ELEMENTO INSERITO: IL CERVO “E voi chi siete?” chiesi…, ma mi sa che prima di arrivare a questa parte del racconto vi devo dire cosa trovai, anzi, meglio ancora se vi racconto chi sia io o il perché mi trovavo lì. Prima di tutto mi presento, sono una bambina di 11 anni, frequento la prima media e questa era la prima volta che uscivo con la mia nuova classe. Eravamo in gita e ci stavamo recando in un bosco per osservarlo, studiarne la flora e la fauna e ascoltare il silenzio. Arrivati, entrammo dentro e cominciammo a camminare fra i fitti alberi,
quando ad un certo punto le due professoresse che ci avevano accompagnato decisero di fare una pausa. Ci fermammo in uno spazio dove c’erano dei tronchi tagliati e ci sedemmo lÏ, le professoresse proposero di fare merenda e incominciammo a chiacchierare e a gustarci i nostri snack. Mi alzai per gettare un disegno venuto male nel bidone che si trovava a poca distanza da dove ci eravamo fermati, lo buttai, però, nel farlo, notai un piccolo bagliore tra i grandi e imponenti tronchi degli alberi. Sembrava che nessuno avesse fatto caso a quel bagliore, incuriosita lo seguii senza farmi notare dagli altri fino a quando arrivai in un spazio completamente
erboso, circondato da un schiera di alberi grandi e fitti. Pensai: “In che posto sono? Non importa, in qualunque luogo sia è davvero incantevole.” Mi guardai attorno e non vidi nulla, ma, a un certo punto, fui circondata da un bagliore… vidi una cosa davanti a me, ma non capii cos’era… Quando il luccichio svanì, mi trovai davanti a una strana creatura insieme a qualcosa o a qualcuno… non capii subito cos’erano, poiché riuscivo a vedere solo il loro profilo, erano circondati da una nube, tipo nebbia e, pian piano, si stava dissolvendo. Quando sparì riuscii a vedere chi avevo davanti… erano una ragazza e un cervo, ma la ragazza era strana… aveva delle ali, ali di fata! Non credevo ai miei occhi. Com’era
possibile?? Stavo sicuramente sognando ad occhi aperti!! Ma, tutte e due le creature sembravano incredibilmente reali. Eppure erano lì, davanti a me. Cosa stava succedendo? Cominciai a sentirmi molto agitata: le gambe mi sorreggevano a fatica, un sottile velo di sudore mi avvolse e la mia mente era annebbiata e confusa. Chiesi in modo cortese: “E voi chi siete?” La ragazza fatata rispose: “Io sono la fata del bosco, mi chiamo Argentea e lui è… perché non glielo chiedi?” Pensai stupita: “Cosa? Un cervo parlante? Ok…, la mia sobrietà è andata sicuramente da qualche altra parte. Beh, perché una fata è normale? …ovvio che no. Ormai, cos’ho da perderci, chiediamolo!” “Mi scusi, cervo” dissi “Come si chiama?” in
quel momento mi chiesi proprio se non stavo delirando. Il cervo rispose: “Mi chiamo Ran, e sono il re del bosco, io e Argentea siamo i guardiani di questi boschi, vieni ti facciamo vedere il nostro territorio e i suoi abitanti.” Andammo dalle varie famiglie che popolavano il bosco, come quella delle talpe, delle puzzole, dei conigli, dei cervi, delle api, e molte altre. Conobbi diversi animaletti come Tamburello, un coniglietto molto vivace; Fiore, una puzzola calma e cortese; Bambi, un cerbiatto giocherellone. Pensai: “Che bella è la vita del bosco.” Ran e Argentea mi riportarono dove ci eravamo incontrati e mi fecero vedere i fiori arcobaleno, mi dissero di entrare nel
campo, sfiorare i fiori e rimanere a guardare. Feci quello che mi era stato suggerito e rimasi stupefatta: era bellissimo!! I fiori incominciarono a volare e, come fuochi d’artificio, scoppiavano colorando il cielo di tutti i colori immaginabili. Dopo lo scoppio i petali cadevano come una pioggia multicolore. Tornammo nel luogo dove ci eravamo conosciuti e sempre lo stesso bagliore che mi condusse lì ricomparve per riportarmi dai miei amici. Pensai: “Chissà se sono preoccupati per me.” Prima di ripartire verso i miei compagni e le professoresse salutai Ran e Argentea che mi diedero un pendente con un fiore in loro ricordo e mi dissero che tutti gli abitanti del bosco l’avevano.
Scomparvero ed io partii seguendo il bagliore. Dovevo solo passare dietro una fila di alberi per tornare alla classe, uscita, andai davanti al bidone, il bagliore era già scomparso. Arrivò una mia amica e mi disse: “Vieni, stiamo per ripartire.” Io risposi: “Ok, arrivo.” Poi, detto questo, ci dirigemmo verso gli altri. Guardai il blocco da disegno che tenevo in mano e vidi Ran, Argentea e tutti gli altri. Cercai nella tasca e trovai il medaglione... Capii allora che non era stato tutto un sogno.