenti del sistema bancario nazionale”. È l’obiettivo illustrato dal direttore generale Francesco Postorino in apertura dei lavori, ai quali ha partecipato una nutrita platea (oltre 200 collegamenti) di dirigenti e rappresentanti territoriali dell’Organizzazione. Di livello gli intervenuti in rappresentanza del ministero dello Sviluppo economico, del Mediocredito centrale, ma anche di tutto il circuito bancario nazionale (Unicredit, Credit Agricole, MPS Banca, ICCREA Banca SpA, CREDEM): tutti soggetti che hanno già attivato una capillare azione di sensibilizzazione delle proprie strutture territoriali e un’azione di costante interscambio con Confagricoltura. “L’ottima riuscita di questo evento - ha dichiarato Matteo Lasagna, vicepresidente di Confagricoltura con delega al credito - dimostra come lo strumento del credito in agricoltura sia stato fondamentale nel momento della pandemia, ma anche che dovrà continuare ad esserlo nella prospettiva di un’uscita dall’emergenza che stiamo ancora vivendo“. “La pandemia ha messo in difficoltà svariati ambiti del settore primario - ha sottolineato Lasagna - e gli strumenti messi in campo dal governo hanno mitigato solo in parte le necessità di un

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momento drammatico dal quale ora vogliamo e dobbiamo rialzarci per guardare al futuro”. Il seminario di Confagricoltura, primo di un ciclo di appuntamenti già programmati, mette in chiaro risalto come vi sia un crescente bisogno di incentivi improntati a favorire lo sviluppo di un settore, quello primario, che vuole e sa fare strategia, partendo dal dialogo con le banche, per avere strumenti concreti per progredire sui fronti dell’innovazione, dell’internazionalizzazione e della semplificazione burocratica. “Oltre le convenzioni classiche e già disponibili - ha concluso il vicepresidente di Confagricoltura - ci aspettiamo risposte effettive nell’interesse degli associati, che stanno trainando, in un momento di crisi diffusa, l’economia di questo Paese. Noi ci siamo, non siamo intimoriti dinnanzi alle sfide e migliorare l’accesso al credito per le imprese agricole è una priorità”. “L’Europa quest’anno è chiamata a scelte cruciali, per le quali la posizione dell’Italia sarà determinante. Anche gli agricoltori e le organizzazioni, come Confagricoltura, avranno un ruolo decisivo”. L’ex presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta - attualmente alla guida della prestigiosa “Paris School of International Affairs” - è stato ospite della giunta esecutiva della Confederazione, a Palazzo della Valle, su invito del presidente Giansanti. Tema centrale dell’incontro l’Europa, alla luce non solo del bilancio dopo un anno di pandemia, ma soprattutto delle sfide a cui è chiamata nell’immediato futuro. Letta ha indicato sette nodi da sciogliere: Next Generation EU, sostenibilità, tecnologia, tassazione europea, rapporto con gli Stati Uniti, multilateralismo, questione sanitaria, “dopo i quali non saremo più gli stessi - ha affermato - in base proprio alle scelte che prenderemo”. “Noi europei eravamo il 20% dei tre miliardi di persone di 50 anni fa, ma saremo il 6% dei 10 miliardi di abitanti del Pianeta nel 2050: è evidente, quindi - ha precisato - che parlare di sostenibilità non è un discorso teorico, ma una questione di grande rilevanza politica e sociale”. Il presidente Giansanti ha rimarcato come l’agricoltura abbia bisogno di un’Europa forte, con standard normativi omogenei e rapporti multilaterali con gli altri Paesi, in particolare oggi, in cui, appunto, gli equilibri mondiali si sono spostati a scapito della centralità del Vecchio Continente.“In questo nuovo scacchiere internazionale - ha concluso il presidente - è diventato centrale il ruolo del settore primario. Per questo, anche in vista della definizione del Recovery Plan, dobbiamo scegliere con coraggio quale agricoltura vogliamo, che cosa produrre e come, a vantaggio dell’ambiente e di tutti gli abitanti del pianeta”. (C. S.)

Letta ospite della giunta

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