Beatrice 1

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UNA RICHIESTA D' AIUTO DALLO SPAZIO

Era una giornata tranquilla a Milano. La metropolitana sferragliava rumorosamente nelle gallerie sotterranee carica di passeggeri, i turisti visitavano la meravigliosa città, il traffico era quello di tutti i giorni, insomma tutto andava come sempre. Ero appena salito sulla mia bicicletta volante e mi avviai verso l'università, quando ad un tratto, tutto diventò buio: cosa era successo? Cosa oscurava la luce del sole? In quel momento mi ricordai. Quando ero piccolo il mio robot mi stava portando al parco quando mi accorsi di un fungo gigantesco sopra la mia testa che oscurò la luce come in quel momento, me lo ricordo come fosse ieri, il mio robot personale non se ne era accorto che quella sottospecie di fungo era su di noi. Al parco ero solo quando lo vidi atterrare: era alto come lo scivolo, ma grosso come un condominio. Uscirono dei piccoli esseri luminescenti che mi fecero tante domande e io, ingenuamente, risposi perché non avevo capito che erano extraterrestri. Mi dissero che se avessero avuto bisogno sarebbero tornati a cercarmi, non avevo mai raccontato a nessuno quello che mi era capitato. Adesso tutto aveva senso, non era stato frutto della mia immaginazione. E adesso, dopo tanti anni, quell'astronave era tornata da me, perché? Cosa volevano? Il sangue mi si ghiacciò nelle vene …… perché tutti continuavano a fare le loro cose come se niente fosse, ma non vedevano l'astronave e gli esseri luminescenti che scendevano e venivano verso di me? Mi diedi un pizzicotto, forse stavo sognando, ahi! No era tutto vero, li vedevo solo io, e mi stavano chiamando... non avevo scelta, ero come attratto da loro e così salii sulla loro astronave. Solo quando salì in volo, solo in quell'istante capii che comunicavamo con il pensiero. Non so perché, ma la paura svanì e sedutomi su un pouf volante ascoltai ciò che avevano da dirmi. Mi spiegarono che, dopo il nostro primo incontro anni prima, non avevano mai smesso di seguirmi, mi avevano installato negli occhi una mini telecamera e per tutti quegli anni avevano visto tutto ciò che vedevo io. Capii che anche se il loro aspetto era diverso dal nostro, erano pura energia, erano tecnologicamente più avanzati ( ma certo erano venuti a trovarmi sulla Terra ! ) ma avevano gli stessi nostri sentimenti, sentii la loro preoccupazione. Mi raccontarono che in tutti quegli anni avevano cercato di capire come fossimo noi terrestri e come vivessimo sul nostro pianeta e si erano resi conto che i loro antenati provenivano dalla Terra e che, malgrado le loro conoscenze tecnologiche, il loro pianeta stava per morire e dovevano trovare trovare un nuovo pianeta dove stabilirsi in pace e in cambio avrebbero messo la loro tecnologia e conoscenza a nostra disposizione. Ma io come potevo aiutarli, ero un semplice studente di medicina, e sapevo che non sarebbero stati ben accolti perchè le persone temono gli alieni, troppi film e video ci avevano fatto credere che ci avrebbero distrutto dominando la Terra. Dimenticavo, mi leggevano nel pensiero e la risposta fu immediata: dopo tutti quegli anni avevano un piano, e che piano!. Grazie al loro aiuto avrei creato una macchina che riconosceva le malattie nei bambini e loro, essendo pura energia, sarebbero entrati nel corpo dei piccoli guarendoli e salvandosi loro stessi. Subito mi sembrò un'idea geniale, nessun bambino avrebbe più sofferto ma…non un terribile dubbio mi assalì: forse gli alieni, col tempo, sarebbero diventati più numerosi degli umani, non è che ad ogni grande invenzione erano legati loro e che quindi erano già fra noi…o lo ero anch'io perché da piccolo ero stato molto malato!

Beatrice


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