L’elettricista

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L’elettricista Ero tranquillamente seduta in poltrona. Era inverno e fuori la neve cadeva fitta . Appena tornata da scuola mi ero preparata la merenda e i miei genitori lavoravano entrambi e non sarebbero rientrati che poco prima di cena e adesso chiacchieravo al telefono con la mia migliore amica Teresa. Improvvisamente mi resi conto che stavo parlando da sola : doveva essere caduta la linea . Stava per richiamarla quando sentii dei passi scricchiolanti provenire da fuori l’ ingresso; un respiro affannato, un’ ombra scura si intravedeva dalla porta ; suonò il campanello con un distacco di tre secondi dal DING. Mi presi coraggio e mi dissi piano piano :_ Non avere paura Barbara , non ti accadrà niente _.


Girai il pomello e lentamente aprii la porta ; uno strano elettricista con una testa rotonda , tante goccioline di sudore che cadevano , un corpo robusto , i denti gialli , capelli scompigliati e le pupille piccole , molto piccole ; mi fissò e mi disse :_ Ciao ragazzina ._.con voce roca :_ non ti dispiace se entro a controllare i fili del telefono ._. Ero indecisa se farlo entrare o no , ma dalla bocca cadde un’ unghia smaltata di rosso , proprio il colore dello smalto che mia mamma si diede la sera prima . Allora risposi :_ Mi scusi , ma i miei genitori non sono in casa in questo momento !_. Chiusi la porta in faccia a quell’ uomo senza salutarlo e corsi in camera mia , dove raggiunsi subito la finestra per controllare se l’elettricista c’era ancora . Era sparito, ma qualcosa attirò la mia attenzione . Su un palo dei fili della luce c’era un filo tagliato che si


Collegava proprio a casa nostra. Chiusi gli occhi e riflettei se aprire a quell’ uomo oppure no, ma KLAP, mi voltai e lo vidi mentre , con delle cesoie , tagliava tutti i fili rimasti . Fuori non c’era nessun altro , quindi ebbi paura che quel uomo mi potesse fare del male. L’ uomo si voltò e i denti diventarono improvvisamente più aguzzi, vidi i capelli drizzare e gli occhi diventare rossi come uno scienziato pazzo. Corsi giù , afferrai la cornetta del telefono e digitai il 113, ma mi ricordai che quell’ uomo aveva tagliato i cavi , così ci rinunciai. Anche la luce non si accendeva più . Mi diressi in cucina per prendere qualcosa per difendermi , nel caso mi avesse attaccato e improvvisamente una macchina frenò rumorosamente. Era arrivato mio padre.


Uscì fuori , piangendo gli aprii la portiera e , senza guardarlo lo abbracciai e gli raccontai che mi era accaduto: _ Papà , papà c’è un elettricista che ha tagliato i cavi e assomiglia ad un mostro ._. Nessuna risposta . Mi accorsi di avere le mani umide ; spalancai gli occhi e … non ci potevo credere !! Mio padre era stato decapitato. Cominciai a piangere a dirotto , ero inconsolabile , non potevo credere che quello che stavo vedendo fosse proprio mio padre ! Quella risata malvagia si fece risentire. Mi rintanai in casa , in bagno . Passarono , una , due , tre ore di pianto ininterrotto ; presi la maniglia , ma avvertii il rumore di un palloncino giallo che volava fuori dalla finestra. Legata ad esso c’era una testa. Mi si scolorì il sangue ed pensai che fosse impossibile ;


la testa era di mia mamma ! Mi accasciai e diedi pugni al pavimento . La risata si fece più malvagia . Mi feci forza . Il mio cuore si gonfiò , e in pochissimo tempo ideai un piano per distruggerlo. Presi una croce santa e una sostanza chimica dal ripostiglio . Andai fuori a cercarlo. Comparve dietro di me e mi buttò giù dalle scale della cantina fuori alla cantina. Si era tramutato in ragno , un ragno , peloso, con occhi , piccoli e rossi . Senza esitare gli gettai la sostanza addosso che lo corrose . Mancava poco alla sua morte , mi afferrò e mi riuscì a dare un colpo . Svenni.


Mi risvegliai all’ ospedale , ricoverata con mio zio che mi abbracciava dicendo che non era successo niente. Non sapevo, purtroppo che non era cosÏ.


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