IL DEMONE È un posto solitario, dove abito io, una vecchia casa lontana da tutto. Ecco perché mi sono preso un cane che mi tiene compagnia. Ieri notte c’era la luna piena che proiettava ombre. Eravamo passati attraverso il bosco, diretti alla radura più in là. Poi gli ho tolto il guinzaglio per lasciarlo correre. E’ tornato da me. Con qualcosa in bocca. “Lascia” gli ho ordinato, e lui ha mollato la presa .Mi è venuto da vomitare. Qualcuno dietro di me ha detto: È mia. Non voltarti, e un attimo dopo l’ ombra accanto alla mia era sparita e il mio cane guaiva alla luce della luna. Il giorno dopo non era più lo stesso. Avevo preso il guinzaglio per portarlo
fuori, ma lui si è rifiutato di uscire e stava immobile. Allungai la mano per scuoterlo, ma mi morse. Scappò, lo cercai per tutta la casa e mentre lo inseguivo mi accorsi che le stanze erano tutte imbrattate di sangue con delle scritte allucinanti. <<Io ti ucciderò ti porterò via l’anima!>> Trovai il cane con lo stomaco squartato che, agonizzante, muoveva ancora le zampe. Mi chinai, lo accarezzai ed esalò l’ ultimo respiro. Mi misi a piangere disperatamente, senza capire cosa stava succedendo e chi fosse l’artefice di tutta questa crudeltà. All’ improvviso sentii freddo e capii di non essere solo. Provai la stessa sensazione quando avvertii la presenza dell’ombra in giardino. Chi era questa entità? Come se qualcuno avesse letto nella mia mente una voce
spaventosa mi rispose:<<Sono un demone che vive in questa casa da mille anni. Il cane è stato ucciso per farti capire quello che devi fare, per non finire come lui. Continuò:<< Liberami dalla maledizione e ti salverò >> Mi spiegò che si trovava sotto il pavimento dentro una teca. Tutte le persone che avevano abitato in quella casa erano morte. Ora sapevo il perché! Il panico mi assalì e gridai a squarciagola come se qualcuno potesse sentirmi. Avevo la consapevolezza di essere in trappola. Salvarmi la vita o liberare un demone? Ancora una volta lui percepì i miei pensieri. Mi disse che una volta liberato sarebbe tornato negli inferi da dove proveniva ed io sarei stato salvo.
Urlai ancora infierendo contro di lui, dicendo che non sarei mai sceso a patti con un demone. Provai ad uscire di casa, fu impossibile tutte le uscite erano bloccate. Cominciai a battere sui vetri con una mazza, ma non si ruppero. Sentivo la gola secca, sembrava che dentro di me ci fosse un fuoco ardente. Andai in cucina, presi una bottiglia di acqua: dovevo bere al piĂš presto, ma trovai solo sabbia. Corsi verso il lavabo, ma dal rubinetto usciva terra. Capii di essere in trappola! Quanto avrei resistito in quelle condizioni? Anche il cibo non era piĂš commestibile. Il mio corpo si stava prosciugando. Avevo la consapevolezza di avere poco tempo
da vivere. Decisi per la mia vita di scendere a patti con quell’ essere demoniaco. Lui aveva già intuito quello che stavo pensando e mi spiegò cosa dovevo fare e così feci: trovai l’asse di legno, l’alzai, tolsi la teca e lo aprii. Mi sdraiai a terra sfinito! All’improvviso il corpo si squarciò e vidi uscire le mie viscere. Stavo morendo Mi rimaneva poco tempo e con le poche forze che ancora avevo presi il mio sangue e scrissi sul pavimento: << Non fidatevi mai di un demone!>> E come il mio cane esalai l’ultimo respiro.