Genitore apatico carolina 1

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GENITORE

APATICO

Era sabato mattina, quando finalmente il pacco tanto atteso da Ron arrivò. Un robot postino aveva inviato dalla stazione di controllo una grande scatola di alluminio all’abitazione n°27 524 della galassia 81, precisamente alla navicella del ragazzo, e così nel giro di pochi nanosecondi il giovane era stato in grado di tenere tra le braccia la cassetta lucente, grazie all’utilizzo del suo masterizzatore 3D tascabile. Ron osservò accuratamente la protezione metallica e lesse ad alta voce la targhetta posizionata sul retro, su cui erano incise a grandi caratteri le parole:“Ci scusiamo enormemente per i problemi riscontrati all’apparecchiatura, e speriamo che ogni software aggiornato, ora sia in grado di agire e pensare correttamente. Cordialisaluti. Stazione produzioni O.P.M.S. “Finalmente! Dopo giorni incessanti di impiego del vecchio modello! Non avrei potuto resistere un minuto di più.” Esclamò ad alta voce nella stanza vuota. Successivamente creò un varco nella facciata superiore con il microchip laser del dito indice destro ed estrasse il grosso fascicolo digitale delle istruzioni del macchinario, che osservò frettolosamente e superficialmente, soffermandosi solamente al capitolo finale, dove una grande scritta era posizionata al centro del display: CONTROINDICAZIONI. Punto 1: Evitare l’ordine di esecuzione di un quantitativo giornaliero di faccende domestiche maggiori a 999, per assicurare un ottimo funzionamento; Punto 2: E’ sconsigliata l’ordinazione di preparazione di cibi appartenenti alla categoria “vegetali”; Punto 3: Si raccomanda l’accensione di ogni volume scolastico prima di ordinare all’apparecchiatura di compilare i compiti assegnati per il giorno seguente; Punto 4: E’ necessario un salvataggio delle impostazioni “dolce, tranquilla, serena e comprensiva” ad ogni arresto dell’oggetto; Punto 5: E’ severamente vietata l’attivazione della modalità “Genitore crudele e istruttivo alla conquista dell’umanità”, in caso contrario si provvederà applicando sanzioni e la macchina sarà ritirata e restituita alla fabbrica. Per poi proseguire per altre decine di pagine con avvertenze, considerate dal ragazzo inutili perché ovvie, per esempio agitare bene la scatola cranica prima del montaggio o fare attenzione nella sezione “impostazione di lingua” per evitare il selezionamento di gergo alienare saturniano, dato che le mamme in scatola erano esportate in tutto l’universo, dall’Organizzazione Produzioni Mamme Soddisfacenti, e perciò disponibili al comando di ogni forma vivente. Finito di copiare, per poi incollare nella cartella “Mamma in scatola”, sotto la denominazione “file 2”, della sua mente, Ron si mise subito al lavoro. Quando il “Genitore” fu montato, in ogni sua piccola vite e bullone, il ragazzo regolò qualche dato come “piatto preferito e data compleanno di mio figlio umano”; poi tramite un’ormai “preistorica chiavetta USB”, trovata in qualche vecchio cassetto, trasferì i dati sul suo computer di bordo. Spinto il pulsante avvio, posizionato sul lato destro del collo, la madre si accese e sul suo volto di silicone un movimento simile ad un sorriso affiorò facendo muovere quelle particelle artificiali controllate da un cervello di elettroni e non da un cuore di sentimenti.


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