I tre porcellini

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I TRE PORCELLINI C'era una volta un "lupaccio affamato", come lo consideravano tutti, che aveva il suo rifugio fra gli alberi quando ancora i lupi giravano innocui per i boschi. Aveva costruito fra due querce possenti un`abitazione molto ben congegnata impiegandoci settimane. Si era rimboccato le maniche e, sotto il sole, la luna o la pioggia, dalla prima fino all'ultima asse, aveva messo in piedi una splendida villetta. Ogni giorno lavorava come falegname e nel tempo libero pescava i pesci che nuotavano nell' unico fiume del bosco. Nei mesi in cui il fiume era gelato, si spostava più a sud dove abitavano i conigli, i cerbiatti e tanti uccelli di molte varietà. Mentre il lupo si spostava nel suo territorio di caccia, incontrò tre porcellini che con i loro bagagli, seduti su pietre, se la spassavano, mentre mangiavano lamponi e giocavano fra loro. Il lupo, per mostrarsi educato, si mise a ridere con loro, ma loro , poco socievoli, se ne andarono. Così, li seguì mimetizzandosi fra i cespugli e quando notò che stavano raccogliendo foglie, rami ed erbe si chiese a cosa servissero loro; poi si annoiò e tornò indietro. Il sole era tramontato e il lupo, a sedere su una poltrona, pensava come farseli amici, quando sentì un forte rumore. Si affacciò alla finestra e vide i tre maialini che stavano costruendo qualcosa proprio vicino a casa sua. Decise così di non disturbarli e si riaccomodò nella sua poltrona per leggersi un bel libro. Purtroppo fra martelli che battevano e seghe che tagliavano leggere si dimostrò molto difficile. Decise così di andare a letto, visto che la notte ormai era arrivata. Ma ancora i rumori non cessavano e il lupo iniziò a camminare su e giù per la stanza sempre più nervoso per questa violazione della privacy. E continuò fino al mattino successivo, quando decise di andare a chiedere loro di fare meno rumore. Uscendo vide tre piccole casette, una in paglia, una in legno e una di mattoni ancora in costruzione, così decise di andare a bussare alla porta di quella di paglia. Uscì un piccolo e goffo porcellino che, con rabbia, esclamò: “Chi è che mi disturba di prima mattina!” Il lupo non sapendo cosa dire sussurrò: “Scusatemi non volevo disturbare ma… il


continuo rumore causato dalle martellate mi ha tenuto sveglio tutta la notte e volevo chiedervi di fare meno baccano”. Ma il porcellino senza pensarci due volte chiuse violentemente la porta. Così il lupo decise allora di bussare alla casa di legno: qui, invece, uscì un porcellino alto e grasso con una ciotola piena di cibo in mano, che sbuffando, chiese: “Chi sei? E perché mi stai disturbando mentre faccio colazione?” Sempre sussurrando il lupo rispose: “Sono il lupo, il suo nuovo vicino di casa… e come ho detto nella casa qui a fianco, vorrei che faceste meno rumore per favore”. Lui invece rispose: “E se non lo faccio…tanto non mi puoi fare niente!”. Il lupo decise allora di andare dal terzo porcellino un animaletto di media statura che era su una scala e tentava di sistemare una tegola. Il lupo con educazione chiese anche al terzo porcellino: “Mi scusi non vorrei disturbarla, ma con quegli attrezzi sta facendo troppo rumore, potrebbe fare più piano?” Ma il porcellino gli rispose gridando: “Non ci penso neanche! Io devo finire la costruzione della mia casetta entro stanotte!” Così il povero lupo decise di tornare a casa, sicuro che avrebbe passato un’altra bruttissima nottata. E così fu. Infatti la notte che passò non fu migliore di quelle precedenti, i porcellini poi lavoravano instancabili facendo sempre più baccano. Il povero lupo aveva occhiaie sotto agli occhi, sembrava che tutti i suoni nella foresta fossero divenuti molto più forti di come erano di solito: i grilli e le cicale sembravano impazzite, i gufi e le civette facevano il rumore di navi in partenza, ... e i porcellini? Sembravano da soli fare il rumore di un intero cantiere edile. Così passò la notte il povero lupo. La mattina era uno straccio non riusciva ad alzarsi dal letto; improvvisamente gli balenò in corpo una scintilla di rabbia: "Così i porcellini non lo volevano ascoltare, lo avevano esasperato e reso nervoso e non si preoccupavano minimamente del rumore che facevano e del fastidio che gli generavano. Ma come era possibile vivere così? Adesso lo avrebbero sentito e visto veramente arrabbiato". Così si avviò al primo porcellino nella sua piccola casetta di paglia. Arrivato bussò alla porta e disse: "Porcellino! Apri la porta che ti devo parlare.” Il porcellino, che proprio in quel momento stava facendo il letto, rispose di malavoglia: “Perchè ti dovrei fare entrare, cosa vuoi?”.


