IL GATTO
LEOPARDO
INTRODUZIONE Il gatto leopardo è conosciuto per essere il genitore selvatico della bellissima razza ibrida del “gatto bengalaâ€?. Fu forse uno dei primi felini ad essere addomesticato, 5000 anni fa. Inoltre avrebbe avuto un antenato, vissuto circa 5 milioni di anni fa, in comune con il gatto di Pallas.
IL GATTO LEOPARDO: INFORMAZIONI GENERALI NOME SCIENTIFICO: prionailurus bengalensis DIFFUSIONE: sud-est asiatico e subcontinente indiano ( Indonesia, Filippine, Borneo, Malaysia, Singapore, Thailandia, Myanmar, Laos, Cambogia, Cina, Taiwan, Corea, Bangladesh, India e Pakistan ). Tra i felidi, ha la distribuzione geografica più grande. HABITAT: foreste pluviali tropicali sempreverdi, boscaglie, foreste di pini, rododendri, querce, aceri, conifere e foreste decidue subtropicali ai piedi dell' Himalaya ad altitudini sopra i 1000 m ( talvolta si spinge fino ad altitudini di 3000 m, ma il record è stato, nel settembre 2012, un avvistamento a 4500 m ), semi-deserti e regioni agricole, soprattutto nei pressi di fonti d'acqua, al livello del mare. Nel nord-est della sua gamma vive anche in foreste presso burroni ed evita le zone con più di 10 cm di neve. E' raro nelle zone aride e prive di alberi del Pakistan. TASSONOMIA: il suo nome deriva dalle macchie simili a quelle del leopardo prevalenti in quasi tutte le sottospecie; nonostante la somiglianza superficiale non è affatto imparentato con il suo più grande omonimo, appartenente invece al genere panthera. A causa della vastità del suo areale ne vengono riconosciute undici sottospecie. Il gatto di Iriomote ( prionailurus iriomotensis ) veniva un tempo considerato una sottospecie del gatto leopardo. Recenti analisi molecolari delle popolazioni di gatto leopardo hanno riscontrato una netta distinzione tra le popolazioni settentrionali ( quelle di Tsushima, Corea, Siberia, Cina e Taiwan ) e quelle del sud-est asiatico.
Nel 1792 Robert Kerr descrisse per primo un esemplare di gatto leopardo sotto il binomio di felis bengalensis. Tra il 1829 e il 1922, diversi autori lo classificarono sia come felis che come leopardus. Ma fu nel 1939 che Pocock lo subordinò al genere prionailurus. CENNI STORICI: nel Museo di Storia Naturale di Londra sono conservati diversi teschi e pelliccie di gatti leopardo provenienti da varie regioni. All'inizio del 20 ° secolo, un esploratore britannico raccolse pelli di gatto selvatico sull'isola di Tsushima. Una pelliccia di tale felino fu raffigurata nelle illustrazioni di Gustav Radde; un' altra è parte di una raccolta del “Regent's Park Zoo”. Addomesticato probabilmente 5000 anni fa, è stato poi sostituito dal gatto selvatico nordafricano. DESCRIZIONE: in media, il gatto leopardo è grande quanto un gatto domestico ( però più snello, con arti più lunghi e membrane interdigitali ben definite ) ma sono presenti considerevoli differenze regionali, inclusi la forma del cranio e le dimensioni dei carnassiali. Anche il colore del mantello varia molto: giallo nelle sottospecie meridionali, diventa grigio argenteo in quelle settentrionali. La testa presenta due strisce scure ed il muso bianco è stretto. Il petto e le zone inferiori della testa ( compreso appunto il muso ) sono bianche. Il corpo è ricoperto da macchie nere che a seconda delle sottospecie possono essere tonde o a forma di rosetta. Lungo la schiena sono presenti da due a quattro file di macchie allungate. La coda è di circa la metà delle dimensioni della sua lunghezza testa-corpo ed è macchiato con un paio di anelli indistinti vicino alla punta nera. A Sundaland i gatti leopardo sono più scuri, con macchie più piccole e code più brevi rispetto a quelli dell' Asia continentale. Lunghezza: 39-75 cm + 17-40 cm di coda Altezza al garrese: 41 cm Peso: 0,5-7 kg
RAPPORTO CON L' UOMO E ALTRI ANIMALI: il gatto leopardo è un ottimo arrampicatore. Sia pure molto raramente, a volte va in acqua e nuota. Ha abitudini notturne e trascorre il giorno in rifugi che possono essere costituiti da tronchi cavi, cavità sotto le radici degli alberi o caverne. Nelle regioni dove non è presente l' uomo, tuttavia, passa la giornata all'aperto. È una creatura solitaria, tranne che nella stagione degli amori. I maschi occupano un areale da 2 a 30 km quadrati circa, mentre le femmine da 4,5 a 37 km quadrati circa. Naturalmente, l' areale dei maschi spesso si sovrappone a quello delle femmine. I gatti leopardo emettono suoni simili a quelli dei gatti domestici. Entrambi i sessi usano marcare il territorio con spruzzi di urina, feci scoperte, graffiature e sfregamento della testa contro le superfici. Nemici naturali: tigri, leopardi delle nevi, leopardi, cani selvatici, serpenti. ALIMENTAZIONE: i gatti leopardo si nutrono di una grande varietà di piccole prede, compresi mammiferi (roditori-che costituiscono la maggior parte della dieta- tra cui i toporagni degli alberi), lucertole, anfibi, uccelli ed insetti ( tra cui gli scarafaggi ). Le sottospecie settentrionali catturano anche lepri. La dieta viene spesso integrata con erba, uova, pollame e animali acquatici. Il gatto leopardo è un cacciatore attivo, che immobilizza la preda con un rapido balzo ed un morso. A differenza di altri gatti, questi non “giocano” con le loro prede, ma su esse mantengono una presa stretta con gli artigli fino alla morte della stessa. Questo può essere correlato alla percentuale relativamente elevata di uccelli nella loro dieta, che hanno maggiori probabilità di sfuggire, rispetto ai roditori, quando vengono rilasciati. RIPRODUZIONE: nelle zone meridionali dell' areale, non ha un periodo fisso, mentre in quelle settentrionali, dal clima più rigido, è situata intorno a marzo o aprile, quando la stagione è abbastanza clemente da permettere ai piccoli di sopravvivere.
