La babysitter

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La babysitter Il telefono squillò, echeggiando per la cucina bianca e d’argento che brillava come una sala degli specchi, Jess si ritrovò circondata da una dozzina di suoi riflessi, quando alzò la cornetta -Pronto? Per un attimo non vi fu alcuna risposta, solo il suono fievole di qualcuno che respirava. Jess pensò a, quando i suoi amici avevano riso dicendole di accettare quel lavoro da babysitter per delle persone che non conosceva. -Magari abitano in una vecchia casa del brivido in mezzo alla foresta! Non era così. Abitavano in un loft all’ultimo piano con un panorama sulla città che faceva sentire Jess con un uccellino. I divani di pelle bianca avevano ancora l’odore del telo di plastica. Una vocina disse: - Sto arrivando- prima che la linea cadesse con un click.


C’era un altro bimbo di cui Jess non era a conoscenza? Il telefono squillò nuovamente. -Sto arrivando! Adesso la voce era vecchia, stanca e irritata. Ci fu un rumore di passi. Veniva su da delle scatole di marmo come quelle che portavano all’appartamento. Jess guardò in basso. Qualcosa le sfiorò le gambe. Era il filo del telefono. Si era staccato dal muro. Nella sua mano il telefono squillò: - Sono a casa! Gracchiò la voce, più antica della sabbia. -Sei rimasta sveglia ad aspettarmi? Jess si era spaventata a morte. Non sapeva come comportarsi. Decise di scappare, ma non sapeva dove andare e iniziò a correre. Ad un certo punto alla fine delle scalesi imbatté in un clown, il suo nome è IT. Era di statura media, indossava pantaloni a campana e una maglia di color grigio chiaro. Ai piedi


aveva degli stivali grigi con le stringhe nere. I suoi capelli erano arancioni e molto vaporosi. Aveva uno sguardo vitreo e una risata malefica e aveva anche una bocca gigante con 1000 denti. Jess, dallo spavento, svenne e cadde a terra. Quando si risvegliò il clown non c’era più. - Che sia stato solo un brutto sogno? Jess non sapeva spiegarselo. Decise di andare a dormire, così l’indomani sarebbe stata più riposata e anche più tranquilla. Il giorno seguente si alzò alle 9.00 per preparare la colazione a Bill e Georgie, i bambini di cui si occupava, poi tornò a casa. Intanto Bill costruì una barchetta per Georgie, con cui si mise a giocare. La notte successiva Jess si svegliò per il brutto incubo e si ritrovò IT davanti a sé, all’improvviso sentì che il respiro le venne meno. Non credeva ai suoi occhi.


Cosa ci faceva quell’orribile clown lì? Com’era riuscito ad entrare? Cosa voleva da lei? Perché lo fissava con quello sguardo inquietante? IT non perse tempo, prese Jess per il collo, la strozzò e la mangiò. Ma lo spirito di Jess si reincarnò nel clown. I familiari e le persone care a Jess si fecero 100 domande, ma senza ottenere risposta. Dov’era il suo corpo? Come poteva essere sparito nel nulla? Una settimana dopo Georgie ritornò a giocare con la sua barchetta sulla strada difronte a casa. Il clown, appena lo vide, lo catturò e gli mangiò un braccio fra orribili urla strazianti, poi lo prese con sé e lo portò dentro a una fogna. George non venne più ritrovato. Arrivò l’ultimo giorno di scuola e Bill con i suoi compagni: Beverly, Richie, Mike, Ben, Stan e Eddie si ritrovò nel suo garage per discutere sulle scomparse di Jess e del fratello George. Trovarono in


una scatola in fondo al garage dei vecchi libri che narravano una strana leggenda: ogni 27 anni, in tutto il paese (Darry) vengono uccise dozzine di bambini da una creatura malefica. Bill e i suoi compagni iniziarono a fare ricerche sulla creatura malefica e riuscirono a scoprire dove abitava. Il clown li scoprÏ e Beverly venne rapita. I bambini entrarono nella casa del clown attraverso un pozzo collegato alle fogne. Il clown avrebbe voluto uccidere tutti i bambini, ma loro non glielo permisero perchÊ erano forti e uniti. Il clown sparÏ e i bambini si sentirono invincibili. Fecero un patto di sangue in segno della loro amicizia. Sarebbero sempre rimasti insieme per scongiurare l’arrivo del clown. Era veramente sparito una volta per tutte?


Un giorno, mentre giocavano in giardino, fecero una macabra scoperta. Sotto ad un sasso ritrovarono un biglietto sul quale c’era scritto: “Ritornato, ci vediamo fra 27 anni!� IT


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