Giacomo

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LA MIA AVVENTURA Era un giornata come le altre qua a cesena ed io stavo trascorrendo una normalissima giornata di vacanze estive, mi stavo come al solito annoiando davanti libri e quaderni. Finite le mie ore quotidiane di compiti decisi di andare a rovistare tra le cianfrusaglie della mia immensa soffitta. C’erano come minimo dieci scatoloni pieni di ricordi belli e brutti della mia infanzia. Decisi di aprire quello che più mi incuriosiva, uno scatolone arancione fluo: dentro trovai tantissimi quadri che ritraevano me e la mia famiglia e anche moltissime foto. Nella seconda che guardai trovai miei vestiti di quando ero più piccolo, e infine nella terza quella color blu notte trovai giocattoli, tantissimi giocattoli e, sotto di essi un baulotto molto piccolo in legno di quercia chiuso con un lucchetto; subito mi venne in mente come aprirlo allora decisi di andare a prendere le tronchesi di mio nonno per appunto nel suo garage per poi tornare in soffitta e rompere il lucchetto; fatto questo subito curiosissimo guardai con attenzione ogni piccolo dettaglio: come prima cosa c’era una foto che copriva tutto il resto che ritraeva mio padre e quello del mio vicino da giovani che si davano una pacca sulla spalla, oltre la foto c’era una misteriosissima parte di una mappa color giallo senape che riportava alcuni graffiti dettagliati fra cui un sentiero che portava a un monte: il fumaiolo diceva la mappa. A quel punto decisi di andare a chiedere informazioni a mio padre dato che l’argomento mi interessava. Lui mi disse che quando erano giovani lui e il suo migliore amico Fred (il padre del mio migliore amico) si divertivano a scavare quando un giorno mio padre trovò dentro a un albero una mappa del tesoro, decise di farla vedere a


Fred e assieme decisero che avrebbero dovuto andare a vedere cosa si trovava sotto il punto indicato dalla mappa non trovato il bottino scoraggiati e delusi strapparono la mappa in due parti per poi tornare a casa, decisero anche di non andare più in quel posto. Interessato ancora più di prima mi diressi a casa del mio migliore amico per cercare l’altro pezzo di mappa. Il mio migliore amico mi fece vedere posti in cui si poteva trovare quella mappa ma non la trovai mentre la cercavamo entrò Fred suo padre che ci domandò che cosa stavamo facendo, allora io risposi che stavo cercando l’altro pezzo della mappa facendogliela vedere, lui spalancò gli occhi perché sapeva di cosa parlavo, a quel punto lui mi disse:-prova a guardare in quella cassapanca-: mi diressi verso essa e ………… bingo! Si trovava in una busta in fondo a coperte e vestiti, si trovava proprio l’esatta parte opposta di quella mappa! Lo ringraziai infinitamente e mi disse che potevo tenerla, io a quel punto decisi di tornare a casa a raccontare tutto a mia madre e dire a mio padre che avevo trovato la seconda parte della sua mappa chiesi a mio padre se potevamo andare sul monte fumaiolo dove poi io in seguito mi sarei potuto concentrare sulla ricerca del bottino lui mi rispose di sì e mi disse che il giorno dopo saremmo partiti io mia madre mio fratello ed io per il fumaiolo. Mi informò in oltre che aveva affittato la camera di un hotel in un bosco vicino dove si trovava il punto del bottino indicato dalla mappa. Felicissimo mangiai la cena in fretta e furia e mi diressi in seguito subito a letto per essere pronto per il monte fumaiolo. Mi svegliai molto presto e colsi l’occasione per preparare lo zaino, ci misi: una torcia, un coltellino svizzero, degli stivali di ricambio, un berretto, acqua, barretta di cioccolato, occhiali da sole ed infine un po’ di soldi per qualsiasi evenienza, partimmo all’incirca alle sette per arrivare alle dieci; entrammo in albergo alle undici e


dopo aver mangiato io e mio padre partimmo per arrivare al bottino mentre mia madre e mio fratello visitarono la città. Il primo ostacolo da superare era una lunghissima salita su pietre molto taglienti; io soffro tutt’ora di vertigini perciò ebbi molta paura per quei duecento trecento metri da fare su quelle pietre perché se cadevo potevo farmi seriamente male. Fu un’impresa riuscire ad arrivare in cima; il secondo ostacolo da superare fu un lago di fango formatosi dalle frequenti piogge più il terreno fangoso, il problema furono anche le sanguisughe. A metà percorso un mio stivale si ruppe allora decisi di cambiarlo con l’altro paio che mi ero portato lì sul momento; finito quel tormento e arrivati sulla riva del laghetto mi guardai le gambe e vidi che c’erano almeno dieci sanguisughe attaccate al mio ginocchio, spaventato andai da mio padre che subito me le tolse molto cautamente. Come terzo ed ultimo ostacolo trovammo una distesa lunga più di venti metri di rovi spinosi, rami e spini dappertutto. io e mio padre entrammo in questa distesa di rovi proteggendoci con gli zaini, ad un certo punto il mio zaino si forò, decisi a quel punto di continuare senza zaino, ma con il coltellino svizzero. Dopo circa venti minuti a tagliare anche i più minuti rametti riuscì a uscire da quella terribile distesa di spini. Fatto uno o due km siamo arrivati al punto prestabilito dalla mappa, scaviamo scaviamo scaviamo, ma non troviamo nulla, allora io mi domando:- perché no n troviamo nulla sotto terra anche se la mappa dice quel punto. Ragionandoci un po’ su capii che forse il bottino non si trovava sotto terra ma in superficie! Pensai allora dove poteva trovarsi il bottino e guarda caso c’era proprio un albero al centro del punto indicato dalla mappa, corsi verso l’albero e…….. guardando all’interno di un buco dentro esso trovai un vaso: lo apri e ci trovai moltissime monete d’oro e


d’argento. Felicissimo abbracciai mio padre e lui abbracciò me! Tornammo all’albergo dove incontrammo mia madre con mio fratello a cui spiegai in seguito tutto! Questa avventura non me la dimenticherò mai e anche quando crescerò mi rimarra sempre nel cuore!


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