Solitamente i gatti leopardo formano coppie che rimangono unite per tutta la vita e si prendono insieme cura dei neonati per circa 7 - 10 mesi. L'estro dura 5 - 9 giorni. Dopo una gestazione di 9 - 10 settimane ( 60 - 70 giorni ) vengono alla luce da due a quattro gattini, che rimarranno al sicuro della tana fino all'età di un mese. Alla nascita pesano circa 75 - 130 g, ma già dopo due settimane il peso è raddoppiato; a cinque settimane pesano quattro volte più che alla nascita. I piccoli aprono gli occhi dopo dieci giorni ed a 23 giorni iniziano a nutrirsi di cibo solido. A quattro settimane compaiono i canini permanenti e tale sviluppo segna il passaggio ad una dieta completamente solida. La piena maturità viene raggiunta a 18 mesi, ma in cattività questo periodo si riduce a 7 mesi per il maschio e a 10 per la femmina. Se i piccoli non sopravvivono, la madre può entrare nuovamente in calore e partorire ancora nel corso dello stesso anno. DURATA DELLA VITA: 4 anni ( a causa dei numerosi pericoli in natura ); 13 anni in cattività. CONSERVAZIONE: è classificato dalla IUCN con un rischio minimo dal 2002 ( solo il gatto di Tsushima è in pericolo critico ). Viene classificato nell' Appendice II della CITES. A Hong Kong il gatto leopardo è una specie protetta dall' “Ordinanza per la Protezione degli Animali Selvatici” nº 170. La popolazione globale supera i 50.000 esemplari, ma, nonostante il declino, la specie non è ancora minacciata. Ma in alcune zone è comunque a rischio a causa della perdita dell' habitat e della caccia ( in Cina è cacciato per la sua pelliccia ). Oltre che come fonte di cibo e pelli, è visto come un pericolo per il pollame ed ucciso di conseguenza. In USA è considerato a rischio dall' “Endangered Species Act” dal 1976. Allevare un gatto leopardo è possibile, ma in quasi tutti i Paesi è necessaria un'apposita licenza. I requisiti per ottenerla variano da un luogo all' altro.
IL GATTO LEOPARDO DI HAINAN
NOME SCIENTIFICO: prionailurus bengalensis alleni DIFFUSIONE: isola di Hainan ( Cina meridionale ). HABITAT: foresta subtropicale, foreste di rododendri, querce e conifere, regioni agricole, boscaglie. TASSONOMIA: è una sottospecie nettamente distinta dalle popolazioni di gatto leopardo del sud-est asiatico. Sody propose il nome della sottospecie dopo aver esaminato delle pelli provenienti da Hainan, conservate nel Museo Americano di Storia Naturale. La sua conoscenza dell' animale sembrava essere basata interamente sulle misurazioni di Glover Allen su delle pelli di gatto leopardo cinese. Dallo studioso, appunto, il nome della presente sottospecie. CENNI STORICI: è stato scoperto da Sody nel 1949. DESCRIZIONE: è di media grandezza, simile alla sottospecie cinese della terraferma, bengalensis chinensis, ma un pò più piccolo, con relativamente più corte ossa nasali e dentatura più leggera. Il colore di base della parte superiore del corpo è giallo-marrone chiaro, scurito dalla presenza di “ticking”. Ai lati della testa ha due strette strisce marroni, separate da un' area bianca. Sono presenti altre quattro strisce marroni che attraversano la parte inferiore della gola. Cinque altre strisce marroni partono dagli occhi e si protendono alla parte posteriore del collo ed alle spalle, rompendosi in macchie longitudinali sopra le spalle. Alla base della coda sono presenti bande discontinue e scure. I lati del corpo sono marcati da circa sei fasce longitudinali di macchie piccole, scure ed allungate. Gli arti internamente sono bianchi, con larghe macchie marroni che tendono a diventare cinque bande trasversali attraverso il petto e l' addome superiore. La coda è di un pallido marronegiallo chiaro, con anelli marroni rotti in piccole, allungate ed irregolari macchie e linee, altrettanto marroni. Le orecchie sono nerastre, con una macchia giallo-marrone nel mezzo.
Lunghezza: 75 cm + 22 cm di coda Peso: probabilmente di 4 kg RAPPORTO CON L' UOMO E ALTRI ANIMALI: valgono le considerazioni fatte per il gatto leopardo in generale. Nemici naturali: serpenti, cani selvatici. ALIMENTAZIONE: piccoli mammiferi, scoiattoli e altri roditori, uccelli, insetti, lepri, anfibi, lucertole, animali acquatici, erba, uova, pollame. RIPRODUZIONE: intorno a marzo-aprile, quando la stagione è abbastanza clemente da permettere ai piccoli di sopravvivere. DURATA DELLA VITA: 4 anni ( a causa dei numerosi pericoli in natura ); 13 anni in cattività. CONSERVAZIONE: è classificato dalla IUCN con un rischio minimo. E' comunque cacciato per la sua pelliccia.
