L’ ASSASSINO PERSEGUITATO Jack era un uomo benestante, viveva in una casa, con la sua fidanzata, aveva un lavoro ed era felice della sua vita. Non era però molto ben visto da quelle parti. Quando passava, alcune persone non abituate alla sua vista, non potevano fare a meno che lanciargli continue occhiate, distogliendo talvolta lo sguardo. Infatti, correva voce che, tempo prima, avesse commesso un omicidio. Non era un uomo curato, e anche questo contribuiva ad aumentare i dubbi nei suoi confronti. Aveva un volto scavato, quasi scheletrico, stanco, con le occhiaie e pochi capelli. Ma ciò non gli importava più
di tanto, lui faceva la sua vita e gli altri la loro. Una mattina, però, intuì che qualcosa sarebbe andato storto; mentre camminava in città la gente lo guardava, ma in modo diverso, nei loro volti poteva scorgere la paura, la rabbia, non più solo la curiosità. Quella sera si stese sul divano fumando una sigaretta e accendendo la TV, quando sentì un grido acuto, lungo, lontano. Un brivido gli corse lungo la schiena. Aveva già sentito quel grido, ma non ricordava dove. Una voce calma, fredda, quasi divertita gli sussurrò all’ orecchio:” Sono qui, dietro di te”. Jack cominciò seriamente a preoccuparsi, forse era impazzito? Possibile che quella voce fosse solo nella sua testa? Eppure
era così vera. La stanza diventò fredda, buia, e il fantasma senza mostrarsi disse:” Mi ricordo cosa hai fatto! Tutti se lo ricordano!” E con una nuova risata tutto tornò normale. Jack era scosso, inquietato, non capiva cosa fosse successo, quando rientrò la sua fidanzata dal lavoro. Dopo aver posato le proprie cose salutò il ragazzo che però non rispose. Lei gli chiese che cosa ci fosse che non andava, ma lui le disse che era solo stancò e andò a letto. La giornata seguente non fu migliore, anzi, non si era mai sentito così male, quella notte non aveva dormito. Ebbe paura di rientrare a casa questa volta. Esitò sulla soglia e abbassò la maniglia. Tutto ciò che vide era distrutto,
completamente, e poi la sentì, quella risata. “Chi sei?” domandò con il tono più autoritario che la sua voce gli permettesse di assumere. “Non ha importanza, questo sei tu che devi capirlo!” “Non giocare con me” ringhiò l’ uomo “guarda che chiamo la polizia!” Si sentì un’ altra risata e la voce disse:”Io sapevo che non sei ben visto in quell’ ambiente”. E se ne andò lasciando quel freddo che solo un fantasma poteva provocare. Jack non capiva cosa volesse quell’ essere da lui. Cosa potrebbe mai volere un fantasma? Non fu una settimana facile quella che seguì: il ragazzo al imite delle sue forze, aveva perso il lavoro, la ragazza perché la trascurava e se ne restava in
lunghi silenzi bui e anche la casa. Era solo riuscito ad affittare un piccolo monolocale con una televisione, una cucina e un letto. Ogni sera quel fantasma appariva ed il giorno dopo gli accadeva qualcosa di spiacevole. Ma quel martedì erano sette giorni che il fantasma lo perseguitava lui ormai stremato gli chiese se potesse dirgli chi era. Lo spettro gli confessò “John Snowey”. Gli si gelò il sangue nelle vene, mentre il fantasma se ne andava di nuovo. Era l’ uomo che esattamente un anno prima aveva accoltellato. E ora ricordò. Il grido acuto e freddo che aveva sentito la prima notte era il grido dell’ uomo che aveva ucciso e per cui non era mai stato punito. Accese la TV col cuore in gola e sentì la voce del giornalista dire:”
Oggi ricordiamo la morte di John Snowey, morto un anno fa … ancora non è stato trovato il colpevole ma le immagini continuano. La spense. Dopo quelle parole sentì di nuovo il fantasma con la sua voce più acuta e fredda che mai urlare:” Fallo! Fallo! O continuerò a rovinarti la vita! Fallo!”. Jack. Impazzito, spaventato, arrabbiato, non aveva più niente da perdere. Disperato, si avviò verso la cucina. Tremava. Solo qualche giorno prima era così felice ed adesso era con gli occhi fissi sul cassetto che avrebbe cancellato tutto. In sottofondo la voce del fantasma che urlava. Non aveva più niente da perdere.
Afferrò un coltello; la sua lama affilata avrebbe fatto cessare tutto, tutto, avrebbe finalmente trovato pace. Cominciò a premerlo contro il petto, sempre più forte, sempre più forte, nel punto del cuore, con il sangue che gli riempiva le mani, mentre lui, piano, piano si accasciava a terra. Finalmente tutto era finito …