LA CACCIA AL TESORO Era da tanti anni che mi chiedevo a cosa servisse quella mappa del tesoro incorniciata in camera dei miei genitori. Quella mappa era molto ingiallita, aveva i bordi bruciacchiati e strappati. Il mio sogno, fin da piccolo, era quello di andare a cercare il tesoro e portare con me quella mappa per seguirne il percorso. Mi presento, mi chiamo Matteo, mi piacciono i giochi di avventura e sono un ragazzino molto curioso. Mi piacciono i misteri e ritengo di essere abbastanza bravo a risolverli. Vivo nella periferia di una città molto accogliente: Cesena. Ormai si stava concludendo l'anno scolastico e io ero sempre più in ansia per gli esami che avrei dovuto sostenere. Ma quando avrei finito la scuola, decisi che sarei andato a cercare il tesoro misterioso, il tesoro scomparso. Esisterà veramente? Ora finalmente la scuola era terminata e potevo riposarmi, ma prima volevo togliermi tutti i miei dubbi su quella mappa. Deciso di esaminare attentamente bene la cartina e trovare la possibilità di il tesoro perché probabilmente esisteva davvero. Sulla cartina vi era disegnata una forma a me molto familiare. Era tracciata una forma di scorpione, l'antico centro medioevale protetto dalle mura di Cesena. Mi bastava solamente capire quali erano i luoghi disegnati nella mappa. All'inizio c'è un fiume, poi si prosegue con dei mulini, successivamente c'è un boschetto e per finire un grande castello, la rocca, con dentro la famosa “x” rossa. Beh, ora non mi restava che dirigermi verso il fiume Cesuola, un fiume che, nel corso del tempo, hanno deciso di tombinare per ragioni igieniche.
Partii con la cartina in mano e uscii di casa furtivamente. Arrivai nelle sponde del fiume, dove c'è molta vegetazione. Cominciai a cercare degli indizi che mi potevano essere utili, infatti, tra l'erba alta trovai un piccolo pezzo di ferro. I bordi erano un po' arrugginiti, ma io lo presi lo stesso in mano. Era a forma di una tessera di un puzzle, forse, se avessi trovato tutti i pezzi mi avrebbe aiutato a trovare il tesoro, chi lo sa... Trovato il primo indizio decisi di proseguire alla ricerca di un mulino seguendo le indicazioni della mappa. Camminai e camminai alla sua ricerca e finalmente lo trovai. Era un mulino molto vecchio, forse era risalente al Medioevo. Le pareti ormai erano tutte scrostate, aveva perso il colore dell'intonaco. Per terra c'erano dei pezzi di mattone. Mi feci coraggio e aprii quella porta sgangherata. Era una porta di legno, molto robusta, ovviamente non c'era piÚ la maniglia. All'interno era tutto buio, non c'erano le finestre, ma fortunatamente mi ero portato una torcia. L'ambiente era completamente spoglio, non c'erano degli arredi, nulla. Ad un tratto, con la torcia, illuminai qualcosa di luccicante, mi avvicinai per vedere che cos'era; era l'altro pezzo di puzzle, anch'esso un po' arrugginito. Tutto contento uscii dall'edificio e mi diressi verso un bosco come indicava la mappa. Dove potevo trovare un boschetto? Girovagai per un po' di tempo, poi mi ricordai di un parchetto dove mi portava sempre mia nonna. Mi diressi subito là e iniziai a rovistare tra l'erba alla ricerca di quel dannato pezzo di puzzle mancante. Ci volle molto tempo, ma riuscii comunque a portare aventi la missione. Lo trovai vicino ad un albero maestoso. Era una quercia molto vecchia, alta e folta. Avevo finalmente raccolto tutti i pezzi di puzzle. Ora dovevo raggiungere l'ultima tappa. Mi diressi verso l'antica Rocca Malatestiana, una fortezza che sovrasta la città di Cesena,
una tempo abitata dai Malatesta, i signori di cinquecento anni fa. Salii i gradini che mi portavano fino in cima e, una volta arrivato, decisi di entrare di nascosto, dentro al castello. Dovevo solo aspettare che non ci fosse nessuno in giro che mi potesse vedere. Non fu facile, non passava anima viva , forse perchÊ ormai si stava facendo tardi. Ruppi il lucchetto che era attaccato ad una porta ed entrai velocemente. Accesi la torcia che avevo nello zaino e partii alla ricerca di una stanza nascosta. Trovai molte stanze, ma nessuna di essa conteneva dei bauli o cose del genere, quando, finalmente, vidi una porta chiusa con un lucchetto molto grosso. Forse avevo trovato la stanza che cercavo, e forse custodiva il tesoro che per anni avevo immaginato. Diedi un grosso calcio alla porta e il lucchetto si staccò e la porta si aprÏ. Era una stanza non molto grande, difronte alla porta si trovava una piccola finestra protetta da inferiate arrugginite, da cui passavano piccoli raggi di sole. In fondo alla stanza trovai il baule che stavo cercando. Era un baule piccolo di legno. Al posto del foro della chiave c'era un foro di forma quadrata, dovevo metterci sopra i pezzi di puzzle che avevo ottenuto durante il viaggio. Attaccai i pezzi e li misi in quel foro e, magicamente, il baule si aprÏ e curiosissimo sbirciai l'interno. Misi la mano dentro ad esso ed acchiappai, qualcosa, la tirai fuori e vidi una collana d'oro molto antica. Decisi di portarmela a casa, di sicuro valeva molti soldi... Alice Tassinari