IL GATTO LEOPARDO ASIATICO
NOME SCIENTIFICO: prionailurus bengalensis bengalensis DIFFUSIONE: India, Bangladesh, Sud-est asiatico continentale (Myanmar, Thailandia, penisola malese, Indocina), Yunnan. HABITAT: foreste pluviali tropicali sempreverdi, regioni agricole, boscaglie, foreste di pini, rododendri, querce, aceri, conifere. TASSONOMIA: è la sottospecie nominale. CENNI STORICI: da ormai più di 40 anni è utilizzato nell' allevamento della razza ibrida del gatto bengala, ma i suoi incroci con gatti domestici sono conosciuti già dal 1889. DESCRIZIONE: ha le dimensioni di un grosso gatto domestico. E' molto slanciato, lungo ed elegante, con zampe posteriori leggermente più lunghe di quelle anteriori. La testa è piccola e le orecchie arrotondate e nere. Rispetto alla sottospecie horsfieldi, che abita ai piedi dell' Himalaya, ha un manto invernale meno ampio. Il colore del mantello varia da un giallo-pallido ad un dorato profondo al bruno, con macchie nere a forma di rosetta. La testa, gli arti inferiori ed il ventre hanno macchie color nero solido. Le marcature sulla testa sono linee nere o bruno-rossastre e si formano lungo la stessa testa, collo e spalle. La coda è anellata e la punta è nera. Lunghezza: 56-60 cm +26-27 cm di coda Peso: 5-7 kg RAPPORTO CON L' UOMO E ALTRI ANIMALI: è attivo sia di giorno che di notte, ma è prevalentemente notturno. E' abbastanza timido e solitario. E' poco socievole, anche con l' uomo, a cui si mostra interessato se lo vede come una fonte di cibo. Infatti è molto difficile domare il suo carattere nel caso si voglia allevarlo. I territori dei maschi non si sovrappongono, mentre quelli delle femmine si. I gatti leopardo vivono su gli alberi, nelle grotte e sotto le radici di alberi enormi.
Nemici naturali: tigri, leopardi, leopardi delle nevi, cani selvatici, serpenti. ALIMENTAZIONE: piccoli mammiferi, roditori, lucertole, anfibi, uccelli ed insetti, erba, uova, pollame. RIPRODUZIONE: in qualsiasi periodo dell' anno. La femmina partorisce ed alleva i piccoli in una caverna. Le cucciolate possono essere di due o tre gattini. I genitori allevano inoltre insieme i figli per un periodo di 7-9 mesi. DURATA DELLA VITA: 4 anni ( a causa dei numerosi pericoli in natura ); 13 anni in cattività. CONSERVAZIONE: è classificato dalla IUCN con un rischio minimo. In Thailandia è considerato comune. Nel Myanmar , 483 parti del corpo di almeno 443 individui sono stati osservati nei quattro mercati esaminati tra il 1991 e il 2006. I numeri erano significativamente più grandi di quelli di specie non minacciate. Tre dei mercati esaminati sono situati sulle frontiere internazionali con Cina e Thailandia, e si rivolgono ai buyer internazionali, anche se il gatto leopardo è completamente protetto ai sensi della legislazione nazionale del Myanmar. L' attuazione e applicazione della CITES è considerata inadeguata. Nello Yunnan le pelli del gatto leopardo sono molto ricercate.
IL GATTO LEOPARDO DEL BORNEO
NOME SCIENTIFICO: prionailurus bengalensis borneoensis DIFFUSIONE: Borneo. HABITAT: foreste pluviali tropicali, regioni agricole, foreste di querce, conifere e rododendri, boscaglie. Predilige ambienti dove sono presenti le palme da olio, habitat preferito delle sue principali prede. TASSONOMIA: il nome della sottospecie si riferisce alla regione del Borneo in cui vive. CENNI STORICI: è stato scoperto da Brongersma nel 1936. DESCRIZIONE: è più scuro, ha macchie più piccole e coda più breve rispetto alle sottospecie dell' Asia continentale. La pelliccia è rossastra, come gli occhi, il ventre è bianco e presenta una maculatura costituita da macchie uniformi che si allungano in bande in alcune parti del corpo. Lunghezza: 45 cm + 20 cm di coda. Peso: non è definito. RAPPORTO CON L' UOMO E ALTRI ANIMALI: difficile da incontrare e notturno, passa la giornata nella tana, che può essere un albero cavo, una cava sotto le radici o una grotta. Ha un range di 3,5 km quadrati. Dorme e si riproduce in frammenti boschivi. Nemici naturali: leopardi, cani selvatici e serpenti. ALIMENTAZIONE: predilige una dieta a base di ratti nelle piantagioni di olio di palma ( non tanto per l' alta densità di prede, ma piuttosto per una migliore catturabilità ) con integrazione di un' alta percentuale di materia vegetale. Si nutre anche di rettili, piccoli uccelli, insetti, rane e talvolta anche di pesce. RIPRODUZIONE: in qualsiasi periodo dell' anno.
DURATA DELLA VITA: 4 anni ( a causa dei numerosi pericoli in natura ); 13 anni in cattività. CONSERVAZIONE: è classificato dalla IUCN con un rischio minimo.
IL GATTO LEOPARDO CINESE
NOME SCIENTIFICO: prionailurus bengalensis chinensis DIFFUSIONE: Cina ( eccetto Yunnan ), Taiwan, Filippine. HABITAT: foresta pluviale tropicale, boscaglie, foreste di rododendri, querce, aceri, conifere, semi-deserti, regioni agricole. TASSONOMIA: in passato era descritto come genere felis nelle specie: chinensis, reevesii, scripta, microtis, decolorata, ricketti, ingrami, anastasiae, sinensis, in seguito raggruppate nel trinomen prionailurus bengalensis chinensis. CENNI STORICI: fu scoperto tra il 1837 ed il 1930 grazie al ritrovamento di pelli e teschi provenienti dalla Cina. DESCRIZIONE: è simile alla sottospecie alleni, ma di dimensioni leggermente maggiori. Ha una colorazione del pelo leggermente dorata, con rosette bicolore che gli conferiscono il soprannome di “gatto-denaro” da parte dei cinesi, a causa, appunto, di queste rosette che ricordano delle monete cinesi. Lunghezza: 75 cm ( non si conoscono le misure della coda ) Peso:3-5,5 kg ( in Cina settentrionale arriva anche a 7 kg ) RAPPORTO CON L' UOMO ED ALTRI ANIMALI: valgono le considerazioni fatte per il gatto leopardo in generale. Nemici naturali: tigri, leopardi, leopardi delle nevi, cani selvatici, serpenti. ALIMENTAZIONE: piccoli mammiferi ( tra cui roditori e lepri ), lucertole, anfibi, uccelli ed insetti, erba, uova, pollame e animali acquatici. RIPRODUZIONE: intorno a marzo-aprile, quando la stagione è abbastanza clemente da permettere ai piccoli di sopravvivere.
