IL TESORO PERDUTO DEI VICHINGHI
Siamo arrivati nella città nuova perché mio padre ha cambiato lavoro e insieme a lui anche la mamma. Quando eravamo entrati dentro alla città di Belleville mi sembrava strana confronto alla mia città di prima. Aveva quartieri e case con colori diversi a seconda della direzione in cui viaggiavi; se andavi verso sud avevano dei colori cupi e scuri con persone tristi e povere e depresse, se andavi verso nord i colori erano accesi e vivaci e le persone erano felici e socievoli. Mio padre per fortuna ha preso la casa a nord e in un quartiere con molti bambini. Quando eravamo entrati nella casa nuova aveva già i mobili montati e per me era la casa dei sogni con i muri colorati e i mobili in legno di betulla pregiati di almeno del XIX secolo. Infatti andando in soffitta trovai un vecchio mobile pieno di fogli del vecchio proprietario tra cui trovai una mappa con una X; dopo un po' capì che era una mappa del tesoro ma non era completa, quindi mi misi a cercare gli altri pezzi del foglio e dopo un' ora li trovai tutti. Il giorno seguente dimenticai un po' la mappa perché volevo togliere i vestiti dalle valigie e metterli dentro gli armadi. Però dentro a uno di quei armadi trovai
una chiave con
sotto un foglietto con scritto:”se un tesoro vorrai, con queste prove che farai, forte e potente diventerai”. Allora trovata la chiave decisi di rimandare la sistemazione dei vestiti per cercare la porta misteriosa. Mi misi a cercare dappertutto ma dopo qualche ora ci rinunciai perché non riuscivo a trovarla; però quando l'orologio a pendolo battè la mezzanotte, e io ero nel mio letto che non riuscivo a dormire perché pensavo dov'era la porta, mi accorsi che sotto al letto c'era spiraglio luminoso che passava da una fessura, abbassai lo sguardo e mi accorsi che c'era una piccola porta che non avevo notato prima. Allora presi la chiave e la mappa e provai ad aprire la porta, un paio di mandate la porta si aprì e mi trovai catapultato dall'alto in questa isola con un veliero gigantesco. Saltellando sulle nuvole riesco a raggiungere la sabbia. Arrivato a terra notai subito questo gigantesco veliero rosso con una sirena di legno a prua, sembrava una vera nave vichinga. L'isola era composta da palme, palme da cocco e mango. Era piccola e sembrava disabitata. Presi allora la mia mappa e vidi che l'isola disegnata assomigliava a quella su cui ero io. Decisi allora senza pensarci due volte di cercare il tesoro dentro alla nave. Io, che ero al centro dell'isola, mi diressi verso la nave vichinga; arrivatoci vicino incominciai a cercare questo tesoro partendo dalla parte esterna della nave e finendo sul ponte senza aver trovato nulla. Ad un certo punto nella stanza del capitano c'era una scala che andava verso il fondo della nave. Scendendo le scale trovai delle persone ambigue che stavano vicino a degli scheletri che dormivano. In fondo alla stiva trovai il forziere protetto da due altre persone al fianco e e sul forziere c'era un'altra persona come le altre solo vestita con: una corona alla testa, un mantello di pelle e una spada in cintura. Stavo decidendo se andare o non andare da loro ma alla fine mi convinsi di andarci; svegliai le
guardie che svegliarono il re ma il re. Scoprì che loro parlavano la mia lingua. Quando arrivai da loro il re gli disse di non attaccare e io gli chiesi come avevano fatto ad arrivare fino a lì e loro mi risposero che per colpa del capitano, ormai morto, che aveva sbagliato e li aveva portati in quel isola. Il re si accorse che in una tasca dei miei pantaloni avevo la chiave e un foglietto e lui mi chiese a cosa mi serviva quella chiave e com'ero arrivato. Gli risposi che sul pavimento della mia cameretta vidi una porta che mi condusse sull'isola. Il re mi chiese se gli prestavo la chiave per ritornare nell'isola Berk ma io gli dissi che quella chiave mi serviva per tornare a casa. A questo punto il re si arrabbiò perché a lui non viene mai detto di no, e quindi tolse la spada dalla cintura e mi sfidò. Io gli dissi che non era equilibrata visto che lui aveva una spada e io no; quindi lui mi tirò una spada in ferro come la sua ma prima di cominciare lo interruppi di nuovo dicendo che se vincevo io ero il capo di tutti i tuoi uomini e di te e del forziere, mentre se vinci te puoi ritornare nell’isola di Berk. La battaglia incominciò io mi difendevo più che potevo lui invece con la punta affilata della sua spada provava ad attaccarmi ma quando lui provò a colpirmi a una gamba io lo presi subito nella schiena e lui cadde atterra. Quando il re era a terra,e io con la spada puntata sul collo, gli chiesi le chiavi del forziere ma lui mi rispose che lui quella chiave non ce l’aveva e quindi gli tolsi la spada dal collo e lui scappò. Però mi era appena venuta un’idea, quale? Quella di leggere la filastrocca, io lo feci così per prova e dissi ”se un tesoro vorrai, con queste prove che farai, forte e potente diventerai”. Detta questa frase si aprì il baule, ma non c’erano monete d’oro, diamanti, ma c’era soltanto una bellissima medaglia con scritto “Complimenti hai battuto il Re vichingo”. Non sembra un po’ strana…. Forse,prima chi aveva il baule sapeva tutto questo che sappiamo noi oggi.