Giacomo

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IO SONO I MIEI RICORDI La mia più grande emozione Mi trovavo lì, sì proprio lì, è una storia molto lunga e ho deciso di raccontarvela. Era un giorno molto importante per mia madre e per questo era molto ansiosa. Ci dirigevamo verso un grande edificio e io ero terrorizzato all’ idea di fare un solo passo dentro al recinto per un solo motivo: quell’ edificio sarebbe diventato il mio peggior nemico. Quello era il mio primo giorno della scuola dell’infanzia. Era difficile guardare negli occhi i genitori dei miei compagni e i miei compagni, naturalmente, però sapevo solo una cosa e ne potevo esser certo: col tempo mi sarei divertito a giocare e ad imparare cose nuove. Infatti quei tre anni sono volati e mi sono ritrovato ben presto a festeggiare la fine di quel percorso con un cappellino nero “da diploma” sulla testa, promettendo ai miei amici del cuore che non ci saremmo mai persi di vista.


La mia più grande paura L’estate prima del mio ingresso alle elementari, ero molto ansioso e pieno di paura, perché ero preoccupato all’idea di entrare in un ambiente nuovo e ostile e di incontrare compagni ai quali potevo non piacere e a me questo sarebbe dispiaciuto molto. Quel fatidico primo giorno la mia paura aumentò quando fui costretto a separarmi dai miei genitori e a salire su di un piccolo palco dove, davanti a tutti i genitori, ci dettero una pergamena di benvenuto e una coroncina del “Re Alfabeto”, personaggio che ci avrebbe accompagnato per tutti i cinque anni della scuola primaria e che ci avrebbe aiutato ad affrontare con più leggerezza i primi giorni di scuola. Poi le nostre future maestre Anna, Samantha e Paola ci accolsero in una grande aula della scuola in cui noi,


lo imparai col tempo, ci saremmo molto divertiti.

Una persona speciale Quando ormai tutti i compagni della classe si conoscevano bene, tra di noi incominciarono a formarsi dei gruppetti e ci ritrovammo naturalmente a preferire alcuni amici ad altri e a conoscere meglio anche le maestre. A quel punto mi era chiaro che il peggio era passato: l’ambiente era tranquillo e io mi sentivo sereno… anche perché ad aiutarmi c’era sempre la mia maestra preferita: Samantha. Era speciale perché ogni volta che ero in difficoltà mi aiutava, poi ci fidavamo e fra noi è nato un rapporto molto importante: ci capivamo al volo, scherzavamo spesso e, se aveva bisogno di una mano con Karol, una nostra compagna con disabilità che lei seguiva e con la quale noi spesso giocavamo, chiamava sempre me.


Le giornate passate al mare Ogni anno, quando ormai le vacanze erano iniziate, più o meno verso la fine di giugno, incominciavo ad andare al mare dove trovavo sempre qualcosa da fare. Naturalmente avevo un amico con cui trascorrevo le giornate fra un divertimento e l’altro. Costruivamo castelli di sabbia, ci tiravamo palloncini pieni d’acqua. C’erano le volte in cui non si andava sempre negli stessi bagni; in quel caso non era un problema trovarmi nuove amicizie visto che sono sempre stato un bambino espansivo ed estroverso. Quando andavamo al mare di sera ci piaceva assaporare un gelato e fare una bella passeggiata in riva al mare con mia madre. Quando invece andavo al mare con mio babbo mi piaceva andare con una nostra amica a raccogliere le conchiglie a Milano Marittima. Ci divertivamo proprio un mondo

!!!!

Un entusiasmante nevicata Avevo circa sei anni quando arrivò la più bella nevicata degli ultimi anni. Mi svegliai e mia madre mi chiamò alla finestra dicendomi: “ STA NEVICANDO!!!”.


Subito un pensiero occupò la mia mente, mi vestii con abiti pesanti per affrontare la rigida temperatura che c’era e andai fuori con il cuore pieno di gioia. Mi costruii immediatamente una barriera per proteggermi dalle palle di neve di mio fratello e subito feci un grande pupazzo di neve. Appena finito di giocare all’aperto andai, stanco, davanti al camino dove mi aspettava un vivace fuoco che mi avvolse col suo calore e una fumante tazza di cioccolata calda che mi scaldò. Ho un ricordo bellissimo di quella giornata!.

Una notte “da paura” All’età di sette anni io, mio cugino, mio fratello e mia madre partimmo per Genova. Noi bambini non sapevamo ancora cosa dovevamo andare a fare, ma a metà del tragitto la mamma ci spiegò tutto e noi a bocca aperta urlammo :– DORMIRE DENTRO UN ACQUARIO!!!??!!Quando fu il momento noi felicissimi ed emozionati entrammo da una piccola porta laterale e, una volta appoggiati gli zainetti sulle sedie in una grande sala tutta blu, ci spiegarono tutto il programma della nottata. Poi iniziammo a conoscere i vari ambienti dell’acquario e le sue numerose vasche. Ad un certo punto arrivammo davanti ad una enorme parete di vetro dietro la quale si vedeva


solo acqua a perdita d’occhio e le guide cominciarono a stendere delle brande dove a breve noi ci saremmo stesi per dormire. Dentro all’acquario davanti a noi c’erano moltissimi squali, ma anche mante e piccoli pesci, tra quegli squali ce n’ era uno maculato che abbiamo chiamato Bobo.

Un’esperienza da non dimenticare Circa due anni fa io e la mia famiglia andammo per qualche giorno in montagna poi la sera prima di tornare a casa ci successe una cosa davvero speciale: decidemmo di andare in un ristorante tipico che in montagna chiamano “baita”, ma per raggiungerlo, visto che c’era tanta neve e a piedi ci sarebbe voluto troppo tempo, salimmo su una specie di trenino trainato da una motoslitta, che sfrecciando tra i sentieri ripidi e innevati, ci portò rapidamente in cima alla montagna. La serata trascorse velocemente e in allegra e io ho mangiai la polenta con lo spezzatino più buona della mia vita. Finita la cena chiesi a mia madre come saremmo tornati visto che il trenino non poteva più passare, ma lei aveva già in mano una piccola slitta per ognuno. Per fortuna il tragitto era in discesa quindi era più facile da fare con la slitta. Partimmo. Il sentiero era illuminato da una bella luna piena: ci divertimmo molto, scherzammo e facemmo a gara


per scoprire chi era il piĂš veloce. Nel silenzio della montagna si sentivano solo le nostre risate.


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