DURATA DELLA VITA: 4 anni ( a causa dei numerosi pericoli in natura ); 13 anni in cattività . CONSERVAZIONE: è classificato dalla IUCN con un rischio minimo. In particolare in Cina, costituisce un potenziale danno per gli allevatori, in quanto solito predare il pollame. In questo senso ci si sta operando per far fronte a queste problematiche senza mettere in pericolo le popolazioni locali di gatto leopardo. In Cina, i gatti leopardo sono cacciati soprattutto per la loro pelliccia. Tra il 1984 e il 1989, circa 200.000 pelli sono state esportate annualmente. Un sondaggio effettuato nel 1989 tra i principali commercianti di pellicce ha rivelato piÚ di 800.000 pelli conservate nei magazzini.
IL GATTO LEOPARDO DI AMUR
NOME SCIENTIFICO: prionailurus bengalensis euptilurus o prionailurus bengalensis euptilura DIFFUSIONE: Siberia orientale, Mongolia, Manciuria, Corea, isola di Tsushima ( stretto di Corea ). HABITAT: foreste pluviali tropicali, boscaglie, foreste di pini, rododendri, aceri, conifere, querce, semi-deserti, regioni agricole. TASSONOMIA/CENNI STORICI: nel 1871 sono state trovate due pelli in Siberia orientale ( probabilmente presso il fiume Amur ) classificate come felis euptilurae e nel 1922 è stata trovata una pelle in Manciuria, classificata poi come felis manchurica. In seguito entrambi furono raggruppati sotto il trinomen felis bengalensis euptilura. Ma negli anni settanta e ottanta, gli zoologi russi Geptner, Gromov e Baranova non furono d' accordo con questa classificazione, sottolineando le differenze di pelli e teschi a loro disposizione con quelli originari del sud-est asiatico e coniarono il termine “gatto della foresta di Amur”, considerandolo una specie distinta. Nel 1987 gli zoologi cinesi notarono l' affinità dei gatti leopardo della Cina settentrionale, i gatti della foresta di Amur e i gatti leopardo delle latitudini meridionali. In considerazione delle somiglianze morfologiche non considerarono il gatto di Amur come una specie a sé, ma piuttosto una sottospecie del gatto leopardo. L' esemplare che vive nell' Isola di Tsushima, detto appunto gatto di Tsushima, inizialmente venne considerato una specie a sé stante ( felis microtis ) ma in seguito si iniziò a classificarlo come una sottospecie ( tsushimansis ) di gatto leopardo; in un primo momento ritenuto appartenente alla sottospecie cinese, attualmente viene considerato una semplice varietà del gatto leopardo di Amur. Il gatto di Tsushima è stato riconosciuto dai biologi solo nel 1988, quando vennero identificati 100 esemplari che vivevano nell' isola. Inoltre, il gatto leopardo di Amur è stato spesso confuso con il leopardo di Amur panthera pardus orientalis, un felino completamente diverso, creando una serie di informazioni confuse e false.
DESCRIZIONE: è due volte più grande delle altre sottospecie asiatiche meridionali, con un mantello denso, ossatura pesante e muscolatura forte, con una coda spessa. Questi tratti sono necessari per la sopravvivenza nelle regioni fredde settentrionali in cui vive. Presenta un mantello parzialmente grigio.
Il gatto di Tsushima ( foto sopra ) è più piccolo e più scuro dell' esemplare che vive sulla terraferma. Il mantello del gatto leopardo di Amur presenta una colorazione in genere grigia, con macchie a rosetta molto meno marcate rispetto alle altre sottospecie. Lunghezza: 60-75 cm + 40 cm ( nelle regioni dell' Amur ) di coda Peso: 7 kg ( ma può superare anche i 9 kg ) RAPPORTO CON L' UOMO E ALTRI ANIMALI: valgono le considerazioni fatte per il gatto leopardo in generale. Nemici naturali: tigri, leopardi, cani selvatici, serpenti. ALIMENTAZIONE: piccoli mammiferi, roditori, lucertole, anfibi, uccelli ed insetti, erba, uova, pollame, lepri. RIPRODUZIONE: nella parte settentrionale dell' areale si riproduce intorno a marzo-aprile, quando la stagione è abbastanza clemente da permettere ai piccoli di sopravvivere. In genere non forma delle coppie, anche se ci sono stati casi in cui questo può avvenire, con i maschi che aiutano le femmine ad allevare i piccoli. Nella parte meridionale, tutto l' anno.
DURATA DELLA VITA: 4 anni ( a causa dei numerosi pericoli in natura ); 13 anni in cattività. CONSERVAZIONE: è classificato dalla IUCN con un rischio minimo, ad alta densità di popolazione. A Hong Kong il gatto leopardo è una specie protetta dall'Ordinanza per la Protezione degli Animali Selvatici nº 170. La popolazione globale supera i 50.000 esemplari, ma, nonostante il declino, la specie non è ancora minacciata. Il gatto di Tsushima è molto raro, tanto che nel 1997 la sua popolazione veniva stimata tra i 70 ed i 90 esemplari. E' classificato con un pericolo critico sulla Lista Rossa giapponese delle specie minacciate di estinzione, ed è stato al centro di un programma di conservazione finanziato dal governo giapponese dal 1995.
