Collana di rubino _ Bambini andate a letto- urlò la madre. _ Arriviamo!_ rispose uno dei due figli. Con fare stanco i due bambini posero i loro giochi nella loro cesta poi si diressero in camera. La mamma gli rimbocco le coperte e diede un bacio sulle loro fronti. _ Mami aspetta vogliamo la storia della buona notte _ Ricordò la figlia. La mamma, stanca, non riuscì neanche a rispondere quando entrò nella stanza il loro nonno, già pronto con una storia. _ Vai a riposare _ suggerì l’ anziano alla figlia. _ Nonnino ci racconti la bella addormentata?! _. chiese la figlia. _ No, ancora quella no; sono tre volte di fila che ce la raccontano _. _ Allora ve ne racconto una reale che è successa a mio zio _. suggerì il nonno. _ Sì evviva! _ gridò la nipotina. _ A me ve bene _ disse il nipotino. Il nonno iniziò. _ Diversi anni fa, il mio zio Robin si trasferì in America per cercare casa e lavoro. Però fu sfortunato e non riuscì subito a trovare nessuno dei due. Una settima dopo, passeggiando al parco, vide una fila molto lunga. Curioso, chiese all’ ultimo uomo della coda che cosa stava accadendo.
L’ uomo disse che c’ era una selezione per un’ esplorazione in un’ isola sperduta e che la persona migliore avrebbe partecipato alla missione e avrebbe ricevuto una somma di denaro cospicua. Robin rifletté a lungo poi si emozionò e si mise in fila dicendo tra se e se che tentar non nuoce; passarono 3 ore quando fu il turno dello zio. Lo pesarono, gli misurarono l’ altezza e gli fecero fare un breve percorso a ostacoli a tempo e qualche esercizio logico. Alla fine gli dissero che tra una settimana avrebbero nominato chi avrebbe fatto all’ esplorazione. I sette giorni passarono e le persone che erano in fila si ritrovarono ammassate e i selezionatori presero in mano un megafono e dissero i primi sei nomi delle persone qualificate col miglior punteggio per la missione. Robin si qualificò quinto. Non stava nella pelle. Era felicissimo per quella “conquista” che gli avrebbe portato soldi ed un’ opportunità di ricominciare una vita felice in un nuovo paese. I rappresentanti diedero ai qualificati un depliant con il programma dell’ esplorazione, poi li accompagnarono nella sua camera d’ hotel dove avrebbero alloggiato quattro giorni, a spese dei rappresentanti, prima viaggio. La sera prima della partenza, gli organizzatori, durante la cena, spiegarono ai loro uomini che dovevano cercare una collana di rubini appartenuta ad un mercante indiano. Valeva molti soldi ed era un pezzo unico al mondo. Gli fornirono tutte le attrezzature disponibili tra qui cappello col parasole rotondo, torcia, gavetta nuova di zecca, ricambi, vestiti, wolki toki ecc. I quattro giorni passarono tutti quanti si ritrovarono al porto ad un’ ora dalla partenza. La nave suonò la sua tromba e tutto il gruppo salì e partì facendo rotta nell’ isola da esplorare.
La prima notte del viaggio fu atroce: una tempesta cambiò rotta e si diresse verso di loro scrollando la nave a destra e a sinistra; ma per fortuna il secondo giorno fu molto più calmo con il mare cristallino e nessuna nuvola in cielo. Il terzo giorno sbarcarono nell’ isola paradiso rosso rubino, chiamata così per il suo tesoro. Quell’ isola era ideale per nascondere un tesoro, fitta foresta di acacia e una montagna con apertura ad una grotta. Allestirono le tende, accesero il fuoco e si prepararono per l’ esplorazione. Passarono i primi due giorni a progettare ed a riflettere dove si potesse trovare un tesoro. Alla fine decisero di partire all’ esplorazione; Il gruppo si divide in tre parti composte ognuna da due persone: la prima rimane al campo base, il secondo visita la foresta, il terzo la montagna. Passarono diversi giorni e tutti erano convinti che il tesoro fosse sepolto sotto la sabbia tra la costa e la foresta, e non nella grotta perché scende inizialmente di molti metri. Tutti tranne Robin che pensava si trovasse nella montagna. Il sesto giorno il gruppo, a eccezione di Robin, iniziò a scavare tra la costa e la foresta convinta di trovare il tesoro. Robin prese una fune ed una torcia e si diresse all’ ingresso della grotta. Stalagmiti e stalattiti bloccarono l’ entrata di quel luogo buio. Pipistrelli e sgocciolii delle gocce d’ acqua rendevano l’ atmosfera cupa e inquietante. Scese una decina di metri aggrappato alla fune. Atterrò; accese la torcia, illuminò bene tutta la grotta quando vide uno strano cerchio nel muro con delle incisioni sopra; al suo interno si trovava un rompicapo in cui bisognava girare dei dischi per comporre una combinazione.
Passarono diverse ore quando Robin riuscì a trovare la combinazione ed a passare alla stanza successiva, una grossa galleria Quella galleria gli sembrò molto sospetta. Stava per mettere un piede in avanti quando: swing! Stava per calpestare un filo ad inciampo, ma si fermò in tempo. Uno ad uno li evitò tutti, poi arrivato nella terza stanza si trovò davvero in pericolo. Il tesoro era dall’ altra parte della stanza e dal soffitto stalattiti molto affilate erano in procinto di cadere. Aveva il cuore in gola. Tremava. Le sue gambe sembravano flaccide. Doveva camminare piano. E così fece e si avvicinò sempre di più. Prese il tesoro, la collana di rubino, con gli anelli della catenella d’ oro un po’ graffiati e molti rubini luccicanti, uno al centro che sovrastava gli altri; diversi mancavano. Uscì da quella infernale grotta, sempre evitando gli ostacoli, e corse dai sui compagni per fargli vedere il tesoro e per mostrargli che aveva ragione. Arrivò in spiaggia dove tutti erano accasciati a terra dalla stanchezza per aver scavato tanto. Quando Robin li raggiunse tutti si ammucchiarono sul tesoro come pazzi indemoniati: lo fotografarono, lo fissarono, lo indossarono. Tornò a regnare la pace. Dopo aver pulito il tesoro chiamarono la nave perché li venga a prendere. Passarono delle settimane. Robin era finalmente felice, aveva trovato un lavoro, una casa, era benestante, ed era conosciuto in quasi tutta l’ America per la sua nota scoperta. Ed è così che finisce la mia storia … _
Concluse il nonno fissando felice i due nipotini che ormai si erano giĂ addormentati.