La maledizione dei romanov vittoria

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La maledizione dei Romanov Per trecento anni il destino della potente dinastia dei Romanov fu legato a quello della popolazione russa che governava, ma nessuno dei monarchi fu perseguitato da un destino più tragico di quello di Nicola e Aleksandra, gli ultimi sventurati zar della Russia imperiale. A prima vista lo zar viveva un esistenza incantata con la famiglia eppure dietro questa brillante facciata si nascondeva un oscuro segreto. Nicola iniziò la sua carriera come timido principe, da bambino era stato testimone dell’assassinio del nonno, ucciso da una bomba in un attentato e da quel momento visse con la sensazione che un disastro si sarebbe abbattuto su di lui. Il 4 agosto 1894 il principe dovette affrontare il momento che temeva da tutta vita, infatti Nicola non sarebbe mai voluto diventare re. In questo periodo Nicola si avvicinò alla giovane principessa tedesca Aleksandra Fëdorovna , si incontrarono per la prima volta nel palazzo di San Pietroburgo, lui aveva 16 anni e lei solo 12, cominciarono ad amarsi dal primo instante. Nel 1896 furono incoronati zar e zarina di tutte le Russie; durante le celebrazioni, mentre venivano serviti pane e birra alla folla ben 1000 uomini donne e bambini furono calpestati a morte, alcuni videro in questo incidente il presagio di molte sventure. Lo zar doveva mettere al mondo un erede maschio per la sopravvivenza del trono imperiale che fosse il fato o la coincidenza Nicola e Alessandra diedero alla luce 4 femmine. In preda alla disperazione i due coniugi chiesero l’intervento divino, finalmente le loro preghiere furono esaudite infatti il 5 agosto 1904 nacque il piccolo Aleksej. Purtroppo l’erede al trono era nato con un problema fatale che lo zar e la zarina erano determinati a tenere segreto. Era affetto da una grave malattia: l’emofilia causata dalla mancanza di alcuni fattori della coagulazione. Questa carenza non permette al sangue di coagulare normalmente. Aleksandra estremamente preoccupata decise di rivolgersi a un santone che le facesse da intermediario con la potenza di Dio, il suo nome era Grigorij Rasputin. Egli riuscì magicamente a svegliare giovane Aleksej dopo una dolorosa emorragia interna, Alessandra si convinse che Rasputin aveva salvato suo figlio. Per più di 10 anni Rasputin curò Aleksej, ancora oggi non si sa come. Così i Romanov lo invitarono a far parte della ristretta cerchia famigliare. Ma dopo poco il suo bizzarro comportamento rivelò un lato ancora più oscuro segnato da un vorace appetito sessuale. Nell’agosto del 1914 la Russia venne travolta dal fuoco della prima guerra mondiale, quando il numero di morti salì lo zar decise di controllare personalmente l’esercito. Con Nicola lontano Aleksandra si affidò completamente a Rasputin; addirittura alcune persone cominciarono a credere ci fosse una relazione fra lui e la zarina.


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