IL GATTO LEOPARDO DI PALAWAN
NOME SCIENTIFICO: prionailurus bengalensis heaneyi DIFFUSIONE: isola di Palawan ( Filippine ). HABITAT: foreste pluviali tropicali, boscaglie, foreste di conifere, regioni agricole. TASSONOMIA: inizialmente, insieme alla sottospecie rabori, era erroneamente conosciuto con il trinomen prionailurus bengalensis minuta, probabilmente confuso con un' altra sottospecie animale o vegetale presente nelle Filippine. Ma, grazie ad una recensione effettuata nel 1997 da Groves, è stato sottolineata la presenza di due sottospecie distinte di gatto leopardo, una delle quali è appunto quella che vive nell' isola di Palawan. La denominazione heaneyi è stata data in onore di Lawrence Heaney, un biologo americano che contribuì molto allo studio dei mammiferi delle Filippine. CENNI STORICI: è una sottospecie recente, scoperta da Groves nel 1997. Fu importato nelle Filippine allo scopo di arricchire la fauna locale e per l' ecoturismo. E' in realtà originario della Malesia e della Thailandia. DESCRIZIONE: insieme a rabori è una delle sottospecie più piccole. Esso è solo un po' più grande di un gatto di medie proporzioni. Presenta una colorazione del mantello grigiomarrone con piccole macchie sui fianchi. La colorazione bianca del muso è parecchio estesa. La coda è lunga e screziata e gli occhi piuttosto grandi. Lunghezza: 44-75 cm ( non si conoscono le misure della coda ). Peso: 1,5-4,5 kg RAPPORTO CON L' UOMO E ALTRI ANIMALI: a causa della sua piccola taglia, è molto timoroso nei confronti degli esseri umani. Vive in tane ed alberi ed esce solo di notte. Nemici naturali: leopardi, cani selvatici, serpenti.
ALIMENTAZIONE: lepri, conigli, roditori (come topi e ratti), piccoli rettili, passeri, insetti e pesce. In rare occasioni si nutre di bacche ed altri frutti. In caso di necessità, è possibile che cacci anche un cervo-topo, che ha circa le sue proprie dimensioni. Questo è un caso raro che avviene solo quando vi è una recente pioggia o temporale, in cui gli animali sono nascosti all'interno dei posti difficili da raggiungere per il predatore. RIPRODUZIONE: da aprile a luglio, quando fa più caldo. DURATA DELLA VITA: 4 anni ( a causa dei numerosi pericoli in natura ); 13 anni in cattività. CONSERVAZIONE: è classificato dalla IUCN con un rischio minimo. In ogni caso, per lui vivere nelle tane e sugli alberi può risultare pericoloso, per il fatto che gli alberi vengano tagliati e le tane calpestate, mettendo a rischio la sua incolumità. Inoltre è cacciato per la sua pelliccia.
IL GATTO LEOPARDO HIMALAYANO
NOME SCIENTIFICO: prionailurus bengalensis horsfieldii DIFFUSIONE: regione himalayana (Kashmir, Punjab, Kumaon, Nepal, Sikkim e Bhutan). HABITAT: foreste decidue subtropicali ai piedi dell' Himalaya ad altitudini sopra i 1000 m, boscaglie, semi-deserti, regioni agricole, foreste di pini, rododendri, aceri, conifere, querce. TASSONOMIA: prende il nome da Thomas Horsfield. CENNI STORICI: non sono disponibili informazioni storiche riguardo questa sottospecie. DESCRIZIONE: è di piccole dimensioni, dal mantello chiaro, più folto rispetto al bengalensis, e macchie nere molto evidenti. Lunghezza: non è definita. Peso: non è definito, ma il valore minimo potrebbe essere anche di 0,5 kg, viste le sue dimensioni. RAPPORTO CON L' UOMO E ALTRI ANIMALI: valgono le considerazioni fatte per il gatto leopardo in generale. Nemici naturali: tigri, leopardi delle nevi, cani selvatici, serpenti. ALIMENTAZIONE: piccoli mammiferi ( tra cui roditori e lepri ), lucertole, anfibi, uccelli ed insetti, erba, uova, pollame e animali acquatici. RIPRODUZIONE: intorno a marzo-aprile, quando la stagione è abbastanza clemente da permettere ai piccoli di sopravvivere. DURATA DELLA VITA: 4 anni ( a causa dei numerosi pericoli in natura ); 13 anni in cattività. CONSERVAZIONE: è classificato dalla IUCN con un rischio minimo.
IL GATTO LEOPARDO GIAVANESE
NOME SCIENTIFICO: prionailurus bengalensis javanensis DIFFUSIONE: Giava, Bali. HABITAT: foreste pluviali tropicali, boscaglie, regioni agricole, foreste di pini, aceri, rododendri, querce, conifere. TASSONOMIA: il nome della sottospecie si riferisce all' isola di Giava in cui vive e dove è probabile sia stato scoperto. CENNI STORICI: è stato scoperto da Desmarest nel 1816. DESCRIZIONE: presenta un mantello parzialmente di color ocra. E' più scuro, come quello del Borneo, anche se di una colorazione meno brillante, e ha macchie più piccole e la coda più breve delle sottospecie dell' Asia continentale. Lunghezza: 45 cm + 20 cm di coda Peso: non è definito. RAPPORTO CON L' UOMO E ALTRI ANIMALI: valgono le considerazioni fatte per il gatto leopardo in generale. Nemici naturali: leopardi, cani selvatici, serpenti. ALIMENTAZIONE: piccoli mammiferi ( tra cui roditori ), lucertole, anfibi, uccelli ed insetti, erba, uova, pollame e animali acquatici. RIPRODUZIONE: tutto l' anno. DURATA DELLA VITA: 4 anni ( a causa dei numerosi pericoli in natura ); 13 anni in cattività. CONSERVAZIONE: è classificato dalla IUCN con un rischio minimo.
IL GATTO LEOPARDO VISAYANO
NOME SCIENTIFICO: prionailurus bengalensis rabori DIFFUSIONE: Negros, Cebu, Panay ( arcipelago delle VisayasFilippine ). HABITAT: foreste pluviali tropicali, boscaglie, regioni agricole e piantagioni di canna da zucchero. TASSONOMIA: inizialmente, insieme alla sottospecie heaneyi, era erroneamente conosciuto con il trinomen prionailurus bengalensis minuta, probabilmente confuso con un' altra sottospecie animale o vegetale presente nelle Filippine. Ma, grazie ad una recensione effettuata nel 1997 da Groves, è stato sottolineata la presenza di due sottospecie distinte di gatto leopardo, una delle quali è appunto quella che vive nelle isole Visayas. La sottospecie, scoperta nel 1997, prende il nome da Dioscoro Siarot Rabor. E' stata descritta sulla base di analisi morfologiche, anche se sarà necessario confermare la sua distinzione tassonomica basandosi su un' analisi genetica. CENNI STORICI: fu importato nelle Filippine allo scopo di arricchire la fauna locale e per l' ecoturismo. E' in realtà originario della Malesia e della Thailandia. E' probabile che abbia subito un lungo periodo di isolamento, creando un alto grado di endemismo del gatto leopardo visayano. DESCRIZIONE: è una delle sottospecie più piccole, insieme al gatto leopardo di Palawan, ed ha una testa piccola con grandi occhi. Il mantello presenta zone più chiare e zone più scure, con presenza di macchie ovali e senza rosette, non troppo diffuse. Lunghezza: non è definita. Peso: 1,5-4,5 kg RAPPORTO CON L' UOMO E ALTRI ANIMALI: a causa della sua piccola taglia, è molto timoroso nei confronti degli esseri umani. Vive in tane ed alberi ed esce solo di notte. Nemici naturali: leopardi, cani selvatici, serpenti.