In quel momento il lupo esplose e urlò: “Non mi ascolti così eh? Adesso ti faccio vedere io!” Il lupo inspirò con i polmoni finché non fu pieno d' aria e soffiò con tutta la forza che aveva in corpo verso la piccola casetta di paglia. La casa si sconquassò, tutta la paglia volò via e il lupo vide il porcellino correre a perdifiato verso la casa di suo fratello. Subito si rese conto di quello che aveva fatto e corse dietro al porcellino per scusarsi. La casa del secondo porcellino era in legno, un materiale più resistente della paglia. Il lupo capì che i due fratelli erano dentro la casa perché vide il primo porcellino entrare e chiudersi subito la porta alle spalle. Il lupo, bussando, chiese educatamente senza urlare: “Posso entrare per favore, vi devo chiedere una cosa?”, ma i due porcellini tremanti gli risposero: “Tu ci vuoi mangiare, lupo, noi non ti apriamo.” Il lupo si stava arrabbiando di nuovo davanti a quella supposizione offensiva nei suoi confronti, ma rimase calmo. I porcellini gli dissero per rincarare la dose: “Vattene lupaccio sappiamo i tuoi piani!”. Il lupo davanti a quell'offesa nei suoi confronti si arrabbiò moltissimo prese a ispirare tutta quanta l'aria che poteva contenere il suo corpo e soffiò con rabbia sulla casetta in legno. Questa prese a sfasciarsi tutta e i pezzi volarono via. I porcellini terrorizzati dal lupo presero a correre a perdifiato per quanto le loro grassocce zampe potessero loro permettere. Il lupo decise che sarebbe andato anche dal terzo porcellino per chiarire una volta per tutte la questione. Questi aveva terminato la sua casa di mattoni proprio in quel momento e, vedendo i suoi fratelli correre verso di lui ad una discreta velocità, si chiese cosa volessero. I fratelli, terrorizzati dal lupo, urlarono: "Fratello facci entrare! Abbiamo il lupo alle calcagna!” e così i porcellini si barricarono dentro la casa in mattoni del terzo fratello. Il lupo li vide chiudersi dentro e chiese subito: "Fatemi entrare, vi devo chiarire un piccolo equivoco che avete commesso nell' interpretare le mie azioni.” I porcellini, svelti, risposero in coro: “Nessun equivoco nei tuoi confronti, siamo sicuri che ci vuoi mangiare lupaccio!”.


Il lupo nel sentirli riconfermare le loro calunnie e offenderlo perse il controllo. Si prese a gonfiare e soffiò contro la casa che non si spostò neanche di un centimetro. Il lupo furioso ci riprovò più volte, ma la casa resistette. Così ritornò a casa sua, anche se non era riuscito a dire ai porcellini di non disturbarlo. Era molto arrabbiato, quindi decise di formulare un piano per costringere i porcellini ad ascoltarlo. Dopo tre giorni finalmente l'aveva elaborato e subito quella notte si mise all’opera. Si recò alla casa dei porcellini e si arrampicò sul tetto, ma un porcellino era ancora sveglio e per il freddo stava accendendo il camino. Il lupo non vide il fumo e si calò, ma arrivato in fondo alla canna fumaria il fuoco gli bruciò la coda; dal dolore fece un balzo enorme con atterraggio in mezzo ad un fiume lì vicino, per sua fortuna. Non si arrese e, dopo due giorni, cambiò piano: decise di entrare da una finestra che di solito i porcellini lasciavano aperta durante la notte, quando dormivano della grossa. Ma al momento di entrare il cacciatore Luca vide il lupo, caricò il fucile e con un colpo lo uccise pensando che fosse cattivo. All’improvviso i tre porcellini si svegliarono e, vedendo il lupo morto, ringraziarono di cuore il cacciatore. Il povero lupo, dall' animo gentile ed educato, era riuscito a dare il peggio di sè per l'esasperazione e fece davvero una brutta fine. Il giorno dopo i porcellini fecero una festa con un banchetto pieno di cose da mangiare, ballarono felici tutto il giorno e ... vissero felici e contenti! Gruppo E: LUCIA, ANNA, LUCA, CAMILLO. Correttore: Camillo


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