ALIMENTAZIONE: la presenza del gatto leopardo visayano nelle piantagioni di canna da zucchero è influenzata dalla presenza di roditori, attirati a loro volta dalla pianta stessa. Le principali specie di roditori di cui la sottospecie si nutre sono il topo comune, il ratto polinesiano, il ratto dei campi di riso. Caccia anche lepri, conigli, piccoli rettili, uccelli e pesci. Si nutre anche di insetti. In rare occasioni mangia bacche e frutti. RIPRODUZIONE: da aprile a luglio, quando fa più caldo. Le femmine partoriscono frequentemente nei campi di canna da zucchero, presumibilmente attratte dalla fitta copertura vegetale e dall' abbondanza di prede. Non è chiaro se queste migrino dalla vicina foresta oppure se abitino in modo permanente nelle aree agricole. In entrambi casi, la raccolta della canna da zucchero può avere conseguenze disastrose per qualsiasi cucciolata, così la femmina è costretta ad abbandonare l' area con i propri piccoli. DURATA DELLA VITA: 4 anni ( a causa dei numerosi pericoli in natura ); 13 anni in cattività. CONSERVAZIONE: è classificato dalla IUCN come vulnerabile. In passato era ampiamente diffuso attraverso la Regione Faunistica visayana occidentale ed è stato estirpato dal 90-95% del suo habitat ( oltretutto è ancora in calo ). La causa principale è la deforestazione; inoltre quel che rimane della foresta è molto frammentato, spesso degradato e luogo di contese a causa della raccolta illegale di legname ed altri prodotti forestali. Un altro fattore è la caccia venatoria, che pone una seria minaccia in alcune zone, e, anche se i gatti leopardo sono raramente oggetto di mira dei cacciatori, spesso finiscono in trappole preparate per catturare altre specie e/o catturati su basi opportunistiche. Inoltre, le sottopopolazioni che vivono nelle piantagioni di canna da zucchero sono soggette a pressioni opportunistiche di caccia o vittima del diffuso utilizzo di rodenticidi o altri agroveleni.
IL GATTO LEOPARDO DI SUMATRA
NOME SCIENTIFICO: prionailurus bengalensis sumatranus DIFFUSIONE: Sumatra e Tebing Tinggi. HABITAT: foreste pluviali tropicali, boscaglie, foreste di rododendri, querce, conifere, regioni agricole. TASSONOMIA: scoperto da Horsfield nel 1821, prende il nome dalla località in cui vive. CENNI STORICI: non sono disponibili informazioni sulla storia di questa sottospecie. DESCRIZIONE: è una delle sottospecie più piccole, ha un mantello color giallo luminoso, dal modello anche marmorizzato, generalmente ha comunque meno macchie rispetto alle altre sottospecie. Lunghezza: 45-65 cm + 20-40 cm di coda. Peso: 5-8 kg. RAPPORTO CON L' UOMO E ALTRI ANIMALI: valgono le considerazioni fatte per il gatto leopardo in generale. Nemici naturali: tigri, leopardi, cani selvatici, serpenti. ALIMENTAZIONE: piccoli mammiferi ( tra cui roditori ), lucertole, anfibi, uccelli ed insetti, erba, uova, pollame e animali acquatici. RIPRODUZIONE: da marzo a luglio. DURATA DELLA VITA: 4 anni ( a causa dei numerosi pericoli in natura ); 13 anni in cattività.
CONSERVAZIONE: è classificato dalla IUCN con un rischio minimo. Sembrerebbe, comunque, che il suo futuro sia in qualche modo legato a quello della tigre di Sumatra. Ampiamente distribuito nella regione, non è in pericolo per la caccia atta a ricavarne cibo o pelli, tuttavia molti cuccioli vengono venduti come animali da compagnia, specialmente nella provincia di Bengkulu.
IL GATTO LEOPARDO PAKISTANO
NOME SCIENTIFICO: prionailurus bengalensis trevelyani DIFFUSIONE: Pakistan orientale ( Kashmir settentrionale, Punjab, Baluchistan meridionale ). HABITAT: boscaglie, foreste di pini, rododendri, aceri, querce, conifere, regioni agricole e semi-deserti ( è comunque raro nelle zone aride e prive di alberi ). Vive anche in zone rocciose al di sopra dei 3000 m ( più rocciose e meno boscose rispetto all' habitat delle sottospecie bengalensis e horsfieldi ). TASSONOMIA: prende il nome da R.F. Trevelyan. CENNI STORICI: scoperto da Pocock nel 1939 sulla base di sette pelli ritrovate nelle aree di Gilgit e Karachi. DESCRIZIONE: rispetto alla sottospecie himalayana, con cui coabita, ha il manto più lungo, pallido e grigiastro. Lunghezza: non è definita. Peso:non è definito. RAPPORTO CON L' UOMO E ALTRI ANIMALI: valgono le considerazioni fatte per il gatto leopardo in generale. Nemici naturali: leopardi delle nevi, cani selvatici, serpenti. ALIMENTAZIONE: piccoli mammiferi ( tra cui roditori ), lucertole, anfibi, uccelli ( preferibilmente ) ed insetti, erba, uova, pollame e animali acquatici. RIPRODUZIONE: intorno a marzo-aprile, quando la stagione è abbastanza clemente da permettere ai piccoli di sopravvivere. DURATA DELLA VITA: 4 anni ( a causa dei numerosi pericoli in natura ); 13 anni in cattività. CONSERVAZIONE: è classificato dalla IUCN con un rischio minimo.
IBRIDI
BENGALA
STORIA: nato dall' incrocio tra il gatto leopardo asiatico ed il gatto domestico, è la prima razza frutto dell' ibridazione tra un felino selvatico ed uno domestico. Nel 1963, in California, il dottor Jean Sudgen fece accoppiare il suo esemplare di gatto leopardo asiatico con un gatto domestico nell' intento di conservare, nella progenie, le caratteristiche del gatto leopardo. Nel 1973, il dottor Centerwall ripetè lo stesso tentativo, con l' intento di creare una razza immune alla leucemia virale felina. La ricerca non ebbe successo, ma servì comunque a creare il bengala. I primi esemplari ottenuti avevano un carattere selvatico e alquanto nervoso; solo dopo una lunga selezione con gatti domestici di razza come egyptian mau, american shorthair, siamese, burmese, tonkinese, ocicat, abissino, si ottennero gatti dal carattere più mite e più docile verso l' uomo. Fu riconosciuto dalla TICA nel 1986. CARATTERISTICHE FISICHE: di taglia grande ( 8-9 kg il maschio; 6 kg la femmina ) è robusto e muscoloso, dalla forma allungata. Il corpo è massiccio, grande e potente, con ossatura robusta e muscolatura molto sviluppata, specialmente nel maschio. La vita media è di 15 anni. La testa è lunga ed una misura più piccola del corpo, abbastanza triangolare e somigliante a quella del gatto leopardo, con mento molto visibile e “cuscini dei baffi” grandi ed appariscenti. Il profilo è abbastanza diretto ed il cranio è tondo nella parte posteriore. Le orecchie sono piccole o molto piccole, larghe alla base e arrotondate in punta. Gli occhi sono grandi, tondi e leggermente a mandorla. Possono essere gialli, verdi oppure azzurri se si tratta di un "Snow Bengal", varietà che si differenzia per la colorazione simile a quella del siamese, ma più chiara. Il marrone del gatto leopardo asiatico è comunque molto apprezzato tra gli allevatori. Le zampe sono robuste ( quelle posteriori più lunghe di quelle anteriori ). con piedi grandi, tondi ed altrettanto robusti.
La coda è di media o relativamente corta lunghezza, spessa e con la punta arrotondata, spesso tenuta giù al contrario del gatto domestico che usa invece tenerla sempre alzata. Il mantello è corto, aderente al corpo, liscio e setoso. I modelli principali sono il disegno a “rosetta” ed il marmorizzato ( quest' ultimo si distingue in “tigrato” ed “esotico” ). I colori sono: -brown/black spotted tabby -snow leopards -rufus o rufous: da bronzo-marrone a mogano rosso -sorell: rosso chiaro con macchie dello stesso colore, ma più scure. -cool colors: beige, sabbia, frumento. -golden -sepia snow: crema-cioccolato di base, cioccolato scuro nelle macchie ( colori del burmese ). Gli occhi sono da verde a oromarrone. La punta della coda è nera. -mink snow: crema-cioccolato di base e nelle macchie ( colori del tonkinese ). Gli occhi sono da verde acqua a verde charo. -lynx snow: macchie chiare sul corpo e più scure alle estremità ( colori del siamese ). Gli occhi sono azzurri o blu. -whited: la pancia o il “sottocorpo” è bianco. Può variare da un tocco di bianco sugli arti a veri e propri disegni come in leopardi e ghepardi. -melanistic: la mutazione nera. -silver: quasi bianco o grigio molto chiaro di base, nero o grigiocarbone nelle macchie. CARATTERE: un gatto bengala è considerato un vero gatto domestico soltanto dopo la terza generazione; prima può avere comportamenti ancora tipici del gatto selvatico. Comunque non abbandona mai del tutto il carattere dei progenitori. Adora saltare, correre ed ha ancora un istinto predatorio verso i piccoli animali. Ha bisogno di spazio per correre, anche dentro le mura di casa o un giardino recintato. È un gatto intelligente, leale, dolce, affettuoso e che accetta la convivenza con altri gatti e cani, ma dal carattere decisamente turbolento.
La varietà silver è particolarmente dolce di carattere, in quanto frutto dell' incrocio con l' american shorthair. ALIMENTAZIONE: il gatto bengala ha bisogno di un' alimentazione di alta qualità , ma non troppo ricca e povera di cereali, in quanto, essendo un ibrido, non li digerisce quanto farebbe un gatto domestico. Infatti ha una digestione molto delicata. Nel caso gli si voglia somministrare cibo casalingo, sono ottimi pollo crudo e carne cruda in genere. CURA E SALUTE: il mantello richiede pochissime cure. Solo durante il periodo della muta devono essere intensificate le spazzolate per eliminare i peli morti. Ottime allo scopo sono le spazzoline a denti stretti e ricurvi e sono anche particolarmente utili i guanti di lattice o la pelle di daino inumidita che, passata sul mantello, rimuove il pelo in eccesso. Il gatto bengala non sembra soffrire di particolari patologie legate alla razza. CONSIDERAZIONI VARIE: secondo i normali standard, per essere allevato come animale domestico un gatto bengala deve essere distante almeno quattro generazioni (F4) dal gatto leopardo. I "gatti fondatori" delle prime tre generazioni filiali (F1–F3) vengono di solito riservati a scopi riproduttivi o tenuti come animali strettamente domestici. La femmina ha il primo calore intorno consigliabile attendere fino all' anno riproduzione. La gestazione dure circa 60 media 4-5 gattini. I maschi sono considerati cuccioli per il mezzo e possono mostrare un livello maturazione completa. Inoltre, in genere, fino alla terza o quarta generazione.
ai 9 mesi, ma è e mezzo per la giorni e nascono in primo anno/anno e di sterilità fino a il maschio è sterile
PANTHERETTE
STORIA: di origine statunitense, è il risultato dell' incrocio tra il gatto leopardo di Amur o il gatto leopardo asiatico o il bengala nero ed il maine coon o il pixie-bob nero, con lo scopo di creare una razza simile ad una pantera nera. Da qui il nome. E' una razza distinta dalla varietà nera del bengala ed è ancora in fase di sviluppo. Mentre l' allevamento dei gatti bengala era nel pieno del suo successo, Mark e Marie Bloodgood ottennero un esemplare nero di seconda generazione ( F2 ) di nome Mica, rimanendo stupiti per il fatto che somigliasse molto ad una pantera nera. In breve tempo fece grande successo, così Mark e Marie decisero di avviare un programma di riproduzione per ottenere esemplari melanici utilizzando bengala neri come razza fondatrice. Stanno anche usando esemplari di gatto del deserto del Mojave ( varietà smoke ) nel programma. Il pantherette è registrato nell' “International Progressive Cat Breeders Alliance” ( IPCBA ). CARATTERISTICHE FISICHE: di taglia medio-grande (6-7 kg) ha un corpo lungo e sostanziale, né orientale né “foreign”. L' ossatura è robusta e compatta. E' molto muscoloso ( soprattutto i maschi ). La vita media è di 15 anni. La testa è cuneiforme con contorni arrotondati, più lunga che larga, di grandezza media in proporzione al corpo. Rispetto al gatto domestico, il pantherette ha una testa forte e distinta. Il naso è grande e largo. Il mento è forte ed il muso è pieno, ampio e quadrato, con cuscinetti dei baffi prominenti e zigomi alti e pronunciati. Il collo è sostanziale e muscoloso, proporzionato alla testa ed al corpo. Gli occhi sono ovali, quasi rotondi, di medie dimensioni, ben distanziati tra loro, color oro, rame, verde o bronzo. Le orecchie sono piccole-medie, relativamente corte, con base larga e punte arrotondate. Le zampe sono forti e muscolose, di media lunghezza (leggermente più lunghe quelle posteriori rispetto alle anteriori), con piedi grandi e rotondi, dalle nocche prominenti. La coda è medio-lunga, spessa, con la punta arrotondata.
Il mantello può essere sia corto che medio E' lucente, denso, insolitamente morbido e setoso al tatto. I colori sono “black tabby” e “smoke tabby”. CARATTERE: mentre ha le caratteristiche fisiche peculiari della pantera nera, ha il temperamento del gatto domestico. E' atletico, attento all' ambiente esterno, amichevole, curioso, docile. Se minacciato, non mostra aggressività, al limite mostra paura, cerca di fuggire o si lamenta ad alta voce. ALIMENTAZIONE: come il gatto bengala. CURA E SALUTE: come il gatto bengala.
USSURI
STORIA: è nativo della Russia, nella regione del fiume Amur, frutto dell' incrocio tra il gatto leopardo di Amur e un piccolo gatto selvatico chiamato “gatto delle foreste di Amur”. E' una razza estremamente rara, anche in Russia. Uno standard della razza fu pubblicato a metà degli anni novanta, ma nessun riscontro c'è stato e quindi la sua posizione non è chiara. L' ussuri ( il suo nome deriva dall' omonimo Ussuri, che è un fiume dell'Asia nordorientale -Russia e Cina- affluente di destra dell' Amur ) è a rischio di estinzione, per via della sua ibridazione con gatti domestici locali. Può comunque essere incrociato con siberiani ed europei: questo probabilmente può contribuire a preservarne la sopravvivenza. L' ussuri, attualmente, non fa parte di nessun programma di allevamento. CARATTERISTICHE FISICHE: è di taglia media ( 5,5 kg ), con corpo atletico ma grazioso, dalla buona ossatura. La vita media è di 15 anni. La testa è arrotondata, di medie dimensioni con un mento ben formato ma non prominente. Il collo è fermo. Gli occhi sono grandi e leggermente a mandorla, generalmente di colore verde. Alcuni individui, sulle orecchie, hanno ciuffi di pelo come la lince. Le zampe sono muscolose e di media lunghezza, con piedi rotondi. La coda è affusolata con la punta arrotondata ed è molto simile a quella di un gatto selvatico europeo. Il mantello è corto, lucido, con denso sottopelo. Il modello è “tabby” modificato, caratteristica distintiva della razza. Il colore di fondo è dorato-marrone/dorato-fulvo. Macchie, strisce ed anelli sono generalmente di colore bronzato. CARATTERE: è molto intelligente, sveglio ed abile, ottimo cacciatore. Solitamente si lega ad una sola persona in famiglia. Non è un gatto casalingo, ha bisogno di stare molto tempo all' aperto. Non è solito seguire il padrone per elemosinare cibo o altro. E' possibile che mangi al mattino e ritorni la sera o il giorno dopo.
ALIMENTAZIONE: in quanto selvatico, necessita di un' alimentazione povera di cereali e spezie che potrebbero causargli un' infiammazione intestinale cronica. CURA E SALUTE: si consigliano spazzolature occasionali per mantenere il pelo in buono stato. Anche nel periodo della muta, che è stagionale, lo spargimento è minimo e quindi non è necessaria una frequente toelettatura (l' ussuri è un gatto ipoallergenico). L' ussuri è un animale robusto, che non soffre di particolari patologie legate alla razza.
FONTI: Wikipedia a-z-animals.com digitallibrary.amnh.org www.micimiao.it www.bamboobengals.tripod.com www.catswikia.com mysmelly.com mhseps4.wikispaces.com www.wildlifethailand.com www.gatobengali.com www.wildcatconservation.org allthings.borneo.blogspot.it www.tanews.org.tw www.leopardcat.8k.com www.taiwanleopardcat.com metazoa.us ecop.pbworks.com www.iucnredlist.org agus.fao.org tigertribe.net books.google.it www.greathimalayannationalpark.org www.cats.petbreeds.com
A cura di Gregorio Paola, Micelli Danilo ( parte grafica ) Settembre 2016